Stefan Everts ha vinto contro la malaria

Stefan Everts ha vinto contro la malaria
"Il virus ha attaccato i miei organi come fegato e reni. Forse mi amputeranno i mignoli dei piedi, perché non hanno ricevuto sangue per tutto il tempo della malattia", spiega Everts

28.01.2019 ( Aggiornata il 28.01.2019 11:28 )

Vi avevamo dato la notizia prima prima delle vacanze di Natale: Stefan Everts, il pluricampione del mondo di motocross aveva contratto la malattia della malaria in un viaggio in Congo per una missione di beneficenza (leggi qui).

La famiglia aveva chiesto il massimo riserbo, per concentrarsi sulle condizioni di Stefan Everts, e non si sono avute più notizie. Fino a quando è arrivata la comunicazione che tutti aspettavamo: Stefan Everts ce l’ha fatta. Ha vinto la sua gara più impegnativa e importante, Stefan Everts, uscendo dal coma farmacologico, nel quale è stato indotto per dare al suo fisico la possibilità di reagire.

Dopo 14 giorni di come, il 46enne è stato risvegliato e dopo un breve periodo di ripresa, Stedan Everts ha raccontato la sua terribile vicenda.

EVERTS: NON RIESCO A MUOVERE LE DITA - “Il virus ha attaccato i miei organi come fegato e reni", ha detto Everts a MXLarge.com. "Con l’aiuto dei farmaci, il sangue ‘pulito’ doveva arrivare al curoe, quindi gli arti sono stati appena alimentati dal sangue. Non riesco ancora a muovere le dita, è ciò su cui devo lavorare ora.

 “Ho pochi ricordi del mio risveglio”, continua a spiegare Stefan Everts. “Ho visto mio figlio con uno strano travestimento e sulle prime non ho nemmeno riconosciuto mia figlia piccola Miley in foto. Penso che siano state tutte le medicine che mi avevano dato per mettermi in coma”.

I postumi sono ancora presenti. Sembra che nell’ospedale del Congo Stefan Everts abbia ricevuto i primi trattamenti, e che lì sia stato ferito alle corde vocali durante un intervento, motivo per il quale parla con difficoltà.

“I medici dicono che forse mi amputeranno i mignoli dei piedi, perché sono virtualmente senza vita e non hanno ricevuto sangue per tutto il tempo della malattia. La decisione richiederà comunque dei mesi”, conclude Everts.

 

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