Il britannico, alla prima vittoria di una Dakar, ha spiegato quanto sia stato difficile il passaggio dal motocross ai rally su sabbia
Si può dire di tutto. Che sia stato fortunato per il ritiro di Toby Price o avvantaggiato dalla penalizzazione di Barreda. Ciò che proprio non si può negare, però, è che quella di Sam Sanderland alla Dakar 2017 è una vittoria meritata. Derivata da una velocità e una tecnica di guida sopraffina, da una capacità di concentrazione fuori dal normale, dalla gestione del vantaggio e dalla grande attenzione nel non commettere errori importanti. Non sono aspetti facili, per chi corre in moto per 12 giorni a 200 all’ora sulla sabbia, le dune e gli sterrati americani. E’ stata una vittoria sognata a lungo, soprattutto nei momenti più difficili dei 9.000 km percorsi dal Paraguay all’Argentina e festeggiata all’arrivo di Buenos Aires con grande emozione sia dal pilota britannico che da tutto il team KTM.
“E 'sconvolgente – spiega Sunderland all’arrivo - Quando ho tagliato il traguardo, l'emozione ha preso il sopravvento. E 'stato difficile mantenere la calma, soprattutto quando commetti errori di navigazione ... ma finalmente siamo qui e non posso essere più felice. Adesso speriamo di riuscire a creare un certo interesse anche in Inghilterra in Inghilterra per questa specialità. Vengo dal motocross e il rally è diverso, perché devi rimanere concentrato per lunghissimo tempo. C'è voluto un po’ di tempo per cambiare la mia mentalità. Ho imparato nel modo più duro, come tutti. Ho continuato a lottare e non ho rinunciato e adesso sono davvero grato a tutte le persone che ho intorno a me per avermi hanno guidato a questo successo. Tutti nel team hanno lavorato duramente tutti meritano questa vittoria”.
In collaborazione con la redazione Motori di RedBull.com
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