Dario Marchetti rinuncia a Daytona

Ancora problemi al braccio per il pilota italiano

Redazione

03.03.2011 ( Aggiornata il 03.03.2011 16:35 )

Dario Marchetti non potrà partecipare alla 200 Miglia di Daytona, la gara motociclistica che il 12 marzo aprirà il campionato americano di velocità: i postumi dell’incidente di cui è stato vittima lo scorso anno in una gara Superbike a Rijeka, in Croazia, sono ancora pesanti e non gli permettono di affrontare una prova così lunga.

La decisione è arrivata dopo tre giorni di prove sul circuito di Valencia, in Spagna, che avevano proprio l’obiettivo di verificare le condizioni del pilota bolognese e la possibilità di reggere alla distanza. Il problema non è legato alle gravi fratture al bacino, che avevano destato preoccupazione nell’immediato ma si sono perfettamente risolte; si tratta invece della lesione di un nervo, in conseguenza della quale Marchetti ha perso molta della forza del braccio destro e ha dovuto modificare notevolmente la sua guida, per sopperire all’handycap. Questo è stato sufficiente per vincere al rientro la 200 Miglia del Mugello l’autunno scorso, in una gara a squadre, ma ancora non è il momento per le lunghe distanze: nonostante l’intensissimo programma di terapie portato avanti per tutto l’inverno resta della strada da fare.

«Sono comunque moderatamente soddisfatto – ha commentato Marchetti –. Le terapie consigliate dal dottor Filiberto Ponzetti, il fisiatra che coordina la mia riabilitazione, stanno dando buoni risultati: ho migliorato molto forza e resistenza ma il problema al braccio non è risolvibile e me lo porterò dietro tutta la vita. Però continuando a potenziare la muscolatura riuscirò a compensare il problema. Il peccato è che ancora non ci siamo: i tempi sul giro sono buoni ma calo alla distanza, e dopo un consulto con i medici e con Tim Robinson, il boss del Team Ducshop di Atlanta che mi avrebbe schierato a Daytona, abbiamo deciso di rinunciare. Ma è solo per ora: mi aspettano ancora parecchie giornate di prove nelle prossime settimane, perché voglio tornare nella miglior condizione al più presto: mi aspettano ancora diverse gare, in America e in Europa».



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