Polita: “La notte a Montecatone”

Polita: “La notte a Montecatone”
Ricordi e riflessioni

Redazione

10.12.2013 ( Aggiornata il 10.12.2013 10:53 )

Non è facile cominciare una nuova vita dopo un grave incidente che ti cambia la vita, come è successo ad Alessia Polita. Dopo molti mesi al centro di recupero di Montecatone, Alessia ora è a casa sua, a Jesi. Con i suoi ricordi. Della vita di “prima” ma anche dei momenti successivi all’incidente. Ecco quello che ha scritto su facebook. «Erano tutti a letto... Le infermiere facevano gli ultimi controlli. Tutti i pazienti dovevano essere già a letto... Facevo lasciare sulla mia sedia da mia mamma prima che se ne andasse, rigorosamente pantaloncini, scarpe e maglietta. Quando era ormai tutto silenzioso, mi alzavo. Mi vestivo in perfetto silenzio per non svegliare la mia vicina e me ne uscivo furtivamente dalla mia stanza con la mia sediola un po’ scricchiolante.Prendevo l’ascensore e salivo al secondo B, il reparto che sono stata per un mese e mezzo circa. Andavo a salutare le mie infermierine preferite, ci scambiavo due chiacchiere e poi silenziosamente andavo a trovare i miei amici che dormivano tranquillamente nei letti, a differenza mia. Uno per uno, li guardavo e mi domandavo.... Amici miei c’è la faremo mai ad uscire da questo incubo!? Quelle passeggiate notturne mi facevano riflettere .... Eddi in un letto a lottare con il suo fattaccio, io paralizzata in un ospedale. Dolore lanciante che mi accompagnava ogni santissima notte, tanto da essere soprannominata la “malombra” di Montecatone. Guardavo il cielo, ed era lo stesso cielo di milioni di persone, ma visto da posti diversi, ... Forse alcuni stavano bevendo qualche birra in qualche locale lungo mare, altri magari ballavano in un disco pub, altri in qualche isola a fare vacanza...., beati loro cavolo.... Godetevela! Noi che lottavamo per riprendere la nostra indipendenza, fatta di sacrifici e sofferenze fatta di una realtà che ti stravolge, perché non è più la realtà di qualche tempo fa. È una nuova vita da costruire. E che ognuno di noi anche con giorni tristi e duri, uno per uno ci siamo rimboccati le maniche e ricominciato a ricostruirci. Non esistono eroi, ognuno di noi è un eroe, perché tutti siamo stati pronti a ricominciare, anche soffrendo. È d’obbligo se vuoi vivere. La a Montecatone ho vissuto una realtà che mi ha segnato la vita per sempre. La sono diventata grande tutto in una volta.... Cazzo... Sono le 4 di notte .... Torno al terraB, faccio attenzione a non svegliare la mia Peppina. Salgo a letto, mi spoglio.... E cerco di dormire le poche ore rimanenti prima della sveglia.... Un piccolo flash di Montecatone».

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