CIV: dove nascono i campioni

CIV: dove nascono i campioni
Quanto è forte la presenza italiana nelle competizioni? La risposta ci viene da alcune statistiche sul mondo dei prototipi e delle derivate di serie

Redazione

08.10.2015 ( Aggiornata il 08.10.2015 19:16 )

Piloti-italiani nel mondo. Anzi italiani nel mondiale, sia esso MotoGP o Superbike, comprese le entry class dei due campionati. Quanto è forte la presenza italiana nelle varie competizioni? La risposta ci viene da alcune statistiche realizzate prendendo in esame sia il mondo dei prototipi (MotoGP, Moto2, Moto 3 e anche il FIM CEV Repsol International Championship) che quello delle derivate di serie (SBK, SS, STK1000 e STK600). Numeri alla mano (clicca qui per i dati) si è visto come su un totale di 228 piloti, 64 siano italiani, con il bel paese che rappresenta quasi il 30% del totale. Il dato però più interessante è che di quei 64 piloti più di 50 hanno trascorsi nel CIV. Nomi come Petrucci (MotoGP), Morbidelli (Moto2), Antonelli, Bastianini, Fenati, Manzi (Moto 3). E poi ancora Giugliano (SBK) e Faccani. Senza contare poi il passato (o il presente) che alcuni di loro hanno avuto (o hanno) nel Team Italia. Piloti che in questo momento festeggiano vittorie, come Lorenzo Savadori (con esperienze sia al CIV che al Team Italia), fresco campione del mondo STK1000 con il titolo vinto contro Roberto Tamburini, protagonista attuale del CIV SBK. Una STK1000 dove, dati alla mano, la presenza di piloti nostrani è quasi del 40%, con ben 13 italiani su 33 piloti, quasi tutti con un passato nel CIV. Numeri simili li troviamo anche nel Mondiale SS o nell’Europeo STK600, senza contare la Moto3, con ben 11 piloti italiani su 34, tutti con un passato nel CIV tranne Bagnaia (che però ha corso con il Team Italia). Risultati che sono il frutto di un percorso iniziato nel 2009, anno in cui la FMI prende in gestione il CIV e la Velocità a livello nazionale. Da quel momento comincia un lavoro sulla ricerca del talento, un impegno che ha permesso di avere questa presenza di piloti cresciuti nel CIV (nei numeri non mancano piloti che hanno fatto più presenze come wild card nell’italiano in questi anni), e poi approdati alle competizioni internazionali. Team Italia – Per il salto di categoria è stata importante la presenza del Team Italia FMI. Anche in questo caso i numeri ci aiutano, con circa una ventina di piloti che hanno fatto una prima esperienza nel mondiale o nell’europeo tra le fila del Team federale. Piloti che il Team, in linea con la propria filosofia, ha lanciato nei due campionati e che ora sono approdati anche nelle serie maggiori. Alcuni cominciando ad avere risultati considerevoli, Fenati su tutti. Senza contare chi un titolo l’aveva già vinto con il Team Italia nell’Europeo STK600. (Morbidelli e Faccani, ora rispettivamente in Moto2 e Mondiale SS) CIV Junior e Premoto3 - Restando sui dati, per avere un alto numero di piloti cresciuti in casa e ora impegnati nelle competizioni mondiali, non si può che partire dalla base, da Minimoto e MiniGP, ovvero dal CIV Junior. Sono tanti i piloti passati da li che ora stanno ottenendo buoni risultati, anche al di fuori dell’Italia, come Bulega in quello che ora è il FIM CEV Repsol International Championship. Proseguendo nel percorso di crescita si approda alla Premoto3, categoria che, inserita nel CIV, ha permesso a piloti 12enni di correre sui circuiti lunghi. Una classe che comincia a dare i suoi frutti. I recenti risultati conquistati da Vietti Ramus (fresco campione italiano 2015) e da Foggia nel Campionato Spagnolo ne sono una dimostrazione. Arbolino poi, dopo il duro infortunio di quest’anno, è in ripresa nel CEV. Senza contare che uno dei piloti cresciuti nella Premoto3 è proprio quel Fabio Di Giannantonio in testa al CIV Moto3 e 2° alla Red Bull Rookies Cup.

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