Esclusivo: Simone Mazzola, “Questa è la mia gara più importante”

Esclusivo: Simone Mazzola, “Questa è la mia gara più importante”

"Sono felice, perché sono ancora vivo. Seguo la MotoGP e tifo per Dovizioso, ma sogno un futuro in macchina", dice il romano, cinque mesi dopo l'incidente. Domenica 22 ottobre sarà ospite a "Un biker per amico" a Imola

20.10.2017 10:11

Il 19 maggio a Misano, durante le prove libere della Supersport 300, il maledetto incidente che avrebbe potuto costare la vita a Simone Mazzola: il bollettino medico parlava di grave trauma vertebro-midollare e si era capito subito che la sua mobilità sarebbe stata compromessa (leggi qui). Quando siamo andati a trovare Simone all’ospedale di Montecatone 50 giorni dopo, lo abbiamo trovato ancora quasi del tutto immobile (leggi qui). Ma adesso il peggio è alle spalle. A vederlo ora, a cinque mesi di distanza dall’impatto, Simone Mazzola ha fatto grandi progressi. A rincuorare sono soprattutto la vitalità e l’ottimismo.

UN BIKER PER AMICO - Simone, che ha soltanto 21 anni, è ancora ricoverato all’ospedale di Montecatone, e uscirà per la prima volta questa domenica, il 22 ottobre, per essere presente all’evento “Un biker per amico”, al quale dà appuntamento. Si tratta di un motogiro organizzato dal Centro Sociale Fabbrica che partirà da Via del Santo a Imola alle 9.00 di domenica e che si concluderà con un pranzo a prezzo fisso (di € 12,00). Il ricavato sarà devoluto a sostegno dell’Associazione Utenti Unità Spinale di Montecatone.

COME UNA FAMIGLIA - “Qui sto bene, è come una famiglia”, esordisce Simone, che ha recuperato il tono di voce brillante di prima dell’incidente. “La giornata passa alla svelta, perché dalle dieci a mezzogiorno faccio fisioterapia e poi nel pomeriggio alle due ricomincio per altre due o tre ore. Poi due chiacchiere e una partita a carte con gli altri pazienti ed è già ora di cena...”

Hai recuperato moltissimo.

“Sì, muovo le braccia ma non sento ancora le mani. Potrebbe essere necessario un altro intervento, ma stanno ancora valutando se farlo. In palestra sto lavorando molto per il controllo del tronco. Però già comincio a vestirmi da solo e la prima volta che mi sono lavato il viso è stata una gran soddisfazione…”

Ti dai molto da fare?

“Sì. Questa è la mia vera gara. Quelle che ho fatto prima erano un gioco. Qui non si scherza”.

Simone è molto carico. Si sente che è combattivo.

“Sono felice perché sono ancora vivo. Posso parlare, abbracciare la mia famiglia e i miei amici… per tutto il resto ci si adatta”.

Il motociclismo lo segui ancora?

“Sì, sento spesso Omar Menghi, il mio team manager del CIV, e guardo la MotoGP. Faccio il tifo per Dovizioso, speriamo che vinca il titolo: se lo meriterebbe. Seguo anche la Formula 1. Le auto mi sono sempre piaciute… lì potrei tornare a correre un giorno…”

Quando uscirai da Montecatone?

“Forse a gennaio. C’è ancora tempo. Casa mi manca, soprattutto mia nonna, ma non mi lamento…”

In futuro Simone avrà bisogno dell’aiuto di tutti per poter vivere e curarsi al meglio. Per questo papà Agostino si sta dando da fare e ha costituito l’associazione “Simone Mazzola 16”, che diventerà presto una Onlus.

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