Marinelli svela le strategie Ducati

Niente più squadra factory, ma sostegno ai team satellite

Redazione

17.11.2010 ( Aggiornata il 17.11.2010 08:48 )

«La Ducati si ritira dal Mondiale Superbike». L’annuncio di fine estate aveva colto di sorpresa, scatenando un putiferio. Il popolo ducatista, cresciuto nel mito di Fogarty e Bayliss, era sceso sul piede di guerra: com’era possibile che la Regina avesse deciso di voltare le spalle al proprio glorioso passato? Tre mesi dopo ci siamo accorti che c’è stato tanto rumore per (quasi) nulla. La Ducati non avrà più il team interno ma fornirà l’appoggio diretto del reparto corse alle strutture satellite. Carlos Checa, pupillo della laziale Althea, avrà la 1198R con tutti gli aggiornamenti 2011.

La Ducati non vuole che si chiami “ufficiale” ma l’etichetta non è importante: Checa avrà l’identica bicilindrica che avrebbe guidato se fosse diventato titolare del team interno. Avrà l’assistenza diretta della Ohlins, che ha già fornito nei test di Alcaniz la forcella più sofisticata in catalogo, cioè quella usata dai top team MotoGP, l’elettronica ultimo grido (identica alla Desmosedici GP10) e l’assistenza di due ingegneri del reparto corse. Lo spagnolo diventa anche il riferimento per i test e lo sviluppo della rinnovatissima Superbike che debutterà nel 2012. Checa ha fatto terzo nel Mondiale da privato, senza disporre dello stesso potenziale (in particolare l’elettronica) di Haga e Fabrizio e nel 2011 punterà dritto al Mondiale. E per la Ducati la Superbike diventa un affare: risparmia i soldi che avrebbe speso nel team interno e incassa quattro-cinque milioni di euro per la fornitura ai satelliti. Con l’obbiettivo di restare comunque protagonista. Ernesto Marinelli, responsabile del progetto Superbike, svela tutti i retroscena del cambio di strategia.

Ducati fornirà moto e assistenza a tre squadre: che differenze ci saranno dal punto di vista tecnico?
«Il team Althea avrà due moto in configurazione 2011 e l’appoggio di un due persone del nostro reparto corse: Marco Lozej (ex ingegnere di pista di Michel Fabrizio, ndr) e l’elettronico Marco Frigerio. Il team Liberty avrà le quattro moto F10 utilizzate la passata stagione dal team Xerox, che però avranno l’aggiornamento del software 2011. Forniremo anche un ingegnere, Luca Ferraccioli (ex ingegnere di pista di Haga, ndr). Supersonic avrà due moto con il ride by wire (che nel 2010 era esclusiva degli ufficiali e del team Althea, ndr) con aggiornamenti a livello di sospensioni».

I motori saranno uguali per tutti?
«Tutti i team avranno a disposizione i motori in configurazione 2011, quindi le differenze saranno limitate alle sospensioni e a qualche dettaglio a livello ciclistico. Tutti avranno a disposizione un ottimo potenziale ».

Il team Liberty ha emesso un comunicato stampa annunciando di essere “diventato ufficiale”: cosa significa?
«Ducati ha annunciato il ritiro del team ufficiale in agosto, quindi dal 2011 e fino a diversa comunicazione non esisterà più un team ufficiale Ducati nel Mondiale Superbike. Come avevamo detto, Ducati però continuerà a supportare i team satellite, ai quali ci affideremo per restare protagonisti nel Mondiale delle derivate della serie. Ducati renderà disponibile, come d’altronde ha sempre fatto, il supporto e il materiale necessario ai nostri team per fare un buon lavoro. Abbiamo una lunga tradizione di ottimi risultati ottenuti dalle nostre strutture satellite».

Checa è andato fortissimo nei primi test 2011: sarà il vostro uomo di punta?
«Carlos Checa è un pilota molto forte e di grossa esperienza e ha dimostrato quest’anno di trovarsi molto bene sulla nostra 1198».

Quali sono le differenze tra la Ducati 2010 e l’evoluzione 2011?
«Avremo sospensioni diverse (sempre Ohlins, che assisterà Checa in forma diretta, ndr) e altri aggiornamenti a livello di veicolo e di elettronica».

Ducati fornirà alle squadre anche la revisione periodica dei motori?
«No. Montaggio e revisioni sono fasi di lavoro gestite direttamente dai team».

Chi si occuperà dello sviluppo nei prossimi mesi?
«Il nostro sistema di lavoro prevede che ogni anno sviluppiamo la moto che corre la stagione successiva. Quindi la versione 2011 è già stata ampiamente deliberata».

Le eventuali novità saranno disponibili subito per tutti i clienti?
«Le novità a stagione in corso sono sempre state modeste e limitate a problemi di affidabilità. Se troveremo qualcosa di utile, ovviamente lo metteremo a disposizione di tutti».

Quanto costa correre il Mondiale con una Ducati al top?
«Sicuramente meno di quello che si pensa. Il pacchetto Ducati ha il miglior rapporto competitività-costo».

Nel 2012 lancerete una Superbike con motore e telaio completamente riprogettati. Checa si occuperà dello sviluppo del prototipo?
«Per lo sviluppo Superbike in generale abbiamo identificato in Troy Bayliss e Carlos Checa i due piloti che per potenzialità, stili di guida ed esperienza ci possano dare le indicazioni più interessanti. Saranno loro a portare avanti tutto il programma».

Queste persone lavorano alla gestione e sviluppo dei programmi Superbike?
«Tutto lo sviluppo tecnico legato alla moto 2011 sarà seguito da Marco Lozej che coordinerà i quattro ingegneri che avremo sui circuiti in assistenza ai team. Lo stesso Lozej dirigerà anche il lavoro correlato a casa. Io seguirò personalmente lo sviluppo tecnico dei nuovi prodotti “race related” avvalendomi di quattro ingegneri fra progettazione e sviluppo veicolo e del gruppo in reparto che conosco molto bene. È comunque difficile fare una stima precisa del personale, perché in Ducati tutti i reparti si occupano in tandem dei progetti MotoGP e SBK».

Seguirai il progetto Superbike anche in pista?
«Continuerà ad essere il mio ruolo primario. I team satellite saranno assistiti con la massima attenzione per cui seguirò di persona gran parte dei round 2011».

Ducati si giocherà il Mondiale anche senza squadra ufficiale?
«Penso che Checa, Smrz, Guintoli e Berger possano far bene il prossimo anno, ovviamente i rivali sono molti e molto forti quindi sarà dura. Bisognerà guidare al massimo».

Checa è da Mondiale?
«Il titolo è un obbiettivo tutt’altro che facile da ottenere, ma Carlos è molto motivato. Il suo talento ed esperienza per noi sono una certezza».

La Ducati ufficiale non ha fatto risultato per colpa di Haga e Fabrizio?
«Il 2010 è stato di sicuro un anno molto difficile, sicuramente più difficile di quanto previsto. Le difficoltà sono state tante. Da fine novembre a inizio gennaio abbiamo dovuto cambiare i tre riferimenti fondamentali, cioè il team manager e i due ingegnere di pista di entrambi i piloti. La struttura era consolidata ma non siamo riusciti a ritrovare la stessa alchimia vincente. A complicare le cose è stata una stagione più difficile delle precedenti, con avversari sempre più veloci e temibili. Inoltre abbiamo pagato la pressione perché Ducati ha vinto così tanto che restare al vertice è diventato un obbligo. È stata dura per tutti, piloti compresi».

Ogni tanto però Haga vinceva…
«Nel finale di campionato avevamo sei chili in meno, tutti eravamo più rodati ed è stato più facile che all’inizio».

Nel 2011 avrete lo stesso peso dei quattro cilindri, 165 chili.
«Il campionato partirà a pari peso per tutti, speriamo di faticare meno».

Nel 2012 la MotoGP aprirà ai motori 1000 derivati dalla serie: ci saranno team Moto- GP che useranno il 2V Ducati di produzione?
«Il regolamento da quanto mi risulta impone il limite di cilindrata 1000 cm3, e un alesaggio massimo di 81 mm, quindi il nostro V2 (che è 1200 cm³ e ha l’alesaggio da 106 mm, ndr) non può correre».

Da ingegnere e da manager ritieni che la parità di cilindrata con la MotoGP priverà di interesse la Superbike?
«No. Penso che i due mondi siano comunque ben distinti e che anzi sarà uno stimolo per trovare il modo di abbattere i costi. È questo l’aspetto più critico delle corse, in questo momento: ridurre i costi è la sola strada percorribile per tutti i campionati».

Nel 2010, con la partenza di Davide Tardozzi, sei stato promosso team manager nella stagione più difficile. C’è qualcosa che non rifaresti?
«Accettare di diventare anche team manager (sorride, ndr). Scherzi a parte, ci sono sicuramente alcune cose che non rifarei e altre che gestirei in modo diverso, ma questo avviene ogni anno. Nella vita e nel lavoro non si finisce mai di imparare e fare esperienza, da tecnico ho 15 anni di esperienza, da responsabile progetto SBK e team manager solo uno per il momento».

Dirigere un team è più difficile di quanto sembri?
«Dirigere un team è sicuramente una cosa difficile e complicata, non ho mai pensato che fosse semplice e sicuramente non lo penso ora. È stata una grossa esperienza che mi servirà molto in futuro».

Sarete impegnati anche nella Stock?
«Daremo assistenza al team SS Lazio che ha già ottenuto ottimi risultati la passata stagione con Lorenzo Zanetti e l’anno prossimo dovrebbe schierare Davide Giugliano. Sempre nella Coppa del Mondo si aggiungerà il team Barni che vestirà i colori del Team Italia con Danilo Petrucci. Il team Althea invece ha dato fiducia a un altro giovane molto interessante, Lorenzo Baroni, che con la stessa squadra farà anche il CIV Superbike».

Ducati va a correre nel CIV?
«Il CIV è un campionato molto interessante, ben strutturato e in crescita. Ci sono molte strutture ben organizzate che aiutiamo con piacere. Nel 2011 con il team Barni, che ha svolto un lavoro a dir poco impeccabile, abbiamo vinto il campionato con Alex Polita, conquistando anche il secondo posto con Stefano Cruciani».

Ducati è interessata a tornare nella Superbike americana?
«Il campionato americano è stato in passato molto importante perché rispecchia un mercato ampio e altrettanto importante per le vendite. Ducati è attenta a quel mercato e non è detto che in futuro non si possa investire».

Valentino Rossi ha detto che gli piacerebbe correre almeno una volta in Superbike. Adesso è con voi: ci avete pensato?
«Per ora no, ma se davvero volesse farlo valuteremo…».

Chi vince il Mondiale 2011?
«Sicuramente Max è l’avversario da battere, sarà interessante vedere Melandri come si adatta alle derivate di serie e Haslam alla BMW. Rea sarà ancora più forte, ma confido che Carlos possa avere la costanza per combattere fino all’ultimo. E sono anche curioso di vedere Guintoli sulla nostra 1198».


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