de Puniet: 'Com'è difficile la Superbike!'

de Puniet: 'Com'è difficile la Superbike!'
"Non riesco ad adattarmi alla nuova categoria", dice de Puniet. "Poi abbiamo deciso di cambiare l’elettronica e da lì in avanti è stato un calvario"

Redazione

16.07.2015 ( Aggiornata il 16.07.2015 11:00 )

Il pilota francese Randy de Puniet sta vivendo la sua prima stagione nel mondiale Superbike, dopo aver trascorso di più di un decennio nel Motomondiale. Le aspettative erano alte al momento dell’arrivo nel team Suzuki, e Randy sembrava pronto a volersi togliere qualche soddisfazione con le derivate dalla serie, ma la realtà fino ad ora è stata alquanto differente. "Questa stagione è stata davvero difficile sin dall’inizio e fino a Misano", ha spiegato Randy de Puniet in un'intervista a WorldSBK.com. "Mi sono infortunato nei test ufficiali, poco prima del round di apertura di Phillip Island, quando stavo andando bene. Avevo trovato un buon ritmo, mi sentivo a mio agio in sella alla moto e mi sentivo fiducioso. Sfortunatamente, il prezzo pagato per l’errore è stato grande. Sono comunque riuscito a chiudere settimo in gara 1, mentre nella successiva sono stato buttato fuori da Leon Camier mentre mi trovavo in nona posizione. "Ho fatto il possibile per recuperare prima del round tailandese", aggiunge De Puniet. "Non ero al 100% ma ci stavo arrivando. Abbiamo sofferto di problemi in frenata per tutto il weekend ed abbiamo avuto anche un problema al motore. Poi abbiamo deciso con la squadra di cambiare l’elettronica e di passare a Magneti Marelli e da lì in avanti è stato un calvario. È molto difficile per me perché mi dovevo adattare alla nuova categoria e, a causa dei problemi che stiamo avendo, non riesco ad essere veloce quanto vorrei. Abbiamo trovato qualche soluzione durante il test post gara di Portimao, ma non era abbastanza per far essere competitivi a Misano". Quindi i problemi che hai avuto sono tutti riconducibili alla nuova elettronica? "Esatto. Non riesco a fare tanti giri quanto vorrei, non riesco ad adattarmi alla categoria e tutti questi problemi non mi stanno aiutando. Abbiamo avuto un bel po’ di inconvenienti da inizio stagione. Ogni weekend speriamo di migliorare, ma purtroppo non succede ed il tutto sta diventando alquanto frustrante". Come sta procedendo il lavoro di sviluppo della nuova elettronica? "Noi (de Puniet e Lowes, ndr) siamo gli unici due piloti che stanno lavorando al suo sviluppo. Glen Richards, che corre in BSB, ci sta aiutando nella preparazione di una parte del lavoro, ma il suo tempo in pista è molto limitato. So di cosa parlo, perché ho trascorso un anno e mezzo lavorando sull’elettronica Magneti Marelli per la GSX-RR (il prototipo usato da quest’anno da Suzuki per il rientro in MotoGP, ndr). Abbiamo fatto centinaia di giri e speso un’enorme quantità di tempo per poi finalmente trovare qualcosa che funzionasse a dovere per l’inizio di stagione 2015. Per questo ti dico, iniziare a lavorare su un nuovo sistema elettronico a stagione iniziata, senza basi solide e con due piloti e con a disposizione solo i weekend di gara, è difficile. Stiamo facendo qualche passo avanti, ma non è abbastanza in confronto ad altri costruttori". Qual è il tuo rapporto con Alex Lowes? "Siamo in una situazione difficile e stiamo cercando di migliorare la moto dando al team la maggior mole di informazioni possibile e condividendo tutto. Lui è un pilota Superbike molto forte, ancora giovane e capace di lottare con i primi. Quando la nostra moto funzionerà a dovere, vedremo chi starà davanti all’altro". Quali sono le tue speranze per la restante parte di stagione? "Spero davvero che riusciremo a migliorare e ad avere una moto sulla quale sia possibile lavorare di sessione in sessione. Ora come ora, non abbiamo un obiettivo specifico se non quello di dare il massimo ad ogni gara". Stai anche continuando il lavoro con Suzuki nello sviluppo del prototipo MotoGP. Qual è il tuo ruolo esatto con loro? "Facendola semplice, il mio obiettivo è quello di sviluppare la Suzuki in base agli pneumatici Michelin del prossimo anno. Purtroppo, le sessioni di test sono solo tre. La terza sarà a Silverstone, poco dopo la gara (a fine agosto). Ad inizio stagione abbiamo fatto i primi giri a Sepang, incontrando diversi problemi. Tutto è andato meglio a Le Mans, dove abbiamo avuto una giornata davvero positiva. Dopo Silverstone il programma di test sarà terminato, a meno di un cambio dell’ultimo minuto". La Suzuki MotoGP ha ottenuto dei risultati interessanti di recente – è un qualcosa di cui puoi andare fiero? "È bello vedere la moto lottare con le prime della classe. Tra i test di Sepang e quelli di Le Mans ho potuto constatare i miglioramenti a livello di elettronica: la squadra sta facendo davvero un ottimo lavoro e l’apporto di due grandi piloti come Vinales ed Espargaro permette di ottenere una gran mole di informazioni. Manca ancora qualcosa a livello di potenza ma già a Barcellona avevano un motore nuovo. Stanno recuperando, ma il punto debole resta quello della performance in gara. Il team deve migliorare il funzionamento dell’elettronica in relazione al motore per poter lottare alla pari con gli altri, ma i tempi in qualifica sono già di per sé molto confortanti, specialmente quando non c’è alcun tipo di aspettativa riposta su un progetto così giovane". C’è qualche chance di una wildcard in MotoGP quest’anno? "Non è assolutamente in programma". Hai già iniziato a pensare a cosa farai il prossimo anno? "Penso a tante cose, ma nessun piano concreto. C’è un qualcosa in divenire, ma siamo ancora troppo nelle fasi iniziali perché abbia senso menzionarlo. Ciò che so è che voglio divertirmi e fino ad ora in Superbike non ci sto riuscendo. Che sia qui o in un altro campionato, voglio tornare a divertirmi in sella. Per ora penserò solo a terminare la stagione nella maniera migliore perché non è una situazione facile da affrontare".

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