SBK in Malesia: perché serve Max Biaggi

SBK in Malesia: perché serve Max Biaggi
Il Corsaro in pista attira pubblico e ravviva un campionato il cui esito è abbastanza scontato. Scopriamo perché può essere competitivo e perché la SBK ha perso parte della sua spettacolarità

Redazione

28.07.2015 ( Aggiornata il 28.07.2015 18:44 )

Max Biaggi sarà ancora in pista, a Sepang, nel Round Malesia. Notizia nota. Biaggi vuole correre ed ha dimostrato che può farlo puntando in alto, al podio. Una buona notizia per lui, che in Superbike potrebbe ancora togliersi delle soddisfazioni. Una buona notizia per l’Aprilia, che ha trovato il sistema di stimolare i piloti ufficali (Haslam e Torres). Una buona notizia per il campionato, che si è ravvivato davvero quando due ex famosi (Bayliss e Biaggi) sono di nuovo scesi in campo. Vero è che le “operazioni nostalgia” spesso funzionano ma è altrettanto vero che in un campionato del mondo dovrebbero esserci molti altri motivi per attirare l’attenzione del pubblico. Così non è e questo rappresenta un grosso problema, perché vuol dire che mancano i personaggi, quei piloti che, oltre ad essere veloci, sono dei leader, amati dal pubblico, che li segue non solo per ammirare le loro gesta in circuito. Indipendentemente da ciò, le prestazioni di Biaggi (ma anche quelle di Bayliss) dimostrano che lui è stato ed è un campione ma dimostrano anche che molti piloti giovani della Superbike hanno ancora molta strada da fare per raggiungere un livello prestazionale elevato. Biaggi, come lui stesso ha dichiarato e come è normale che sia, non è all’apice della sua carriera. Eppure il suo attuale livello è in grado di infastidire molti “giocatori titolari”. È poi doveroso ricordare che Max Biaggi può sfruttare dei vantaggi regolamentari importanti. In Superbike, da quest'anno, i piloti non possono più modificare liberamente i rapporti del cambio, perché va scelta una rapportatura che deve essere usata per tutta la stagione. E si sa, dopo i pneumatici, i rapporti del cambio adatti ad una determinata pista rappresentano uno dei vantaggi prestazionali di maggiore peso. Biaggi, gareggiando solo a Misano ed a Sepang, non è stato costretto a fare una scelta di compromesso e questo gli è stato e gli sarà di aiuto. Non solo; in due gare Biaggi potrà utilizzare la stessa quantità di motori (sette) che gli altri piloti devono gestire per l’intera stagione. Tradotto, Max potrebbe usare dei propulsori più performanti senza avere problemi di durata. E sui rettilinei di Sepang avere qualche cavallo in più aiuta non poco... L’operazione Biaggi ha comunque un costo abbastanza importante, che sarà in parte ammortizzato dai manager del circuito malese, molto attenti allo spettacolo. E Biaggi in Malesia è molto popolare. Pagare per averlo vuol dire maggiore visibilità e maggiori guadagni. Alla fine, quindi, il gioco vale la candela. Con questi presupposti i manager di Noale hanno sposato volentieri l’operazione, perché potranno pubblicizzare il marchio Aprilia e la RSV4 in un Paese in cui il Motorsport a due ruote piace. Inoltre potranno schierare un pilota ancora veloce, in grado di mettere pressione agli ufficiali. Insomma dietro il ritorno di Biaggi in pista c’è anche molto marketing. Parlando di sport, va detto che quest’anno, più di altri anni, i risultati stanno dimostrando che avere la moto migliore non basta. Per fortuna, in moto il pilota è ancora in grado di fare la differenza. Nel 2015, però, solo Kawasaki sembra avere capito questo apparentemente semplice concetto. Infatti, pur avendo Tom Sykes, un pilota in grado di giocarsi il titolo iridato, ha ingaggiato Jonathan Rea, uno che, salvo clamorosi colpi di scena, finalmente il mondiale lo vincerà. Aprilia, sulla moto campione del mondo, ha schierato due piloti che non si stanno dimostrando all’altezza della situazione: Torres non può essere bocciato, perché è giovane e deve accumulare esperienza ma da Haslam ci si attendeva di più. La Casa di Noale non voleva essere presente in forma ufficiale ma, sia per questioni di budget, sia per motivi tecnici che riguardano la gestione delle moto, è dovuta tornare sui suoi passi, dopo avere schierato in MotoGP il pilota (Marco Melandri) che avrebbe voluto vincere nelle derivate dalla serie. Alla fine la RSV4 dovrà cedere lo scettro conquistato nel 2014. Ed ora la storia 2015 sarà tutta da riscrivere. Probabilmente nel 2016 Aprilia non sarà più presente in forma ufficiale in SBK ma bisognerà trovare un team in grado di gestire al meglio la RSV4 ed un pilota vincente (si parla di Nicky Hayden). Perché il futuro dovrà essere vittorioso come il passato. Infine, la Ducati, che è diventata la vera rivale della Kawasaki. Tutti si aspettavano un Giugliano protagonista ma gli infortuni hanno fermato Davide. E allora ecco il Davies che non ti aspetti, il pilota che ha portato la Panigale R alla vittoria. Tutti, però, sembrano molto lontani dal livello prestazionale delle ZX-10R e soprattutto da quello di Jonathan Rea. Così, alla fine, il noto spettacolo della Superbike è diventato... meno spettacolare. Molti dicono per colpa della Kawasaki e di Rea. È sbagliato parlare di colpe. In fondo, entrambi hanno semplicemente svolto bene il loro lavoro... Riccardo Piergentili

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