La Honda risorge in SBK e non è un caso

La Honda risorge in SBK e non è un caso
Van der Mark e Hayden volano in sella alla Honda Fireblade, che non sembra più la cenerentola della SBK. Ecco i segreti della sua rinnovata competitività.

Redazione

02.03.2016 ( Aggiornata il 02.03.2016 13:33 )

di Riccardo Piergentili La Honda CBR1000RR sembrava la cenerentola della SBK. Una moto da tanti, troppi anni sul mercato che nessuno voleva più guidare. D’altronde i dati parlano chiaro: Jonathan Rea è sceso dalla Fireblade, è salito sulla Kawasaki Ninja ZX-10R e ha cominciato a dominare. Sylvain Guintoli ha lasciato l’Aprilia RSV4 da campione del mondo e, alla guida della CBR1000RR, non è mai riuscito ad essere competitivo, decidendo di passare alla Yamaha, che nel 2016 è rientrata in Superbike con la seconda evoluzione del progetto R1, dotato di motore a scoppi irregolari. QUALCOSA È CAMBIATO - Durante l’inverno 2015, però, restando lontano dai riflettori, il team che rappresenta la Honda in SBK ha lavorato bene e, senza effettuare stravolgimenti, ha individuato delle problematiche, risolvendole. Prima della gara di Phillip Island, in pochi avrebbero messo la Fireblade tra le favorite. Ora, invece, la situazione è molto diversa, perché la CBR1000RR ha dimostrato di essere veloce sia in un curva, sia in rettilineo. I LIMITI DELLA FIREBLADE - Molti si chiederanno come è possibile che la moto più vecchia del paddock sia improvvisamente diventata competitiva. Indagando, però, si capisce che la Fireblade non è un fuoco di paglia ma che sarà una brutta cliente per tutta la stagione. A differenza di molte altre moto che gareggiano nel mondiale (allestite partendo da delle serie speciali piuttosto costose), la CBR1000RR SBK nasce dall’unico modello disponibile in commercio (Honda commercializza anche la versione SP, che però ha solo una componentistica un po’ più sofisticata). La Fireblade è sempre stata la più stradale delle supersportive e questo, nelle corse, rappresenta un limite. IL SEGRETO DEL SUO SUCCESSO - Il nuovo regolamento della SBK, però, ha ridotto molto il numero delle modifiche che si possono effettuare sulla moto (soprattutto sul motore) e questo ha aiutato la Honda, che nel frattempo ha intensificato la collaborazione con la Cosworth, incrementando il budget per lo sviluppo del propulsore. Nello specifico, è stato fatto un accurato lavoro sulla distribuzione, reso possibile da un albero motore e da un basamento di serie molto solidi, che hanno permesso agli ingegneri inglesi (la Cosworth è inglese) di scegliere soluzioni piuttosto estreme senza penalizzare l’affidabilità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a Phillip Island, le Fireblade sono state costantemente anche ai vertici della classifica riservata alle velocità massime e in gara2, Van der Mark è stato addirittura il pilota che raggiunto la velocità massima più alta (315,8 km/h).
RISORSE UMANE - Il rinnovato vigore del motore Honda è stato sfruttato anche grazie alla ottima messa a punto dell’elettronica e anche da questo punto di vista va segnalato che il contributo di Gerardo Acocella (che per anni ha lavorato in BMW) è stato determinante. Inoltre, grazie al propulsore e all’elettronica all’altezza della situazione, finalmente è stato possibile sfruttare le ottime doti telaistiche della CBR1000RR. La guidabilità è sempre stata il punto di forza della Fireblade e ora che le prestazioni velocistiche sono al livello della concorrenza, l’equilibrio ciclistico potrebbe essere l’arma in più della Honda. PILOTI GIUSTI - A tutto questo va aggiunto che la Honda ha saputo fare un’ottima campagna acquisti anche alla voce piloti, perché ha tenuto (e cresciuto) uno dei migliori talenti della categoria (Michael Van der Mark) e ha portato in SBK un ex campione del mondo della MotoGP, Nicky Hayden, uno che quando l’aderenza scarseggia non ha paura di niente e di nessuno. In gara1 Hayden non ha saputo gestire il degrado delle gomme Pirelli ma già in gara2 ha dimostrato di avere imparato la lezione, facendo capire che presto sarà protagonista. IL FUTURO - Insomma, a Phillip Island le Fireblade non sono andate forte per caso. Non sarebbe una sorpresa vederle nuovamente al vertice, anche perché durante l’anno arriveranno altre novità tecniche. Il 2016 sarebbe dovuto essere un anno di transizione, quello che avrebbe dovuto consentire a Nicky Hayden di accumulare dati ed esperienza per sviluppare la nuova CBR1000RR. In realtà Honda ancora non ha spiegato i piani riguardanti la nuova Fireblade, pertanto il suo arrivo potrebbe anche non essere imminente. Nel frattempo, il team SBK ha bisogno di ottenere buoni risultati, per garantirsi il budget necessario a pianificare il futuro. Quindi, con e senza la nuova CBR1000RR, bisogna tornare a vincere. Certo è che se Honda porterà di nuovo al vertice il progetto che fino al 2015 era considerato pronto per la pensione, in molti dovranno porsi delle domande... Twitter: @Hokutonoken_79

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi