Nicky, ragazzo gentile e pilota veloce

Nicky, ragazzo gentile e pilota veloce

Gli inizi da record negli USA, il titolo mondiale della MotoGP (28 podi in carriera) e il “ritorno” in Superbike. Il ritratto di un ragazzo solare, gentile ed educato. Che viveva per le moto

22.05.2017 ( Aggiornata il 22.05.2017 18:27 )

Nicky Hayden verrà ricordato per due imprese titaniche, che descrivono la sua vita e la sua carriera. È stato il primo pilota in grado di battere Valentino Rossi – reduce da cinque titoli di fila nella classe regina – nell’era MotoGP. E ha vissuto oltre 14 stagioni nel gotha delle corse senza mai finire al centro di una polemica. Impossibile trovare qualcuno in grado di ricordare comportamenti fuori dai canoni dell’educazione di Kentucky Kid: per questo oggi i paddock di MotoGP e Superbike sono uniti nel piangerlo.

GLI ESORDI - Nicky arrivò nel Motomondiale nel 2003, dopo essere diventato il più giovane campione della Superbike USA, a 21 anni. Fu lo spartiacque di un percorso iniziato nelle corse di provincia, seguendo papà Earl e i fratelli Tommy e Roger Lee. «Quando il nostro tetto aveva bisogno di riparazioni, papà metteva i secchi in casa: i soldi servivano per farci correre» disse Hayden, raccontando l'incredibile passione della sua famiglia.

IL TITOLO - Da ufficiale Honda visse tre anni di apprendistato, accanto a Rossi, Alex Barros e Max Biaggi, imparò il mestiere e nel 2006 approfittò degli errori di Valentino per conquistare il mondiale MotoGP, merito dei successi ad Assen e Laguna Seca (dove l’anno prima aveva vinto la prima corsa in MotoGP). Il finale fu thrilling: Nicky venne falciato dal compagno Dani Pedrosa alla penultima gara, all’Estoril, ma Rossi sbagliò nell’epilogo di Valencia, favorendo la festa di Nicky. Che tagliò un traguardo per cui aveva lavorato tutta la vita.

LA SUPERBIKE - Dopo il trionfo di Valencia, Hayden ha vissuto annate da protagonista ma senza successi, pagando il calo di prestazioni della Honda e poi della Ducati, dove è stato compagno di team prima di Casey Stoner e poi nuovamente di Rossi. Il ritorno alla Honda, nel Team Aspar nel 2014, è stato limitato da problemi ad un polso. La Honda, però, non ha voluto perdere un pilota con le qualità di Nicky, per questo nel 2016 gli ha affidato una moto ufficiale in Superbike. Un successo, in Malesia, e la solidità di tanti piazzamenti, con la speranza che il 2017 – con la nuova CBR 1000 RR – potesse garantire la svolta.

Svolta che non è arrivata, ma oggi nessuno pensa ai risultati. Ci sono soltanto le lacrime di chi ha conosciuto un uomo trasparente che stava per sposare la sua Jacqueline – per una promessa di matrimonio fatta a Venezia, davanti al Ponte di Rialto – un compagno di squadra con grande etica lavorativa e un avversario leale. Per questo la tragedia di Hayden fa ancora più male a chi ama questo sport.

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