Team Althea, con BMW si torna a fare sul serio

Team Althea, con BMW si torna a fare sul serio
Dopo aver vinto il mondiale nel 2011 da team “privato”, negli anni successivi la squadra di Genesio Bevilacqua si era concentrata sui giovani (Giugliano) e sulla categoria EVO. Adesso, con il supporto di BMW e di Wittewen, è pronta per tornare in alto

Redazione

24.01.2016 ( Aggiornata il 24.01.2016 13:30 )

di Federico Porrozzi In questo mondo, a volte, si tende a dimenticare in fretta. Le imprese (e per fortuna anche le sconfitte) corrono veloci come i personaggi e i mezzi che le compiono in pista. Anche nelle due ruote, però, c’è la famosa eccezione che conferma la regola. IMPRESA STORICA! - Sono passati quattro anni dalla vittoria mondiale di Carlos Checa e del Team Althea e per gli appassionati e gli addetti ai lavori non è facile togliersi dalla mente una conquista dal sapore antico. Quasi mitologico. Perché, nel 2011, il pilota spagnolo riuscì a vincere il titolo guidando una moto clienti contro i “mostri” ufficiali. E’ stata la prima (e per ora unica) squadra privata a riuscirci nella storia della Superbike. carlos KO BIAGGI E MELANDRI - E’ vero che la struttura capitanata da Genesio Bevilacqua era in qualche modo supportata dalla Ducati (soprattutto nel finale di stagione, quando i vertici della Rossa iniziarono a intravedere la possibile vittoria iridata di Carlos) ma è vero anche che in quell’anno, lo stesso team ebbe la meglio su squadroni come Aprilia (con Biaggi e Camier), Yamaha con (Melandri e Laverty), Honda (con Rea e Muggeridge), Kawasaki (con Sykes e Lascorz), BMW (con Corser e Haslam) e anche su altri piloti del calibro di Guintoli, Haga, Fabrizio e Fores. Mica male… DALLA PROVINCIA CON FURORE - Un capolavoro vero, ancora più “epico” se si considera da dove è arrivato: Civita Castellana, borgo situato ai piedi del Monte Soratte (poco fuori Roma), dove ha sede l’Althea Ceramica, azienda del settore arredo bagno di proprietà di Genesio Bevilacqua. Oltre a fare l’imprenditore, è un grande appassionato di moto che, dopo aver corso in pista per diletto e dopo essersi messo in garage fior fiori di gioielli (dalla Desmosedici di Stoner alla Honda NR a pistoni ovali) ha deciso di sfidare le grandi squadre della Superbike creando il suo team e provando (riuscendoci) a vincere il mondiale. PASSIONE E STIMOLI - Ce l’ha fatta in pochi anni e resto è storia recente. Ciò che conta sapere è che Bevilacqua vive le moto per passione. Non ha messo in piedi il team perché non aveva niente di meglio da fare. La vittoria del titolo è arrivata anche grazie a questa sottile differenza. E come ogni grande appassionato, per andare avanti ha da sempre bisogno di stimoli e obiettivi. Per questo motivo in pochi anni i suoi piloti hanno corso con molte moto diverse: Honda, Ducati, poi Aprilia e ancora Ducati. 89b9de7d-546a-4edd-b9f8-cd2d7ef41dfa AFFASCINATO DAL BLASONE - Genesio è sempre stato affascinato dai Marchi dalla grande tradizione e ricchi di storia. Ne sono un esempio gli anni con la Casa Alata, con Borgo Panigale e con Noale. Ne è un esempio BMW, con la quale si presenterà al via del mondiale Superbike 2016. Il suo ottavo. Della presentazione del team ne abbiamo parlato attraverso un articolo dedicato. Adesso proviamo a capire quali potrebbero essere i possibili “valori aggiunti” della nuova avventura. E quali, eventualmente, i punti interrogativi. FEDELI ALLA CAUSA - Dopo quattro anni investiti a far crescere talenti con risultati altalenanti (vedi Davide Giugliano e Nico Terol) e a puntare su progetti poi scartati dalla Dorna (vedi la categoria EVO), il manager romano è pronto a tornare ai livelli che gli competono. Affiancato ai box da responsabili giovani ma già esperti come i fratelli Moreno e Adriano Coppola (un titolo europeo e tanta “gavetta” nel mondiale Supersport prima di passare alla SBK) con i quali iniziò la sua avventura mondiale, metterà in pista due S1000RR nella classe regina e una nella Superstock. ZAC2141-1024x682 IL VENTO E’ CAMBIATO - La location scelta per la presentazione della stagione è il suo personale museo “Moto dei Miti”, situato vicino il reparto corse. Tutto all’interno della sede di Civita Castellana. Appena entrati, abbiamo capito da subito che quest’anno l’atmosfera è “diversa”: il truck 2016 ha già la nuove grafiche, c’è molta cura dei dettagli, la platea gremita, sedie in tinta con le nuove colorazioni e il palco illuminato a dovere. “Saremo competitivi già dalla prima gara – è il “buongiorno” di Bevilacqua appena preso il microfono in mano – la concorrenza è agguerrita ma il supporto di BMW e la nostra esperienza ci permetteranno di essere protagonisti ambire a successi importanti, che poi sono nel nostro DNA”. Gli fa eco Berti Hauser, boss di BMW Motorrad nel settore racing a due ruote. “L’obiettivo era avere un top team capace di competere per il mondiale. Althea lo è, e dovrà essere supportato nel modo migliore. Noi ci saremo”. Più chiari di così… COLPO DI GENIO? – Nel Museo, oltre alla regina Superbike hanno molto spazio anche le moto a 2 tempi. Di Pileri e Capirossi, tra le tante. Segni di una passione che arriva da lontano. E proprio grazie a quella e all’intuizione, è arrivata la mossa che potrebbe dare quel qualcosa in più nel corso della stagione alle porte: l’accordo con un mostro sacro di un’epoca motociclistica, Jan Witteveen. Il team manager e l’ingegnere olandese si sono incontrati nel paddock e tra una chiacchiera e l’altra è nata la proposta. La spiega bene lo stesso Bevilacqua. Nelle sue parole c’è la sintesi di una filosofia di lavoro. “Lo conoscevo ma volevo capire bene se da parte di Jan ci fosse davvero la voglia di rimettersi in gioco. E quando ho sentito la risposta, non ho più avuto dubbi. Sono convinto che ci darà quel “qualcosa in più” che serve, soprattutto prima e non dopo”. Vedremo presto se questo accordo si tradurrà in pista nella spinta tanto attesa da Bevilacqua. Team Althea GIOVANI CON I PIEDI PER TERRA – Altra scelta importante, è stata quella dei piloti: facce pulite, niente cappelli sponsorizzati ne borracce d’ordinanza. Il tedesco Markus Reiterberger, talentuosa promessa “caldeggiata” dalla Casa madre, lo spagnolo Jordi Torres (migliore degli debuttanti nel 2015, chiuso con una vittoria) e l’italiano Raffaele De Rosa, confermato in Superstock sono tra i più giovani del paddock ma hanno un gran potenziale e sembrano aver capito in fretta quale sia il modus operandi della squadra: “Palla lunga e pedalare”, si direbbe nel calcio. AGGRESSIVE ED ELEGANTI – Quando i tre hanno tolto i veli alle BMW, ecco un’altra sorpresa che evidenzia ancora di più il cambio di marcia: abbandonato il bianco-rosso che ha caratterizzato gli anni con Ducati e Aprilia, a trionfare stavolta è il bianco-nero, elegante e aggressivo allo stesso tempo (molto vicino allo stile “teutonico”), con il logo del main sponsor FIAMM a spiccare nell’azzeccata colorazione rossa. Stesse grafiche per le tute, che formano un pacchetto moto-piloti pronto ad intimorire, per ora almeno a livello grafico, gli avversari. ZAC2222-1-2000x1143 ALTRI 5 MINUTI – A sorprendere, è stato anche un altro episodio. La voglia dei piloti di scendere in pista, che si è fatta evidente al momento dei saluti: saliti in sella per le foto e le riprese di rito con tanto di tuta, guanti e casco, i tre sono rimasti “incollati” alle loro moto cercando la giusta posizione in carena, scendendone solo dopo… un’ora. La pausa invernale fa “brutti effetti”, a chi vive di cordoli e asfalto. S1000RR, COME SARA’ IL “BRODO”? – Uno dei pochi dubbi è legato alla moto. Nonostante i vari restyling, la S1000RR è un progetto del 2008 ed oggi una delle moto più “datate” del paddock. Competere allo stesso livello con le corazzate come Kawasaki e Ducati ufficiali, con la nuova Yamaha e forse anche con l’Aprilia clienti potrebbe essere difficile ma il Team Althea ha già dimostrato in passato di avere tutte le carte in regola per stupire. In più, potrà contare sul supporto (e la fiducia) della Casa madre, sull’esperienza dei suoi uomini al box, sulla voglia di emergere di due piloti affamati di vittorie e su un Witteveen tornato al motociclismo attivo. E comunque, più prima che poi la moto nuova arriverà… 028_Althea_Bmw_Racing_Team_2016-1-2000x1331 LA “CANTERA” DELLE MOTO – C’è di più: alla luce di ciò che dovrebbe diventare (o tornare ad essere) nei prossimi anni il mondiale Superbike, ovvero un campionato caratterizzato sempre più dalla presenza di squadre private pronte a gestire moto “clienti” (Kawasaki e Ducati permettendo), a Civita Castellana provano a vederci lungo con la creazione di una “scuola” per giovani piloti, pronti in futuro a fare il grande salto con il team prima nella Superstock 1000 e poi nella Superbike: la gestione di questa struttura, che parteciperà alle classi Moto3 e PreMoto3 nel Campionato Italiano Velocità, sarà affidata a Michel Fabrizio. Il romano ha già dimostrato di avere la “sensibilità” giusta per seguire i ragazzi, visto che nel 2015 ha vinto come team manager il titolo italiano della PreMoto3. In più, darà una mano allo sviluppo della BMW del team Superbike, indossando casco e tuta e scendendo in pista nei test privati. Quattro vittorie e trentacinque podi su oltre duecento gare disputate serviranno di certo alla “causa” di Althea…

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