SBK, Melandri: "Meglio di una prima volta"

SBK, Melandri: "Meglio di una prima volta"

"Quando hai qualcosa, che erano le corse, e che poi mi sono venute a mancare, ho capito ancora di più quanto ci tenevo a correre", dice Marco Melandri dopo i test con Ducati a Misano

Redazione

26.08.2016 09:57

"È stata una bella scoperta. Ero abbastanza sicuro che questa moto potesse andare bene per il mio stile di guida - anche se ora è un po' presto per dire – però se ne sentono sempre di tutti i colori e la gente era molto scettica". Così esordisce Marco Melandri alla fine del terzo giorno di test con la Ducati ufficiale Superbike a Misano. "Io credo che la moto abbia un'erogazione del motore molto adatta per il mio stile di guida e anche la ciclistica ha un anteriore molto sincero e diretto, ed è quello che solitamente serve a me.

Per Melandri si tratta di un ritorno in pista dopo oltre un anno. E il ravennate non ha fatto mistero delle sue emozioni.

"Quando hai qualcosa, che erano le corse, e che poi mi sono venute a mancare, ho capito ancora di più quanto ci tenevo a correre. Avere quest'opportunità di ritornare, me la sono goduta proprio in maniera particolare. È stata meglio di una prima volta", dichiara Melandri a WorldSBK.com.

"Oltre all'emozione c'è stato anche un po' di “imbarazzo”, comunque vengo da un momento difficile", aggiunge Melandri senza paura di rivelare le sue sensazioni più intime. "I ragazzi nel box mi hanno accolto come un pilota ancora titolare. Mi sentivo un po' a disagio, poi mano a mano che le cose sono iniziate, ci siamo conosciuti e mi hanno messo sempre più a mio agio, è tutto più naturale".

Il lavoro nel box Ducati ha proceduto con gradualità.
"Il primo giorno, lunedì 22, dovevo capire quale era il mio livello in sella, le mie difficoltà più grandi, e ce n'erano veramente tante", spiega Melandri. "Poi abbiamo lavorato sulla posizione in sella e martedì abbiamo continuato a farlo perché c'era qualcosa da ritoccare. Successivamente abbiamo iniziato a cercare una moto che fosse più adatta a dare confidenza al mio stile di guida. Una volta che la moto era più adatta a me, mi sono sentito più a mio agio e gli automatismi son tornati. Non mi sento pronto per correre, però inizio ad avere nuovamente la mentalità da pilota".

In ogni long run Marco non ha fatto moltissimi giri, ma volutamente.
"Credo che esagerare subito vorrebbe dire poi non fare un buon lavoro il giorno successivo. Sono allenato, ma andare in moto è una fatica diversa. Affaticarmi troppo all'inizio del test avrebbe voluto dire non essere al 100% nell'ultimo giorno, quindi preferisco dosarmi e provare a fare qualcosa di più l'ultimo giorno. Non so se sarò in forma di fare una mezza simulazione di gara, ma vorrei provare ad allungare un po' i run".

Melandri ha dichiarato poi che nei prossimi mesi sarà un po' il test rider, che quest'anno avrebbe dovuto essere Carlos Checa.
"Approfitto della sua assenza per poter salire in sella subito", dice Melandri. "A ottobre andiamo a Valencia, ma dobbiamo ancora definire bene".

Nell'attesa Marco non mancherà di allenarsi.
"Nel mese di settembre userò molto la moto stradale, per fare chilometri, e piano piano tornare totalmente dentro il personaggio. Ho ripreso ad allenarmi in palestra seguendo tabelle più precise e dopo il test farò lavorare più muscoli specifici utili per la guida. Per me questo è un test proprio per capire anche la mia situazione. Credo di essere più avanti di quello che mi aspettavo".

Melandri ha anche già parlato con Chaz Davies, il suo futuro compagno di squadra.
"Credo che lui sia un buon compagno, eravamo già stati in squadra insieme nel 2013 e siamo andati d'amore e d'accordo", dice Melandri ridendo. "Sicuramente lui ha riferimenti su questa moto, sono tre anni che la conosce e la guida molto bene".

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