Scoop - Ducati

Il prototipo maxi enduro Ducati. Questa volta è ben visibile

Redazione

28.01.2010 ( Aggiornata il 28.01.2010 14:44 )

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Ancora tu! Ancora l’endurona Ducati intravista nei messi passati. Ma questa volta le foto sono molto più chiare, l’appostamento ha dato i suoi frutti e da intuire resta poco: per quanto mascherato dal rituale nastro adesivo, per quanto confuso dalla colorazione nero opaco, il prototipo si vede benissimo. Ed è qualcosa per cui varrà la pena girarsi anche quando non sarà più una moto sperimentale ma un modello di serie, l’endurona tutta grinta progettata per fare la guerra alla BMW R 1200 GS, dominatrice incontrastata della categoria. Con una differenza: la bicilindrica bavarese ha un’anima tranquilla, da viaggiatrice elegante, mentre questa ha gli occhi iniettati di sangue.

Endurona, ma le forme che premono sotto la mascheratura ricordano in qualche modo la cattiveria della Hypermotard, in particolare nel parafango anteriore che fa corpo unico con la semicarenatura nella quale è inserito il radiatore del liquido di raffreddamento; e la stessa carrozzeria è protettiva ma senza esagerare nella larghezza, soprattutto quella del plexiglass, perché questa è una moto che ricerca anche le prestazioni.

Monta il motore Testastretta a quattro valvole per cilindro, più o meno lo stesso bicilindrico a L della 1098 anche se è verosimile che sia stato ammorbidito nell’erogazione, perché questa è una moto nata per essere usata su strada, meglio se è strada tortuosa. Del resto con l’elettronica si fanno miracoli oggi, e se le foto non rivelano cosa c’è nei chip, va però annotato che c’è uno scarico completamente diverso da quello delle supersportive: basso, raccolto sotto la moto, con due uscite separate sulla destra. Non molto bello e - parrebbe - anche costoso da produrre, ma siamo ancora nella fase di studio. L’uscita in ogni caso non è centrale come ci era sembrato al primo incontro.

Ma altre cose emergono da queste foto: colpisce l’unicoammortizzatore montato in posizione asimmetrica, sulla sinistra, e inclinatissimo, quasi orizzontale, con una disposizione che assicura una certa progressività anche senza l’ausilio di leveraggi, come sulla nuova Monster. Il forcellone è monobraccio e l’ammortizzatore ha il pomello per la regolazione idraulica del precarico, vistosissimo; la forcella è di produzione Marzocchi mentre i freni sono Brembo, con pinze a montaggio radiale a quattro pistoncini.
Del telaio si vede poco, ma è un traliccio: Ducati non può rinunciare al formidabile bagaglio di esperienza raccolto con questa tecnologia. Nella foto sbuca un tubo orizzontale nella zona tra i due cilindri, e i tubi della struttura si uniscono a due grosse piastre nella zona del fulcro del forcellone, più o meno all’altezza del piede del pilota.

Della moto colpisce anche il dimensionamento generoso in rapporto al collaudatore, il SUV Ducati non si sottrae alle regole della categoria. È abbastanza alto ma stretto, con il pilota bene incassato tra l’incavo della sella e il copriserbatoio in due pezzi: sotto c’è anche l’air box, che viene alimentato da due prese a fianco del parafango anteriore, attraverso condotti che abbracciano il serbatoio.

Rivoluzionaria nell’idea di endurona sprint, la Ducati che verrà ha pure un posteriore dall’aspetto molto filante, accentuato da quello che è più un leggero portatarga che non un parafango, funzione demandata ai due elementi di carrozzeria solidali al braccio oscillante.

Bellissimo il codino sottile che sormonta il gruppo ottico, e bella pure la sella sparata verso l’alto. Non ha l’aria comodissima e forse non piacerà altrettanto al passeggero, ma è presto per emettere dei giudizi. E se anche fosse, per una moto così fascinosa non vale la pena di stringere un po’ i denti?
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