Prova Verità - Ducati 1098 R

Pesa 189 chili e ha 159 cavalli gestibili grazie al traction control

Redazione

04.02.2010 ( Aggiornata il 04.02.2010 11:02 )

La Prova
Desmodemone

Ci sono moto che, sfortunatamente, vengono progettate e prodotte (per pochi facoltosi appassionati) ogni quatto, cinque anni. Veicoli meravigliosi, che rappresentano la massima espressione tecnologica di una Casa. Gli appassionati sanno bene che, mentre i giapponesi hanno ormai problemi a posizionare le “R” nelle sigle delle loro sportive, a Borgo Panigale questa lettera ha un significato particolare, perché viene usata solo per identificare il modello dal quale derivano le bicilindriche impegnate nel mondiale Superbike. Il soggetto della nostra prova è la “R” più grossa mai costruita, equipaggiata con la massima evoluzione del propulsore Testastretta, che in futuro potrebbe cambiare tanto per venire incontro alle esigenze di coloro che progettano la ciclistica. Insomma chi acquisterà una 1098 R, oltre a una race replica, si porterà a casa anche un bel pezzo di storia del motociclismo. Ma andiamo con ordine e partiamo dalla posizione di guida, che come su tutte le sportive di Borgo Panigale dell’ultima generazione è davvero azzeccata. Infatti, nonostante le dimensioni compatte e il contenuto peso del veicolo, di spazio a bordo ce n’è davvero in abbondanza. Anche i più alti non faranno fatica a trovare una perfetta postura sulla sella che, pur non essendo molto morbida, garantisce la massima libertà di movimento sia in frenata che in accelerazione perché larga e lunga.

semimanubri non sono eccessivamente bassi, motivo per il quale, anche dopo diverse ore di utilizzo del veicolo, non si accusano fastidi ai polsi e agli avambracci. L’attore protagonista del film intitolato 1098 R è un propulsore di ben 1198,4 cm3, una cubatura vicinissima al limite massimo di cilindrata utilizzabile su un bicilindrico da Superbike (1.200 cm3). Da segnalare che il test si è svolto con l’impianto di scarico e la centralina racing, senza i quali non è possibile utilizzare il traction control. Sin dai primi chilometri si rimane favorevolmente impressionati dall’erogazione di questa belva. Infatti, nonostante la sua notevole cubatura e i diagrammi di distribuzione particolarmente spinti, il V2 bolognese si lascia usare bene ai regimi medio bassi, dove mette in mostra un funzionamento regolare. Tenendo l’ago del contagiri sotto quota 5.000 non si ha l’impressione di avere a che fare con un “mostriciattolo” da 159,5 CV e 12 kgm di coppia alla ruota e in effetti i risultati dei rilevamenti strumentali confermano le nostre sensazioni: a causa delle caratteristiche del bicilindrico della 1098 R, la più tranquilla 1098 S si è aggiudicata la prova di ripresa da 60 km/h, sia sui 400 metri, dove la “S” ha fermato il cronometro a 11”73 (12”34 il tempo della “R”), sia sui 1.000 metri, dove la “S” ha ottenuto un ottimo 21”28 e la “R” si è fermata a 22”39.

Oltrepassati i 6.000 giri la musica cambia e la prepotenza del V2 della “R” inizia a farsi sentire. Grazie alla vigorosa coppia disponibile a qualsiasi regime e alle caratteristiche di questo fantastico desmodromico non c’è un momento in cui si avverte una vera iniezione di potenza, a tutto vantaggio della guidabilità. Prima di raggiungere gli 8.000 giri, comunque, si percepisce un cambiamento del sound d’aspirazione e scarico, entrambi meravigliosi. In un attimo l’ago del contagiri raggiunge il limitatore, che in terza interviene a 10.200 giri, in quarta a 10.400 giri e in quinta a 10.500 giri. A differenza di tutte le altre bicilindriche sportive che abbiamo provato, sulla 1098 R agli alti regimi non si avvertono bruschi cali di potenza ed è quindi possibile sfruttare a fondo tutte le marce.

Essere seduti su una bicilindrica e avere la possibilità di sfruttare la coppia ai medi regimi in uscita di curva e un allungo degno di un motore più frazionato in rettilineo è una sensazione meravigliosa. Inizialmente si ha addirittura l’impressione di non essere particolarmente veloci, poi, una volta scaricato il file dell’acquisizione dati su un PC, ci si rende conto che in fondo al rettilineo del Mugello, prima della fine del quale c’è una breve ma ripida salita, la 1098 R è in grado di raggiungere la velocità massima: 288 km/h effettivi (l’acquisizione ha registrato 304 km/h, che non vedrete mai perché il tachimetro non supera i 299 km/h). La 1098 S, tanto per fare un esempio si fermava a 276,4 km/h effettivi.

In accelerazione la 1098 R è risultata più veloce della versione “S”, che comunque è riuscita a tenere la scia delle sua ben più performante cugina. Il risultato è facilmente spiegabile: con la “R” in partenza è praticamente impossibile tenere la ruota anteriore incollata al terreno e bisogna parzializzare il gas, mentre con la “S” è possibile sfruttare tutta la coppia e la potenza a disposizione. Una volta inserita la terza, però, la “R” inizia a fare tanta strada. Non guardando il tachimetro è impossibile accorgersi delle elevate velocità che questa meraviglia della tecnica può raggiungere in poco tempo, anche perché l’aerodinamica della moto è molto buona (anche se un cupolino più protettivo non ci sarebbe stato male). Gli unici momenti in cui ci si accorge di andare forte è in uscita delle esse del Mugello, dove con la terza marcia inserita l’avantreno continua imperterrito a puntare verso il cielo... Il cambio della 1098 R funziona molto bene anche se maltrattato e la leva ha una corsa contenuta. Il comando frizione è duro, ma se si è abituati a guidare una Ducati non ci si fa neanche tanto caso. Va infine segnalato che chi deciderà di acquistare una 1098 R dovrà anche comprare una buona scorta di pneumatici, perché a causa della mostruosa coppia del propulsore la gomma posteriore si consuma molto in fretta: al Mugello, dopo circa trenta giri, la grossa 190/55-ZR17” aveva già alzato bandiera bianca da un bel po’...

Ciclisticamente la 1098 R è molto efficace ma per nulla facile da gestire al limite a causa delle prestazioni del motore che, se sfruttato, mette in crisi telaio, gomme e sospensioni. A questa race replica di Borgo Panigale bisogna dare del lei perché la moto tende a ondeggiare in accelerazione quando si aumenta il ritmo. Più si gira più ci si rende conto che è comunque possibile tenere il gas aperto bisogna solo abituarsi alle reazioni della ciclistica e fidarsi. Proprio come sulle vere moto da corsa le sospensioni sembrano avere una taratura piuttosto morbida: in realtà hanno solo delle eccellenti doti di scorrevolezza, motivo per il quale nel primo tratto d’escursione lavorano tanto, mantenendo sempre le ruote incollate al terreno. Il fatto che ci ha positivamente impressionato è stato il comportamento della moto tra la prima e la seconda dell’Arrabbiata, un tratto molto veloce dove si resta abbastanza piegati, nonostante qualche sconnessione di troppo. Con la 1098 R non solo non si avvertono le imperfezioni dell’asfalto ma, utilizzando il controllo di trazione, è possibile spalancare il gas con decisione. Così facendo il retrotreno si abbassa progressivamente, quel tanto che basta e non un millimetro di più. Il pneumatico, anche quando è molto usurato, fa perfettamente presa sull’asfalto e in un attimo si è proiettati dentro la seconda dell’Arrabbiata. Fantastico!

Nei cambi di direzione la 1098 R, per merito del suo peso piuma (189,4 kg con il pieno di carburante) è efficace, a patto di effettuare la discesa in piega in maniera progressiva. Questo è l’unico modo per non innescare ondeggiamenti all’avantreno e al retrotreno: come detto, infatti, le sospensioni nel primo tratto di corsa sono piuttosto morbide ed essendo troppo bruschi nei movimenti si altera l’eccellente equilibrio del veicolo. L’impianto frenante ha tantissimo mordente, per tanto va usato con cautela, soprattutto se non lo si conosce bene. Una volta capito il suo reale potenziale, comunque, sarà anche possibile entrare in curva “pinzati”. La 1098 R è uno dei pochissimi prodotti di serie in grado di regalare emozioni che solo le vere moto da corsa sanno trasmettere. Per sfruttare una parte del potenziale di questa race replica è però necessario guidare nel modo più “pulito” possibile. Certo, il controllo di trazione è di grande aiuto, ma solo in accelerazione


I nostri rilevamenti
Velocità max 288,0 Km/h
Accellerazione da fermo
  • Distanza in metri
  • 0-400
  • 0-1000
  • Tempo in secondi
  • 10"59
  • 19"14
  • Velocità in uscita in Km/h
  • 227,0
  • 268,9
  • Variazione velocità in Km/h
  • 0-100
  • 0-160
  • Tempo in secondi
  • 3"22
  • 5"85
  • Distanza in metri
  • 44,6
  • 139,9
Ripresa da 60Km/h
  • Distanza in metri
  • 0-400
  • 0-1000
  • Tempo in secondi
  • 12"34
  • 22"39
  • Velocità in uscita in Km/h
  • 177,7
  • 247,0
  • Variazione velocità in Km/h
  • 60-100
  • 60-160
  • Tempo in secondi
  • 4"67
  • 10"29
  • Distanza in metri
  • 100,7
  • 304,3
Scarto al tachimetro
  • Velocità indicata
  • 50 km/h
  • 100 km/h
  • 150 km/h
  • Velocità effettiva
  • 48,0 km/h
  • 96,4 km/h
  • 263,4 km/h
Frenata
  • Velocità
  • da 60 km/h
  • da 100 km/h
  • Metri
  • 12,3
  • 36,7
Peso effettivo
  • Con il pieno di carburante
  • Asse anteriore
  • Asse posteriore
  • 189,4 kg
  • 96,4 kg
  • 93,0 kg
 
Il Banco
Potenza massima 159,5 CV (118,9 kW) a 10.300 giri minuto (effettiva alla ruota)
Coppia massima 12,0 Kgm (117,9 Nm) a 8400 minuto (effettiva alla ruota)
 

La tecnica
Trazione sotto controllo

La 1098 R rappresenta la massima evoluzione della famiglia Ducati Superbike, è la più potente bicilindrica omologata per l’uso su strada mai costruita ed è equipaggiata con il più grosso motore desmodromico moto di tutti i tempi. Ma i record della 1098 R non finiscono qui, perché l’ultima rossa di Borgo Panigale è anche la prima race replica a montare un controllo di trazione di derivazione racing, che può però essere utilizzato soltanto dopo aver montato l’impianto di scarico e la centralina da corsa, entrambi consegnati insieme alla moto al momento dell’acquisto. Il DTC (Ducati Traction Control) prevede otto livelli d’intervento pre impostati, selezionabili dal cruscotto. Al livello uno il DTC quasi non interviene, mentre al livello otto è possibile spalancare il gas anche con la moto molto inclinata. Il DTC prende i riferimenti da alcuni sensori montati all’interno della scatola della centralina, tramite i quali viene calcolata l’inclinazione del veicolo, e da altri due sensori (uno posizionato sulla ruota anteriore, l’altro su quella posteriore) che tengono sotto controllo la velocità di ciascuna ruota. In caso di perdita di aderenza, in base al livello di DTC utilizzato, la centralina inizia prima a variare l’anticipo per poi effettuare dei veri e propri tagli dell’accensione. Sempre rimanendo in tema di elettronica va segnalata la presenza del DDA (Ducati Data Analyser), un’acquisizione dati tramite la quale si possono scaricare su un PC, dopo aver installato un apposito programma fornito da Ducati, fino a due megabyte di file (circa 3,5 ore di registrazione), analizzando poi ogni giro di pista.

Passando alla meccanica va detto che il propulsore della 1098 R, rispetto a quello della 1098 S, è cresciuto sia a livello di alesaggio (106 mm invece di 104 mm) che di corsa (67,9 mm invece di 64,7 mm). Le teste e i carter motore della 1098 R sono realizzati per fusione in terra, le valvole, d’aspirazione e scarico sono in titanio, i coperchi delle teste in magnesio e i pistoni con i relativi segmenti di tenuta sono stati oggetto di un’attenta progettazione per limitare il fenomeno del blow-by. Il cambio è stato irrobustito per sopportare la mostruosa coppia del propulsore e di serie c’è la frizione con sistema anti saltellamento. Ciclisticamente va segnalata l’adozione di un ammortizzatore Öhlins TTX, la stessa tecnologia usata sulle moto da corsa. Il supporto dei gruppi ottici anteriori è realizzato in magnesio, il telaietto posteriore in alluminio, materiale utilizzato anche per costruire i cerchi Marchesini, ottenuti per forgiatura. Le pinze freno anteriori monoblocco hanno quattro pistoncini e due pastiglie.


La pagella
  • Linea 9
    Identica alle 1098 base e “S” e alla 848. Come detto più volte, il design, pur non essendo originale, è equilibrato e aggressivo.
  • Finiture 10
    Cosa vi aspettate da una moto da 35.000 euro? Finiture ottime. Quelle della 1098 R sono addirittura eccellenti.
  • Componentistica 10
    Ci sono tutti i migliori componenti racing disponibili sul mercato con l’aggiunta del traction control, un’esclusiva di questa moto.
  • Motore 9
    È un mostro di coppia e potenza. Ha un buon allungo e non teme il confronto diretto con i 1000 quadricilindrici dell’ultima generazione. Anzi.
  • Trasmissione 8
    Il comando della frizione al manubrio è un po’ duro ma il cambio ha innesti morbidi e precisi, sia a freddo che a caldo.
  • Sospensioni 9
    Avendo una scorrevolezza eccezionale, trasmettono un feeling esagerato. La taratura morbida ricorda quella delle Ducati da corsa.
  • Freni 9
    L’impianto frenante anteriore ha mordente da vendere, motivo per il quale va usato con cautela. Eccezionale, per i piloti esperti
  • Strumentazione 10
    È il cruscotto più bello e completo in circolazione. Completamente digitale, ricco di funzioni, di facile lettura, è identico a quello della Ducati MotoGP!
  • Comfort 8
    Pur essendo una sportiva, moto scomode per definizione, garantisce un discreto comfort. È spaziosa e ha una posizione di guida azzeccata
  • Guida 9
    Non è una di quelle moto facili, che trasmettono da subito tanto feeling. Sa regalare tante emozioni ma bisogna guidarla tanto per capire come gestirla.
  • Prezzo 6
    35.000 euro sono decisamente tanti, però merita la sufficienza perché di carne sul fuoco ce n’è veramente tanta.

Identikit
  • Motore
  • Bicilindrico a “L”, quattro tempi, raffreddato a liquido. Cilindrata 1198,4 cm3. Alesaggio e corsa 106 x 67,9 mm. Rapporto di compressione 12,8:1. Distribuzione desmodromica, quattro valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica Marelli con corpi farfallati ellittici. Accensione elettronica. Lubrificazione forzata a carter umido. Avviamento elettrico
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multi disco a secco con comando idraulico e sistema anti saltellamento. Cambio a sei rapporti.
  • Ciclistica
  • Telaio a traliccio in tubi d’acciaio. Sospensioni: anteriore forcella Öhlins pluri regolabile a steli rovesciati di 43 mm Ø, corsa ruota 120 mm; posteriore forcellone monobraccio oscillante con un ammortizzatore Öhlins TTX pluri regolabile, corsa ruota 127 mm. Freni: anteriore due dischi di 330 mm Ø con pinze freno monoblocco ad attacco radiale a quattro pistoncini; posteriore un disco di 245 mm Ø con pinza freno a due pistoncini. Pneumatici: anteriore 120/70 ZR17”; posteriore 190/55 ZR17”.
  • Dimensioni
  • Interasse 1.430 mm, lunghezza 2.100 mm, altezza 1.100 mm, altezza sella 820 mm. Inclinazione del cannotto di sterzo regolabile: 24-30’ o 24-50’. Capacità serbatoio 15,5 litri (di cui 4 litri di riserva).

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