Prova Comparativa - Supersport Scheda Tecnica

Honda, Suzuki, Yamaha,Triunph, Kawasaki messe a confronto

Redazione

09.02.2010 ( Aggiornata il 09.02.2010 11:32 )

La tecnica
Novità a 360 gradi
Motore

Analizzando i motori delle supersport non si può non notare che tutte le moto giapponesi hanno misure di alesaggio (67 mm) e corsa (42,5 mm) identiche. Fatto davvero curioso, indice che, a differenza del passato, su un quattro cilindri in linea di 600 cm3, ormai c’è ben poco da inventare... In questo contesto la Triumph rappresenta un’eccezione, perché di cilindri ne ha tre e di cm3 675. Per questo motivo alesaggio e corsa (74 mm x 52,3 mm) sono sensibilmente diversi. Se da un lato è vero che a livello meccanico gli ingegneri sembrano ormai essere in stallo, dal punto di vista elettronico c’è stato tanto fermento, soprattutto da tre anni a questa parte. È proprio alla voce p elettronica che si possono riscontrare notevoli differenze. I vari costruttori, infatti, hanno sviluppato tecnologie diverse e sono proprio queste idee che differenziano i vari modelli. I propulsori che mettono a disposizione del pilota meno “gadget” sono quelli di Honda, Triumph. Queste Caseno quelli di Honda, Queste Case hanno sviluppato i loro quattro cilindri cercando di ottenere sia un buon picco di potenza ma anche un buon tiro ai medi regimi. Entrambi i motori sono cambiati rispetto a quelli montati sui modelli 2008. Quello della CBR monta nuovi pistoni e un inedito sensore anti detonazione. In questo modo la centralina può ridurre l’anticipo quando si usano benzine di scarsa qualità o pochi ottani. I tecnici Triumph hanno lavorato per ridurre il gap prestazionale con le quattro cilindri in rettilineo. Intervenendo sul layout di scarico e sulla testata si è migliorato l’allungo. Ora ci sono 400 giri in più da sfruttare in alto ed è la risposta al gas ai medi regimi è più pronta. Né la Honda né la Triumph hanno la frizione anti saltellamento. Il propulsore Kawasaki è stato completamente riprogettato. È stato riposizionato all’interno del telaio (spostato più in alto per migliorare la maneggevolezza alle alte velocità) e tutti i componenti sono stati alleggeriti. Non è solo merito del motore, comunque, ora la Ninja 600 (191 kg con il pieno), dopo la Daytona e insieme alla R6, è la moto più leggera della categoria. Rispetto alla precedente unità, inoltre, sono stati utilizzati alberi a camme più spinti e una frizione anti saltellamento con limitatore di coppia regolabile.

Ciclistica

La novità più interessante della categoria è rappresentata dalla forcella Kawasaki, la Showa Big Piston, che ha un principio di funzionamento simile a quello delle Showa da MotoGP. A parità di dimensioni della cartuccia interna, il pistone principale della BPF è grande quasi il doppio e di conseguenza ha passaggi olio di maggiori dimensioni, grazie ai quali è possibile ottenere una migliore progressività di funzionamento. La caratteristica che differenzia la Honda dalle altre supersport è invece la sospensione posteriore Unit Pro-Link, che debuttò sulla prima RC211V e che è ancora usata sulle RC212V. L’ammortizzatore è infulcrato sul forcellone e sui leveraggi. Non è direttamente collegato al telaio, che è quindi meno sollecitato. Suzuki, Triumph e Yamaha, pur utilizzando procedure costruttive diverse per telai e forcelloni, concettualmente si somigliano. Da segnalare che sulla Daytona si può variare l’altezza del perno forcellone e quindi il tiro catena. Eccezion fatta per la Yamaha, tutte le supersport montano l’ammortizzatore di sterzo. Quelli della Honda e della Suzuki sono gestiti elettronicamente.

Freni

La CBR 600 RR è la prima sportiva a montare l’ABS. Un sistema elettronico pensato per la in pista che, a differenza dei sistemi anti bloccaggio tradizionali, non causa un ritorno di forza sulle leve. Le uniche controindicazioni sono che, a causa dell’ABS, la Honda ha perso il primato di moto più leggera della categoria (la versione 2009 con ABS è circa 10 chili più pesante della versione 2008 senza ABS) e per fare spazio ai componenti del sistema è stato costruito un ammortizzatore con un obsoleto serbatoio del gas separato, magari funzionale, ma senza dubbio brutto. Per il resto, grosse novità non ci sono. La Yamaha è l’unica a utilizzare pinze freno anteriori monoblocco. Quelle della Kawasaki, che è l’unica a montare dischi freno a margherita, e della Triumph arrivano dalla Nissin, quelle della Honda e della Suzuki dalla Tokico. Tutte le moto hanno pompe freno anteriori regolabili.

Al Mugello con Gramigni

Quando porti delle moto da corsa al Mugello è sempre difficile metterle a posto... Figuriamoci queste di serie! La supersport che mi è piaciuta di più è la Honda. Quando sono arrivato alla staccata della San Donato mi ero già scordato che aveva l’ABS, anche se me l’avevate detto... la ruota dietro non si bloccava, pensavo di avere i freni rotti. Mi sono messo paura. Poi ho capito che era tutto normale! La CBR ha un bel motore. Fa meno scena degli altri, però lo senti spingere forte sin dai medi regimi e anche l’allungo non è male. La ciclistica è agile perché la moto è corta e nei tratti veloci l’avantreno non è mai nervoso. L’ABS funziona bene. Quando bisogna staccare forte, utilizzando il freno dietro si riesce a stabilizzare il retrotreno in un attimo. Così non vale. È troppo facile! Appena sotto la Honda metterei la Yamaha. È più estrema della CBR ma non più efficace. La R6 in staccata si mette di traverso, perché c’è tanto peso davanti. Il motore ha molto allungo, più delle altre, e in rettilineo questo fa la differenza. La Triumph è divertente perché è facile. Al Master Bike 2008, ad Albacete, una pista molto guidata, mi era piaciuta. Qui ho capito perché. La Daytona è maneggevole perché ha poca avancorsa. Quindi, a differenza della Honda, nei tratti veloci è decisamente meno stabile. Il motore ha un gran tiro ai medi, però gli manca l’allungo di un quattro cilindri. Su una pista così veloce la Triumph è la più penalizzata. La Suzuki ha una buona ciclistica, facile e sincera. Esteticamente somiglia molto alla 1000. A un certo punto mi sono distratto, pensavo di avere a disposizione tanti cavalli. Ho aperto il gas e non è successo nulla. Allora ho cambiato la mappatura. Pensavo di avere quella da bagnato. Dalla “A” sono passato alla “C” e la moto non andava più. Se la GSX-R avesse più motore... Peccato! Al contrario la Kawasaki di motore ne ha tanto. Da questo punto di vista è al livello di Honda e Yamaha. In rettilineo la ZX-6R fa tanta strada. Il problema della Kawasaki è la ciclistica. L’avantreno è stabile. Fin troppo! La ZX-6R è senza dubbio una moto sicura però è troppo pesante nei cambi di direzione. Inoltre il serbatoio è troppo largo. Il problema è in parte causato dalla forcella. In staccata funziona bene però trovo sia troppo rigida. La moto ha poco trasferimento di carico ed è anche per questo che non è molto agile.

Alessandro Gramigni


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