Forse qualcuno è rimasto stupito dall’arrivo dei 300, cilindrata inconsueta in un mercato che tende a riproporre le stesse cubature delle moto da gara. Ma c’è una motivazione e si chiama Euro3: per recuperare quanto perso a causa delle restrizioni si rende necessaria una piccola maggiorazione che di solito porta i 250 già conosciuti attorno a 270 cm3, e all’arrotondamento nominale provvede poi il marketing. Solo che a volte il risultato è addirittura superiore alle aspettative: è il caso del People 300, il ruote alte “grosso” della Kymco nato 250, per il quale i 20 cm3 in più hanno significato un aumento di quasi 4 CV e 3,6 Nm. Tanti davvero, a rendere divertente uno scooter cui il semplice diporto per il quale è nato comincia a stare un filo stretto. La linea particolarissima, molto spigolosa, è di quelle che dividono i giudizi in maniera netta, ma l’obiettivo era realizzare una silhouette originale, non la copia di qualcosa già esistente. E di personalità il Kymco con le ruote di 16” ne ha tanta, assieme a un prezzo da record e ad una garanzia molto più estesa del consueto, 4 anni per il telaio e 3 per il resto. Insomma, il People in versione 300 vale davvero la pena, perdipiù la qualità dei prodotti della Casa taiwanese è andata via via crescendo e qui siamo a un gran bel livello. Le misure sono un po’ abbondanti ma è un 300, non uno scooterino, e questo garantisce un’ottima abitabilità: posizione rilassata e nessuna piega innaturale, va messa a bilancio anche una buona protezione grazie allo scudo alto e largo e al parabrezza che sembra piccolo ma arriva a coprire le spalle.
È un po’ alto il People, questo sì, se si vuole arrivare a terra con entrambi i piedi lo si fa di misura, ma è stato necessario lavorare col bilancino per avere la pedana piatta nonostante l’ingombro del telaio a doppia culla sovrapposta e allo stesso tempo contenere il più possibile l’altezza. Del resto è uno scooter a due facce: un po’ per la città e molto per il fuori porta. L’avantreno ben caricato significa che a bassa velocità non è uno schizzetto ma resta comunque molto fluido, nel traffico ci si muove con naturalezza, a prezzo di una pressione sul manubrio solo un filo maggiore del solito. Quando cominciano le curve salta fuori un temperamento quasi motociclistico: l’appoggio è solido, dà sicurezza, e le traiettorie sono precise come su uno scooter capita raramente. Neutro, lineare, viene da entrare in curva di spinta, viene da insistere con le pieghe fino a sentirlo toccare sotto, non con il cavalletto come capita solitamente ma con la pancia della carrozzeria. Divertente, anche perché alla ciclistica solida associa un gran bel motore. 130 all’ora effettivi e 17”78 in accelerazione sui 400 metri non sono il vertice della categoria ma sono comunque valori molto in alto nella classifica, tanto più lusinghieri perché associati a un consumo contenuto, 21,1 km/litro. E al di là dei freddi numeri, c’è il carattere di un motore sempre pronto nella risposta e con una bella “schiena”, cioè con un tiro vigoroso a tutti i regimi, anche se leggermente ruvido nell’erogazione. E capace di muoversi senza incertezze anche con un filo di gas, nel traffico.
Perfetto se l’asfalto è liscio, il People ha una scarsa passione per i fondi irregolari: gli ammortizzatori sono secchi anche nella posizione di minor precarico, perdipiù in velocità non riescono ad evitare qualche ondeggiamento; la forcella è più morbida e confortevole, non riesce però a smorzare totalmente i colpi secchi, resi più avvertibili dalla sella dura. Molto bene invece i freni: il posteriore è legnoso ma efficace e l’anteriore anche meglio, potente quanto si vuole, fino al bloccaggio se proprio lo si va a cercare, e modulabile, con il risultato di spazi d’arresto ottimi sia da soli, sia con il passeggero che peraltro, sella dura a parte, gode di una buona sistemazione e non sbilancia la guida. Altre cose si apprezzano nell’uso quotidiano: i comandi che come da tradizione Kymco sono robusti ed eleganti, la leggibilità del cruscotto e la comodità del comando centralizzato delle aperture della sella e del serbatoio. Il People 300 è un po’ duro da mettere sul cavalletto centrale ma volendo c’è anche quello laterale, e nonostante le ruote alte offre lo spazio per un casco jet a visiera lunga, se non è dei più ingombranti; ed ha anche pedane del passeggero estraibili brutte ma comode, un faro efficace e retrovisori dalla visibilità eccellente. Tutto quel che serve per la comodità di tutti i giorni, e per realizzare un rapporto qualità/prezzo decisamente elevato.
Non è un inedito il People 300: è stato realizzato a partire dalla versione 250 e senza nemmeno modificarla tanto. Stessa silhouette tutta spigoli disegnata in Italia, stessa ciclistica e un motore dalla derivazione piuttosto stretta. Però aumentare la cilindrata ha richiesto un certo lavoro perché non c’era più spazio nella parete del cilindro per aumentare l’alesaggio e quindi l’intervento è stato sulla corsa, cioè sull’albero motore, e questo ha comportato rivedere tutto l’imbiellaggio. E poi è cambiato il sistema di alimentazione: il carburatore bastava per tenere il tranquillo monocilindrico due valvole entro i limiti Euro 2, per quelli più restrittivi dell’Euro 3 è stato necessario passare all’iniezione, cosa che peraltro ha dato notevoli vantaggi anche in termini di prestazioni
Tradizionalissimo nella sostanza del motore, il People si distingue nella ciclistica: il telaio a doppia culla sovrapposta è una necessità se si vuole ottenere una buona rigidità, ma porta ad avere un tunnel molto alto mentre qui si voleva la pedana piatta per caricare una borsa; così la struttura è stata tenuta schiacciata e bassa, parzialmente sotto la pedana, con il risultato di salvare capra e cavoli. Tradizionale invece tutto il resto: forcella con robusti steli di 37 mm Ø e una sola piastra, e dietro motore oscillante con braccio ausiliario e due ammortizzatori regolabili nel precarico. Le ruote ovviamente sono di 16” e con pneumatici di sezione molto generosa, mentre i dischi freno sono tre, tutti di 260 mm Ø e con pinze a due pistoncini paralleli, a comando indipendente.
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