Prova Novità - Kawasaki Versys

Divertirsi senza pensieri con una moto agile e facile

Redazione

19.02.2010 ( Aggiornata il 19.02.2010 11:05 )

Semplice, agile e molto divertente: si può riassumere in tre parole la nuova Versys, forte degli interventi che hanno reso la versione 2010 ancora più accogliente, perfezionandola in ogni dettaglio.

La Prova

La Versys è una moto adatta a un pubblico che ne faccia un uso giornaliero, o a chi viaggia senza farsi mancare un po' di sterrato; perché è piccola ma non si fa spaventare da niente. Rispetto al passato la bicilindrica Kawasaki non è stata rivoluzionaia, le modifiche più importanti riguardano l'estetica: per questioni di styling, certo, ma anche per garantire una maggiore protezione dall'aria e quindi un maggior comfort. Il plexiglass del cupolino è più alto e più spigoloso ed ora è possibile variarne la posizione su tre diversi livelli. Soprattutto però è differente il frontale della moto: il faro cambia stile e le tre luci sono sovrapposte, quella di posizione più in alto, pie-colina, poi abbagliante e anabbagliante, tutte e tre sottolmeate da una cornice grigia sagomata. È cambiato pure il fanale posteriore che ha una forma più aggressiva, sono state riviste le frecce e la loro disposizione: ora quelle anteriori sono nella parte alta del cupolino. Nulla di trascendentale, appunto, ma non serviva molto di più ad una moto che già nella prima versione non aveva grosse magagne; difatti, per quanto riguarda il puro funzionamento della moto, i tecnici hanno agito solo a livello di taratura delle sospensioni.

La prima impressione che si percepisce guidando la Versys è di grandfe facilità, la moto non risulta mai pesante né impegnativa e si adatta alle situazioni più disparate, dal passo di montagna al ciottolato in città, così come all'autostrada o ai tragitti casa-lavoro. Apprezzabile la posizione in sella, pernulla affaticante e tale da garantire un perfetto controllo del mezzo in tutte le condizioni. Merito anche delle sospensioni, che svolgono un ottimo lavoro: buch e sconnessioni non sono un problema. Il misto stretto è l'habitat naturale Versys: riesce a chiudere le curve cori una velocità e una precisione ammirevoli, le sospensioni filtrano l'asfalto (e le asperità) in maniera molto efficace e la linearità della traiettoria è assicurata. Colpisce ancor di più l'agilità, i cambi di direzione si ottengono con uno sforzo minimo ed una rapidità sorprendente, al punto che è necessario qualche chilometro per abituarsi a tutta questa leggerezza. Le sospensioni sono morbide ma questo non crea problemi; nel momento in cui ci si attacca ai freni l'affondamento della forcella è un po' veloce, ma progressivamente l'azione viene rallentata e in traiettoria si gode di un buon appoggio. Bene anche la sospensione posteriore che a sua volta garantisce un buon controllo sia a centro curva che in uscita, compito facilitato dal carattere tranquillo del motore che equipaggia la Versys.

Il bicilindrico in linea Kawasaki non ha prestazioni mozzafiato ma montato su questa moto svolge comunque un buon lavoro: forse non è emozionante ma è molto facile e soprattutto poco impegnativo. Da buon bicilindrico fa del tiro la sua maggiore virtù, l'erogazione diventa lineare sopra i 2.500 giri e verso i 6.000 giri arriva la massima spinta. La soglia di intervento del limitatore è tra i 10.500 e gli 11.000 giri, ma è molto difficile che vi si arrivi perché l'allungo è modesto e dopo i 9.000 giri la spinta del motore cala in maniera repentina, rendendo decisamente più conveniente passare al rapporto superiore senza insistere. Buono il feeling con l'acceleratore: dolce nell'attacco e non ci sono problemi di on-off. Le vibrazioni sono migliorate rispetto al modello precedente ma ancora sono presenti sul serbatoio ed un filo anche sulle pedane. Quanto alla frenata, è ottima, modulabile e potente, in particolare si apprezza la sincerità della risposta del freno anteriore.

La Versys è disponibile in due versioni: oltre alla "base" c'è quella con ABS. Quando si percorrono strade con una buona aderenza è quasi impossibile fare en¬trare in azione il dispositivo anti-bloccaggio, grazie al buon bilanciamento della ciclistica, ma con la Versys è possibile affrontare anche strade sterrate e lì, come in condizioni di asfalto bagnato, l'ABS fa comodo davvero; a dire la verità fatica un po' nella gestione della ruota posteriore, che in presenza di sporco a volte blocca per un tempo abbastanza prolungato, ma sull'anteriore il funzionamento è impeccabile. Facile e divertente su asfalto, la Versys lo resta anche sullo sterrato dove si difende più che bene: la buona scorrevolezza delie sospensioni garantisce un'aderenza insospettabile. Se si esagera sulle buche è facile che l'anteriore arrivi a fondo corsa ma la ciclistica leggera e agile rende la bicilindrica Kawasaki divertente e mai impegnativa. L'unica preoccupazione è che senza tasselli il grip sulla terra è quel che è, ma non è questo l'uso per cui è stata progettata la Versys. Moto versatile, ma essenzialmente stradale.



La tecnica
Un volto nuovo la stessa anima

Dopo tre anni e circa 10.000 unità vendute la Versys si è rifatta il look: plexiglass del cupolino più grande e regolabile su 3 posizioni, parte anteriore, più grintosa e spigolosa, nuovi il faro e le frecce più piccole e affusolate; ridisegnato anche il parafango anteriore. Dietro è cambiato il fanale, che ha una forma spigolosa ed è a led. Rivisti i carter esterni del motore, le coperture del radiatore e il coperchio che nasconde il perno del forcellone, con un risultato piuttosto efficace. L'insieme è ben riuscito, la Versys è una moto semplice ma l'impatto estetico è di un certo effetto. Di sicuro non è una moto banale: non lo è nella già conosciuta livrea nera e tanto meno in quella gialla, nuovissima, ufficialmente denominata Pearl Solar. Dietro i cambiamenti estetici, però, c'è un'anima che è rimasta invariata: il propulsore è il bicilindrico parallelo quattro tempi montato anche sulla ER-6n, la cilindrata è di 649 cm³ e la distribuzione è comandata da doppio albero a camme in testa, con 8 valvole.

All'alimentazione provvede un doppio corpo farfallato di 38 mm 0, lo scarico 2 in 1 termina sotto al motore ed ha un nuovo fondello del silenziatore di forma triangolare, più aggraziato. È cambiato pure l'attacco posteriore del motore, ora in gomma per smorzare le vibrazioni. Per lo stesso motivo sono state adottate pedane in gomma cave, più morbide e confortevoli. Telaio e forcellone non sono cambiati. La struttura portante è in tubi di acciaio ed ha uno schema a diamante, anche se in buo¬na parte è celata dalla carrozzeria; il forcellone, invece, è scatolato in alluminio ed è fortemente incurvato per lasciare spazio al silenziatore. L'ammortizzatore è unico, disposto in posizione obliqua sul fianco destro della moto e collegato a telaio e forcellone in maniera diretta, senza leveraggi. Forcella ed ammortizzatore sono sempre gli stessi ma sono stati rivisti nel setting e all'anteriore, che già era regolabile nel precarico della molla, è stata aggiunta la possibilità di regolare il freno idraulico in estensione sullo stelo destro. Invariato l'ammortizzatore, regolabile su 7 posizioni nel precarico e su 13 scatti nel freno in estensione. All'anteriore sono stati conservati i due dischi freno semiflottanti di 300 mm con pinze a due pistoncini flottanti, e al posteriore il disco di 220 mm.


Identikit
  • Motore
  • Due cilindri frontemarcia, 4T, raffreddato a liquido. Cilindrata 649,3 cm³. Alesaggio e corsa 83 x 60 mm. Rapporto di compressione 10,6:1. Distribuzione DOHC, 4 valvole per cilindro. Sistema di accensione-iniezione elettronica digitale, corpi farfallati Keihin 38 mm. Lubrificazione forzata a carter semi-secco. Avviamento elettrico.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d'olio con comando meccanico. Cambio a sei marce.
  • Ciclistica
  • Telaio a diamante in tubi di acciaio. So-pensioni regolabili nel precarico e nel freno in estensione: anteriore forcella a steli rovesciati 41 mm, corsa 150 mm; posteriore forcellone a due bràcci e singolo ammortizzatore, corsa ruota 145 mm. Freni: anteriore due dischi a margherita 300 mm, pinze a due pistoncini; posteriore un disco a margherita 220 mm, pinza a un pistoncino. Pneumatici: anteriore 120/70 ZR 17"; posteriore 160/60 ZR 17".
  • Dimensioni
  • Interasse 1.415 mm, lunghezza 2.125 mm, larghezza 840 mm, altezza 1.330 mm, al-tezza sella 845 mm. Inclinazione cannotto 25°, avancorsa 108 mm. Serbatoio 19 litri.

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