Prova novità - Ducati Multistrada 1200 S

Sportiva, turistica, per la città e l’off road. Cambia carattere grazie all’elettronica

Redazione

14.04.2010 ( Aggiornata il 14.04.2010 12:25 )

Comoda, versatile e potente. Queste sono le caratteristiche della Ducati Multistrada 1200,  perfetta per divertirsi in Sport, Touring, Urban ed Enduro. Questa nuova versione con l'elettronica implementata risulta ancora più efficace e facile da guidare.
I nostri esperti l'hanno provata per noi e qui di seguito la prova completa con scheda tecnica e approfondimenti sul motore, ciclistica e elettronica

La Prova
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Con la Multistrada 1200 S Ducati ha scritto una pagina importante della grande enciclopedia delle due ruote. La Multistrada 1200 S, infatti, non è una moto normale, ma un veicolo multifunzione tecnologicamente avanzato, un concentrato di elettronica e accessori di prima qualità al servizio del guidatore, che potrà cambiare le caratteristiche dinamiche della moto a seconda del tipo di utilizzo. Sport, Touring, Urban ed Enduro. Sono questi i quattro programmi pre impostati dal costruttore che cambiano radicalmente volto alla Multistrada 1200 S: da sportiva stradale a sport touring, passando attraverso lo sterrato! Inoltre il nuovo gioiello di Borgo Panigale punta anche sull’affidabilità, importantissima per veicoli di questo tipo: gli intervalli di manutenzione ora sono previsti ogni 24.000 chilometri, segno che i tecnici bolognesi sono sicuri di aver realizzato un prodotto robusto; la gradita novità è che è anche facile da guidare, fatto non scontato dato che le Ducati dell’ultima generazione sono moto maschie, adatte a palati raffinati e smanettoni esperti. INIZIALMENTEsi rimane stupiti dall’assenza del blocchetto di accensione; la chiave va tenuta in tasca, perché una centralina è in grado di riconoscerla e di sbloccare il quadro strumenti quando ci si avvicina alla moto (entro un raggio di due metri). Il cruscotto, ampio e ben visibile, fornisce una quantità smisurata di informazioni, oltre ad essere l’oggetto tramite il quale si possono regolare le sospensioni (DES), le mappature del motore, l’ABS e il controllo di trazione (DTC). Insomma, più che un cruscotto è un vero e proprio computer di bordo!

In sella alla Multistrada 1200 S si sta comodi, si può guidare mantenendo il busto eretto senza affaticare troppo i polsi. L’unica pecca è lo scarso spazio longitudinale della sella, che con consente di spostare più di tanto il bacino durante la fase d’inserimento in curva e in accelerazione. Fin dai primi chilometri la Multistrada 1200 S dimostra di essere una moto facile. È leggera e agile, quindi in città se la cava più che bene, anche a bassa velocità. La mappatura Urban ammorbidisce la taratura delle sospensioni, in grado di digerire buche e tombini. La potenza, inoltre, è ridotta a “soli” 100 cavalli e l’erogazione risulta molto fluida sin da bassi regimi. Usciti dalla città, è sufficiente spingere un bottone con il pollice sinistro per cambiare carattere alla moto. Con la mappatura Touring, infatti, la Multistrada 1200 S diventa... un’altra Multistrada! 50 cavalli in più e una ciclistica più reattiva, ma comunque adatta a soddisfare le esigenze di chi usa la moto per viaggiare. Nonostante il notevole incremento di potenza il motore conserva la sua erogazione fluida. Potente ma mai esuberante, anche se oltrepassati i 6.000 giri i cavalli iniziano a farsi sentire e la velocità sale rapidamente...

Notevole anche la differenza a livello di taratura delle sospensioni, che così configurate rendono questa Multistrada più stabile e precisa durante la fase d’inserimento in curva. Nei tratti lenti ci si diverte senza faticare, perché la moto non è sottosterzante e nei cambi di direzione non si percepiscono sensibili variazioni d’assetto. Uno dei punti di forza di questa Ducati è senza dubbio la trazione. Durante la fase di accelerazione si percepisce molto grip e il merito non è solo del traction control, che interviene raramente, ma soprattutto di una meccanica davvero ben studiata. Buona, infine, la protezione aerodinamica: nella zona del casco non si avvertono fastidiosi vortici d’aria; meno coperte le spalle, però, quando si vuole viaggiare con maggiore comfort, basta variare l’altezza del plexiglas del cupolino. La Multistrada 1200 S,comunque, resta una Ducati e come tale non poteva non avere una funzione messa a punto per gli utenti che amano guidare in modo sportivo. Quando arriva il momento di fare sul serio bisogna selezionare la mappatura Sport: così facendo l’erogazione diventa più aggressiva, la risposta al gas più pronta e si ha un maggiore allungo a disposizione, cambi marcia nel misto.

Questo miracolo è stato possibile grazie al ride by wire, che equipaggia per la prima volta una Ducati di serie. Un ottimo sistema, che trasmette da subito un buon feeling e non fa rimpiangere il buon vecchio cavo quando arriva il momento di parzializzare l’apertura del gas in accelerazione. Utilizzando la taratura Sport migliora ulteriormente la stabilità e, sia durante la fase d’ingresso in curva, che nei cambi di direzione, è possibile agire sui comandi con maggiore forza per indirizzare la moto nel punto desiderato. Anche quando arriva il momento di sfruttare tutta la potenza a disposizione il retrotreno continua ad avere un ottimo rendimento: si può aprire il gas anche con la moto molto inclinata e più si aumenta il ritmo più la ciclistica asseconda le richieste del pilota. Incredibile!

Su strada, quindi, la Multistrada 1200 S va promossa a pieni voti. Ma perché accontentarsi di una buona moto stradale quando si può avere un mezzo adatto addirittura all’uso in fuoristrada? I tecnici Ducati, infatti, nonostante i cerchi di 17” di diametro che ospitano pneumatici di generose dimensioni e il peso in ordine di marcia di 220 chili, hanno voluto realizzare tarature della centralina e della ciclistica adatte anche all’uso off road. Basta utilizzare la mappatura Enduro per capire che la missione non era impossibile. Il motore torna a erogare 100 cavalli, l’erogazione diventa ancora più fluida, il controllo di trazione è poco invasivo e le sospensioni hanno tarature decisamente soft, sia a livello di molle che di idraulica. Sulle buche la Multistrada 1200 S dimostra di cavarsela alla grande e grazie alle buone doti di scorrevolezza della forcella non si avvertono fastidiosi contraccolpi sugli avambracci.

Convincente, infine, il rendimento dell’impianto frenante, dotato di sistema anti bloccaggio delle ruote, che è disinseribile. Come tutte le Ducati, anche la Multistrada 1200 S ha freni molto potenti, però va detto che i tecnici bolognesi sono riusciti a trovare un buon compromesso anche alla voce modulabilità. Volendo essere pignoli, bisogna dire che quando si guida in maniera aggressiva, si riscontra un leggero ritardo di risposta del freno anteriore. Insomma la nuova Multistrada dal vecchio modello eredita solo il nome. Ducati è riuscita a stupire, perché ha realizzato una moto dotata di un’elettronica molto evoluta, che non servirà solo per pubblicizzare la moto, ma che è effettivamente utile ed è realmente in grado di cambiare le caratteristiche dinamiche del veicolo. Inoltre, partendo dai programmi pre impostati, è possibile personalizzare le tarature delle sospensioni e dell’elettronica a seconda dello stile di guida del pilota. La Multistrada 1200 S è già disponibile, in due versioni, la sport, caratterizzata da numerosi componenti in fibra di carbonio, e la touring, dotata degli accessori necessari per fare del turismo a lungo raggio: entrambe costano 18.900 euro chiavi in mano. Per chi vuole risparmiare c’è la versione base (14.900 euro c.m.), disponibile anche con ABS (15.900 c.m.), ma senza le sospensioni a controllo elettronico, il vero plus di questa moto.


Identikit
  • Motore
  • Bicilindrico Testastretta 11 - a L, 4T, raffreddato a liquido. Cilindrata 1198,4 cm3. Alesaggio e corsa 106 x 67,9 mm. Rapporto di compressione 11,5:1. Distribuzione desmodromica, 4 valvole per cilindro. Iniezione elettronica Mitsubishi, corpi farfallati ellittici Lubrificazione forzata a carter umido. Avviamento elettrico.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico. Cambio a sei marce.
  • Ciclistica
  • Telaio a traliccio in tubi d’acciaio. Sospensioni Öhlins regolabili elettricamente in movimento: anteriore forcella a steli rovesciati 48 mm Ø, corsa 170 mm; posteriore progressiva, forcellone monobraccio e singolo ammortizzatore, corsa ruota 170 mm. Freni con ABS: anteriore 2 dischi di 320 mm Ø, pinze radiali a 4 pistoncini e 2 pastiglie; posteriore un disco di 245 mm Ø, pinza a 2 pistoncino. Pneumatici: anteriore 120/70 ZR 17”; posteriore 190/55 ZR 17”.
  • Dimensioni
  • Interasse 1.530 mm, lunghezza 2.150 mm, altezza 1.400 mm, altezza sella 850 mm. Inclinazione del cannotto di sterzo 25-. Capacità del serbatoio carburante 20 litri.

La tecnica
Attenti all'incrocio

Ci sono ben pochi dubbi sul fascino del motore Ducati 1198 a quattro valvole per cilindro, ma per una moto versatile come la Multistrada ne è stata sviluppata una versione appositamente denominata 11-. È il tempo angolare dell’incrocio delle valvole, cioè l’arco di rotazione dell’albero motore durante il quale restano aperte contemporaneamente quelle di aspirazione e quelle di scarico: indicativamente, più è lungo e più il motore ama stare su di giri, ma contestualmente aumentano gli scambi di carica fresca verso lo scarico e di gas combusti verso la camera di scoppio, e in basso il motore diventa galoppante e irregolare. Quello della 1198, per fare un paragone, è 41-. Qui l’incrocio è molto più breve, ci sono nuovi condotti, nuovi alberi a camme e un rapporto di compressione leggermente minore, con il risultato di una coppia più piena e regolare, minori emissioni e consumi ridotti. Infine sono stati modificati il cambio e il rapporto di trasmissione finale per avere una sesta marcia più lunga, e la frizione è in bagno d’olio, con dispositivo antisaltellamento e comando idraulico.

Tra tante novità la cosa più normale pare il telaio a traliccio di tubi con piastre centrali fuse, ma il telaietto posteriore, pure in tubi, è chiuso da un elemento in tecnopolimero caricato con fibra di vetro, il telaietto anteriore è in magnesio e il forcellone monobraccio è ottenuto per fusione in conchiglia con quattro anime incollate. Particolare interessante: lo sviluppo della Desmosedici ha richiesto quasi 3 anni, un tempo decisamente superiore agli standard abituali. Ma l’ingegner Sabbioni l’aveva messo in programma. « È il primo passo di una nuova generazione di moto, il progetto pilota di un nuovo ciclo di delibera molto accurato, che richiede tempo non solo per accumulare chilometri ma anche per leggere i dati e fare le modifiche di conseguenza. Manterranno questo ciclo allungato anche i progetti seguenti. Se tra di essi ci sarà anche una Multistrada di minor cilindrata non lo so. È una cosa su cui rifletteremo, ma ad oggi non è previsto che la gamma si allarghi ».


La tecnica
L'arte del compromesso

Sulla Multistrada 1200 S ci sono sospensioni dalla lunga escursione che in modalità “Enduro” si alzano ulteriormente. Ci sono anche paracoppa, paraspruzzi e un manubrio largo, ma per fare fuoristrada sul serio il problema sono le gomme. « Scrivendo il brief da mandare ai produttori di pneumatici con le specifiche richieste di durata, tenuta, agilità e anche trattività in fuoristrada, pensavo che si sarebbero messi a ridere - racconta l’ingegner Federico Sabbioni, che a 32 anni è leader di un progetto Ducati già per la quarta volta - . L’unica che si è rimboccata le maniche ed ha sviluppato un prodotto con noi è stata la Pirelli e il risultato è stato eccezionale. Perché l’elettronica si può modificare in base alle situazioni ma la gomma resta sempre quella! ».

L’apertura al fuoristrada, di compromessi ne ha imposti anche altri, ad esempio l’alloggiamento del radiatore olio in posizione riparata, nel cupolino, raffreddato tramite la presa d’aria di sinistra, mentre la destra alimenta l’air box. E ancora, la particolare conformazione dello scarico, in basso perché sotto la sella avrebbe scaldato, tutto compresso per contenere anche la valvola per il rumore, il catalizzatore e il compensatore senza “debordare”, cosa che ha richiesto un tubo del cilindro posteriore cortissimo. È costato qualche cavallo, ma 150 sono già tantissimi per una moto del genere, ed è costato anche un bel po’ di riunioni per mettere d’accordo motoristi, telaisti e designer; quello che in fondo è il lavoro più difficile del project leader.


La tecnica
Rivoluzione elettronica

Non avrebbe avuto senso lanciarsi per ultimi tra le endurone con una moto più o meno uguale alle altre. E allora Ducati ha scelto la strada di una tecnologia avanzatissima, di una moto che fa dell’elettronica estremamente sofisticata un punto d’orgoglio. In particolare dell’inedito sistema DES (Ducati Electronic Suspension) che equipaggia la versione “S” e permette di intervenire istantaneamente sulla taratura delle sospensioni adeguandole a percorso, guida e carico. È vero che ha qualcosa di simile anche la BMW, ma il suo ESA agisce in maniera integrata e solo sulle sospensioni, cioè modifica freno idraulico e precarico molla contemporaneamente su anteriore e posteriore, in base alla modalità selezionata. Sulla Multistrada S è stata scelta una strada più articolata che oltre alle sospensioni va a toccare anche la mappatura del motore attraverso la curva di intervento dell’acceleratore ride by wire, ed il traction control: in pratica si seleziona un “pacchetto” tra quattro disponibili (Sport, Touring, Urban, Enduro), si va dai 150 CV con erogazione aggressiva, assetto sportivo e poco controllo di trazione della modalità più grintosa, ai 100 CV con sospensioni morbide ed intervento elevato del traction control destinati alla città. Ma c’è molto di più perché è previsto un secondo livello di intervento, che consente di modificare singolarmente ognuno dei parametri all’interno di ognuna delle quattro modalità: 31 scatti per il freno in compressione e 31 per quello in compressione, all’anteriore e al posteriore, e poi 16 punti di precarico molla dell’ammortizzatore, 8 livelli di intervento del traction control e 3 mappature con curve di intervento diverse per ognuna delle 6 marce, una da 150 CV con erogazione aggressiva, una da 150 più morbida nella prima fase ed una da 100 CV, quella che di default viene adottata in città e quelli della Multistrada “base”. È per questo motivo - lo spazio - che le regolazioni in compressione ed in estensione della forcella sono separate, una per stelo.

Insomma, meglio leggere il manuale di istruzioni prima di salire in sella, anche se i tecnici hanno cercato di semplificare il più possibile accentrando l’operatività sul pulsante di disinnesto delle frecce, a seconda di come viene premuto. E inserendo la possibilità di riportare tutto alle tarature di default: non si sa mai... Quanto costa tutto ciò? In Ducati non danno numeri ma si parla del triplo rispetto ad un sistema di sospensioni normali come potrebbero essere quelle della “base”, che monta una forcella Marzocchi e un ammortizzatore Sachs tradizionali, pluriregolabili, oltre ad avere essa pure il traction control. Il sistema di sospensioni della S è stato sviluppato assieme alla Öhlins. È doveroso segnalare che l’ammortizzatore sfrutta la tecnologia TTX; nella gamma Ducati questi ammortizzatori sono montati solo sui modelli più costosi e sportivi.


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