Prova novità Aprilia Shiver ABS

Bella guida, motore generoso, freni eccellenti

Redazione

20.07.2010 ( Aggiornata il 20.07.2010 14:50 )

Cruscotto analogico/digitale, terminali di scarico a goccia, ammortizzatore su un lato: la Shiver non manca di personalità
La Prova
Stadio massimo

Valbonne (Francia) –I primi schizzi della Shiver apparvero cinque anni or sono e il suo debutto sul mercato risale al 2007. Fin da subito, la stampa specializzata sollevò alcuni dubbi sulla gestione elettronica della futuristica neonata di Noale: la moto, a causa dell’acceleratore ride by wire ancora acerbo, aveva un accentuato ritardo di risposta. Inoltre il prezzo superiore a quello delle concorrenti non la aiutò a decollare nelle vendite. Ne seguirono aggiornamenti per smussare e affinare il ride by wire, offerto in seguito con tre mappature selezionabili, e poi una versione turistica GT e l’arrivo del sistema ABS. Un lungo processo di maturazione che ha dato vita oggi ad una Shiver model year ’10 molto diversa, che ora oseremmo dire tecnicamente perfetta. Inoltre ha guadagnato punti con la nuova veste grafica, il prezzo ridotto di ben 400 euro, l‘impianto ABS aggiornato e alcuni tratti somatici rinnovati (il nuovo cupolino), così che oggi la si può definire a buon diritto una naked piuttosto interessante.


Altre novità sostanziali si gustano salendo a bordo. La vecchia sella alta che complicava la vita ai centauri di gamba corta è stata rimpiazzata dalla nuova seduta più snella sui fianchi di 2,5 cm per parte; così, nonostante si rimanga a quota 800 mm, ora è più comodo appoggiare saldamente il piede nelle soste e nelle manovre. Nuova anche la triangolazione con manubrio e pedane. Il primo ora è in ferro verniciato in luogo di quello in alluminio a sezione variabile (d’altronde se la nuova Shiver costa meno, da qualche parte occorre limare!) ed ha una diversa curvatura che consente di caricare maggiormente l’avantreno. Le pedane invece, prima con supporto unico a sorreggere gli appoggi di conducente e passeggero, sono ora divise. Quelle destinate alla guida sono anche state alzate per aumentare la luce a terra rispetto al modello precedente che in piega sfregava facilmente sull’asfalto, ed arretrate per poter tenere una posizione più sportiva.
La nuova architettura si percepisce già alle prime curve, la Shiver - che conferma una superciclistica in perfetto stile Aprilia - permette di caricare meglio l’avantreno ed essere più incisivi in ingresso di curva e più rapidi nel raggiungere la corda. Migliora anche in agilità quando si affrontano le varianti strette e veloci. La ruota posteriore con canale più stretto sembra aver portato un contributo palpabile nella maneggevolezza. È un comportamento dinamico che farebbe venire voglia di un comparto sospensioni maggiormente personalizzabile, soprattutto se si ha intenzione di calcare la mano. Per gironzolare invece, e anche di buon passo, forcella e ammortizzatore sono ben accordati. In qualche curvone veloce, però, l’unità posteriore - priva di leveraggi - fa sentire il tampone di fondo corsa sugli avvallamenti più accentuati. La cosa non disturba se si viaggia soli, ma potrebbe divenire un problema con un passeggero. Soddisfacente anche l’impianto frenante: se il primo ABS che equipaggiava la Shiver GT rendeva il comando al manubrio spugnoso, ora il feeling è ottimo e l’azione è assai modulabile. Inoltre l’intervento dell’antibloccaggio è ben tarato e consente di pinzare con vigore prima di entrare in funzione e compie il proprio lavoro senza farsi sentire troppo sulla leva di comando. Stesso comportamento tecnicamente perfetto per il freno posteriore, il cui feeling non è però al pari di quello anteriore: la corsa del comando a pedale è un po’ troppo corta.
Ciliegina sulla torta della nuova Shiver è il motore arrivato a completa maturazione. È diventato adulto e talmente ben accordato al comando elettronico dell’acceleratore che è ora capace di rendere le guida piacevole e semplicissima per chi è alle prime armi, e allo stesso modo farsi apprezzare da mani esperte. Be’, facile con tre mappature, direte voi… Ed invece dobbiamo dire che la mappatura standard non fa mai venire voglia di passare alla Sport e soprattutto alla Rain. La “Sport“ rende infatti la moto più rabbiosa alla prima apertura del gas, ma poi perde carattere nell’erogazione della coppia. Meglio la regolarità della “Standard”, più sfruttabile in tutto l’arco di utilizzo.
Si potrebbe invece definire quasi inutile la “Rain”: taglia le prestazioni di un 30% per l’utilizzo su fondi scivolosi o mani poco esperte, ma la Shiver 2010 è una moto talmente facile da gestire che probabilmente anche un centauro alle prime armi non ne sente il bisogno. Inoltre è da applausi l’elasticità del propulsore, capace di riprendere senza strattonare con la sesta marcia inserita e l’ago del contagiri che fa capolino sulla tacca dei 2.000 giri. Molto del merito, in questo caso specifico, va al tanto criticato ride by wire che ora funziona alla perfezione.


Dulcis in fundo, è utile sapere che prenotandosi preventivamente tramite internet (www.it.aprilia.it) è possibile effettuare un test raid gratuito della nuova Shiver, recandosi dal concessionario di zona più vicino.


La tecnica
Solo piccoli interventi. Ma contano
 

Aprilia mantiene invariate le soluzioni tecniche di ciclistica e motore della Shiver anche per la versione 2010. Quindi resta il telaio a struttura mista, cioè una parte anteriore in traliccio di tubi in acciaio unita per mezzo di viti a piastre pressofuse in alluminio che abbracciano posteriormente il motore. Qui è imperniato il forcellone, anch’esso in alluminio, dotato di capriata di rinforzo superiore.
L’ammortizzatore è sul lato destro, decentrato per lasciare spazio al collettore e al catalizzatore, che precedono i terminali di scarico annidati sotto la sella del passeggero; su quello sinistro la feritoia per il passaggio della catena della trasmissione finale. Il reparto sospensioni mantiene una forcella a steli rovesciati di 43 mm Ø senza possibilità di regolazioni. L’ammortizzatore offre invece la possibilità di intervenire sul precarico molla e sul freno idraulico in estensione. Nuovi i freni che hanno dischi a margherita, le pinze anteriori ad attacco radiale marcate Aprilia ed il relativo comando con pistoncino maggiorato. L’impianto ABS non è disinseribile e la centralina (circa 2 kg) è nel puntale davanti al motore, per tenere basso il baricentro. Il manubrio è ora in acciaio e i comandi idraulici di freno e frizione mantengono le leve regolabili. La capacità del serbatoio è rimasta di soli 15 litri, un po’ limitante nell’uso turistico. Invece è stato aggiunto un piccolo cupolino, la sella è più bassa e più stretta, sono nuove le pedane e la ruota posteriore che ora ha il canale di 5”5.
Il motore è la nota unità bicilindrica a V di 90- che nasce a Pontedera, per la quale vengono dichiarati 95 CV ed una corposa coppia di 81 Nm. La distribuzione è a quattro valvole per cilindro con doppio albero a camme comandato da un sistema misto, ingranaggi e catena. L’alimentazione ad iniezione elettronica è comandata dal sistema ride by wire, nel quale l’apertura delle farfalle non viene controllata direttamente ma per mezzo di motorini passopasso, tramite la centralina elettronica; in questo modo è possibile avere una gestione dell’erogazione del motore parametrata a marcia, velocità e numero di giri.
Degna di nota la strumentazione mista analogica (contagiri) e digitale, nella quale sul display LCD è possibile accedere a diverse “stanze” e personalizzare alcuni parametri e le relative videate.


Identikit
  • Motore
  • Bicilindrico a V di 90-, 4 tempi, raffreddato a liquido. Cilindrata 749,9 cm3. Alesaggio e corsa 92 x 56,4 mm. Compressione 11:1. Distribuzione doppio albero a camme in testa con comando misto ingranaggi/catena, quattro valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica correlata all’accensione digitale, comando gas rideby- wire. Lubrificazione forzata a carter umido. Avviamento elettrico.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.
  • Ciclistica
  • Telaio scomponibile in traliccio di tubi e piastre di alluminio. Sospensioni: anteriore forcella a steli rovesciati di 43 mm Ø, corsa 120 mm; posteriore senza leveraggi, un ammortizzatore regolabile nel precarico e nel freno in estensione, corsa ruota 130 mm. Freni con ABS: anteriore due dischi a margherita di 320 mm Ø, pinze a quattro pistoncini, posteriore un disco a margherita di 240 mm Ø, pinza a un pistoncino. Pneumatici: anteriore 120/ 70 ZR17; posteriore 180/55 ZR17.
  • Dimensioni
  • Interasse 1.440 mm, lunghezza 2.265 mm, larghezza 760 mm, altezza 1.135 mm, altezza sella 800 mm. Inclinazione cannotto di sterzo 25,7-, avancorsa 109 mm. Serbatoio carburante 15 litri.

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