Prova completa BMW S 1000 RR. Forza bruta

Motore esagerato, avantreno molto stabile. Più adatta alla pista che alla strada, dove va maneggiata con molta cura

Redazione

20.07.2010 ( Aggiornata il 20.07.2010 15:40 )

E' stata definita una belva, la moto che ha spiazzato tutti in un settore estremamente competitivo come quello delle maxisportive. Prestazioni super e elettronica a bizzeffe, hanno permesso la realizzazione di una belva che non solo è velocissima ma anche estremamente guidabile. E i dati di vendita confermano la bontà della scelta.

La Prova
FORZA BRUTA

BMW  ha spiazzato tutti, perché al suo esordio nel settore delle maxisportive, dove la concorrenza è particolarmente agguerrita, è riuscita a realizzare una moto con prestazioni da urlo e tanta elettronica; una belva che non è solo veloce, ma anche guidabile. Nel Mondiale Superbike i risultati stentano ad arrivare ma nella Coppa del Mondo Stock 1000, dove le moto in gara hanno un’elaborazione “basic”, la Casa tedesca ha ottenuto quattro vittorie in quattro gare. Come esordio non c’è male! Forse anche per merito delle sue incredibili prestazioni, la S 1000 RRè in cima alla classifica delle vendite della sua categoria: a fine maggio BMW aveva immatricolato 516 moto. In circuito la S 1000 RR l’abbiamo “ spremuta” più volte, spiegando i motivi della sua incredibile efficacia, ma vale la pena effettuare un’analisi approfondita delle sue doti su strada, terreno su cui molti cercheranno di domarla.
La maxisportiva BMW ha una posizione di guida azzeccata: la distanza del piano di seduta dal terreno consente anche a chi non è alto di appoggiare un piede a terra; ben studiata anche la forma del serbatoio, che non essendo eccessivamente largo, consente di trovare una buona postura in sella, sia in rettilineo che in curva. La distanza dei semimanubri dalla sella è stata studiata per garantire un buon controllo dell’avantreno in curva senza penalizzare il comfort, buono, dato che non si avverte un eccessivo carico sui polsi. Va infine segnalato che sia le pedane, sia le leve dei freni e della frizione della moto in prova, erano completamente regolabili. Però questi sono optional, disponibili nel catalogo accessori BMW.
Nel traffico della città ovviamente la S 1000 RR soffre un po’, ma ha una posizione di guida che consente di guidare agevolmente. L’unico vero problema è che durante le soste ai semafori le ventole di raffreddamento entrano subito in funzione e il pilota viene investito fastidiosamente dall'aria calda. Appena usciti dal centro urbano si tira un sospiro di sollievo e si iniziano ad apprezzare le numerosi doti di questa moto. Più si spinge, più si vorrebbe aumentare il ritmo, perché la stabilità è notevole e l’avantreno trasmette un ottimo feeling.

 

Inoltre in staccata la moto resta molto composta, caratteristica che permette di impostare le traiettorie con estrema precisione. L’impianto frenante è potente e molto modulabile; nella prima fase della staccata il mordente dei freni non mette in imbarazzo, poi, più si tira la leva che aziona le pinze freno anteriori, più si devono irrigidire i muscoli delle braccia per contrastare la decelerazione, molto simile a quella di una moto da corsa, anche per merito della taratura della forcella che evita bruschi ed eccessivi trasferimenti di carico. Se l’ABS non viene disinserito, solo utilizzando la mappatura “slick” il freno posteriore viene comandato dal pilota. Con tutte le altre mappe è l’elettronica che gestisce la distribuzione della frenata tra avantreno e retrotreno: su strada il sistema è molto efficiente, perché la moto non tende mai a intraversarsi.

La S 1000 RR dà il suo meglio nelle curve ad ampio raggio; nei tornanti stretti l’avantreno diventa un po’ pesante, mentre nei cambi di direzione la maneggevolezza a disposizione è più che sufficiente per divertirsi senza faticare troppo. Nella percorrenza della curva la ciclistica garantisce un’ottima precisione direzionale e in accelerazione la sospensione posteriore mantiene sempre il veicolo in assetto senza risultare troppo rigida. È anche per questo motivo che c’è tanta trazione a disposizione. Nonostante questo bisogna sempre guidare con attenzione, perché il propulsore spinge fortissimo e, anche se l’elettronica aiuta a tenere la situazione sotto controllo, l’avantreno è sempre pronto al decollo.
La S 1000 RR è dotata anche dell’anti impennamento, che però interviene improvvisamente riportando bruscamente la ruota anteriore a contatto con il terreno.

Va segnalato che l’anti impennamento entra in funzione in maniera diversa a seconda della mappatura utilizzata: con la “slick” (quella sviluppata per l’uso in pista) l’elettronica inizia ad intervenire molto tardi, troppo tardi, quando l’avantreno punta dritto verso il cielo... La S 1000 RR dimostra sin dai primi chilometri che il suo motore esuberante è anche abbastanza facile da usare. È proprio questo uno dei punti forti della prima maxisportiva di BMW; i cavalli abbondano ma l’elettronica consente a molti di sfruttare il potenziale a disposizione. Gli ingegneri tedeschi hanno sviluppato tre differenti sistemi: l’ABS sportivo, il traction control e l’anti impennamento. Il loro funzionamento cambia a seconda della mappatura usata: slick, race, sport e rain.abr> Quest’ultima è stata messa a punto per essere usata su asfalti bagnati (in questa configurazione si hanno a disposizione “solo” 104,4 kW), quindi il motore ha una risposta al gas più dolce, sale di giri più lentamente, ma ha anche un’erogazione meno fluida rispetto alle mappe full power. Con la mappatura sport, pensata per l’uso stradale, ai bassi e medi regimi il propulsore non eroga il massimo della coppia e della potenza; in uscita di curva l’accelerazione è meno brutale e la moto è più facile da gestire.
Agli alti regimi, poi, il quadricilindrico tedesco si scatena, ma a quel punto la curva è già finita e con essa l’ansia di perdere il controllo del retrotreno! La mappa sport rappresenta un ottimo compromesso per l’uso su strada, perché quando il grip dell’asfalto varia continuamente e si è alla guida di una moto performante come la S 1000 RR è meglio avere qualche cavallo in meno ai bassi regimi e guidare con tranquillità, piuttosto che sfruttare tutto il potenziale a disposizione facendo i domatori.
Per godere il massimo della spinta e scariche di adrenalina pura bisogna selezionare le mappature race e slick (quest’ultima attuabile solo dopo aver inserito un fusibile in un alloggiamento sotto la sella): con entrambe il motore eroga praticamente la stessa potenza e anche le curve di coppia sono coincidenti ma sono differenti le tarature dei sistemi di controllo elettronici. In queste configurazioni, fin dai bassi regimi il tiro è impressionante; poi, oltrepassati i 10.000 giri, l’accelerazione diventa imbarazzante e l’ago del contagiri arriva in un attimo a 14.000 giri. Indipendentemente dalla mappatura utilizzata, comunque, la S 1000 RR ha una risposta al gas troppo brusca quando si passa da una condizione di gas completamente chiuso ad una di gas parzialmente aperto, e questo è uno dei pochi difetti di un propulsore fantastico.

 

Il valore aggiunto di questa BMW, comunque, è il controllo della trazione (DTC, ovvero Dynamic Traction Control), che migliora la trazione, consente di aprire rapidamente il gas in uscita di curva e, avendo un funzionamento poco invasivo, non pregiudica il feeling con il retrotreno in accelerazione. Poi, se si esagera, l’elettronica interviene in maniera più marcata, riportando la situazione nella normalità. Il sistema può anche essere disinserito, però su strada, con una moto tanto potente, avere un traction control così efficace è senza dubbio un valore aggiunto, perché consente di sfruttare il potenziale a disposizione riducendo molto i rischi. La S 1000 RR, nonostante un’elettronica di primo livello, resta una moto capace di prestazioni fuori del comune; la strada le va molto stretta, anche perché è sufficiente sfruttare solo una parte della sua potenza per oltrepassare in pochi secondi i limiti di velocità. Insomma, maneggiare con cura e soprattutto tenere sempre d’occhio il tachimetro, perché è facile esagerare senza accorgersene. Inoltre, dato che il motore BMW oltre ad avere una gran potenza ha anche molta coppia ai bassi e medi regimi, è possibile effettuare i cambi marcia con un pizzico di anticipo rispetto al normale.
A proposito del cambio, va detto che sia in scalata che in accelerazione, anche nell’uso in pista, gli innesti risultano un filo duri ma molto precisi e la leva ha una corsa contenuta. La moto del nostro test era equipaggiata con il cambio elettroattuato (optional), grazie al quale è possibile inserire un rapporto dopo l’altro senza chiudere il gas, sfruttando al massimo le doti del motore. Ottimo il funzionamento della frizione antisaltellamento (fornita di serie), che enfatizza le doti di stabilità della S 1000 RR nell’ingresso in curva.

Avete mai provato a domare un cavallo di razza che ha vissuto per anni allo stato brado? Probabilmente no, proprio come noi... Però, dopo aver guidato la BMW S 1000 RR, non abbiamo paura di farlo! BMW è appena entrata nel segmento delle supersportive ed è già riuscita a costruire una moto che va forte come una Superbike, ma che è gestibile anche da chi non ha il pelo sullo stomaco di Casey Stoner. Per molti, quindi, ma non per tutti. Infatti l’impatto con la S 1000 RR in circuito è traumatico. Definire questa moto emozionante e veloce è addirittura riduttivo. Quando si spalanca il gas, anche ai medi regimi, il motore spinge forte, anzi fortissimo e durante la fase di accelerazione si avverte un suono cupo e rauco proveniente dall’aspirazione. Poi, quando l’ago del contagiri oltrepassa quota 9.000, il demone esce allo scoperto e la velocità inizia a salire così velocemente che ci si trova in imbarazzo anche in pista, dove lo spazio e le vie di fuga non mancano. Quelli della BMW, comunque, sono stati bravi, perché, dopo aver creato una belva, hanno anche pensato (giustamente) che era il caso di dotare la loro creatura di una serie di dispositivi elettronici in grado di aiutare l’amatore a sentirsi un pilota. Grazie al traction control, in pista è possibile utilizzare i pneumatici di serie (gli ottimi Metzeler Racetec K3), guidando di buon passo e riuscendo anche ad aprire presto e velocemente il gas. Miracolo? No, merito di un sistema di gestione della trazione davvero efficace. I più temerari potranno disinserire il controllo della trazione, ma dopo poche curve lo attiveranno di nuovo. Perché? Funziona talmente bene che, grazie ad esso, ci si diverte di più rischiando di meno, anche quando si guida al limite. Quindi, per quale motivo non usarlo? Dimenticavamo: sulla S 1000 RR c’è anche l’ABS. In circuito non è utile come il traction control, anzi, per dirla tutta, raramente entra in funzione. C’è e tanto basta per stare tranquilli, però, mentre i vantaggi del controllo di trazione sono percepibili da tutti, l’ABS, utilissimo su strada, in pista agisce soprattutto con un effetto placebo. Il motore è da dieci e lode, ma il telaio è all’altezza della situazione? Assolutamente sì. Innanzitutto la S 1000 RR è molto comoda e lo spazio a bordo non manca. Per questi motivi è facile instaurare da subito un buon feeling con la moto; quanto si guida al limite, questo conta molto più di tanti altri dettagli tecnici. La prima impressione, quindi, è buona. Poi, più si aumenta il ritmo, più ci si rende conto che questa BMW è nata per essere usata in circuito, l’unico posto dove è possibile apprezzare l’incredibile solidità del suo avantreno, che consente di entrare in curva a velocità elevatissime, e la qualità delle sue sospensioni, che si comportano egregiamente anche quando si inizia a spingere sul serio e hanno una costanza di rendimento paragonabile a quella di buoni componenti racing. Nei cambi di direzione la S 1000 RR va condotta con forza e decisione, ma ripaga il pilota con una precisione direzionale commovente. Tradotto: l’agilità non è il suo punto di forza, ma, usando i muscoli e un pizzico di fantasia durante l’impostazione della traiettoria, sa essere efficace quasi come le sue dirette concorrenti. Insomma, se state pensando di acquistare la S 1000 RR, sappiate che solo in pista riuscirete a divertirvi sul serio e a capire cosa significa domare oltre 190 cavalli...

 


La tecnica
Distribuzione in style F1 - Bilancieri a dito con riporto DLC
 

Il quadricilindrico della BMW S 1000 RR, frutto di una progettazione d’avanguardia e di una realizzazione accuratissima anche a livello di dettaglio, stabilisce nuovi riferimenti nella sua categoria (non solo dal punto di vista prestazionale!) grazie anche ad una serie di soluzioni tecniche particolarmente evolute, in alcune delle quali appare ben evidente l’apporto di un know-how maturato in anni di impegno sui motori di F1. Delle moto sportive di questa cilindrata aventi eguale architettura costruttiva, questa è la più potente, quella con il rapporto corsa/ alesaggio più radicale, con le valvole più grandi e con la biella più lunga in relazione alla corsa. E non è ancora tutto, come vedremo. La distribuzione bialbero viene comandata da una catena Morse disposta lateralmente, che prende il moto da un ingranaggio di rinvio, mosso dall’albero a gomiti. La soluzione consente di ridurre la lunghezza della catena, a vantaggio della precisione nell’azionamento degli alberi a camme (minori oscillazioni della catena stessa) e permette di ridurre le dimensioni delle ruote dentate. L’angolo tra i due piani sui quali giacciono le quattro valvole di ogni cilindro è di 24-30’, perfettamente in linea con quelli adottati sugli altri 1000 dotati di questa stessa architettura. A differenza di questi ultimi, però, in questo caso gli eccentrici agiscono su bilancieri a dito (dotati di riporto DLC) e non su punterie a bicchiere. Questo schema, analogo a quello tipicamente adottato in F1, offre la massima libertà al progettista per quanto riguarda la definizione della legge del moto delle valvole e consente di ridurre le masse in moto alterno, cosa decisamente vantaggiosa nei motori che devono raggiungere regimi di rotazione molto elevati. Il peso di un bilanciere a dito della BMW S 1000 RR è dell’ordine di 12 grammi soltanto (contro i 16,5 grammi delle punterie a bicchiere dei motori della CBR 1000 RR e della GSX-R di eguale cilindrata, tanto per fare esempi significativi). Grazie a un alesaggio che si pone al vertice della categoria, con i suoi 80 millimetri, in questo motore è stato possibile installare valvole notevolmente più grandi di quelle adottate dalla concorrenza a quattro cilindri; quelle di aspirazione hanno un diametro di ben 33,5 mm e quelle di scarico sono di 27,2 mm. Per entrambe, il materiale impiegato è la lega di titanio. Per ogni cilindro vengono impiegati due iniettori; i corpi farfallati sono di 48 millimetri di diametro e le trombette di aspirazione sono a geometria variabile (il che consente di impartire ai condotti due lunghezze differenti).

Il blocco cilindri, con struttura closed deck e canne integrali dotate di riporto nikasil, è incorporato nella struttura del semicarter superiore del basamento. I pistoni forgiati hanno una altezza inferiore al 50% del diametro (valore record, per i quadricilindrici 1000); ciascuno di essi è munito di tre segmenti (i due di tenuta hanno una altezza di 0,8 mm soltanto) e viene vincolato alla biella da uno spinotto del diametro di 17 millimetri, particolarmente corto e leggero. L’albero a gomiti, forgiato in acciaio da bonifica al cromo-molibdeno-vanadio, ha i perni di banco e di biella di 34 millimetri di diametro ed è il più leggero, tra quelli delle 1000 a quattro cilindri in linea (pesa circa 1,5 kg in meno rispetto a quello della Yamaha R1 e 1,0 kg in meno rispetto a quello della Suzuki GSXR 1000). Le bielle, esse pure in acciaio forgiato, hanno il cappello centrato con il sistema delle superfici di frattura coniugate; ciascuna di esse ha una lunghezza di 103 millimetri e un peso di soli 334 grammi, completa di bronzine.

Che la casa tedesca abbia dedicato molta attenzione all’ottenimento della massima rigidezza strutturale è confermato dal fatto che il basamento, fuso in conchiglia a bassa pressione, è il più pesante della sua categoria (ma il motore completo è il più leggero!) e che per il posizionamento dei due semicarter che lo compongono si impiegano ben cinque spine di centraggio. Le pompe dell’acqua e dell’olio, coassiali, sono azionate da una corta catena che prende il moto dalla corona della trasmissione primaria. Al regime di 13.000 giri/min la velocità media del pistone e la sua accelerazione positiva massima sono rispettivamente di 21,5 m/s e di 57.000 m/ s2; quest’ultimo è un valore analogo a quello che raggiungevano le moto del Mondiale Superbike attorno alla metà degli anni Novanta. Calcolandola in base ai dati forniti dalla casa, la pressione media effettiva al regime di potenza massima è di ben 13,1 bar (che salgono addirittura a 14,1 al regime di coppia massima); si tratta di risultati strabilianti, per un mezzo destinato alla normale circolazione stradale e quindi trattabile, longevo e in regola con le emissioni acustiche e di scarico. LA S 1000 RR non è rivoluzionaria solo a livello di meccanica, ma anche dal punto di vista elettronico. Come optional, si può avere sia l’ABS, pensato anche per l’uso in pista, che il controllo di trazione, il cui funzionamento varia in base alla mappatura della centralina (rain, sport, race e slick) ed all’erogazione del propulsore. ABS e traction control possono essere disattivati, ma non è possibile variare il livello d’intervento del controllo di trazione a proprio piacimento come sulle Ducati 1198 S e R: in pratica per ogni mappa c’è un livello di traction control pre impostato, che non può essere cambiato. Il DTC interviene dopo che la centralina ha “letto” e analizzato i dati provenienti dalle ruote foniche dell’ABS e quelli di un sensore che analizza l’inclinazione del veicolo. Sempre grazie a questo sensore è stato possibile aggiungere anche un sistema anti impennamento, che - come il traction control - ha un intervento meno invasivo con le mappe più estreme. L’ABS è abbinato a un sistema di ripartizione della frenata tra avantreno e retrotreno. Utilizzando la mappatura slick il sistema anti bloccaggio delle ruote rimane in funzione, ma viene disattivato il ripartitore di frenata, quindi il funzionamento del freno posteriore viene gestito solo dal pilota.


Identikit
  • Motore
  • Bicilindrico a V di 90-, 4 tempi, raffreddato a liquido. Cilindrata 749,9 cm3. Alesaggio e corsa 92 x 56,4 mm. Compressione 11:1. Distribuzione doppio albero a camme in testa con comando misto ingranaggi/catena, quattro valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica correlata all’accensione digitale, comando gas rideby- wire. Lubrificazione forzata a carter umido. Avviamento elettrico.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.
  • Ciclistica
  • Telaio scomponibile in traliccio di tubi e piastre di alluminio. Sospensioni: anteriore forcella a steli rovesciati di 43 mm Ø, corsa 120 mm; posteriore senza leveraggi, un ammortizzatore regolabile nel precarico e nel freno in estensione, corsa ruota 130 mm. Freni con ABS: anteriore due dischi a margherita di 320 mm Ø, pinze a quattro pistoncini, posteriore un disco a margherita di 240 mm Ø, pinza a un pistoncino. Pneumatici: anteriore 120/ 70 ZR17; posteriore 180/55 ZR17.
  • Dimensioni
  • Interasse 1.440 mm, lunghezza 2.265 mm, larghezza 760 mm, altezza 1.135 mm, altezza sella 800 mm. Inclinazione cannotto di sterzo 25,7-, avancorsa 109 mm. Serbatoio carburante 15 litri.

La pagella
  • Linea 8.5
    Non è innovativa, ma la carena spigolosa la rende molto aggressiva. La grafica Motorsport è la più azzeccata, però è un optional.
  • Finiture 8.0
    Osservandola sommariamente sembra ben fatta. Sotto il vestito, però, le fusioni dei carter motore e del telaio sono un po’ grezze.
  • Componentistica 10.0
    STraction control, ABS sportivo, anti impennamento, cambio elettroassistito e tanto altro ancora. Non manca nulla.
  • Motore 9.5
    È potentissimo, spinge forte fin da bassi regimi perché ha molta coppia e ha un allungo pauroso. La risposta al gas, però, è un filo brusca.
  • Trasmissione 7,5
    Buoni la spaziatura del cambio e la precisione degli innesti, che però sono piuttosto duri. Le cambiate vanno effettuate con decisione.
  • Sosapensioni 9.0
    La taratura è rigida, studiata per assecondare le esigenze dello smanettone, però sono adatte anche all’uso stradale.
  • Freni 9.0
    Potenza e modulabilità non mancano. Un impianto dalle caratteristiche racing che può essere sfruttato da chiunque.
  • Strumentazione 9.0
    Ha un look racing, è molto chiara ed anche facile da usare. Inoltre si può cambiare la visualizzazione dei dati a seconda del tipo di utilizzo (strada o pista).
  • Comfort 8.0
    Piano di seduta non troppo alto, semimanubri non eccessivamente bassi. È comoda, considerando che stiamo parlando di una moto supersportiva.
  • Guida 9.0
    La S 1000 RR è adrenalina pura. Su strada si hanno fin troppi cavalli da gestire, però, grazie all’elettronica, tutto risulta abbastanza semplice.
  • Prezzo 8.0
    Sorprendente. Di poco superiore rispetto a quello di molte concorrenti meno performanti e tecnologicamente meno avanzate.

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