        Uno degli eroi del fine settimana di Jerez de la Frontera, teatro del quarto appuntamento stagionale, &egrave; stato chiaramente Joe Roberts. Con il podio conquistato nella gara della Moto2 (al termine di una bella rimonta dall'undicesima casella in griglia) ha infatti scritto un pezzo di storia del motociclismo americano, diventando il primo leader di campionato in una classe del Motomondiale dai tempi del compianto Nicky Hayden, che ci riusc&igrave; nel 2006, anno del titolo in MotoGP. Il ritorno nel team American Racing sembra aver dato una gran carica al centauro di Malib&ugrave;, che potrebbe arrivare in MotoGP gi&agrave; l'anno prossimo grazie al team Trackhouse andando a formare un binomio a stelle e strisce nella classe regina. Tuttavia, prima di arrivare al livello in cui lo stiamo vedendo in questa stagione, Joe ha vissuto una carriera decisamente particolare: andiamola a ripercorrere. MotoGP: nel 2024 gare pi&ugrave; veloci di quasi 10 secondi, anche grazie a Michelin Dalla Rookies Cup al CEV, passando per i record nel MotoAmerica   L'avventura ad alto livello del classe '97 &egrave; iniziata nel triennio 2011-2013, in cui ha gareggiato in Red Bull Rookies Cup dopo aver superato le selezioni dell'anno precedente, vincendo nella stagione di debutto sul circuito di Brno e vivendo in prima persona anche il passaggio dalle 125 alle Moto3 nel monomarca KTM tra il secondo ed il terzo anno. Proprio in quegli anni ha anche corso nell'AMA (diventato poi MotoAmerica), diventando il pilota pi&ugrave; giovane di sempre a vincere nella classe 600 grazie al trionfo ottenuto a 15 anni al Barber Motorsport Park per poi ripetersi anche a Laguna Seca e a Salt Lake City. Dopo essersi messo in mostra sia nel contesto internazionale che in quello americano, complice anche il fisico ormai poco adatto alle piccole cilindrate, quando &egrave; tornato in Europa ha poi preso parte all'Europeo Moto2 dell'allora CEV (ora FIM JuniorGP) con la Kalex del team AGR, andando a formare un team tutto a stelle e strisce con Jayson Uribe. I buoni piazzamenti ottenuti, tra cui tre podi e la Top 10 nel mondiale nella sua amata Brno come sostituto di Yonny Hernandez, gli hanno aperto le porte della serie iridata per l'anno successivo. Quartararo: "Meglio o peggio? Non saprei, ma ora la Yamaha &egrave; diversa" L'avventura in Moto2 e il passaggio in MotoGP rifiutato   L'esperienza nel mondiale Moto2 &egrave; iniziata nel 2018 con una poco competitiva NTS, per poi passare l'anno successivo al team American Racing, con il quale sono arrivate le prime vere soddisfazioni. Con la squadra capitanata da Eitan Bitbul e John Hopkins ha infatti ottenuto il primo podio nel 2020 (sempre a Brno), per poi arrivare ad una decisione bizzarra a fine stagione: rifiutare la sella di Aprilia in MotoGP per puntare al titolo Moto2 con il team Italtrans. Con la squadra che nel 2020 aveva vinto il mondiale con Enea Bastianini, Roberts ha gareggiato dal 2021 al 2023 centrando il primo successo in carriera, risultando per&ograve; meno competitivo del previsto nel corso dell'intero campionato. Il ritorno in American Racing quest'anno sembra avergli ridato fiducia, come dimostrano i tre secondi posti consecutivi ottenuti: basteranno per fargli ricevere una nuova proposta per approdare in MotoGP, questa volta praticamente impossibile da rifiutare? Mir promuove la nuova Honda: "Migliore di quanto non dicano i tempi"       

Jo&egrave; &egrave; diventato leader di campionato riportando gli USA al top per la prima volta dal 2006, ma prima di arrivarci ha avuto una carriera equiparabile ad un giro sulle montagne russe

Moto2: lo strano percorso di Roberts verso la leadership del mondiale

        L&rsquo;iconica livrea con la quale Max Biaggi e Shin'ya Nakano portarono al debutto la RSV4 nel mondiale Superbike torna a rivivere grazie ad una serie limitata che la casa di Noale ha presentato in occasione del round americano del motomondiale. SBK, ESCAMEZ: "HONDA, ULTIMI MA NON PER MOLTO" Edizione limitata ad effetto nostalgia L&rsquo;Aprilia RSV4 ha rappresentato la casa veneta nel WorldSBK per una decade, a partire dalla stagione del debutto nel 2009 al 2018, ultimo anno in cui furono schierate per tutta la stagione le moto di Noale dal team Milwaukee. In questi dieci anni Aprilia ha lasciato il segno riuscendo a conquistare sette titoli mondiali (tre piloti e quattro costruttori), 44 successi di manche e 102 podi. Quando nel 2008 venne annunciato il ritorno di Aprilia nel mondiale Superbike nessuno si sarebbe immaginato che quella che avrebbe esordito da li a pochi mesi sarebbe stata una delle moto pi&ugrave; vincenti della storia del WorldSBK. La prima stagione inizi&ograve; con Max Biaggi in grado di salire sul podio gi&agrave; alla seconda gara in Qatar, pista dove un paio d&rsquo;anni prima vinse al debutto tra le derivate di serie, poi nella fase centrale del campionato tanti piazzamenti in top10 ma anche complice il duello al vertice tra Ben Spies e Noriyuki Haga la vittoria sembrava non riuscire ad arrivare. A Donington Max torna sul podio, in seconda posizione mettendosi proprio tra i due rivali al titolo prima che le ostilit&agrave; si spostino a Brno. La pista ceca per la sua conformazione &egrave; sempre stato uno dei terreni di caccia preferiti del corsaro, in Gara1 il pilota romano sfrutta la strada lasciata spianata dalla caduta di Ben Spies per involarsi in solitaria verso il primo successo della casa di Noale nel WorldSBK con la Aprilia RSV4. Era il 26 luglio del 2009 e oggi Aprilia decide di festeggiare i 15 anni dal primo successo con la RSV4 Factory SE-09 SBK. Di base &egrave; una Aprilia RSV4 Factory a cui la casa di Noale ha aggiunto di serie il parafango anteriore una coppia di prese d&rsquo;aria per i freni in carbonio. Accanto alla sportiva, Aprilia ha presentato anche la Tuono V4 Factory SE-09 SBK, la hyper-naked che come la SBK Replica si &egrave; tinta degli stessi colori della moto con cui Max Biaggi ha conquistato il primo successo nel mondiale Superbike.   Aprilia quanto manchi Quello &egrave; stato solo il primo di tanti successi, sia per Max che per la casa di Noale. Biaggi infatti nella stagione successiva con la RSV4, questa volta con un&rsquo;altra iconica livrea quella della compagnia aerea di bandiera italiana, conquister&agrave; dieci successi di manche ed il suo primo titolo mondiale SBK. Max Biaggi si ripeter&agrave; due anni pi&ugrave; tardi mentre nel 2014 a centrare il terzo titolo piloti per la casa di Noale fu Sylvain Guintoli. Ai tre titoli mondiali piloti, Aprilia ha sommato anche quattro costruttori, il primo nel 2010 aggiungendo poi il tris consecutivo tra il 2012 e il 2014. Negli ultimi anni Aprilia ha smesso di produrre la RSV4 1000 passando all&rsquo;attuale RSV4 1100 Factory che per&ograve; non pu&ograve; partecipare al WorldSBK (parteciper&agrave; invece alla classe STK del FIM Endurance World Championship grazie alla collaborazione tra il Team Aviobike e Revo-Nuova M2 Racing). L&rsquo;edizione limitata presentata da Aprilia ad Austin fa salire il rimpianto di molti appassionati che non possono pi&ugrave; sostenere la casa di Noale nel WorldSBK, sperando che in futuro i regolamenti consentano alla casa veneta il ritorno in uno dei campionati dove pi&ugrave; ha fatto storia.  SBK, PETRUCCI: "UNA DELLE CADUTE PI&Ugrave; SPAVENTOSE DELLA MIA VITA"       

Ad Austin la casa di Noale ha presentato una nuova edizione limitata della propria superbike per celbrare i 15 anni dalla prima vittoria nel mondiale delle derivate di serie

Aprilia celebra il primo successo in SBK con la RSV4 Factory SE-09 SBK

        L&rsquo;Europeo WEC, che prender&agrave; il via il 5 aprile a Misano, si arricchisce di un nuovo volto. Se nel 2023 la rappresentanza femminile, oltre alle italiane, includeva ragazze spagnole e sudafricane, una rappresentante austriaca, un&rsquo;israeliana e due estoni, quest&rsquo;anno in griglia di partenza ci sar&agrave; una pilota del Brunei. Si tratta della giovanissima Saidatul Zakirah Zairin, 16 anni (ne compir&agrave; 17 ad agosto), che da tempo &egrave; un volto conosciuto in Asia non soltanto per il suo talento come pilota. Il ritiro di Giorgia Blasigh | Io Guido da Sola La storia di Saidatul Zakirah Zairin  Partiamo dall&rsquo;inizio, Zakirah correr&agrave; nell&rsquo;Europeo femminile con il Team GP3 AD11: &ldquo;Sono entusiasta di gareggiare con questa squadra &ndash; le parole della ragazza che giungono da lontano, attraverso i social &ndash; non vedo l&rsquo;ora che inizi la stagione 2024. &Egrave; la prima volta che corro fuori dall&rsquo;Asia, questo mi incuriosisce molto, voglio soprattutto scoprire la differenza tra i piloti con cui ho gi&agrave; corso e le fantastiche rivali europee. Sono grata al team per avermi dato questa opportunit&agrave;, che mi permetter&agrave; di compiere un ulteriore passo avanti nella mia carriera agonistica. Non soltanto non vedo l&rsquo;ora di correre, ma non vedo l&rsquo;ora di migliorare me stessa con l&rsquo;aiuto della squadra&rdquo;. Lei, quando aveva soltanto cinque anni, per seguire il pap&agrave; si spost&ograve; in Qatar e con lui inizi&ograve; ben presto ad appassionarsi alle due ruote: crescendo, ha iniziato a partecipare a varie competizioni, fino a gareggiare ufficialmente in MSBK, ovvero la Superbike malese dove, badate bene, &egrave; riuscita a crearsi un team tutto suo, il Lady Boss Racing Team. &ldquo;Il mio intento &ndash; ha spiegato in un&rsquo;intervista al sito della SBK malese &ndash; &egrave; quello di riuscire a dare sempre pi&ugrave; opportunit&agrave; alle ragazze e alle donne in generale nel mondo delle corse, ma anche ai piloti pi&ugrave; giovani, per far s&igrave; che abbiano una buona squadra che fornisca supporto e visibilit&agrave;&rdquo;. Saidatul Zakirah Zairin, pilota-manager  Il team &egrave; gestito sia da Zakirah che da suo padre: &ldquo;Volevamo essere indipendenti e aumentare la nostra visibilit&agrave;. Insieme a mio padre e alla mia famiglia, sto cercando di far funzionare tutto questo". In questo 2024, vedremo Zakirah direttamente in Italia, ma anche nei Round di Brno e Rijeka, e di sicuro per le colleghe sar&agrave; utile &lsquo;seguirla&rsquo; per comprendere le differenze del suo stile di guida che arriva da lontano. Zakirah parte per la stagione con intenzioni serie e, del resto, il suo motto &egrave;: &ldquo;Fai il possibile per spostare le montagne, ci riuscirai un passo alla volta&rdquo;. La leggenda del Campanellino | Io Guido da Sola       

La sedicenne disputer&agrave; l&rsquo;Europeo ed &egrave; gi&agrave; proprietaria di un team!

Saidatul Zakirah Zairin, dal Brunei al WEC | Io Guido da Sola

Altri 2 anni insieme, tra Francesco Bagnaia e Ducati la storia d&rsquo;amore continua tra rose e fiori cos&igrave; ancora prima del via della stagione (come gi&agrave; accaduto due anni fa al precedente rinnovo) il campione torinese ha messo la firma sul contratto che lo terr&agrave; in rosso fino al 2026.  GP QATAR MOTOGP: ORARI TV, PROGRAMMA E DOVE VEDERLO  Pecco-Ducati: amore eterno  Lo ha confessato fin dal suo approdo in MotoGP sulla Desmosedici del team Pramac, Francesco Bagnaia la Ducati l&rsquo;ha sempre avuta nel cuore e cos&igrave; dopo i due test di Sepang e Lusail nella settimana che porta al via della stagione MotoGP 2024 ecco arrivare il rinnovo del contratto. Una firma che era nell&rsquo;aria gi&agrave; da tempo, ne avevamo parlato tempo fa e lo stesso Pecco aveva confermato la cosa alla premiazione dei Caschi d&rsquo;Oro di Motosprint a inizio febbraio. Dopo due stagioni complicate in MotoGP segnate anche da un grave infortunio rimediato a Brno nel 2020, nelle fila del team Pramac. Nel 2021 Bagnaia &egrave; approdato nel Ducati Lenovo Team, sfiorando il titolo al primo anno grazie ad un incredibile finale di stagione dove dopo aver conquistato la sua prima vittoria in MotoGP ad Assen ha quasi recuperato il distacco da Fabio Quartararo che invece a Misano per via di una scivolata di Bagnaia mentre si trovava in testa conquist&ograve; il suo primo titolo iridato. Pecco ha dovuto aspettare solo un anno e, sempre di rincorsa, ha questa volta battuto il francese laureandosi campione del mondo MotoGP per la prima volta della sua carriera. Un successo bissato nella passata stagione dove dopo aver comandato la classifica ha subito il rientro di Jorge Martin riuscendo per&ograve; grazie a un finale quasi perfetto a laurearsi per la seconda volta campione del mondo MotoGP. Con il rinnovo Pecco prover&agrave; a conquistare il titolo MotoGP anche nelle prossime stagioni cercando di realizzare un incredibile &ldquo;tris&rdquo; gi&agrave; nel 2024 che lo porterebbe ancora di pi&ugrave; nel Gotha della MotoGP.    MOTOGP DEL QATAR DA &quot;VENDETTA&quot; PER MARTIN: SAR&Agrave; DOMINIO DUCATI? 

Non c&rsquo;era motivo di dubitare del rinnovo tra il due volte campione del mondo MotoGP e la casa di Borgo Panigale e cos&igrave; a pochi giorni dal via della stagione ecco la firma sul contratto

Bagnaia e Ducati ancora insieme fino al 2026

        Paddock, certo, ma anche hospitality, box, pit lane e griglia di partenza. Difficile trovare posto in cui Mario Cantoni Fiala non abbia il piacere di presenziare, nella qualit&agrave; di Direttore Divisione Motosport della flymeto. Si tratti di MotoGP, SBK, CIV o CIV Junior, il professionista parte dalla Repubblica Ceca, per recarsi in ogni dove. Il suo motto? Lavorare bene, divertendosi. MotoGP 2023: Spagna batte Italia nelle statistiche Tennis, motori, calcio, JetSurf: Cantoni Fiala ama lo sport come la famiglia La passione riversata da Mario per lo sport &egrave; alta, in particolare se parliamo il linguaggio a due ruote: "Mi piace l'ambiente, adoro le persone, mi emoziono quando sento il rombo dei motori e vedo i piloti in piega" il gusto di Mario, gran conoscitore di varie discipline, tra cui il tennis, del quale &egrave; un ex professionista di ottimo livello. Un suo coach era Pavel Složil, nome molto popolare in patria e al di fuori Dalla racchetta ai propulsori, conseguenza di scelte e attrazioni, poich&eacute; Cantoni Fiala si dimostra interessato anche ai campionati WRT, WRC, con il JetSurf che lo affascina sempre pi&ugrave;. Un episodio particolare ha segnato il percorso, figlio di madre italiana e col pap&agrave; della Repubblica Ceca: "Il mio babbo giocava nella Serie A nella ex Cecoslovacchia. Era un professionista del calcio, figurante nel Zbrojovka Brno. Pensate, i suoi rivali hanno poi militato in Italia: uno su tutti era Tom&aacute;&scaron; Skuhrav&yacute;, punta del Genoa e della Nazionale. Putroppo, pi&ugrave; avanti mio pap&agrave; ebbe un incidente in moto, che lo ha costretto sulla sedia a rotelle e niente pi&ugrave; pallone". Nonostante tutto, le moto e il contatto famigliare sono rimasti saldi nella sua vita: "Ma certo, eccomi qui. Tra l'altro, posso raccontare anche questo: con pap&agrave; abbiamo messo in piedi il wheelchair tennis in Repubblica Ceca. Lui &egrave; Vicepresidente della Federazione, sebbene sia mia mamma a conferirmi gas ed energia nelle attivit&agrave; da me ricoperte. Viaggiare, partendo da casa e alla volta di situazioni e persone stimolanti, rappresenta la mia benzina vitale".  Il giro del Mondo a due ruote di Mario Cantoni Fiala con la flymeto E cos&igrave;, in merito al suo impegno per conto della flymeto, Mario &egrave; abituato a portarsi appreso valige, trolley e zainetti: "Lo faccio volentieri, perch&eacute; coniugo il mio lavoro da Direttore Divisione Motosport alla passione per le gare professionistiche, senza porre alcuna preferenza: che sia MotoGP, SBK, CIV o CIV Junior, corro da Brno al paddock in oggetto". Un altro episodio spiega come sia fatto Cantoni Fiala. Mancavano all'appello Giovani Talenti Azzurri, poich&eacute; fermati da ritardi aerei e disagi conseguenti. Lui, senza perdersi d'animo, ha ottimizzato i tempi: "Addetti e manager, rimanete nel paddock. Prendo l'auto e vado&nbsp; io a recuperare i ragazzi, cos&igrave; facciamo gruppo e voi potete tranquillamente rimanere comodi". E cos&igrave;, questo ex sparring partner della tenniste Anna Kurnikova e&nbsp;Barbora Krejcikov&aacute;, unisce utile &amp; dilettevole, contraddistinguendosi come l'amico fedele dei paddock: "Se la gente pensa cos&igrave; di me, ne sono onorato. Ci metto il cuore, unito all'impegno professionale. Il successo ottenuto dalla flymeto sarebbe nulla senza gli ottimi rapporti umani, che tengo saldi con Dorna, i team, le Federazioni, lo staff Ohvale e tutti quanti contribuiscano alla crescita del motosport".         

Il Direttore Divisione Motosport flymeto &egrave; puntuale, professionale e amichevole: "MotoGP, SBK, CIV, Talenti Azzurri, Ohvale MiniGP Championship: stessa passione"

Mario Cantoni Fiala, "il viaggiatore" sempre disponibile e presente

        Il 2024 sar&agrave; un anno decisamente intenso per il movimento motociclistico femminile, visto che oltre al nuovissimo mondiale riservato alle ragazze che si disputer&agrave; nel contesto della Superbike iridata, ci sar&agrave; nuovamente anche la Women's European Championship. La serie europea organizzata da EMG Eventi e MotoXracing sotto l'egida della FIM Europe ha infatti reso noto il calendario della prossima stagione, che sar&agrave; la seconda riconosciuta dalla Federazione Internazionale come un vero e proprio Campionato Europeo. Cos&igrave; come gi&agrave; accaduto nel corso del 2023, anche l'anno prossimo il campionato sar&agrave; composto da tappe che si disputeranno in concomitanza con diversi campionati di rilievo. I cinque appuntamenti saranno infatti all'interno dei weekend di gara del CIV, del CIV Classic e dell'Alpe Adria, con l'inizio fissato per il 7 aprile a Misano ed il gran finale all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola a fine settembre dopo aver corso a Cremona, Brno e Rijeka. Da Rossi a Bayliss: i piloti pi&ugrave; iconici degli anni 2000 Il calendario 2024 della Women's European Championship  7 aprile: Misano (CIV) 9 giugno: Cremona (CIV Classic) 7 luglio: Brno (Alpe Adria) 10 agosto: Rijeka (Alpe Adria) 29 settembre: Imola (CIV) Dalle Olimpiadi ai Rally: Marco Aurelio Fontana al via della Africa Eco Race       

La serie riservata alle ragazze organizzata da EMG Eventi, MotoXracing e FIM Europe ha reso note le date e i circuiti del campionato: ecco quando e dove si correr&agrave;

WEC: 5 appuntamenti per la stagione 2024 dell'Europeo Femminile

        Per quanto diverse rispetto a quelle sull'asciutto, le gare sul bagnato hanno sempre un fascino particolare. In condizioni di pioggia o di scarso grip, infatti, spesso si assiste a corse decisamente movimentate, ricche di colpi di scena e con valori in campo diversi (almeno in parte) rispetto a quelli che si vedono abitualmente. In queste condizioni ci sono piloti che non riescono a trovare il proprio ritmo e ad essere competitivi, ma anche e soprattutto altri in grado di esaltarsi mettendo in mostra qualit&agrave; che faticano a tirar fuori normalmente. Dai big ad alcuni veri e propri outsider, ne abbiamo scelti otto pi&ugrave; un &ldquo;bonus&rdquo;: ecco quali sono alcuni dei grandi specialisti del bagnato per quanto riguarda l'era moderna. Da Rossi a Bayliss: i piloti pi&ugrave; iconici degli anni 2000 1) Marc Marquez   E' difficile dire qualcosa che non si sappia a proposito dell'otto volte campione del mondo, il quale non &egrave; soltanto uno dei piloti pi&ugrave; forti di sempre in generale, ma anche uno specialista delle gare disputate in condizioni critiche. Al di l&agrave; della pioggia, infatti, il vero punto di forza dello spagnolo &egrave; la capacit&agrave; di adattamento quando il meteo &egrave; mutevole, come in quelle gare in cui viene effettuato il flag-to-flag (il cambio moto ai box) o in casi come Brno 2019, dove conquist&ograve; la pole sotto l'acqua con gomme slick. 2) Danilo Petrucci   Il ternano &egrave; uno dei piloti pi&ugrave; versatili in assoluto, come dimostrano anche le sue fantastiche prestazioni in ambienti ben diversi dal mondiale come il MotoAmerica o la Dakar. Nelle serie iridate, per&ograve;, il suo talento in condizioni di bagnato &egrave; innegabile. Non &egrave; un caso che il suo primo podio in carriera in MotoGP sia arrivato proprio sotto la pioggia a Silverstone nel 2015, cos&igrave; come la splendida vittoria (la seconda ed ultima in classe regina) a Le Mans nel 2020 con la Ducati del team Factory. &nbsp; 3) Jonathan Rea   Da buon britannico, il sei volte campione del mondo della Superbike ha dimostrato in svariate occasioni di essere uno dei migliori interpreti delle condizioni estreme, con cui ha ben figurati fin dai tempi della Honda riuscendo a lottare alla pari contro moto ben pi&ugrave; performanti rispetto al CBR. Nell'era Kawasaki il suo amore per le condizioni difficili &egrave; proseguito e, chiss&agrave;, magari continuer&agrave; a vincere sia sull'asciutto che sul bagnato anche con la Yamaha nel 2024. 4) Valentino Rossi   Trattandosi di una vera e propria leggenda vivente del mtoociclismo e dell'intero mondo del motorsport, &egrave; difficile trovare un ambito in cui il nove volte campione del mondo non sia tra le eccellenze. Il bagnato non fa eccezione e ci sono tantissime gare che si potrebbero citare in cui Valentino ha mostrato grande velocit&agrave; sotto la pioggia, come il trionfo di Silverstone nel 2015 e, soprattutto, quello di Donington Park del 2005 con la &ldquo;suonata di violino&rdquo; sotto la bandiera a scacchi. &nbsp; 5) Jack Miller   Per l'australiano si potrebbe fare un discorso simile a quello gi&agrave; fatto per Petrucci, visto che si tratta di un pilota molto veloce, ma le cui doti vengono esaltate in maniera particolare sotto l'acqua. Un esempio lampante del talento di Jack sul bagnato &egrave; quello di Assen 2016, Gran Premio in cui conquist&ograve; la sua prima vittoria in carriera in MotoGP stupendo tutti in sella alla Honda del team MarcVDS, ma anche con Ducati riusc&igrave; ad inserirsi spesso al vertice in condizioni di pioggia o scarso grip. 6) Andrea Dovizioso   Per rendere l'idea di quanto il &ldquo;Dovi&rdquo; sia stato un grande pilota sul bagnato, basta nominare un singolo Gran Premio: Motegi 2017. Con la Ducati Desmosedici, Andrea riusc&igrave; a tenere testa ad un altro specialista assoluto presente in questa lista come Marc Marquez, mettendo in scena un duello gi&agrave; entrato negli annali del motociclismo e vinto proprio dal forlivese. Non sar&agrave; riusito nell'impresa di vincere il mondiale nella classe regina, ma &egrave; stato uno dei pochissimi in grado di dare del filo da torcere allo spagnolo nei suoi anni d'oro. &nbsp; 7) Chris Vermeulen  Se si pensa al pilota di Brisbane, il primo ricordo che viene in mente riguarda pronbabilmente la sua positiva carriera nelle derivate di serie, dove ha conquistato il titolo in Supersport nel 2003 per poi passare in SBK con la Honda diventando anche vice campione nel 2005. L'australiano &egrave; per&ograve; riuscito a ben figurare anche nel Motomondiale, dove proprio sotto la pioggia ha vinto la sua unica gara in carriera in MotoGP nel 2007 in occasione del Gran Premio di Francia a Le Mans con la Suzuki, mettendo in mostra anche davanti al grande pubblico la propria versatilit&agrave; in condizioni di bagnato. 8) Anthony West   A quanto pare, i piloti australiani hanno un rapporto particolare con la pioggia e riescono a trovarsi particolarmente a proprio agio durante le gare bagnate. West non fa eccezione, visto che pur non essendo stato un grande vincente, ha ottenuto tanti ottimi piazzamenti in condizioni difficili, come la vittoria ad Assen in 250 nel 2003 o il podio di Donington nel 2005, fino all'inaspettato trionfo (sempre ad Assen) nel 2014 in Moto2 e le buone prestazioni in MotoGP con una Kawasaki decisamente non competitiva. &nbsp; Bonus: Ryuichi Kiyonari   Con il giapponese non si pu&ograve; parlare di vero e proprio mago della pioggia, ma &egrave; impossibile non inserirlo almeno come &ldquo;bonus&rdquo; in questa lista, visto che ogni appassionato ha ancora ben impressa nella memoria la sua incredibile Superpole sotto l'acqua di Donington Park 2008 in Superbike con la Honda Ten Kate, messa di traverso ad ogni staccata nonostante ill diluvio. &ldquo;Kiyo&rdquo; ha vissuto una splendida carriera nel BSB ed &egrave; tuttora uno dei piloti pi&ugrave; amati in Giappone, ma le sue gesta con la CBR resteranno sempre tra le pi&ugrave; spettacolari in assoluto. I dieci circuiti pi&ugrave; spettacolari per le gare di moto       

Ci sono piloti che, in condizioni di scarso grip, riescono ad esaltarsi e a far valere il proprio talento. Ne abbiamo scelti alcuni dell'era moderna: ecco chi sono, per noi, i &ldquo;maghi&rdquo; della pioggia

Da Marquez a Petrucci: i grandi specialisti delle gare sul bagnato

Difficile se non impossibile scegliere solo 10 moto in oltre 100 anni di competizioni a due ruote, ci abbiamo provato scegliendo 10 moto da corsa che vanno dagli anni &#39;80 ai giorni d&rsquo;oggi. Ci sarebbero moltissime moto meritevoli di stare in questa lista come la Honda 166, la BMW R75/5, la Moto Guzzi V8 o la Norton Manx ma sono perse nel passato ed &egrave; ormai raro anche per gli appassionati poterle vedere. Ecco dunque la nostra scelta, in ordine rigorosamente alfabetico:  Aprilia RS 250 V  Partiamo con una moto della quale abbiamo gi&agrave; dedicato un articolo completo sulla sua storia, la &ldquo;duemezzo&rdquo; di Noale ha corso dal 1993 al 2009 anno in cui la 250 ha corso la sua ultima stagione nel motomondiale. Bicilindrica da 249,6cc rigorosamente 2 tempi, 105cv nella sua ultima versione per poco meno di 100kg di peso ha letteralmente dominato la classe di mezzo vincendo 150GP su 290 a cui ha preso parte. Vincere con la moto di Noale &egrave; stato il trampolino di lancio per moltissime delle MotoGP Legend degli ultimi 20 anni: Max Biaggi, Loris Capirossi, Valentino Rossi e ancora Jorge Lorenzo e Marco Simoncelli che l&rsquo;ha portata alla vittoria con il marchio Gilera.    &nbsp;  Aprilia RS Cube  Restiamo in Veneto con la prima MotoGP della casa di Noale, la RS Cube fu un progetto forse troppo avanzato per le tecnologie dell&rsquo;epoca. Con l&rsquo;arrivo del 4t nel motomondiale e l&rsquo;introduzione della MotoGP, Aprilia decise, come qualche anno prima con la RS400 di andare controtendenza rispetto a quanto fatto dalle giapponesi. Se Honda e Yamaha scelsero rispettivamente un V5 e un 4 in linea, a Noale pensarono che un tre cilindri di derivazione Cosworth potesse essere sufficiente per lottare ad armi pari coi giapponesi. La moto nel 2002 era effettivamente la pi&ugrave; potente in pista ed era accreditata di 240cv con una velocit&agrave; massima che sfiorava i 330 km/h. Purtroppo la potenza &egrave; nulla senza il controllo e non bastarono soluzioni come il primo ride by wire o la frizione in carbonio a rendere le moto di Noale competitive in MotoGP.    &nbsp;  Aprilia RSV4  Passiamo alle derivate di serie, anche qui Aprilia dice la sua con la RSV4, arrivata nel 2009 in listino e portata in gara da Max Biaggi e Shin&#39;ya Nakano&nbsp;con la V4 di Noale il romano &egrave; riuscito a centrare un successo a Brno nella stagione di debutto della creatura di Gigi Dall&rsquo;Igna. Negli anni successivi il binomio tra la moto veneta e il pilota romano divenne quasi imbattibile permettendo a Biaggi di conquistare due titoli mondiali SBK. Iconica la stagione 2010 dove con una RSV4 sponsorizzata Alitalia, il corsaro conquist&ograve; il suo primo titolo nelle derivate di serie con 10 successi di manche e 4 podi. La SBK di Noale conquister&agrave; anche il titolo con Sylvain Guintoli nel 2014, facendo salire a 54 i titoli iridati di Aprilia.    &nbsp;  &nbsp;  Cagiva C594  Una delle moto italiane pi&ugrave; famose degli anni &rsquo;90, la Cagiva C594 &egrave; stata l&rsquo;ultima 500 della casa varesina. Telaio misto carbonio-alluminio (di cui abbiamo gi&agrave; parlato qui), motore 4 cilindri a V di 80&deg; 498,3cc ovviamente a 2 tempi alimentati da carburatori Mikuni TV da 39 a valvola piatta con power jet elettronico. La moto lombarda raggiungeva 185cv a 12.500 giri. Con la C594, Cagiva arriv&ograve; a lottare quasi ad armi pari con i colossi giapponesi tanto che John Kocinski termin&ograve; in terza posizione il campionato 1994. Le sue linee quasi senza tempo portarono la casa di Varese a riprenderle quando nel 2008 present&ograve; l&rsquo;ultima evoluzione della Cagiva Mito 125 SP525.    &nbsp;  Ducati Desmosedici GP7  La prima moto iridata in MotoGP della casa di Borgo Panigale che con Casey Stoner nel 2007 conquist&ograve; 10 successi e 4 podi su 18 gare, con Loris Capirossi che festeggi&ograve; a Motegi l&rsquo;unico successo stagionale nel giorno in cui Casey Stoner vinse il titolo mondiale. Nel 2007 la MotoGP pass&ograve; da 990cc a 800cc e Ducati grazie alla propria distribuzione desmodromica riusc&igrave; fin da subito a mostrare una potenza ed una velocit&agrave; irraggiungibile per le case giapponesi. Motore portante V4 di 90&deg; e telaio ancora in traliccio di tubi d&rsquo;acciaio (il monoscocca in carbonio debutter&agrave; solo nel 2008) e gomme Bridgestone completarono un pacchetto che con il talento dell&rsquo;australiano in sella fu quasi imbattibile.    &nbsp;  Ducati 916  Quando una moto, e le sue eredi, passano alla storia con il nome di &ldquo;serie perfetta&rdquo; ci sarebbe poco da aggiungere. La 916 e le successive 996 e 998, hanno fatto la storia del mondiale SBK tra il 1994 e il 2002 vincendo 6 titoli piloti in 9 anni di corse grazie a Carl Fogarty, Troy Corser e Troy Bayliss, ultimo a portare al successo la &ldquo;serie perfetta&rdquo; prima dell&rsquo;arrivo della 999 F03 che apr&igrave; un nuovo ciclo di vittorie per la casa di Borgo Panigale. Telaio ovviamente in traliccio di tubi d&rsquo;acciaio, motore bicilindrico a L con la cilindrata che &egrave; salita dai 916cc ai 998cc col passare degli anni. Sicuramente l&rsquo;essere la Ducati pi&ugrave; vincente della storia ha aiutato il successo commerciale, ma siamo certi che anche senza tutte quelle vittorie in pista le linee disegnate da Massimo Tamburini l&rsquo;avrebbero resa, ancora oggi, una delle moto pi&ugrave; belle di sempre.    &nbsp;  &nbsp;  Honda RC211V 2002  La prima vera MotoGP, quando nel 2002 il motomondiale introdusse la nuova classe riservata ai prototipi da 990cc 4, HRC cre&ograve; un vero e proprio pezzo d&rsquo;arte contemporanea. Mentre tutte le altre case derivarono le loro prime MotoGP dalle 500, la casa dell&rsquo;ala dorata cre&ograve; da zero un nuovo progetto che si rivel&ograve; di fatto imbattibile. Motore V5 da 75,5&deg; in grado di erogare oltre 240cv, una ciclistica affilata con un telaio perimetrale in alluminio ed un peso contenuto a 148kg. Nella stagione di debutto vinse 14 gare su 16, ovviamente la maggior parte di queste, 11, se le aggiudic&ograve; Valentino Rossi mentre le restanti 3 se le spartirono il suo compagno di squadra nel team Repsol Toru Ukawa e Alex Barros che dopo aver iniziato la stagione con la &ldquo;vecchia&rdquo; 500 nel finale di stagione ricevette la RC211V e conquist&ograve; la vittoria a Motegi e Valencia.    &nbsp;  Honda VTR750R RC30  Anche della VTR750R abbiamo gi&agrave; parlato ampiamente in un suo pezzo dedicato, la moto che nacque per volere di HRC per il mondiale Superbike e che si rivel&ograve; pressoch&eacute; imbattibile nei primi anni del mondiale delle derivate di serie e non solo. Con la RC30 arrivarono successi a raffica anche nelle road race e nel mondiale Endurance.    &nbsp;  Suzuki RGV 500 Gamma  Debutta nel motomondiale nel 1987 al posto della precedente RG,&nbsp;termina la propria carriera nel 2001 al termine della vita delle 500 da GP. Nonostante una carriera cos&igrave; lunga, la moto di Hamamatsu conquist&ograve; solo due titoli mondiali, uno nel 1993 con Kevin Schwantz&nbsp;ed il secondo nel 2000 con Kenny Roberts Jr. Solo due titoli in quindici anni di carriera, eppure la RGV ancora oggi &egrave; una delle moto pi&ugrave; riconoscibili e amate dagli appassionati.    &nbsp;  Yamaha R7  Ultima ma solo per ordine alfabetico una delle moto pi&ugrave; rare che ogni collezionista e appassionato vorrebbe in garage, la Yamaha R7. Nata alla fine del secolo scorso per disputare il mondiale SBK fu prodotta in soli 500 esemplari, il minimo necessario per l&rsquo;omologazione FIM. 4 cilindri in linea da 749cc, 5 valvole per cilindro ed una potenza che con il kit race raggiungeva i 135cv. La moto era figlia dell&rsquo;esperienza in 500 di Yamaha tanto che il telaio la ciclistica, soprattutto il telaio deltabox in alluminio era figlio delle geometrie della YZR500.   

Una sigla, un dettaglio, spesso per passare alla storia basta veramente poco o perlomeno cos&igrave; &egrave; per questi dieci modelli

Le 10 moto pi&ugrave; iconiche di tutti i tempi

La frattura tra Valentino Rossi e Marc Marquez, nata dopo i fatti della stagione 2015, non &egrave; ancora sanata e continua a portare strascichi. L&rsquo;ultimo riguarda Alex, fratello dell&rsquo;otto volte iridato.  L&rsquo;episodio riguarda la stagione 2019, quando Alex Marquez correva ancora in Moto2 e le sirene della MotoGP iniziavano a farsi insistenti, a tal punto che il Petronas SRT di Razlan Razali decise di ingaggiare lo spagnolo per l&rsquo;anno seguente. Secondo quanto emerso, l&rsquo;accordo fu bloccato dalla stessa Yamaha, pur di impedire a un membro della famiglia Marquez di salire in sella a una M1.  Calendario MotoGP 2024  Alex Marquez e Yamaha: parla Razlan Razali   A raccontare il retroscena &egrave; lo stesso due volte campione del Mondo in un documentario trasmesso da DAZN, intitolato &ldquo;Alex&rdquo;. &nbsp;&quot;Era il mio quinto anno in Moto2 ed ero criticato per questo, infatti erano anni che volevo passare in MotoGP &ndash; le parole di Alex Marquez &ndash; e cos&igrave;, a met&agrave; anno, precisamente a Brno, mi fu proposto di fare un anno in Moto2 e credo due stagioni in classe regina, con la Yamaha marchiata Petronas. In quel momento Fabio Quartararo con la stessa moto era nelle posizioni di vertice, in lotta con Marc, ed era una moto che mi piaceva. Pensavo che fosse adatta al mio stile di guida, ma la storia non funzion&ograve; per alcuni motivi&rdquo;.  Una vicenda confermata dalle parole dello stesso Razali: &quot;Ero il team principal della squadra, nel 2019 avevamo una moto in Moto2, ma la Dorna ci diede un altro posto per la stagione 2020. Alex mi piaceva ed era nella mia lista dei candidati. Al termine di una serie di colloqui riservati, tra cui quello decisivo che avvenne nel motorhome di Marquez, decidemmo di farlo stare con noi per un anno in Moto2 e nel 2021, quando Fabio sarebbe passato al team ufficiale, Alex sarebbe salito in top class&quot;.  Nel corso dell&rsquo;intervista proposta nel documentario, sempre Razali ha mostrato una foto a riprova dell&rsquo;accordo: &quot;Vedete? Ho una foto che lo dimostra. Successe nell&#39;agosto 2019, alle 10 di sera. Dissi ai vertici di Iwata che volevo ingaggiare Alex per la Moto2 e poi per la MotoGP, ma mi fu detto che nessun membro della famiglia Marquez poteva entrare in Yamaha e io chiesi: &lsquo;Perch&eacute;? Questa &egrave; la mia squadra&rsquo;. &Egrave; stato a causa di Marc e di quello che &egrave; successo nel 2015. &Egrave; diventata una questione personale per loro&quot;.    MotoGP, arriva Trackhouse  Yamaha, Alex Marquez e Razlan Razali   Vicenda confermata dallo stesso Marc Marquez: &quot;Il contratto fu firmato nel nostro motorhome, nel 2019, a Brno. Razlan, coraggioso e onesto, apprezzava ci&ograve; che Alex era come pilota senza nemmeno pensare che questo potesse dare fastidio al lato blu. Per quanto ne so, quando il suo nome &egrave; arrivato nel box Yamaha, hanno posto il veto. Pi&ugrave; che una rivalit&agrave; con Rossi, ho sempre avuto una rivalit&agrave; con la Yamaha. Io e Lin Jarvis non ci siamo mai parlati molto. &Egrave; triste che questo accada nel paddock, perch&eacute; bisogna differenziare le cose&rdquo;.  Alex Marquez debutt&ograve; poi in MotoGP nel 2020, con i colori Repsol-Honda.  Jorge Lorenzo: &quot;MotoGP 2024? Scommetto su Marc Marquez&quot; 

A raccontare il retroscena &egrave; stato Razlan Razali, ex team principal Petronas SRT: &quot;Avevo ingaggiato lo spagnolo, ma la Casa di Iwata ferm&ograve; tutto&quot;

&quot;No ai Marquez in Yamaha&quot;: Alex vittima di un veto nel 2019

        L'Alpe Adria International Motorcycle Championship ha gi&agrave; rivolto lo sguardo verso il 2024. A poche settimane di distanza dall'epico finale di Rijeka (dove sono stati assegnati i titoli anche a due piloti italiani), la serie europea ha infatti reso note le date della prossima stagione, che si snoder&agrave; attraverso sei appuntamenti in quattro circuiti diversi. Proprio l'Automotodrom di Grobnik, a Rijeka, sar&agrave; parte integrante dell'annata con ben tre appuntamenti, comprese la tappa di apertura a maggio e quella di chiusura del campionato a fine ottobre. Si torner&agrave; anche al Pannoniaring, in Ungheria, sugli spettacolari saliscendi di Brno in Repubblica Ceca e allo Slovakiaring. CIV: Imola confermata nel calendario 2024 e non solo! Il calendario 2024 dell'Alpe Adria  17-19 maggio: Grobnik (Croazia) 14-16 giugno: Pannoniaring (Ungheria) 5-7 luglio: Brno (Repubblica Ceca) 9-11 agosto: Grobnik (Croazia) 20-22 settembre: Slovakiaring (Slovacchia) 18-20 ottobre: Grobnik (Croazia) SSP: Simone Corsi passa a Ducati con il team Renzi Corse       

L'AAIMC ha reso note le date della prossima stagione, con sei round in quattro tracciati europei e sia l'apertura che il gran finale sul circuito croato di Rijeka

Alpe Adria: sei appuntamenti nel calendario provvisorio del 2024

        Fu lo stesso Valentino Rossi ad ammettere che la scelta di accettare l&rsquo;ingaggio faraonico propostogli da Ducati per disputare le stagioni 2011 e 2012 in sella alla rossa di Borgo Panigale fu un errore. Solo tre podi in due stagioni, nessuna vittoria per la prima volta nella sua carriera e soprattutto cosa che non accadeva dall&rsquo;anno del debutto in 125 fuori praticamente fin dal via dalla corsa al titolo. Marc Marquez ha l&rsquo;occasione di fare meglio del rivale storico e provare, non solo a conquistare una vittoria con la Ducati ma riuscire a vincere il titolo con un team privato cosa senza precedenti nell&rsquo;era MotoGP. MOTOGP 2024: IN DUCATI TORNA IL DUELLO MARQUEZ/VR46 CON MARTIN SULLO SFONDO 2011-2012: anni horribiles per Valentino Quando in un torrido ferragosto a Brno, Ducati diede l&rsquo;annuncio ufficiale dell&rsquo;ingaggio di Valentino Rossi per il biennio 2011-2012 andando cos&igrave; a sostituire Casey Stoner, primo a portare l&rsquo;alloro alla casa bolognese tutti si sarebbero aspettati che il binomio italiano avrebbe portato a qualcosa di grande. Purtroppo fin dal primo test di Valencia all&rsquo;indomani del GP di chiusura della stagione fu ben chiaro a tutti che il matrimonio si poggiava su fondamenta molto precarie. Casey Stoner, passato in HRC, si adatt&ograve; subito alla RC212V chiudendo al comando il test mentre Valentino sulla Desmosedici GP11 incass&ograve; 1&rdquo;695 e chiuse quindicesimo su diciassette piloti.  Le due stagioni in rosso diedero inizio all&rsquo;evoluzione della Desmosedici che pass&ograve; presto dal telaio monoscocca in carbonio ad uno in alluminio e da met&agrave; stagione con la GP11.2 come venne rinominata all&rsquo;epoca ad un primo tentativo di &ldquo;giapponesizzazione&rdquo; del progetto si arriv&ograve; ad un doppia trave in alluminio. Tutti questi cambiamenti non migliorarono troppo il rapporto tra Valentino e la sua Desmosedici, tre podi, un terzo posto nel 2011 a Le Mans dopo che poche settimane prima a Jerez si consum&ograve; il famoso contatto tra &ldquo;il Dottore&rdquo; e Casey Stoner che mise fuori gioco l&rsquo;australiano, dopo la gara quest&rsquo;ultimo parlando con Valentino disse l&rsquo;ormai celebre affermazione: &ldquo;La tua ambizione ha superato il tuo talento&rdquo;. Mentre nel 2012 Rossi sal&igrave; sul secondo gradino del podio in due occasioni, la prima sempre in un GP &ldquo;bagnato&rdquo; a Le Mans mentre per la seconda e ultima volta in rosso fu nel GP di San Marino a Misano Adriatico. A fine anno le vie di Ducati e Valentino si separarono con l&rsquo;italiano che torn&ograve; in Yamaha e Ducati che punt&ograve; su Andrea Dovizioso che anche grazie all&rsquo;arrivo di Gigi Dall&rsquo;Igna arrivato in Ducati a fine 2014 diede il via alla rincorsa alle giapponesi terminata lo scorso anno con la conquista della &ldquo;tripla corona&rdquo; ovvero titolo piloti, titolo costruttori e titolo team.  MOTOGP, 4 ANNI FA L'ULTIMO MARQUEZ ORA CON DUCATI CERCA LA 9A SINFONIA Marquez tra redenzione e storia Quando nel 2013 Marc Marquez debutt&ograve; in MotoGP il dualismo con Valentino Rossi, amico e rivale, fu subito sotto l&rsquo;occhio di media e tifosi. La loro era &ldquo;un&rsquo;amicizia&rdquo; destinata per&ograve; a durare poco, due cannibali cos&igrave; vincenti &egrave; difficile che possano coesistere e nel 2015, tra il gioved&igrave; e la domenica di Sepang si consum&ograve; la rottura definitiva tra i due. Marquez da allora ha poi conquistato altri 4 titoli mondiali portando a 8 il suo bottino iridato, uno in meno del rivale italiano. Marc che a fine anno dopo 11 stagioni lascer&agrave; HRC prover&agrave; a fare ci&ograve; che Valentino non &egrave; riuscito a compiere: vincere con la casa di Borgo Panigale. La sfida di Marc &egrave; sotto un certo punto di vista &ldquo;pi&ugrave; facile&rdquo; visto che la Ducati &egrave; in questo momento la moto da battere e con la quale piloti ufficiali e privati riescono a lottare per il podio e le vittorie mentre nel 2010 l&rsquo;unico a salire sul gradino pi&ugrave; alto del podi con la rossa fu Casey Stoner mentre Nicky Hayden suo compagno sal&igrave; sul podio in una sola occasione ad Aragon.  Lecito immaginarsi che Marc Marquez potr&agrave; essere subito della partita. Negli ultimi anni Enea Bastianini e Marco Bezzecchi da rookie in MotoGP, con una Ducati clienti sono riusciti a salire sul podio in MotoGP, &egrave; facile aspettarsi che un 8 volte campione del mondo come Marc Marquez potr&agrave;, anche se con una Ducati privata vecchia di una o addirittura due stagioni (non &egrave; ancora chiaro se il team Gresini nel 2024 disporr&agrave; della GP23 o della GP22 con cui stanno gi&agrave; correndo in questa stagione), lottare per la vittoria ed il titolo. Lo spagnolo ha accettato questa sfida per tornare ad essere il pilota migliore del mondo, dovesse riuscire a vincere il titolo con una Ducati, veramente privata e non una ufficiale in gestione al team satellite come sarebbe nel caso di Jorge Martin, porterebbe lo spagnolo non solo a pareggiare il numero di mondiali vinti dal rivale Valentino Rossi ma anche e soprattutto a realizzare un&rsquo;impresa senza precedenti in MotoGP.  MOTOGP: ALEX MARQUEZ CORRE VERSO L&rsquo;INDONESIA       

Il biennio bolognese di Valentino &egrave; stato il peggiore della sua carriera, Marc ha la possibilit&agrave; di riuscire a trionfare proprio dove il suo rivale storico venne sconfitto

MotoGP, Marquez sulla Ducati può vincere dove Rossi ha fallito

        KTM questa mattina ha voluto &ldquo;giocare&rdquo; sui social con un teaser che annunciava una notizia per le 10. Di fatto la notizia era nientemeno che il rinnovo di Dani Pedrosa come tester KTM al fianco di Mika Kallio e di Jonas Folger in sella alla RC16 ufficiale.&nbsp; Si legge nella nota rilasciata da KTM poco fa: &ldquo;La MotoGP Legend e test rider di RedBull KTM Factory Racing, Dani Pedrosa proseguir&agrave; nel suo ruolo chiave nel programma test di KTM dopo aver raggiunto l&rsquo;accordo per il prolungamento del suo attuale contratto. Il 37enne continuer&agrave; a fornire le sue idee all&rsquo;R&amp;D per migliorare ulteriormente la RC16 ufficiale dopo essere entrato in squadra nel 2019.&rdquo;&nbsp; Se la RC16 ufficiale &egrave; arrivata a questo punto, lo si deve sicuramente al grande lavoro svolto, sia in pista come wild card che nei test, dal "Piccolo Samurai". Grazie a Pedrosa, entrato a pieno regime nel test team dopo aver recuperato dall&rsquo;infortunio alla clavicola, la KTM ha messo a segno una prima preziosissima vittoria in MotoGP con Brad Binder a Brno nel 2020.&nbsp; Lo spagnolo, dopo essere sceso in pista a Jerez all&rsquo;inizio della stagione, sar&agrave; nuovamente protagonista a Misano nel weekend successivo a questa tappa di Barcellona del Motomondiale.&nbsp; Le parole di Pedrosa e del management KTM  A margine dell&rsquo;annuncio ufficiale hanno parlato lo spagnolo, il team manager Francesco Guidotti ed il Direttore di KTM Motorsport Pit Beirer Dani Pedrosa ha dichiarato: &ldquo;Sono veramente felice e grato di continuare con KTM, gli ultimi anni sono stati davvero produttivi. Abbiamo fatto progressi graduali ma sempre positivi, i piloti si sono avvicinati sempre pi&ugrave; alla vetta ed hanno ottenuto alcuni buoni risultati. Continueremo su questa strada con la moto, sempre pi&ugrave; importante oggi in MotoGP. Sono molto contento di fare parte del team e non vedo l&rsquo;ora di essere a Misano, anche se Jerez &egrave; stata speciale per me con tutti i tifosi.&rdquo; Francesco Guidotti ha detto: &ldquo;L&rsquo;esperienza in MotoGP di Dani &egrave; immensa e ci ha dimostrato a Jerez che &egrave; ancora in grado di fare tempi da top rider. Quell&rsquo;abilit&agrave;, i suoi standard ed il suo feeling unico con una MotoGP sono quello che lo rendono per noi importante e di ispirazione per i piloti. Ci permette di tenere costanti alcuni pezzi del nostro progetto MotoGP e per questo l&rsquo;impegno con Dani &egrave; molto positivo. Non vediamo l&rsquo;ora di Misano!&rdquo; Infine, Pit Beirer ha spiegato: &ldquo;Le indicazioni e i giri che ha fatto Dani con il test team ci hanno aiutato a portare la RC16 dove &egrave; adesso: una moto tra le pi&ugrave; veloci in pista e una delle migliori da avere in bagarre. Dopo cinque anni insieme, conosce il nostro programma, i nostri tecnici e la nostra filosofia molto bene ed il lavoro &egrave; pi&ugrave; importante che mai. Siamo lieti di mantenerlo nella nostra struttura e per Dani perch&eacute; continui ad aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi in MotoGP.&rdquo;       

Lo spagnolo ha rinnovato il contratto che lo lega alla casa di Mattighofen sin dal 2019 e proseguir&agrave; il suo lavoro sulla RC16 nei prossimi anni

Dani Pedrosa confermato tester KTM anche nel 2024

        Nel round di Brno disputato il 15-16 luglio, Beatriz Neila Santos ha conquistato il quarto titolo nel WEC, il Women&rsquo;s European Championship in precedenza ribattezzato &lsquo;Women&rsquo;s European Cup&rsquo;. Classe 2002, nativa di Madrid, Beatriz &egrave; il punto di riferimento del movimento femminile e mira, dichiaratamente, al mondiale "in rosa" che vedr&agrave; la luce nel 2024. Dopo la quarta corona consecutiva conquistata in Repubblica Ceca, che la rende attualmente imbattuta nell'Europeo riservato alle ragazze, la Neila Santos ha partecipato al round di Misano del CIV Supersport 300, sempre con i colori 511 Racing Team, cogliendo un ottavo posto alle spalle della compagna di squadra Sara Sanchez. La presenza della plurititolata spagnola al MWC &egrave; stata l&rsquo;occasione per farle qualche domanda, tra risultati in pista, obiettivi e uno sguardo sulla sua vita privata. Formula 1: le livree dei team sulle MotoGP L'imbattibile Beatriz Neila Santos nel WEC  Beatriz, quest&rsquo;anno hai cambiato team e moto, dalla Yamaha del team Trasimeno alla Kawasaki del 511 Racing Team, ma non il risultato finale, e cos&igrave; hai conquistato il quarto titolo di fila nella WEC. &ldquo;Esatto. La stagione era iniziata non senza difficolt&agrave;, perch&eacute; ho dovuto adattarmi a moto e team differenti, ma abbiamo lavorato per il verso giusto, arrivando al titolo. Quello di Brno &egrave; stato un weekend difficile, molto tosto, ma siamo arrivati preparati alla gara, e ho colto due secondi posti che mi hanno dato la certezza matematica della vittoria finale&rdquo;. Quali differenze hai trovato, tra la Yamaha R3 e la Kawasaki 400? &ldquo;Soprattutto all&rsquo;avantreno, perch&eacute; le due moto adottano forcelle differenti. Una novit&agrave; che ha comportato un normale periodo di adattamento&rdquo;. Nella tua ultima apparizione al CIV, contro i tuoi colleghi maschi, hai ben figurato mettendo in mostra ottime prestazioni. Che bilancio trai dopo questo weekend? &ldquo;Positivo, perch&eacute; sono stata forte e ho potuto competere a buon livello con i miei avversari. Certo, rispetto al WEC, nel Campionato Italiano Velocit&agrave; si utilizzano pneumatici differenti (Pirelli e non Dunlop, ndr), traiettorie e stili di guida cambiano, ma nel complesso mi sono sentita a mio agio e ho lasciato Misano col sorriso&rdquo;.  Beatriz Neila Santos, una vita al top  Qual &egrave; il segreto dei tuoi risultati? &ldquo;In testa ho un solo obiettivo: arrivare in alto. Mi alzo la mattina e mi chiedo: cosa posso fare per rendere ancora pi&ugrave; veloce la mia moto? Mi alleno tanto, forse troppo, dedico tantissimo tempo all&rsquo;allenamento, non mi accontento mai&rdquo;. Cosa fai nella vita? Motociclismo a parte, ovviamente. &ldquo;Studio Giurisprudenza, dopo mi alleno. Non ho un altro lavoro perch&eacute;, tra studi e motociclismo, sono gi&agrave; molto impegnata&rdquo;. Da chi hai ereditato la passione per le moto? &ldquo;Dalla mia famiglia. Mio padre &egrave; sempre stato un grande appassionato di motociclismo e mi ha trasmesso il suo amore per le due ruote&rdquo;. In pista, hai vinto tutte le edizioni del WEC, dal 2020 al 2023. Adesso quali sono i tuoi obiettivi? &ldquo;Il mio obiettivo &egrave; il Mondiale femminile, &egrave; ci&ograve; a cui punto, correre nel contesto iridato &egrave; sempre stato il mio sogno pi&ugrave; grande. So che arrivarci e vincere &egrave; difficile, ma parteciparvi sarebbe bellissimo&rdquo;. Hai qualche idolo? &ldquo;Valentino Rossi. Mi piace come persona, &egrave; simpatico, si &egrave; comportato sempre bene con me (Beatriz ha partecipato al VR46 Master Camp, ndr). E fuori dalla pista, quali ambizioni hai? &ldquo;Vorrei arrivare a lavorare per un&rsquo;azienda di livello mondiale. Voglio essere sempre al top, sia in moto che nel lavoro&rdquo;. Valentino Rossi: "Come in MotoGP, in GT ho gli stessi punti di forza"       

A margine del round CIV a Misano, abbiamo intervistato la quattro volte campionessa dell'Europeo: "Il mio segreto? Mi alleno sempre, non mi accontento mai"

Beatriz Neila Santos: la regina del WEC si racconta

        Consegnato agli archivi il round di Imola con il Mondiale forse riaperto grazie alla doppia vittoria domenicale di Razgatlioglu ed al primo vero zero stagionale di Bautista, la Superbike torna in azione questo fine settimana sul tracciato numero 50 della sua storia: Most Il tracciato ceco, che ha soppiantato Brno dal 2021 come Czech Round nel calendario del Mondiale, &egrave; terra di conquista di Toprak Razgatlioglu. Il turco ha ottenuto 4 successi contro i due di Ducati (Scott Redding in gara-2 nel 2021 ed Alvaro Bautista in gara-1 lo scorso anno) ed &egrave; intenzionato a ripetersi anche in questo fine settimana, ma Alvaro Bautista vorr&agrave; rendergli la vita difficile e soprattutto dimenticare lo zero clamoroso di gara-2 di Imola, comunque non dannoso a livello di campionato. La guida TV e gli orari del weekend  L&rsquo;appuntamento di Most sar&agrave; visibile in esclusiva su Sky al canale 208 mentre TV8 mander&agrave; in diretta le sole gare della SBK. Superpole Race in differita prima della partenza di gara-2 di domenica. Venerd&igrave; 28 luglio 10:30-11:15 &ndash; WorldSBK Prove Libere 1 15:00-15:45 &ndash; WorldSBK Prove Libere 2 Sabato 29 luglio 09:00-09:30 &ndash; WorldSBK Prove Libere 3 11:10-11:25 &ndash; WorldSBK Tissot Superpole 14:00 &ndash; WorldSBK Gara 1 15:15 &ndash; WorldSSP Gara 1 Domenica 30 luglio 11:00 &ndash; WorldSBK Tissot Superpole Race 12:30 &ndash; WorldSSP Gara 2 14:00 &ndash; WorldSBK Gara 2 TV8 Sabato 29 luglio 14:00 &ndash; WorldSBK Gara 1 diretta&nbsp; Domenica 30 luglio 14:00 &ndash; WorldSBK Gara 2 diretta Superpole Race in differita alle 13       

Due settimane dopo il round di Imola, le derivate tornano in azione in Repubblica Ceca sul tracciato numero 50 della storia del Mondiale

SBK Most: dove vederla, orari SKY e TV8, programma

        Archiviato il round di Imola con il primo vero errore stagionale di Alvaro Bautista che ha permesso a Razgatlioglu di vincere (non senza patemi) la prima gara lunga (accorciata a 15 giri per il caldo) della stagione. Lo spagnolo mantiene comunque un margine di 70 punti di vantaggio sul turco quando il Mondiale si avvicina al round 8 della stagione. Round che si svolger&agrave; sul tracciato ceco di Most, entrato in calendario nel 2021 per rimpiazzare il mitico Brno ormai decaduto a causa di problemi finanziari Non tutti sanno che&hellip; Sebbene sia stato Brno ad ospitare ufficialmente il Mondiale Superbike per la prima volta nel &nbsp;1993, Most tra il 1990 ed il 1996 &egrave; stato teatro di alcune prove del Campionato Europeo Velocit&agrave; (del quale oggi rimane solamente la Moto2) classe Superbike, poi soppressa alla fine del 1997. Storia e caratteristiche del tracciato di Most  Come detto in precedenza, l&rsquo;Autodrom Most (e di conseguenza ritorna il round ceco) entra in scena nel calendario del Mondiale nel 2021 per sostituire Brno. Prima della costruzione dell&rsquo;attuale tracciato, intorno a Most sono sorti tracciati improvvisati che hanno ospitato le prime competizioni motoristiche in Repubblica Ceca dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima un tracciato intorno al locale birrificio, poi uno nel distretto di Stalingrado e per ultimo un tracciato di 3.4 km vicino alla stazione ferroviaria, chiuso poi nel 1983 per assenza dei requisiti di sicurezza del tempo. Tra il 1978 ed il 1983 viene costruito quello che &egrave; l&rsquo;attuale Autodrom Most, un tracciato di poco pi&ugrave; di 4.2 km che consta di 21 curve, 12 a destra e 9 a sinistra, con un rettilineo principale di 792 metri &nbsp;nato, specificatamente per le competizioni e dotato di alti standard di sicurezza. I tratti caratteristici del tracciato ceco  Il layout del tracciato di Most presenta un lungo rettilineo (792 metri), una chicane al termine del rettilineo e tante curve in sequenza da raccordare. Pu&ograve; ricordare &ldquo;vagamente&rdquo; Suzuka o alcuni tracciati del Mondiale per la sua sequenza 13-14-15-16-17-18 ed anche le 20-21 assomigliano alle due Degner del tracciato giapponese.&nbsp; I punti di frenata pi&ugrave; difficili del tracciato ceco sono: curva 1-2, si arriva lanciati (almeno in gara) dal rettilineo principale; 6-7, si arriva dal complesso 3-4-5 prima di affrontare una variante sinistra-destra; 8-9-10, mini-allungo in uscita dalla 7 per impostare questo complesso: prima la variante destra-sinistra e subito dopo il tornante della 10 Most non offre tantissimi punti dove poter superare l&rsquo;avversario. I punti principali dove poter attaccare sono: curva 1, sfruttando la scia ed il rettilineo; complesso 6-7-8-9-10; luogo ideale per sorpasso e contro-sorpasso; curva 15, che immette nell&rsquo;ultimo complesso prima delle due destre finali; 20 e 21, per le classiche manovre da ultimo giro, possibile l&rsquo;incrocio di traiettoria soprattutto alla 21. Statistiche e record di Most  Il tracciato alle porte dell&rsquo;omonima citt&agrave; &egrave; presente nel calendario del Mondiale Superbike dal 2021 e quella di quest&rsquo;anno &egrave; soltanto la terza edizione del round ceco su questo tracciato. Calcolando anche le gare disputate a Brno, lo Czech Round taglia il traguardo delle 14 edizioni.&nbsp; La prima edizione dell&rsquo;appuntamento in Repubblica Ceca si svolge proprio a Brno nel 1993, round 6 di 14 (poi ridotti a 13 per l&rsquo;annullamento di quello finale in Messico) con le vittorie di Carl Fogarty in gara-1 e Scott Russell in gara-2. L&rsquo;ultima gara disputata a Brno risale al 2018, round 7 di 13, con le vittorie di Jonathan Rea in gara-1 e di Alex Lowes in gara-2 (grazie al contatto fratricida tra le due Kawasaki di Rea e Sykes)&nbsp; A Most, come detto, la Superbike Mondiale ci arriva nel 2021. Round 6 di 13, vittoria in gara-1 e Superpole Race di Toprak Razgatlioglu, gara-2 a Scott Redding. L&rsquo;ultima edizione, quella dell&rsquo;anno scorso, ha visto i successi di Alvaro Bautista in gara-1 e Toprak Razgatlioglu in Superpole Race e gara-2 (come Imola quest&rsquo;anno) Razgatlioglu &egrave; il pilota che ha vinto di pi&ugrave; a Most con 4 successi, 1 a testa per Redding e Bautista. Jonathan Rea detiene il giro record in Superpole con 1&rsquo;30&rdquo;947 mentre Toprak Razgatlioglu quello della gara (Superpole Race) in 1&rsquo;31&rdquo;180       

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul tracciato ceco, dove nel weekend del 28-30 luglio si svolger&agrave; l&rsquo;ottavo round del Mondiale Superbike

Most: curve, lunghezza e criticità per la SBK

        Second on the podium in Thailand last year when he was still a rookie, and the same result at Le Mans earlier this season. Filip Salac and the Gresini team are frontrunners in the Moto2 class, currently lying sixth in the championship, eight rounds into the 2023 season. The Czech rider underlines the progress made so far: "I&rsquo;m always growing&rdquo;, he confirms, &ldquo;and the team too, so we make a strong and competitive pairing. Few people expected this level of competitiveness from us perhaps, but I always believed. Over the winter, I trained hard, spending many hours in the saddle, thinking about how to adapt my style to the category". Salac: "My dad brought a bike home and it all started there&rdquo; Filip, 21 and a native of Mlada Boleslav, retraces his past: "My dad and brother raced. At a certain point, when I was maybe two and a half, dad brought a minibike home. That was my first time on a bike, I liked it, and by 6 I was competing in my first real race, in Italy. I finished third, and then won". Salac describes just how important motorcycling is to the Czech people: &ldquo;The Czech Republic is a small country but it is home to many motorcycle fans. I think motorcycling is one of the most popular sports for us. Despite cold winters and very few tracks at which to ride, there&rsquo;s a real desire to race. My advice would be to move to Italy or Spain, which is more or less what I did.&rdquo; Salac and his goal to be a regular top ten finisher in Moto2 The young rider trains in a particular way to handle the power delivered by the 765cc three-cylinder Triumph, a different world compared to the 250 single-cylinder Moto3 bike. &ldquo;I moved up a category last year and immediately understood the demands of Moto2. The racing lines are different, I realised that, so I&rsquo;m learning to lift the bike back up early and get on the throttle. Sometimes the rear slides, I like that, I had to get used to the sliding. This is why I&rsquo;ve spent many hours riding a supermoto, doing flat track and also riding 1000cc bikes.&rdquo; Salac&rsquo;s goal is clear: &ldquo;To be a regular top ten finisher, avoiding past mistakes. I want to learn more and more every single weekend. I&rsquo;m having fun, trying to make both the team and me happy". Salac and MotoGP: the Brno fans would have a great representative When dreams and objectives align, they become a goal. And for Filip this goal is an eventual move to MotoGP: "It&rsquo;s too soon to say&rdquo;, he comments, &ldquo;but I admit that the thought is there. I&rsquo;ve taken steps forward, climbed a few rungs, but the road to MotoGP is still long. Long, but I believe I can get there. The first desire is to win in Moto2, then I&rsquo;ll take on each subsequent step to build my future". The paddock talks about a possible return of the Brno circuit to the world championship calendar. Historically intertwined with the Czech GP and a much-loved track, this would make for the perfect conjunction. &ldquo;It would be fantastic (he laughs). We&rsquo;ll see. Like I said, I&rsquo;m taking it day by day, putting together an interesting future. If I get the chance to compete in the reigning class, and Brno also returns to the calendar, then it&rsquo;ll be a double dream come true".       

Filip has put the Czech Republic back on a world championship podium: &ldquo;I climbed into the saddle at two and a half, at six I won my first race&hellip; in Italy&rdquo;

Salac: "I dream of debuting in MotoGP and having Brno back on the calendar”

        Il ritorno sulla RC16 dopo la difficile parentesi in Honda non &egrave; partito come previsto per Pol Espargar&ograve;, che ha di fatto saltato tutta la prima met&agrave; di stagione della MotoGP in seguito al terribile incidente avvenuto nel Gran Premio del Portogallo sul tracciato di Portimao. Il pilota spagnolo &egrave; stato sostituito da Jonas Folger fino ad Assen, ma &egrave; ormai prossimo al ritorno in sella alla GASGAS del team Tech3, che guider&agrave; gi&agrave; la prossima settimana. &ldquo;Polyccio&rdquo; sar&agrave; infatti presente al Festival of Speed di Goodwood, dove sar&agrave; alla guida della RC16 nella giornata di gioved&igrave; insieme a diversi altri protagonisti della classe regina delle due ruote (qui tutti i presenti e i giorni in cui ci saranno), mentre il rientro in gara avverr&agrave; a Silverstone ad inizio agosto. Nel frattempo, per&ograve;, il campione del mondo Moto2 del 2013 ha raccontato le difficolt&agrave; incontrate nel corso di questi mesi. Salac: "Sogno il debutto in MotoGP e il ritorno di Brno in calendario" Espargar&ograve;: &ldquo;E' stato difficile trovare la forza di ripartire&rdquo;   &ldquo;Ora sono tornato ad essere la persona sorridente che ero prima, ma &egrave; stato davvero difficilissimo gestire una situazione del genere&rdquo;, ha spiegato Pol. &ldquo;Sono stati senza ombra di dubbio i mesi pi&ugrave; complicati della mia vita, prima per via dei problemi legati alla bocca e alla mascella completamente fratturata, e poi per la lunghissima riabilitazione durante la quale ho perso molto peso e ho faticato a riprendermi per colpa dei nervi del collo che non mi facevano neanche dormire dal dolore&rdquo;. Espargar&ograve; ha poi ammesso che, in quanto pilota, questi episodi vanno messi in conto: &ldquo;Correre in moto &egrave; il mio mestiere e conosco i rischi a cui vado incontro, ma quando succedono queste cose &egrave; davvero difficile affrontare il tutto trovando la forza di ripartire. Per fortuna non mi sono perso d'animo e ho ripreso la forma fisica, grazie anche all'aiuto di mia moglie e delle persone vicine a me che non mi hanno fatto mancare nulla in questo periodo&rdquo;. &ldquo;Anche il team Tech3 GASGAS &egrave; stato fantastico, supportandomi sempre e riaccogliendomi nel box in modo da farmi sentire immediatamente a casa. Non vedo l'ora di correre di nuovo con loro, perch&eacute; sono un pilota da quando sono nato e stare lontano dalla pista &egrave; difficilissimo, ma tra poco torner&ograve; a guidare e sar&ograve; di nuovo un protagonista della MotoGP&rdquo;, conclude il centauro di Granollers, impaziente di tornare in sella. SBK, Garrett Gerloff: il pilota pi&ugrave; sottovalutato della line up BMW       

Lo spagnolo, sfortunato protagonista di una rovinosa caduta nell'appuntamento portoghese, sta per tornare in sella alla GASGAS: &ldquo;Ho vissuto i mesi peggiori della mia vita&rdquo;

Pol Espargarò: dall'inferno di Portimao al ritorno in sella a Goodwood

        Secondo sul podio in Thailandia lo scorso anno nelle vesti di rookie, stesso gradino calcato a Le Mans in questo inizio di stagione. Filip Salac e il team Gresini sono protagonisti della classe Moto2, occupata in classifica nell'attuale sesto posto in otto appuntamenti completati. Il pilota ceco sottolinea i progressi compiuti a oggi: "Sto crescendo continuamente" conferma "la squadra pure, perci&ograve; costituiamo un bello e competitivo duo. Forse in pochi si aspettavano questa nostra competivit&agrave;, ma io ci credevo molto: durante l'inverno mi sono allenato duramente, spendendo numerose ore in sella, pensando a come adattare lo stile per la categoria di mezzo". Salac: "Mio pap&agrave; port&ograve; a casa una moto, da l&igrave; cominci&ograve; tutto" Filip, ventunenne nativo di Mlada Boleslav, ripercorre il passato: "Mio pap&agrave; e mio fratello hanno corso. Ad un certo punto, quando avevo circa due anni e mezzo, babbo mi port&ograve; a casa una minimoto. Fu la prima volta per me in sella, mi piacque, sicch&eacute; attorno all'et&agrave; di sei anni partecipai alla prima vera competizione, in Italia. Fin&igrave; terzo sul podio, poi addirittura vinsi". Salac descrive quanto sia importante l'interesse per le moto da parte dei connazionali: "La Repubblica Ceca &egrave; una nazione piccola, ma conta tantissimi appassionati di motociclismo. Penso proprio che le due ruote rappresentino uno degli sport pi&ugrave; popolari, da noi. A dispetto di un meteo invernale freddo e con un pochi circuiti dove girare, la voglia di gareggiare &egrave; tanta. Il mio consiglio sarebbe di trasferirsi in Italia o Spagna, pi&ugrave; o meno come ho fatto io".  Salac e l'obiettivo top ten costante in Moto2 Il giovane boemo sta dedicando una preparazione specifica alla potenza espressa dal propulsore Triumph tre cilindri da 765 centimetri cubi, altra cosa rispetto al monocilindrico 250 della Moto3: "Infatti" spiega "L'anno scorso ho affrontato il passaggio di cilindrata, capendo subito le esigenze richieste dalla Moto2. Le linee da percorrere sono differenti, me ne sono reso conto, sicch&egrave; sot imparando a rialzare presto la moto, dando tutto gas: a volte scivola il posteriore, mi piace, ho dovuto famiiarrizzare con le derapate. Ecco perch&eacute; ho trascorso ore a bordo di una Supermotard, facendo anche flat track e guidando le 1000". L'obiettivo della punta azzurra schierata da Nadia Padovani &egrave; questo: "Concludere frequentemente in top ten, evitando gli errori passati. Voglio imparare sempre di pi&ugrave; in ogni singolo weekend. Mi diverto, provando a rendere felice il team e me stesso".  Salac e la MotoGP: i tifosi di Brno avrebbero un bravo rappresentante Quando sogni e obiettivi collimano, diventano un traguardo. Filip Salac mette nel mirino, con calma, il passaggio in motoGP: "In questo moemento &egrave; presto per parlarne" precisa, senza negare "tuttavia ammetto che il pensiero ci sia. Ho compiuto passi in avanti, scalando alcuni gradini, per&ograve; la strada che porta alla MotoGP &egrave; ancora lunga, Lunga, ma ci credo: prima desidero vincere in Moto2, poi affronter&ograve; ogni step successivo per il mio futuro". Il paddock parla di un ritorno della pista di Brno nel calendario iridato. Essendo il circuito della Moravia uno dei preferiti e storicamente legato al Gran Premio della Repubblica Ceca, la congiunzione risulterebbe perfetta: "Sarebbe fantastico (ride). Vedremo. Come dicevo, vivo sereno il mio presente, mettendo in piedi un bello e interessante futuro. Se avr&ograve; l'opportunit&agrave; di figurare nella classe regina, contestualmente al ritorno della pista di Brno in calendario, il sogno realizzato sar&agrave; doppio. Ecco perch&eacute;, in tutto questo, ringrazio gli sponsor e i sostenitori, in particolare la Flymeto: il contributo offertomi e la loro perfetta organizzazione rende il mio obiettivo possibile, ovvero, da idea iniziale a vera realt&agrave;".          

Filip ha riportato la Repubblica Ceca su un podio iridato: "Saltai in sella a 2 anni e mezzo, a 6 vinsi la prima gara... in Italia"

Salac: "Sogno il debutto in MotoGP e il ritorno di Brno in calendario"

        There&rsquo;s one manufacturer that has dominated this first part of the MotoGP season. We&rsquo;re talking about Ducati of course, with the manufacturer demonstrating a superiority that is at times embarassing for its rivals. Of the eight Ducati Desmosedicis on the grid, six currently place inside the top ten in the general standings. The Italian manufacturer is dominating the championship, while team Pramac leads the way in the team standings (though that might change now that Bastianini is back with the factory team). Ducati also top the constructors&rsquo; classification, having amassed a 132 point lead over KTM after just eight rounds. Only at Austin did Ducati fail to score maximum points in the constructors&rsquo; championship, with Alex Rins&rsquo; second place in the sprint and win on Sunday awarding Honda 34 points compared to Ducati&rsquo;s 32. On five occasions, the Bolognese manufacturer has scored the full 37 points, while in Argentina and Jerez it collected 34. Ducati Lenovo Team: 8 The factory Ducati team tops the riders&rsquo; standings with Francesco Bagnaia, almost perfect up until now. The Italian rider made a few small mistakes early on, crashing at Termas de Rio Hondo and at Austin while leading the race. Those zeros took 45 points away from the 2022 MotoGP champion, else he would now hold an 81-point lead over Jorge Martin. Pecco&rsquo;s other DNF results from contact with Maverick Vinales at Le Mans, but despite having failed to finish three of the main races, Bagnaia still leads the way in the general standings with a 35-point lead. On the other side of the garage, Enea Bastianini&rsquo;s season will only really begin when MotoGP crosses the Channel on 6 August. The Italian has had to sit out a good part of the season so far after fracturing his collarbone at Portimao. After returning at Mugello, he scored two top tens before crashing at Assen. So it&rsquo;s hard to assess Bastianini&rsquo;s season, the rider having come to the factory team to chase the title with Bagnaia only to have to miss half the season. It&rsquo;s impossible to grade Enea then, and so the team vote also loses a point. That said, by the end of the season, Ducati Lenovo Team may be back on top across all the classifications, which would up its current grade. Prima Pramac Racing: 9 A memorable first half of the season for the Italian team, which leads the team standings thanks to twelve podiums and two race wins. The team&rsquo;s most important acquisition over the winter was not a rider, but rather Gino Borsoi. The former team Aspar manager, who has six riders&rsquo; titles and a team title to his name in 125GP and Moto3, has returned to Jorge Martin with whom he worked at team Aspar when the Spaniard debuted in Moto3 in 2015. The following year saw Martin, with Borsoi still as team manager, score his first world championship podium at Brno. The return of the Italian manager seems to have further motivated the Spaniard who&rsquo;s never been so consistent in MotoGP. Between the sprint and main races, he has amassed three wins and eight podiums so far this year, eight of which came consecutively, results that see him place second in the championship. He is Pecco Bagnaia&rsquo;s main rival for the title. Alongside Martin, Johann Zarco is also enjoying his best ever MotoGP season. The Frenchman has had some difficulty in the sprints but has put together strong races on Sunday, particularly in the final stages, to score four podiums already. Zarco is still seeking his first MotoGP win but in eight races, he&rsquo;s also scored as many podiums as he did in the last two seasons combined. His aim then is to reach the top step of the rostrum at least once this year so as to cement his place in MotoGP history. Mooney VR46 Racing Team: 9 The team headed up by Uccio Salucci is also focused on continuity with Marco Bezzecchi and Luca Marini. The pair have taken another step towards competitiveness thanks to three races wins for #72 and six further podiums, two of which achieved by Rossi&rsquo;s brother. Mooney VR46 lies second in the team standings, ahead of the factory Ducati team and behind team Pramac. But the latter fields GP23 machines while Bez and Marco must rely &lsquo;only on the old&rsquo; GP22. And so it is that, despite slightly inferior results to the Ducati satellite team, they receive the same grade. This might be Marco Bezzecchi&rsquo;s defining season in that, after what we saw last year in Argentina, he finally achieved his first MotoGP win, albeit in the win. And he didn&rsquo;t have to wait long for his second, which came at a dry Le Mans, before going on to win the Sprint at Assen. Luca Marini scored his first MotoGP podiums with the Sprint in Argentina and the long race in Texas, where he finished second to Alex Rins. The Mooney VR46 Racing rider lies third and sixth in the championship, 36 and 96 points from leader Pecco Bagnaia, an excellent showing for a private team that has last year&rsquo;s (albeit championship-winning) bike. Gresini Racing: 5 After an incredible 2022 season, the team headed up by Nadia Padovani lost its main rider, who has moved to the factory Ducati team, and has replaced him with two-time world champion Alex Marquez. The Spaniard hasn&rsquo;t been short on speed so far, scoring a third-place finish in Texas. But unfortunately, that performance was followed by a series of crashes, many of which occurred while Alex was fighting for the podium. The move from Honda to Ducati seems to have given the Spaniard new lifeblood, but he continues to make mistakes that compromise the end result. He now lies tenth in the standings, just one point behind Fabio Quartararo who is having his worst MotoGP season to date.&nbsp; And it&rsquo;s an even more complicated season for Fabio Di Giannantonio. The Italian has scored just 34 points so far, reaching the top ten on only four occasions and suffering many crashes. This means he lies further down the standings, 16 points behind Enea Bastianini. And the crashes in testing didn&rsquo;t help, compromising Diggia&rsquo;s work early on in the season. If he wants to keep his place in MotoGP next year, he&rsquo;ll need to shift gear quick, before September, when the final pieces of the MotoGP and WorldSBK puzzle should fall into place.       

MotoGP is heading on holiday and will be on track at Silverstone in August, and so it is time to grade the teams on this first part of the season

Mid-season report: Pramac better than the factory team but Pecco leads the way

        C'&egrave; una casa che sta dominando questo inizio di stagione MotoGP, stiamo parlando ovviamente di Ducati: la casa di Borgo Panigale ha messo in pista una superiorit&agrave; a tratti imbarazzante per le squadre avversarie, tanto che delle 8 Ducati Desmosedici schierate in griglia, ne troviamo ben 6 nella top10 di campionato. La casa bolognese sta fin qui dominando il campionato, il team Pramac comanda la classifica team ma con il rientro di Bastianini il team ufficiale pu&ograve; pensare alla rimonta. Ducati comanda anche la classifica costruttori con un vantaggio che dopo soli otto round &egrave; gi&agrave; di 132 punti su KTM e 164 punti su Aprilia. Solo nel weekend di Austin, Ducati non &egrave; stato il costruttore che ha conquistato pi&ugrave; punti nella classifica a loro dedicata, e in quel caso il secondo posto nella Sprint e la vittoria nella domenica di Alex Rins hanno permesso a Honda di conquistare 34 punti contro i 32 della casa bolognese. In cinque occasioni ha invece raccolto il bottino pieno di 37 punti, mentre in Argentina ed a Jerez ne ha raccolti 34. Ducati Lenovo Team: voto 8 Il team Factory Ducati comanda la classifica piloti con, un fin qui quasi perfetto, Francesco Bagnaia. Il pilota piemontese ha commesso qualche errore ad inizio stagione cadendo a Termas de Rio Hondo e ad Austin mentre era in testa alla gara. Questi zeri hanno tolto 45 punti al Campione del Mondo MotoGP 2022, che lo avrebbero portato in vantaggio ad 81 punti su Jorge Martin. L&rsquo;altro &ldquo;zero&rdquo; di Pecco &egrave; dovuto al contatto con Maverick Vinales a Le Mans, nonostante queste tre &ldquo;Main Race&rdquo; chiuse senza portare a casa punti, Bagnaia si trova in testa alla classifica con 35 punti di margine. Dall&rsquo;altra parte del box, invece, la stagione di Enea Bastianini inizier&agrave; realmente quando la MotoGP andr&agrave; oltre Manica il prossimo 6 agosto. Il pilota riminese ha dovuto saltare buona parte di questa prima parte di stagione a causa della frattura alla clavicola rimediata a Portiamo ma una volta rientrato al Mugello ha centrato due top10 tra la gara toscana e quella del Sachsenring prima della caduta di Assen. Insomma, difficile valutare la stagione di Bastianini, arrivato nel team Factory Ducati per lottare con Bagnaia per il titolo e costretto, suo malgrado, a perdere mezza stagione. Fin qui &egrave; impossibile dare un voto a Enea e quindi anche il voto del team perde un punto ma a fine stagione il Ducati Lenovo Team potrebbe nuovamente essere in testa a tutte le classifiche e questo voto &egrave; destinato a migliorare.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Prima Pramac Racing: Voto 9 Prima parte di stagione da incorniciare per il team italiano, che comanda la classifica dei team grazie ai dodici podi e due vittorie dei suoi piloti. L&rsquo;acquisto pi&ugrave; importante del team nella pausa invernale non &egrave; stato un pilota, bens&igrave; Gino Borsoi. L&rsquo;ex manager del team Aspar, capace di conquistare sei titoli piloti ed uno team tra 125GP e Moto3, ha riabbracciato Jorge Martin con il quale aveva lavorato proprio nel team Aspar al suo debutto in Moto3 nel 2015. L&rsquo;anno successivo Martin, sempre con Borsoi nel ruolo di team manager, conquist&ograve; il suo primo podio nel motomondiale a Brno. L&rsquo;aver riabbracciato il manager italiano sembra aver dato nuovi stimoli allo spagnolo che mai era stato cos&igrave; costante in MotoGP. In questa prima parte di stagione ha conquistato, tra Sprint e gare domenicali, tre vittorie e otto podi, di cui sei consecutivi, risultati che gli permettono di posizionarsi secondo in campionato e di figurare il pi&ugrave; reale rivale al titolo per Pecco Bagnaia. Accanto a Martin, anche Johann Zarco sta vivendo la sua miglior stagione in MotoGP. Il francese si &egrave; trovato un po&rsquo; in difficolt&agrave; nelle Sprint ma la domenica ha sempre costruito le sue gare con ottime rimonte nel finale di gara centrando gi&agrave; quattro podi. Zarco &egrave; ancora a caccia della sua prima vittoria in MotoGP ma in sole otto gare ha gi&agrave; eguagliato il numero di podi fatto nelle ultime due stagioni: il suo obiettivo &egrave;, dunque, riuscire a piazzarsi almeno una volta sul gradino pi&ugrave; alto del podio e iscriversi finalmente nella storia della MotoGP.  Passa alla prossima pagina: Mooney VR46 &nbsp; Mooney VR46 Racing Team: voto 9 Nel segno della continuit&agrave; anche il team gestito da Uccio Salucci, con Marco Bezzecchi e Luca Marini che hanno fatto un ulteriore passo avanti verso la competitivit&agrave; riuscendo a vincere tre gare con il #72 e portando a casa altri sei podi grazie anche ai primi due acuti del fratello di Rossi. Il Mooney VR46, grazie alla costanza dei propri piloti, &egrave; secondo nella classifica riservata ai team, davanti al team Factory Ducati e secondo solo al team Pramac. Quest'ultimo per&ograve; dispone delle GP23 mentre Bez e Maro possono fare affidamento &ldquo;solo sulla vecchia&rdquo; GP22. Per questo motivo, nonostante i risultati leggermente inferiori al team satellite Ducati, il voto &egrave; il medesimo per entrambi. Per Marco Bezzecchi questa pu&ograve; essere la stagione della consacrazione perch&eacute; dopo le ottime cose fatte vedere lo scorso anno gi&agrave; in Argentina, seppur sul bagnato, &egrave; arrivata la sua prima vittoria in MotoGP. Per attendere la seconda il classe 1998 ha dovuto aspettare solamente poche settimane perch&eacute; gi&agrave; a Le Mans, questa volta sull&rsquo;asciutto, si &egrave; imposto di autorit&agrave; vincendo poi anche l&rsquo;ultima Sprint prima della pausa estiva ad Assen. Luca Marini ha invece conquistato i suoi primi podi in MotoGP nella Sprint in Argentina e nella "gara lunga" in Texas, dove ha conquistato il secondo posto alle spalle di Alex Rins. I piloti del Mooney VR46 Racing Team si trovano in terza e sesta posizione in campionato lontani 36 e 96 punti dal leader della classifica Pecco Bagnaia, un risultato ottimo per un team privato che dispone della moto, seppur campione del mondo, dello scorso anno.  &nbsp; Gresini Racing: voto 5 La squadra guidata da Nadia Padovani dopo l&rsquo;incredibile stagione 2022, ha perso il proprio pilota di punta passato nel team factory Ducati e l&rsquo;ha sostituito con il due volte Campione del Mondo Alex Marquez. La velocit&agrave; al pilota spagnolo non &egrave; mai mancata in questo inizio di stagione, risucendo a centrare anche un terzo posto in Texas. Purtroppo per&ograve; dopo quell&rsquo;ottima prestazione il pilota di Cervera &egrave; caduto tante volte, scivolate che, il pi&ugrave; delle volte, sono arrivate mentre Alex era in lotta per le posizioni del podio. Il passaggio dalla Honda alla Ducati sembra aver ridato nuova vita allo spagnolo che per&ograve; continua ad incappare in gravi errori che ne pregiudicano il risultato finale. In classifica si trova ora in decima posizione, un solo punto alle spalle di Fabio Quartararo che per&ograve; sta vivendo la sua peggior stagione in MotoGP. &nbsp; Stagione ancora pi&ugrave; complicata quella di Fabio Di Giannantonio: il pilota romano ha raccolto fin qui solo 34 punti, frutto di soli 4 piazzamenti nella top10 e tante cadute, che lo vedono condividere la parte finale della classifica con Enea Bastianini a soli 16 punti in meno. Sul brutto inizio di Diggia pesano sicuramente le rovinose cadute nei test, che ne hanno compromesso il lavoro a inizio stagione. Se vorr&agrave; mantenere un posto in MotoGP per la prossima stagione &egrave; chiamato ad un rapido cambio di passo prima di settembre, quando probabilmente si sistemeranno le ultime caselle della MotoGP e del WorldSBK dove potrebbe finire in caso di addio dal motomondiale.        

La MotoGP va in vacanza, torner&agrave; in pista a Silverstone ad Agosto, dunque &egrave; ora di assegnare i voti ai team per questa prima parte di stagione

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