        Come di consueto, il gioved&igrave; &egrave; il giorno pi&ugrave; impegnativo per i piloti della North West 200, i quali hanno un duplice impegno al Triangle Circuit: tra la mattina ed il primo pomeriggio si svolgono infatti le Qualifiche 2, mentre in serata vengono disputate le prime tre gare del programma. A scattare dalla pole position nelle varie classi saranno Glenn Irwin, Richard Cooper, Davey Todd e Peter Hickman, ma andiamo a vedere come sono andate le varie sessioni sul prestigioso e storico circuito stradale nordirlandese. Road Races: in moto con Glenn Irwin alla North West 200 Nuovo record del Triangle Circuit per Irwin in SBK  Pur essendo gi&agrave; stato velocissimo nelle prime prove, il secondo turno di qualifiche della Superbike ha visto un Glenn Irwin da record: il pilota di Carrickfergus &egrave; stato in grado di firmare un 4'16.433, diventando ufficialmente il centauro pi&ugrave; veloce di sempre sul Triangle Circuit battendo di oltre due secondi il vecchio record del tracciato in sella alla Ducati Panigale V4 R del team Hager PBM. L'unico in grado di tenere almeno in parte il passo di Irwin &egrave; stato nuovamente Davey Todd con la BMW M 1000 RR del team Milwaukee by TAS Racing, secondo a precedere la Honda CBR1000RR-R di Michael Dunlop, anche lui pi&ugrave; veloce rispetto al Day 1. Completano la Top 5 Dean Harrison con la CBR (in versione Stock) del team Honda Racing UK e Peter Hickman con la BMW del suo PHR Performance, non al top della forma per via delle cadute di Oulton Park. SBK: Iannone mette all'asta il casco usato a Phillip Island Cooper conferma la pole in SSP  Nonostante un turno pi&ugrave; breve del previsto per via di un incidente e di una conseguente bandiera rossa, i piloti della Supersport sono riusciti comunque a migliorare i propri riferimenti cronometrici. Il pi&ugrave; rapido &egrave; stato nuovamente Richard Cooper, che con la Yamaha R6 del team BPE by Russell Racing ha fermato il cronometro in 4'33.627, precedendo la Ducati Panigale V2 di Davey Todd e la Yamaha del proprio compagno di squadra, Mike Browne, bravo a migliorarsi di ben tre secondi rispetto al Day 1. Nei cinque anche Michael Dunlop e Adam McLean, con Peter Hickman settimo alle spalle di Paul Jordan. L'intreccio di mercato che scuote la MotoGP Todd resta al comando nella Stock   Bandiera rossa che &egrave; stata esposta anche nella sessione della Superstock, classe in cui Davey Todd si &egrave; confermato al top con la Milwaukee BMW del team TAS Racing girando su tempi in linea con quelli della Superbike, a conferma del grande stato di forma dell'inglese. Alle sue spalle troviamo un'altra BMW, ovvero quella di Peter Hickman, con Michael Dunlop a completare la Top 3 sulla Honda davanti a James Hillier e ad un sorprendente Paul Jordan. Da segnalare anche la buona settima posizione di John McGuinness, mentre &egrave; stato un turno pi&ugrave; difficile del previsto per Dean Harrison, il quale scatter&agrave; comunque dalla terza casella in griglia grazie al tempo della prima qualifica. Di Giannantonio: "La nuova MotoGP? Andiamo sempre pi&ugrave; forte senza accorgercene" Doppia sessione di prove per la Supertwin  Complice la conclusione anticipata delle prove del mercoled&igrave;, le &ldquo;Twins&rdquo; hanno effettuato due turni, anche se entrambe le gare della categoria si svolgeranno nella giornata di sabato. Nella sessione della mattina, il pi&ugrave; rapido &egrave; stato Peter Hickman in sella all'inconfondibile ed iconica Yamaha R7 con la livrea Swan Racing, seguito da Richard Cooper e Jeremy McWilliams. Proprio Cooper ha poi firmato il miglior crono nel turno del primo pomeriggio, davanti alla Paton di McWilliams e allo stesso &ldquo;Hicky&rdquo;, i quali sembra possano essere i tre pretendenti alla vittoria della ex-Lightweight. Bastianini sulla MotoGP 2027: "L'unica cosa che non mi convince &egrave;..."       

Il pilota del team PBM ha firmato il giro pi&ugrave; veloce di sempre al Triangle Circuit e scatter&agrave; davanti a tutti nella classe regina. Ecco chi ha conquistato il miglior crono in ogni categoria

NW200, Irwin “spaziale” con la Ducati: conferma la pole da record in SBK

        Entriamo nelle ultime 4 ore di gara e, salvo imprevisti, Yoshimura SERT dovrebbe concludere vittoriosamente la 47^ edizione della 24h di Le Mans. Black, Masson e Linfoot, lo ricordiamo, avevano ereditato il comando della gara dopo la 16^ ora grazie alla rovinosa caduta di Karel Hanika, in quel momento leader incontrastato della gara. Salvo l&rsquo;uscita di scena definitiva della BMW #9 di Tecmas ed un altro passaggio ai box per i campioni in carica di YART per risolvere un piccolo problema, non &egrave; successo nulla di eclatante nelle quattro ore precedenti alla situazione attuale. Il numero di moto ancora in pista si riduce a 31, nonostante la Wojcik 777 sia ancora ai box da parecchio tempo. Per la classe EWC abbiamo tre marche diverse ai primi tre posti: Yoshimura SERT, BMW #37 e YART #1. Seguono Tati Team Beringer, Kawasaki #11, a lungo in terza posizione prima del problema tecnico che li ha costretti ai box, BMRT 3D Maxxess, Bolliger, FCC TSR Honda, Motobox Kremer e Wojcik 77. Per la classe Superstock, Honda National Motos guida con 4 giri di vantaggio sulla moto gemella di Rac41, terzo posto per 3ART Best of Bike con il nostro Doriano Vietti-Ramus, seguono Junior Team Le Mans Suzuki, Aviobike by Revo-Nuova M2, TCP Racing, CAM Racing, TMC35, JMA Suzuki, TRT27. La classifica alla 20esima ora  &nbsp;       

Black, Masson e Linfoot hanno un vantaggio di 1 giro su BMW #37 e 6 su YART. La CBR #55 conserva 4 giri di vantaggio sulla 41, terzo posto di Stock per 3ART Best of Bike con Doriano Vietti-Ramus.&nbsp;

EWC 24h Le Mans, 20° ora: Yoshimura SERT vede la vittoria

        Prima gara del Mondiale Endurance 2024 e nuova puntata del &ldquo;come funziona&rdquo;. Dopo aver capito che Pirelli porta esattamente le stesse gomme del Mondiale Superbike e che i freni (Brembo) sono piuttosto simili ai freni della SBK salvo per qualche piccolo accorgimento, l&rsquo;argomento di oggi &egrave; lo scarico. Il nuovo Tati Team Beringer Honda annovera diversi partner italiani, tra i quali c&rsquo;&egrave; anche Arrow, specialista nella produzione di scarichi su misura per diverse moto, in questo caso la CBR #4 in mano a Krummenacher, Clere e Perolari. Tati Team ci ha ospitato nella giornata di ieri per vedere la CBR messa a nudo e abbiamo parlato con Mauro Corgnoli, managing director di Arrow per parlare nello specifico dello scarico ideato per la moto del team francese. Mauro, anche quest&rsquo;anno siete partner di Tati Team... &ldquo;E&rsquo; da anni che lavoriamo con loro anche quando erano con Kawasaki e non Honda. Li abbiamo seguiti in questa nuova esperienza, per noi &egrave; necessario coprire un po&rsquo; tutte le marche. Ci sono marche fidelizzate con brand di costruttori di scarichi per via di contratti specifici e dove possiamo lavoriamo correttamente. L&rsquo;Endurance perch&eacute; il mercato francese &egrave; il numero 1 in Europa per noi, ha superato anche l&rsquo;Italia, stiamo lavorando bene, i francesi hanno molto interesse in questa categoria, una visibilit&agrave; incredibile e un grande banco di prova perch&egrave; la 24h crea una pressione particolare sui prodotti che facciamo quotidianamente. Tati Team ci ha permesso di lavorare anche sul CBR1000, abbiamo trovato delle soluzioni particolari con dei materiali adeguati, li seguiamo tutto l&rsquo;anno, l&rsquo;inverno lavoriamo in laboratorio in prove private in pista, li abbiamo seguiti anche nei pre test e speriamo di ottenere un bel risultato in gara.&rdquo; Vediamo qualcosa di quello che avete portato di particolare per il team&hellip; &ldquo;Abbiamo dei prodotti standard per le moto da amatori e poi abbiamo una parte di layout pi&ugrave; pertinente alla SBK che ha pi&ugrave; necessit&agrave; di avere una prestazione assoluta ed una affidabilit&agrave; minore nel tempo. Poi abbiamo il layout Endurance dove la prestazione &egrave; s&igrave; interessante ma quello che serve &egrave; smontabilit&agrave;, affidabilit&agrave; e durata nel tempo. In questo caso utilizziamo impianti tutti in titanio, alcune parti sono in carbonio, i fonoassorbenti sono delle fibre particolari che abbiamo realizzato con i nostri fornitori, resistenti alle 24h ma anche alla fonometrica molto bassa del campionato, 105 db imposti dalla Federazione contro i 115 della SBK. Permettiamo ai team di avere configurazioni diverse per avere mappature fini e li aiutiamo a gestire i materiali al meglio lavorando su tappi, fermi e modifiche che si possono operare nel tempo che intercorre tra le prove e la gara.&rdquo; Come viene costruito uno scarico, in questo caso per Tati Team? &ldquo;L&rsquo;Endurance &egrave; suddiviso in due categorie: le Superstock che hanno configurazioni simili alle moto stradali e le Superbike che hanno differenze molto marcate. Queste differenze sono relative soprattutto alla parte radiatore, raffreddamento, coppa dell&rsquo;olio e forcellone. Noi dobbiamo configurare un kit in maniera tale da non avere conflitti su queste parti. Abbiamo necessit&agrave; di avere un tridimensionale nei casi di team pi&ugrave; evoluti seguiti direttamente dalle case con parti ufficiali oppure un manichino. Con il manichino si imposta un primo livello di scarico, si affina piano piano con prove dinamiche e si verifica che tutto sia a posto, a quel si standardizza, si creano delle specifiche apposta per questo tipo di impianti che hanno un utilizzo limitato e a quel punto si realizzano tutte le varie copie.&rdquo; Con un kit come il vostro montato sulla moto di Tati Team, quanto guadagna il motore? &ldquo;Quanto guadagna non si pu&ograve; dire, sono dati abbastanza riservati. C&rsquo;&egrave; comunque un notevole step di performance considerando che &egrave; una moto standard omologata euro 5 con catalizzatore, valvole e tutto quello che comporta un livello di rumore accettabile per la circolazione stradale. Eliminiamo tutta questa parte e gestiamo con un gioco di diametri, sezioni, compensatori e incroci di tubi quella che &egrave; la configurazione per la prestazione massima. Siamo vicini ad un motore SBK.&rdquo;       

Siamo stati ospiti del Tati Team Beringer Honda che ha nel produttore italiano di scarichi uno dei suoi partner da questa stagione

EWC: come funzionano gli scarichi per le moto? Ce lo spiega Arrow

        Con il doppio successo di Toprak Razgatlioglu a Barcellona, la BMWl ha attestato che la stagione 2024 non sar&agrave; priva di successi per il costruttore tedesco, e tantomeno di podi. Lo scorso anno, infatti, l&rsquo;unica Casa incapace di salire sul podio era stata quella bavarese, dato che persino la Honda era riuscita &ndash; con Xavi Vierge a Mandalika &ndash; a ottenere almeno una Top 3. Quello dello spagnolo resta per&ograve; l&rsquo;unico acuto in tempi recenti della Casa giapponese, che con il repentino innalzamento delle prestazioni della BMW &egrave; senza discussioni il fanalino di coda della griglia. Dalla sua stagione di debutto &ndash; il 2020 &ndash; il nuovo progetto Honda Superbike ha portato infatti pochi sorrisi e tante delusioni, nonostante l&rsquo;ingaggio nientemeno che di Alvaro Bautista, fuggito dopo due stagioni a dir poco complicate. Per il 2024 la Casa Alata ha rilanciato, presentandosi con una nuova versione della sua CBR, ma i risultati continuano malinconicamente a languire. Di questo e tanto altro abbiamo chiesto conto a Jose Manuel Escamez, subentrato quest&rsquo;anno a Leon Camier nel ruolo di team manager della struttura HRC. Fabio Quartararo, stipendio da capogiro Escamez e la situazione Honda in SBK  Qual &egrave; la situazione attuale della Honda in SBK? Da fuori non &egrave; facile comprendere. &ldquo;Non &egrave; facile nemmeno dall&rsquo;interno (ride). Stiamo cercando di capire: la moto 2024 &egrave; diversa dalla precedente, molto pi&ugrave; di quanto non possa sembrare dall&rsquo;esterno. Il motore &egrave; molto potente, ma attualmente non possiamo sfruttare come vorremmo tale virt&ugrave;, e stiamo lavorando proprio su questo. Il carattere aggressivo della moto in apertura di gas rende tutto pi&ugrave; difficile ai piloti, i quali faticano anche a fermarsi, a causa del freno motore. Stiamo provando a comprendere, abbiamo effettuato tante prove che per&ograve; non hanno funzionato. Nei test di Barcellona abbiamo trovato qualcosa, ma serve lavorare ancora tanto per arrivare dove vogliamo&rdquo;. Se potessi migliorare istantaneamente con la bacchetta magica un singolo aspetto, quale sarebbe? &ldquo;Forse la cosa di cui abbiamo bisogno &egrave; l&rsquo;aderenza, dato che non riusciamo a trarre il massimo potenziale dalle gomme. Stando a ci&ograve; che dicono i piloti, questo &egrave; il problema primario&rdquo;. Dalla passata stagione non sembrano esserci stati progressi: &egrave; cos&igrave;? &ldquo;&Egrave; cos&igrave;: o meglio, noi abbiamo compiuto un passo avanti, ma lo step degli avversari &egrave; stato pi&ugrave; grande. Quel che &egrave; certo, quindi, &egrave; che non abbiamo fatto abbastanza: dobbiamo essere onesti con noi stessi, ma sono anche convinto che riusciremo ad arrivare dove vogliamo. &Egrave; vero che sono passati gi&agrave; quattro anni dall&rsquo;inizio del nuovo progetto, quindi sembra che non siamo in grado. Ma ci riusciremo&rdquo;. Le modifiche regolamentari vi hanno aiutato? &ldquo;Serve essere onesti: il regolamento pu&ograve; agevolarci, ma in primis dobbiamo aiutarci da soli, e progredire&rdquo; Di recente, sia Iker Lecuona che Vierge hanno mostrato segnali di insofferenza di fronte alla situazione tecnica: come si gestiscono i piloti in periodi come questi? &ldquo;Certamente non &egrave; semplice. Quando i piloti hanno ragione &egrave; difficile dare loro torto, dato che siamo noi i primi a sapere che non siamo pronti per lottare per le prime posizioni. Iker &egrave; un po&rsquo; &lsquo;esplosivo&rsquo;, ha tanta voglia e quindi si arrabbia pi&ugrave; facilmente. Xavi &egrave; pi&ugrave; tranquillo e forse maturo. Ovviamente ha lo stesso obiettivo ma forse ha una prospettiva diversa. Credo che entrambi abbiano capito che c&rsquo;&egrave; stato un cambio di mentalit&agrave; all&rsquo;interno del progetto, con tanta voglia di tornare ai livelli del passato&rdquo;. La BMW ha risposto alle difficolt&agrave; ingaggiando anno dopo anno nomi tra i pi&ugrave; importanti della griglia: rinnovare pu&ograve; essere una soluzione anche per la Honda? &ldquo;Sono consapevole di come, a volte, il pilota possa fare la differenza, ma secondo me allo stato attuale delle cose dobbiamo pensare soprattutto a migliorare la moto, a quel punto il pilota giusto arriver&agrave;. Se per qualche ragione uno dei nostri piloti non dovesse pi&ugrave; credere nel progetto, potr&agrave; andarsene, dato che non vogliamo con noi piloti che non reputano potenzialmente vincente questo percorso. Ora per&ograve; &egrave; presto per parlare di cose del genere&rdquo;.  SBK: il futuro di Iannone e BMW &egrave; nelle mani di Bautista Honda SBK, un 2024 di transizione  Il fatto che la Honda sia in difficolt&agrave; anche in MotoGP rappresenta pi&ugrave; un aiuto o un ostacolo per il progetto SBK? &ldquo;A oggi la MotoGP &egrave; la priorit&agrave; per qualunque costruttore, ed &egrave; normale, ma non definirei le difficolt&agrave; della Honda nell&rsquo;altro paddock come un ostacolo per noi. Quello che mi motiva &egrave; il cambio di approccio avvenuto all&rsquo;interno della Honda. La rapidit&agrave; di reazione &egrave; aumentata, quindi sono convinto che tutti i progetti possano beneficiarne. Prima di fine stagione saremo pi&ugrave; avanti, per poi alzare l&rsquo;asticella il prossimo anno&rdquo;. Il 2024 si pu&ograve; quindi definire come un anno di transizione? &ldquo;Lo definirei pi&ugrave; come un anno di lavoro, con risultati da ottenere. Intendo dire che dobbiamo essere perlomeno pi&ugrave; vicini alle posizioni che contano, senza pi&ugrave; finire a una dozzina di secondi dal vincitore. Essere a sei-otto secondi dal vincitore sarebbe gi&agrave; un primo risultato&rdquo;. Guim Roda ha confessato di avere un margine di manovra limitato in Kawasaki, dovendo sottostare alle direttive dell&rsquo;azienda: &egrave; un problema con cui deve fare i conti anche la squadra Honda in SBK? &ldquo;S&igrave;, alla fine dobbiamo ricordarci che schieriamo una moto progettata per i clienti che vanno in concessionaria. Prima dobbiamo pensare a loro, poi c&rsquo;&egrave; il piano racing, tanto che in molti campionati nazionali la CBR &egrave; una delle moto pi&ugrave; utilizzate e performanti. Sappiamo che la priorit&agrave; &egrave; un&rsquo;altra, e che da questa moto dobbiamo trarre un mezzo sufficientemente competitivo per vincere in questo campionato. E non &egrave; semplice&rdquo;. Alcuni dicono che la differenza tra Honda e Ducati &egrave; che la prima produce moto da strada con cui corre in pista, mentre la seconda fa il contrario: &egrave; una teoria corretta? &ldquo;Totalmente, anche se occorre sottolineare come in passato vi fosse maggiore attenzione relativamente al comparto racing. Attenzione, non sto dicendo che non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave;, ma il sistema &egrave; un po&rsquo; cambiato&rdquo;. &Egrave; migliorato il flusso di informazioni tra Giappone ed Europa? &ldquo;Il Giappone &egrave; molto lontano (ride), e questo crea delle difficolt&agrave;. Si deve rispettare il metodo di lavoro nipponico, relativamente al quale forse non &egrave; facile mettere in pratica tutte le idee e le proposte che emergono qui in Europa. La cultura &egrave; molto diversa, ma gradualmente penso che i giapponesi abbiano capito che serve effettuare dei passi avanti, dato che tutti i costruttori europei hanno compiuto enormi progressi, e dobbiamo recuperare terreno&rdquo;. Cosa ti sentiresti di dire a un supporter Honda che vede la Casa tanto in difficolt&agrave; in Superbike? &ldquo;Gli direi: non ti preoccupare, sicuramente ritorneremo a lottare per le prime posizioni&rdquo;.  SBK, Nicol&ograve; Bulega operato per risolvere la sindrome compartimentale       

Esclusiva: "In Superbike, la Honda &egrave; indietro: non riusciamo a sfruttare tutta la potenza n&eacute; a trarre il massimo potenziale dalle gomme, ma non ci arrendiamo"

SBK, Escamez: "Honda, ultimi ma non per molto"

        Con il doppio successo di Toprak Razgatlioglu a Barcellona, BMW ha definitivamente confermato che la stagione 2024 non sar&agrave; &ndash; perlomeno &ndash; avara di successi, e nemmeno di podi. Lo scorso anno infatti l&rsquo;unico costruttore incapace di salire sul podio era stato quello teutonico, dato che persino Honda era riuscita &ndash; con Xavi Vierge a Mandalika &ndash; a mettere piede sul podio almeno una volta. Quello dello spagnolo resta per&ograve; l&rsquo;unico acuto in tempi recenti della casa giapponese, che con il repentino innalzamento delle prestazioni di BMW resta senza discussioni il costruttore maggiormente in difficolt&agrave; di tutta la griglia.  Dalla sua stagione di debutto &ndash; il 2020 &ndash; il nuovo progetto di Honda in SBK ha portato infatti pochi sorrisi e tante delusioni, nonostante l&rsquo;ingaggio &ndash; proprio nel 2020 &ndash; di Alvaro Bautista, fuggito dopo due stagioni a dir poco complicate. Per il 2024 la casa alata ha rilanciato, presentandosi con una nuova versione della sua CBR, ma i risultati continuano malinconicamente a mancare. Di questo e tanto altro abbiamo chiesto conto a Jos&egrave; Escamez, subentrato quest&rsquo;anno a Leon Camier come Team Manager del team HRC.&nbsp;Qual &egrave; la situazione attuale di Honda in SBK? Da fuori non &egrave; facile comprendere.&nbsp;&ldquo;Non &egrave; facile nemmeno dall&rsquo;interno (ride ndr). Stiamo cercando di capire: la moto 2024 &egrave; diversa dalla precedente, molto pi&ugrave; di quanto possa sembrare dall&rsquo;esterno. Il motore &egrave; molto potente, ma ha una potenza che attualmente non possiamo sfruttare come vorremmo, e stiamo lavorando proprio su questo. Il carattere aggressivo della moto in apertura di gas rende tutto pi&ugrave; difficile ai piloti, i quali faticano anche a fermarsi, a causa del freno motore. Stiamo provando a capire come detto, abbiamo fatto tante prove che non hanno funzionato. Nei test di Barcellona abbiamo trovato qualcosa, ma serve lavorare ancora tanto per arrivare dove vogliamo&rdquo;.&nbsp;Se potessi migliorare con la bacchetta magica un aspetto quale sarebbe?&nbsp;&ldquo;Forse la cosa di cui abbiamo bisogno &egrave; l&rsquo;aderenza, dato che non riusciamo a trarre il massimo potenziale dalle gomme. Stando a ci&ograve; che dicono i piloti questo &egrave; il problema primario&rdquo;.&nbsp;Dalla passata stagioni non sembrano esserci stati progressi. E&rsquo; cos&igrave;?&nbsp;&ldquo;E&rsquo; cos&igrave;, o meglio noi abbiamo fatto un passo in avanti, ma gli altri lo hanno fatto pi&ugrave; grande di noi. Quel che &egrave; certo quindi &egrave; che non abbiamo fatto abbastanza: dobbiamo essere onesti con noi stessi, ma sono anche convinto che riusciremo ad arrivare dove vogliamo. E&rsquo; vero che sono passati gi&agrave; quattro anni dall&rsquo;inizio del nuovo progetto Honda in Superbike, quindi sembra che non siamo in grado, ma ci riusciremo&rdquo;. Il regolamento, i piloti e... BMW  Le modifiche regolamentari vi hanno aiutato?&nbsp;&ldquo;Come detto penso che si debba essere con s&eacute; stessi, quindi il regolamento pu&ograve; aiutarci ma in primis dobbiamo aiutarci da soli, e progredire&rdquo;.&nbsp;Sia Lecuona che Vierge hanno mostrato di recente segnali di insofferenza di fronte alla situazione tecnica. Come si gestiscono i piloti in situazioni come queste?&nbsp;&ldquo;Certamente non &egrave; semplice. Quando i piloti hanno ragione &egrave; difficile dargli torto, dato che siamo noi i primi a sapere che non siamo pronti per lottare per le prime posizioni. Iker &egrave; un po&rsquo; esplosivo, ha tanta voglia e quindi si arrabbia pi&ugrave; facilmente. Xavi &egrave; pi&ugrave; tranquillo e forse maturo. Ovviamente ha lo stesso obiettivo ma forse ha una prospettiva diversa. Credo che entrambi abbiano capito che vi &egrave; stato un cambio di mentalit&agrave; all&rsquo;interno del progetto, e che c&rsquo;&egrave; voglia di tornare ai livelli del passato&rdquo;.&nbsp;BMW ha risposto alle difficolt&agrave; ingaggiando anno dopo anno i nomi pi&ugrave; importanti della griglia. Rinnovare pu&ograve; essere una soluzione anche per Honda?&nbsp;&ldquo;Sono consapevole che a volte il pilota possa fare la differenza, ma secondo me allo stato attuale delle cose dobbiamo pensare soprattutto a migliorare la moto, poi il pilota giusto arriver&agrave;. Se per qualche ragione uno dei nostri piloti non crede pi&ugrave; nel progetto pu&ograve; andarsene, dato che non vogliamo con noi piloti che non reputano potenziale vincente questo progetto. Ora per&ograve; &egrave; troppo presto per parlare di cose del genere&rdquo;. &nbsp; Il fatto che Honda sia in difficolt&agrave; anche in MotoGP &egrave; un aiuto o un ostacolo per il progetto SBK?&nbsp;&ldquo;Ad oggi la MotoGP &egrave; la priorit&agrave; per qualunque costruttore, &egrave; normale, ma non definirei le difficolt&agrave; di Honda nell&rsquo;altro paddock come un ostacolo per noi. Quello che mi motiva &egrave; il cambio di approccio avvenuto all&rsquo;interno di Honda. La velocit&agrave; di reazione &egrave; aumentata rispetto al passato, quindi sono convinto che tutti i progetti possano beneficiarne. Prima della fine dell&rsquo;anno saremo pi&ugrave; avanti, per poi alzare l&rsquo;asticella il prossimo anno&rdquo;.&nbsp;Il 2024 si pu&ograve; quindi gi&agrave; definire un anno di transizione?&nbsp;&ldquo;Direi che si pi&ugrave; definire un anno di lavoro, con risultati. Intendo dire che dobbiamo essere perlomeno pi&ugrave; vicini alle posizioni che contano, senza pi&ugrave; finire a dodici secondi dal vincitore. Essere a sei o otto secondi da quest&rsquo;ultimo sarebbe gi&agrave; un primo risultato&rdquo;.&nbsp;Guim Roda ha confessato di avere un margine di manovra limitato in Kawasaki, dovendo sottostare alle direttive dell&rsquo;azienda. E&rsquo; un problema con il quale deve fare i conti anche la squadra Honda in SBK?&nbsp;&ldquo;S&igrave;, alla fine dobbiamo pensare al fatto che abbiamo una moto pensata per i clienti che vanno in concessionaria. Prima dobbiamo pensare a loro, poi vi &egrave; il piano racing, tanto che in molti campionati nazionali la CBR &egrave; una delle moto pi&ugrave; utilizzate e performanti. Sappiamo che la priorit&agrave; &egrave; un&rsquo;altra, e che da questa moto dobbiamo trarre un mezzo sufficientemente performante per vincere in questo campionato. E non &egrave; semplice&rdquo;. Honda ed il paragone con Ducati Alcuni dicono che la differenza tra Honda e Ducati &egrave; che la prima produce moto da strada con cui corre in pista, mentre la seconda il contrario. Hanno quindi ragione?&nbsp;&ldquo;Totalmente, anche se occorre sottolineare come in passato vi fosse maggiore attenzione relativamente al comparto racing. Non sto dicendo che non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave;, ma il sistema &egrave; un po&rsquo; cambiato&rdquo;.&nbsp;E&rsquo; migliorato il flusso di informazioni tra Giappone ed Europa?&nbsp;&ldquo;Il Giappone &egrave; molto lontano (ride ndr), e questo crea delle difficolt&agrave;. Si deve rispettare il metodo di lavoro giapponese, relativamente al quale forse non &egrave; facile mettere in pratica tutte le idee e le proposte che emergono qui in Europa. La cultura &egrave; molto diversa, ma gradualmente penso che i giapponesi abbiano capito che serve fare dei passi in avanti, dato che tutti i costruttori europei hanno compiuto enormi progressi, e dobbiamo recuperare terreno&rdquo;.&nbsp;Ultima domanda. Cosa ti sentiresti di dire ad un supporter di Honda che vede la cosa cos&igrave; in difficolt&agrave; in Superbike?&nbsp;&ldquo;Non ti preoccupare, sicuramente ritorneremo a lottare per le prime posizioni&rdquo;. SBK: ecco come Bulega &egrave; diventato grande        

L'INTERVISTA - Il Team Manager Escamez: "Da questa moto dobbiamo trarre un mezzo per vincere. I problemi in MotoGP della casa non sono un ostacolo, la mentalit&agrave; in Giappone &egrave; cambiata"

La CBR per i clienti ed il confronto con Ducati: la crisi Honda spiegata dall'interno

        L'arena di Chalon-Sur-Sa&ocirc;ne ha ospitato il secondo appuntamento del mondiale X-Trial 2024, che ancora una volta ha visto davanti a tutti il grande favorito di ogni evento di trial internazionale: Toni Bou. Lo spagnolo del team HRC (17 volte campione della specialit&agrave; indoor ed altrettante in quella outdoor) non ha avuto rivali, andando a conquistare la seconda vittoria dell'anno dopo quella ottenuta nel round inaugurale a Barcellona. BSB, primi giri con la CBR per Bridewell: "Devo abituarmi a tanti aspetti" Bel duello tra Marcelli e Busto, Grattarola 7&deg;  A completare una doppietta per il team Montesa HRC capitanato dall'ex pilota Takahisa Fujinami, troviamo in seconda piazza Gabriel Marcelli. Il giovane iberico &egrave; riuscito ad avere la meglio sul connazionale Jaime Busto nel corso della finale, rimediando cos&igrave; agli errori che nel secondo passaggio gli sono costati sette punti di penalit&agrave; e la perdita del secondo posto in favore del pilota ufficiale GASGAS, il quale ha poi chiuso sul gradino pi&ugrave; basso del podio. Quarta piazza per un'altra Montesa, ovvero quella guidata dal britannico Toby Martin, mentre il padrone di casa Benoit Bincaz ha completato la Top 5 con la Sherco precedendo il compagno di team Adam Raga. Round non semplice, invece, per l'italiano Matteo Grattarola: dopo un buon primo giro, qualche piccolo problema al comando del gas della sua Beta non gli ha permesso di esprimersi al meglio, chiudendo al settimo posto ma mantenendo comunque la quinta piazza nella classifica di campionato. TT 2024, ritorno "in verde" per Hillier: in SSP con Bournemouth Kawasaki       

Il pilota spagnolo non ha avuto rivali nel secondo appuntamento stagionale, andando a vincere davanti a Marcelli e Busto. Settima piazza per Grattarola

X-Trial: il “solito” Toni Bou domina a Chalon-Sur-Saone

        Uno dei grandi motivi d'interesse della Superbike 2024 &egrave; chiaramente la presenza di Andrea Iannone, che con la Ducati Panigale V4 R del team Go Eleven &egrave; risultato immediatamente competitivo nel round inaugurale di Phillip Island, ma non solo. Nella due giorni di test andata in scena a Barcellona (pista che la prossima settimana ospiter&agrave; il secondo appuntamento) l'abruzzese ha infatti chiuso con il quarto miglior tempo e, soprattutto, con una miglior consapevolezza della propria competitivit&agrave; nonostante il lungo stop forzato. Test SBK, Pirelli si gode le novit&agrave;: "Primi riscontri gi&agrave; positivi" Iannone: &ldquo;Sto migliorando il feeling con moto e gomme&rdquo;  &ldquo;E' stata una buona giornata di test&rdquo;, ha spiegato Andrea al termine del Day 2. &ldquo;Sono soddisfatto del modo in cui abbiamo lavorato e penso che, passo per passo, il mio feeling con la moto e con le gomme stia migliorando. Lo dimostrano i tempi sul giro, visto che sto diventando sempre pi&ugrave; competitivo, e sono felice anche per il rapporto che si sta creando tra me e i membri della squadra, cos&igrave; come del sostegno da parte di Ducati&rdquo;. &ldquo;Devo assolutamente ringraziare Gigi Dall'Igna, Claudio Domenicali, Paolo Ciabatti, Mauro Grassilli e tutti i membri del team Go Eleven per il supporto che mi stanno dando. Questa settimana cercher&ograve; di recuperare al meglio, per tornare in gara con condizioni simili a quelle dei test&rdquo;, ha concluso l'ex-MotoGP, proiettando lo sguardo verso il prossimo weekend di gara in programma proprio sulla pista catalana. BSB, primi giri con la CBR per Bridewell: "Devo abituarmi a tanti aspetti"       

Andrea ha chiuso la seconda giornata a Barcellona con il quarto miglior tempo in sella alla Ducati del team Go Eleven: ecco cosa ha detto al termine della sessione

SBK, Iannone soddisfatto dei test: “Sono sempre più competitivo”

        Pochi mesi fa, James Hillier aveva reso noto il proprio approdo nel team WTF Racing Honda per il Tourist Trophy 2024. Con una CBR1000RR-R prender&agrave; infatti parte alle classi Superbike, Superstock e Senior TT (e con la medesima squadra correr&agrave; anche la Dakar 2025), ma per quanto riguarda la Supersport ci sar&agrave; un vero e proprio &ldquo;ritorno a casa&rdquo; per il pilota inglese. BSB, primi giri con la CBR per Bridewell: "Devo abituarmi a tanti aspetti" Ritorno in Kawasaki per Hillier  Nella classe riservata alle sportive di media cilindrata, James difender&agrave; i colori del team Bournemouth Kawasaki come accaduto per tutto lo scorso decennio, andando a portare in gara una Ninja 636 con una colorazione speciale che richiamer&agrave; i 40 anni del modello e, soprattutto, puntando a quelle posizioni da podio su cui &egrave; gi&agrave; salito in numerose occasioni proprio con la &ldquo;verdona&rdquo; della Casa di Akashi. Quello tra Hillier e Kawasaki &egrave; stato un rapporto duraturo e ricco di soddisfazioni sul Mountain Course dell'Isola di Man, dove ha ottenuto ben quattordici piazzamenti a podio (compresa una vittoria nel 2011 tra le Lightweight) ed almeno una Top 3 in ogni edizione dal 2013 al 2019, oltre ad aver guidato anche la Ninja H2R in un giro di esibizione sfiorando i 350 km/h sul Sulby Straight. Il ritorno in sella ad una &ldquo;verdona&rdquo; permetter&agrave; al road racer dell'Hampshire di lottare ancora una volta per le prime posizioni in SSP? GP Project e 2WheelsPoliTO puntano su Ruda e Da Lio nel CIV Moto3       

James difender&agrave; nuovamente i colori della Casa di Akashi in Supersport sull'Isola di Man, come accaduto per tutto lo scorso decennio

TT 2024, ritorno “in verde”: Hillier in SSP con Bournemouth Kawasaki

        Potendo contare sul sole e sulle temperature miti della regione spagnola dell'Andalusia, i piloti del team Honda Racing UK sono scesi in pista per tre giornate di test privati in vista dell'inizio della stagione, che vedr&agrave; la compagine di riferimento della Casa di Tokyo impegnata sia nel contesto del BSB nelle classi Superbike e Supersport, sia su strada tra North West 200 e Tourist Trophy. In particolare, i piloti titolari in azione nel corso dei tre giorni sono stati Nathan e Dean Harrison, Jack Kennedy, Andrew Irwin e, soprattutto, il campione britannico SBK in carica Tommy Bridewell. Per l'inglese, vincitore del titolo lo scorso anno con Ducati per solo mezzo punto dopo un epico duello contro Glenn Irwin nel round finale di Brands Hatch, si &egrave; trattato del primo vero test con la CBR1000RR-R Fireblade SP in configurazione 2024. L'obiettivo per la stagione sar&agrave; chiaramente quello di confermare il numero 1 sulla carena anche con una moto completamente diversa rispetto a quella con cui ha trionfato in precedenza, diventando (ancora di pi&ugrave;) uno dei migliori interpreti della particolare e competitiva classe regina del campionato d'oltremanica. Vitali: "La CBR &egrave; migliore di quanto raccontano i risultati in SBK" Bridewell: &ldquo;Buon feeling, ma devo abituarmi a motore e telaio&rdquo;  Seppur con la moto non ancora nella configurazione definitiva e pi&ugrave; vicina ad una Superstock, le prime impressioni di Bridewell sono state positive, anche se le differenze rispetto alla Ducati Panigale V4 R guidata lo scorso anno sono tante. &ldquo;Dopo aver effettuato qualche giro con la moto stradale durante la presentazione a Portimao, &egrave; stato bello poter finalmente avere un assaggio della versione da corsa ed iniziare a capire come si comportano il motore quattro-in-linea e il nuovo telaio&rdquo;. &ldquo;Il feeling iniziare &egrave; davvero positivo, ma ci sono tanti aspetti a cui mi devo abituare, come il nuovo sistema di comando dell'acceleratore, fondamentale in uscita di curva&rdquo;, prosegue il campione in carica. &ldquo;Ho provato anche a forzare le staccate e la confidenza che mi d&agrave; l'avantreno &egrave; ottima, visto che mi permette di entrare in curva con i freni in mano senza problemi. C'&egrave; dell'ottimismo, ma ora sono curioso di provare la versione definitiva della Fireblade nei test ufficiali di Donington prima di cominciare il campionato&rdquo;. CIV: Nuova M2 Racing conferma le lineup per SBK e Trofeo Aprilia       

In Andalusia, il campione in carica ha provato per la prima volta la CBR1000RR-R Fireblade SP del team Honda Racing UK con cui cercher&agrave; di difendere il titolo

BSB, primi giri con la CBR per Bridewell: “Devo abituarmi a tanti aspetti”

        Gia al comando a met&agrave; giornata, Nicol&ograve; Bulega ha chiuso davanti a tutti la prima giornata di test del mondiale Superbike sul circuito di Barcellona con un crono di 1'40.304, confermandosi altamente competitivo in sella alla Ducati Panigale V4 R del team ufficiale Aruba. Alle spalle dell'emiliano troviamo Toprak Razgatliglu con la BMW, bravo a migliorare il proprio riferimento cronometrico a fine turno, seguito da altre due Ducati: quella del campione in carica Alvaro Bautista e quella di un sorprendente Sam Lowes, quarto con i colori del team Marc VDS. MotoGP, Yamaha affonda: Quartararo pensa di abbandonare la nave? Rea competitivo con la Yamaha, Iannone ai margini della Top 10  A completare la Top 5 troviamo poi Jonathan Rea, che dopo il disastroso esordio di Phillip Island sembra aver ritrovato la giusta competitivit&agrave; con la Yamaha R1 ufficiale. Il sei volte campione del mondo ha chiuso davanti al compagno di marca Remy Gardner e ad un buon Danilo Petrucci, settimo con la Ducati Barni. Spazio nelle prime dieci posizioni anche per Michael Ruben Rinaldi e Garrett Gerloff, oltre al leader di campionato Alex Lowes. Il britannico ha dovuto fare i conti con una Kawasaki non particolarmente competitiva sulla pista di casa della squadra ed &egrave; anche caduto nella parte conclusiva della giornata, ma &egrave; riuscito a chiudere comunque davanti ad Andrea Iannone e ad un Andrea Locatelli meno incisivo rispetto al solito con la seconda Yamaha ufficiale. CIV: Nuova M2 Racing conferma le lineup per SBK e Trofeo Aprilia Honda in grande difficolt&agrave;  Presente in pista anche Michele Pirro, tester d'eccezione (il quale ha da poco reso nota anche la line up della propria squadra per il CIV), il quale ha chiuso 13&deg; davanti ad Axel Bassani. In grande difficolt&agrave;, invece, i piloti Honda: il migliore &egrave; stato il collaudatore Tetsuta Nagashima, a poco meno di due secondi di ritardo dal leader, mentre i titolari Xavi Vierge e Iker Lecuona sono stati rallentati da problemi tecnici che non gli hanno permesso di portare a termine tutto il lavoro previsto nonostante le novit&agrave; portate da HRC. Domani tutti i piloti torneranno in azione, sul medesimo circuito che tra poco pi&ugrave; di una settimana ospiter&agrave; il secondo appuntamento stagionale. Vitali: "La CBR &egrave; migliore di quanto raccontano i risultati in SBK"       

Il rookie del team Ducati Aruba ha chiuso in prima posizione la giornata, precedendo la BMW del turco e la Panigale di Bautista. Bene Rea, male le Honda

SBK, Test Barcellona: Bulega al comando nel Day 1 davanti a Toprak

        Se c&rsquo;&egrave; una casa che attualmente in Superbike deve recuperare terreno sulle rivali, quella &egrave; certamente Honda. Dal 2020 &ndash; anno in cui la casa alata &egrave; rientrata in veste ufficiale tra le derivate &ndash; infatti i progressi compiuti sono stati certamente sotto le aspettative, ed anche la nuova CBR 1000 RR-R presentata per la stagione 2024 non sembra aver iniziato con il piede giusto, come testimoniato dalle difficolt&agrave; a Phillip Island di Xavi Vierge e Iker Lecuona, con il secondo addirittura costretto a saltare il weekend dopo una caduta nei test di inizio settimana. &nbsp;Ecco perch&eacute; la due giorni di test in corso a Barcellona rappresenta una nuova occasione per emergere, come confermato dal nuovo Team Manager HRC Jos&egrave; Escamez, subentrato quest&rsquo;anno al partente Leon Camier, ora coach e consulente &ndash; sempre in SBK - per il team Marc VDS. &nbsp;&ldquo;Per questi test abbiamo alcuni pezzi da provare &ndash; ha spiegato Escamez ai microfoni del sito ufficiale SBK - e speriamo davvero che funzionino. Nulla che risolver&agrave; tutti i nostri problemi, ma potrebbe esserci un passo in avanti. Ci serve pi&ugrave; freno motore, ed &egrave; importante ridurre l&rsquo;aggressivit&agrave; del motore. Il giorno di test perso a Portiamo a dicembre ha complicato i nostri piani, ma stiamo cercando di avvicinarci&rdquo;. Escamez analizza la situazione  Escamez si concentra poi sul motore, uno dei punti forti della CBR, che deve per&ograve; risultare maggiormente al servizio della moto nel suo complesso. &nbsp;&ldquo;Il motore &egrave; molto potente ma in breve tempo dobbiamo riuscire a trarne il reale potenziale. Non possiamo generare aderenza, fatichiamo a fermare la moto e cos&igrave; nelle curve finiamo per andare larghi. Questo &egrave; forse il primo problema da risolvere&rdquo;. &nbsp;In tal senso &egrave; presente in pista &ndash; oltre al rientrante Lecuona ed a Vierge &ndash; anche il tester Tetsuta Nagashima, incaricato oggi di svolgere delle prove in vista di domani. &nbsp;&ldquo;Oggi Nagashima sta provando qualcosa che i piloti titolari proveranno domani. Avere dei dati in pi&ugrave; &egrave; sempre utile, nonch&eacute; parte fondamentale del nostro progetto. Al momento non abbiamo trovato il nostro assetto di base ideale, ma effettuando prove su vari tracciati tutto pu&ograve; essere migliorato. In Giappone stanno lavorando pi&ugrave; duramente di prima: forse la reazione non sar&agrave; immediata, ma sar&agrave; migliore&rdquo;. SBK, Pirro di scena a Barcellona: al lavoro sui dettagli della V4R&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;       

Il team manager sui test di Barcellona: "Il motore &egrave; prestante ma dobbiamo trarre un vero profitto dalla sua potenza"

SBK, Honda avanti a piccoli passi. Escamez: "Abbiamo novità"

        Test significa anche tester, che nel caso di Ducati si traduce con un nome ed un cognome: Michele Pirro. Dopo le fatiche dell&rsquo;inverno nello sviluppo della Desmosedici GP24 infatti il pugliese &ndash; oramai cesenate d&rsquo;adozione &ndash; &egrave; in queste ore di scena a Barcellona, per aiutare Ducati anche nello sviluppo della Panigale V4R, gi&agrave; vittoriosa a Phillip Island nonch&eacute; ovviamente moto campione in carica. Le parole di Zambenedetti su Pirro e la V4R  Relativamente all&rsquo;esatto scopo della presenza a Barcellona di Pirro ci ha pensato Marco Zambenedetti a fare chiarezza. &ldquo;In primis dobbiamo preparare il round della prossima settimana &ndash; le prime parole del coordinatore tecnico di Ducati nelle derivate al sito ufficiale SBK &ndash; il che &egrave; sempre importante. Per fortuna a Barcellona splende il sole, ed il tracciato &egrave; sempre completo e complesso&rdquo;.  Prove dunque relative al prossimo futuro, ma non solo. &nbsp;&ldquo;Molte delle cose che stiamo provando non sono visibili perch&eacute; sono relative all&rsquo;erogazione della potenza ed al carattere del motore con il nuovo sistema di controllo del carburante. Pirro relativamente a tutto ci&ograve; pu&ograve; certamente aiutarci, grazie alla sua vasta esperienza in MotoGP&rdquo;. Vitali: "La CBR &egrave; migliore di quanto raccontano i risultati in SBK"&nbsp;       

Oltre ai piloti titolari di Borgo Panigale &egrave; attualmente in pista anche Michele, profondo conoscitore della Panigale. Zambenedetti: "Prove per il weekend di gara ma non solo"

SBK, Pirro di scena a Barcellona: al lavoro sui dettagli della V4R

        Non solo MotoGP e Superbike, dato che tra meno di un mese sar&agrave; il momento di dare il via al proprio 2024 anche per il CIV, dove una delle classi pi&ugrave; spettacolari resta quella regina, la SBK. In quest&rsquo;ultima &egrave; pronto a dare nuovamente battaglia Luca Vitali, che dopo un 2023 da protagonista &ndash; terminato con l&rsquo;operazione alla spalla destra per tornare al 100% - ha dato formalmente il via alla sua nuova stagione nel recente test svolto a Misano. Qui la grande protagonista &egrave; stata la nuova CBR1000 RR-R, che Luca &ndash; portacolori del team Firenze Motor anche per il 2024 &ndash; ha potuto provare per la prima volta, tra prime impressioni e speranze per il futuro. Luca, pareri sulla nuova CBR? &ldquo;Esteticamente &egrave; molto simile alla vecchia, ma nella guida &egrave; abbastanza diversa. Il motore sembra pi&ugrave; pronto nei bassi regimi, la coppia &egrave; leggermente anticipata e si sente, ma soprattutto &egrave; molto diverso l&rsquo;anteriore, tanto che te ne accorgi gi&agrave; uscendo dai box. E&rsquo; una differenza sulla quale occorre lavorare, ma certamente &egrave; un vantaggio in frenata: l&rsquo;anno scorso con le Dunlop abbiamo avuto problemi di vibrazione sull&rsquo;anteriore, alle quali mi sono adattato con la guida cambiando il modo di frenare. Posso quindi dire che l&rsquo;anteriore &egrave; molto leggero, e gi&agrave; le prime frenate sono state buone. Devo un po&rsquo; capire l&rsquo;ultima fase di curva, dato che questa nuova CBR si comporta diversamente e devo abituarmi. Nel veloce sembra che volti meglio&rdquo;.&nbsp;Possiamo quindi dire che la nuova CBR &egrave; gi&agrave; meglio della precedente?&nbsp;&ldquo;Non posso dirlo al momento, dato che in primis occorre arrivare a girare con i tempi della vecchia. Nel primo test sono riuscito a fare 1&rsquo;37&rdquo;0, in condizioni non ottimali e senza la gomma pi&ugrave; competitiva di Dunlop, quindi mi viene da pensare che un miglioramento ci sia stato, soprattutto con le sensazioni. Gli aggiornamenti tra 2022 e 2023 sono stati inutili per me, la moto &egrave; rimasta la stessa, mentre ora &egrave; diversa a partire dal telaio, meno rigido&rdquo;. I vecchi problemi della CBR  Quali erano i principali problemi della vecchia CBR?&nbsp;&ldquo;Era difficile essere veloci, e per farlo dovevi distruggerti fisicamente, frenando forte fino a centro curva con una moto molto pesante, per contrastare il fatto che a centro curva non voltava. In questo contesto mi aiutava ad essere veloce il fatto che, oltre ad entrare in curva in quel modo, non mi appoggiavo sul controllo di trazione, muovendo la moto quel tanto che bastava per farla voltare. In ogni caso Misano &egrave; un conto, Imola un altro ed il Mugello un altro ancora: al Mugello se non hai percorrenza non puoi essere veloce, ed infatti per stare con i primi ero costretto a distruggermi in ogni inserimento, ma &egrave; una guida da qualifica che puoi fare per 5 giri. Essendo la moto nuova pi&ugrave; leggera, ed accettando una guida diversa, dovrebbe essere meglio&rdquo;.&nbsp;Spesso quando si lavora su una moto nuova si rischia, nel tentativo di migliorare, di perdere i punti forti della versione precedente. E&rsquo; questo il caso?&nbsp;&ldquo;I punti forti della precedente erano la velocit&agrave; sul dritto e l&rsquo;inserimento in curva, che era per&ograve; obbligatorio fare in un certo modo, quindi pi&ugrave; che un pro era diventato un obbligo, dato che non entravo in quel modo rischiavo di cadere. Direi quindi che i punti forti non sono stati smarriti, con l&rsquo;aggiunta che sin da subito la frenata &egrave; apparsa migliore&rdquo;. In SBK le cose non stanno andando bene per Honda. Dopo Phillip Island Xavi Vierge ha lamentato problemi nel voltare la moto ed in uscita di curva, specie in gruppo. Che ne pensi?&nbsp;&ldquo;In gruppo non ho ancora guidato quindi non posso esprimermi, ma che la moto non volti &egrave; vero, almeno per quanto concerne la versione 2023. In Superbike si appoggiano tanto sul controllo di trazione, facendola voltare con il posteriore da centro curva in poi: le moto che funzionano si comportano cos&igrave;, a cominciare da Ducati, come ho potuto vedere anche l&rsquo;anno scorso nel round di Misano. La Honda fa meno questo, e trovandosi a lottare con moto che funzionano notano maggiormente tutto questo. Io sfido una Ducati leggermente meno performante, ed in qualche modo ci si mette una pezza. Ad ogni modo credo che la moto nuova sotto questi aspetti sia migliorata&rdquo;. &nbsp; Qual &egrave; secondo il principale problema di Honda in SBK?&nbsp;&ldquo;La moto &egrave; pi&ugrave; valida di quello che raccontano i risultati, ed i piloti sono di buon livello, quindi il problema deve essere un altro. Pu&ograve; sembrare che a Honda non interessi la Superbike, ma da quello che vedo io dal CIV non &egrave; cos&igrave;. Sicuramente c&rsquo;&egrave; una concezione diversa: Ducati fa moto da corsa per la strada, Honda fa moto da strada che poi utilizza in pista. Dove il livello non &egrave; altissimo la CBR funziona, ad esempio nelle categorie Stock o nell&rsquo;Endurance tutti stanno passando a Honda, ma quando ti scontri con una Ducati SBK o una Ducati ed una Aprilia nel CIV il discorso cambia e si complica, e quello che ha fatto Honda forse non &egrave; abbastanza. Aggiungo per&ograve; una cosa&rdquo; L'impegno di Honda e le speranze nel CIV  Vai pure.&nbsp;&ldquo;Parlando da pilota del team Firenze Motor posso dire che Honda ci tiene, e si sta muovendo per tornare in alto, del resto basta vedere anche in MotoGP, dove al di l&agrave; dei risultati l&rsquo;impegno &egrave; palese. In SBK mi aspettavo un inizio diverso, tanto che vedendo il primo round da casa ed attendendo la moto non ero molto convinto, ma quando l&rsquo;ho provata sono rimasto soddisfatto, forse anche perch&eacute; ho una guida completamente diversa, meno basata sull&rsquo;elettronica. Quando entro in pista con una moto nuova spengo i controlli, faccio io e metto in seguito quello che serve, ma solo perch&eacute; sono abituato cos&igrave;, e riesco a capire pi&ugrave; facilmente cosa funziona e cosa no. Comunque secondo me la moto vale pi&ugrave; di quello che Honda sta ottenendo in SBK&rdquo;.&nbsp;Torniamo a te. Come stai fisicamente?&nbsp;&ldquo;Sto nettamente peggio di prima. Attualmente &egrave; infiammata, ma nei giorni scorsi ho fatto una visita di controllo con il chirurgo che mi ha operato e pare sia tutto a posto, quindi serve solo aspettare che si sfiammi. Ho fatto l&rsquo;operazione un mese fa, e nel frattempo sono andato a Jerez e Misano, pi&ugrave; gli allenamenti classici, quindi &egrave; normale che sia un po&rsquo; infiammata, ma in questo momento in moto sento dolore. Ho poca autonomia, tanto che nel pomeriggio dei test di Misano ho avuto male&rdquo;.&nbsp;Quale pu&ograve; essere invece il tuo obiettivo per il CIV SBK 2024?&nbsp;&ldquo;E&rsquo; sempre quello di giocarsela con i primi, ma fino a quando non si &egrave; in pista tutti insieme &egrave; difficile dirlo. Ora abbiamo avuto le concessioni, che concessioni non sono dato che semplicemente ci mettono alla stesso livello di Ducati ed Aprilia per quanto concerne canotto e pivot. Dal punto di vista tecnico globale credo che Ducati e Aprilia siano ancora un passo avanti, anche solo per la maggiore esperienza. A Misano le sensazioni sono state buone e le gomme hanno lavorato bene, poi vedremo. Wild card in SBK? Vorrei farla con il team. Se tutto andr&agrave; nel verso giusto sar&agrave; possibile&rdquo;. CIV: Nuova M2 Racing conferma le lineup per SBK e trofeo Aprilia&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;       

L'INTERVISTA - Luca reduce dal primo test con la nuova Fireblade: "L'anteriore &egrave; migliore, ora c'&egrave; un vantaggio in frenata. Mi aspettavo un inizio migliore, ma l'impegno &egrave; evidente"

Vitali: "La CBR è migliore di quanto raccontano i risultati in SBK"

        Dopo la Formula 1, gli statunitensi si stanno innamorando delle moto, trascinati da Dan Rossomondo, Chief Commercial Officer di Dorna dall&rsquo;aprile 2023. Prima ancora dell&rsquo;approdo in MotoGP di Trackhouse Racing come team satellite Aprilia, Graham Rahal aveva annunciato la costituzione del Team Rahal Ducati Moto, per gareggiare nella Supersport del MotoAmerica. Rahal Ducati &egrave; la concessionaria autorizzata Ducati con sedi a Brownsburg (Indiana) e Cleveland (Ohio). Pi&ugrave; gare, pi&ugrave; pubblico: i numeri della MotoGP 2023 | Quella (S)Volta Che Il nuovo compito di Ben Spies  Bobby Rahal ha conquistato tre campionati CART, serie in cui ha ottenuto 24 successi, inclusa la 500 Miglia di Indianapolis del 1986. Nel 1991 ha fondato il Team Rahal/Hogan Racing che per sei anni ha preso il nome di Rahal Letterman, grazie all&rsquo;associazione con il conduttore TV David Letterman. Meno talentuoso, il figlio Graham vanta come successo pi&ugrave; prestigioso la 24 Ore di Daytona del 2011, mentre in IndyCar ha totalizzato sei successi in 261 gare. Graham ha spiegato che &ldquo;La Ducati &egrave; sempre stata una grande passione. Quando ero piccolo, pap&agrave; aveva sempre l&rsquo;ultima e la pi&ugrave; grande Ducati: 996, 998 e cos&igrave; via. Era radicata nella mia testa la bellezza della Ducati: come suonava, come appariva... Ed erano sempre gialle&rdquo;. Per gestire il tutto si affidano a Ben Spies, iridato Superbike nel 2009, vincitore di un GP in MotoGP e cinque volte campione AMA, mentre per i piloti la scelta &egrave; ricaduta sul trentenne PJ Jacobsen, sul ventinovenne Corey Alexander e sulla sedicenne Kayla Yaakov di cui avevo gi&agrave; scritto nel luglio 2022. &ldquo;Siamo entusiasti della formazione di piloti che ci siamo assicurati per la nostra stagione inaugurale nel MotoAmerica &ndash; il commento di Graham &ndash; PJ ha mostrato un talento incredibile in Supersport e Superbike. Kayla &egrave; giovane e talentuosa. Avr&agrave; sia PJ che Ben a cui rivolgersi per l&rsquo;esperienza e la guida mentre crescer&agrave;&rdquo;. Ben Spies, ecco quali piloti gestir&agrave;  Jacobsen fu vice iridato Supersport nel 2015, preceduto soltanto da Kenan Sofuoglu. Tre anni dopo chiuse secondo alla 8 Ore di Suzuka con Takumi Takahashi e Takaaki Nakagami sulla Honda CBR 1000RR SP2 dietro la squadra ufficiale Yamaha. L&rsquo;anno scorso, invece, Jacobsen ha corso nella SBK del MotoAmerica con la BMW, conquistando il bronzo con 270 punti, a due lunghezze dalla Ducati di John Herrin. &ldquo;Avere di nuovo Ben Spies sar&agrave; fantastico per l&rsquo;aiuto con la guida, la meccanica e la strategia. Quando ho sentito che i Rahal arrivavano nel paddock i miei occhi si sono illuminati perch&eacute; gestiscono un team automobilistico cos&igrave; professionale: faranno lo stesso per le moto. &Egrave; fantastico per il nostro sport avere persone come queste coinvolte&rdquo;. Kayla sta bruciando le tappe ma d&rsquo;altronde sal&igrave; in moto gi&agrave; a quattro anni. Nel 2022 si &egrave; aggiudicata al Ridge Motorsports Park Gara 2 della Junior Cup. Nel resto della stagione la Yaakov ha ottenuto altri tre successi e chiuso il campionato in terza posizione, con 277 punti, otto in meno del campione. L&rsquo;anno scorso ha gareggiato nella Twins Cup, ottenendo un secondo e un terzo posto, nel finale di stagione ha esordito in Supersport e alla sua terza gara, nel New Jersey, ha agguantato un terzo posto con la Kawasaki di Tytlers Cycle Racing. A met&agrave; febbraio il trio di Rahal &egrave; sceso in pista per una tre giorni al Jennings GP in Florida, con Jacobsen autore del miglior tempo con due decimi sulla Yaakov e otto su Alexander, settimo nell&rsquo;ultima annata Superbike USA con due podi. Soddisfatto Spies: &ldquo;Sono contento dell&rsquo;andamento dei test, tutti hanno lavorato bene, abbiamo buoni set up di base per Daytona&rdquo;. Hiroshi Hasegawa, l'uomo del Monte | Quella (S)Volta Che       

Nel MotoAmerica, l&rsquo;ex iridato Superbike si occuper&agrave; del nuovo team della famiglia Rahal, dinastia delle quattro ruote che allarga i propri orizzonti

La nuova vita di Ben Spies | Quella (S)Volta Che

        Due manche Supersport disputate a Phillip Island, primi verdetti giunti dall'Australia all'Europa, "suolo" su cui si completer&agrave; la stagione 2024. La classe di mezzo delle derivate di serie &egrave; ancora terreno di caccia Ducati, che ha la Panigale 955 bicilindrica quale favorita della contesa. Tricilindriche MV Agusta e Triumph sono in crescita, quattro cilindri in affanno, tranne un modello che presto lascer&agrave; spazio a una collega maggiorata. La Yamaha R6 tiene banco, sapendo di durare poco. Yamaha, unica quattro cilindri con cui puntare al podio? Abbiamo messo il punto di domanda, perch&eacute; i piloti hanno corso solo in Australia. Dovremo attendere i prossimi appuntamenti per rispondere al seguente quesito: "E' la Yamaha l'unica quattro cilindri da 600 centimetri cubi valida di podio o, magari, vittoria?" contestualmente facendoci una idea generale. Stefano Manzi ha soddisfatto la missione, mettendoci del suo nei lunghi curvoni, staccando a pi&ugrave; non posso nelle due frenate in cui si pu&ograve; sorpassare. Bravo il portacolori Ten Kate, come interessanti le prestazioni di Valentine Debise, Lucas Mahias, Yeray Ruiz, Anupab Saarmon e Tom Toparis, tutti contraddistinti dai tre diapason e nelle migliori posizioni del weekend. Non per caso.  R6 perfetta, Kawasaki Ninja e Honda CBR: l'opinione di Fabio Menghi Fabio Menghi, ex pilota e attuale manager del team VFT Racing, spiega perch&eacute; la R6 riesca a competere previa costanza, a dispetto di pari cubatura nipponiche oggi in difficolt&agrave;: "Avere tanti piloti equipaggiati Yamaha aiuta" il punto di vista "considerando i dati sui quali si pu&ograve; lavorare e la bont&agrave; del kit offerto dalla Casa. Tutto ci&ograve;, per&ograve;, va preparato e affinato con cura". In pratica, la base &egrave; la stessa per ogni squadra, poi arriva il tocco umano: "Esatto, ecco perch&eacute; spendiamo ore e soldi in officina. Rispettare il regolamento tecnico &egrave;, oltre a un dovere, vera opera d'arte: ci muoviamo dove &egrave; lecito agire, pensando ad soluzioni ad hoc per ottimizzare rendimento e prestazione pura". Quali sono le differenze tra le blu di Iwata e le connazionali? In sintesi, ancora lui: "Quando la R6 &egrave; settata bene, sembra imbattibile. Il propulsore spinge ai medi regimi, in alto esplode, garantendo interessanti dosi di cavalli. Eccellente il telaio, vera arma definitiva, frenata buona, facilit&agrave; di guida ampiamente dimostrata. Se tutto &egrave; coordinato, la Yamaha &egrave; perfetta. A Kawasaki e Honda manca sempre qualcosa, nonostante la possibilit&agrave; di montare sistemi elettronici d'avanguardia. La Ninja soffre in termini di potenza, lo si nota anche in uscita di curva, la CBR appare acerba nel proprio insieme ma, in realt&agrave;, non si pu&ograve; dire vadano male. Semplicemente, la Yamaha &egrave; superiore, peccato solo sia prossima al pensionamento".  R9 in arrivo: Yamaha vuole giocare ad "armi pari" E' in arrivo la R9, sorella maggiore della R6, bench&eacute; pi&ugrave; giovane e con un cilindro in meno. Parliamo di 890 centimetri cubi del motore tricilindrico, "compromesso" tra due e quattro. Promette bene? Di nuovo Fabio Menghi, curioso e descrittivo: "B&egrave;, dipende" ride "Per&ograve;, s&igrave; dai. Bisogner&agrave; vedere con quale base uscir&agrave; la versione racing, dalla quale poi partire con la relativa elaborazione. Il discorso di sempre vale: pi&ugrave; la natura del progetto &egrave; di alto livello e aperto a preparazioni, maggiore &egrave; la possibilit&agrave; di risultare competitivi". E i costi? L'attenzione al portafogli continua: "Cos&igrave; deve essere, questo &egrave; un campionato di derivate dalla produzione di serie, mica prototipale. Proprio perch&eacute; vuole rimanere al top, combattendo e battendo la Ducati, la Yamaha fa entrare un nuovo modello. Dovrebbe, uso il condizionale, costare meno in ogni voce. La teoria dice cos&igrave;, speriamo che la pratica mantenga la parola".         

Sar&agrave; sostituita dalla R9, ma viaggia ancora forte: la R6 &egrave; l'unica a contrastare bicilindriche Ducati 955 e tricilindriche MV e Triumph&nbsp;

Yamaha tiene a galla le quattro cilindri in Supersport, prima dell'addio

        Piove sul bagnato in casa Honda. Dopo il forfait di Iker Lecuona, dichiarato unfit per via dell'infortunio alla spalla, il team ufficiale HRC ha dovuto fare affidamento sul solo Xavi Vierge nel round inaugurale di Phillip Island, che si &egrave; rivelato a dir poco complicato. Nonostante una CBR1000RR-R Fireblade SP stravolta rispetto a quella dello scorso anno, lo spagnolo non &egrave; mai riuscito ad affacciarsi nelle posizioni di alta classifica, ottenendo un decimo posto in Gara 1 come miglior risultato, evidenziando diversi punti critici della supersportiva della Casa di Tokyo. SBK: Alex Lowes riporta il sorriso in Kawasaki Vierge: &ldquo;Non siamo veloci come gli altri, difficile farsi largo nella bagarre&rdquo;  &ldquo;Dobbiamo fare i conti con la realt&agrave; e, purtroppo, al momento c'&egrave; ben poco di cui essere felici&rdquo;, ha dichiarato Xavi a fine weekend. &ldquo;Ad essere sinceri il feeling con la moto non &egrave; male e, anzi, mi diverto a guidarla. Il problema &egrave; che non siamo veloci come gli altri e facciamo molta fatica sia a far girare la moto, sia ad uscire dalle curve, perci&ograve; diventa estremamente difficile farsi strada all'interno del gruppone nella bagarre visto che occorre frenare tardissimo, percorrere linee diverse da quelle ideali e stressare di pi&ugrave; la gomma&rdquo;. &ldquo;Quando guido da solo e resto nella traiettoria ideale il mio passo gara non &egrave; male, ma ci&ograve; che conta &egrave; la posizione in gara e purtroppo non stiamo ottenendo i risultati che speravamo&rdquo;, prosegue il pilota di Barcellona, augurandosi di trovare una soluzione ai problemi della 'Blade il prima possibile. &ldquo;Se non altro, sia io che la squadra siamo consapevoli della situazione e sappiamo di dover continuare a cercare una soluzione per tornare ad essere competitivi il pi&ugrave; in fretta possibile&rdquo;. SBK, Iannone: "Se questa &egrave; la base di partenza, va bene cos&igrave;"       

La CBR non si &egrave; mai affacciata nelle posizioni che contano durante il weekend di Phillip Island e lo spagnolo ha ammesso la propria preoccupazione: &ldquo;E' difficile lottare cos&igrave;&rdquo;

SBK, buio pesto in casa Honda. Vierge: “Non possiamo essere felici”

        Sarebbe impossibile anche soltanto immaginare un inizio di stagione pi&ugrave; complicato di questo per il team ufficiale Honda del mondiale Superbike. Sul tracciato di Phillip Island, le CBR1000RR-R Fireblade SP si sono confermate velocissime in rettilineo, ma decisamente poco competitive nei tempi sul giro sia con Xavi Vierge che con Iker Lecuona. Inoltre, per quest'ultimo il fine settimana australiano si &egrave; gi&agrave; concluso per via dei problemi fisici. SBK Australia, Rea: "Potrebbero essere le gare pi&ugrave; difficili della mia carriera" Troppo dolore alla spalla dopo l'incidente nei test  Come vi abbiamo raccontato negli scorsi giorni, la brutta caduta rimediata ad alta velocit&agrave; durante la giornata di test ed il conseguente problema alla spalla avrebbero rappresentato una grossa incognita per il pilota spagnolo, che non sar&agrave; quindi in griglia essendo stato dichiarato "unfit" dopo le FP2. Un vero peccato, visto che lo scorso anno quelle australiane furono tra le gare migliori della stagione per il valenciano, che ottenne due sesti posti. HRC sar&agrave; quindi in gara per questo weekend soltanto con Xavi Vierge, mentre le Honda totali in pista saranno tre vista la presenza di Tarran Mackenzie e Adam Norrodin con le CBR del team Petronas MIE Racing, ma &egrave; davvero improbabile che possano occupare le posizioni di alta classifica salvo clamorosi colpi di scena. Il 2024 della Casa di Tokyo, insomma, parte pi&ugrave; in salita che mai. SSP, Phillip Island: pole da record e brutta caduta per Adrian Huertas       

Lo spagnolo ha provato a scendere in pista nei turni di prove libere, ma l'infortunio alla spalla rimediato nei test l'ha costretto ad alzare bandiera bianca

SBK: niente da fare per Lecuona, dichiarato unfit dopo le FP2

        Circondato dalle scintille, mentre si sbarazzava con una mola a disco dei supporti anteriori del motore di una Honda CBR600RR violandone il telaio, Roberto Gambini qualche perplessit&agrave; ce l&rsquo;aveva. Ma era l&igrave; per seguire indicazioni, non per prendere decisioni. Perch&eacute; le scelte appartenevano a un uomo spinto da una visione che incrociava musicalit&agrave; e velocit&agrave;, melodia e sana follia: si trattava di Giancarlo Morbidelli, intenzionato a costruire una moto spinta da un 12 cilindri a V dopo aver gi&agrave; scritto il proprio nome nell&rsquo;albo d&rsquo;oro dei GP. Lo Spazio Morbidelli, la rinascita di un mito Morbidelli e il sogno di un 12 cilindri a V  Tre volte trionfatore come costruttore e quattro con i suoi piloti, fra il 1975 e il &rsquo;77 nelle classi 125 e 250 del Motomondiale, l&rsquo;ex imprenditore pesarese nei primi anni 2000 era ancora una figura rispettata, addirittura venerata, nell&rsquo;ambiente delle due ruote. Competente e innovatore, sul finire del decennio precedente aveva completato una otto cilindri curata nella parte estetica da Pininfarina. Chiusa quell&rsquo;avventura, inseguiva una nuova sfida, stimolata da un sogno: &ldquo;La suggestione era tutta nella possibilit&agrave; di sentire una moto cantare come una Ferrari" ricorda oggi Gambini, 84 anni, principale collaboratore di Morbidelli nel progetto. "&Egrave; nato tutto cos&igrave;, per inseguire questo obiettivo&rdquo;. E si &egrave; manifestato, nelle prime fasi, sulla carta: &ldquo;Giancarlo elabor&ograve; i disegni del motore nell&rsquo;arco di un anno, lavorando al tecnigrafo dopo aver raccolto spunti e bozze su semplici fogli di carta, affidando poi la versione finale a una figura specializzata&rdquo;. In quel periodo, il marchigiano aveva gi&agrave; deciso su quale base realizzare la sua creatura: si trattava proprio della Honda finita nelle mani di Gambini, spedita dal Giappone e arrivata nell&rsquo;officina allestita al primo piano del museo di Pesaro che portava il nome di Morbidelli. In esposizione circa 300 esemplari, soprattutto dal secondo dopoguerra agli Anni &lsquo;80: mentre le sale in cui era disposta la collezione celebravano il passato, dunque, nel laboratorio al piano superiore si lavorava su qualcosa di decisamente avveniristico. &ldquo;L&rsquo;idea di Giancarlo era di usare il motore della CBR come base per un V12 da 750 cm&sup3; che sarebbe stato alloggiato nel telaio originale della moto di serie. Volendo mantenere il cambio e la parte inferiore del quattro in linea giapponese, visto che i cilindri non si potevano sfilare come succede per altri propulsori perch&eacute; erano un tutt&rsquo;uno con la parte superiore dei carter, decise di segarli via&rdquo;. Ancora scintille, dunque, dopo quelle che avevano illuminato l&rsquo;officina quando Gambini era intervenuto sul telaio nuovo di zecca: &ldquo;In quel caso avevo eliminato le piastre motore anteriori che scendevano dai due travi principali, perch&eacute; il 12 cilindri sarebbe stato ovviamente pi&ugrave; largo del quattro. Anche se compattissimo&rdquo;.  &nbsp; Morbidelli 12 cilindri: la curiosit&agrave; Honda  Il progetto di Morbidelli prevedeva infatti dimensioni decisamente ridotte, per alcuni impensabili. Ne &egrave; prova l&rsquo;esito di un incontro avuto nel luglio del 2003 con due ingegneri della Honda che, incuriositi dalle voci sul progetto, tenuto comunque molto riservato, avevano chiesto di poter dare un&rsquo;occhiata: &ldquo;Quel giorno ero presente per immortalare la visita &ndash; ricorda Fermino Fraternali, una vita dietro l&rsquo;obbiettivo della macchina fotografica &ndash; e sono stato testimone dell&rsquo;immensa meraviglia espressa dai nipponici. Non riuscivano proprio a credere che qualcosa del genere potesse essere possibile. E cos&igrave;, in uno slancio di altruismo e rispetto, garantirono a Morbidelli la completa disponibilit&agrave; nel fornire qualsiasi pezzo di ricambio&rdquo;. Il pesarese si trovava quindi a incassare il supporto informale di uno dei marchi pi&ugrave; prestigiosi del globo. Dopo aver gi&agrave; ricevuto, in passato, la benedizione di Enzo Ferrari, patron del pi&ugrave; celebrato reparto corse nella storia della Formula 1. Tanti, infatti, i confronti e gli scambi fra i due, con il Drake pronto ad aiutare il pesarese in diverse occasioni. Ne sono prova, fra le altre cose, alcune 125 da Gran Premio riconoscibili per aver stampato il Cavallino sui carter, realizzati proprio grazie alla struttura di Maranello. Morbidelli non era dunque nuovo alle collaborazioni eccellenti, e ha sfruttato anche quella con la Honda. &ldquo;Sulla scia della promessa degli ingegneri giapponesi &ndash; spiega ancora Gambini &ndash; pistoni, valvole e altri componenti destinati al V12 vennero presi in prestito da una vecchia cugina della CBR600RR, una 250 quattro cilindri di serie non importata in Italia. Per quanto riguarda il motore commissionammo, oppure realizzammo a seconda dei casi, parti come i cilindri e tutti gli altri componenti necessari, incluso l&rsquo;albero motore, dietro disegno di Giancarlo. Il progetto prevedeva, in sintesi, che la nuova parte venisse in qualche modo incastonata nella base rappresentata dalla CBR. La parte segata via aveva lasciato, guardando il motore di profilo, uno spicchio vuoto di circa 90 gradi che, visto dal lato sinistro, corrispondeva alla porzione che divide l&rsquo;orologio fra le 9 e le 12, da quello destro fra le 12 e le 3. L&rsquo;albero motore sarebbe stato alloggiato l&igrave;, pi&ugrave; o meno dove c&rsquo;era il precedente, con sei cilindri puntati verso l&rsquo;alto e altrettanti diagonali, in avanti&rdquo;. Il progetto doveva inoltre contare su iniettori ad hoc, realizzati da una ditta specializzata. &ldquo;Ricordo ancora il giorno in cui arrivarono, erano piccolissimi, chiusi in un contenitore grande pi&ugrave; o meno come una scatola per le scarpe. Giancarlo, scherzando, mi disse che quegli aggeggi costavano pi&ugrave; della Lancia Y che usava per raggiungere il museo e l&rsquo;officina&rdquo;. Realizzati anche gli alberi a camme, restavano in sospeso i corpi farfallati, l&rsquo;accensione e qualche altro dettaglio. &nbsp; 12 cilindri Morbidelli, un capolavoro incompiuto  A quel punto la possibilit&agrave; di poter ascoltare il rombo inseguito per cos&igrave; tanto tempo sembrava finalmente a tiro, ma si misero di mezzo alcuni problemi di salute di Morbidelli, costretto a sospendere le attivit&agrave;. Scomparso nel 2020, il genio pesarese non &egrave; cos&igrave; riuscito a completare l&rsquo;ultimo dei progetti avviati in una vita di intuizioni e successi, lasciando in eredit&agrave; un affascinante esempio di tecnica e ambizione. Se l&rsquo;arte ha avuto l&rsquo;Adorazione dei Magi mai completata da Leonardo Da Vinci e la musica l&rsquo;ottava sinfonia di Franz Schubert, il motociclismo ha assistito al tentativo dal quale sarebbe potuto nascere il 12 cilindri Morbidelli. Capolavoro incompiuto. Sospeso per sempre, fra sogno e suggestione.  Calendario MotoGP 2024       

Come racconta Gambini, collaboratore di Morbidelli: "La suggestione era nella possibilit&agrave; di sentire una moto cantare come una Ferrari"

12 cilindri a V, il capolavoro incompiuto di Giancarlo Morbidelli

        Finalmente ci siamo. Poco pi&ugrave; di quattro mesi dopo l&rsquo;ultima volta, il mondiale Superbike &egrave; pronto per regalare - a partire dal round di Phillip Island di questo fine settimana - nuovamente spettacolo, in una stagione che si carica di aspettative giorno dopo giorno: da pi&ugrave; parti del resto la griglia 2024 &egrave; stata di recente definita come la pi&ugrave; ricca in termini di talento degli ultimi 10 &ndash; o forse di pi&ugrave; &ndash; anni, con i tanti cambi di casacca a rendere il tutto ancora pi&ugrave; imprevedibile ed interessante. Un mare di novit&agrave; dove l&rsquo;unica certezza sembra essere rappresentata dal campione del mondo in carica, ossia quell&rsquo;Alvaro Bautista che parte nuovamente con il numero 1 sulla carena ed i favori del pronostico. Tutto questo nonostante un inverno meno brillante del solito, con i postumi dell&rsquo;infortunio patito nei test di Jerez dell&rsquo;ottobre scorso smaltiti solo nelle ultime settimane, tanto che Alvaro non appare il favoritito in vista del primo round. Questo nonostante le ottime cose mostrate a pi&ugrave; riprese &ndash; soprattutto tra Jerez e Portimao - in termini di passo, portando al contempo avanti il lavoro per quanto concerne la zavorra. Il peso minimo moto + pilota &egrave; infatti una delle novit&agrave; pi&ugrave; rilevanti del regolamento 2024: una norma che sulla carta tocca tutti i piloti, ma che in realt&agrave; punta diritta a complicare la vita a Bautista, che dovr&agrave; montare sulla sua Panigale V4R tra i 6 ed i 7 chili di zavorra, da distribuire nel modo pi&ugrave; intelligente possibile. Razgatlioglu gi&agrave; al top con BMW  Nonostante questi potenziali ostacoli Alvaro resta il favorito numero uno in ottica mondiale, cos&igrave; come Toprak Razgatlioglu resta il primo sfidante. Questo nonostante il rivoluzionario passaggio da Yamaha a BMW compiuto dal turco, a caccia di cavalli e nuovi stimoli: in tanti prevedevano un lungo periodo di adattamento e difficolt&agrave; per Toprak in sella alla M1000RR, reduce da un 2023 senza nemmeno un podio, ma i test di Jerez, Portimao e Phillip Island hanno raccontato ben altro, con tanto di prima posizione e record sia in Portogallo che in Australia. I problemi da risolvere ad ogni modo restano, ad esempio l&rsquo;assenza di aderenza al posteriore lamentata da Razgatlioglu a pi&ugrave; riprese, ma il potenziale sembra gi&agrave; sufficiente per sognare in grande, anche sfruttando la possibile partenza a rilento di Bautista. Detto di Bautista e Razgatlioglu &egrave; impossibile non citare Jonathan Rea, per completare la filastrocca che ha caratterizzato perlomeno le ultime 2 stagioni delle derivate. Come Toprak anche Jonathan ha decisamente voltato pagina rispetto allo scorso anno, prendendo proprio il posto del turco in Yamaha. Johnny ha impiegato poco tempo per risultare veloce, ma restano dei dubbi circa la sua possibilit&agrave; di lottare davvero per il successo, sia finale che in quel di Phillip Island, nonostante Yamaha inizi la stagione con i gradi di seconda forza del campionato. &nbsp; Rea dal canto suo parte forse in terza piazza in una eventuale griglia di partenza pre campionato, ma in tanti vorrebbero e potrebbero rapidamente scalzarlo da tale posizione: primo fra tutti Nicol&ograve; Bulega. Arrivato in classe regina da campione del mondo Supersport in carica il romagnolo ha rappresentato la sorpresa pi&ugrave; lieta dei test invernali, insidiandosi subito tra i top rider della categoria: merito della Panigale del team Aruba, ma soprattutto del suo talento, che pare gli abbia subito permesso di prendere le misure della V4R, tanto da firmare il record della pista a Jerez. Bulega e Iannone: l'Italia sogna in grande  L&rsquo;incognita pi&ugrave; grande per Bulega &egrave; ovviamente rappresentata dall&rsquo;insieme di novit&agrave; che il debutto in Superbike porta con s&eacute;, a cominciare dalle 3 gare a weekend, e proseguendo con l&rsquo;obbligatoria gestione degli pneumatici, fondamentale gi&agrave; in Australia. Sul passo Nicol&ograve; &egrave; sinora stato meno convincente che sul giro singolo, ma i numeri sembrano essere quelli del potenziale predestinato. Gli stessi che d&rsquo;altronde possedeva &ndash; e possiede? &ndash; Andrea Iannone, che certamente incarna l&rsquo;incognita pi&ugrave; grande ed intrigante della stagione 2024. Specie dopo aver rapidamente dimostrato i 4 anni trascorsi forzatamente ai box non ne hanno intaccato il talento, con tempi subito vicini a quelli dei migliori, anche in Australia. Parlare ora di obiettivi concreti per l&rsquo;abruzzese &egrave; quasi eresia, ma &egrave; lecito attendersi lampi di talento e conseguenti risultati di rilievo. Potrebbero non mancare gli alti e bassi, viste le tante incognite da rookie che Andrea dovr&agrave; affrontare, ma il mezzo ed il potenziale per sognare in grande non mancano, con il team Go Eleven che pu&ograve; sognare di tornare al successo. Quel successo che invece manca a Danilo Petrucci, altro portacolori azzurro da tenere particolarmente d&rsquo;occhio. La crescita espressa nella seconda parte di 2023 del resto prefigura Danilo come un pilota in grado di lottare per il podio spesso e volentieri, con il sogno appunto del primo successo all&rsquo;orizzonte. &nbsp; Per riuscirsi servir&agrave; per&ograve; risolvere i problemi che perseguitano il ternano sin dal suo debutto nelle derivate, primo fra tutti la difficolt&agrave; nello sfruttare le gomme nuove ed il loro potenziale, fondamentale per conquistare un posto nelle prime file dello schieramento, fattore che nella Superbike attuale &ndash; come del resto in MotoGP &ndash; rischia di diventare sempre pi&ugrave; cruciale. Rinaldi e Locatelli da non sottovalutare  Un altro italiano in sella alla Ducati con velleit&agrave; di gloria &egrave; Michael Ruben Rinaldi, forse l&rsquo;azzurro del quale meno si &egrave; riuscito a capire il valore nel corso dell&rsquo;inverno: tra problemi di varia natura e test svolti solo a met&agrave; il romagnolo ed il team Motocorsa sembrano infatti non aver ancora ingranato la marcia giusta, ma Phillip Island pare gi&agrave; avere regalato risposte pi&ugrave; confortanti, essendo d&rsquo;altronde la pista dove Michael ha ottenuto un doppio podio lo scorso anno. In generale questo nuovo binomio va tutt&rsquo;altro che sottovalutato, a causa sia della voglia di riscatto di Rinaldi che delle capacit&agrave; mostrate nell&rsquo;ultimo biennio dal team di Lorenzo Mauri. Va in cerca di un ulteriore passo in avanti invece Andrea Locatelli, reduce da una stagione costante e impreziosita da ben 8 podi. La sensazione &egrave; che il bergamasco possa crescere, ma questa crescita servir&agrave; il prima possibile: difficilmente infatti quanto mostrato nel 2023 potr&agrave; permettere ad Andrea di chiudere nuovamente in top five a fine campionato, visto l&rsquo;impressionante aumento della concorrenza, ma la terza piazza nei test australiani rappresenta un primo e forte messaggio a tutta la concorrenza. Concorrenza nella quale si inseriscono piloti destinati a migliorare nettamente il proprio rendimento rispetto allo scorso anno come Remy Gardner, uno dei piloti pi&ugrave; brillanti nei test nonch&eacute; pronto a dimostrare il suo valore da campione del mondo Moto2, ed altri come Sam Lowes il cui adattamento alla categoria &ndash; anche grazie alla V4R pi&ugrave; che accessoriata fornita dal team Marc VDS &ndash; potrebbe risultare molto pi&ugrave; veloce delle previsioni. All&rsquo;alba della nuova stagione non si pu&ograve; poi non citare Kawasaki, che perso Rea non pu&ograve; che partire pi&ugrave; attardate nelle graduatorie, considerati anche i progressi minimi compiuti dalla Ninja durante l&rsquo;inverno. La sensazione dunque &egrave; che il podio possa gi&agrave; rappresentare un obiettivo complicato per gli uomini in verde, ma star&agrave; ad Alex Lowes ed Axel Bassani, pronto a vivere la sua prima stagione da pilota ufficiale, smentire tali previsioni nefaste. Lowes ha gi&agrave; dimostrato di avere la velocit&agrave; per farlo, ma serve aumentare i punteggi alla voce concretezza, mentre il veneto dovr&agrave; cercare di adattarsi il prima possibile alla sua nuova compagna di viaggio, per il momento poco comprensiva nei suoi confronti. Non mancano poi le mine vaganti in questo 2024, come ad esempio Garrett Gerloff, miglior pilota BMW dello scorso anno, quando ha sfiorato il podio a pi&ugrave; riprese, senza per&ograve; riuscire mai a coglierlo. Honda infine ha confermato &ndash; anche nel test australiano - che nemmeno la versione aggiornata della CBR sembra aver portato il cambio di marcia necessario: si preannuncia un&rsquo;altra stagione difficile per la casa alata, ma in una stagione all&rsquo;insegna dell&rsquo;imprevedibilit&agrave; come questa tutto pu&ograve; succedere. SBK, Iannone: "Eccitato ed orgoglioso ma volo basso: la top ten sarebbe gi&agrave; significativa"       

LA SITUAZIONE IN VISTA DEL DEBUTTO - Toprak ha gi&agrave; in mano la BMW, e potrebbe sfruttare una possibile partenza a rilento del rivale, ma occhi a Nicol&ograve; ed Andrea. Rea da scoprire

Guida pratica alla SBK 2024: Bautista e Razgatlioglu gli sfidanti, Bulega e Iannone le mine vaganti

        Continuano i movimenti di mercato nel contesto del FIM JuniorGP in vista della stagione 2024, che scatter&agrave; al Misano World Circuit Marco Simoncelli nel fine settimana del 20 e 21 aprile. In particolare, in questi ultimi giorni sono state le squadre impegnate nelle classi di maggior cilindrata ad annunciare novit&agrave; importanti, a partire dalla Stock 600, che vedr&agrave; al via la nuova Honda CBR600RR schierata dal team Laglisse ed affidata ad un pilota particolarmente veloce. Triplo impegno per il team Forward Racing nel 2024 Andy Verdoia punta al titolo europeo Stock con la Honda  A guidare la sportiva della Casa di Tokyo nell'Europeo Stock sar&agrave; infatti il francese Andy Verdoia, vecchia conoscenza del mondiale Supersport (dove vanta anche un successo, ottenuto a Barcellona nel 2020), ma dai trascorsi anche nel Campionato Italiano e nell'ESBK, in cui si &egrave; laureato campione di categoria lo scorso anno. Dopo una lunga parentesi con Yamaha, passer&agrave; quindi alla Honda per portare in pista il nuovo modello, puntando senza mezzi termini al titolo. Tuttavia, Andy non sar&agrave; l'unico pilota in pista con la CBR in Stock 600, visto che la medesima compagine ne schierer&agrave; altre due, affidate a Yeray Saiz Marquez (ex pilota del mondiale Supersport 300) e ad Anas Sorhmat. Quest'ultimo sar&agrave; il primo pilota di origini marocchine a correre nel FIM JuniorGP, ma anche e soprattutto il primo a prendere parte a tempo pieno ad un campionato di caratura internazionale nella velocit&agrave;. Il King of the Baggers incontra la MotoGP: insieme nel GP del Texas Casadei e Di Vittori al via dell'Europeo Moto2   Le novit&agrave; riguardano per&ograve; anche i colori italiani; passando all'Europeo Moto2, infatti, si aggiungeranno alla griglia un paio di new entry del panorama tricolore. In particolare, in sella alla Boscoscuro del team Ciatti ci sar&agrave; Mattia Casadei, campione del mondo MotoE nel 2023 (e premiato ai nostri Caschi d'Oro), il quale andr&agrave; ad affiancare il confermato Alberto Surra completando una line up di altissimo livello. Infine, anche il team Fau55 Tey Racing ha deciso di puntare sull'Italia, visto che oltre a Mattia Rato ci sar&agrave; in squadra anche un rookie di categoria, ovvero Gian Paolo Di Vittori, giovane talento proveniente da Ascoli Piceno dai trascorsi in Stock e nella Moto3 del Campionato Italiano Velocit&agrave;. Per lui si tratter&agrave; di una stagione di apprendistato, ma potr&agrave; contare sui preziosi consigli di un ex pilota come Hector Faubel. SBK, Vierge e Lecuona puntano al riscatto: "Dobbiamo tornare sul podio"       

Il francese, campione SSP 2023 nell'ESBK, guider&agrave; la CBR600RR con i colori Laglisse. Aumentano anche le presenze italiane, specialmente in Moto2

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