        La Pennsylvania ha una storia di Motocross ricchissima ma il Supercross ha visitato lo stato molto meno spesso, basti pensare che High Point ha organizzato ben 46 round del National e Steel City altri 25, mentre il Three Rivers Stadium &egrave; l'unico altro stadio in Pennsylvania, oltre al J.F.K. Stadium del 1980 e al Lincoln Financial Field di quest'anno ad aver ospitato round di Supercross, nel 1978 e nel 1983 e non ha mai ospitato una gara della classe 250SX. Tutte le gare della classe 450SX disputate in Pennsylvania sono infatti antecedenti alla creazione della Classe 250SX.  L'inedita pista di Philadelphia A tre round dalla fine il duello &egrave; Lawrence contro Webb In 450SX il duello per la tabella rossa &egrave; tutto tra Jett Lawrence (Honda) che dopo la vittoria a Nashville ha 5 lunghezze di vantaggio in classifica e Cooper Webb (Yamaha), terzo una settimana fa alle spalle dell&rsquo;australiano e di Eli Tomac, al 101&deg; podio in carriera. Il pilota del Colorado, attualmente terzo in campionato, si trova a 33 punti dalla vetta e quinti, per ora, fuori dalla portata per prendere il comando della classifica anche in caso di ritiro dei suoi avversari ma non ancora fuori dalla lotta per la vittoria finale. Chi &egrave; quasi completamente tagliato fuori dalla lotta per il titolo &egrave; il Campione in carica, Chase Sexton (KTM), out sette giorni fa e&nbsp; quarto a 40 punti dalla vetta con ancora tre round da disputare, mentre Jason Anderson (Kawasaki) precede Ken Roczen (Suzuki), autore a Nashville di una caduta a dir poco spettacolare che lo ha costretto al ritiro fino a fine stagione.  Il podio della 450SX di Nashville, da sx: Tomac, Lawrence e Webb Vialle per diventare il 7&deg; francese a mettere il sigillo USA In 250SX East Coast, grazie ai sei podi consecutivi, Tom Vialle (KTM) a due eventi dalla fine della serie guida con 13 lunghezze di vantaggio su Haiden Deegan (Yamaha) e 16 sul detentore della tabella rossa fino all&rsquo;ultima gara, Cameron Mcadoo (Kawasaki). Il round di Philadelphia potrebbe gi&agrave; essere quello decisivo per il 2 volte Campione del Mondo della MX2, terzo a Nashville, per aggiudicarsi il titolo, diventando cos&igrave; il settimo francese a diventare Campione negli States. A precederlo Jean Michel Bayle (1991), in 250, Michael Pichon (1995/96) e Stephane Roncada (2000), in 125. Dal 2006 la classe 125 diventa 250SX e Cristophe Pourcel &egrave; il primo francese titolato (2009/10), seguito da Marvin Musquin (2015) e da Dylan Ferrandis (2019/20). Vialle, come tutti i suoi predecessori, fatta eccezione per Ferrandis, compete nella Costa Est, evidentemente privilegiata dai transalpini che in America hanno vinto nella classe regina col solo Bayle.  Rock in Nashville per Vialle, terzo e di nuovo tabella rossa della 250SX East       

Il Supercross AMA sbarca a Philadelphia per la seconda volta nei suoi 50 anni di vita, la prima, nel 1980, quando si correva in due giorni. Cooper Webb in caccia di Jett Lawrence, Vialle a un passo dal sogno in 250

Supercross: il terzultimo round a Philadelphia

        Adam Cianciarulo appender&agrave; il casco al chiodo. Il ventisettenne della Florida avrebbe dovuto essere la grande speranza Kawasaki, ansiosa di trovare l&rsquo;erede di Ryan Villopoto, ma salvo squilli impronosticabili chiuder&agrave; la carriera senza nemmeno un successo nella classe regina del Supercross. Uno &ldquo;zero&rdquo; per certi versi incredibile poich&eacute; al debutto nella serie Indoor, il 15 febbraio 2014, si mise tutti dietro. &nbsp;Quel giorno a Dallas, nel primo round della 250 Costa Est, Cianciarulo realizz&ograve; il secondo tempo nelle qualifiche, dietro al compagno di squadra Martin Davalos. Cinque ore dopo si aggiudic&ograve; la prima batteria con mezzo secondo su Blake Baggett e in serata vinse la finale con cinque secondi su Baggett, al culmine di una cavalcata contrassegnata da tredici giri di fila al comando. Non contento, Adam giunse secondo la settimana dopo ad Atlanta, vinse a Indianapolis, fu nuovamente argento a Daytona e conquist&ograve; pure Detroit. Superata la boa di met&agrave; stagione, guidava la classifica con 17 lunghezze di margine su Davalos e 20 su Baggett. La parabola di Cianciarulo  Ma il 22 marzo a Toronto, al terzo giro della finale la spalla sinistra usc&igrave; dalla sua sede, costringendolo a fermarsi. Dopo l&rsquo;intervento di un paramedico che gliela rimise a posto, Adam torn&ograve; in sella ma, dopo una manciata di curve a velocit&agrave; ridotta, prese la via degli spogliatoi e rest&ograve; a guardare il resto della stagione, concludendo il campionato in quinta posizione. Un antipasto dell&rsquo;infinita serie di infortuni che ne ha condizionato la carriera da professionista, peraltro avviata in ritardo: l&rsquo;estate precedente era stato costretto a posticipare l&rsquo;esordio nel National di un mese per colpa della salmonella. Tornando invece al 2014, il 26 marzo entr&ograve; in sala operatoria: &ldquo;Questa battuta d&rsquo;arresto &egrave; deludente. Le persone intorno a me e io stesso pensiamo che questa sia la decisione migliore per sistemare la spalla una volta per tutte. Torner&ograve; pi&ugrave; forte&rdquo; dichiar&ograve; l&rsquo;allora diciassettenne. Ai tempi si credeva che il decorso sarebbe durato dai tre ai quattro mesi, tuttavia Adam riusc&igrave; a rimettersi in forma soltanto in autunno, dopo aver saltato pure l&rsquo;intero National. In vista dell&rsquo;avvio del Supercross 2015 sbarc&ograve; in Europa per gareggiare al Supercross di Ginevra. In Svizzera, al termine della prima sezione ritmica della pista, fin&igrave; per&ograve; contro un muro, procurandosi un&rsquo;ulteriore lussazione alla medesima spalla. Rest&ograve; inattivo per altri cinque mesi, perdendo l&rsquo;intera stagione Indoor. Fece in tempo a disputare sei round del National prima di procurarsi uno strappo parziale alla spalla destra in allenamento a RedBud. Ancora una volta salt&ograve; l&rsquo;intera annata del Supercross, in cui fece ritorno nel 2017: per tre annate di fila fu vice campione della 250, prima nella Costa Est poi nella Ovest, perse il primo titolo per due punti, il secondo per tre e l&rsquo;ultimo per 15. Finalmente diede un calcio alla sfortuna nell&rsquo;estate 2019, vincendo il National. Salito in 450, si prese subito la Monster Energy Cup con due secondi posti e un successo nelle tre manche che gli fruttarono anche centomila dollari. Due mesi e mezzo dopo fu secondo al debutto nella classe regina del Supercross, ad Anaheim. Un risultato bissato a San Diego, preceduto di 2,7 secondi da Cooper Webb. Pareva l&rsquo;inizio di una nuova era, invece rappresentano i picchi della sua carriera Indoor che l&rsquo;ha visto salire sul podio per l&rsquo;ultima volta a Denver, undici mesi fa, approfittando degli infortuni di molti big. Aggettivo che a conti fatti non si sposa con il nome di Cianciarulo, bersagliato dalla cattiva sorte. La nuova vita di Ben Spies | Quella (S)Volta Che       

Un grande talento frenato da una miriade di infortuni: a suo modo, un simbolo di questa era del Motocross statunitense

Il sogno infranto di Adam Cianciarulo | Quella (S)Volta Che

        Si entra nella lunga fase europea del Motomondiale con ancora tanti punti interrogativi dopo il weekend sul COTA di Austin. L&rsquo;unica certezza di questo primo scorcio di Mondiale &egrave; rappresentata da un Pedro Acosta che non ha timori reverenziali da rookie di categoria e che non &egrave; molto lontano dal raggiungere la prima vittoria iridata in MotoGP. Dall&rsquo;altra parte i super favoriti della vigilia stanno steccando per ragioni diverse: Marquez sta ancora conoscendo la GP23 del team Gresini mentre le problematiche di giovent&ugrave; della GP24 sono un piccolo cruccio nel campionato di Bagnaia. Il Gran Premio di Spagna &egrave; entrato nel calendario del Motomondiale nel lontano 1950 e fino al 1988 si &egrave; corso sui circuiti di Montjuic e Jarama prima del passaggio definitivo a Jerez, sede dell&rsquo;attuale Gran Premio di Spagna. Contando dal 1950 al 2022 sono 72 le edizioni del Gran Premio, 35 delle quali disputate a Jerez.  Storia, caratteristiche, incidenti, episodi controversi e topiche avvenuti a Jerez de la Frontera  Con Jarama ormai agli sgoccioli della sua esperienza nel Motomondiale, c&rsquo;era bisogno di un nuovo tracciato che potesse ospitare il Gran Premio di Spagna. La location individuata per la costruzione del tracciato, intitolato alla memoria del grande Angel Nieto, &egrave; l&rsquo;Andalusia, regione a Sud della Spagna caratterizzata da un meteo quasi sempre favorevole. Il tracciato &egrave; stato costruito nel 1986 e l&rsquo;anno successivo ha ospitato la prima edizione del Gran Premio di Spagna, per poi ospitarla nuovamente nel 1989 dopo aver ceduto il testimone a Jarama l&rsquo;anno precedente. Il circuito Angel Nieto inizialmente (dal 1986 al 1990) misurava 4218 metri, c&rsquo;era un complesso di curve prima di arrivare all&rsquo;odierna curva Pedrosa (la vecchia Dry Sac). Successivamente sono state apportate delle modifiche al layout che ne hanno portato la lunghezza a 4428 metri: il tratto da curva 4 a curva 5 &egrave; stato allungato, &egrave; sparito il complesso di curve 6-7-8 che precedeva il tornante ed in pi&ugrave; &egrave; stata inserita la chicane prima delle ultime due curve. Attualmente il layout utilizzato &egrave; quello di 4423 metri che non ha la chicane, 13 curve delle quali 5 a sinistra ed 8 a destra, la carreggiata &egrave; di 11 metri ed il rettilineo pi&ugrave; lungo &egrave; di 607 metri (quello che porta alla curva Pedrosa) Incidenti Nella storia di Jerez, tre sono gli incidenti degni di nota: quello di Mick Doohan del 1999 che ha posto fine alla sua carriera, quello a tre Pedrosa-Lorenzo-Dovizioso del 2018 e quello di Marquez del 2020 che ha dato il via ad una serie di operazioni per sistemargli il braccio destro.&nbsp; La stagione 1999 non &egrave; partita nel migliore dei modi per l&rsquo;asso australiano, nonostante il secondo posto in Giappone alle spalle di Kenny Roberts Jr (vincitore, peraltro, delle prime due prove). Jerez rappresenta, dunque, il luogo del riscatto. Riscatto che per&ograve; non avviene perch&eacute; nelle prove Doohan si procura il secondo grave infortunio alla gamba che lo costringe ad annunciare il ritiro immediato dalle competizioni. A causa della pioggia che ha reso scivolosa la riga bianca di curva 3-4, la sua NSR500 #1 perde aderenza facendo cadere l&rsquo;australiano che va a sbattere contro le protezioni esterne della stessa. Mick riporta la frattura del polso sinistro, della clavicola destra e di quella gamba destra gi&agrave; distrutta e salvata sette anni prima dal grande Dottor Costa. Quello di Jerez 2018 &egrave;, senza dubbio, l&rsquo;incidente a tre pi&ugrave; famoso della storia. Siamo negli ultimi giri di gara e le due Ducati di Dovizioso e Lorenzo si stanno dando battaglia con Pedrosa alle loro spalle. Alla curva Dry Sac Dovi stacca forte ma finisce lungo, Lorenzo lo imita ma nel chiudere la curva tocca quel tanto che basta Pedrosa per fargli fare un highside. Lorenzo poi colpisce anche Dovizioso di &ldquo;rimbalzo&rdquo; causando il ritiro di tutti e tre.&nbsp; Il terzo, &egrave; quello pi&ugrave; &ldquo;fresco&rdquo; perch&eacute; ha come vittima il campione in carica Marquez. Marc, dopo un errore alla curva 4, rientra in pista per recuperare ma, una volta arrivato addosso a Vinales (secondo in quel momento con Quartararo primo ed in fuga), in apertura di gas la sua moto lo lancia per aria verso l&rsquo;esterno della curva 4. Lo spagnolo &egrave; anche sfortunato perch&eacute; la gomma anteriore della sua moto gli colpisce il braccio destro provocandogli la frattura dell&rsquo;omero. Episodi controversi La storia di Jerez &egrave; piena di episodi controversi: l&rsquo;highside di Crivill&egrave; nel 1996, la spallata di Rossi a Gibernau del 2005, Rossi su Stoner nel 2011 e la spallata di Marquez a Lorenzo nel 2013 giusto per citarne alcuni.&nbsp; Quello che succede nel 1996 all&rsquo;ultima curva tra Doohan e Crivill&egrave; nel 1996 di fatto d&agrave; il via alla vendetta dello spagnolo sul compagno di squadra culminata poi con il contatto di Eastern Creek che lascia campo libero alla prima vittoria in carriera in 500 di Capirossi.&nbsp;&nbsp; Della spallata di Rossi a Gibernau del 2005 si &egrave; detto di tutto e di pi&ugrave;. Rimarr&agrave; sempre uno degli episodi pi&ugrave; controversi nella carriera di Valentino, dopo quell&rsquo;evento Gibernau non vincer&agrave; pi&ugrave; una gara in MotoGP.&nbsp; Terzo episodio controverso &egrave; la famosa caduta in gara di Rossi in una bagnata Jerez nel 2011 che coinvolge anche Stoner. Valentino andr&agrave; poi a scusarsi con lo stesso australiano che gli risponder&agrave; con quella frase che ogni tanto risalta fuori &ldquo;la tua ambizione ha superato il tuo talento&rdquo; Il quarto episodio risale al Mondiale 2013, anno da rookie di Marc Marquez con la Honda ufficiale. Marc aveva come idolo Valentino e in un certo modo ha cercato di imitarne sia i lati positivi che anche quelli un po&rsquo; sporchi, come la spallata a Lorenzo nel finale di gara per prendersi il secondo posto alle spalle di Pedrosa. Topiche La topica pi&ugrave; famosa che si collega a Jerez risale al 1992 nella gara della 250 e che ha come protagonista Pierfrancesco Chili. Frankie &egrave; secondo alle spalle di Reggiani quando esulta per il secondo posto convinto che la gara fosse finita, peccato che mancasse ancora un giro. Chili chiuder&agrave; quella gara in sesta posizione e la sua gaffe sar&agrave; &ldquo;esempio&rdquo; per altri colleghi oltre ad essere mostrata in tv in programmi satirici come &ldquo;Mai Dire Gol&rdquo; I tratti caratteristici del circuito del Gran Premio di Spagna  I punti di frenata pi&ugrave; difficili del tracciato andaluso sono: curva 1 a destra leggermente in salita teatro spesso di incidenti (Rossi ne sa qualcosa, abbattuto da Elias nel 2006), si arriva lanciati dal rettilineo principale e si deve frenare forte per avere un buona uscita verso la curva 2; curva 2, un tornante verso destra in discesa, anche qui molto importante la frenata e la percorrenza della curva; curva 5, lunga destra che immette poi sul rettilineo pi&ugrave; lungo del tracciato andaluso; la Dry Sac, tornante a destra, facile andare lunghi in staccata e comprometterne l&rsquo;uscita; le due curve a destra 9-10 da raccordare e la 13, l&rsquo;ultima curva che immette sul rettilineo principale. I punti invece di sorpasso sono: curva 1, prendendo una buona scia si pu&ograve; pensare di staccare forte e sorpassare; l&rsquo;azzardo del sorpasso si pu&ograve; provare anche in curva 5 ma il rischio &egrave; l&rsquo;incrocio di traiettoria di chi viene sorpassato; curva 6, la Dry Sac, staccata secca in fondo al rettilineo lungo; curva 8, si arriva dal piccolo allungo della 7 e restando attaccati al pilota davanti si pu&ograve; provare un sorpasso; curve 9-10, la doppia destra, si pu&ograve; attaccare alla staccata della 9 o addirittura nel tratto di raccordo prima della 10; curva 13, l&rsquo;ultima, la Last Chance opportunity per vince la gara (Laverty in SBK e Guevara lo scorso anno ne sanno qualcosa)&nbsp;  Statistiche e record del Gran Premio di Spagna  Il Gran Premio di Spagna quest&rsquo;anno taglier&agrave; il traguardo delle 74 edizioni, cos&igrave; divise: 22 edizioni al Montjuic, 15 a Jarama e 36 a Jerez. Limitatamente al tracciato andaluso, l&rsquo;albo d&rsquo;oro di tutte le classi recita: 38 vittorie spagnole, 28 italiane (7 di Valentino Rossi), 13 giapponesi, 9 australiane, 7 tedesche, 4 americane, 3 inglesi, 2 francesi e finlandesi, 1 ungherese e sudafricana.&nbsp; La prima edizione a Jerez risale al 1987 con le vittorie di Wayne Gardner in 500, Martin Wimmer in 250 e Fausto Gresini in 125. L&rsquo;ultima, quella dell&rsquo;anno scorso, ha visto i successi di Pecco Bagnaia in MotoGP, Sam Lowes in Moto2 ed Ivan Ortol&agrave; in Moto3. Per quanto riguarda la MotoGP, la Pole 2023 &egrave; di Aleix Espargar&ograve; in 1&rsquo;37&rdquo;216 mentre il giro veloce in gara &egrave; di Pecco Bagnaia in 1&rsquo;37&rdquo;989.&nbsp; Per quanto riguarda la Moto2, la Pole 2023 &egrave; di Sam Lowes in 1&rsquo;40&rdquo;750 mentre l&rsquo;All Time Lap Record &egrave; di Aron Canet in 1&rsquo;40&rdquo;640. Di Sam Lowes &egrave; anche il giro veloce in gara in 1&rsquo;41&rdquo;366 Infine, per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2023 &egrave; di Deniz Oncu in 1&rsquo;45&rdquo;668 mentre il nuovo giro record della pista in gara &egrave; di Ryusei Yamanaka in 1&rsquo;46&rdquo;016 MotoGP Spagna orari       

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul tracciato andaluso, dove nel fine settimana si svolger&agrave; il quarto appuntamento del Motomondiale

Circuito de Jerez – Angel Nieto: l’analisi delle criticità per la MotoGP

        Per la nona volta su 14 round &egrave; ancora Jett Lawrence (Honda) il pi&ugrave; veloce in prova, il giovane australiano che aveva conquistato la pole per cinque eventi consecutivi prima di Foxborough torna ad essere primo a Nashville, facendo meglio di Justin Cooper (Yamaha) e Cooper Webb (Yamaha), appaiato in cima alla classifica di campionato col pilota della HRC. In quarta e quinta posizione seguono Chase Sexton (KTM) e Eli Tomac (Yamaha) che precedono Hunter Lawrence (Honda), vincitore della Heat 1 davanti ad Adam Cianciarulo (Kawasaki) e a Sexton. Nella Heat due successo che va a Jett Lawrence cha ha la meglio su Webb e Tomac.  Le prime fasi del Main Event con Tomac che precede Lawrence e Webb Hole-shot Tomac, Roczen scatenato Al via del Main Event le due tabelle rosse della 450SX, Webb e Lawrence si presentano fianco a fianco, a dividerli c&rsquo;&egrave; solo Vince Friese (Honda) ed &egrave; Jett che scatta meglio del rivale ma dall&rsquo;esterno Tomac conquista l&rsquo;hole-shot, prendendo la testa della gara davanti al pilota della HRC e a Webb, con Hunter Lawrence quarto e Roczen appaiato a Jason Anderson (Kawasaki) in lotta per la quinta piazza. Il tedesco &egrave; scatenato e attacca come un forsennato, conquistando la terza posizione ai danni di Hunter Lawrence e Webb. A fare le spese della grinta del pilota Suzuki &egrave; Jett Lawrence che si vede sfilare all&rsquo;esterno e che perde la seconda piazza, nella successiva curva a destra, mentre Tomac continua a guidare il gruppo e Webb, quarto, si fa sotto a Jett per la terza posizione, con Anderson che tocca Hunter Lawrence all&rsquo;interno e lo fa scivolare a terra. Nel corso del sesto passaggio Sexton perde il controllo della sua moto e finisce disarcionato, concludendo la sua gara e probabilmente la caccia al secondo titolo.&nbsp;  Tomac inseguito da Roczen e Lawrence Suzuki in fumo, Lawrence attacca&nbsp; Nel settimo giro il secondo colpo di scena della serata con il motore della moto di Roczen che all&rsquo;atterraggio di un triplo prima della sezione ritmica delle whoops va letteralmente in fumo e permette a Jett di riconquistare la seconda posizione e di mettersi in caccia di Tomac. Il tedesco cerca di salvarsi da un&rsquo;inevitabile caduta con una mossa degna di un rodeo e riesce a limitare i danni fisici ma la sua gara termina e lui &egrave; costretto ad uscire dalla pista zoppicando vistosamente. Tre giri pi&ugrave; tardi Jett Lawrence approfitta di due piloti a terra e di una miglior traiettoria per sferrare l&rsquo;attacco decisivo, prendendo la testa della gara.  Terzo posto per Cooper Webb, ora secondo in classifica di campionato Sesto successo in 450SX per Jett e primato solitario Dopo altri 15 passaggi l&rsquo;australiano taglia per primo il traguardo di Nashville, conquistando la vittoria, prendendo sotto la bandiera a scacchi Tomac, Webb, Anderson e Justin Barcia (GASGAS). Sul podio Jett &egrave; primo per la sesta volta in stagione ed &egrave; nuovamente solo in testa al campionato con 5 punti su Webb e 33 su Tomac, ora terzo ai danni di Sexton, quarto a 40 punti dalla vetta; Anderson sale al quinto posto scavalcando lo sfortunato Roczen. Tra una settimana i piloti della 450SX si daranno nuovamente battaglia a Philadelphia per il terzultimo round della stagione che vedr&agrave; in pista anche la SX250 costa Est.&nbsp;  Il podio di Nashville della 450SX, da sx: Tomac, Lawrence e Webb       

Il quartultimo evento della stagione di Supercross AMA conferma i valori in campo, out Sexton che picchia forte e un Roczen scatenato che viene tradito dalla sua Suzuki

450SX: a Nashville Jett torna alla vittoria

        Al termine della prove cronometrate del 14&deg; evento della stagione che si tiene all'interno del Nissan Satdium di Nashville, &egrave; RJ Hampshire (Husqvarna) il pilota pi&ugrave; veloce in pista, RJ precede il Campione della MX2 Tom Vialle (KTM) e Jordon Smith (Yamaha), con il leader della costa West, Levi Kitchen (Kawasaki) quarto e la tabella rossa della costa East, Cameron McAdoo (Kawasaki), solo nono, dopo una brutta caduta. Il pilota della Husqvarna si aggiudica la vittoria della Heat West, mentre la Heat East va al francese che a due round dal termine mostra i muscoli.&nbsp;  Una scenografica vista del Nissan Satdium di Nashville Partenza shock per le Kawasaki, in testa Hampshire vola Al via del Main Event &egrave; Hampshire a prendere il comando delle operazioni mentre i due leader dei campionati Kitchen e McAdoo incappano in un'incredibile carambola con Kitchen che tocca la ruota posteriore della moto del compagno di squadra, finendo rovinosamente a terra, schiacciato da Max Anstie (Honda) che non pu&ograve; evitarlo, con McAdoo che perde cos&igrave; il controllo della sua Kawasaki e dopo cade in curva, venendo investito dal gruppo dei piloti che li segue, con Nate Trasher (Yamaha) che passa con una ruota sulla spalla infortunata in prova. Entrambi i piloti riprendono la gara ma McAdoo &egrave; costretto a fermarsi dopo quattro passaggi, mentre Kitchen, ultimo, risale lentamente la china fino al 14&deg; posto finale.  Ritorno al podio per Jo Shimoda, secondo a Nashville Hampshire una spanna sopra tutti Davanti Hampshire fa il ritmo della manche conclusiva della 250SX imponendosi con un ritmo insostenibile per gli avversari, chiudendo con un notevole margine su Jo Shimoda (Honda), ora quarto in classifica di campionato a 10 punti da Smith e Tom Vialle, partito terzo e terzo sul traguardo dopo un lungo duello con Smith che lo aveva superato al secondo giro. A due gare dal termine, nella classifica della costa Ovest Hampshire, vincitore di 3 gare come il suo diretto inseguitore &egrave; il nuovo leader con 2 punti di vantaggio su Kitchen e 18 su Smith.  La continuit&agrave; sta premiando Vialle, nuovo leader della costa Est La regolarit&agrave; premia Vialle, disastro kawasaki Nella classifica della costa Est, Vialle che ha vinto due Main Event come McAdoo, &egrave; la nuova tabella rossa, con 13 punti su Haiden Deegan (Yamaha) e 16 su McAdoo. La costa Est disputer&agrave; il penultimo round la prossima settimana a Philadelphia, mentre la costa Ovest sar&agrave; in pista tra due settimane a Denver, prima dell'ultimo evento, lo Showdown di Salt LAke City che chiuder&agrave; la stagione, incoronando i nuovi campioni 2024 della 250SX.  Il podio della 250SX di Nashville, da sx: Shimoda, Hampshire e Vialle        

Il primo dei due eventi Showdown SX250 della stagione rivoluziona le classifiche di entrambe le coste; giornata nera per Kawasaki, Hampshire e Vialle i nuovi leader delle due serie

250SX: rivoluzione a Nashville

        In Sardegna si sono accesi i riflettori sul mondiale Motocross con la tappa di Riola Sardo (Oristano) in programma nel weekend del 6-7 aprile. Dopo le prime due tappe in Patagonia e Spagna, &egrave; stato dunque il circuito &ldquo;Le Dune&rdquo; della cittadina isolana il centro della MXGP 2024. Accanto ai brividi della gara, per&ograve;, in un territorio dalla bellezza assoluta come questo non sono mancate le emozioni da vivere esplorando su due ruote.&nbsp; Giri e Gare: al Dunlop CIV a Misano con Yamaha Tracer 9 GT+ Lo spettacolo della Sardegna  A partire dal vicino Capo Mannu con le incredibili scogliere, le antiche torri e la splendida vista sull&rsquo;isola di Mal di Ventre. Terminata l&rsquo;esplorazione, senza paura di infilarsi nella fitta trama di strade sterrate, si torna in sella costeggiando il mare lungo la SP66 fino al sito archeologico di Mont&rsquo;e Prama, noto per il complesso statuario dei Giganti. Si prosegue tra filari di vite, ulivi e fichi d&rsquo;india, fino a raggiungere San Salvatore di Sinis, apprezzata location cinematografica ai tempi degli &ldquo;spaghetti western&rdquo; e le meraviglie di Tharros: in un contesto paesaggistico formidabile, questo parco archeologico affascina con le sue colonne bianche, che si stagliano nell&rsquo;azzurro del mare della penisola del Sinis; probabilmente, una delle &ldquo;cartoline&rdquo; pi&ugrave; belle di tutta la Sardegna, un museo a cielo aperto che racconta una storia antica, iniziata con i fenici nel VIII secolo a.C. Ma siamo soltanto all&rsquo;inizio! Da una meraviglia all&rsquo;altra, &ldquo;da una Sardegna all&rsquo;altra&rdquo;, passata Cabras, con il celebre stagno (qui si produce una bottarga di muggine tra le pi&ugrave; rinomate), pochi chilometri lungo la bella SP65 che lambisce lo stagno di Marcedd&igrave; e &ndash; toccata la costa all&rsquo;altezza della meravigliosa Torre dei Corsari &ndash; si punta alle Miniere di Montevecchio: un imponente sito di estrazione, che racconta la radicata tradizione mineraria dell&rsquo;isola.  Montevecchio  Vi si arriva percorrendo la curvosa SP4, che mantiene alta la fama delle strade sarde, tra le pi&ugrave; belle al Mondo da percorrere in moto. Una volta raggiunta la cittadina di Montevecchio, presso il Centro Visite si pu&ograve; scegliere uno dei numerosi percorsi dedicati alla scoperta di questi insoliti e affascinanti luoghi. L&rsquo;area estrattiva, inaugurata nel 1848, si estendeva su una superficie di 1200 ettari, ed &egrave; rimasta in attivit&agrave; fino al 1991, anno della definitiva chiusura. Fu una delle miniere di zinco e piombo pi&ugrave; importanti d&rsquo;Europa. Accompagnati da una guida, la vi sita inizia camminando lungo i tracciati del sito minerario, con la possibilit&agrave; di osservare da vicino i vari fabbricati, ognuno indissolubilmente legato alle storie dei minatori e delle loro famiglie. Il primo settore di cui si va alla scoperta &egrave; &ldquo;Piccalinna&rdquo;, dove si possono osservare da vicino la struttura del pozzo di San Giovanni e le gabbie che trasportavano i minatori all&rsquo;interno pozzo minerario; poi, a seguire, la sala argano, la laveria, la lampisteria e la sala compressori, dove troneggia il Sullivan da 120 cavalli, grazie al quale si otteneva un&rsquo;estrazione di 20 metri cubi di materiale all&rsquo;ora. La visita prosegue attraverso l&rsquo;area &ldquo;Mezzena&rdquo;, il cuore tecnologico della miniera, e poi nel settore Calderai, fino all&rsquo;Officina Meccanica, in cui venivano controllati e messi a punto i pezzi di ricambio e i macchinari prima di essere impiegati. Costeggiando il piazzale, &egrave; poi possibile osservare il &ldquo;Pozzo Sartori&rdquo;, che con i suoi 520 metri &egrave; il pi&ugrave; profondo tra tutti e sei i pozzi di estrazione del sito, per poi raggiungere la zona denominata &ldquo;Sant&rsquo;Antonio&rdquo; da cui si gode una suggestiva vista dell&rsquo;intera vallata che ospita i &ldquo;Cantieri di Levante&rdquo;. Infine, gli stabili musealizzati, alcuni dei quali ospitavano il deposito minerario, la casa degli operai, le stalle e altri ambienti di servizio, in cui scoprire la condizione di lavoro di uomini, donne (e un tempo, anche bambini) della &ldquo;Moneta Montevecchio&rdquo;. Tutti i colori della Sardegna | Aspettando Giri e Gare       

Da una Sardegna all&rsquo;altra, un viaggio affascinante lungo le bellezze e i luoghi unici della costa ovest

Le miniere di Montevecchio | Giri e Gare

        Da venerd&igrave;, parte il Campionato Mondiale EnduroGP Enduro nel Distretto di Vila Real dalla cittadina di Fafe nel nord del Portogallo. Subito la settimana successiva, ci si sposter&agrave; di un centinaio di chilometri a Valpa&ccedil;os, quest&rsquo;ultima gi&agrave; sede dei GP del Portogallo 2019 e 2023.  A met&agrave; maggio dopo diversi anni si ritorner&agrave; in Romania a Bacau, mentre a fine giugno sar&agrave; la volta dal GP d&rsquo;Italia a Bettola-Ponte dell&rsquo;Olio (PC).A met&agrave; luglio l&rsquo;EnduroGP far&agrave; tappa in Slovacchia a Gelnica con un agosto senza ferie perch&eacute; la prima settimana si andr&agrave; in Galles a Rhayader per poi concludersi a met&agrave; settembre in Francia a Brioude.Saranno sei mesi di full immersion, riempiti dalle gare dei campionati nazionali in un po&rsquo; tutte le varie nazioni d&rsquo;Europa. Il tutto praticamente senza mai fermarsi; a met&agrave; ottobre, infatti, ci poi la Sei Giorni in Galizia in Spagna, chiudendo successivamente il 2024 a fine ottobre con gli ultimi appuntamenti dei campionati nazionali, tra cui anche quello degli Assoluti d&rsquo;Italia a Sanremo. In Portogallo i primi di Gran Premi accenderanno motori e riflettori su una stagione tutta da seguire, quanto a attese ed equilibrio dei valori in campo. Dal punto di vista sportivo, sono almeno una dozzina i piloti sicuri protagonisti della Classifica Assoluta EnduroGP pronti a rendere la vita difficile al nove volte iridato campione in carica, Steve Holcombe.Gi&agrave; nel round d&rsquo;apertura degli Assoluti a Cavagli&agrave;, insieme a un super Holcombe, Andrea Verona in grande spolvero e Josep Garcia a giocare a nascondino, abbiamo visto la tanta voglia di riscatto dello sfortunato Brad Freeman. Numeri alla mano la &ldquo;top 15&rdquo; dell&rsquo;Assoluta comprende Nathan Watson, Hamish MacDonald, Samuele Bernardini, Matteo Cavallo, Lorenzo Macoritto, Matteo Pavoni, Albin Norrbin, Morgan Lesiardo, Axel Semb, Wil Ruprecht, Kevin Cristino. Della partita mancher&agrave; purtroppo Thomas Oldrati che prima di Pasqua in una caduta in allenamento ha picchiato forte a terra il ginocchio sinistro procurandosi una lesione ai legamenti. Un vero peccato per il tredici volte campione italiano che dopo aver lavorato duro in inverno &egrave; stato bersagliato dalla sfortuna. A piloti sopra citati aggiungiamo Zach Pichon, Theo Espinasse, Roni Kytonen, Davide Soreca. Tutti pronti a graffiare.Diversi gli spunti su cui riflettere in un Mondiale, che vedr&agrave; assegnare 7 titoli iridati di Categoria: Assoluta EnduroGP, Women, Junior Assoluta e Youth; 2 FIM World Cup: Junior EJ1 e Junior EJ2; a cui aggiungere 4 Coppe Open. I motivi di interesse sono talmente tanti da entusiasmare tifosi e appassionati per le diverse sfide generate dalle novit&agrave; del motomercato, cambi di classi, team rinnovamenti e al debutto, conferme, propostiti di rivincite e rinunce al mondiale, quest&rsquo;ultima con Daniel Milner ritornato in Australia per correre sempre con la KTM dopo le opache esperienze Fantic e TM-Boano del 2022 e 2023.  Spettacolo nello spettacolo; davanti a tutti e tutto, il nove volte iridato Seve Holcombe passato al team Honda Racing RedMoto World. Holcombe dopo aver vinto nel 2023 il Mondiale EnduroGP, la E2 e fatto tris con il terzo Tricolore negli Assoluti, ha gi&agrave; debuttato agli Assoluti d&rsquo;Italia in una prova maiuscola sulla nuova CRF 250RX Enduro. L&rsquo;attenzione non sar&agrave; per&ograve; catalizzata solo sulla sfida della EnduroGP tra Holcombe, il vice iridato Josep Garcia e Andrea Verona, terzo lo scorso anno.  Se questa dimensione regna sovrana, non vanno dimenticati altri sicuri protagonisti: Wil Ruprecht, Hamish MacDonald, Brad Freeman, tutti e tre desiderosi di riscattarsi dagli infortuni del 2023 a cui aggiungere Nathan Watson, i giovani svedesi Albin Norrbin, Axel Semb, Max Ahlin, l&rsquo;inglese Jed Etchells, il tedesco Luca Fischeder, il finlandese Roni Kytonen, il francese Leo Le Quere. Della partita anche la pattuglia tricolore guidata da Samuele Bernardini, Thomas Oldrati, Matteo Cavallo, Morgan Lesiardo, Matteo Pavoni, Davide Soreca, Lorenzo Macoritto e gli Junior Kevin Cristino, Enrico Rinaldi, Manolo Morettini.  Nell'anno delle super sfide, difficile azzardare previsioni anche se Verona si ripropone tra i grandi protagonisti dopo il cambio di classe del 2023, quando &egrave; passato dalla GASGAS 250 4T alla 350 4T, finendo secondo nel Mondiale E2 e terzo nella EnduroGP. Novit&agrave; di poche settimane anche fa l&rsquo;accordo tra Zach Pichon e il&nbsp;Team Sherco-CH Racing guidato da Fabrizio Azzalin&nbsp;che ha messo a tacere le voci di mercato che volevano&nbsp;il giovane talento francese lasciare la Sherco con le&nbsp;parti che sono riuscite a trovare l&rsquo;accordo per permettere a Pichon di continuare nel 2024 con la Sherco SE 250 2T nel Mondiale E1 dopo la quarta posizione del 2023 e aver dominato nel 2022 l&rsquo;Assoluta Junior e EJ1.  Se il Mondiale EnduroGP &egrave; al via, nei prossimi mesi non si cosa potr&agrave; riservare nel 2025. Potrebbero, infatti, aggiungersi altri clamorosi colpi di mercato legati a top riders e giovani Junior italiani e svedesi ormai pronti al salto nella EnduroGP? Se lo scenario di case e team presenti quest&rsquo;anno nell&rsquo;enduro ha visto Honda-RedMoto pianificare con il massimo impegno l&rsquo;ingaggio di una leggenda come Holcombe, non dobbiamo dimenticare gli investimenti dei team Beta, Sherco, KTM, GASGAS, Fantic, TM-Boano, Yamaha e le filiali italiane GASGAS, Husqvarna e Kawasaki a supportare squadre satellite. Poi nel 2025 arriver&agrave; Triumph a cui si dovrebbe aggiungere Ducati nel 2026 e probabilmente anche Aprilia con una monocilindrica 450 4T per ritornare alle gare di enduro e debuttare alla Dakar, dove sono ammesse al via solo moto monocilindriche e non bicilindriche come la 660 Tuareg vincitrice della Eco Africa Race con Jacopo Cerutti. &nbsp;BUONGIORNO ITALIAVa comunque sottolineiamo che oltre l&rsquo;80% dei principali team del Mondiale EnduroGP sono "Made in Italy".Team Beta (Rignano sull'Arno): Brad Freeman (E3), Nathan Watson (E2),&nbsp;Maxime e Clement Cluzier (Youth).Team Sherco CH Racing (Varese): Zach Pichon (E1), Wil Ruprecht (E2), Hamish MacDonald (E3), Antoine Magain e Jeremy Sydow (E3).  Da sottolineare il ritorno ufficiale di Kawasaki con il team MGR-Kawasaki-ASI (Novi Ligure) con Soreca (250 4T-E1), Herman Ask (300 4T-EJ2), Aleksander Bracic (300 4T-EJ2). TM-Boano Factory (Cuneo-Caraglio): Matteo Cavallo (E3), Leo Le Quere (E2), Lorenzo Macoritto (E1), mentre la formazione Junior-Costa Ligure: Alberto Elgari e Gabriele Giordano in EY, Samuli Boano (EJ1). Il Team Jet-Zanardo (Piacenza) con il supporto di Husqvarna Italia: Matteo Pavoni (E2), Morgan Lesiardo (E3), Luca Colorio (EY).  KTM Pro Racig Sport (Bergamo): Max Ahlin (EJ), Manuel Verzeroli (EY). Fantic Factory (Treviglio): il Campione Mondiale 2023 della EY Kevin Cristino (EJ1), Axel Semb (EJ2), Jed Etchlles (E1), Albin Norbbin (E3); il Fantic Junior (Crespano del Grappa): Pietro Scardina e Valentino Corsi (EY) e l&rsquo;iridata Women, Jane Daniels. GASGAS-Motogamma Contec S.p.A.-Lunigiana (Brescia): Enrico Rinaldi (EJ1), Luca Fischeder (300 2T-E3).   Osellini-Husqvarna (Piacenza): Riccardo Fabris (EJ1), Lucas Bergstr&ouml;em (EJ2), Alexander Bracik (EY), Carla Scaglioni (EW). Entrophy Beta Junior (Perugia): Samuli Puhakainen (EJ2), Hermanny Hajallala (E1), Mei, Luca Piersigilli (EY), Aurora Pittaluga (Women). Team Althea-Husqvarna (Civita Castellana), Lucas Vagberg (E2). 9 i piloti supportati dal Progetto Pata Talenti Azzurri FMI al Mondiale; gli Junior: Morettini, Rinaldi, Cristino; Youth: Elgari, Corsi, Scardina, Verzeroli, Colorio; Women: Nocera.  Quattro gli azzurrini per l&rsquo;Europeo: Mei, Cagnoni, Pasquato, Bastiani. Queste le squadre &ldquo;Made in Europa&rdquo;. Spagna, KTM WP Aug&eacute;: Albin Elowson (Husqvarna-E2), Jaume Betriu (KTM-E3), l&rsquo;inglese Sam Davies, il cileno Juan Pablo Clericus, il tedesco Inbar Zelinger (EJ1), gli spagnoli Albert Fontova (EJ2), Raul S&aacute;nchez (EY). Dalla Gran Bretagna il Team Paul Edmondson con Husqvarna, Jamie McCanney (E1) e Mikael Persson (E2), con Beta Harry Edmondson (EJ1). Il Team svedese Johansson MPE-Yamaha avr&agrave; Roni Kytonen (E1), Sans Soria (E2), Kyron Bacon (EJ). La francese Beta Oxmoto: Th&eacute;o Espinasse (E1), L&eacute;o Joyon (EJ), Luc Fargier (E3), Antoine Alix (EJ). La spagnola Rieju, Loic Larrieu (E3), l&rsquo;italiano Lorenzo Bernini (EJ), la spagnola Mireia Badia (Women). &nbsp;&nbsp;CALENDARIO MONDIALE ENDUROGPGP Portogallo-1, Fafe: 5-7 aprileGP Portogallo-2, Valpa&ccedil;os: 12-14 aprileGP Romania, Bacau: 10-12 maggioGP Italia, Bettola (PC): 21-23 giugnoGP Slovacchia, Gelnica: 12-14 luglioGP Galles, Rhayader: 2-4 agostoGP Francia, Brioude: 13-15 settembre &nbsp;98&deg; Sei Giorni: Spagna, Silleda, 14-19 ottobre &nbsp;&nbsp;       

Al via in Portogallo il Mondiale EnduroGP con una doppia trasferta di due Gran Premi consecutivi in una stagione tutta da seguire caratterizzata dalla presenza dell&rsquo;80 % dei team Made in Italy pronti per essere grandi protagonisti &nbsp;

Enduro GP 2024, inizia il mondiale in Portogallo

        Imprevedibile come sempre ma questa volta anche un po&rsquo; di pi&ugrave;, l&rsquo;ultimo triple crown del 2024, 12&deg; round della serie AMA di Supercross, ha incoronato Cooper Webb (Yamaha), vincitore dello speciale trofeo messo in palio per le tre gare triple dell&rsquo;anno.&nbsp;  La spettacolare coreografia all'interno del The Dome at America's Center Jett Lawrence sempre il pi&ugrave; veloce in prova L&rsquo;australiano della HRC, tabella rossa della serie con 16 punti di vantaggio sul vincitore dell&rsquo;ultimo round disputato a Seattle, inizia la serata con il miglior tempo della classe regina, precedendo le tre Yamaha di Justin Cooper, Cooper Webb ed Eli Tomac, con chase Sexton (KTM), quinto. Al via del primo dei tre Main Event &egrave; Mitchel Oldenburg (Honda) il protagonista in negativo, il pilota privato parte in testa con Hunter Lawrence (Honda) ma incappa in una caduta alla fine della sezione ritmica che segue la prima curva e getta il panico nel gruppo di testa, coinvolgendo Adam Cianciarulo (Kawasaki) che resta a terra, come Sexton e Jett Lawrence (Honda) che riparte attardato a ridosso della top 10.&nbsp;  Jett Lawrence precede Tomac in gara due Tomac centra la prima, Hunter, occasione sprecata in gara due Dopo un giro Hunter cade e lascia il via libera a Tomac, seguito da Aaron Plessinger (KTM), Ken Roczen (Suzuki) e Justin Barcia (GASGAS), con Lawrence rapido nel rimontare e arrivare alle spalle di Roczen affetto da problemi alla sua moto. L&rsquo;australiano passa il tedesco e si getta all&rsquo;inseguimento di Plessinger che supera a cinque tornate dalla fine, conquistando il secondo posto alle spalle di Tomac, davanti a Plessinger, Jason Anderson (Kawasaki) e Webb. Al via della seconda frazione il duello per l&rsquo;hole-shot &egrave; tra Cooper e Jett Lawrence, col pilota della Yamaha che ha la meglio e prende il comando davanti alla tabella rossa, a Tomac, Sexton e Webb.&nbsp;  Cooper Webb ha dimezzato il distacco da Jett Lawrence in testa alla 450SX La bandiera con la croce rossa costa cara a Jett Il pilota della HRC prende il comando nel corso del secondo passaggio, seguito poco dopo da Tomac e poi anche da Webb che si piazza al terzo posto, salvo scivolare durante il settimo passaggio, perdendo quattro posizioni. Colpo di scena al penultimo passaggio sul traguardo quando Lawrence, come molti altri piloti, salta con la bandiera bianca e la croce rossa esposta. Il pilota della Honda realizza subito che sar&agrave; penalizzato e si dispera, con la vittoria che va a Tomac davanti ad Hunter e Jett, mentre Barcia chiude quarto, con Sexton e Webb a seguire. All&rsquo;ultimo via della serata &egrave; Tomac a prendere il comando alla prima curva, seguito da Sexton e Webb, con Jett sesto alle spalle del fratello e di Shane McElrath (Suzuki).&nbsp;  Serata pi&ugrave; che positiva per Hunter Lawrence, a podio per la prima volta in 450 Follia Barcia in gara 3, il chiarimento alla fine del Main L&rsquo;ennesimo colpo di scena della serata arriva nel corso della prima tornata, con Barcia che centra clamorosamente Jett, facendolo finire a terra dolorante; l&rsquo;australiano riparte ultimo e malconcio e cerca una rimonta impossibile, mentre Tomac si invola verso la terza vittoria della serata, precedendo Webb che ha la meglio su Sexton, con Hunter quarto davanti a Roczen e Jett 21&deg; e fuori dai punti. Sul podio Tomac &egrave; primo con Webb secondo e Hunter Lawrence terzo, davanti a Plessinger e Sexton, con Jett ottavo di serata. In campionato Jett Lawrence vede il vantaggio dimezzarsi a 8 lunghezze su Webb, con Sexton terzo a 12 punti dal secondo posto, mentre Tomac risale al quarto superando Roczen. Prossimo round del Sueprcross a Foxborough il 13 aprile.&nbsp;  L'inedito podio di St. Louis, da sx: Webb, Tomac e Hunter Lawrence       

Succede di tutto nell&rsquo;ultimo triple crown della stagione; Tomac coglie il primo successo del 2024, Barcia stende Jett Lawrence e Hunter sale per la prima volta sul podio della 450

SX450: Tomac torna a brillare a St. Louis

Hat trick come dicono gli inglesi, tripletta con la vittoria della manche di qualifica e delle due frazioni del Gran Premio di casa per Jorge Prado (GASGAS), campione in carica della MXGP. Il galiziano che lo scorso anno per la prima volta non era riuscito a salire sul podio si &ldquo;vendica&rdquo; e di fronte al suo pubblico firma un sontuoso&nbsp;en plein.    Il via di gara due con Prado davanti a Febvre e Gajser  Pronti, via: per Prado &egrave; hole-shot  Il copione della seconda e ultima manche del weekend iberico &egrave; la copia delle precedenti due, con lo spagnolo pi&ugrave; lesto della concorrenza al via e primo dalla prima all&rsquo;ultima curva del tracciato che sorge a poca distanza dal centro commerciale di Intu Xanad&ugrave;, nella periferia madrilena.&nbsp;Alle sue spalle questa volta Prado si ritrova Tim Gajser (Honda) che cambiato il cancello di partenza, allontanandosi da Prado da Jeffrey Herlings (KTM), riesce a curvare terzo dietro a Romain Febvre (Kawasaki), prendendo subito la seconda piazza ai danni del transalpino. Questa volta il pilota del team De Carli non &egrave; solo e non pu&ograve; sfruttare il vantaggio ma detta comunque il ritmo della manche, seguito dallo sloveno che cerca di tenere il suo passo.    Tim Gajser ha portato a casa due seocndi posti nel &quot;suo&quot; giorno, oggi infatti era 24/3  Giro dopo giro, come un martello, Prado &egrave; implacabile  Il pilota della GASGAS &egrave; un martello e piano piano sgretola la resistenza dello sloveno che nel frattempo ha preso un buon margine su Febvre ed Herlings, con l&rsquo;unica Yamaha factory rimasta in gara, quella di Calvin Vlaanderen, insediata al quinto posto. Per la casa di Iwata non &egrave; certo un buon momento e dopo l&rsquo;infortunio di Jago Geerts in Argentina, arriva il forfait di Maxime Renaux che non parte in gara due a causa di una brutta storta rimediata durante la prima frazione, chiusa comunque al quinto posto.&nbsp;    Febvre &egrave; apparso meno brillante che in Argentina ma ha conquistato il secondo podio stagionale&nbsp;  Gajser il pi&ugrave; vicino, Herlings gi&ugrave; dal podio  Nessuno scossone durante l&rsquo;ultima gara del giorno, se non per una scivolata che costa cara a Glenn Coldenhoff, sesto fino a quattro tornate dal termine e reo di aver accettato assistenza dall&rsquo;esterno per ripartire, cosa che gli &egrave; costata la squalifica. Sul traguardo Prado &egrave; primo con sei secondi su Gajser e Febvre a 12; Herlings chiude 4&deg; davanti a Vlaanderen e perde il podio a pari punti con Febvre. Sesto posto di manche per Jeremy Seewer (Kawasaki), 5&deg; di giornata davanti a Vlaanderen nella generale, con Pauls Jonass (Honda) che dopo l&rsquo;exploit argentino termina 7&deg; manche e Gran Premio.    Sul podio del GP di Spagna, da sx: Gajser, Prado e Febvre  Prima fuga mondiale per la MXGP?  In classifica Prado allunga a +10 su Gajser, con Febre a -12 dallo sloveno, mentre Herlings sale al 4&deg; posto scavalcando Jonass, mentre Seewer, 6&deg; fa la stessa cosa con Renaux che risulta ancora la prima Yamaha in classifica, precedendo Vlaanderen al 7&deg; posto. Chiudono la top ten Vlentin Guillod (Honda) e Coldenhoff, 10&deg;. 13&deg; posto per Ivo Monticelli (Beta) che termina il secondo GP dell&rsquo;anno nella stessa posizione, alle spalle del compagno Ben Watson che lo supera in entrambe le frazioni. La MXGP si ferma per la Settimana Santa e torner&agrave; il primo weekend di aprile, sulla pista di Riola Sardo.    Il risultato ufficiale del Gran Premio di Spagna MXGP 2024 

Prado fa tripletta, conquista tutte e tre le manche e i 60 punti in palio nel Gran Premio di Spagna, allungando in campionato. Gajser tiene il passo e Febvre si conferma da podio ma la supremazia dello spagnolo &egrave; netta

MXGP: Prado, Prado, Prado!

        Quando si pensa alle strade leggendarie della Sardegna, la mitica Bosa-Alghero &egrave; sempre in cima alla lista. Quarantacinque chilometri di puro godimento che regalano pieghe e scorci da sogno su un mare dalle mille sfumature d&rsquo;azzurro. Per chi l&rsquo;avesse gi&agrave; percorsa mille volte, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;alternativa ugualmente intrigante, un luna park che corre quasi parallelo nell&rsquo;entroterra: la spettacolare statale 292, che tocca Suni, Padria, il lago del Temo, Villanova Monteleone e poi Alghero. Epic Ride in Turchia | Aspettando Giri e Gare La Sardegna "catalana"  Giunti nella &ldquo;capitale&rdquo; catalana della Sardegna &ndash; Alghero fu conquistata dagli spagnoli nel 1353 &ndash; dopo lo spettacolare tratto costiero alla conquista di Capo Caccia, fino alle Grotte di Nettuno, si punta a nord verso Palmadula. Raggiunta Pozzo San Nicola, si svolta sulla SP34 fino al borgo di Stintino, sull&rsquo;omonima penisola che infilza meravigliosa le acque turchesi del Mediterraneo. Questo &egrave; l&rsquo;itinerario, ma cosa offrono le splendide meraviglie lungo il percorso? In provincia di Oristano, lungo le rive del fiume Temo, sorge la cittadina di Bosa, che affascina chiunque con la sua tavolozza di colori, dalle tonalit&agrave; pastello delle case al verde della macchia mediterranea che la circonda. Tanti gli scorci da cartolina che si possono ammirare dai numerosi punti panoramici. Il primo &egrave; quello del Ponte Vecchio, che sorvola il fiume Temo, con una bella vista sul Duomo; poi altri, spostandosi su via del Belvedere, e infine lungo la strada che da Macomer porta a Cuglieri. L&rsquo;abitato &egrave; dominato dal Castello Malaspina, del 1122, raggiungibile dal centro storico attraverso una ripida scalinata. Lasciato il Castello, la visita prosegue nel quartiere Sa Costa, ai piedi della collina, dove godersi una passeggiata in Corso Vittorio Emanuele II, per poi perdersi tra i porticati e i vicoli acciottolati, fino a raggiungere l&rsquo;imponente Cattedrale dell&rsquo;Immacolata Concezione.  La Sardegna e la splendida Alghero  Alghero, invece, nel corso dei secoli &egrave; stata sempre terra di conquista; e soltanto nel 1720 fu ceduta ai Savoia, dopo la dominazione da parte di genovesi, spagnoli e austriaci. In particolare, &egrave; stata la dominazione spagnola a lasciare il segno. Furono loro, per esempio, a farla diventare la capitale del corallo, che iniziarono a prelevare dal mare per volont&agrave; di Pietro IV d&rsquo;Aragona. Oggi, passeggiando nel pittoresco centro storico, sembra quasi di trovarsi in una cittadina iberica, per via della forte impronta che la cultura catalana ha lasciato sul territorio. L&rsquo;abitato si affaccia sul mare con torri, bastioni e mura di fensive, queste ultime arrivate quasi integre fino ai nostri giorni. Non si pu&ograve; tralasciare, poi, la Cattedrale di Santa Maria del XVI secolo, con il campanile &ndash; simbolo della citt&agrave; &ndash; che spicca in alto nel centro storico. Prima di lasciare Alghero, gli amanti delle immersioni non possono non godere del suo mare, ricco di vita e di fondali splendidi. Soprattutto nei pressi del promontorio di Capo Caccia o di Punta Giglio. Il primo ospita anche le celebri Grotte di Nettuno (da non perdere, sono raggiungibili anche a piedi attraverso i 654 scalini della Escala del Cabirol), e la Grotta di Nereo, la grotta marina sommersa pi&ugrave; grande del Mediterraneo, sui cui fondali abbonda il corallo rosso. Infine Stintino che, lontana dai centri urbanizzati della Sardegna, con la sua penisola che sembra una mano sul punto di afferrare la vicina Asinara &egrave; un Paradiso di luce e di mare, circondato da una natura magnifica e incontaminata. La storia di questo piccolo centro &egrave; nota: originariamente piccolo villaggio di pescatori, nel 1885, quando il Regno d&rsquo;Italia decret&ograve; che sulla vicina Asinara sarebbero sorti un lazzaretto e una colonia penale, accolse le 45 famiglie liguri sfrattate dall&rsquo;isola. La prima ricchezza di Stintino &egrave; la sua splendida costa, a partire dalla spiaggia La Pelosa, di sabbia candida che sembra borotalco. Di grande suggestione &egrave; anche il mare nei pressi di Capo Falcone, punta estrema della penisola, sorvegliato da una torre spagnola protesa verso l&rsquo;Asinara. Un "duello" ad alta quota | Aspettando Giri e Gare       

Dalle tonalit&agrave; pastello delle case di Bosa al mare turchese di Stintino attraverso il verde della macchia mediterranea

Tutti i colori della Sardegna | Aspettando Giri e Gare

        Dici Gianni Rolando e spuntano quattro o cinque vite diverse, forse di pi&ugrave;. C&rsquo;&egrave; quella dell&rsquo;idolo delle cronache rosa che ha sedotto star come Loredana Bert&egrave; e Daniela Ghibli, valletta di Pippo Baudo nel variet&agrave; Settevoci, nel 1966, quando tutti gli occhi erano su di lei. Gianni Rolando nella Woodstock del motociclismo  La vita del chitarrista che negli anni &rsquo;70 and&ograve; in tourn&eacute;e con il Cantagiro diventando grande amico del Gallo, al secolo Claudio Golinelli, storico bassista di Vasco. Quella del pap&agrave; che s&rsquo;&egrave; ritrovato a crescere un figlio di cinque anni da solo, dell&rsquo;addetto ai lavori che si &egrave; occupato di carburanti nel Motomondiale. E poi, fra le pieghe di una vita dagli orizzonti ancora pi&ugrave; ampi, il pilota della top class. Talento purosangue e senza briglie, spirito libero: la chioma folta, il ciuffo che spuntava dietro al casco mentre divideva la pista con assi che non avevano bisogno di artifizi o sceneggiature, erano esuberanti per vocazione. Come Barry Sheene, Marco Lucchinelli, Johnny Cecotto. Campioni che Rolando oggi include in quella che definisce la Woodstock del motociclismo: chi indossava camicia e cravatta sotto la tuta di pelle, oppure passeggiava con una gallina al guinzaglio, per non parlare delle mutandine di una ragazza calzate in testa come sottocasco. Altro che vallette e variet&agrave;, ballate e strimpellate: il vero spettacolo scattava quando sotto i riflettori c&rsquo;era la band del Motomondiale, alimentata dallo sport e dall&rsquo;emozione. Rolando, classe 1953, in quella mischia s&rsquo;&egrave; espresso a modo suo, fra riff e assoli, ma immancabilmente, anche quando partiva a razzo, finiva lo show senza volume, le ali tarpate dall&rsquo;una o dall&rsquo;altra sfortuna. Incontrarlo oggi &egrave; come sedersi al cospetto di un vecchio rocker. Sprezzante, vero e sincero. Sopravvissuto a un&rsquo;epoca che sembra preistoria, ma forse non lo &egrave;.  Johnny Cecotto, bello e dannato | Storie Sprint &nbsp; Gianni Rolando si racconta  Se chiudi gli occhi e pensi al paddock degli Anni &lsquo;70, cosa vedi? &ldquo;Io e Barry Sheene che inseguiamo delle lepri nei campi attorno ad Assen con le nostre auto, una Mercedes e una Rolls-Royce, per poi poterle cucinare. Oppure un&rsquo;irruzione in un allevamento di trote in Belgio, dove le pescammo con le reti metalliche del circuito, tagliate con le pinze. Per noi c&rsquo;era sempre da festeggiare, anche per il solo fatto di essere ancora vivi. Tracciati stradali, moto imprevedibili. I rischi erano ovunque&rdquo;. Il tuo esordio iridato fu nel 1977, nella classe 500 e in sella alla Suzuki del Team Nava-Olio Fiat. &ldquo;Il primo round si correva in Venezuela, a 45 gradi all&rsquo;ombra, un forno. Le gocce di sudore che mi cadevano dal volto, quando toccavano il serbatoio, friggevano. Pagai subito la mia inesperienza: gli altri piloti si erano idratati per bene prima di partire, io no. All&rsquo;ultimo giro ero ottavo, in zona punti. L&rsquo;ultimo curvone girava a destra, poi il traguardo. Ma io, praticamente svenuto, non smisi di voltare e presi la via dei box, dove caddi. Quindi i soccorsi: la tuta aperta con le forbici, le secchiate d&rsquo;acqua in faccia, il ghiaccio. Durante il ritorno in Italia, sull&rsquo;aereo Giacomo Agostini mi diede un soprannome: &lsquo;Rotolando&rsquo;&rdquo;. Ricordi altri nomignoli? &ldquo;Wil Hartog, con la sua tuta bianca, era il gelataio. Kenny Roberts il canarino, perch&eacute; la livrea della sua Yamaha era gialla. Johnny Cecotto, con le sue cadute, era passato a Cerotto&rdquo;. Quell&rsquo;anno a Silverstone ti qualificasti bene e in gara scattasti a razzo, subito terzo. &ldquo;Ma poi Hartog mi spinse largo, sull&rsquo;asfalto sporco, in una curva da quarta marcia. Persi l&rsquo;anteriore e volai ia, contro le reti a bordo pista e i pali che le sostenevano. Si trattava delle traversine delle ferrovie, conficcate nel terreno. Mi ruppi sei costole&rdquo;. Numerose occasioni in cui ti mettesti in mostra, in quella prima stagione iridata, ma pochi risultati: l&rsquo;anno dopo, ancora in Inghilterra, le classifiche ti danno sesto. &ldquo;E sbagliano, perch&eacute; ero sul podio. Ma me lo portarono via! Ero partito con una gomma intagliata davanti e una liscia dietro. Scese il diluvio e rientrarono tutti ai box tranne me, Lucchinelli e Tepi Lansivuori. Mentre gli altri erano fermi per montare le &lsquo;rain&rsquo;, noi facemmo due giri. Quando rientrarono ci ripresero e superarono, ma soltanto una volta. Quindi eravamo un giro avanti, a me la terza posizione. Infatti a fine gara salimmo sul podio e ci premiarono. Poi per&ograve; ci fu il dietrofront. Ci fecero scendere e inizi&ograve; un brutto spettacolo, fatto di perplessit&agrave; e confusione. Ci relegarono indietro di tre posizioni, assegnando la vittoria a Roberts. Neanche lui ci credeva. Sheene, promosso terzo, era parecchio irritato: non lo riteneva giusto&rdquo;. Quello era appena il tuo quarto anno di competizioni, addirittura il secondo nel Circus iridato, per giunta nella classe regina: come avevi iniziato? &ldquo;Accadde nel 1975, avevo poco pi&ugrave; di 20 anni. Alcuni amici mi chiesero di accompagnare un ragazzo a Misano e a fine giornata mi fecero provare la sua Kawasaki 500, una tre cilindri a due tempi, derivata di serie. Non ero mai salito su una moto, a parte un ciclomotore Garelli. Risultato: andai pi&ugrave; forte di lui e mi schiantai. Ma ero gasatissimo, volevo correre. Poi andai da mio padre a chiedergli i soldi per ripagare la moto che avevo demolito&rdquo;. Ti presentasti in griglia nel campionato italiano. &ldquo;Partendo direttamente dalla 500, niente cilindrate minori: fisicamente ero pi&ugrave; adatto. E poi la classe regina mi affascinava di pi&ugrave;. Mi ero comprato una Suzuki bicilindrica dalla Saiad, l&rsquo;importatore italiano. Alla mia prima gara, a Modena, ci arrivai con la due tempi chiusa nel furgone di un mobilificio preso in prestito, una sorta di showroom mobile tutto vetri, convertito per l&rsquo;occasione in un mezzo da paddock. Quando salii in sella chiesi al mio accompagnatore: la prima si innesta spingendo la leva verso il basso o verso l&rsquo;alto?&rdquo;. Qualche gara di rodaggio, poi nel 1976 facesti sul serio: &egrave; vero che una volta, svestita la tuta, indossasti i guantoni da boxe? &ldquo;La sera prima di una certa gara andammo in discoteca e per colpa di qualche rompiscatole la faccenda fin&igrave; a cazzotti. Il giorno dopo pioveva, caddi, ripresi e andai sul podio. Dopo la bandiera a scacchi a portarmi in trionfo c&rsquo;era proprio la comitiva con cui avevamo fatto a pugni la sera prima&hellip;&rdquo;. Tante le avventure, sia nell&rsquo;Italiano che nel Mondiale: vi consideravate dei professionisti? &ldquo;S&igrave;, anche se ci comportavamo da ragazzi, perch&eacute; lo eravamo. Distrazioni e follie, spontaneit&agrave; e buonumore. Poi, se parliamo del Mondiale, va detto che arriv&ograve; Freddie Spencer e cambiarono parecchie cose. Aveva un approccio nuovo e, secondo me, eccessivo. Usciva dal camper con la tuta gi&agrave; addosso, a volte anche il casco, raggiungeva il box, saliva in moto, girava, scendeva, tornava al camper e magari nessuno lo aveva ancora visto in faccia. Noi eravamo abituati ad altro. Ci preparavamo dove capitava, spesso all&rsquo;ultimo momento, fra un tiro di sigaretta e una battuta&rdquo;. A proposito, tra i tuoi sponsor ci fu anche un tabaccaio. &ldquo;La Marlboro supportava qualcosa come sette piloti: sei erano campioni consumati, l&rsquo;altro ero io&rdquo;. Qual era la ragione? &ldquo;Ero molto popolare, anche se per meriti non strettamente sportivi. Apparivo spesso sui rotocalchi e sulle riviste rosa insieme alle donne con cui avevo avuto delle relazioni. La Bert&eacute;, la Ghibli, ma anche Marina dei Ricchi e Poveri".  Anche Sheene portava sulla tuta la patch biancorossa del tabaccaio: un altro ricordo su di lui, dopo quello in Rolls-Royce?  "Fu il primo a farmi vedere una carta di credito. Eravamo a Londra, in un negozio nel quale compr&ograve; tre paia di stivali uguali. Uno per lui, uno per la sua compagna Stephanie e uno per me. Quando and&ograve; alla cassa tir&ograve; fuori una strana tessera. Non sapevo nemmeno che esistesse, roba del genere&hellip;". &nbsp; Rolando: un uomo sprezzante, vero e sincero  Una delle tue gare pi&ugrave; sofferte: Imatra 1981. &ldquo;Ci arrivai con cinque fratture nel piede sinistro. Mi ero fatto male due GP prima a Imola mentre battagliavo con Willem Zoet, olandese che in quell&rsquo;appuntamento guidava la Suzuki ufficiale. Lo stavo passando all&rsquo;esterno nella destra veloce che precede la Rivazza, quando lui cadde e mi falci&ograve;. Mi portarono dal dottor Claudio Costa, che mi tolse lo stivale rivelando il guaio: avevo praticamente la parte finale del piede girata verso l&rsquo;alto, tirata dai tendini. Rotti tutti i metatarsi. In quel momento di fianco a me c&rsquo;era Graeme Crosby, che aveva appena finito la gara sul podio ed era venuto a vedere come stavo. Mi teneva la mano come per darmi conforto, ma quando vide il piede in quelle condizioni inizi&ograve; a stritolarla cos&igrave; forte da farmi urlare, peggio che le fratture. Mi misero un gesso dopo aver piazzato una base rigida sotto al piede, con degli elastici che tenevano tutto nella posizione giusta. Quattro settimane dopo mi presentai in Finlandia, dove Costa mi liber&ograve; il piede e lo sistem&ograve; per restare rigido, ma con meno ingombro. Me lo infilarono in uno stivale di due taglie pi&ugrave; grandi, tagliato dietro e poi richiuso. Il problema &egrave; che la partenza era a spinta e sentii subito un crac. Tanta fatica e parecchio dolore per niente: chiusi 11&deg;, fuori dalla zona punti&rdquo;. Era frustrante essere spesso protagonista di belle prestazioni ma concretizzare poco? &ldquo;Puoi dirlo forte. Ricordo un&rsquo;altra gara bizzarra, a Monza, sotto la pioggia e dopo qualifiche disastrose in cui grippavo in continuazione a causa di alcuni componenti non realizzati come si deve. Partito ultimo, passai una marea di piloti. Quando guardai per la prima volta la tabella con le segnalazioni al muretto box, lessi il numero 11 e pensavo di essere in quella posizione. Andai a riprendere il pilota che mi precedeva, e poi altri. Finita la gara, ero 11&deg; e ancora fuori dai punti. Chiesi al team cosa significava quel numero 11. Era il tempo sul giro&hellip;&rdquo;. Eri sotto un incantesimo e non sei mai riuscito a romperlo. &ldquo;Salisburgo 1979, la quinta piazza in ballo fra me e Cecotto. A pochi giri dalla fine il venezuelano cadde e mi port&ograve; fuori. Ancora nel 1981, 200 Miglia di Imola, divisa in due manche: nella seconda scattai male, andai a riprendere i primi collocandomi al terzo posto. Poi i carburatori mi tradirono&rdquo;. Come te la cavavi con la messa a punto? &ldquo;All&rsquo;inizio, e per diversi anni, fu una perfetta sconosciuta. Cercavo soltanto di dare il massimo, senza troppi pensieri. Regolazione della forcella, interasse, geometria dell&rsquo;avantreno: niente. Poi mi sono raffinato. Nella prima met&agrave; degli Anni &rsquo;80, quando corsi con i colori Cagiva, ci capivo molto di pi&ugrave;. Ma non bisogna credere che le modifiche venissero affrontate con atteggiamento troppo scientifico: si trattava di esperimenti. Se provavamo un cerchio anteriore da 16&rdquo;, non c&rsquo;era nessun intervento sul mezzo per ovviare agli effetti della novit&agrave;".  La tua esperienza con il marchio di Varese dur&ograve; poco.  "Mi ero separato da mia moglie e mi venne affidato nostro figlio, che aveva cinque anni. Dovevo crescerlo. Cos&igrave; smisi di correre. Non fu facile: quando guardavo le gare in TV mi inclinavo sul divano come avrei fatto nelle curve. Soffrivo&rdquo;. Come hai fatto a riprenderti? &ldquo;Trombando tutti i giorni&hellip;&rdquo;.  Mick Doohan: "Ero esigente, odiavo perdere" | Storie Sprint       

"Cominciai da autodidatta. Pochi risultati, e addirittura mi tolsero l&rsquo;unico podio nel Mondiale, eppure ero popolare: merito anche delle mie love-story"

Dalle moto alle soubrette: le mille vite di Gianni Rolando

        La quarta prova del campionato della costa est 250SX ha rivoluzionato la classifica della serie orientale e dopo Arlington e Daytona, Tom Vialle (KTM) ha infilato il terzo podio consecutivo, vincendo il secondo Main Event di fila, dando prova di essere un pilota che pu&ograve; puntare al titolo.&nbsp;Se a Daytona, in uno speedway, con condizioni climatiche la limite e molta sabbia, il francese poteva essere considerato &ldquo;favorito&rdquo;, a Birmingham Alabama, in uno stadio, &egrave; arrivata la conferma dello stato di salute del due volte Campione del Mondo della MX2 che ha dato prova di aver trovato la continuit&agrave; necessaria per lottare per il titolo.&nbsp;  Lo splendido scenario del Protective Stadium di Birmingham Disastro Deegan nella Heat di qualifica Accreditato del terzo miglior tempo alle spalle della tabella rossa Max Anstie (Honda) e di Seth Hammaker (Kawasaki), Vialle si &egrave; aggiudicato la Heat 2 davanti a Pierce Brown (GASGAS) e a Chance Hymas (Honda), prenotandosi per il podio della serata. Nella Heat 2 successo per Coty Schock (Yamaha), davanti a Cameron Mcadoo (Kawasaki) e a Daxton Bennick (Yamaha), con Hammaker e Haiden Deegan (Yamaha), caduti al via in grande polemica e costretti alla last chance per qualificarsi, chiudendola rispettivamente al primo e secondo posto, ritrovandosi fianco a fianco al via del Main Event.  Serata difficle per Hammaker che sale comunque sul podio Vialle a razzo, Swoll spreca l'occasione podio per Triumph In partenza &egrave; Jeremy Martin (Yamaha) a prendere il comando davanti a Vialle, seguiti da Mcadoo e Jake Swoll (Triumph). Il francese ci mette due curve a prendere il comando, involandosi in solitaria, mentre Deegan, assieme ad altri piloti era protagonista di un&rsquo;uscita di pista e un rientro che gli costeranno una penalizzazione. Mcadoo e Swoll si liberano di Martin ma nel corso dell&rsquo;ottavo passaggio il pilota Triumph scivola, mettendo fine alle speranze di un primo podio per il marchio inglese, mentre Anstie &egrave; costretto al ritiro con la moto spenta.  Mcadoo ha centrato un altro podio a Birmingham Vialle vince, Anstie vede la tabella rossa andare in fumo Sul traguardo Vialle &egrave; primo davanti a Mcadoo e Hammaker, con Pierce quarto e Martin quinto. Incidente all&rsquo;ultima curva per Deegan che centra Schock, buttandolo fuori senza complimenti ma l&rsquo;AMA lo sanzioner&agrave; per il taglio della pista con due posizioni, relegandolo al nono posto alle spalle del pilota privato. In classifica di campionato Vialle guida con 1 punto su Mcaddo e 5 su Brown, Deegan scivola al quarto posto a 12 dalla vetta.  Il podio di Birmingham, da sx: Mcadoo, Vialle e Hammaker       

Ad una settimana dal primo successo in carriera il francese centra la seconda vittoria consecutiva e conquista la tabella rossa. Disastro Deegan

SX250: bis di Vialle in Supercross

La vigilia del Mondiale &egrave; caratterizzata dall&#39;attesissimo rinnovo di Pecco Bagnaia con la Ducati. A pochi giorni dal GP inaugurale in Qatar, il campione del Mondo ha esteso il contratto con la Casa di Borgo Panigale per due anni, fino al 2026.  La firma arriva dopo che nei test, proprio di Lusail, il torinese aveva impressionato in sella alla nuova - e gi&agrave; efficace - Desmosedici GP24. Una moto a disposizione di Pecco, di Enea Bastianini e Jorge Martin (che si contenderanno la sella ufficiale per il 2025) e con ogni probabilit&agrave; di Franco Morbidelli, la cui presenza in Qatar non &egrave; ancora certa. L&#39;italo-brasiliano attende il nullaosta dei medici ma il necessario mese di stop dopo l&#39;incidente di Portimao &egrave; trascorso. Qualora Morbidelli dovesse osservare un ulteriore periodo di stop, sarebbe pronto il tester Michele Pirro.    &nbsp;Moto2 e Moto3: in Qatar ricominciano anche le classi di mezzo  Moto2 e Moto3 accompagneranno la MotoGP, e arrivano in Qatar dopo gli ultimi test di Jerez. Nella classe di mezzo &egrave; stato Fermin Aldeguer a precedere tutti con la Boscoscuro, ripartendo dai quattro successi di fine 2023. Nella Moto3, il migliore &egrave; stato un altro spagnolo, Jose Antonio Rueda, con la KTM.  L&#39;off-road ha incoronato Billy Bolt campione del Super Enduro per la quarta volta di fila. Il britannico dell&#39;Husqvarna ha festeggiato nella sua Newcastle, chiudendo la stagione dell&#39;Indoor con sette successi in altrettante tappe.  Lawrence domina a Daytona Beach  Nel Supercross, a Daytona Beach l&#39;australiano Jett Lawrence ha ottenuto il terzo successo stagionale, allungando in campionato su Cooper Webb, ora staccato di dieci lunghezze. Sul podio della Florida sono saliti Eli Tomac e Chase Sexton, gli ultimi due campioni della serie. Da segnalare nella 250 il trionfo del francese Tom Vialle, ex protagonista della MX2 iridata, in una Costa Est all&#39;europea, dato che il leader &egrave; il britannico Max Anstie.  Entra nella famiglia di Motosprint: abbonati per un anno e vivi tutti i campionati con noi!&nbsp;  Vorresti abbonarti a Motosprint ma non sai come fare? Fino al 26 marzo, cliccando su QUESTO LINK potrai accedere all&#39;edizione digitale ad un prezzo super vantaggioso! Vivi la pista insieme a noi ed entra nella community di Motosprint! 

Correte in edicola per non perdere il decimo numero di Motosprint, 40 pagine di approfondimento sul motomondiale e in regalo il calendario della stagione &#39;24

Motosprint n&deg;10 &egrave; in edicola: in regalo il calendario della stagione 2024

        Dramma nel mondo delle due ruote. Luigi Costa &egrave; morto in seguito a una caduta avvenuta nello Swank Rally, in corso di svolgimento in Tunisia. Luigi Costa, dramma allo Swank Rally  58enne, originario di Parma, Costa si era iscritto alla manifestazione per seguire la sua grande passione, ma gli &egrave; stata fatale una caduta avvenuta luned&igrave;, nella prima Prova Speciale. Luigi era caduto a pochi chilometri dal via, soccorso e trasportato prontamente all&rsquo;ospedale di Kebili. In seguito alle contusioni riportate, Costa era stato tenuto in osservazione per un paio di giorni e marted&igrave; il suo decorso sembrava procedere regolarmente, ma le sue condizioni sono precipitate nella notte ed &egrave; deceduto in seguito alle complicazioni dovute all'incidente. La tragedia di Luigi Costa  Il pilota &egrave; sempre stato cosciente e ha chiamato sia la famiglia, a casa, sia l&rsquo;organizzazione per mantenersi in contatto e agli amici gi&agrave; parlava delle prossimea vventure in moto. La brutta notizia &egrave; arrivata quando i piloti avevano gi&agrave; lasciato l&rsquo;accampamento di Zmela, a pochi chilometri dall&rsquo;oasi di Ksar Ghilane e gli organizzatori Alessandro Botturi e Renato Zocchi hanno annullato la tappa di mercoled&igrave;. Tutta la carovana del rally e l&rsquo;organizzazione si uniscono al dolore della famiglia, a cui vanno le condoglianze della redazione di Motosprint. Tragedia a Valencia: pilota muore in pista       

58enne, originario di Parma, &egrave; morto dopo una caduta a cui era seguito un ricovero durato due giorni

Dramma allo Swank Rally Tunisia: Luigi Costa è morto

        Non nascondo che le pagelle in genere non sono tra e cose che leggo con maggior piacere e farle mi costa ancora di pi&ugrave;; spesso le sue, quelle scritte sulle pagine di Motocross, non mi tornavano completamente d&rsquo;accordo ma l&rsquo;ironia e l'onoest&agrave; che ci metteva nel farle erano ingredienti che non mancavano mai, strappando sempre un sorriso.  Massimo in versione rider Bonardi: una vita per il tassello Presenza discreta nella sala stampa dei Gran Premi italiani nonostante la statura imponente, Massimo Bonardi, parmigiano, moderatore di blog, antesignano del web e firma di Motocross, era stato pilota praticante in giovent&ugrave; e non mancava di coltivare la sua passione per il tassello con qualsiasi mezzo, disputando anche l&rsquo;italiano d&rsquo;epoca. Ai GP italiani veniva ad osservare da vicino i piloti dei quali poi scriveva; l&rsquo;ultimo pezzo a fine 2023 sul Desmo di Cairoli e quelle parole scritte al termine del Motocross delle Nazioni 2023: &ldquo;La speranza, ovviamente &egrave; quella di rileggerci nel 2024.&rdquo; Condoglianze dalla redazione di Motosprint alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Massimo.  Un'immagine recente di Bonardi con Jeremy Seewer in sala stampa       

Il geometra volante del tassello, come si definiva Massimo, si &egrave; spento al termine di una lunga malattia

Lutto: ci ha lasciati Massimo Bonardi

        Da qualche anno ormai l&rsquo;estetica delle MotoGP &egrave; cambiata con l&rsquo;introduzione dell&rsquo;aerodinamica, questa speciale area che permette di andare ancora pi&ugrave; veloci e che molto continua a far parlare. A dire la sua dal circuito di Sepang, in Malesia, dove si stanno svolgendo i test, &egrave; stato il direttore tecnico di Aprilia Racing Romano Albesiano che ha ammesso: &ldquo;Se si fa un rapporto tra quanta attenzione c&rsquo;&egrave; su questa cosa e quanto in realt&agrave; costa farla, c&rsquo;&egrave; molto interesse. Anche se non costa poco&rdquo;. MotoGP: test di Sepang gi&agrave; finiti per Raul Fernandez Conviene avere questa aerodinamica? Risponde Albesiano  Parlando di spese per creare una MotoGP, Albesiano ha confermato: &ldquo;Il motore rimane la cosa assolutamente pi&ugrave; costosa di tutte&rdquo;. Dietro all&rsquo;aerodinamica c&rsquo;&egrave; un grosso studio e Aprilia si &egrave; presentata in pista con novit&agrave; a riguardo preparate tenendo d&rsquo;occhio il regolamento: &ldquo;Di limiti ce ne sono tanti, c&rsquo;&egrave; una serie di regole molto dettagliata. Non bisogna avere solo pi&ugrave; carico, ma avere anche le forze nella direzione giusta e capire come funziona la moto con l&rsquo;aerodinamica. &Egrave; molto complessa la cosa&rdquo;. Come in ogni cosa, ci sono i pro e i contro e sulla velocit&agrave; massima ha un peso: &ldquo;Dipende dalla configurazione, ma si perdono sui 4-5 km/h. Alla fine della fiera per&ograve; conviene, anche se teniamo sempre conto di un aspetto che forse non &egrave; cos&igrave; rilevante nel mondo auto: le sensazioni del pilota&rdquo;. L&rsquo;unica cosa che non potr&agrave; mai essere sostituita da una macchina e quella pi&ugrave; rilevante per vincere: &ldquo;Possiamo fare tutti i calcoli del mondo, ma se poi il pilota non si sente a suo agio...&rdquo;  "In futuro i regolamenti andranno a limitarla. La moto rimarr&agrave; una moto&rdquo;  Albesiano ha poi raccontato come nascono i progetti di questa nuova area e ha dato un ordine alle cose: &ldquo;Si disegna la moto e poi da l&igrave; pensi all&rsquo;aerodinamica. Non credo si arriver&agrave; mai al punto in cui i due passaggi saranno invertiti&rdquo;. L&rsquo;aerodinamica &egrave; la novit&agrave; degli ultimi tempi, ma di una cosa &egrave; convinto: &ldquo;In futuro i regolamenti andranno a limitarla. La moto rimarr&agrave; una moto&rdquo;.  E come nasce un nuovo prodotto aerodinamico? &ldquo;Progettiamo la moto simulando l'aerodinamica, il flusso intorno alla moto e al pilota con un programma per computer. Come per ogni cosa per&ograve; bisogna poi avere la conferma di qualcosa che &egrave; virtuale nella realt&agrave; e questo avviene attraverso esperimenti, soprattutto nella galleria del vento&rdquo;. Da l&igrave; in avanti poi ci pensano i piloti in persona a svilupparla, a partire dal collaudatore Lorenzo Savadori. Calendario MotoGP 2024       

Questo &egrave; il tema pi&ugrave; in voga nell&rsquo;ultimo tempo se parliamo di MotoGP e il direttore tecnico di Aprilia racing ha detto la sua sull&rsquo;argomento

Aerodinamica: pro e contro secondo Romano Albesiano

        Shakedown di Sepang completato s&igrave;, ma diverso a quanto eravamo a abituati. Oltre a scendere in pista collaudatori e debuttanti, sono infatti entrati in azioni pure i piloti titolari, nella fattispecie schierati dalle Case che godranno sino al Sachsenring dei maggiori vantaggii offerti dalle Concessioni . Nonostante debba - teoricamente - imparare tutti i segreti della MotoGP, Pedro Acosta &egrave; (gi&agrave;) sul tetto della classifica, con tempi sul giro vicino al record del tracciato malese. Rookie di lusso: Acosta subito veloce sulla GASGAS Tech3 Una innocua scivolata ha fatto tutto fuorch&eacute; infastidire Pedro, che approda nella classe regina prototipale forte dei titoli vinti in Moto3 e Moto2, a lanciarlo quale talento presente e futuro della MotoGP. Dopo l'assaggio offerto nei test di Valencia, Acosta ha potuto gustarsi pienamente la capacit&agrave; della RC16 firmata GASGAS, progetto affidato all'esperto Team Tech3. Notevoli i cronologici per il (quasi) ventenne di Mazarr&ograve;n che, a dispetto di un meteo instabile nel classico atteggiamento sud-est asiatico, ha trovato grip anche laddove la gommatura mancava, a dimostrare l'innata dote di comprendere quali siano le traiettorie maggiormente proficue. Il tempo di 1'58"189 si trova a circa un secondo&nbsp; dal primato assoluto, fissato da Jorge Martin in 1'57"160 nel 2022 a bordo della Ducati Prima Pramac.  KTM su tutti nei test di Sepang Si &egrave; ritirato, ma non si &egrave; ritirato. Condizione particolare per Pol Espargar&ograve;, che ha lasciato l'iscrizione permamente della griglia, occupandosi dei collaudi per conto di KTM, insieme alla quale potrebbe consumare diverse wild card d'annata. Il trentatreenne catalano, tornato in arancio a seguito di una stagione rossa GASGAS, si &egrave; posto alla spalle di Pedro Acosta. Alatissime ed evolute RC16 fanno passi avanti, anzi, sono quasi pronte a spiccare il volo, come promesso dallo sponsor Red Bull e come auspicato dalla continua esasperazione aerodinamica, portata in pista dal tester dei tester: Dani Pedrosa, un ex che gira come se non fosse tale. In attesa di Brad Binder e Jack Miller, diremmo che il contingente austriaco esca da "migliore" dello shakedown malese.  Francesi MotoGP in riscatto: Zarco e Quartararo (abbastanza) in alto Chi per un motivo, chi per l'altro. Johann Zarco ha cambiato tutto, Fabio Quartararo spera che tutto sia cambiato. Rispettivamente sotto l'Ala dorata nella formazione LCR Honda e Yamaha Monster Energy, i due francesi hanno obiettivi simili ma differenti in questo 2024, cos&igrave; sintetizzati. Il nativo di Cannes desidera archiviare il passato trascorso in Ducati, facendo vedere che anche con la RC213 V sia in grado di competere per posizioni di alta classifica. L'originario di Nizza - avete notato? Entrambi arrivano dalla Costa Azzurra - pone le speranze sulla nuova M1, con la quale si titol&ograve; nel 2021, soffrendo un po' lanno successivo e tantissimo nel 2023. Il contratto di El Diablo scade a fine 2024, ricordiamolo. Si sta guardando attorno.  Rins e Marini, nuove avventure e Concessioni favorevoli Auguriamo ad Alex Rins di aver esaurito i patimenti accusati dall'incidente sofferto al Mugello 2023, momento davvero contrario alla vittoria - l'unica per lui e per la Honda - sparata ad Austin. Da Suzuki a RC213 V sino a Yamaha: il barcellonese &egrave;, come Maverick Vinales e Jack Miller, uno dei tre nomi in lizza per imporsi con tre MotoGP diverse. Occhio a Luca Marini, nella tabella preceduto dal compagno di box Joan Mir, al debutto stagionale sulla quattro cilindri di Tokio, nel frattempo ulteriormente alata, sviluppata e in attesa di un propulsore rivisto, del quale si promettono sfruttabilit&agrave; e cavalli aggiuntivi. Il fratello di Valentino Rossi potrebbe essere protagonista gi&agrave; in Qatar.&nbsp;  Ducati e Aprilia "maestre" di aerodinamica in MotoGP Scrivendo di una Desmosedici in continua sperimentazione - efficace - tecnica e d una RS-GP con aspetti rivoluzionari, mica scopriamo l'acqua calda della MotoGP. Ducati e Aprilia fanno scuola e, chiss&agrave; come mai, le "altre" poi copiano. Michele Pirro e Lorenzo Savadori hanno portato tra i cordoli novit&agrave; interessanti e, ci giureremmo, funzionali. Dalla carena ridisigenata, al codone con doppio spoiler, dal motore rinvigorito, alle ali anteriori dal ripensato sviluppo. Come per KTM, Honda e Yamaha, siamo curiosi di ammirare quanto e dove potranno spingere i rispettivi titolari di Marchio, e attenzione proprio a RC16 e RC213 V: le inedite idee ivi apportate spiegano l'impegno profuso in MotoGP.  Shakedown test MotoGP: tempi del terzo giorno Pedro Acosta 1'58"189 Pol Espargar&ograve;+0.066 Johann Zarco +0.211 Fabio Quartararo +0.249 Dani Pedrosa + 0.289 Joan Mir + 0.328 Alex Rins +0.354 Luca Marini +0746 Cal Crutchlow +0.794 Takaaki Nakagami +0.883 Michele Pirro +1.141 Lorenzo Savadori +1.811 Stefan Bradl +2.910       

Pedro esce da leader dello shakedown, tre giorni dedicati a rookie, collaudatori e piloti a godere delle Concessioni: KTM detta il passo&nbsp;

Acosta (già) in vetta alla MotoGP... nei test di Sepang

        I motori delle Supermoto sono spenti da diverse settimane, ma il mondo dello sliding &egrave; comunque in fermento, proiettato verso il nuovo anno. Le anticipazioni legate all&rsquo;universo dei campionati mondiali ed europei promettono un&rsquo;annata eccitante, che debutter&agrave; in aprile. Nicolas Covatti si rimette in gioco | Manubri Larghi Supermoto: gli appuntamenti  Tra novit&agrave;, conferme e voci di corridoio, &egrave; gi&agrave; sicuro che sar&agrave; un campionato di durata, con una prova in pi&ugrave; rispetto alle precedenti stagioni. Federazione internazionale ed europea, con il Promoter, XIEM, non hanno risparmiato novit&agrave;, accompagnate da cambi di casacca eclatanti. In grado di rinverdire i fasti di un settore che dagli anni Duemila ha mostrato grandi specialisti, come gli ex iridati Thierry Van Den Bosch, Eddy Seel, Bernd Hiemer, Boris Chambon, Gerald Delepine, Mauno Hermunen, Jerome Giraudo, Adrien e Thomas Chareyre, Asseri Kingelin e altri top rider che sono riusciti a rimanere nel cuore degli appassionati. Tra loro anche alcuni assi italiani, come Ivan Lazzarini, Max Verderosa, Edgardo Borella, Luca D&rsquo;Addato, Massimiliano Porfiri, Teo Monticelli, Elia Sammartin, Gioele Filippetti, oltre ai memorabili Massimo Beltrami, Davide Gozzini, Max Manzo, Christian Ravaglia e Attilio Pignotti. Oggi il top rider per antonomasia &egrave; Marc-Reiner Schmidt, campione in carica che dovr&agrave; fare i conti con un bel lotto di avversari. A partire dal debutto del Mondiale in Spagna con il GP Comunit&agrave; Valenciana ad Albaida, il 20 e 21 aprile. Per la seconda e la terza prova il Circus arriver&agrave; in Italia per il GP Sardegna sulla bella pista Sardinia Circuit WS98 di Tramatza, il 25 e 26 maggio, e poi nel cuneese, il 29 e 30 giugno con il GP Piemonte, sul Circuito Internazionale di Busca. Il 20 e 21 luglio, sar&agrave; la pista dell&rsquo;Autodrom Slomczyn a ospitare il GP Polonia, dove il mondiale Supermoto correr&agrave; per la prima volta. Senza sosta, nel mese di agosto la scena sar&agrave; (il 17 e 18) per il quinto round al Wendelinuspark Sankt Wendel per il GP Germania. Sesto e penultimo round il 7 e 8 settembre con il GP Romania a Cerghid, altra nuova location per il Mondiale, e sempre in settembre, nel weekend del 28 e 29, ci sar&agrave; il grande ritorno del Supermoto delle Nazioni a Carole in Francia. La chiusura mondiale sar&agrave; con la super finale, il 5 e 6 ottobre, sullo storico circuito cittadino di Mettet, in Belgio, dove si assegneranno i titoli stagionali 2024. Supermoto: Internazionali d'Italia  C&rsquo;&egrave; poi un&rsquo;altra competizione molto attesa come gli Internazionali d&rsquo;Italia: ogni tappa, dall&rsquo;Abruzzo al Piemonte, avr&agrave; la sua atmosfera e le sue particolarit&agrave;, garantendo un mix di sfide tecniche, velocit&agrave; e aderenza alle variazioni del terreno. Inoltre, l&rsquo;aspetto competitivo sar&agrave; accentuato dalla presenza di alcuni dei migliori piloti del Mondo. Il dominio continuo e l&rsquo;emergere di nuovi talenti potrebbero essere i temi dominanti di questa stagione. Con un calendario che prevede sei tappe: primo round a Ortona il 14 aprile, il 5 maggio ci si sposter&agrave; a Ottobiano e il 9 giugno a Busca. Il 14 luglio sar&agrave; Viterbo a ospitare la quarta prova, aspettando il gran finale di Pomposa con due round distinti, sabato e domenica 14 e 15 settembre. Il vincitore del campionato italiano Supermoto 2023 nella classe Pro &egrave; stato il vicentino Elia Sammartin, che ha conquistato il quinto titolo consecutivo vincendo tutte e 12 le manche in programma. Sammartin ha dominato la stagione, precedendo l&rsquo;imolese Fabrizio Bartolini e il lombardo Luca D&rsquo;Addato. Sapr&agrave; ripetersi? Una "gita" in Costa Brava | Manubri Larghi       

Il Mondiale e gli Internazionali d&rsquo;Italia saranno il centro della stagione dello sliding, ricca di novit&agrave; e duelli

Un anno di Supermoto | Manubri Larghi

        Dopo la pioggia di San Francisco, stop fango e pista asciutta al venerd&igrave; ma sabato &egrave; tornata la pioggia e con questa la cancellazione delle seconde prove cronometrate, a San Diego, nel sud della California a pochi chilometri dal confine con il Messico dove il duello per la tabella rossa della classe regina tra Chase Sexton (KTM) che l&rsquo;ha appena conquistata e il rookie Jett Lawrence (Honda), protagonista di una brutta caduta durante il press day del venerd&igrave;, tiene banco.  Livrea spaciale vintage per la Yamaha 450 di Eli Tomac SX450: Roczen il pi&ugrave; veloce, Prado in difficolt&agrave; L&rsquo;australiano in sella alla CRF450 preparata da HRC &egrave; riuscito a prendere parte alle prove, qualificandosi per la Heat con il sesto tempo a poco meno di un secondo dal pi&ugrave; veloce in pista che &egrave; risultato essere Ken Roczen (Suzuki). Il tedesco ha fatto meglio di un Eli Tomac (Yamaha) in grande forma dopo il podio della settimana scorsa, precedendolo di due decimi. Terzo miglior tempo per Sexton che si &egrave; piazzato davanti a Jason Anderson (Kawasaki) e a Dylan Ferrandis (Honda), quinto, mentre non avendo potuto disputare le seconde prove Jorge Prado (GASGAS), non &egrave; andato oltre il 19&deg; tempo; il galiziano sar&agrave; nella Heat 2 insieme a Roczen, Sexton e Hunter Lawrence.  La Honda di Hunter Lawrence, anche questa in livrea vintage Jordon Smith scatenato in SX250 West Coast In SX250 &egrave; il leader della classifica della costa ovest, Jordon Smith (Yamaha) il pi&ugrave; veloce in pista, il vincitore di San Francisco ha fatto meglio di Jo Shimoda (Honda), vincitore della sua Heat la scorsa settimana e in cerca di riscatto dopo il ritiro durante il Main Event. Terzo tempo per il vincitore di Anaheim 1 RJ Hampshire (Husqvarna) che precede di un decimo la sorpresa di questo inizio stagione, Julien Beaumer (KTM), con l&rsquo;altro rookie del 2024, Ryder DiFrancesco (GASGAS), quinto davanti a Levi Kitchen, sesto con la prima delle Kawasaki.  La YAmaha di Jordon Smith con la tabella rossa di leader       

Tutto pronto a San Diego per il terzo round del Campionato di Supercross AMA 2024 SX450 e per il terzo appuntamento con la SX250 West Coast. Seconde prove annullate a causa della pioggia

SX: le prove di San Diego

        Ha conquistato il settimo titolo tricolore, ha centrato la qualificazione al Grand Prix Challenge e alla finale europea a coppie per l&rsquo;Italia, e, non da ultimo, ha ottenuto un prestigioso quinto posto al Casco d&rsquo;Oro, dove corrono i migliori piloti del Mondo. Il passaggio dal Moto Club Olimpia, dove ha corso per una decade, al Moto Club Lonigo ha aumentato la sua popolarit&agrave; e attirato sempre pi&ugrave; spettatori sugli spalti: il 2023 di Nicolas Covatti &egrave; stato caratterizzato da prestazioni di altissimo livello. Una "gita" in Costa Brava | Manubri Larghi Il 2023 di Nicolas Covatti  La stagione esaltante dell&rsquo;italo-argentino non &egrave; passata inosservata ai club europei: da tre anni Covatti aveva scelto di non partecipare a campionati esteri per potersi dedicare alla famiglia e consolidare la posizione lavorativa, tuttavia i risultati in pista hanno portato a un cambio di rotta per il trentacinquenne. Le notizie degli accordi con un club inglese e uno danese che ci aveva confidato, infatti, sono state ufficializzate pochi giorni dopo sui suoi canali social, scatenando l&rsquo;entusiasmo dei followers: &ldquo;Sar&agrave; un gran cambiamento di vita, una vita che gi&agrave; conoscevo, mi dedicher&ograve; al 100% alle gare come pilota professionista nel campionato inglese e danese. Ho firmato con il club inglese del Plymouth, seconda Lega britannica, e il Region Varde Elisport, prima Lega danese. Sono gi&agrave; in trattativa, sempre in Inghilterra, per correre anche nella prima Lega, ma attenderemo il via del campionato della prossima stagione. &Egrave; stata una scelta difficile, sono stato convinto ad accettare questa nuova sfida in primis dalla famiglia, in particolare mia moglie Jenny, cos&igrave; come dalla proposta organizzativa del Plymouth. Avr&ograve; un supporto ai box costante di meccanici e tecnici, conosco molto bene il manager Garry May, con cui avevo collaborato quando correvo nel club del Somerset. Sar&agrave; il numero uno della squadra, avr&ograve; sicuramente un po&rsquo; di pressione psicologica all&rsquo;inizio, ma sono convinto che potr&ograve; esprimermi ai miei massimi livelli&rdquo;. Nicolas Covatti, quante soddisfazioni  Ripercorrendo la stagione 2023, ai successi in pista si &egrave; aggiunto il matrimonio con Jenny, a settembre, la ciliegina sulla torta di un anno indimenticabile per Covatti. La serata del 27 maggio, nella quale Nicolas ha conquistato il secondo posto nella gara di qualificazione mondiale a Lonigo, nella sua nuova pista, &egrave; stata cos&igrave; ricordata dall&rsquo;italo-argentino: &ldquo;Dopo tanti anni con il Moto Club Olimpia, sono stato contattato dal Club di Lonigo e ho accettato. C&rsquo;&egrave; un bel gruppo affiatato di piloti giovani ed esperti, tra i quali mio cognato Niccol&ograve; Percotti. Ho accettato la proposta, mi piace come viene tutto gestito dal presidente Alessandro Facchin, mi sono messo alla pari con tutti cercando di aiutare i pi&ugrave; giovani. La qualificazione mondiale &egrave; stata una gara importantissima per me e per il sodalizio berico che rappresentavo, avendo la grande responsabilit&agrave; di conquistare uno dei primi quattro posti validi per avanzare nelle qualificazioni. Le settimane prima della gara erano state toste, in tantissimi mi chiamavano e mi scrivevano, tutti volevano un grande risultato. Ed &egrave; arrivato. Nell&rsquo;ultima batteria mi giocavo le chance di qualificazione, sentivo la pressione ma anche l&rsquo;entusiasmo dei tifosi, e sono riuscito a vincere la manche con un sorpasso incredibile su Iversen (nella foto). Sono contento anche per Paco Castagna, che con me ha conquistato la qualificazione al GP Challenge. Per me, con pochi allenamenti e con gare soltanto del campionato italiano, &egrave; stata davvero una grande soddisfazione&rdquo;. L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi       

Dopo una stagione da stella dello Speedway italiano, l'italo-argentino&nbsp;torna a correre in Inghilterra e Danimarca

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