        In un fine settimana ricchissimo di gare al Misano World Circuit Marco Simoncelli, tracciato su cui scatter&agrave; la stagione 2024 sia per il FIM JuniorGP che per l'Aprilia Sport Production, prender&agrave; il via anche il National Trophy 1000. Tra i piloti al via della serie organizzata dal Motoclub Spoleto (con regolamento Open e gomme Pirelli) ci sar&agrave; anche Matteo Ciprietti, pronto a debuttare tra le moto di massima cilindrata alla guida di una Ducati Panigale V4 R schierata dal team ZPM Racing dopo aver passato svariati anni in sella alle &ldquo;medie&rdquo; tra Europeo Moto2, National Trophy 600 e CIV Supersport ad alto livello. Gli abbiamo chiesto qualcosa in pi&ugrave; in vista di questa nuova sfida tra le "big bikes": ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva. Nuova avventura per Tamburini: correr&agrave; nel MotoAmerica SSP Ciprietti: &ldquo;Ho bei ricordi nel National, spero di crearne altri&rdquo;  Matteo, sei pronto per affrontare questa nuova sfida? &ldquo;Non vedo l'ora di cominciare questa nuova avventura, decisa davvero all'ultimo minuto. Ero molto indeciso sul campionato da disputare quest'anno, ma alla fine ho optato per correre nel National Trophy 1000 con il team ZPM Racing, cos&igrave; pur trattandosi di una categoria nuova per me, effettuo lo step con una squadra che conosco gi&agrave; molto bene avendoci gi&agrave; corso insieme per diversi anni in Supersport. Sar&agrave; bello rimettersi in gioco&rdquo;. Come mai hai optato per il National Trophy 1000? &ldquo;Nel National ci sono le gomme Pirelli, con cui mi trovo molto bene, e questo ha aiutato molto nella scelta di prendere parte alla stagione. Inoltre, proprio nel National Trophy ho vinto il titolo ai tempi della Big Supersport diventando il primo campione della Supersport con una Ducati Panigale V2, perci&ograve; ho dei bellissimi ricordi a cui spero di poterne affiancare di nuovi quest'anno&rdquo;. Moto2: un GP da top rider per Foggia ad Austin, ma ora serve costanza &ldquo;Con le 1000 c'&egrave; meno respiro. L'obiettivo? Essere il miglior esordiente&rdquo;   Dopo tanti anni in SSP, com'&egrave; stato passare ad una SBK? &ldquo;Passare alle Superbike non &egrave; uno step semplice, ma non volevo correre di nuovo in Supersport e ho gi&agrave; avuto modo di provare la Panigale V4 R. Purtroppo l'ho utilizzata soltanto nei test che si sono svolti nella giornata successiva a quelli ufficiali del CIV e ho potuto percorrere una manciata di giri, perci&ograve; questo primo round a Misano sar&agrave; quasi come un ulteriore test pi&ugrave; che vero e proprio weekend di gara&rdquo;. Hai notato tante differenza dal punto di vista della guida? &ldquo;La sensazione in sella &egrave; davvero molto diversa rispetto a quando si guida una Supersport, perch&eacute; la potenza che si ha a disposizione &egrave; tantissima occorre tempo per adattarsi. Per fare un esempio, durante i test il rettilineo prima del Curvone a Misano mi sembrava molto pi&ugrave; breve, c'&egrave; meno respiro con un 1000. Ho comunque preso anche una Panigale V4 R per allenarmi, come ho annunciato direttamente sulla pista di minimoto in cui lavoro (a Giulianova, ndr)&rdquo;. Qual &egrave; il tuo obiettivo per questa stagione? &ldquo;Difficile pormi un obiettivo particolare per questa stagione visti i grandi cambiamenti che dovr&ograve; affrontare. Non penso di poter puntare fin da subito alla vittoria assoluta visto che ci sono piloti di grande esperienza che si giocheranno il titolo, ma visto che avremo anche una classifica riservata agli esordienti, stare davanti e crescere ad ogni round potrebbe essere un bel risultato per me. Detto ci&ograve;, non vedo l'ora di cominciare&rdquo;. Ascolta la nuova puntata di Motosprint Caf&egrave; Podcast       

Dopo diverse stagioni tra le medie cilindrate, questo weekend Matteo debutter&agrave; con la Ducati Panigale V4 R: ecco cosa ci ha raccontato a riguardo, in esclusiva

Ciprietti pronto per il National Trophy 1000: “Voglio rimettermi in gioco”

        La vita di Phaedra &ldquo;Lulu&rdquo; Theffo &egrave; scandita da due tempi: uno in cui sale in moto per gareggiare e un secondo in cui attende di farlo. Due tempi, come i motori che la quarantacinquenne di origine francese residente a Sarnico (Bergamo) predilige, come certifica la sua partecipazione agli ultimi tre campionati 2T Italian GP con la Honda del BBM Racing, impreziosita dal terzo posto nel 2022 in 125 GP grazie a tre podi. &rdquo;Il mio innamoramento per le due tempi non si pu&ograve; spiegare, &egrave; qualcosa di viscerale &ndash; racconta &ndash; le adoro perch&eacute; la guida deve essere precisa, devi avere il gas in mano, non mollare, sono moto un po&rsquo; &lsquo;stronze&rsquo;, vanno pi&ugrave; forte nelle curve e poi c&rsquo;&egrave; quel rumore inconfondibile. Le quattro tempi non mi danno le stesse emozioni, tranne la Ducati MotoGP di Loris Capirossi che guidai nel 2006 per qualche giro&rdquo;. Andrea Riva, campione "per caso" | Storie Italiane La storia di Phaedra Theffo  Come sei riuscita a fartela prestare? &ldquo;Nel 2005 e 2006 lavorai come addetta stampa per il Team Pramac D&rsquo;Antin, il primo anno con Roberto Rolfo, il seguente con Jos&eacute; Cardoso e Alex Hofmann. Avevo conosciuto un po&rsquo; tutti nell&rsquo;ambiente nel 1998 e 1999, quando andavo alle gare del Mondiale. Furono gli anni in cui debuttai in sella&rdquo;. Chi ti ha trasmesso la passione? &ldquo;Sono nata a Gisors, in Francia, ma a otto anni mi trasferii in Belgio, dove non c&rsquo;&egrave; cultura motociclistica, almeno in pista. Per&ograve; nella nostra via c&rsquo;era un ragazzo che andava alle gare e mi aggregai, come tuttofare. Ero in ammirazione. Poi, vedendo le gare dell&rsquo;Europeo, scrissi persino articoli per Motosprint. Mai avrei pensato di correre, fino al trasferimento in Italia, nel 1997&rdquo;. E l&igrave; cosa &egrave; accaduto? &ldquo;Giacomo Guidotti, oggi capotecnico di Luca Marini, mi promise che mi avrebbe fatto girare nelle pause del Trofeo Challenge, ma dovevo saper cambiare le marce. Fino ad allora avevo provato soltanto scooter, cos&igrave; andai con un amico al parco di Monza per guidare un cinquantino Aprilia con le marce. Nel 1999 feci i primi turni in pista con una 125 e l&rsquo;anno successivo iniziai a correre&rdquo;. Ricordi la tua prima gara? &ldquo;Alla primissima non mi qualificai, cos&igrave; la prima fu a Misano. Mi fecero salire sul podio perch&eacute; ero l&rsquo;unica donna, ma avevo fatto pena&rdquo;. Nel 2005 il passaggio alle GP. &ldquo;Merito di Roberto Bava, tecnico di grande esperienza, che mi mise a disposizione una Honda 125 GP per correre a Vallelunga nel trofeo omonimo. L&rsquo;avevo conosciuto nel 1997, quando andavo a vedere l&rsquo;Europeo, un amico carissimo&rdquo;. Com&rsquo;erano invece i rapporti con i piloti? &ldquo;Nei primi tempi il mondo delle corse non era tanto bello, serviva attenzione, ma non ai piloti, quanto ad alcuni addetti ai lavori&hellip; Adesso la gente &egrave; pi&ugrave; rispettosa&rdquo;.  Phaedra Theffo e l'amore per le moto  Raccontaci la tua vittoria. &ldquo;Luglio 2018, Franciacorta, nella 125 SP del MotoEstate. Il giorno pi&ugrave; bello della mia vita, non tanto per il successo, dato che non eravamo in tanti e non c&rsquo;era quel livello provato altre volte. Ma &egrave; stata la mia prima gara dopo un lungo periodo sulle Minimoto, a cui mi ero dedicata dal 2007 al 2018: quel successo &egrave; merito di Martino, che mi ha risistemato la moto e mi segue ancora oggi. Senza di lui non avrei pi&ugrave; corso con le ruote alte, gli devo tutto. Per&ograve; se devo scegliere una performance, ne indico altre&rdquo;. Quali? &ldquo;Europeo 125 del 2006 a Vallelunga: ottenni un&rsquo;insperata qualificazione. E poi le ultime due gare del 2023, a Magione e Misano, concluse al quarto e al sesto posto. Ho girato con un buon passo e questo mi ha fatto felice, anche se io non lo sono quasi mai&rdquo;. Peraltro hai corso queste due gare a poche settimane da un delicato intervento chirurgico. &ldquo;A marzo 2023 ho sentito un nodulo sotto l&rsquo;ascella, all&rsquo;altezza del seno sinistro. Ho effettuato l&rsquo;ecografia a Bergamo, era un carcinoma maligno. L&rsquo;intervento &egrave; stato effettuato il 7 giugno dalla dottoressa Mauri, dimostratasi particolarmente competente e gentile&rdquo;. Hai voluto renderlo pubblico non certo per protagonismo. &ldquo;Ho raccontato la vicenda perch&eacute; voglio incentivare le donne a farsi visitare. Alcune aspettano le lettere per i controlli, altre li rimandano. Ma il mio caso dimostra che &egrave; meglio fare gli esami perch&eacute; se becchi in tempo un tumore fai in tempo a uscirne bene&rdquo;. Ora come stai? &ldquo;Devo soltanto sistemare il braccio con la cicatrice e fare i controlli come tutti. Non voglio essere compatita, perch&eacute; mi sento benissimo. Mi alleno tanto, con sedute di sparring dopo le ore in ufficio. Il pugilato &egrave; la cosa migliore perch&eacute; non metti su massa, allena la resistenza e i riflessi&rdquo;. Infortuni in moto, invece? &ldquo;Pur facendo un miliardo di cadute sono stata fortunata. Con le Minimoto mi sono rotta il polso destro e procurata una distorsione, in moto soltanto la clavicola nel 2021&rdquo;. Mai pensato di ritirarti dopo quell&rsquo;incidente? &ldquo;&Egrave; l&igrave; che capisci quanto grande &egrave; la passione: era come se si fosse fermato il mondo, l&rsquo;unica cosa che contava era il momento di tornare in moto&rdquo;. L&rsquo;et&agrave; per&ograve; avanza. &ldquo;Finch&eacute; ci sono le due tempi correr&ograve;, poi valuter&ograve;. Ho un sacco di amici sessantenni che corrono. Io sar&ograve; sempre in forma, non smetter&ograve; mai, magari avr&ograve; pochi soldi e far&ograve; meno gare. Ma non mi accontento soltanto dei turni di prove libere, cos&igrave; come non mi piace usare la moto in strada: io non sono un motociclista, sono un pilota. Posso arrivare prima, a met&agrave; classifica, ultima: non mi interessa. Mi interessa soltanto correre&rdquo;. La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane       

"Le gare sono la mia vita: io non mi sento motociclista, ma pilota. E dire che ho cominciato per caso..."

L'indistruttibile Phaedra Theffo | Storie Italiane

        Passione, divertimento, metodo, sicurezza: sono questi gli ingredienti che da sempre caratterizzano la SMC Scuola Motociclismo, nata nel 2015 grazie alla collaborazione con il campione del mondo MotoGP Jorge Lorenzo e suo padre Chico con lo scopo di diventare un luogo di aggregazione e crescita per tutti gli appassionati di motorsport. Campioni in pista, 5 sedi e quasi 20 mila allievi  Un progetto in costante evoluzione che ha visto allenarsi in pista campioni come Jorge Martin, Joan Mir e Tony Arbolino e che in questi nove anni ha dato vita a ben 5 sedi in Italia - Como, Vignate (Milano), Orte (Viterbo), Bari ed Agrigento - con la partecipazione di quasi 20 mila allievi. Numeri destinati a crescere, se consideriamo che nei prossimi mesi &egrave; prevista l&rsquo;apertura di altre 3 nuove scuole a Torino, Sondrio e Padova. Scuola per tutti: dai principianti ai piloti pi&ugrave; esperti  SMC Scuola Motociclismo accoglie allievi di ogni et&agrave; e livello motociclistico: dal vivaio di giovanissimi che coltivano il sogno del professionismo (&ldquo;pilotini&rdquo; che corrono il Campionato Italiano Velocit&agrave; Junior), ai motociclisti su strada che vogliono accrescere il loro livello di sicurezza stradale, fino ai professionisti (o amatori) che vogliono migliorare la tecnica e lo stile per performare in pista. In SMC s&rsquo;insegnano le tecniche pi&ugrave; moderne di guida con un metodo di allenamento consolidato e di facile apprendimento per tutti, attraverso l&rsquo;uso di moto a &laquo;ruota piccola&raquo;, minimoto per i bambini e pit bike per gli adulti.&nbsp; Impara sicuro, impara veloce  Per ogni allievo viene definito un percorso di crescita personalizzato sulla base degli obiettivi che si desiderano raggiungere, in un contesto professionale e al tempo stesso familiare, dove sicurezza, metodo e tecnica sono le basi sulle quali gli Istruttori SMC lavorano ogni giorno. Dopo aver valutato il livello teorico di conoscenza di una moto e delle sue dotazioni di sicurezza, ogni allievo &egrave; chiamato a sostenere una serie di esercizi per determinare il suo livello di guida (4 livelli: giallo - principiante, verde - intermedio, blu - esperto, nero - racer), e definire il percorso di sviluppo, anche in rapporto alle sue aspettative.&nbsp; Metodo, tecnica e istruttori certificati FMI  Il punto di forza di SMC Scuola Motociclismo &egrave; il metodo (destinato al motociclismo su asfalto), pensato per supportare gli allievi a guidare in modo sicuro e consapevole, mettendo in pratica alcune regole precise: imparare a conoscere la moto e i suoi comandi, la corretta postura da tenere su di essa e i movimenti da fare con ogni parte del corpo e in tutte le fasi di guida. I corsi si svolgono in strutture chiuse al traffico e prevedono lo svolgimento di esercizi specifici, in spazi limitati e a velocit&agrave; contenute, dove si allena la tecnica. La ripetizione di questi esercizi aiuta a generare gli automatismi e a migliorarne la pratica: s&rsquo;impara sulle moto piccole e si replica sulle moto grandi, adattando le precauzioni opportune della strada o della pista. Il tutto con la supervisione degli Istruttori, vero valore aggiunto di SMC. Appassionati di moto con trascorsi in competizioni locali e nazionali, gli istruttori sono certificati dalla Federazione Motociclista Italiana (FMI) e vivono a stretto contatto con l&rsquo;allievo in tutti i momenti della lezione: briefing, riscaldamento, svolgimento degli esercizi in moto, valutazione e feedback in tempo reale.&nbsp; L&rsquo;offerta didattica, i costi e i contatti  SMC Scuola Motociclismo offre a tutti la possibilit&agrave; di avvicinarsi al motorsport a costi contenuti, con una variet&agrave; di corsi volti a soddisfare le esigenze del singolo pilota. Il primo step per tutti coloro che vogliono iniziare un percorso in SMC &egrave; la prima lezione di prova al costo di 120 euro (comprensive di n. 2 ore di lezione con moto e istruttori, noleggio del kit di sicurezza - tute con protezioni, casco e guanti - e tesseramento annuale), scalabili nel caso si voglia poi dare seguito all&rsquo;esperienza acquistando un pacchetto di lezioni, scegliendo tra diverse tipologie, da un minimo di 8 ore (4 lezioni 340 &euro;) a un massimo di 30 ore (15 lezioni complessive 1100 &euro;). Per info e prenotazioni &middot;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Web: www.scuolamotociclismo.com &middot;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Instagram: https://www.instagram.com/scuolamotociclismo/reels/ &middot;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Facebook: smcscuolamotociclismo       

Continua a crescere il progetto nato nel 2015 con Jorge Lorenzo che ha visto allenarsi in pista Martin, Mir ed Arbolino

Scuola Motociclismo: Passione, Divertimento, Metodo, Sicurezza

        Non &egrave; solito vedere i genitori al fianco dei figli che svolgono il mestiere di pilota, ma Vito Bezzecchi accompagna Marco ovunque. &Egrave; stato proprio lui a fargli scoprire la minimoto quando era un bambino e da quel momento &egrave; sempre stato al suo fianco, anche da quando &egrave; diventato un pilota vincente in MotoGP. Marco Bezzecchi visto dagli occhi del pap&agrave;  Nel nuovo episodio del podcast &ldquo;Appuntamento al parco chiuso&rdquo; ho chiesto a Vito di parlarmi della carriera di Marco: dagli inizi (aneddoti compresi) fino ad oggi quando ha realizzato il suo desiderio di fare il pilota come lavoro, passando poi per i ricordi pi&ugrave; belli che hanno insieme, il ruolo di Valentino Rossi nella carriera del &ldquo;Bez&rdquo; e le emozioni vissute con la prima vittoria nella top class, l&rsquo;anno scorso in Argentina. Ascoltatelo qui sotto: strapi:podcast:9 Calendario MotoGP 2024       

Lo vediamo sempre al fianco del figlio, in griglia e nel paddock di MotoGP, e abbiamo fatto una bella chiacchierata per &ldquo;Appuntamento al parco chiuso&rdquo;

Podcast, Vito Bezzecchi ci racconta il “suo” Marco

        L&rsquo;arrivo della Superbike in Europa ha tanti significati intrinsechi, come ad esempio l&rsquo;inizio della stagione della Supersport300. La classe d&rsquo;ingresso delle derivate infatti prender&agrave; il via in Catalogna, con il campione in carica Jeffrey Buis rimasto in categoria &ndash; cambiando team &ndash; e dunque chiamato a difendere il proprio status di primo della classe. Tra i principali rivali dell&rsquo;olandese vi sono i 2 piloti del team con cui Buis ha trionfato nel 2023 ossia MTM, che ha accolto Mirko Gennai e ha confermato Loris Veneman, uno dei piloti pi&ugrave; interessanti del panorama motociclistico olandese.&nbsp;Classe 2006, Loris ha impiegato meno di una stagione per diventare un assoluto protagonista, come testimoniato dal successo ottenuto ad Aragon, giunto dopo aver conquistato nel round precedente a Magny &ndash; Cours il primo podio in categoria. La velocit&agrave; del resto &egrave; di famiglia in casa Veneman, dato che pap&agrave; Barry vanta una lunga carriera nelle derivate, con un podio in Supersport nel 2008, oltre che una stagione completa in 500 nel 2001, con la soddisfazione di tre gare concluse in zona punti. Una classifica famiglia da corsa, che abbiamo voluto sottoporre ad una altrettanto classica intervista doppia.&nbsp;Loris cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?&nbsp;Loris: &ldquo;Il fatto che mio padre sia stato un pilota &egrave; stato certamente uno sprone, ho voluto provare per capire se mi potesse piacere o meno&rdquo;.&nbsp;Quindi Barry hai influenzato Loris nella sua scelta di diventare un pilota.&nbsp;Barry: &ldquo;Certamente, anche se non l&rsquo;ho mai spinto a correre per professione. Loris ha iniziato il suo percorso a 9 anni: io facevo il coach per i bambini, e quando mi chiese di provare una minimoto lo misi in sella ad una minimoto italiana, una Pasini, ma per tanto tempo fece solo degli allenamenti, senza gare. Un giorno il coach che seguiva lui ed altri ragazzini, dato che ho sempre voluto che stesse in un gruppo diverso da quello che gestivo io, mi sugger&igrave; di farlo correre in una gara, dato che era pronto: ne parlai con mia moglie, facendole capire che sarebbe stato un passo importante, e decidemmo di farlo. Lo iscrissi ad una gara con minimoto tutte uguali, senza la possibilit&agrave; di fare modifiche: si divert&igrave; tanto, molto di pi&ugrave; che tutti gli altri sport, e l&rsquo;anno dopo si laure&ograve; campione olandese di categoria. Direi quindi che la mia professione gli ha trasmesso la passione per le moto, ma la scelta di fare il pilota &egrave; stata sua&rdquo;. &nbsp;Prima del motociclismo vi era stato un altro sport?&nbsp;B: &ldquo;Ha giocato a calcio, un po&rsquo; come tutti i bambini intorno a lui, ma &egrave; sempre stato un ragazzino minuto, quindi non penso che avrebbe fatto strada nel calcio (sorride)&rdquo;. &nbsp;Cosa rivedete di voi stessi nell&rsquo;altro? Sia come pilota che come persona?&nbsp;B: &ldquo;Come persona &egrave; pi&ugrave; come mia moglie, dice sempre quello che pensa. Come pilota ha uno stile un po&rsquo; vecchia scuola, e forse &egrave; colpa mia dato che i coach pi&ugrave; giovani insegnano uno stile diverso, con il gomito a terra ad esempio. Io ho lasciato che creasse il suo stile, senza condizionarlo, anche se vedendolo in azione mi ricorda un po&rsquo; il mio stile. Un altro punto in comunque credo sia la bravura strategica: io non sono mai stato particolarmente aggressivo, mentre ero pi&ugrave; bravo ad impostare una strategia di gara, e Loris &egrave; simile in questo senso&rdquo;. L: &ldquo;Siamo entrambi molto calmi direi&rdquo;. B: &ldquo;Io ho iniziato a correre a 18 anni, in linea con le regole dell&rsquo;epoca, mentre Loris ora ne ha 17, anche se credo sia gi&agrave; ad un livello pi&ugrave; alto rispetto a me intorno ai 22 anni&rdquo;. I consigli e la Supersport 300  Qual &egrave; il consiglio che gli hai dato pi&ugrave; spesso nel corso di questi anni?&nbsp;B: &ldquo;Non fare stupidaggini (ride ndr). Onestamente sono tranquillo con lui, penso debba imparare da solo in questi anni: la SSP300 &egrave; una categoria difficile, caotica, dove devi essere intelligente ed ovviamente veloce. In gare da 12 giri circa come quelle della 300 gli ho sempre consigliato di prendere con calma i primi 5 o 6, evitando rischi particolari&rdquo;. &nbsp;Ti piace la Supersport300? Barry avevi pensato a qualcosa di diverso per Loris?&nbsp;B: &ldquo;All&rsquo;inizio tutti pensano alla MotoGP come primo percorso, ma la Moto3 necessita di tanto budget e quando arrivi dall&rsquo;Olanda non &egrave; facile, a meno che non si riesca a fare la Rookies Cup. In Olanda non c&rsquo;&egrave; la Moto3 quindi occorre andare in Spagna, il che &egrave; un ulteriore ostacolo. La SSP300 &egrave; pi&ugrave; economica, e le moto sono pi&ugrave; simile alle stradali, anche se il bilanciamento tra le moto &egrave; molto difficile. A causa delle caratteristiche delle moto &egrave; molto difficile passare sul dritto, quindi i sorpassi avvengono tutti in curva, ed occorre sempre essere molto vicino al tuo rivale per portare l&rsquo;attacco: &egrave; una categoria difficile, e strana. A volte si vedono gruppi di testa da 20 piloti, dove solo 5 sono davvero veloci, ma a causa delle moto non possono fare la differenza. Magari questi piloti tentano di usare un rapporto pi&ugrave; lungo per scappare, ma se la fuga non riesce sono poi pesantemente svantaggiati in gruppo, e non riescono a fare la differenza. Le moto necessiterebbero di almeno 10 o 15 cavalli in pi&ugrave;, per far s&igrave; che il talento dei piloti possa davvero emergere. Al momento le moto sono troppe lente e troppo pesanti&rdquo;. L: &ldquo;All&rsquo;inizio non molto, dato che spesso essere veloci non basta, mentre in Supersport &egrave; pi&ugrave; facile emergere se hai la velocit&agrave; per farlo. Di conseguenza vorrei passare in Supersport il pi&ugrave; rapidamente possibile&rdquo;. &nbsp;C&rsquo;&egrave; voglia di passare rapidamente in Supersport dunque.&nbsp;B: &ldquo;Corretto. Nel 2025 dovrebbe arrivare una nuova categoria nel paddock SBK al posto della 300, una specie di Twin Cup dove tutti presumibilmente sceglieranno l&rsquo;Aprilia RS 660, ma mi piacerebbe che Loris nello stesso anno passasse in Supersport. Quest&rsquo;ultima &egrave; una categoria che ha futuro, e pi&ugrave; da pilota&rdquo;. &nbsp; Vedendo Loris in pista qual &egrave; il sentimento che avverti maggiormente?&nbsp;B: &ldquo;Forse la paura, dato che spesso &egrave; in mezzo ad un gruppo di 20 piloti dove tutto pu&ograve; accadere. Sono al contempo anche molto orgoglioso. A volte anche leggermente frustrato quando fa degli errori, perch&eacute; penso a come avrei potuto aiutarlo per evitarli. E&rsquo; un po&rsquo; come se fossi in sella con lui&rdquo;. &nbsp;Loris, come racconteresti il tuo percorso da pilota finora?&nbsp;L: &ldquo;Ho iniziato come tanti con le minimoto, e ricordo bene la prima volta che sono andato a girare ad Assen. Non il tracciato completo, bens&igrave; la pista pi&ugrave; piccola all&rsquo;interno dell&rsquo;impianto&rdquo;. B: &ldquo;In Olanda non ci sono purtroppo molte piste per girare, a differenza dell&rsquo;Italia. Di conseguenza &egrave; normale girare nei parcheggi o nelle zone industriali&rdquo;. L: &ldquo;Per questo ho girato tanto ad Assen, in entrambe le piste. Sono cresciuto nei campionati nazionali, sino ad arrivare al mondiale, dove le cose sono andate meglio del previsto&rdquo;. Avere un padre ex pilota&nbsp;  Immagino avrai visto tante gare di tuo padre. In quali aspetti cerchi di emularlo?&nbsp;L: &ldquo;Quando correva ero molto piccolo, quindi ricordo poco, ma ora parliamo tanto di come posso migliorare. A volte cerca di spiegarmi come affrontare meglio determinate curve, ma con la 300 siamo spesso a gas pieno quindi a volte non &egrave; necessario&rdquo;. &nbsp;Pensi che avere un padre ex pilota possa aiutare? &nbsp;L: &ldquo;All&rsquo;inizio aiuta tanto, dato che durante gli anni delle minimoto e dei campionati nazionali non si ha intorno un vero e proprio staff, e dunque avere un padre che conosce la materia &egrave; molto importante, dato che pu&ograve; essere sia un meccanico che un coach&rdquo;. B: &ldquo;Penso che questo mondo richieda sia impegno che attitudine, dunque avere al fianco qualcuno che &egrave; abituato a certi ritmi e certe dinamiche pu&ograve; aiutare. Oggi tanti genitori iniziano a seguire i figli con entusiasmo, ma poi faticano ad andare avanti quando le cose si fanno complicate, sia economicamente che tecnicamente: se si vuole intraprendere questo percorso bisogna capire subito che vi si deve investire tutto il tempo e tutte le risorse a disposizione. Per me &egrave; normale, ma altri mi danno del folle (sorride ndr), anche se alcuni non capiscono che tutto questo &egrave; parte di questo sport&rdquo;. &nbsp; Dove vedete Loris tra 5 anni?&nbsp;B: &ldquo;In Superbike&rdquo;. L: &ldquo;Spero lo stesso (sorride ndr). Sarebbe bello anche seguire i passi di Manu Gonzalez, che dalla Supersport &egrave; passato in Moto2&rdquo;. B: &ldquo;Ora in Moto2 ci Bo Bendsneyder e Zonta Van Den Goorbergh come piloti olandesi. Conosco entrambi bene, e per esempio sono consapevole del fatto che per noi non sia possibile seguire le orme di Zonta, sarebbe troppo costoso. In generale penso che per poter parlare con un team di Moto2 sia fondamentale fare molto bene al debutto in Supersport. Il fatto che ora ci sia Pirelli anche in Moto2 &egrave; utile, ma i budget richiesti sono davvero folli&rdquo;. Prospettive e obiettivi&nbsp; Quali sono le aspettative per la stagione?&nbsp;L: &ldquo;Punto alle prime tre posizioni della classifica finale, ed ovviamente il sogno &egrave; il titolo, ma vedremo. La Kawasaki &egrave; veloce ma &egrave; difficile eleggere la migliore moto, dato che sia KTM che Kove sono state rapide nel 2023&rdquo;. &nbsp;Loris come ti senti se pensi che in ambito mondiale hai gi&agrave; vinto pi&ugrave; di tuo padre?&nbsp;L: &ldquo;Spero di vincere ancora, non solo in Supersport300 (sorride ndr)&rdquo;. B: &ldquo;Per certo ci attende una stagione interessante, per tante ragioni. Ad esempio il fatto che nel team non vi saranno pi&ugrave; due olandesi: l&rsquo;anno scorso Loris e Jeffrey (Buis ndr) hanno faticato ad aiutarsi, pensando piuttosto a dimostrare chi era l&rsquo;olandese pi&ugrave; veloce, il che non ha aiutato. Quest&rsquo;anno credo che il clima sar&agrave; pi&ugrave; disteso, Mirko (Gennai ndr) &egrave; un ragazzo simpatico e disponibile&rdquo;. La Cina entra in SSP, a Barcellona il debutto della QJ Motor       

L'INTERVISTA DOPPIA - Il giovane Loris &egrave; uno dei candidati al successo finale, anche grazie ai consigli di Barry, reduce da una carriera tra SSP e 500. Storia di una classifica famiglia da corsa

SSP300, Veneman di padre in figlio: Loris punta al titolo, sulle orme di papà Barry

        I piloti restano sempre piloti, anche dopo il loro ritiro e Manuel Poggiali, dopo una carriera fulminea e vittoriosa, sfrutta alcune delle sue doti da pilota per aiutare il team Ducati e Gresini in MotoGP. La sua &egrave; stata un traiettoria sportiva singolare, con due titoli vinti molto presto, uno in 125 e l&rsquo;altro in 250, e poi il ritiro avvenuto a soli 25 anni, quando avrebbe ancora potuto fare grandi cose. Appuntamento al parco chiuso con Manuel Poggiali  Classe 1983, di San Marino, Manuel mi ha raccontato tutta la sua storia. A partire dagli inizi, quando scopr&igrave; per la prima volta le minimoto, passando per gli avversari e le soddisfazioni, fino al momento sofferto del ritiro e alla sua attuale nuova vita nel paddock. Questo e molto altro lo potete ascoltare nel mio podcast &ldquo;Appuntamento al parco chiuso&rdquo; che trovate qui sotto: strapi:podcast:8 Calendario MotoGP 2024       

Il sammarinese lo troviamo anche quest&rsquo;anno nel Mondiale, coach di Ducati e Gresini, e ha rivissuto la sua storia dal suo unico punto di vista

Podcast, Manuel Poggiali ci racconta la sua storia

        E' stata scelta la Warner Music Station di Madrid per presentare la Honda RC213V 2024 con cui Joan Mir e Luca Marini disputeranno la stagione di MotoGP ormai alle porte. La rivoluzione &egrave; doppia: se a livello tecnico sono state fatte scelte nuove per ritrovare la competitivit&agrave; perduta, anche a livello estetico si &egrave; deciso di dare vita ad un inizio. Cos&igrave; l'arancione dello sponsor Repsol dominante sulla livrea ha lasciato spazio ai colori tradizionali di Honda per una livrea decisamente rinnovata. Mir pronto a disputare il secondo anno con HRC: "Colori diversi e audaci"  Quest'anno Repsol e Honda celebrano i 30 anni di collaborazione ed &egrave; l'inizio di una nuova era per la Casa giapponese, che grazie anche alle concessioni punta a tornare nelle posizioni che contano. A rappresentare questi colori in pista sar&agrave; una nuova coppia composta da Mir, al suo secondo anno, e Luca Marini, arrivato fresco quest'anno dopo aver passato gli ultimi due anni con il team VR46.  Mir, che ha ereditato il capotecnico storico di Marc Marquez Santi Hernandez, ha dichiarato: &ldquo;&Egrave; fantastico far parte di una squadra con una tale storia e successi in MotoGP, sono entusiasta di iniziare questa stagione con il Repsol Honda Team". Ha poi commentato la nuova livrea: "I colori di quest'anno sono davvero diversi e molto audaci, sicuramente qualcosa di unico da parte del team". E parlando poi della sostanza ha ammesso: "Abbiamo avuto un primo assaggio positivo della moto e cinque giorni produttivi a Sepang, ora dobbiamo guardare avanti, ai test in Qatar e alla gara". Mir ha gi&agrave; maturato esperienza su questa moto: "L'anno scorso mi ha insegnato molto e cercher&ograve; di mettere tutto in pratica quest'anno per aiutare il Repsol Honda Team a tornare nelle posizioni che so pu&ograve; raggiungere".&nbsp;  Marini: "Indossavo questi colori gi&agrave; quando guidavo le minimoto"  Marini ha fatto il suo ingresso nella squadra ufficiale e ha affermato: &ldquo;Per me &egrave; un onore entrare a far parte del Repsol Honda Team, quando ero bambino avevo gi&agrave; delle tute dei loro colori quando guidavo le minimoto. Ora essere qui, alla presentazione, con la tuta e la moto &egrave; un sogno che diventa realt&agrave;, qualcosa che viene dal destino". La livrea lo ha colpito: "Questa moto &egrave; davvero bellissima, i colori sono una novit&agrave; assoluta e sono orgoglioso di rappresentarli. Siamo solo all&rsquo;inizio del nostro viaggio insieme, ma mi sento gi&agrave; parte della squadra e ben supportato dagli ingegneri". Per lui &egrave; tutto nuovo e ha gi&agrave; cominciato a conoscere la moto: "Ho guidato solo sei giorni sulla moto, quindi cercher&ograve; di sfruttare al massimo l&rsquo;ultimo test e iniziare l&rsquo;anno nel miglior modo possibile&rdquo;.  A capo del progetto c'&egrave; il direttore generale di HRC, Tetsuhiro Kuwata: &ldquo;Il 2024 &egrave; un anno speciale in quanto celebriamo 30 anni di collaborazione con Repsol ed entriamo in una nuova era con i combustibili rinnovabili. All'interno di Honda abbiamo lavorato molto duramente per fornire a Joan Mir e Luca Marini un pacchetto su cui possano essere competitivi". Calendario MotoGP 2024       

All'ormai classico arancione di Repsol, quest'anno la Casa alata ha preferito far indossare alle RC213V i colori Honda, segno dell'inizio di una nuova era

MotoGP, ecco la nuova HRC di Mir e Marini con i colori della Casa alata

Ai nostri "Oscar del motociclismo" di quest'anno c'è stato ampio spazio per i piloti italiani, dai già affermati a livello internazionale fino alle giovanissime promesse delle minimoto. Campionato Italiano Velocità, JuniorGP, European Talent Cup, MiniGP e tanto altro: ecco le foto più belle della premiazione alle giovani promesse e ai vincitori della stagione tricolore

CIV, JuniorGP, MiniGP: le promesse italiane premiate ai Caschi d'Oro

        Tra le tante stelle di oggi, ieri e domani che gioved&igrave; sera sono state premiate durante i Caschi d'Oro, una forse ha catturato il cuore degli appassionati pi&ugrave; di altre. Luca Lunetta non ha ancora raggiunto la maggiore et&agrave; ma si appresta, dopo essere stato vice campione JuniorGP nella passata stagione e di conseguenza meritevole di un casco d'oro, a scrivere una piccola pagina di storia del motociclismo attuale. Esatto perch&eacute; da quel maledetto 23 ottobre 2011, fatta eccezione per un caso, nessuno aveva scelto di sobbarcarsi il peso emotivo del numero 58 - ritirato per la classe regina - appartenuto a Marco Simoncelli. Lunetta, romano dai modi pacati e gentili quel numero lo ha scelto sin dalle prime gare in sella alle minimoto, e ora &egrave; pronto a portarlo al mondiale. Ma non solo, perch&eacute; si appresta a farlo come portacolori del team SIC58 Squadra Corse, in una congiunzione astrale degna di una pellicola. Luca facciamo un passo indietro. Come sei arrivato sino qui?&nbsp;&ldquo;Non provengo da una famiglia di ex piloti o simili, mio padre non ha mai avuto la moto, per&ograve; &egrave; sempre stato appassionato. Insieme abbiamo tante gare, sin da quando avevo 3 o 4 anni. La scintilla &egrave; scattata per caso: quando avevo 5 anni mio padre mi ha portato a vedere un campo da golf, dato che il golf &egrave; un&rsquo;altra sua passione, ma per qualche ragione non ho potuto iniziare il corso, cos&igrave; sulla via del ritorno a casa siamo passati davanti ad una pista di minimoto, quella di Torricola. Era una domenica, e mio padre ha avuto l&rsquo;idea di portarmi a vederla: sono rimasto attaccato alle ringhiere della pista fino alla sera, ed il giorno dopo ho provato la prima minimoto. Sono sempre stato un po&rsquo; spericolato, dato che ho iniziato ad andare in bici senza rotelle a circa 2 anni e mezzo&rdquo;. La scelta delle moto, la Roma e Sic Il motociclismo &egrave; stato il tuo primo sport?&nbsp;&ldquo;In realt&agrave; in concomitanza con i primi anni in moto ho anche praticato breakdance, ho delle doti nascoste da ballerino. L&rsquo;ho fatto fino a 7 anni, poi &egrave; arrivato il momento di scegliere e ho smesso. Mia mamma &egrave; rimasta un po&rsquo; dispiaciuta della mia scelta all&rsquo;inizio, credeva potessi avere un futuro anche in quella disciplina&rdquo;.&nbsp;Niente calcio dunque.&nbsp;&ldquo;No mai praticato. Mi piace comunque seguirlo, tifo la Roma e la guardo spesso, anche perch&eacute; ho qualche conoscenza. Guardo spesso le partite con Fabio (Di Giannantonio ndr), siamo entrambi molto tifosi&rdquo;.&nbsp;Ha iniziato con le moto nel 2011, l&rsquo;anno in cui Marco Simoncelli &egrave; venuto a mancare.&nbsp;&ldquo;I primi giri con la minimoto sono stati proprio in quei giorni. La gara di Sepang l&rsquo;ho vista con mio padre, e nei giorni successivi ho iniziato a vedere il 58 ovunque, cos&igrave; l&rsquo;ho subito scelto come mio numero di gara&rdquo;.&nbsp;Cosa rappresenta per te Simoncelli?&nbsp;&ldquo;Per me &egrave; stato un idolo, ed attualmente &egrave; una fonte di ispirazione. Ho capito che persona era crescendo, cos&igrave; come le qualit&agrave; in pista. In primis mi ispiro a lui come persona: porto il suo numero sin da piccolo e per me &egrave; un piacere onorarlo, specie ora che sono entrato a far parte della squadra di Paolo (Simoncelli ndr)&rdquo;. &nbsp; Sar&agrave; in pista con il numero 58 nel team SIC58, una bella responsabilit&agrave;.&nbsp;&ldquo;Assolutamente, per&ograve; per me &egrave; un po&rsquo; tutto normale. Certamente vedere quel numero su quella moto fa effetto a tutti, compreso me: non ho una parola per descrivere tutto questo, ma posso solo ringraziare chi ha reso possibile tutto questo. E&rsquo; una responsabilit&agrave; ma &egrave; giusto che sia cos&igrave;: a volte la giusta pressione diventa grinta per essere pi&ugrave; veloce&rdquo;. Il numero 58, Paolo Simoncelli e la strada per emergere  Hai pensato per un attimo che fosse troppo? Magari hai pensato di cambiare numero&nbsp;&ldquo;Per me &egrave; normale portare il 58 sulla moto dato che lo faccio da quando ho 5 anni, quindi non ho mai pensato di cambiarlo. Quando stavo per concludere l&rsquo;accordo con Paolo gli ho chiesto il permesso di usare questo numero, a prescindere dal team con cui avrei corso, e lui &egrave; stato il primo ad incoraggiarmi in tal senso. Questo mi ha fatto venire i brividi, quindi anche per questo dico che &egrave; una bella storia. Spero di far divertire tutti, anche Marco&rdquo;. &nbsp;Come te lo immagini Paolo Simoncelli come capo? Non ha peli sulla lingua&nbsp;&ldquo;Credo sia giusto cos&igrave;, ci deve essere un rapporto di completa chiarezza. E&rsquo; giusto essere elogiati quando si va forte come essere ripresi quando si sbaglia. Sono stato abituato cos&igrave;, anche in famiglia, quindi va bene&rdquo;. &nbsp;Non sono tanti i piloti romani nel panorama mondiale. Senti di aver dovuto fare pi&ugrave; fatica di altri per emergere?&nbsp;&ldquo;Non saprei. Ho creato il mio percorso a casa e mi sono trovato bene: ho dovuto fare un po&rsquo; di chilometri ma &egrave; normale. Ora a Roma ho una grande squadra su cui contare: spesso mi alleno con Fabio ed il clima &egrave; quello giusto&rdquo;. &nbsp;Domanda secca: Max Biaggi o Valentino Rossi?&nbsp;&ldquo;Non conosco nessuno dei due bene, ma dall&rsquo;esterno li stimo entrambi. Sono stati idoli come piloti, non saprei scegliere&rdquo;. &nbsp; Oltre a Simoncelli hai un idolo?&nbsp;&ldquo;Difficile non dire Rossi, dato che &egrave; stato veloce in diverse epoche. E&rsquo; il GOAT (Greatest Of All Time ndr)&rdquo;.  Lunetta e la carriera che si delinea&nbsp; Come descriveresti questo momento della sua carriera?&nbsp;&ldquo;E&rsquo; un periodo intenso, per diverse ragioni. Voglio arrivare pronto all&rsquo;inizio del campionato, ma sento gi&agrave; di aver realizzato uno dei miei pi&ugrave; grandi sogni. Seguo e ammiro i piloti del mondiale sin da piccolo, ed essere in mezzo a loro mi rende davvero orgoglioso, anche pensando ai grandi sacrifici compiuti dalla mia famiglia. Iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel, e devo ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato&rdquo;. &nbsp;Quali sono state le principali lezioni degli ultimi anni?&nbsp;&ldquo;Gli ultimi 3 o 4 anni sono stato fantastici, anche per la progressione compiuta. Nel mio anno di debutto in Rookies Cup (il campionato propedeutico promosso da Red Bull ndr) sembrava impossibile arrivare al top, invece sono riusciti a diventare vicecampione nel Junior GP (il campionato spagnolo da cui provengono gran parte dei migliori prospetti futuri ndr) e non solo. Per realizzare grandi cose servono le persone giuste al proprio fianco, cosa che sto imparando anno dopo anno&rdquo;. Arriva in Moto3 in un momento complicato per l&rsquo;Italia. E&rsquo; uno sprone ulteriore a fare bene?&nbsp;&ldquo;Non so sinceramente se mi carica o meno. Io cerco di pensare a me, non guardo la classifica per nazioni: magari sono il primo degli italiani ma 15&deg;, quindi non posso essere soddisfatto. Ovviamente serve essere realisti, ma di base tutti corrono per vincere. Alle persone fuori pu&ograve; interessare se sei il primo italiano, ma conta poco&rdquo;. &nbsp;A fine 2024 sar&ograve; soddisfatto se&hellip;&nbsp;&ldquo;Se riesco ad andare forte (ride ndr). E&rsquo; la prima cosa che ci siamo detti io e Marco (Grana, il capotecnico del team SIC58 ndr). Dovr&ograve; adattarmi in fretta alla Honda dopo anni in sella alla KTM: mi sono trovato bene nel primo test, nonostante le gomme diverse (le Pirelli ndr) e tutto il resto&rdquo;. GASGAS e Aspar si dividono: arrivano i colori CFMoto in Moto2 e Moto3&nbsp;       

Prima stagione da titolare nel mondiale per Luca, con il 58: "Paolo Simoncelli mi ha incoraggiato ad usarlo, &egrave; stato da brividi. I primi giri con la minimoto a ottobre 2011, essere il primo italiano conta poco"

Moto3, Lunetta: "Cresciuto tra moto e breakdance, ora vorrei fare divertire anche Sic"

        Sembianze da pugile "In effetti..." per Francesco Mongiardo, giovane pilota pronto ad affrontare la personale seconda stagione marcata FIM Moto2 European Championship, contraddistinta dal colori del team Ciatti. Con in dotazione Boscoscuro concepite dal costruttore Speed Up, il diciannovenne milanese ambisce a grossi risultati: "I migliori, puntando alla top five costante e, perch&eacute; no, a qualche bel piazzamento da podio. Il livello generale &egrave; altissimo, per&ograve; pure io sto salendo sempre pi&ugrave;". Gomme &amp; pressioni in MotoGP: arriver&agrave; il display intelligente?&nbsp; Dal calcio alle moto, seguendo le orme di mamma Michela Giocava a pallone, Francesco, facendo gruppo con gli amici di tutti i giorni. Poi, una semplice prove si tramut&ograve; in autentica folgorazione: "L'idea di farmi salire su una minimoto fu di mia mamma. Michela aveva corso a livello professionale, perci&ograve; si chiedeva, giustamente, se pure il figlio fosse portato per le due ruote. I primi giri inanellati a Codogno non ebbero riscontri incoraggianti, ma... io avevo deciso: detti un calcio al pallone, accantonando il gioco del calcio, dando spazio a una grossa passione, nata per caso, alimentata non per caso". Mongiardo, a seguito di intensi briefing e debriefing sostenuti con la madre, scelse di continuare, macinando strada: "Strada, esatto. Perch&eacute; di chilometri, considerando la nostra modesta condizione economica, nei potei fare pochi. Correvo quando potevo, a volte finivo un campionato, attendendo la partenza del prossimo, saltando test e quant'altro". Una forgia caratteriale e tecnica per il milanese, intenzionato a continuare nel migliore dei modi: "Mi &egrave; capitato di ottimizzare il materiale a mia disposizione, che fosse un motore, una gomma o la benzina. a volte, anche i giri di pista. Ma su una cosa, specialmente nel periodo recente, mai mi sono risparmiato: spendo tempo allenandomi duramente quasi ogni giorno".  Da Rogoredo all'Europeo Moto2: ecco Francesco Mongiardo Parla delle sue origini mediante grande dignit&agrave;, dalle quali &egrave; nata una passione sfrenata per le corse: "Le gare, certamente. Sono cresciuto a Rogoredo, frazione attaccata a Milano. Sin da bambino guardavo le azioni in TV e le immagini sui giornali, pensando e sognano di poterne fare parte. Le finanze, seppur esigue, mi hanno portato fino a qui, per&ograve; mica &egrave; giunto il momento di fermarmi". Un campionato vinto al proprio attivo, firmato Noale: "Esatto, il Trofeo Aprilia RS600 edizione 2022. Nel frattempo alzatomi e cresciuto nella stazza generale, su modelli di media cilindrata mi sono trovato immediatamente a mio agio Infatti, esordire nella Moto2 mi ha fatto comprendere diverse cose, tra cui: quanto debba e voglia migliorarmi, il livello dei rivali". L'Europeo di categoria piace a Francesco: "Parecchio, anche perch&egrave; si tratta di una anticamera mondiale. Ci sono piloti forti come Senna Agius, vincitore, come Alberto Surra, mio compagno nel box Ciatti e gi&agrave; protagonista iridato. Ci sono io, partito da (quasi) niente, ma affamato, in senso sportivo e di ambizione".  Moto2 e chiss&agrave;: il "tutto o niente" di Mongy Quando parla di wekeend agonistico, "Mongy" va subito al sodo: "Adoro il corpo a corpo, la bagarre, nella quale mi sento come se fossi un pugile. Aver di fronte, ma meglio se alle spalle, un avversario, mi stimola a dare tutto. Invece, posso e devo far di pi&ugrave; nel giro secco. Sto lavorando per implementare le mie capacit&agrave; in qualifica". Il ragazzo, giovane ma che ne ha viste un tot, sa dove vuole arrivare: "Al mondiale Moto2, e ci prover&ograve; con tutto il mio impegno. Ora sono pi&ugrave; tranquillo, poich&egrave; sostenuto da buoni sponsor, che mi stanno aiutando in ogni attivit&agrave; della mia carriera. Per esempio, da tempo mi sono trasferito a Valencia, posto ideale per allenarsi e parlare di moto tutto il giorno". In termini di sacrificio, Francesco &egrave; messo bene: "Avendo smesso presto gli studi, ho pensato fosse giusto nei confronti della mia famiglia e di me stesso andare a lavorare. Ho fatto il meccanico, professione che mi aiuta ancor oggi: quando si guida un mezzo meccanico e tecnologico, opportuno &egrave; sapere di cosa si tratti e delle relative dinamiche".  Idoli ed esempi per Mongiardo C'erano momenti in cui dire "no" sarebbe stato semplice, poich&eacute; fine dei sacrifici, dietro l'angolo come &egrave; successo a tanti ex piloti. Contrariamente, Mongiardo ha continuato a crederci: "Eccome nonostante gli innumerevoli alti e bassi vissuti nelle categorie propedeutiche e nei campionati nazionali, a causa di parecchi cambi di team, moto e categoria". Ecco perch&eacute; tra Trofeo Aprilia vinto e stagione 2023 CEV Moto2 il milanese ha alimentato ulteriore consapevolezza: "Chiaro, ma posso andare ancora pi&ugrave; in alto, focalizzandomi su aspetto mentale e quello velocistico. Ho attorno a me uno staff che mi segue di tutto punto, oltre a mia mamma: se ripenso a litigi e discussi, ricordo quante volte avevo in testa il tutto o niente". Di esempi ce ne sarebbero diversi, Francesco ne sceglie uno che sta attraversando un periodo decisivo: "Andrea Iannone. Dopo una punizione cos&igrave; dura e lunga, chiss&agrave; come si &egrave; sentito nel tornare in sella a una moto. E chiss&agrave; che emozioni prover&agrave; alla prima gara. In caso riuscisse a salire sul podio o a vincere nella stagione SBK, dimostrerebbe due attributi infiniti. S&igrave;, lui &egrave; un pilota tutto o niente, mi piace e ne sostengo il coraggio. Lo stesso che ha avuto Michela mettendomi a bordo di una minimoto. Avevo 5 anni".        

Dalla provincia di Milano al CEV Moto2: "La mia carriera &egrave; sempre un tutto o niente, ma il sogno mondiale &egrave; un obiettivo fisso nella mia mente"

Mongiardo: "La passione di mamma, il coraggio di Iannone"

        Per gli appassionati di Rally Raid l&rsquo;11 gennaio rester&agrave; per sempre un giorno ricordato in maniera negativa per l&rsquo;incidente di Fabrizio Meoni alla Barcellona-Dakar del 2005. Sono trascorsi 19 anni da quel giorno in cui perdemmo uno dei migliori interpreti della Dakar, unico italiano insieme a Edi Orioli a conquistare il successo nella gara pi&ugrave; dura del mondo, oggi il ricordo di Fabrizio &egrave; portato in gara alla Dakar da suo figlio Gioele. DAKAR 2024, TAPPA 5: QUINTANILLA RE DELLE DUNE, BENE LUCCI IN RALLY2 Fabrizio campione indimenticabile Quando un appassionato di fuoristrada e in particolar modo di Rally Raid pensa ai campioni che hanno caratterizzato questa disciplina non pu&ograve; che pensare a Fabrizio Meoni. Il pilota di Castiglione Fiorentino nato il 31 dicembre 1957 e che ha conquistato due successi alla Dakar, oltre a quattro vittorie al Rally dei Faraoni e altrettante al Rally di Tunisia tra il finire degli anni 90 e l&rsquo;inizio del nuovo millennio &egrave; di fatto stato uno dei migliori interpreti dei Rally africani. Quando in Italia arriv&ograve; la notizia dell&rsquo;incidente e della morte i Fabrizio Meoni il cuore di moltissimi tifosi ed appassionati si ferm&ograve; per qualche secondo perch&eacute; con lui non se n&rsquo;era andato solo un grande campione ma anche un uomo che ancora mentre era in attivit&agrave; aveva iniziato diversi progetti di beneficenza nei territori toccati dalla Dakar. Alla sua morte questi progetti sono stati portati avanti dalla &ldquo;Fondazione Fabrizio Meoni Onlus&rdquo; tanto che oggi aiuta in diversi modi molte comunit&agrave; in Senegal, Tanzania, Costa D&rsquo;Avorio, Sud Sudan, Burkina Faso e Camerun. Gioele &egrave; cresciuto ovviamente a pane e motori, tanto che la prima minimoto &egrave; arrivata quando aveva solo 3 anni per Natale. Le moto hanno continuato a far parte della sua vita anche dopo il ritiro dalle competizioni avvenuto nel 2014 per dedicarsi agli studi informatici, qualche anno fa ha poi fondato Whip Live, una societ&agrave; che ha creato un&rsquo;app dedicata al tracciamento, la pianificazione e la navigazione di percorsi in moto, in bici e piedi.  DAKAR, BRANCH STOICO: AL TRAGUARDO DELLA TAPPA 4 CON IL MANUBRIO ROTTO Il progetto Dakar4Dakar Come lo stesso Gioele ha ammesso &ldquo;Una vita senza moto da cross non era possibile per me&rdquo; cos&igrave; nel 2020 &egrave; tornato a girare iniziando a pensare a come portare avanti il sogno di correre la Dakar con Fabrizio. Nel 2002 dopo il secondo successo consecutivo alla Dakar, il campione toscano promise a Gioele allora di soli 10 anni, che non appena avesse raggiunto la maggior et&agrave; i due avrebbero corso insieme il Rally Raid pi&ugrave; duro al mondo. Purtroppo soli tre anni pi&ugrave; tardi Fabrizio perse la vita ma oggi Gioele &egrave; in gara portando con se lo spirito di suo padre ed una moto che porta gli stessi colori della moto con cui si impose nel 2001. Fondamentale per la preparazione alla gara &egrave; stato il contributo di diversi sponsor storici del due volte vincitore della Dakar e di Cyril Despres, cinque volte vincitore della Dakar (la prima proprio in quel tragico 2005) e compagno di squadra di Fabrizio. Il pilota francese ha accompagnato Gioele nella preparazione all&rsquo;evento cercando di metterlo nella miglior condizioni possibile per affrontare una sfida impegnativa sotto il punto di vista fisico, mentale ed emotiva. &ldquo;Il progetto Dakar 4 Dakar &egrave; iniziato perch&eacute; quando avevo 13 anni sognavo con mio padre di fare insieme la Dakar il giorno del mio 18esimo compleanno. Il sogno &egrave; leggermente cambiato ma era ancora l&igrave;&rdquo;. In queste prime giornate Dakariane, Gioele si &egrave; comportato egregiamente non commettendo errori e soprattutto facendo vedere ancora una volta la stoffa dei Meoni. Dopo 5 tappe si trova in 39esima posizione assoluta, sesto miglior debuttante e quinto nella classifica dei partecipanti alla classe Original by Motul, quella che gli appassionati continuano a chiamare &ldquo;malle moto&rdquo;.        

A 19 anni dall&rsquo;incidente in cui il motociclismo italiano perse il campione di Castiglione Fiorentino, suo figlio &egrave; al via del rally raid pi&ugrave; duro del mondo nel suo ricordo

Fabrizio Meoni corre ancora con Gioele alla Dakar

        La PreMoto3 sar&agrave; uno dei motivi d'interesse del CIV 2024 grazie alla rivoluzione regolamentare prevista per la prossima stagione, quando la entry class dell&rsquo;Italiano diventer&agrave; un monomarca Honda e i piloti scenderanno tutti in pista in sella alla NSF250R come nelle Talent Cup. Tra i sicuri protagonisti della categoria ci sar&agrave; il giovane e talentuoso Gionata Barbagallo, che difender&agrave; i colori Pasini Racing Team per il secondo anno di fila. CIV: Bussolotti saluta la Yamaha e passa alla Ducati SGM-Tecnic Pasini Racing Team conferma Barbagallo  Classe 2010, campione Minimoto Junior B nel 2019 e vice-campione CIV Junior tra le Ohvale GP-2 190 nel 2022, il Talento Azzurro ha debuttato tra i &ldquo;grandi&rdquo; nel 2023, dimostrando subito le sue grandi qualit&agrave;. Il bottino della stagione terminata a Imola nel mese di ottobre parla di un podio e ben 7 apparizioni (su 12 manche) in Top 5, risultati che il #69 punta a migliorare l&rsquo;anno prossimo cercando l&rsquo;assalto alla tabella tricolore. &ldquo;Dopo un grandissimo esordio in PreMoto3, Gionata Barbagallo continuer&agrave; il suo cammino con il Pasini Racing Team anche per la stagione 2024&rdquo; ha annunciato il Pasini Racing Team, squadra campione in carica del CIV PreMoto3 con Edoardo Liguori. &ldquo;In questa stagione &egrave; cresciuto molto siamo sicuri che ci divertiremo anche con le nuove Honda NSF250R&rdquo;.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Pasini Racing Team (@pasini_racing_team)      CIV SS600: Leonardo Carnevali con la Honda della Scuderia Improve nel 2024       

Dopo un ottimo 2023, il binomio tra il classe 2010 e la squadra campione di categoria proseguir&agrave; anche l'anno prossimo

CIV 2024: Barbagallo e Pasini Racing Team all'assalto della PreMoto3

        La vita di Andrea Dovizioso &egrave; stata scandita dal suono delle moto, sull&rsquo;asfalto come sullo sterrato. Se la Velocit&agrave; ha rappresentato il suo ormai glorioso passato nel Mondiale, l&rsquo;off-road costituisce il suo presente e il suo futuro, verso cui oggi volge lo sguardo con un progetto concreto e affascinante. Il forlivese sta mettendo anima e corpo nel suo 04 Park Monte Coralli di Faenza, un impianto dedicato al Motocross (ma non soltanto), dove ora si tiene anche in allenamento. La MotoGP, di cui &egrave; stato protagonista per tre lustri, &egrave; un ricordo. Calendario MotoGP 2024 Andrea Dovizioso, i progetti dopo la MotoGP  Quando vedr&agrave; la luce il progetto? &ldquo;Ci sono tante cose da incastrare. Se le tempistiche non cambiano, si potr&agrave; aprire tra agosto e settembre 2024. Questo &egrave; il mio sogno. Prima non si pu&ograve; fare, perch&eacute; &egrave; un cantiere del Comune, stanno gestendo tutto loro. Nel frattempo la pista sar&agrave; aperta, si continuer&agrave; a girare come si fa adesso, per&ograve; saremo limitati perch&eacute; le strutture non saranno completate. Si aggiunger&agrave; il ristorante, che far&agrave; una grande differenza nel parco: &egrave; previsto per la primavera del 2025&rdquo;. Di fronte alla parola &ldquo;Motocross&rdquo;, a cosa pensi? &ldquo;A una passione che pu&ograve; diventare quasi malattia. Ci si appassiona sempre, soprattutto andando avanti, di cose che non si possono fare. Penso che l&rsquo;essere umano sia fatto cos&igrave;&rdquo;. Stai vivendo ci&ograve; che volevi vivere? &ldquo;S&igrave;, ma tutti i progetti, quando ci sei dentro, si rivelano molto pi&ugrave; complicati. Ci sono sempre beghe da risolvere e poi bisogna tenere le relazioni con le persone e le aziende. Sono attivit&agrave; nelle quali non ho esperienza. Il nome aiuta in certi momenti, ma molte volte ti frega. &Egrave; un po&rsquo; complicato ma fa parte del gioco: questa &egrave; la realt&agrave;&rdquo;. Il Motocross ti sta regalando una seconda giovinezza? &ldquo;Non la chiamerei giovinezza, perch&eacute; sento quanto sono &lsquo;vecchio&rsquo;, nel Cross lo avverto ancora di pi&ugrave;. Per&ograve; a livello mentale &egrave; tonificante: non ho la spensieratezza del tipo 'Con chi me la gioco?', ma mi sveglio la mattina e sento che voglio fare questo. In questo senso, a 37 anni, dopo 20 stagioni nel Motomondiale e 15 in MotoGP, con tutti gli anni di Minicross e Minimoto alle spalle, vivere ancora in questo modo &egrave; una grande fortuna, a livello mentale&rdquo;. Ti manca qualcosa dell&rsquo;essere pilota nella Velocit&agrave;? &ldquo;No, gli ultimi anni non li ho vissuti troppo bene. Era diventato un po&rsquo; tutto pesante: dall&rsquo;andare in aeroporto ai tempi morti che ci sono sempre stati. Non ero euforico nel frequentare il paddock, quindi era tutto collegato ai risultati&rdquo;. Nel Motocross hai trovato un ambiente in cui stare bene? &ldquo;S&igrave;, ma &egrave; totalmente nomade: camper e niente di pi&ugrave;. Si &egrave; molto spartani. Mi affascina e mi &egrave; sempre piaciuto, ma va tanto in quella direzione&rdquo;. Troppo? &ldquo;Un po&rsquo; tanto, perch&eacute; poi sono stato abituato a cose diverse. Mi piace vivere in camper, per&ograve; arrivo da un mondo iper professionale e mi dirigo verso un settore che invece lo &egrave; molto meno. Attenzione, &egrave; anche il lato positivo di questo sport, perch&eacute; non sei obbligato a essere professionale: non avrebbe senso per il Crossista. Fai tutte cose abbastanza &lsquo;a caso&rsquo;&rdquo;. Hai chiesto qualche consiglio a Tony Cairoli? &ldquo;S&igrave;, ho stressato parecchio tutti i piloti di Motocross. Ho buoni rapporti in generale, nel settore, e da vero appassionato sono uno stalker che va a fare loro domande per capire cosa apprendere&rdquo;. Hai parlato anche con Danilo Petrucci, vista la sua esperienza alla Dakar? &ldquo;&Egrave; capitato, ci siamo scambiati qualche messaggio quando l&rsquo;ha disputata e ha ottenuto grandi risultati. La Dakar &egrave; bella da guardare, anche con quei paesaggi, ma non la farei. La mia testa non &egrave; affascinata da quel tipo di gara&rdquo;.  &nbsp; Andrea Dovizioso e l'attuale MotoGP  Cosa ti ricorda la Ducati? &ldquo;Tante soddisfazioni, per vari motivi. Quello che siamo riusciti a ricreare insieme, le lotte che ogni volta mi ricordano anche i tifosi. Abbiamo trasmesso davvero tanto in quelle battaglie contro Marc Marquez. La gente oggi mi ferma e mi dice &lsquo;Grazie&rsquo;. Mi fa effetto, sono orgoglioso di questo. Fa parte del momento Ducati&rdquo;. Ti piace questa MotoGP? &ldquo;Mi piace meno perch&eacute; c&rsquo;&egrave; meno lotta, meno strategia. O meglio, ci sono gare in cui questi due fattori sono presenti, perch&eacute; c&rsquo;&egrave; un grosso consumo della gomma e questo lo rende obbligatorio, ma in molte piste non succede. Non c&rsquo;&egrave; bagarre perch&eacute; i piloti non possono farla per il regolamento. Gli ingegneri continuano a evolvere i mezzi e si &egrave; arrivati a una situazione in cui la moto va sempre pi&ugrave; forte, i record si battono, ma non c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; di seguire troppo il pilota che ti precede, e compiere sorpassi facili, perch&eacute; la temperatura della gomma si alza troppo. Adesso &egrave; quasi sempre soltanto prestazione, dipende dalla pista e dal weekend&rdquo;. Come vedi Marc Marquez sulla Ducati? &ldquo;Andr&agrave; molto forte perch&eacute; &egrave; Marquez, per le sue abilit&agrave;, perch&eacute; ha fame ed &egrave; mosso da obiettivi chiari. Questo per un campione fa la differenza. Avr&agrave; la vita molto dura con Pecco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi: loro hanno totalmente la moto sotto controllo, conoscono la Ducati e i dettagli. Per Marquez invece &egrave; tutto nuovo. In un anno non sar&agrave; facile. Lui dovr&agrave; adattarsi principalmente al modo in cui frenare: con una moto nuova si deve frenare diversamente rispetto alle abitudini costruite nel tempo. A parte questo, riuscir&agrave; ad adattarsi facilmente, perch&eacute; la moto funziona. Me lo aspetto davanti&rdquo;. Anche in corsa per il titolo? &ldquo;S&igrave;. Bisogner&agrave; vedere se poi nel 2025 andr&agrave; da un&rsquo;altra parte, se avr&agrave; gi&agrave; un contratto. Tutto pu&ograve; essere, non lo so. Queste cose fanno una differenza enorme&rdquo;.  Motocross: Paolo Ciabatti lascia la MotoGP &nbsp; Andrea Dovizioso: "Tornare in MotoGP? Chissa"  &nbsp;Ti interesserebbe tornare nel paddock? &ldquo;Ho avuto tante proposte di vario tipo, sia a livello di guida per fare il tester, che per altri ruoli, anche molto importanti. Ma avevo assolutamente bisogno di staccare, e in quei ruoli avrei avuto lo stesso impegno senza nemmeno correre, e questo non mi andava. Non ero pronto per una cosa del genere, anche se economicamente e a livello di esperienza sarebbe stata la cosa pi&ugrave; giusta da fare. Ma quando non ti senti dentro di fare qualcosa, &egrave; sbagliato farla. Poi, in futuro, mai dire mai&rdquo;. L&rsquo;hai messo in stand-by? &ldquo;Ho imparato che nella vita non ha senso dire: &lsquo;Questo no&rsquo;. In questo momento sto vivendo il progetto dello 04 Park Monte Coralli e mi occupa totalmente. Mi piacciono le cose fatte bene, con un senso, uno sviluppo e un programma ben precisi. Quando mi mettono davanti qualcosa che ha un senso, allora possono cambiare le cose&rdquo;. E poi c&rsquo;&egrave; Sara. &ldquo;(sorride) Mia figlia sta diventando grande, &egrave; brava, sono contento, ma non sono rilassato con il discorso social. Sta entrando negli anni un po&rsquo; complicati. Non sono tranquillo nel poter gestire e farle capire bene certe cose. Credo che molti genitori abbiano questi pensieri&rdquo;. Ti segue nel Motocross? &ldquo;No, lei fa ballo. Adesso chiede la moto e come tutti i ragazzini di oggi vuole il Motard, ma non glielo voglio prendere. Sono a favore della moto, ma non deve partire con quel mezzo. Ci vuole uno scooter, i ragazzini devono prima imparare ad andare per strada&rdquo;. Chi &egrave; oggi Andrea Dovizioso? &ldquo;Un pilota che ha definitivamente detto basta alle gare di MotoGP, e quando si prende una decisione del genere, la testa cambia. Sto vivendo con un sogno che si sta realizzando. &Egrave; molto impegnativo, per&ograve; ci credo e mi piace cos&igrave; tanto che mi sto dedicando a questo nel 50% del tempo, e nel resto della mia vita faccio il Crossista. Voglio migliorare quello che non funziona nella mia guida: la tecnica del Motocross &egrave; qualcosa di difficilissimo e complicatissimo. &Egrave; sofferenza, ma quando c&rsquo;&egrave; la passione, allora non &egrave; un problema se ci si sveglia con dolori in varie parti del corpo. Vado in moto almeno tre volte alla settimana, ho voglia di vivere di questo. Voglio esplorare, anche se miglioro pochissimo ogni volta che vado a girare. Non sono come un diciottenne, insomma, ma &egrave; bello anche cos&igrave;&hellip;&rdquo;. MotoGP: il bilancio della Sprint, la gara della discordia       

L'intervista esclusiva: "Anche se sono orgoglioso dei complimenti dei fans per i duelli con Marquez, il paddock per ora non mi manca. In futuro chiss&agrave;"

Andrea Dovizioso: "In MotoGP poca lotta, colpa dei regolamenti"

        Il Team SIC58 ha completato la propria formazione in MotoE per il 2024, con un pizzico di esperienza in pi&ugrave;. Dopo la conferma di Kevin Manfredi infatti restava da assegnare la seconda sella, che rester&agrave; ad un pilota italiano: da Kevin Zannoni &ndash; passato nel team Aspar &ndash; a Massimo Roccoli. Un profilo sorprendente, ma certamente affascinante.&nbsp;Il romagnolo infatti &egrave; un autentico califfo del CIV, con sei titoli italiani nel proprio palmares, senza dimenticare la lunga esperienza nel mondiale Supersport, con 112 gare totali impreziosite da una vittoria e 3 podi totali. A 39 anni dunque Massimo &egrave; pronto per una nuova sfida, in un campionato saggiato solo nel 2022, quando come sostituto &ndash; al posto dell&rsquo;indisponibile Jordi Torres nelle fila del team Pons - riusc&igrave; al Mugello a cogliere i suoi primi punti mondiali. Le parole di Roccoli e Paolo Simoncelli  &ldquo;Sono molto contento di poter iniziare questa nuova avventura &ndash; le parole di Roccoli - che rappresenta certamente un qualcosa di affascinante. Ho provato la MotoE solo nella gara del Mugello nel 2022: ora alcune cose sono diverse, ed il campionato &egrave; sicuramente ad un livello ancora pi&ugrave; alto. Conosco Paolo Simoncelli sin dai tempi delle minimoto, quando sia io che Marco abbiamo fatto i primi passi nel mondo delle corse motociclistiche, per cui sono grato dell&rsquo;opportunit&agrave;. Sono entusiasta di lavorare con Marco Grana che ritengo sia un ottimo capotecnico, uno dei migliori. Non vedo l&rsquo;ora di salire in sella&rdquo;.  &ldquo;L&rsquo;ingaggio di Massimo &egrave; stata una sorpresa dell&rsquo;ultimo momento &ndash; gli fa eco Paolo Simoncelli, che pu&ograve; contare su un team tutto italiano tra Moto3 e MotoE - della quale sono molto contento. Lo conosco da quando era un bambino o quasi, ed in seguito ci siamo sempre frequentati sui campi di gara. Lo considero una sicurezza per il team. La MotoE &egrave; diversa dalle altre moto: Massimo ha fatto bene in tutte le categorie, quindi sono fiducioso. Come conferma il detto &ldquo;gallina vecchia fa buon brodo&rdquo;&rdquo;.&nbsp;Il team SIC58 come detto sar&agrave; impegnato anche in Moto3, con i giovani azzurri Filippo Farioli e Luca Lunetta, sui quali Paolo ripone grande fiducia.&nbsp;&ldquo;Abbiamo cambiato entrambi i piloti e sono molto carico. Sono due ragazzi molto giovani: Farioli ha gi&agrave; fatto un anno di mondiale ma per alcune ragioni ha un po&rsquo; faticato, mentre Lunetta sar&agrave; al debutto. Io e Marco (Grana ndr) siamo convinti di aver fatto la scelta giusta. Il primo test a Valencia &egrave; stato sorprendente, nell&rsquo;accezione positiva del termine. La speranza ora &egrave; che Honda ci fornisca un mezzo in grado di lottare per vincere&rdquo;. Il Team Aruba pronto a sbarcare in MotoE: Chaz Davies la punta di diamante        

Nuova affascinante avventura per il 6 volte campione italiano, che debutter&agrave; in pianta stabile nel mondiale elettrico con il team di Paolo Simoncelli. "Gallina vecchia fa buon brodo"

MotoE: il team SIC58 punta sull'esperienza e sceglie Roccoli per il 2024

        A Roncade, in provincia di Treviso, gioved&igrave; 30 novembre si &egrave; tenuto uno dei tanti eventi che l&rsquo;associazione Motomorphosis tiene durante l&rsquo;anno. Si tratta di un progetto basato su quattro pilastri, ovvero educazione, sostenibili&agrave;, mobilit&agrave; e sicurezza, e tra gli invitati c&rsquo;erano due piloti professionisti. Il collaudatore Ducati Michele Pirro e il pilota Kawasaki in Superbike Axel Bassani. Entambi si sono rivolti al grande pubblico, costituito per lo pi&ugrave; da giovani studenti delle superiori, per parlare del loro mondo: il motociclismo. La video-intervista esclusiva a Michele Pirro Pirro: &ldquo;Lo sport e l'agonismo mi hanno insegnato le regole&rdquo;  Pirro ha raccontato: &ldquo;Non ho iniziato a correre in moto perch&eacute; venivo da un paese dove questo sport era famoso o perch &eacute; avevo un genitore gi&agrave; nell&rsquo;ambiente. Ho affrontato le prime gare che avevo gi&agrave; 14 anni&rdquo;. Pi&ugrave; grande rispetto agli altri suoi colleghi, ma ha sottolineato: &ldquo;Mi reputo una persona molto fortunata perch&eacute; ho iniziato a fare le corse. Lo sport e l'agonismo mi hanno insegnato le regole. Mi hanno fatto capire quanto sia pericolosa la strada e quindi se non avessi intrapreso questa carriera, non so se a quest'ora sarei stato ancora sano&rdquo;. Come spesso succede ai pi&ugrave; giovani Michele ha ammesso: &ldquo;Avevo quell'indole innata di andare forte per strada. Ma rischiavo molto. Quando ho iniziato a fare questo sport mi sono reso conto che ero proprio nella fase pi&ugrave; pericoloso della mia vita. Il talento ce l'avevo dentro, ognuno ne ha uno, e ho capito quanto era indispensabile per strada collegare il cervello&rdquo;.  Il dietro le quinte dell'essere pilota, raccontato da Bassani  La storia di Axel &egrave; profondamente diversa: &ldquo;Io arrivo dalle montagne. Guardavo Valentino Rossi in televisione, ho chiesto a Babbo Natale la minimoto e da l&igrave; &egrave; cominciato il mio percorso. La moto e lo sport in generale insegnano molto: bisogna fare molti sacrifici e capisci che le cose devi guadagnartele, meritartele. Non &egrave; cos&igrave; semplice come sembra&rdquo;. Raggiungere quei livelli richiede molto impegno: &ldquo;Bisogna lavorare duro tutti i giorni. Magari gli amici vanno a fare festa e io sto a casa a dormire perch&eacute; il giorno dopo devo andare a girare. Durante il percorso, crescendo, molti altri hanno abbandonato, sia per i sacrifici sia per problemi economici&rdquo;. Lo sport regala poi un altro valore: &ldquo;Inizi ad avere pi&ugrave; rispetto degli altri, capisci il sacrificio che c'&egrave; dietro&rdquo;. Gli &egrave; stato poi chiesto quale fosse la sua sesazione ogni volta che taglia il traguardo, e ha spiegato: &ldquo;Se vinco &egrave; bello, ho finito il lavoro ed &egrave; stata una grande soddisfazione. Se chiudo indietro &egrave; bello lo stesso perch&eacute; &egrave; finita l'agonia. Per noi piloti &egrave; sempre importante passare sul traguardo&rdquo;. Anche quando magari le cose non vanno come vorrebbero: &ldquo;Quando si cade, la prima cosa che guarda un pilota &egrave; la moto, perch&eacute; deve ripartire. Primo o ultimo a quel punto non importa: devo finire la gara e portare a termine il lavoro sia per me sia per la squadra. Si possono sempre raccogliere dati che possono servire per la gara dopo&rdquo;. La video-intervista esclusiva ad Axel Bassani       

Cosa significa fare il pilota e cosa insegna questo mestiere? A parlarne sono stati il collaudatore Ducati e il pilota Kawasaki in Superbike

Motomorphosis, i valori del motociclismo: parlano Pirro e Bassani

        Vice-campione italiano Moto3 nel 2022, Nicola Fabio Carraro quest&rsquo;anno ha disputato il JuniorGP con il team Aspar vincendo anche il round dell&rsquo;Estoril, e con la sua velocit&agrave; si &egrave; guadagnato un posto nella Moto3 del Mondiale. Il padovano ha gi&agrave; avuto un assaggio della scena iridata sostituendo l'infortunato Romano Fenati nel team Snipers, e ci ha raccontato a EICMA: &ldquo;Quest&rsquo;anno mi sono divertito molto perch&eacute; ho fatto delle belle gare. Alcune non sono andate bene perch&eacute; mi sono rotto la clavicola, per&ograve; &egrave; stato un buon anno&rdquo;. Calendario Moto3 Carraro da Aspar al team MTA in Moto3 nel 2024  I colori che ha vestito sono quelli importanti della squadra spagnola che lo hanno fatto crescere bene: &ldquo;Aspar era un po&rsquo; una famiglia, mi &egrave; dispiaciuto tanto lasciarli&rdquo;. Ad attenderlo c&rsquo;&egrave; la sfida MTA nel 2024, di cui ci ha detto: &ldquo;Sono molto contento di stare con loro. Alessandro Tonucci lo conosco da anni, anzi nel 2017 ho gi&agrave; corso con lui e con il capotecnico e non vedo l&rsquo;ora di scendere in pista con loro il luned&igrave; dopo il Gran Premio di Valencia&rdquo;. Il team &egrave; tutto italiano con Stefano Nepa dall&rsquo;altra parte del box: &ldquo;Ho corso con lui nelle minimoto, lui &egrave; da qualche anno nel Mondiale e con lo stesso team. Sar&agrave; bello!&rdquo; Ha infine fatto il pronostico sul Campione del mondo di MotoGP 2023, e non ha avuto dubbi: &ldquo;Spero vinca Pecco!&rdquo; Classifica piloti Moto3       

L&rsquo;italiano quest&rsquo;anno ha disputato il JuniorGP e tre gare nel Mondiale, come sostituto, classe dove lo ritroveremo nella prossima stagione

Moto3, Carraro: “Con Aspar sono diventato un pilota più forte”

        La storia di Luca Rizzi, campione italiano ed europeo in carica nella MiniGP Ohvale GP-0 160, inizia all'et&agrave; di tre anni, quando la passione per le due ruote incontra per la prima volta le minimoto. Un binomio da subito intriso dei valori pi&ugrave; puri che attingono al mondo dei motori e che caratterizzano, solitamente, il pi&ugrave; sano ed efficace degli inizi, ovvero dedizione, amore e disciplina. L'ancor breve, ma gi&agrave; ricca di successi, carriera del pilota classe 2012, nasce e si sviluppa in un contesto tanto vincente quanto protetto e tutelato dalla famiglia e supportato dal Moto Club di Giulianova, appartenente alla famiglia del pilota Matteo Ciprietti. Il perfetto esempio dell'importanza della qualit&agrave; del lavoro quotidiano, soprattutto in un'et&agrave; ed in una fase di carriera delicata quanto pu&ograve; essere quella legata ai primi passi verso il professionismo. Nella settimana del week-end di gara dell'ultimo appuntamento stagionale della MotoGP, a Valencia, si disputeranno le FIM MiniGP World Series, una vetrina importante per le giovani promesse del motorsport su due ruote dal momento che il vincitore della finale mondiale, a seconda dell&rsquo;et&agrave; e della localit&agrave;/nazionalit&agrave;, si assicurer&agrave; un posto in uno dei programmi del Road To MotoGP&trade;, in quello che rappresenter&agrave; il successivo passo per la propria carriera. I migliori piloti, inoltre, avranno anche (a seconda della loro et&agrave; e posizione) l&rsquo;accesso diretto alla selezione Idemitsu Asia Talent Cup o la disponibilit&agrave; di far parte della Honda British Talent Cup, Northern Talent Cup dell&rsquo;European Talent Cup. Un'occasione importante per Luca Rizzi, che rappresenter&agrave; l'Italia in virt&ugrave; dei risultati ottenuti in quella che al momento &egrave; senza dubbio la stagione pi&ugrave; prolifica e significativa della sua carriera. CIV, calendario 2024: Racing Night ad agosto e finale a Imola Una carriera ancora giovane ma gi&agrave; vincente Ci&ograve; che ha reso Luca Rizzi uno dei prospetti pi&ugrave; interessanti del panorama motociclistico italiano sono i risultati conquistati negli ultimi tre anni. Un filotto di successi che ha avuto il primo sigillo nel 2020 con la vittoria nel campionato italiano Minimoto Junior A, al quale &egrave; seguita la piazza d'onore nell'europeo Junior B nel 2021. Il biennio 2022\2023 ha rappresentato un trampolino di lancio premiante ed importante per il giovane pilota sestese, divenuto campione italiano ed europeo Minimoto nella categoria Junior C nel 2022. Nell'anno corrente Rizzi ha affrontato il primo dei tanti salti di categoria auspicabili, diventando subito protagonista nel FIM MiniGP Italy Series Ohvale GP-0 160 e conquistando il titolo di campione nazionale grazie ad un finale di stagione thrilling che l'ha visto prevalere per soli due punti sul primo degli inseguitori, Lorenzo Fino. Una stagione caratterizzata da due vittorie e otto posizionamenti a podio e impreziosita anche dal titolo europeo conquistato ad Ortona.&nbsp; La passione per le moto e l'ispirazione di Valentino Rossi Da dove nasce la passione per i motori? "Mio padre mi ha trasmesso la passione per le moto, lui correva amatorialmente e mi ha trasmesso tutto!" Quali sono i tuoi piloti di riferimento? "Direi Valentino Rossi sicuramente, per ci&ograve; che riguarda i piloti in attivit&agrave; direi Pecco Bagnaia e Filippo Farioli". Negli ultimi due anni hai maturato una serie di successi importanti. "Sono stati due anni incredibili, non mi sarei mai immaginato di vincere quest'anno anche perch&egrave; i miei rivali avevano un anno in pi&ugrave; sulle spalle per ci&ograve; che riguarda la categoria, che per me era nuova. Poi ho visto che andavo forte, a Ortona ho vinto l'Europeo e da l&igrave; in poi non ho mai mollato". Cosa ti ha aiutato a fare la differenza quest'anno? "Il gruppo dei talenti azzurri, di cui faccio parte, mi ha aiutato molto quest'anno nella preparazione e nella vittoria del campionato. Nel 2022 non &egrave; stato troppo difficile impormi perch&egrave; non avevo troppa concorrenza mentre in questa stagione &egrave; stato complesso". Quando hai capito che saresti potuto diventare campione? "La gara di Viterbo &egrave; stata quella decisiva, con la caduta di Fino ho preso tanti punti e ho guadagnato in classifica". Obiettivo FIM MiniGP World Series Il tuo percorso inizia nel 2020 con le minimoto, contro rivali con il quale ti scontri ancora oggi. "Con Fino e Turetta ad esempio ci sfidiamo dal 2020 nelle minimoto, ricordo che quello fu un campionato difficile". Quali sono i tuoi punti di forza per ci&ograve; che riguarda lo stile di guida? "Penso di essere forte in frenata ed inoltre mi piacciono molto le piste veloci, mi sono trovato sempre bene sin dalle minimoto su questo tipo di layout". E i tuoi pregi e difetti nella gestione della corsa? "Dopo una caduta solitamente resto competitivo, se la moto non &egrave; compromessa ovviamente. Come difetto, devo cercare di limitare le cadute, devo cercare di cadere di meno visto che quest'anno spesso sono scivolato. Preferisco andare in fuga se riesco, ho meno ansia e controllo meglio le mie emozioni". Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? "Nel 2024 correr&ograve; nelle 190, voglio vincere il campionato italiano e l'europeo ed in generale voglio migliorarmi".&nbsp; Gi&agrave; da un paio d'anni ormai sei tra i piloti pi&ugrave; promettenti del panorama italiano. Come vivi questo momento? "Vivo questo periodo in modo molto tranquillo tenendo i piedi per terra. Ovviamente adesso vivo un po' l'ansia dell'appuntamento della FIM MiniGP World Series a Valencia". Come affronterai le World Series di fine novembre, a Valencia? "Cercher&ograve; di fare il meglio possibile a prescindere dal risultato finale, voglio divertirmi e dare il massimo". Qual'&egrave; il tuo sogno nel cassetto?  "Sicuramente arrivare a far parte del motomondiale".  FIM JuniorGP, ecco il calendario: Misano aprir&agrave; la stagione 2024        

In stagione il pilota sestese, classe 2012, si &egrave; laureato campione italiano ed europeo nella categoria Ohvale 160

FIM MiniGP World Series 2023: Luca Rizzi si racconta in vista del mondiale

Marquez, approdato nel team Gresini, ha lasciato un vuoto che in casa Honda sar&agrave; difficile da colmare. Marc ha &ldquo;soffiato&rdquo; il posto al nostro Fabio Di Giannantonio, il quale &egrave; rimasto senza sella anche se nelle ultime gare sta meritando di rimanere in MotoGP. In Giappone, il romano ha chiuso 8&deg; sia nella Sprint del sabato che nella gara della domenica, e successivamente, a Mandalika ha consolidato le buone prestazioni migliorando ulteriormente. &Egrave; arrivato 6&deg; nella Sprint del sabato ed ha agguantato addirittura il 4&deg; posto in gara dopo una rimonta dalla 16esima posizione.    Honda, un posto libero. I possibili sostituti di Marquez  Si &egrave; parlato spesso di come Honda avrebbe preferito per il &ldquo;dopo Marquez&rdquo; un pilota del calibro di Oliveira, Vinales o Zarco. Il francese in particolare, avendo appena firmato con LCR Honda Castrol di Lucio Cecchinello, dopo l&rsquo;addio di Marquez alla Honda, sperava di fare subito il salto di qualit&agrave; nel team factory della Casa giapponese ma cos&igrave; non &egrave; stato. Per quanto riguarda i piloti Aprilia, invece, la Casa di Noale ha sempre smentito qualsiasi possibile voce di mercato, affermando, al contrario, di aver raggiunto un proprio equilibrio, motivo per il quale ha blindato i propri piloti. Sfumate le prime possibili sostituzioni, c&rsquo;&egrave; un pilota che sta crescendo in modo esponenziale&hellip;  Fabio Di Giannantonio possibile switch con Marquez  Lo scambio che vede Marquez passare da Honda HRC al team Gresini e Di Giannantonio da Gresini al team factory non &egrave; cos&igrave; surreale. Soprattutto dopo le buone prestazioni dell&rsquo;italiano che potrebbe diventare il giovane che la Casa giapponese cercava. &quot;Il mio obiettivo &egrave; restare in MotoGP - ha affermato - in Honda c&rsquo;&egrave; un posto disponibile ed &egrave; molto attrattivo, in un team storico, un&rsquo;icona della MotoGP. Sarebbe una buona opportunit&agrave; per me. Si tratta di un marchio cos&igrave; grande. Non credo che il periodo negativo che sta attraversando durer&agrave; a lungo. Torner&agrave; al top. Perch&eacute;, dunque, non essere in sella a quella moto?&rdquo;    Chi &egrave; Fabio Di Giannantonio? Gira pagina per leggere l&#39;appofondimento.  &nbsp;  Fabio Di Giannantonio &egrave; un&nbsp;pilota MotoGP del team Gresini&nbsp;ed ha come compagno di scuderia&nbsp;Alex Marquez, fratello dell&rsquo;8 volte campione iridato.  La storia di Fabio Di Giannantonio?  Nato il 10 ottobre 1998 a Roma, dimostra fin da subito di avere talento, vincendo nel 2009 l&rsquo;europeo minimoto junior, nel 2010 il Trofeo Honda HIRP 100 cc e nel 2012 il titolo italiano 250 cc PreGP. Questi ottimi risultati e il secondo posto alla Red Bull MotoGP Rookies Cup, lo portano ad esordire nel 2015 in Moto3 al GP di Valencia come pilota sostitutivo a bordo di una Honda NSF250R del team Gresini Racing. Team con cui correr&agrave; per 3 anni, fino al 2018, in cui condivider&agrave; il box rispettivamente con Enea Bastianini (nel 2016) e Jorge Martin (nel 2017 e 2018). Due vittorie, cinque secondi e sette terzi posti il suo bottino nelle tre stagioni complete vissute nella classe d&rsquo;accesso del Motomondiale. Dal 2019 al 2021 milita in Moto2, in cui non &egrave; sempre costante, ma comunque porta a casa le sue soddisfazioni come il premio di Rookie of the Year del 2019 (precedendo i suoi ex compagni in Moto3, Enea Bastianini e Jorge Martin), oltre a una vittoria, cinque secondi e due terzi posti complessivi nella sua militanza nella classe di mezzo. Nel 2022 esordisce in MotoGP, ancora una volta nel team Gresini, anno in cui si mette in mostra soprattutto nel GP di casa, al Mugello, conquistando la pole position. Quest&rsquo;anno, &ldquo;Diggia&rdquo; sta dimostrando la sua crescita nella top class del Motomondiale: finora &egrave; entrato ben dieci volte nella top ten, con il quarto posto di Mandalika come miglior risultato assoluto.   

Marquez ha lasciato un posto libero in Honda dopo aver concluso l&#39;accordo con il Team Gresini. Ecco chi potrebbe prendere il suo posto

MotoGP News Mercato: possibile scambio piloti tra due Case

        Dallo scorso 30 settembre &egrave; ufficialmente campione Supersport 2023 dopo aver vinto la prima delle due gare di Portimao dopo una stagione a dir poco sontuosa con 14 successi in 22 gare. Contando anche Paolo Casoli, &egrave; il quarto azzurro a vincere il titolo nella classe cadetta ed il secondo ducatista a riuscirci proprio dopo Gasolio (anche se nel 1997 la categoria era denominata Supersport World Series, diventata poi Supersport World Championship nel 1999). Stiamo parlando ovviamente di Nicol&ograve; Bulega, letteralmente rinato con il suo passaggio alle derivate di serie nel 2022, stagione terminata con 9 podi ed il quarto posto in campionato.&nbsp; Classifica piloti Superbike Cerchia ristretta  Nicol&ograve; appartiene a quella ristretta cerchia di piloti figli di genitori anch&rsquo;essi piloti che comprende anche Rossi, Quartararo, Gardner, Mamola, Mackenzie, giusto per citarne alcuni. Il pap&agrave; di Nicol&ograve;, Davide, ha corso nel Motomondiale in classe 250 dal 1993 al 1998 e nel 1998 ha corso anche contro Valentino Rossi.&nbsp; Prossimi appuntamenti superbike Enfant prodige  Nato a Montecchio Emilia il 16 dicembre 1999 (coetaneo di Fabio Quartararo, anche lui classe 1999), inizia a correre con le minimoto (un po&rsquo; come tutti i piloti). Dal 2011 al 2013 vince in serie: italiano ed europeo MiniGP Junior 50, italiano PreGP 125 ed italiano PreGP 250. Dopo il sesto posto nel CEV Moto3 ed alcune gare nel CIV Moto3 nel 2014, nel 2015 si laurea campione del CEV Moto3 all&rsquo;ultima gara di Valencia. Esordio da sogno nel Motomondiale&hellip;e poi?  La vittoria del CEV Moto3 gli spalanca le porte della Moto3 iridata, dapprima come wild card nel 2015 con la KTM dello Sky Racing Team VR46 e poi come pilota ufficiale del team nel 2016 insieme a Fenati e Migno con Dalla Porta entrato dopo per via del licenziamento dello stesso Fenati. La stagione di debutto &egrave; da sogno, con due podi (Jerez e Motegi) e tante belle prestazioni. 12 gare su 18 in top 10 e settimo posto finale con 129 punti. Nel 2017 le prestazioni belle dell&rsquo;anno precedente non si vedono pi&ugrave;: solo 7 gare su 19 in top 10 con un quarto posto come miglior risultato in gara. Quello che incide sulle prestazioni di Bulega &egrave; il fatto di essere troppo grosso per moto piccole come le Moto3 (come a suo tempo fu per Simoncelli). Conclude la stagione con 81 punti in dodicesima posizione. La stagione 2018 &egrave; estremamente negativa, sono pi&ugrave; i ritiri (6) che le gare a punti (4), ma &egrave; anche vero che salta le quattro gare finali della stagione per un incidente domestico. Chiude con soli 18 punti.&nbsp; La Moto2, luce in fondo al tunnel?  Nel 2019 passa in Moto2 sempre con lo Sky Racing Team al fianco di Luca Marini. Va a punti in 9 delle 19 gare in calendario, salta il Texas per un problema di sindrome compartimentale e chiude con 48 punti in diciassettesima posizione. Qualcosa del Bulega Moto3 forse inizia ad intravedersi L&rsquo;anno successivo, il 2020, passa al team Gresini. La stagione &egrave; particolare, influenzata dal Covid e porta le gare doppie. Nicol&ograve; va a punti in 8 delle 15 gare in stagione e chiude con 32 punti in ventesima posizione. Il 2021 &egrave; l&rsquo;anno pi&ugrave; nero della carriera di Bulega nel Motomondiale. Solo 3 gare a punti sulle 18 in calendario e due saltate per infortunio per un totale di 12 punti. Il bilancio dell&rsquo;avventura nel Motomondiale recita: 99 gare, 2 podi, 2 pole, 2 giri veloci e 323 punti conquistati.&nbsp; La rinascita in Supersport  Il resto, poi, &egrave; storia, con il passaggio in Supersport nel 2022 raccontato da Serafino Foti nel post gara-1 di Portimao 2023. Stagione 2022 che chiuder&agrave; al quarto posto con 242 punti e 9 podi totali, senza per&ograve; vincere gare, tutte a favore di Yamaha tranne due vinte da Montella (Kawasaki) e Tuuli (MV Agusta). Bulega si rifar&agrave; con gli interessi in questa stagione vincendo 14 delle 22 gare (manca ancora il doppio appuntamento di Jerez) e laureandosi campione del mondo con un round di anticipo.        

Tutto sul figlio di Davide, prossimo pilota Superbike al fianco di Alvaro Bautista in Ducati e primo ducatista iridato nella classe cadetta

Chi è Nicolò Bulega, il nuovo campione Supersport

        Bastano pochi mesi per stravolgere la carriera di uno sportivo. Lo sa bene Mattia Casadei, allievo di Paolo Simoncelli che in questo mese di settembre vive il momento pi&ugrave; intenso della sua parabola motociclistica. Il ventiquattrenne riminese si &egrave; laureato campione del mondo MotoE, la classe elettrica che da quest&rsquo;anno ha assunto titolazione iridata, al termine del GP San Marino e Riviera di Rimini disputato tre settimane fa nella sua Misano e ora pu&ograve; coronare un altro obiettivo. A partire dal GP Giappone a Motegi, Casadei corre infatti con i colori Fantic in Moto2, lo stesso team che schiera Celestino Vietti Ramus (peraltro infortunatosi in India). Casadei disputer&agrave; le rimanenti sette gare, una vetrina che potrebbe aprirgli le porte di un posto da titolare nel 2024.  La svolta iridata di Casadei  Mattia, il titolo mondiale ti ha cambiato la carriera? &ldquo;S&igrave;, ma soprattutto la corona iridata regala sensazioni fantastiche. E poi &egrave; successo a Misano, davanti a famiglia, amici e tifosi, sul circuito intitolato a Marco Simoncelli: bellissimo. Devo ammettere che dopo aver tagliato il traguardo di Gara 1, decisiva per l&rsquo;assegnazione del titolo, non mi ero reso conto di quanto avvenuto. Ho realizzato soltanto qualche ora dopo&rdquo;. Hai vinto con una rimonta paragonabile a quella di Pecco Bagnaia nel 2022: a met&agrave; stagione lei era a -55 da Jordi Torres. &ldquo;S&igrave;, per&ograve; io ci ho sempre creduto. A inizio stagione mi era mancata un po&rsquo; di fortuna, ma appena tutto &egrave; andato per il verso giusto, sono riuscito a dimostrare il mio valore. La mia rimonta e quella di Pecco dell&rsquo;anno scorso sono simili, ma difficilmente confrontabili, perch&eacute; MotoE e MotoGP sono completamente differenti. Quel che conta &egrave; che il risultato sia stato lo stesso!&rdquo;. Il tuo titolo ha un valore storico, poich&eacute; &egrave; arrivato nel primo anno della monofornitura Ducati in MotoE e nella stagione d&rsquo;addio della sua squadra al Motomondiale, il Team Pons. &ldquo;Sito Pons era davvero felice, perch&eacute; ha chiuso con una grande soddisfazione. Io sono contento di essere il primo campione della nuova era Ducati: grazie al grande lavoro svolto dalla Casa di Borgo Panigale, la classe elettrica ha compiuto un deciso passo avanti&rdquo;.  Classifica piloti Casadei: "I Simoncelli sono una seconda famiglia"  La vittoria in MotoE &egrave; il culmine di una carriera che ti ha regalato soddisfazioni ma anche momenti difficili. &ldquo;S&igrave;, ho iniziato con le Minimoto, dove tra il 2010 e 2011 vinsi tutto sia a livello nazionale che europeo. Il debutto nel motociclismo 'dei grandi' &egrave; arrivato presto: l&rsquo;anno successivo, nella 125 Pre-GP, ho vinto la prima gara proprio a Misano. Poi ho incontrato Paolo Simoncelli&hellip;&rdquo;. &Egrave; stato un momento chiave del tuo percorso. &ldquo;Decisamente. Mi ha scelto nel 2013 per correre sotto le insegne della sua neonata squadra, dove sono rimasto fino al 2021. In quegli anni ho corso prima nel Campionato Italiano Velocit&agrave;, poi in quello spagnolo, ma la vera svolta &egrave; arrivata con la MotoE &ndash; in cui ho militato dal 2019, il primo anno della categoria &ndash; sempre con il team di Paolo&rdquo;. Dal 2022 le vostre strade si sono separate, ma il vostro rapporto non &egrave; mutato. &ldquo;I Simoncelli sono come una seconda famiglia, gli ringrazier&ograve; per sempre. Sono rimasto vicino a Paolo anche dopo aver cambiato squadra: gli chiedo spesso consigli, e dopo il Mondiale vinto mi ha fatto i complimenti. Vado fiero del nostro rapporto. Vincere a Misano, sulla pista intitolata a Marco, &egrave; stato incredibile&rdquo;. I complimenti di Valentino Rossi  Ora c&rsquo;&egrave; la sfida della Moto2 ad attenderti. &ldquo;S&igrave;, il mio sogno &egrave; quello di tutti i piloti, arrivare in MotoGP, e per riuscirci bisogna passare per questa categoria. Vorrei tentare la scalata alla classe regina, ma se non dovesse realizzarsi sarei comunque contento del mio percorso&rdquo;. Qualora riuscissi ad arrivare in MotoGP, ritroveresti due riminesi come te: Marco Bezzecchi ed Enea Bastianini. &ldquo;Sarebbe bello. Nelle Minimoto ho lottato spesso con Bezzecchi, poi Marco ha preso la sua strada, &egrave; arrivato in MotoGP, va fortissimo e sono contento. Mi piacerebbe diventare forte come lui e tornare a sfidarci anche in pista. In tempi recenti lo abbiamo fatto al Ranch di Valentino Rossi, dove ogni tanto sono ospite: &egrave; un onore, Valentino &egrave; stato l&rsquo;idolo di tanti, anche il mio: mi ha fatto appassionare a questo sport. Si &egrave; congratulato dopo il mio titolo: quando il tuo idolo d&rsquo;infanzia ti fa i complimenti &egrave; un sogno che si realizza&rdquo;.  MotoGP Giappone: gli orari tv       

L'intervista esclusiva all'iridato MotoE, che concluder&agrave; la stagione nella classe leggera con i colori Fantic: "Che belli i complimenti di Valentino"

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