        Cosa c&rsquo;&egrave; di meglio di una gara per mantenere alti i ritmi di allenamento? Probabilmente nulla, ecco perch&eacute; Iker Lecuona ha deciso di infilare tuta e casco il prossimo weekend sul circuito internazionale di Albaida dove sar&agrave; in scena il campionato spagnolo Supermotard. MISANO ATTENDE LA FORMULA E. ALBANI: "MOTOGP E SBK? FINO AL 2026, POI IL RINNOVO" Di traverso col motard Honda, senza ombra di dubbio, la casa pi&ugrave; in difficolt&agrave; nel mondiale Superbike in questo momento. I propri piloti, giovani ma dalla comprovata esperienza continuano a faticare a centrare anche solo la top10. La strada per tornare al successo in casa HRC, che manca da Sepang 2016 quando il compianto Nicky Hayden conquist&ograve; il successo in una piovosa domenica malese, sembra ancora lunga. Il team HRC che ha base in Spagna, sta continuando a sfruttare tutte le concessioni che il regolamento gli concede senza per&ograve; fare il passo in avanti che BMW ha invece fatto nell&rsquo;inverno. Ai piloti non resta che continuare ad allenarsi duramente per cercare di farsi trovare sempre pronti nei weekend di gara. Per questo Iker Lecuona, sfruttando la lunga pausa tra una gara e l&rsquo;altra di questo inizio di mondiale Superbike di disputare una gara con il team SGR Grau Racing, squadra di riferimento della casa dell&rsquo;ala dorata in S1GP che quest&rsquo;anno punter&agrave; al titolo mondiale con la leggenda del motard Thomas Chareyre. Ad attendere Lecuona ci sar&agrave; la CRF450-R del team che gi&agrave; in passato aveva portato in pista Diogo Moreira anche nel mondiale S1GP riuscendo addirittura a vincere delle manche. Lecuona al contrario del brasiliano correr&agrave; il campionato spagnolo nella categoria &ldquo;SMRoad&rdquo;, minimizzando i rischi infortuni ad una sola settimana dalla gara di Assen del WorldSBK.  SBK: IL FUTURO DI IANNONE E BMW NELLE MANI DI&hellip; BAUTISTA       

Con il WorldSBK che torner&agrave; in pista tra 10 giorni ad Assen, il pilota ufficiale HRC sar&agrave; in pista con la struttura di riferimento della casa nipponica nel motard

Iker Lecuona in gara con il Supermotard ad Albadia

        Elia Sammartin, indiscusso campione a livello nazionale e internazionale nel Supermotard, con un nuovo team e una nuova moto vuole provare l&rsquo;assalto al trono mondiale. La nuova stagione comincia cos&igrave; con nuovi stimoli, e con la Honda. Il veneto, detentore di cinque titoli italiani consecutivi, a cui aggiunge il titolo europeo S1 Lites, un alloro spagnolo Supermoto e un tricolore Junior, mira a confermare la sua posizione di spicco nella top class degli Internazionali d&rsquo;Italia e punta decisamente al titolo mondiale nella S1GP. Un anno di Supermoto | Manubri Larghi L'intervista a Elia Sammartin  Elia, quest&rsquo;anno hai cambiato tutto, team e moto: rischio o svolta? &ldquo;Il mio 2024 &egrave; iniziato con una bella novit&agrave;! Sono felice per questo nuovo rapporto con Honda RedMoto e Gazza Racing, credo sia una svolta importante per questa fase della carriera, i loro obiettivi coincidono con quello che voglio ottenere nei prossimi due anni. Ringrazio il CEO di Honda RedMoto, Egidio Motta, il responsabile commerciale Michele Berera e Gazza Racing di Max e Vittoria&rdquo;. Cosa ti ha spinto a cambiare squadra e moto? &ldquo;Ero in scadenza con TM/L30racing, i loro programmi non combaciavano con i miei, e verso la met&agrave; della scorsa stagione ho iniziato a valutare proposte da vari team. La mia scelta &egrave; stata influenzata dall&rsquo;ottimo lavoro svolto sulla CRF 450 e dai successi Honda dell&rsquo;ultimo anno&rdquo;. Quali erano le preoccupazioni di fronte a questo cambio? &ldquo;Ogni cambiamento pu&ograve; essere un rischio, anche pensando a una moto nuova che talvolta deve usare componenti di aziende sponsor&rdquo;. Il desiderio di cambiare era pi&ugrave; tuo o del Team L30? &ldquo;Dopo cinque anni con L30, sentivo il bisogno di una novit&agrave;. Sono grato a Ivan Lazzarini e alla TM per il supporto, ma l&rsquo;idea di diventare il pilota di punta della Honda era molto stimolante. Il programma di &lsquo;Gazza&rsquo; e Honda si presentava importante ed &egrave; quello di cui avevo bisogno mentalmente e professionalmente&rdquo;. Hai gi&agrave; provato la moto? &ldquo;No, per ora sono soltanto salito sulla moto da Cross ed &egrave; fantastica&rdquo;. Elia Sammartin, 20 anni nel Supermotard  Festeggi i 20 anni nel Supermotard: guardandoti indietro ti senti soddisfatto? &ldquo;Ho cominciato a tredici anni e, indipendentemente dai risultati, &egrave; stato un percorso fantastico: ero giovanissimo e da subito volevo impormi sui &lsquo;vecchietti&rsquo; nel Regionale, poi l&rsquo;obiettivo &egrave; stato quello di diventare professionista ma dovevo ottenere risultati e vincere, ci sono riuscito ma non &egrave; ancora abbastanza. Un traguardo che sogno da un paio d&rsquo;anni, e mi sto convincendo sempre di pi&ugrave; nel volerci provare, &egrave; il titolo mondiale, e in questi due anni &egrave; diventata un&rsquo;idea fissa. Per arrivare qui, oltre ai miei genitori, alla mia fidanzata e alla sua famiglia, ringrazio chi mi supportato e chi mi ha sostenuto, persone e aziende&rdquo;. Come sar&agrave; l&rsquo;avvicinamento al Mondiale? &ldquo;Si parte con gli Internazionali d&rsquo;Italia, un ottimo banco prova in vista del Mondiale. Quest&rsquo;anno saranno campionati molto interessanti con nuovi stranieri importanti e sar&agrave; ottimo per capire il livello di feeling con la moto&rdquo;. Anche Thomas Chareyre cambia moto e team per sfidare Marc-Reiner Schmidt e Lukas H&ouml;llbacher. &ldquo;Sar&agrave; una lotta apertissima, negli ultimi anni Lukas si &egrave; giocato il titolo fino all&rsquo;ultimo. L&rsquo;uomo da battere &egrave; Schmidt ma H&ouml;llbacher e Chareyre saranno agguerriti&rdquo;. Nicolas Covatti si rimette in gioco | Manubri Larghi       

Il passaggio alla Honda di RedMoto e Gazza Racing: "Cercavo nuovi stimoli, ora voglio mirare al Mondiale"

Elia Sammartin punta in alto | Manubri Larghi

        La notizia della separazione tra il campione francese e la casa di Pesaro aveva sorpreso tutto il mondo del Supermotard, a pochi giorni dalla 100km dei campioni alla quale anche quest&rsquo;anno Thomas Chareyre parteciper&agrave; &egrave; arrivato l&rsquo;annuncio del team con cui correr&agrave; la prossima stagione. 100KM DEI CAMPIONI: PEDRO ACOSTA, PECCO BAGNAIA E MARCO BEZZECCHI AL VIA La nuova sfida con SGR Grau Racing Il team spagnolo nel 2023 si &egrave; messo in evidenza anche grazie alle prestazioni di Julen Avila Cortes che ha conquistato il titolo nazionale e che ha chiuso al secondo posto il GP di Catalunya del mondiale nella sua wildcard iridata. Con Julen passato nelle fila KTM con il team MTR e che qualche giorno fa ha ospitato Pedro Acosta per una giornata di test proprio in Spagna, il team spagnolo ha deciso di rilanciare assicurandosi le prestazioni sportive di Thomas Chareyre. Nato ad Al&egrave;s il 18 marzo 1988, l&rsquo;8 volte campione del mondo Supermoto a cui andrebbero sommati 11 Supermoto delle Nazioni conquistati, 3 titoli europei ed altri 11 titoli nazionali tra Francia e Italia (rispettivamente 8 e 3) riparte cos&igrave; dalla Honda CRF 450 R. Nella sua carriera il quasi trentaseienne francese aveva vestito fin qui i colori di soli altri due brand, Husqvarna al suo debutto nel mondiale nel 2004 e TM Racing dal 2010 al 2023. Il debutto sulla Honda &egrave; fissato per il prossimo 12 e 13 gennaio al Ranch di Valentino Rossi per la 100km dei campioni con Thomas che utilizzer&agrave; il CRF allestito dal team spagnolo che fornir&agrave; le moto anche a Diogo Moreira e Ferran Cardus. Percorso simile, da TM Racing a Honda per Elia Sammartin che lascia il team L30 Racing con il quale ha conquistato gli ultimi due titoli tricolore S1 per salire sulla CRF 450 R del Gazza Racing Team con il quale tenter&agrave; l&rsquo;assalto al titolo nazionale e mondiale S1 nelle prossime due stagioni.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da SGR Grau Racing (@sgr_grauracing)            

L&rsquo;otto volte campione del mondo chiuso il proprio rapporto con TM passa nelle fila del team spagnolo con la moto giapponese

Thomas Chareyre passa a Honda! Nel 2024 al via con SGR Grau Racing

        Il 2023 potrebbe passare alla storia come l&rsquo;anno in cui si sono sciolte le coppie pi&ugrave; riconoscibili di diverse discipline a due ruote. Dalla MotoGP col clamoroso addio di Marc Marquez passato da HRC a Ducati, al MxGP dove anche Antonio Cairoli ha preso la strada di Borgo Panigale lasciando KTM, marchio col quale era legato dal 2010. Anche il mondo della Supermoto vive oggi una situazione simile con Thomas Chareyre che lascia TM Racing dopo 14 stagioni nelle quali ha scritto la scritto la storia del Supermotard. DUCATI: IL PRIMO VIDEO IN MOTOCROSS Chareyre e TM Racing: 14 anni indimenticabili La stagione 2023 non &egrave; stata delle pi&ugrave; fortunate per Thomas Chareyre, il francese &egrave; stato infatti costretto a saltare l&rsquo;ultima gara della stagione a causa di una frattura multipla alla spalla destra, gi&agrave; operata in passato. Il forfait non gli ha dato la possibilit&agrave; di lottare fino all&rsquo;ultimo per il titolo andato a Marc-Reiner Schmidt con il francese che si &egrave; dovuto accontentare della terza piazza in stagione. Il matrimonio tra Tom e TM Racing &egrave; iniziato nel 2010 quando il francese spos&ograve; la causa pesarese lasciando il team ufficiale Husqvarna CH Racing. Al debutto sulla moto pesarese Chareyre vince subito il titolo iridato S1, nel 2011 viene battuto solo dal fratello maggiore Adrian in sella all&rsquo;Aprilia MXV-S 450 prima di tornare alla vittoria iridata nel 2012. Dopo il secondo posto del 2013, Thomas apre una striscia che lo porta a diventare il pilota pi&ugrave; titolato della storia del Supermoto vincendo ininterrottamente il titolo mondiale ed europeo fino al 2020, ultima stagione in cui il francese si &egrave; imposto prima che Marc-Reiner Schmidt con il team L30 Racing gli strappasse il titolo nel 2021 riuscendo a confermarsi campione nel 2022 e come detto in questo 2023.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Thomas Chareyre (@tomchareyre4)      Con la TM Racing in 14 stagioni Thomas Chareyre ha conquistato 8 titoli mondiali S1, 10 Supermoto delle Nazioni, 3 titoli europei, 6 campionati francesi, 3 Internazionali d&rsquo;Italia e 2 Superbiker of Mettet. Per Tom terminata la parentesi con il marchio pesarese, ora si apre una nuova pagina della sua carriera con l&rsquo;obiettivo di continuare a scrivere nuove pagine della storia del Supermoto.  DAKAR 2024: LE MOTO ELETTRICHE ISCRITTE ALLA CATEGORIA MISSION 1000       

Un binomio quasi imbattibile quello composto dal pilota francese e la moto pesarese che ha segnato la storia del Supermoto

S1GP, Thomas Chareyre e TM Racing si separano

        Al volante di un pick-up, con addosso un giubbino invernale (quanta invidia, viste le torride temperature in Italia), intento a finalizzare l&rsquo;organizzazione di un evento motociclistico nella provincia argentina di Cordoba. Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi L'intervista a Matias Lorenzato  La videointervista con Matias Lorenzato si apre con l&rsquo;argentino di chiare origini italiane in fase di parcheggio del suo mezzo a quattro ruote, sullo sfondo c&rsquo;&egrave; uno sterrato ovale, il Circuito Municipal Justiniano Posse, dove Speedway, Minimoto e Flat Track hanno disputato due giorni di gare. Nel 2022 Lorenzato ha fatto il suo esordio nel Mondiale di Flat Track in sella a una Suzuki, concludendo al decimo posto nel ranking iridato. Ma soprattutto si &egrave; tolto la soddisfazione di vincere una tappa iridata, la gara conclusiva in Italia a Boves. Un&rsquo;emozione per lui che ha parenti piemontesi che vivono a breve distanza dal tracciato TT nel quale ha dimostrato di trovarsi a suo agio. La sua carriera motociclistica si &egrave; incentrata sul Supermotard e sulle gare nei circuiti ovali sudamericani. La scintilla per il Flat Track &egrave; scoccata soltanto negli ultimi anni, con risultati lusinghieri. Classe 1989, Matias sal&igrave; in sella a una moto per la prima volta all&rsquo;et&agrave; di quattro anni, spinto dal desiderio di ricalcare le orme del pap&agrave; nel motociclismo: &ldquo;Nel 1993 partecipai alla mia prima gara in sella a una Minimoto da 50 cm&sup3;, da l&igrave; in avanti ho iniziato a prendere parte ai campionati nazionali di Supermotard e &lsquo;ovalo&rsquo; argentino, vincendo otto titoli nazionali. Rispetto ai tracciati europei, gli ovali argentini sono pi&ugrave; lunghi e il fondo pista &egrave; molto compattato, si corre con moto da 450 cm&sup3; e pneumatici da 21 pollici&rdquo;. Le prestazioni in patria e negli Stati vicini, come Cile e Colombia, dove ha disputato vari campionati sudamericani di Supermotard e &ldquo;ovalo&rdquo;, non sono passate inosservate in Europa. Nel 2017 &egrave; arrivata una chiamata dalla Spagna: Lorenzato &egrave; stato scelto per partecipare al gala motociclistico su sterrato di fine stagione a Barcellona, il Superprestigio: &ldquo;Un&rsquo;esperienza unica, essere in mezzo a tanti campioni delle varie discipline motociclistiche &egrave; stato davvero un orgoglio&rdquo;. A dispetto della sua pacatezza e della tranquillit&agrave; che mostra fuori pista, per la sua guida molto aggressiva Lorenzato &egrave; stato soprannominato &ldquo;El Toro&rdquo;: &ldquo;Quando corro sono molto agguerrito, ma allo stesso tempo rispetto moltissimo i miei avversari. Mi ritengo un pilota leale e combattivo: per me ogni gara, dalle meno importanti a quelle pi&ugrave; prestigiose, ha un valore&rdquo;. Matias Lorenzato sogna  Le sue prestazioni nel Mondiale 2022 lo hanno posto sotto i riflettori, e quest&rsquo;anno il team tricolore Zaeta ha deciso di puntare sul pilota argentino per partecipare alla serie iridata: &ldquo;Correre con la Zaeta &egrave; per me motivo di orgoglio e mi fornisce una certa tranquillit&agrave; nell&rsquo;affrontare al meglio il circuito iridato. Mi sembra di essere in un sogno: poter correre con un team cos&igrave; prestigioso! Sono di origini italiane, mio zio &egrave; del Piemonte, per me correre per una squadra italiana &egrave; davvero importante. Sto per arrivare in Italia, avr&ograve; circa un mese per allenarmi e prendere sempre pi&ugrave; confidenza con la moto, in vista della prima gara mondiale&rdquo;. Il 5 agosto Lorenzato far&agrave; il suo debutto nella prima prova del circuito iridato a Manchester, una pista ovale sterrata dove abitualmente si disputano gare di Speedway. La Zaeta ha scommesso sull&rsquo;argentino con un solo obiettivo: vincere il titolo. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

L&rsquo;argentino insegue il Mondiale di Flat Track con la Zaeta: "Desideravo l&rsquo;Italia, la terra dei miei avi"

Matias Lorenzato, ritorno alle origini | Manubri Larghi

        Secondo sul podio in Thailandia lo scorso anno nelle vesti di rookie, stesso gradino calcato a Le Mans in questo inizio di stagione. Filip Salac e il team Gresini sono protagonisti della classe Moto2, occupata in classifica nell'attuale sesto posto in otto appuntamenti completati. Il pilota ceco sottolinea i progressi compiuti a oggi: "Sto crescendo continuamente" conferma "la squadra pure, perci&ograve; costituiamo un bello e competitivo duo. Forse in pochi si aspettavano questa nostra competivit&agrave;, ma io ci credevo molto: durante l'inverno mi sono allenato duramente, spendendo numerose ore in sella, pensando a come adattare lo stile per la categoria di mezzo". Salac: "Mio pap&agrave; port&ograve; a casa una moto, da l&igrave; cominci&ograve; tutto" Filip, ventunenne nativo di Mlada Boleslav, ripercorre il passato: "Mio pap&agrave; e mio fratello hanno corso. Ad un certo punto, quando avevo circa due anni e mezzo, babbo mi port&ograve; a casa una minimoto. Fu la prima volta per me in sella, mi piacque, sicch&eacute; attorno all'et&agrave; di sei anni partecipai alla prima vera competizione, in Italia. Fin&igrave; terzo sul podio, poi addirittura vinsi". Salac descrive quanto sia importante l'interesse per le moto da parte dei connazionali: "La Repubblica Ceca &egrave; una nazione piccola, ma conta tantissimi appassionati di motociclismo. Penso proprio che le due ruote rappresentino uno degli sport pi&ugrave; popolari, da noi. A dispetto di un meteo invernale freddo e con un pochi circuiti dove girare, la voglia di gareggiare &egrave; tanta. Il mio consiglio sarebbe di trasferirsi in Italia o Spagna, pi&ugrave; o meno come ho fatto io".  Salac e l'obiettivo top ten costante in Moto2 Il giovane boemo sta dedicando una preparazione specifica alla potenza espressa dal propulsore Triumph tre cilindri da 765 centimetri cubi, altra cosa rispetto al monocilindrico 250 della Moto3: "Infatti" spiega "L'anno scorso ho affrontato il passaggio di cilindrata, capendo subito le esigenze richieste dalla Moto2. Le linee da percorrere sono differenti, me ne sono reso conto, sicch&egrave; sot imparando a rialzare presto la moto, dando tutto gas: a volte scivola il posteriore, mi piace, ho dovuto famiiarrizzare con le derapate. Ecco perch&eacute; ho trascorso ore a bordo di una Supermotard, facendo anche flat track e guidando le 1000". L'obiettivo della punta azzurra schierata da Nadia Padovani &egrave; questo: "Concludere frequentemente in top ten, evitando gli errori passati. Voglio imparare sempre di pi&ugrave; in ogni singolo weekend. Mi diverto, provando a rendere felice il team e me stesso".  Salac e la MotoGP: i tifosi di Brno avrebbero un bravo rappresentante Quando sogni e obiettivi collimano, diventano un traguardo. Filip Salac mette nel mirino, con calma, il passaggio in motoGP: "In questo moemento &egrave; presto per parlarne" precisa, senza negare "tuttavia ammetto che il pensiero ci sia. Ho compiuto passi in avanti, scalando alcuni gradini, per&ograve; la strada che porta alla MotoGP &egrave; ancora lunga, Lunga, ma ci credo: prima desidero vincere in Moto2, poi affronter&ograve; ogni step successivo per il mio futuro". Il paddock parla di un ritorno della pista di Brno nel calendario iridato. Essendo il circuito della Moravia uno dei preferiti e storicamente legato al Gran Premio della Repubblica Ceca, la congiunzione risulterebbe perfetta: "Sarebbe fantastico (ride). Vedremo. Come dicevo, vivo sereno il mio presente, mettendo in piedi un bello e interessante futuro. Se avr&ograve; l'opportunit&agrave; di figurare nella classe regina, contestualmente al ritorno della pista di Brno in calendario, il sogno realizzato sar&agrave; doppio. Ecco perch&eacute;, in tutto questo, ringrazio gli sponsor e i sostenitori, in particolare la Flymeto: il contributo offertomi e la loro perfetta organizzazione rende il mio obiettivo possibile, ovvero, da idea iniziale a vera realt&agrave;".          

Filip ha riportato la Repubblica Ceca su un podio iridato: "Saltai in sella a 2 anni e mezzo, a 6 vinsi la prima gara... in Italia"

Salac: "Sogno il debutto in MotoGP e il ritorno di Brno in calendario"

        Nel panorama italiano, l'unico ambiente che si avvicina a quello delle corse su strada internazionali &egrave; chiaramente quello del CIVS (Campionato Italiano Velocit&agrave; Salita). Qui, numerosi piloti in sella a moto di classi diverse lottano contro il tempo per aggiudicarsi la vittoria assoluta in alcune tra le strade pi&ugrave; spettacolari d'Italia. Tra i piloti pi&ugrave; veloci, ce ne sono due in particolare che stanno diventano i veri e propri mattatori della disciplina: Maurizio Bottalico e Carmine Matarazzo. La loro storia &egrave; una di quelle che vale proprio la pena raccontare, visto che pur lottando ad ogni round per la vittoria assoluta, i due sono anche e soprattutto grandi amici al di fuori delle corse, con un passato che li accomuna ed un immediato futuro in cui si ritroveranno a lottare uno contro l'altro anche nel panorama internazionale tra i tornanti dell'Europeo Hill Climb. &nbsp; Il racconto di Bottalico: &ldquo;Io e Matarazzo ci sproniamo per dare sempre il massimo&rdquo;   Maurizio, il pi&ugrave; esperto per quanto riguarda il panorama delle corse su strada viste anche le trionfali esperienze all'Isola di Man per il Manx Grand Prix, ci ha raccontato di quando si sono conosciuti come colleghi e avversari ai tempi del motard: &ldquo;Ci siamo incontrati per la prima volta nel 2012 nel contesto del Supermotard, quando io correvo nella classe solo asfalto e lui in quella che effettuava anche dei passaggi sterrati. Poi, nel 2013 abbiamo corso per la prima volta uno contro l'altro e da l&igrave; la nostra amicizia si &egrave; rafforzata sempre di pi&ugrave; ritrovandoci in eventi come il SIC Day a Latina o qualche gara con la Ohvale&rdquo;. &ldquo;Carmine poi &egrave; rimasto a correre nel motard mentre io sono tornato nella velocit&agrave;, perci&ograve; ci siamo persi di vista per un po' di tempo, ma nel 2019 ho cominciato a correre nella Salita e ci siamo ritrovati&rdquo;, prosegue Bottalico. &ldquo;Da quel momento siamo quasi sempre in competizione per la vittoria assoluta ed &egrave; fantastico rendersi conto che ci sproniamo a vicenda spingendoci a dare sempre il massimo&rdquo;. &ldquo;Inoltre, l'ho fatto avvicinare alle moto da pista e infatti lo scorso anno ha corso anche tra le Supersport in un round del CIVS chiudendo in seconda posizione alle mie spalle. E' stata una bella esperienza visto che in un certo senso gli ho fatto anche da coach e da meccanico in quell'occasione, dando il via a qualcosa di pi&ugrave; grosso visto che ora ci ritroveremo a correre insieme anche l'Europeo&rdquo;, conclude il road racer. &nbsp; Matarazzo: &ldquo;Con Bottalico c'&egrave; una competizione sana&rdquo;   Anche lo stesso Matarazzo &egrave; della stessa idea di Bottalico: &ldquo;Con Maurizio abbiamo instaurato un gran bel rapporto, specialmente in questi ultimi anni in cui siamo diventati anche grandi rivali nel Campionato Italiano Velocit&agrave; Salita. Io mi sono specializzato nel motard, mentre lui guida le supersportive, ma alla fine a contenderci la vittoria assoluta siamo sempre noi ed &egrave; fantastico, perch&egrave; &egrave; un tipo di competizione sana che lascia comunque in primo piano l'amicizia&rdquo;. &ldquo;Non &egrave; facile trovare avversari con cui si sta bene anche lontani dai campi di gara, perch&egrave; spesso tra top rider la rivalit&agrave; prendere il sopravvento&rdquo;, continua Carmine, raccontando anche un divertente aneddoto riguardante la Deruta-Castelleone. &ldquo;Una volta conclusa la gara, lo scorso weekend ho premiato io Bottalico e lui ha fatto lo stesso con me. Ora andremo all'Europeo e star&ograve; insieme al suo team, perci&ograve; spero di migliorarmi anche a livello internazionale&rdquo;.        

Maurizio e Carmine sono stati i due assoluti protagonisti della Deruta-Castelleone, primo round del 2023, ma a legarli non &egrave; solo la velocit&agrave;, visto che la loro amicizia &egrave; sempre in pole position

Bottalico e Matarazzo: gli amici e rivali che infiammano il CIVS

        Si dice che i piloti vivano a trecento all&rsquo;ora, Max Biaggi lo fa a quattrocentosettanta. Il record di velocit&agrave; toccato dal romano a bordo della Voxan Wattman rappresenta un ulteriore successo da sommare ai gi&agrave; numerosi della carriera, siglato nella categoria dedicata alla propulsione elettrica. Il cuore del sei volte iridato nelle competizioni caratterizzate da motori endotermici ha battuto forte in Florida, sede prescelta per lo storico tentativo. Gli addetti ai lavori del Kennedy Space Center ne hanno visti di lanci, ma le accelerazioni esibite dal cinquantunenne capitolino conosciuto in tutto il Mondo rimarranno loro impresse. Accelerazioni raccontate cos&igrave; da Biaggi pochi giorni dopo la splendida cerimonia dei Caschi d&rsquo;Oro di Rimini: &ldquo;Wow, che esperienza &ndash; ha spiegato, aggiungendo una precisazione &ndash; credo sia stata una tra le mie ultime prove d&rsquo;abilit&agrave;. Quando si &egrave; cos&igrave; maturi, ci si pensa su: volevo qualcosa di speciale e diverso, ne &egrave; venuta fuori una bellissima impresa&rdquo;. Biaggi e il record con Voxan   Come ci si sente a 470,257 chilometri orari? &ldquo;Abbiamo cercato il primato di mattina, quando il vento era pari a zero. Attorno alle 6, si gelava. Io sudavo ugualmente, riscaldato dall&rsquo;adrenalina che girava in corpo. Pensate questo: fino ai 200 orari, la ruota posteriore pattinava decisa. Dai 330 in poi, la moto scalciava come fa una supersportiva in prima marcia, quando si molla la frizione bruscamente. La botta impressa dalla spinta era pazzesca, come lo sono state le sensazioni provate, bench&eacute; seduto sulla Voxan facessi poco. Per&ograve;, quel poco lo facevo bene. Quasi quasi mi sentivo un passeggero, in realt&agrave; dovevo rimanere il pi&ugrave; dritto possibile&rdquo;. Qual era la vera incognita? &ldquo;Il vento: bastavano pochi nodi di soffio, e la moto ondeggiava, perdendo efficacia. Con scarso margine di controllo e poca possibilit&agrave; di sterzo, mi limitavo a quanto raccomandatomi. Malgrado la bagarre sia una situazione diversa, anche sparato a m&ograve; di pallottola provavo brividi forti. Il tentativo consisteva in un doppio run, in direzioni opposte, poi veniva calcolata la velocit&agrave; media. Alla fine del primo scatto, ho osservato la gomma posteriore. Mi sono reso conto di quanto fosse provata, infatti a record siglato ho provato soddisfazione e sollievo. Di gomma non se ne vedeva pi&ugrave;, talmente si era consumata. E poi, come ho detto sul palco di Rimini, il casco: l&rsquo;equipaggiamento buono per i 330 orari, non vale per i 470, ho dovuto sostituire il casco &lsquo;tradizionale&rsquo;, che stava cedendo, con una copertura ad hoc&rdquo;. Il sollievo: come Assen 2003? &ldquo;Giusto: in griglia accusai un problema elettronico alla Honda RC211V del Team Pons. Non potendo risolvere l&rsquo;impiccio, completai una gara su asfalto mezzo asciutto e mezzo ba gnato. La gomma posteriore &lsquo;rain&rsquo; ne usc&igrave; distrutta, ma io riuscii a giungere secondo. I meccanici che all&rsquo;epoca lavoravano insieme a me ancora parlano di quella corsa, nella quale pizzicai il comando del gas con enorme sensibilit&agrave;, accarezzandolo&rdquo;. Oggi sarebbe possibile farlo? &ldquo;Non pi&ugrave; di tanto. Il polso fino del corridore oggi conta meno, chi sta in sella determina minore differenza rispetto al recente passato. Tra abbassatori, dispositivi, ali e aerodinamica, uscire dalle linee &egrave; infruttuoso, a volte inutile. Serve una strategia da rivede - re. In generale, la moto buona sopperisce alle mancanze del pilota&rdquo;. Biaggi, Ducati e Aprilia  In MotoGP hanno vinto Bagnaia e la Ducati: il binomio migliore? &ldquo;S&igrave;, chi vince &egrave; sempre il migliore. La Ducati &egrave; la moto da battere. Il duo rosso ha meritato quanto realizzato: la Desmosedici &egrave; il riferimento della classe regina, in cui auspico un derby tutto italiano&rdquo;. Sogni un duello Ducati-Aprilia. &ldquo;Se il 2023 si rivelasse cos&igrave;, noi italiani saremmo tutti contenti (ride). Vedremo se sar&agrave; possibile, la speranza c&rsquo;&egrave;: Ducati titolata in carica, Aprilia principale antagonista, che altro di meglio potremmo chiedere noi dell&rsquo;Italia della MotoGP?&rdquo;. Magari pi&ugrave; spettacolo e audience: la Sprint Race colmer&agrave; la falla? &ldquo;L&rsquo;inedito format ravviver&agrave; le azioni del sabato, distribuendo punti: considerando l&rsquo;andamento delle qualifiche, negli ultimi anni chi partiva arretrato era costretto a dimenticarsi dei risultati di prestigio, mentre la Sprint Race offrir&agrave; chance a chi si gioca la carta in pi&ugrave; del rischio o a chi azzarda una scelta di gomme particolare. Qualche sorpresa la vedremo, sebbene i veri valori in campo verranno rispettati&rdquo;. I piloti sostengono che due gare a weekend siano eccessivamente probanti. &ldquo;Effettivamente, ogni weekend MotoGP proporr&agrave; una gara e mezza, dato che la Sprint ricoprir&agrave; la met&agrave; dei passaggi previsti dal GP domenicale. In SBK, invece, s&igrave; corrono nella propria interezza almeno due gare complete&rdquo;. Con l&rsquo;aggiunta della Superpole Race domenicale. &ldquo;Esatto, ma sapete quale sar&agrave; il vero stress a cui i piloti MotoGP saranno sottoposti? Non penso alla fatica fisica, ma al fatto di sapere che li attender&agrave; una seconda procedura di partenza. Il processo psicologico legato allo start &egrave; considerevole. Correndo in SBK, l&rsquo;ho scoperto sulla mia pelle: il problema pi&ugrave; grande &egrave; ritrovare la giusta concentrazione dopo essersi scaricati. Per me, abituarsi &egrave; stato difficile. Mentre nei prototipi si toglievano tuta, guanti, stivali e casco, nelle derivate occorreva rivestirsi e riprendere la sella. Dirlo &egrave; un conto, farlo &egrave; un altro&rdquo;. A te riusc&igrave; piuttosto bene, da subito. &ldquo;Losail 2007, Suzuki, prima gara e prima vittoria per me in SBK. Arrivai in forma al round inaugurale, mi ero allenato duramente per tutto il periodo in cui ero rimasto lontano dalle gare, da fine 2005 alla primavera 2007. Girare con la Supermotard mi serv&igrave; parecchio, tuttavia sapevo poco e nulla della Superbike, dei rivali e della loro condotta di gara. Debuttai alla grande, sfidando nomi da conoscere e dinamiche da scoprire. Arrivando dalla corsa domenicale singola, la doppia manche faceva parte delle novit&agrave; da affronta re. E fu dura da metabolizzare&rdquo;. Passa alla prossima pagina &nbsp; Biaggi, ambasciatore Aprilia   Metabolizzata egregiamente, con due titoli sull&rsquo;Aprilia: la RSV4 torner&agrave; in SBK? &ldquo;Finch&eacute; il regolamento delle derivate di serie accoglier&agrave; soltanto quattro cilindri fino a 1000 cm&sup3;, no. Perlomeno per quanto ne so. Di certo, &egrave; evidente come i piani alti di Noale vogliano esclusivamente la MotoGP, puntando sulla squadra ufficiale e sul neonato team satellite RNF&rdquo;. Da ambasciatore del marchio, come descrivi il progetto legato a Miguel Oliveira e Raul Fernandez? &ldquo;Mi sembra davvero interessante. La formazione RNF parte con materiale gi&agrave; molto performante, ossia le RS-GP factory 2022. All&rsquo;interno della squadra operano risorse Aprilia, a spiegare quanto la Casa conti in questo progetto satellite. Io far&ograve; capolino nel garage spesso e volentieri, fornendo due occhi alla causa&rdquo;. E che occhi: fornirai anche parole? &ldquo;Certo. E mi interfaccer&ograve; con Massimo Rivola&rdquo;. Oliveira e Fernandez esibivano sorrisi piuttosto larghi a Sepang. &ldquo;S&igrave;, i test effettuati in Malesia sono andati bene. Tra l&rsquo;altro, il portoghese ha viaggiato forte nella seconda giornata, mi ha stupito positivamente. Sappiamo come nelle sessioni di prove il lavoro sia da differenziare: alcuni cercano i tempi, altri provano materiale inedito. In RNF &egrave; quasi tutto pronto, perch&eacute; le RS-GP 2022 sono davvero prestanti e competitive&rdquo;. &Egrave; previsto un test sulla RS-GP 2023? &ldquo;A dire il vero non &egrave; in programma&rdquo;. Come miglioreresti l&rsquo;Aprilia ufficiale? &ldquo;Oggi si gioca su piccoli dettagli e sui carichi aerodinamici. Seppur dotata di downforce, la MotoGP non gode dei chili garantiti alle ruote posteriori dalle ali della Formula 1. Per&ograve;, le ali anteriori mantengono l&rsquo;avantreno attaccato all&rsquo;asfalto, mentre il retrotreno sfrutta l&rsquo;aderenza espressa dall&rsquo;effetto suolo. In contropartita, in scia si soffre di alte turbolenze e fastidi nella guida di gruppo, superare &egrave; complicato. E vanno ricordati gli abbassatori, capaci di velocizzare il tempo sul giro, per una rapidit&agrave; in costante rialzo. Le velocit&agrave; salgono di anno in anno&rdquo;. Passa alla prossima pagina &nbsp; Yamaha, Honda, la MotoGP: l'analisi di Biaggi  &Egrave; quanto richiesto alla Yamaha da Fabio Quartararo. &ldquo;Non ho parlato con Fabio, malgrado io creda che nel 2022 il gap di cavalli sofferto dalla M1 fosse evidente. Mmm, se tanto mi d&agrave; tanto... il delta si riveler&agrave; difficile da colmare per la Yamaha, in virt&ugrave; dei progressi compiuti anche dai competitors. Se la Yamaha cresce in prestazioni, contestualmente alla crescita altrui... il divario resta. A meno che a Iwata non trovino qualcosa di eccezionale. Sappiamo pure come i giapponesi evitino rischi in termini di affidabilit&agrave;, quindi...&rdquo;. Hai vissuto tali condizioni. &ldquo;Vero, sia in 500 che in MotoGP mi ritrovai come unico pilota Yamaha combattivo in mezzo a tante Honda super veloci. Capii immediatamente che mi mancava qualcosa, provando per&ograve; la soddisfazione di essere il solo a colmare le lacune tecniche della mia moto. Bello, ma alla lunga accettare il fatto divent&ograve; difficile, ed &egrave; cos&igrave; anche oggi. A seguito di tanti anni spesi a lottare in condizioni dure, ci si stanca. E ci si deprime a seguito di promesse malcelate&rdquo;. Di promesse, la Honda ne ha fatte a Marquez: sembra che Marc stia bene, al contrario della moto. &ldquo;Lui sembra tornato in forma straordinaria, peccato che il mezzo lo assista poco. Io ritengo che la MotoGP abbia bisogno della Honda, intendo dire la Honda vincente. Paradossale &egrave; che la RC213V non sia una delle migliori moto, perch&eacute; la Honda &egrave; sempre stata tra le migliori del lotto in ogni categoria iridata, MotoGP in primis&rdquo;. Come ragionano in Giappone? &ldquo;Potremmo provare a interpretare i loro ragionamenti, ma difficilmente ricaveremmo qualcosa. Parametri e idee sono distanti dal nostro modo di pensare. Ipotizzando, forse stanno dedicando risorse e investimenti ai propulsori ibridi, oppure in ambito elettrico, chiss&agrave;. Abbiamo assistito all&rsquo;uscita della Suzuki, arrivata a sorpresa. Tornando all&rsquo;Ala Dorata, &egrave; strano vedere la Casa pi&ugrave; potente del Mondo faticare cos&igrave; nella classe regina. Stranissimo &egrave; anche vedere che le Case europee, italiane in testa, spadroneggino quasi comodamente, mentre le &lsquo;nippo&rsquo; soffrono. Spero non sia un campanello d&rsquo;allarme per il sistema giapponese e per il paddock in generale&rdquo;. Tra le europee c&rsquo;&egrave; anche una KTM difficile da interpretare. &ldquo;In Austria desiderano ricucire il distacco, contando su risorse economiche importanti. Acquistare professionisti da Ducati e Aprilia consente loro di implementare le conoscenze tecniche, quindi gi&agrave; sono competitivi. Le due gare vinte dalla RC16 nella passata stagione costituiscono la riprova e, secondo me, quest&rsquo;anno saranno della partita in numerose occasioni&rdquo;. Insomma, prevedi una MotoGP tutta da guardare. &ldquo;S&igrave;, avremo un bel campionato. Spero di vedere nei test di Portimao uno scenario del genere: Honda e Yamaha pi&ugrave; arzille rispetto a Sepang. Pi&ugrave; equilibrio in pista. Auspico diversi marchi al top, fattore spettacolare per la MotoGP. Egoisticamente, vorrei le Aprilia davanti a tutti, consapevole che potrebbe scaturire un derby, un fantastico derby italiano tra Aprilia e Ducati ufficiali. Questa &egrave; la sfida 2023: Espargar&oacute; e Vi&ntilde;ales formano una coppia consistente, Aleix nel 2022 &egrave; stato super, Maverick &egrave; cresciuto di gara in gara. L&rsquo;obiettivo &egrave; ripartire con il medesimo slancio, inoltre non sottovalutiamo Oliveira e Fernandez. Dall&rsquo;altra parte, avremo due galli nello stesso pollaio&rdquo;. Bagnaia e Bastianini. &ldquo;Non avevamo mai avuto due top rider italiani della classe regina figurare da compagni di box. Per esempio, io e Loris Capirossi, io e Valentino Rossi, eravamo rivali e correvamo per diversi team o costruttori. In Ducati hanno due connazionali, carichi e determinati. Pecco ed Enea guideranno la stessa moto, dando il massimo in pista. Fuori dalla pista, andranno d&rsquo;accordo, e credo saranno in grado di mantenere un ottimo clima fino all&rsquo;ultima gara. Qualora dovessero giocarsi il titolo, ne vedremo delle belle. Se dovessi scommettere un centesimo sul piemontese o sul romagnolo, ne punterei... mezzo su ciascuno&rdquo;. Passa alla prossima pagina &nbsp; Biaggi, i Caschi d'Oro, il futuro  Qual &egrave; il futuro di Max Biaggi? &ldquo;Chiusa la parentesi vincente in Moto3, mi godo la stagione MotoGP insieme all&rsquo;Aprilia, guardando contestualmente avanti. Mi piace tanto la Moto2: la classe di mezzo mi stuzzica, chiss&agrave; mai che non metta in piedi un nuovo e coinvolgente piano ben riuscito...&rdquo;. I Caschi d&rsquo;Oro di Motosprint sono stati un piano ben riuscito? &ldquo;Riuscitissimo! Quando il direttore Federico Porrozzi mi ha anticipato la cosa, ho provato un grosso piacere. Sapere che sarei stato premiato, al pari dei protagonisti dei campionati del presente, mi soddisfava parecchio. L&rsquo;evento &egrave; ripartito forte. tra le altre prestigiose presenze c&rsquo;era anche Giacomo Agostini... vederci tutti assieme al Teatro Galli &egrave; stato un momento magnifico. Location bellissima, serata organizzata perfettamente. Vedere quel numero di persone presenti, sentirne l&rsquo;affetto e la passione, ha dato un segnale importante al sistema&rdquo;. A proposito di numeri, quanti Caschi d&rsquo;Oro conti sulle mensole di casa? &ldquo;Oddio. Quanti? Tanti. Forse 14... li devo ancora contare, lo far&ograve; presto. Li devo mettere a posto in casa, tra i vari riconoscimenti, coppe e premi. Ringrazio il Direttore e ogni membro dello staff organizzativo per l&rsquo;invito, i due Caschi d&rsquo;Oro ricevuti a Rimini in gennaio arricchiscono la collezione dei miei trofei della carriera&rdquo;.  Calendario MotoGP 2023: date, orari tv, dove vederla       

La nostra intervista esclusiva al campione romano tra passato, presente e futuro. Max ci racconta tutto, dal record Voxan ai pareri sulla Sprint Race&nbsp;

Esclusiva MotoGP, Biaggi: "Sarò al fianco di Aprilia nel derby con Ducati"

        Dopo la pioggia torna sempre il sereno. Lo sa bene Michael Rinaldi, per il quale questo &ndash; in quel di Phillip Island - &egrave; valso sia metaforicamente che nella pratica. Dopo un sabato disastroso infatti il romagnolo si &egrave; prontamente riscattato, conquistando la seconda piazza sia nella Superpole Race che in Gara 2.&nbsp;&ldquo;Non posso essere soddisfatto del tutto del weekend - confessa Rinaldi -&nbsp;dato che dopo le prove sapevo che avrei potuto fare secondo, ma ieri con la pioggia le sensazioni sono state pessime. Ero arrabbiato dopo ieri, ma oggi sono contento di aver confermato la mia velocit&agrave;. Al momento sono pi&ugrave; deluso per ieri che felice per oggi, dato che ho perso troppi punti, ma non ho mai fatto cos&igrave; tanti punti nel primo round il che &egrave; incoraggiante. L&rsquo;obiettivo ora &egrave; migliorare sul bagnato, perch&eacute; non sempre ci sar&agrave; il sole&rdquo;.&nbsp;Come hai trovato le tue gomme a fine Gara 2?&nbsp;&ldquo;Finite, dato che ho spinto tanto per stare con Alvaro. Sapevo dai test che lui avrebbe gestito meglio le gomme, ma il divario che ho creato nei confronti degli altri piloti &egrave; stato ottimo: nella prima parte della gara ho spinto, e quando ho visto il distacco ho iniziato a gestire&rdquo;. A Borgo Panigale si sta lavorando meglio, parola di Rinaldi In Gara 2 quattro Ducati si sono piazzate nei primi cinque posti. Cosa significa per te?&nbsp;&ldquo;Sono molto felice del lavoro che Ducati sta svolgendo tra Superbike e MotoGP. Pr quanto concerne Gara 2 occorre ricordare che Lowes ha steso Toprak, ma certamente la V4R aiuta a gestire le gomme. Ogni casa ha le sue carte da giocare&rdquo;.&nbsp;Qual &egrave; stato il segreto della Ducati qui in Australia?&nbsp;&ldquo;Secondo me dire che la Ducati &egrave; la miglior moto fa fare tanti click, ma servirebbe dire anche che la pole position l&rsquo;ha conquistata una Yamaha, e nei test di Jerez la stessa Yamaha ha chiuso in testa. Bautista ha sempre avuto un ottimo passo, lo so, ma non stiamo parlando di una MotoGP contro una 600: a Borgo Panigale stanno lavorando meglio degli altri, i quali devono impegnarsi per recuperare. Quando Rea vinceva un titolo dopo l&rsquo;altro non si &egrave; mai parlato di una Kawasaki imbattibile rispetto alle altre moto, mentre ora si parla della Ducati: non credo sia giusto dire che sia merito solo della moto. Non stiamo parlando di Davide contro Golia&rdquo;.&nbsp;Ora si va in Indonesia. Che ne pensi?&nbsp;&ldquo;Penso troveremo la pioggia, anche nelle prove, ma &egrave; una pista con pi&ugrave; aderenza rispetto a Phillip Island. Al mio Team Manager Serafino (Foti ndr) ho detto &ldquo;comprami un supermotard cos&igrave; possono allenarmi sul bagnato&rdquo; (ride ndr).&rdquo;&nbsp;La nuova preparazione fisica ti ha aiutato in questo weekend?&nbsp;&ldquo;Ho parlato con il mio preparatore, il quale mi ha confermato che sono migliorato molto, anche se c&rsquo;&egrave; ancora altrettanto da fare. Se riuscir&ograve; a fare ulteriori passi avanti trover&ograve; la versione migliore di Michael: in questi mesi ho sacrificato feste e cose del genere, andando a dormire alle 22 ed allenandomi di pi&ugrave;. Ho sacrificato questo per ottenere risultati, ed anche per questo ieri ero triste dopo aver ottenuto quel risultato in Gara 1&rdquo;.&nbsp;SSP, Phillip Island: Bulega batte Manzi e trionfa anche in Gara 2&nbsp;       

Michael spiega: "Non parliamo di una MotoGP contro una 600. Felice della giornata, mi serviva dopo la delusione di ieri"

SBK Australia: per Rinaldi è ingiusto parlare di strapotere Ducati

        La MotoGP ha raggiunto soprattutto nell'ultimo decennio un livello ed un grado di difficolt&agrave; tale da rendere la preparazione fisica un aspetto cruciale per il buon andamento della stagione. Dunque, aldil&agrave; delle questioni tecniche, il pilota deve ritrovarsi a gestire tutto ci&ograve; che lo circonda per farsi trovare sempre pronto, sia dal punto di vista fisico che mentale. L'evoluzione della MotoGP ha "professionalizzato" la figura del pilota che adesso deve gestire, insieme al suo staff, aspetti che fino a qualche tempo fa venivano considerati marginali, dall'alimentazione a, appunto, la preparazione fisica. Un fattore che ha avuto in Giacomo Agostini un pioniere, arrivando ai giorni nostri, in cui un corretto allenamento &egrave; non solo propedeutico, bens&igrave; necessario al conseguimento degli obiettivi stagionali. In questo discorso, non fa eccezione Pecco Bagnaia, che, in quanto massimo esponente della next gen di piloti in top class, &egrave; tra i pi&ugrave; meticolosi e precisi.  Come si allena Bagnaia: Flat track e Motocross L'allenamento dei piloti si divide tra chi predilige l'attivit&agrave; su due ruote e chi invece sceglie il lavoro in palestra. Il pilota di Chivasso &egrave; tra i corridori che rientrano nella prima categoria, influenzato, in tal senso, anche dal tipo di lavoro che viene impostato nella VR46 Academy. Prendendo spunto da Valentino Rossi, un pilota che ha sempre sostenuto l'utilit&agrave; dell'allenamento sullo sterrato anche e soprattutto in ottica MotoGP, Bagnaia si cimenta costantemente nel flat track, nel motocross e nel supermotard. Un allenamento che in casa VR46 Academy hanno scelto per incentivare il controllo del gas e della moto, nonch&eacute; la capacit&agrave; di controllare il posteriore in uscita di curva, imparando a far scivolare la moto anche con un deficit importante del grip; una caratteristica preminente nei prototipi della MotoGP d'oggi. Scopri l'allenamento completo di Bagnaia nella prossima pagina &nbsp;  L'allenamento funzionale di Pecco Bagnaia La tendenza a scegliere lo sterrato nelle sessioni d'allenamento &egrave; mirata a simulare il pi&ugrave; possibile la guida estrema della MotoGP, sebbene a velocit&agrave; decisamente diverse. L'allenamento svolge una duplice funzione "mentale e fisica", stimolando il pilota a imbattersi nelle dinamiche del week-end di gara e a sviluppare la tonicit&agrave; muscolare di spalle, collo, schiena e braccia. Quando possibile, non mancano le apparizioni di Bagnaia sul circuito di Misano al fine di prendere confidenza con la pista ed il circuito. Come ogni sportivo marchiato da un istinto innato verso la competitivit&agrave;, Bagnaia non perde occasione per praticare altri sport per diletto, come il calcio, il tennis, il ping pong, la pallavolo (d'estate), o ancora il basket, una delle pi&ugrave; grandi passioni del campione del mondo 2022. A scuola da Valentino Rossi Il percorso che ha portato il piemontese a diventare il riferimento della MotoGP &egrave; passato attraverso un meticoloso e preciso allenamento andatosi a perfezionare negli anni e passato attraverso tutte le categorie. Il turning point della carriera di Pecco in top class &egrave; avvenuto nel 2021, annata nella quale ha dimostrato di poter vincere anche tra i grandi. Un risultato figlio sia della simbiosi perfetta maturata con la Ducati sia della preparazione fisica, evolutasi nel tempo. Come ammesso dallo stesso Bagnaia, in tal senso &egrave; stato fondamentale il lavoro svolto dal punto di vista atletico dopo la frattura alla gamba del 2020, finalizzato al miglioramento della prestazione aereobica.  Nonostante l'allenamento su pista sia stato sempre il fulcro della preparazione del due volte iridato, non sono mancate (e non mancano) le sessioni in palestra, mirate a tonificare i muscoli, uno step necessario nelle corse d'oggi. Non solo l'allenamento fisico, la cura nei dettagli nella MotoGP 2023 &egrave; sempre pi&ugrave; importante e perci&ograve;, una parte cruciale &egrave; anche lo studio dell'aspetto teorico, un fattore che nella VR46 Academy &egrave; sempre stato trattato al pari dell'allenamento in pista. Embletici sono i ripetuti confronti con Valentino Rossi, finalizzati ad affinare la teoria che circonda la guida in pista e le simulazioni del week-end di gara. La scheda tecnica di Pecco Bagnaia       

L'allenamento fuori dalla pista &egrave; una parte fondamentale per i piloti della top class. Non fa eccezione il campione del mondo, meticoloso nella sua preparazione&nbsp;&nbsp;

MotoGP, l'allenamento di Bagnaia | Vita da piloti

        Non poteva esserci conclusione migliore del 2022 per Youry Catherine, giovane pilota dell&rsquo;isola caraibica della Martinica, cresciuto sportivamente dal team dell&rsquo;ex campione Massimiliano Gazzarata. Nell&rsquo;ultima stagione, il pilota poco pi&ugrave; che maggiorenne ha dimostrato la sua maturit&agrave; riuscendo a gestire nel migliore dei modi la Rookie Cup Supermoto, correggendo la situazione, rimettendosi prima in corsa e poi mantenendo la concentrazione fino ad aggiudicarsi il titolo all&rsquo;ultima manche. Manubri Larghi: il pit stop di Francesco Cecchini Youry, dalla Martinica al Piemonte  &ldquo;&Egrave; l&rsquo;ennesimo bellissimo risultato di questi tre anni trascorsi insieme &ndash; commenta il team manager Gazzarata &ndash; fatto di applicazione nell&rsquo;Accademia, con un intenso programma di formazione. Questo titolo &egrave; il coronamento di un sogno per entrambi, per il team e per la Honda che negli ultimi due anni ha vinto due allori, Europeo e Rookie, pi&ugrave; i due titoli per Nazioni. Abbiamo viaggiato di pari passo, e ora sappiamo che nella prossima stagione Youry si confronter&agrave; con i top rider della S1GP". Youry, dalla splendida Martinica, isola delle Antille francesi dove sei nato, al Piemonte, il passo non &egrave; stato breve. &ldquo;Si, &egrave; vero, sono nato in Martinica, mi sono appassionato giovanissimo alle moto e presto anche alle gare. Poi &egrave; stato determinante l&rsquo;approccio con il team di Massimiliano Gazzarata, conosciuto a una gara in Francia, poich&eacute; con lui ho vinto sia il titolo europeo Supermoto S2 che il mondiale a squadre Junior nel 2021, la Rookie Cup e di nuovo il Nazioni a squadre&rdquo;. Il rapporto con il tuo team &egrave; sempre pi&ugrave; stretto. &ldquo;&Egrave; vero, la squadra per me &egrave; semplicemente come una famiglia, &egrave; una relazione di fiducia e rispetto&rdquo;. E la tua vera famiglia, come &egrave; presente nella tua vita? &ldquo;La mia famiglia &egrave; tutto per me, vivono in Martinica, quindi non li vedo molto spesso, ma nonostante questo riescono a motivarmi anche da lontano". Con il Supermotard hai raggiunto un&rsquo;attitudine simbiotica: &egrave; dovuta al tuo inizio precoce con questa specialit&agrave;? "&Egrave; vero, ho iniziato ad appassionarmi al motociclismo giovanissimo, avevo tre anni, e gi&agrave; a otto anni ho partecipato al campionato della Martinica. Poi a tredici sono partito da solo per la Francia per disputare il campionato nazionale e quando ho conosciuto Gazzarata e il suo team, a 15 anni, l&rsquo;ho seguito subito per correre nel campionato italiano e nel Mondiale&rdquo;. Il bilancio del 2022  Nel Mondiale 2022 sei partito bene con il 2&deg; posto a Busca e nel finale non soltanto hai messo in crisi gli avversari ma addirittura ti sei aggiudicato il titolo di miglior rookie. "L&rsquo;inizio &egrave; stato un po&rsquo; complicato con alcune cadute stupide, ma poi con tanto lavoro, spinto dalla mia grande passione, sono riuscito a rimettermi in sesto per vincere questo titolo a cui tenevamo tanto sia io che la squadra&rdquo;. Il tuo connazionale Axel Marie Luce &egrave; stato abile a iniziare la stagione con il piede giusto approfittando delle tue d&eacute;faillance, ma non ha saputo reagire al tuo ritorno. &ldquo;&Egrave; vero, le cadute mi hanno inizialmente abbattuto ma poi ho ragionato e ho trovato la forza di reagire, allenandomi duramente. Cos&igrave; sono riuscito a risalire pian piano la classifica. Non &egrave; stato davvero facile ma in questo sport vince il migliore, il pi&ugrave; forte e pi&ugrave; calcolatore, e alla fine mi sono preso la vittoria, questa &egrave; la cosa pi&ugrave; importante&rdquo;. Anche l&rsquo;altro transalpino Steve Bonnal ha provato a inserirsi nella lotta al titolo fra te e Marie Luce. &ldquo;Io, per&ograve;, ho sempre avuto fiducia nei miei mezzi, anche con 40 punti di distacco dal primo, perch&eacute; tutto &egrave; in gioco finch&eacute; il campionato non &egrave; finito. Credo di averlo dimostrato!&rdquo;.       

Il giovane pilota dell&rsquo;isola caraibica si &egrave; aggiudicata la Rookie Cup Supermoto

Manubri Larghi: Youry Catherine, dalla Martinica alla Supermoto

        Un test tra Natale e Capodanno, a dimostrazione di quanto e come il VFT Racing desideri arrivare preparato alla Supersport iridata 2023. La squadra Yamaha capitanata da Fabio Menghi si &egrave; recata in Spagna, nella fattispecie a Cartagena, pista ideale per preparare la sfida in cui il nostro Nicholas Spinelli rappresenter&agrave; l'Italia, Maiki Abe il Giappone. Spinelli: "Sulla R6 posso guidare aggressivo"  Ecco qui Spinelli, campione del Campionato Italiano Velocit&agrave; in carica, che quest'anno sar&agrave; pure protagonista in MotoE. Il passaggio da Rossa tricolore a blu di Iwata lo sta galvanizzando:"Ho provato la Yamaha in Italia e Spagna - il primo feedback di Nicholas - facendomi una idea piuttosto precisa in quali aree differisca dalla Ducati.&nbsp; La R6 &egrave; una moto pi&ugrave; agile rispetto alla Panigale 955, infatti,mi sento maggiormente aggressivo nella guida, quasi in stile supermotard, specialit&agrave; con la quale mi alleno e gioco in sella. Ecco, con la quattro cilindri di Iwata riesco a fare cos&igrave;, perch&eacute; me lo permette". A bordo della V2 le esigenze cambiano, come spiega il pilota abruzzese: "La bicilindrica bolognese, invece, richiede esigenze tutte sue, a volte bisogna darle 'del lei'. Con la Yamaha si possono fare tante cose, tra cambi di linea e traversi, per&ograve; &egrave; anche vero che si debba sbagliare meno: se il propulsore in linea 600 scende troppo di giri, si perde prestazione. Meglio quindi tenerlo 'in tiro', sfruttando gli alti regimi. Sono convinto che, girando ancora con la moto preparata dal team VFT Racing, acquisir&ograve; una confidenza tale da poter essere costantemente pi&ugrave; veloce ed efficace". Fabio Menghi: "L'atmosfera del box VFT &egrave; fantastica"  Fabio &egrave; molto carico. Da ottimo ex pilota e abile manager, Menghi svela le ambizioni del suo VFT Racing: "Ho due punte giovani e motivate - parla, ovviamente, di Spinelli e Abe - coi quali &egrave; facile condividere il lavoro, poich&eacute; entrambe vogliose di fare bene. Insieme a Nicholas affronteremo tutto il Mondiale, con Maiki disputeremo le tappe europee". Una assortita coppia gestita da chi osserva le azioni da bordo pista e mette le mani dentro ai motori: "L'italiano &egrave; stato subito veloce, dimostrando il rapido adattamento da bicilindrica a Yamaha quattro cilindri. Il giapponese ha fame di arrivare, a dispetto delle tante cose da imparare". Infine, la tecnica, tanto amata dal romagnolo: "La R6, magari, soffre in termini di potenza rispetto alle New Generation, oggi a godere di un regolamento che favorisce la crescita prestazionale. Tuttavia, la Yamaha resta una grandissima Supersport. Sono rimasto sorpreso dai nostri piloti, sono certo che, lavorando uniti, ci toglieremo piacevoli soddisfazioni. L'atmosfera nel garage &egrave; fantastica, la sfrutteremo pienamente".       

Nicholas, campione italiano di categoria con Ducati, prepara la stagione mondiale assieme al team VFT Racing: "Sulla R6 posso giocare, alla Panigale bisogna darle del lei"&nbsp;

Supersport, Spinelli: "Il motore Yamaha va tenuto in tiro"

        Michael Ruben Rinaldi concluded the 2022 season in fourth place overall. Compared to the previous year, he won less but scored more consistent results. Looking back, the Italian considers where he might improve in order to aim for the title: &ldquo;This was my second year with the team and I won less if we consider my three races in 2021, but I scored more points and secured a great overall result. I couldn&rsquo;t do more, mainly because the top three were on another level. I was close, but not enough to be able to do more. The aim was to finish top three, but they were just too strong. My result is no small thing, but I want to be up front with them. I&rsquo;m pleased anyway because we ran a more consistent season compared to the year before.&rdquo; &nbsp; A champion as team-mate  Alvaro Bautista brought the title back to Ducati, something Michael was very pleased to see, but watching your team-mate win with the same bike as you will always raise questions that are difficult to answer. &ldquo;When you see your team-mate winning, it gnaws at you, or rather it increases the hunger you have to go out and win the title too. Alvaro, Toprak and Rea have this ability to always run up front. This is a difference between MotoGP and SBK right now, because in the world championship there&rsquo;s more variation up front, but here you have to be really consistent and very few manage it. The only guy who was able to beat Rea was Toprak, who interrupted his winning streak, and now Bautista. But for a while now it&rsquo;s been just the three of them fighting for the win. I can say that I&rsquo;m at my personal best right now and am happy.&rdquo; &nbsp; 100% is not enough  The aim is to win and the dream is to triumph at the end of the year but it&rsquo;s tough in these conditions and at this level, and you have to perfect the smallest details to achieve the final result. &ldquo;The three best riders never make mistakes and to stick with them, you have to be 100%, and sometimes even that is not enough. If you&rsquo;re running at 90%, you&rsquo;ll be behind, maybe finishing fifth. This season, I had great race pace, if I&rsquo;d ridden like that in 2021 I&rsquo;d have finished ten seconds ahead of the guy behind.&rdquo; &nbsp; Plans for winter The key to improving undoubtedly has to do with working hard this winter, in order to be as prepared as possible for the new season. Rinaldi knows this, and already has a well-structured training plan: &ldquo;On 12 December I&rsquo;ll start with a new training plan because I&rsquo;m good and am just lacking in terms of my ability to win. I need to improve my skills so that I can also be competitive in difficult conditions. Look at Phillip Island for example, where the damp track conditions didn&rsquo;t help me. You can only improve this by riding. So as soon as it stops raining, I&rsquo;ll be out on the supermotard trying to work on this.&rdquo; &nbsp; Michael: &ldquo;Bautista the best team-mate I&rsquo;ve ever had&rdquo; When they win the title on the other side of the garage, your self-esteem takes a knock, but this wasn&rsquo;t exactly the case with Alvaro: &ldquo;If your team-mate wins it&rsquo;s a blow to your ego but you have to hold on because sooner or later the results will come. In SBK right now, you can&rsquo;t hope to come in and immediately thrash everyone because the guys up front are too strong. You need to be humble and understand where you can improve. Alvaro is definitely the best team-mate I&rsquo;ve ever had. We talk a lot and there&rsquo;s mutual respect which helped me a lot. He&rsquo;s taught me to persevere, to be humble, and to recognise that results will ultimately come with hard work. You can tell he&rsquo;s a great person in that a man of his experience, at 38, is still trying to improve and learn alongside a 26-year old like me. He has never stopped giving it his all and would be up at 5am, always persevering &ndash; this is something I can learn from him.&rdquo; &nbsp; You have to swallow bitter pills to reach the top All champions and athletes in general have to take criticism throughout their careers and turn this into something that can push them to improve. The Italian rider has experienced this for himself and has this to say: &ldquo;Living with all the talk that surrounded and surrounds me is not easy, it&rsquo;s annoying, but you have to understand that when you&rsquo;re on a factory team you&rsquo;re at the centre of attention and there are no excuses. When I was in Stock 1000, anything that came my way was a &lsquo;bonus&rsquo;. Now you have to achieve the goal, you have to man up in this respect - you&rsquo;re no longer an 18-year old hoping that your talent will take you places without the right preparation. Everyone in my world has had to eat shit before becoming a champion and I&rsquo;ll do it too.&rdquo;       

After a turbulent season, the Ducati Aruba.it rider talks past, present and future

SBK Rinaldi: “To become champion you have to swallow bitter pills. Alvaro the perfect team-mate”

        Michael Ruben Rinaldi ha chiuso la stagione 2022 in quarta posizione in classifica piloti. Rispetto allo scorso anno ha vinto di meno, ma ha portato a casa un risultato pi&ugrave; concreto. Guardando indietro il pilota italiano cerca di capire cosa si pu&ograve; migliorare per puntare a vincere il titolo: &ldquo;Questo era il mio secondo anno nel team, ho vinto di meno rispetto alle tre gare del 2021 per&ograve; ho raccolto pi&ugrave; punti e un'ottima posizione finale. Non sono riuscito a fare meglio soprattutto perch&eacute; i primi tre hanno fatto un altro sport. Sono stato vicino, ma non troppo da poter essere migliore. L&rsquo;obiettivo era finire in top 3, per&ograve; erano davvero troppo forti. Non &egrave; poco per&ograve; voglio stare davanti insieme a loro. Comunque sono contento perch&eacute; &egrave; stata una stagione pi&ugrave; costante rispetto allo scorso anno." Un compagno campione  Alvaro Bautista ha riportato il titolo alla Ducati e per Michael tutto ci&ograve; &egrave; stato bello per&ograve; vedere il tuo compagno che vince con la tua stessa moto ti pone sempre delle domande a cui la risposta &egrave; difficile da dare. &ldquo;Quando vedi il tuo compagno di box vincere ti &ldquo;rode&rdquo;, o meglio ti aumenta la fame che hai dentro di prenderti anche tu il titolo. Loro &ndash; Alvaro, Torpak e Rea &ndash; hanno questa capacit&agrave; di stare sempre l&igrave; davanti. Questo &egrave; un aspetto che differenzia la MotoGP dalla SBK, perch&eacute; nel motomondiale in testa c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; cambio, qui devi essere davvero costante e in pochi ci riescono. L&rsquo;unico ad aver battuto Rea &egrave; stato Toprak che ha interrotto quella striscia vincendo il mondiale, poi ora Bautista. Ma &egrave; da diverso tempo che sono sempre loro a combattere per la vittoria. Io posso dire che ho raggiunto il mio livello personale top e ne sono contento.&rdquo;  Dare il 100% non basta L&rsquo;obiettivo &egrave; vincere e il sogno &egrave; trionfare a fine stagione ma in queste condizioni e a questo livello &egrave; molto complicato, devi limare tutti i piccoli dettagli per far arrivare il risultato tanto sperato. &ldquo;Ci sono i tre piloti migliori che non sbagliano mai e per stare dietro a loro tu devi essere al 100%, che tante volte neanche basta. Se invece sei al 90% sei dietro e magari concludi con un quinto posto. In questa stagione ho avuto un gran passo gara che se lo avessi fatto nel 2021 avrei dato dieci secondi a quello dietro di me." Piano per l&rsquo;inverno Il punto chiave per migliorarsi sar&agrave; sicuramente lavorare bene questo inverno per puntare a essere al top della forma ad inizio stagione senza farsi trovare impreparati, e questo Rinaldi lo fa e ha gi&agrave; un piano di allenamenti ben strutturato: &ldquo;Partir&ograve; il 12 dicembre con una nuova preparazione perch&eacute; sto bene e quello che mi manca &egrave; solo vincere. Devo puntare a migliorare le mie skills cos&igrave; da essere competitivo anche in condizioni difficili. Faccio l&rsquo;esempio della gara a Phillip Island dove le condizione umide della piste non mi hanno aiutato. Questo si perfeziona solo andando in moto. Infatti appena avr&agrave; smesso di piovere prender&ograve; la supermotard e scender&ograve; in pista a girare cercando di lavorare su questo aspetto.&rdquo; Passa alla prossima scheda &nbsp; Michael: &ldquo;Bautista miglior compagno che abbia mai avuto&rdquo;  La tua autostima quando il box vicino al tuo vince il titolo si abbassa, ma ci&ograve; con Alvaro non &egrave; avvenuto del tutto: &ldquo;Sicuramente se il compagno di squadra vince l&rsquo;ego personale si abbassa per&ograve; devi tenere duro che prima o poi il risultato arriver&agrave;. In una SBK di adesso non si pu&ograve; sperare di arrivare e spaccare tutto subito perch&eacute; sono troppo forti i piloti davanti. Bisogna essere umili e capire dove ci si pu&ograve; migliorare. Alvaro &egrave; senza alcun dubbio il compagno migliore che ho mai avuto. Ci confrontiamo molto, parliamo tanto, c&rsquo;&egrave; rispetto reciproco ci&ograve; mi ha aiutato davvero molto. Lui mi ha insegnato a perseverare, ad essere umile e che con il lavoro prima o poi l&rsquo;obiettivo si raggiunge. Si capisce che &egrave; una grande persona dal momento che un uomo di 38 anni con la sua esperienza si confrontava cercando di migliorarsi con un ragazzo di 26 come me, cercando di imparare ancora pi&ugrave; cose per andare forte. Lui non ha mai smesso di dare il massimo, alle cinque del mattino era gi&agrave; sveglio e perseverava sempre, questo &egrave; un aspetto che devo prendere da lui.&rdquo; Per arrivare al top devi mandare gi&ugrave; bocconi amari Tutti i campioni e sportivi in generale nella loro carriera hanno dovuto prendere le critiche e convertirle in un qualcosa che li spronasse a essere migliori. In questo caso anche il pilota talento italiano ha passato questo periodo e ne parla cos&igrave;: &ldquo;Convivere con tutte le voci che giravano e girano su di me non &egrave; facile, sicuramente mi dava fastidio per&ograve; c&rsquo;&egrave; da capire che quando sei in un team ufficiale sei al centro dell&rsquo;attenzione e non esistono scuse. Al tempo della &ldquo;stock&rdquo; 1000 tutto quello che arrivava era un &ldquo;di pi&ugrave;&rdquo;. Ora qui devi raggiungere l&rsquo;obiettivo, devi essere un uomo sotto questo aspetto e non pi&ugrave; un ragazzino di diciotto anni che puntava tutto sul talento senza prepararsi al meglio. Tutti nel mio mondo hanno mangiato merda prima di diventare campioni e questo lo far&ograve; anche io.&rdquo;        

Dopo una stagione turbolenta il pilota Ducati Aruba.it torna parlare puntando l&rsquo;occhio verso il passato ma pronto per il futuro che lo aspetta

SBK Rinaldi: “Per diventare campione devi digerire bocconi amari. Alvaro un compagno perfetto”

        In una composizione crescente dello scacchiere Moto3 prossimo, aggiungiamo l'ufficialit&agrave; comunicata dal team MT Helmets MSI, formazione equipaggiata da KTM con in forza oggi Diogo Moreira. Proprio il brasiliano godr&agrave; di conferma, per un 2023 all'insegna dei medesimi abiti. Moreira, asso brasiliano del futuro... e del presente  Esseno un rookie di classe, Moreira sta imparando tutto quanto gli possa servire per il presente e per il futuro iridato. Il diciottenne di San Paolo vanta grandi doti tecniche, esibite pi&ugrave; volte nel Supermotard, e ottime esperienze con la cilindrata 250. Quest'anno per lui &egrave; situazione di immagazinnaggio dati, missione per ora compiuta in toni d'eccellenza. Il 2023, invece, lo attender&agrave; al varco: Diogo sa che dovr&agrave; dimostrare e confermare un talento gi&agrave; espresso, meglio farlo senza cambiare vestiti sociali.&nbsp;       

Il brasiliano Diogo, oggi titolare della KTM della squadra brandizzata MT Helmets, continuer&agrave; l'esperienza iridata di classe per il secondo anno consecutivo

Repetita iuvant: Moreira e MSI insieme anche nella Moto3 del 2023

        Con le prime prove per i piloti di tutte le categorie, &egrave; ufficialmente iniziata l'edizione 2022 del Manx Gran Prix sull'Isola di Man. Tra i primi a percorrere gli iconici 60 chilometri del Mountain Course c'&egrave; stato l'italiano Maurizio Bottalico, che con la Yamaha R6 numero 42 del team Martimotos ha effettuato sia il giro a velocit&agrave; controllata riservato ai newcomers, sia due giri &ldquo;normali&rdquo; nella sessione della classe Senior. Abbiamo chiesto al campione europeo Supersport e Supermotard in Salita, nonch&eacute; grande specialista del CIVS, le proprie sensazioni dopo i primi giri sul circuito pi&ugrave; iconico del mondo: ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva.&nbsp; ManxGP: Andrea Majola al via della Classic Superbike con la Ducati 916 Bottalico: &ldquo;Ci si rende conto della velocit&agrave; solo quando si &egrave; in sella&rdquo;   Il "Newcomer's Lap" di Bottalico, con la Yamaha R6 numero 42 &ldquo;&Egrave;&nbsp;stato semplicemente pazzesco. Non esagero se dico che ho impiegato un'ora per rendermi davvero conto di aver girato sull'Isola di Man per la prima volta, perch&egrave; &egrave; stata un'esperienza incredibile&rdquo;, racconta il Cappellaio Matto. &ldquo;Si possono vedere un sacco di onboard e video vari, percorrere il tracciato alla PlayStation e guardare le foto, ma solo una volta in azione ci si rende conto delle velocit&agrave; folli a cui si va mentre si sfiorano alberi e muretti. E' tutto un altro mondo&rdquo;. &ldquo;Abbiamo avuto qualche problema di giovent&ugrave; e dobbiamo ancora settare al meglio la moto, in particolare le sospensioni, ma ritrovarsi al quarto posto tra i newcomers dopo soli tre giri percorsi significa essere sulla strada giusta e non vedo l'ora di tornare in azione nei prossimi giorni in questo posto magico&rdquo;, conclude Maurizio, visibilmente felice del proprio esordio. MotoGP: rapporto finito tra i fratelli Marquez e il manager Alzamora       

Tra gli esordienti sul Mountain Course, nell'edizione di quest'anno c'&egrave; anche il pilota italiano: ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva dopo la prima giornata di prove

ManxGP, i primi giri di Bottalico sull'Isola di Man: “È un altro mondo”

        La pausa estiva della MXGP &egrave; finita, &egrave; durata due settimane, &egrave; stata la pi&ugrave; lunga dell&rsquo;anno ed &egrave; l&rsquo;unica che il Circus del Mondiale di Motocross si conceder&agrave; fino alla fine della stagione, Nazioni compreso. E&rsquo; quindi ora di affrontare la prima delle due doppiette che porteranno all&rsquo;assegnazione dei titoli di MX2 e MXGP, la seconda sar&agrave; quella finale di Turchia-Oman e nel mezzo ci sar&agrave; la tripletta Svezia-Finlandia-Francia.&nbsp;  A Loket si disputer&agrave; il tredicesimo round del Mondiale MXGP 2022 Mondiale gi&agrave; di Gajser ma la storia ci insegna che... In MXGP i giochi sono praticamente gi&agrave; fatti, Tim Gajser (Honda) ha il quinto titolo praticamente gi&agrave; in tasca e a meno di incredibili colpi di scena, il vantaggio di 125 punti (5 manche), dovrebbe garantirgli la vittoria assoluta gi&agrave; in Francia al termine di gara uno, sar&agrave; solo questione di vedere come lo sloveno decider&agrave; di gestire il suo capitale, se tenter&agrave; di allungare ulteriormente, come fatto in Germania e Indonesia, o se si accontenter&agrave; di gestire sornione, senza prendere rischi memore di quanto accaduto proprio a Loket a Josh Coppins (Yamaha). 2007, mancano cinque GP alla fine, si corre a Loket (come questo fine settimana) e Coppins ha la bellezza di 107 punti di vantaggio su Steve Ramon (Suzuki) che sembrano garantirgli il primo titolo in carriera. La storia racconta per&ograve; un&rsquo;altra storia, una brutta caduta in discesa, un infortunio pi&ugrave; grave del previsto e il buon neozelandese, vero talento di costanza e regolarit&agrave;, a fine anno si ritrova terzo alle spalle di Ramon e di Kevin Strijbos (Suzuki).  Josh Coppins in azione con la Yamaha: nel 2007 il neozelandese perse l'occasione di diventare Campione del Mondo Seewer, Renaux e Coldenhoff, il trio Yamaha che insidia Prado Alle spalle di Gajser, che a Loket non ha mai vinto in carriera, la lotta per la conquista del secondo &egrave; accesissima e in lizza ci sono Jorge Prado (GasGas), ben tre volte vincitore in Repubblica Ceca e Jeremy Seewer (Yamaha), separati da 5 punti e seguiti a 40 da Maxime Renaux (Yamaha) e da Glenn Coldenhoff (Yamaha), col francese che visti i recenti video pubblicati che lo vedono impegnato in allenamento sulla sabbia di Lommel, potrebbe rientrare in gara questo fine settimana, ben prima del previsto. Il rientro di Maxime potrebbe scompigliare un po&rsquo; le cose in casa Yamaha, ora che i due compagni di squadra hanno trovato il bandolo della matassa e stanno inanellando podi su podi, rimontando un inizio di stagione non entusiasmante come quello del Campione del Mondo della MX2 2021.  Il duo GasGas Prado-Guadagnini, nel 2021 port&ograve; a casa la vittoria in entrambe le manche Febvre gi&agrave; in forma podio, arrivederci Herlings nel 2023? Si accettano scommesse invece per il primo podio stagionale di Romain Febvre (Kawasaki) che dopo il pi&ugrave; che brillante debutto in Germania, ha sfiorato la top tre in Indonesia. La pista dura e sassosa di Loket, sulla quale ha vinto nel 2015 (anno del suo primo titolo) e nel 2019 &egrave; sempre andata a genio al francese che memore del suo passato in Supermotard, ha fatto dei terreni duri e scivolosi uno dei suoi piatti preferiti. Sembrava quasi pronto per il rientro Jeffrey Herlings (KTM), da giorni ormai in moto per preparare il debutto stagionale che ha per&ograve; postato un criptico "2023", segno forse che dovremo rassegnarci all'idea di rivederlo in azione tra almeno 7/8 mesi.  Romain Febvre al suo rientro in pista in Germania, il francese ha gi&agrave; sfiorato il podio due volte Rientra Forato, Mattia quanti bei ricordi! Per gli italiani la buona notizia &egrave; rappresentata dal rientro di Alberto Forato (GasGas), assente dal GP di Francia per l&rsquo;infortunio subito in partenza, mentre Mattia Guadagnini arriver&agrave; pi&ugrave; carico che mai, memore della fantastica giornata che anche lui contribu&igrave; a regalare al team De Carli, vincendo in MX2, mentre Prado si aggiudicava la MXGP, precedendo sul podio Antonio Cairoli (KTM) secondo, realizzando l&rsquo;incredibile bottino di due primi e un secondo posto conquistati con i tre piloti. In gara anche Ivo Monticelli (Honda) e Nicholas Lapucci (Fantic), reduce da un Gran Premio indonesiano pi&ugrave; che positivo. Non ci saranno invece Alessandro Lupino (Beta) e Michele Cervellin (KTM), col viterbese ancora in fase di recupero dopo le disavventure legate all&rsquo;appendice, mentre un nuovo infortunio ha messo fine alle speranze di vedere il veneto in gara nel 2022.  Terreno amico per Ivo Monticelli in Repubblica Ceca, il marchigiano predilige infatti i suoli duri e sassosi        

Dopo essersi ripresi dalla lunga e complicata trasferta indonesiana per i piloti della MXGP e della MX2 &egrave; arrivato il momento di riprendere il cammino che li porter&agrave; fino in Oman

MXGP: il mondiale riparte da Loket

        Proprio come le moto da Cross, anche le Supermotard sono in continua evoluzione. Si tratta di prodotti dedicati all&rsquo;uso in circuito, dove l&rsquo;unico parametro che conta &egrave; quello prestazionale. Cose di Case: ecco la "piccola" Honda Hornet Le novit&agrave;  Le novit&agrave; introdotte sul nuovo modello KTM 450 SMR sono molte, a partire dal telaio. Il punto di fissaggio dell&rsquo;ammortizzatore migliora la stabilit&agrave; sul dritto tramite un sistema &ldquo;anti squat&rdquo;, che assicura una migliore accelerazione. Le pedane sono state montate in posizione pi&ugrave; interna e il telaietto posteriore, realizzato in alluminio e rinforzato in poliammide &egrave; molto pi&ugrave; resistente. Le piastre della forcella in alluminio sono fresate CNC; questa soluzione aumenta la superficie di contatto con i foderi della forcella. Il nuovo forcellone in alluminio pressofuso, l&rsquo;inedito perno ruota posteriore da 22 mm &Oslash; e l&rsquo;ammortizzatore WP XACT di ultima generazione promettono un migliore feeling nell&rsquo;uso al limite dell&rsquo;aderenza. La forcella AER con steli da 48 mm &Oslash; &egrave; dotata di funzioni di smorzamento divise e di ghiere per la regolazione che non richiedono utensili. Anche l&rsquo;ammortizzatore WP XACT si distingue per la stessa praticit&agrave;: pi&ugrave; corto e pi&ugrave; leggero, ma con la stessa escursione di prima, offre caratteristiche di smorzamento professionali. Di serie ci sono la frizione antisaltellamento Suter con pompa idraulica firmata Brembo. L&rsquo;impianto frenante &egrave; composto da un disco anteriore da 310 mm &Oslash;, abbinato a una pinza Brembo a quattro pistoncini; il freno posteriore da 220 mm &Oslash; &egrave; abbinato a una pinza a pistoncino singolo. La KTM 450 SMR 2023 viene equipaggiata con pneumatici Metzeler Racetec SM K1. Motore e cambio  Il nuovo motore SOHC eroga 63 CV a fronte di un peso di poco inferiore ai 27 kg, quasi mezzo chilo in meno rispetto alla versione precedente. Il propulsore &egrave; stato inclinato all&rsquo;indietro e il pignone abbassato di 3 mm. Pankl Racing Systems ha fornito una scatola del cambio a cinque marce con un nuovo rapporto di trasmissione. Un&rsquo;altra caratteristica della nuova 450 SMR &egrave; l&rsquo;inedito quickshifter, per salire di marcia senza frizione. Questa funzione pu&ograve; essere disabilitata tramite l&rsquo;interruttore combinato posto sul manubrio ed &egrave; integrata nel sistema di gestione del motore Keihin, che tra le varie opzioni consente di intervenire sul controllo della trazione e sul launch control, oltre alla possibilit&agrave; di scegliere tra due mappature del motore personalizzabili. La 450 SMR 2023 &egrave; disponibile presso tutti i concessionari KTM, al prezzo di 11.690 Euro (IVA inclusa). Cose di Case: Yamaha Niken e Wonder Italy       

La moto austriaca continua l&rsquo;evoluzione dedicata all&rsquo;uso sull&rsquo;asfalto delle piste

Cose di Case: KTM 450 SMR, sempre più super

        Talento ne aveva, Doriano Romboni. E da vendere. I suoi duelli storici con Max Biaggi e Loris Capirossi fecero emozionare e lo proiettarono nell&rsquo;Olimpo del Mondiale. Deciso e schietto, da vero guerriero lo spezzino ha combattuto sempre contro le avversit&agrave;, talvolta vincendo, talvolta no. Ma rimanendo indelebile negli anni d&rsquo;oro della 250 per il motociclismo italiano. Nato a Lerici l&rsquo;8 dicembre 1968, Doriano Romboni debutt&ograve; in 125 nel 1989 con la Honda, e gi&agrave; l&rsquo;anno successivo conquist&ograve; due vittorie e altri quattro podi con il quarto posto finale. Nel 1991 approd&ograve; nella classe di mezzo, sempre con la Honda. Alla sua seconda stagione arriv&ograve; il primo podio: terzo in Gran Bretagna, alle spalle di Pierfrancesco Chili e di Loris Reggiani. Duelli da leggenda: Ekerold contro Mang al N&uuml;rburgring La prima vittoria   La prima vittoria Il primo trionfo nella categoria arriv&ograve; nel GP Austria 1993, per cinque centesimi su Capirossi e quattro decimi su Helmut Bradl. &ldquo;Dopo tre anni passati in 250 me la sono proprio meritata&rdquo; disse Romboni a Motosprint subito dopo la vittoria a Salisburgo. &ldquo;Non &egrave; un risultato arrivato per caso, &egrave; il frutto di un lavoro duro, cominciato nel &rsquo;91. In questo campionato non mi sono mai sentito al massimo, sapevo che in me c&rsquo;era qualcosa che non andava. Oggi invece mi sentivo pronto per la prima vittoria&rdquo;. Romboni si conferm&ograve; vittorioso nel round successivo, in Germania, a Hockenheim, per nove centesimi su Capirossi, con Bradl ancora terzo. Con quella doppietta, sal&igrave; al secondo posto in campionato, a 22 punti da Tetsuya Harada, ma l&rsquo;incidente nel successivo GP Olanda lo tagli&ograve; fuori dalla corsa al titolo: Doriano si frattur&ograve; la gamba destra e fu costretto a saltare altri tre round. Al rientro, centr&ograve; un bel podio a Laguna Seca, con il secondo posto nel penultimo GP. E proprio nel GP Stati Uniti torn&ograve; al successo nel 1994, annata in cui sigl&ograve; sette ulteriori podi, chiudendo quarto la sua ultima stagione con la Honda targata HB. Fuori dal tunnel?   Nel 1995 corse ancora con la Honda, tuttavia con i colori di Giacomo Agostini. Con due podi in Sud America sul fi nire della stagione, con il terzo posto in Argentino e soprattutto la vittoria a Rio, chiuse nono il Mondiale. Quella vittoria a Rio gli diede grande carica: &ldquo;Finalmente sono uscito dal tunnel&rdquo; dichiar&ograve; a Motosprint. &ldquo;Un tunnel lungo un anno. Problemi fisici e di adattamento con le gomme mi hanno tenuto fuori dalla battaglia, ma ho dimostrato che quando tutto va bene posso vincere. Se a volte ho dubitato delle mie capacit&agrave;, oggi sono di nuovo sicuro di poter puntare al titolo, se mi daranno la possibilit&agrave; di farlo. Penso di meritarlo&rdquo;. Tuttavia non and&ograve; cos&igrave;. Romboni disput&ograve; due stagioni in 500 con l&rsquo;Aprilia (con lo storico podio in Olanda nel 1997) e un GP nel 1998 con la Muz-Weber prima di fratturarsi lo scafoide. Romboni chiuse poi la carriera con alcune gare nel mondiale Superbike nel 1999 &ndash; anno in cui rimedi&ograve; un&rsquo;altra brutta frattura alla gamba destra &ndash; nel 2000 e nel 2004. Nel 2013, a 45 anni, perse la vita al circuito Il Sagittario di Latina, mentre disputava le prove della gara di Supermotard in memoria di Marco Simoncelli. Qualche rimpianto, ma senza amareggiarsi   Negli ultimi anni Doriano era stato direttore sportivo del Team Puccetti-Kawasaki e poi del Team Italia per la Federazione Motociclistica Italiana. Quando parlava della sua carriera in 250, recriminava per la mancanza di &ldquo;Un pizzico di fortuna nel 1993&rdquo; riferendosi all&rsquo;incidente di Assen. &ldquo;Se avessi vinto il titolo quell&rsquo;anno forse la mia carriera sarebbe cambiata&rdquo; diceva. Sapeva che avrebbe potuto conquistare un titolo, ma non si amareggiava: &ldquo;Non possiamo vincere tutti, bisogna sapersi accontentare&rdquo; era solito dire. Duelli da leggenda, Valencia 2006: Hayden campione, Rossi per terra       

In cinque stagioni nella classe intermedia il ligure ottenne un poker di successi e 15 podi nonostante gli infortuni. Con il suo talento, il compianto &ldquo;Rombo di Tuono&rdquo; avrebbe meritato la chance di giocarsi il titolo fino in fondo

Doriano Romboni, il Re senza corona della classe 250

        Una passione essenza del futuro. Youry Catherine, giovane pilota della Martinica, ha saputo far crescere dentro di s&eacute; una passione che con il passare degli anni &egrave; diventata il motivo del suo successo continentale e, chiss&agrave;, forse anche oltre. La sua adolescenza &egrave; stata tra acque turchesi e palme da cocco, sabbia dorata e tramonti infuocati, forse non sufficienti per dare sfogo all&rsquo;amore per la moto, da sempre sua compagna di avventure, a partire dai primi giri in Minimoto da bambino, fino ad arrivare in pista e alle competizioni in cui oggi corre e vince. Il diciottenne oggi vive a Parigi per motivi di studio, ma la carriera da Motarder &egrave; con il team piemontese Gazza di Massimiliano Gazzarata, uno dei pi&ugrave; forti piloti italiani di Motocross degli anni &rsquo;90 e Supermoto. Il binomio, lo scorso 17 ottobre, ha ottenuto il titolo europeo di Supermoto, grazie alla doppietta nelle manche finali di Castelletto di Branduzzo. Manubri larghi: la vita e la carriera di Darcy Ward Il racconto di Youry  Youry, la conquista dell&rsquo;europeo Supermoto S2 e del mondiale a squadre Junior &egrave; la realizzazione del primo sogno? &ldquo;La mia stagione all&rsquo;Europeo era iniziata piuttosto male a causa delle mie cadute nelle prime due gare, ma ho saputo tirarmi su e vincere le altre prove. All&rsquo;ultima gara per trionfare dovevo arrivare davanti al leader (Bushberger, ndr) in entrambe le manche. Missione compiuta: voglio rivolgere un enorme &lsquo;grazie&rsquo; al Team Gazza Racing. Perch&eacute; ogni successo &egrave; la combinazione tra la bravura del pilota e quella del team&rdquo;. Hai dovuto anche fare i conti un problema al legamento crociato di un ginocchio? &ldquo;S&igrave;, &egrave; successo durante una caduta in allenamento facendo Motocross, ho dovuto prestare attenzione nelle gare seguenti&rdquo;. La moto diventer&agrave; la tua professione a tutti gli effetti? &ldquo;Spero vivamente che anche questo bellissimo sogno un giorno non troppo lontano possa avverarsi&rdquo;. Come sei arrivato a praticare il Supermotard? &ldquo;Ho sempre avuto la passione per le moto, ho iniziato a guidare all&rsquo;et&agrave; di tre anni e poi a cinque ho iniziato con la Supermoto nella mia terra di origine, la Martinica&rdquo;. Come ti sei preparato lo scorso inverno per affrontare al meglio la stagione? &ldquo;Lo scorso inverno sono tornato in Martinica perch&eacute; a Parigi faceva troppo freddo. Mi sono allenato quattro volte a settimana per tre mesi, poi sono tornato in Francia per la stagione di gare&rdquo;. L&rsquo;obiettivo era il titolo? &ldquo;Il mio obiettivo &egrave; vincere e cercare di essere sempre in vantaggio sugli avversari, quindi s&igrave;, il nostro obiettivo era la conquista del titolo europeo S2&rdquo;. Nel computo stagionale hai ottenuto due vittorie e due secondi posti assoluti, cinque vittorie e due secondi posti di manche, poi un sesto posto di giornata che sciupa la media. &ldquo;&Egrave; stata una gara-no in Repubblica Ceca, ho fatto una falsa partenza e nella seconda manche due cadute mi hanno fatto perdere molti punti. Un GP negativo che ha complicato la mia classifica, poi ho raddrizzato la situazione&rdquo;. &nbsp;Con il tuo team quali sono i programmi per il 2022? &ldquo;L&rsquo;anno prossimo sar&agrave; ancora pi&ugrave; importante perch&eacute; ci sar&agrave; il passaggio al mondiale S1GP. L&rsquo;appuntamento tanto atteso nel quale potr&ograve; confrontarmi con i top rider della specialit&agrave;&rdquo;. Per essere al top servono preparazione atletica e tecnica, ma anche tattica e mentalit&agrave;. In che ordine li metti? &ldquo;La cosa pi&ugrave; importante &egrave; la mente, se non hai la testa il resto conta poco, poi la preparazione atletica, quindi la preparazione tecnica e infine la tattica&rdquo;. Chi, della tua famiglia, ti segue alle gare? &ldquo;Mio padre, anche perch&eacute; lui &egrave; stato un pilota di moto, &egrave; stato lui a trasmettermi la passione e a insegnarmi tante cose. Tutto il resto della mia famiglia che abita in Martinica, di tanto in tanto, affronta il viaggio per venire a seguirmi&rdquo;. Manubri larghi: l'infinito Attilio Pignotti       

Dall&rsquo;esotica Martinica al titolo europeo Supermoto: ecco la storia del giovane pilota&nbsp;

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