Trent&rsquo;anni fa, e per l&#39;esattezza nel weekend del 24-25 marzo un certo Loris Capirossi muoveva i suoi primi passi nel Motomondiale. Si disputava il Gran Premio del Giappone, a Suzuka: il primo round della stagione 1990. Loris arrivava dal campionato europeo, dove si era piazzato quarto con tre vittorie in sella ad una Honda. E proprio con una Honda, con i colori del team Pileri, si schier&ograve; nel Motomondiale del 1990. All&rsquo;epoca non aveva ancora compiuto 17 anni, essendo nato il 4 aprile del 1973.    Yesterday: Loris Capirossi, tre volte campione del mondo  &ldquo;Non sono pi&ugrave; un ragazzino&rdquo;   In qualifica Loris Capirossi si piazz&ograve; ventiseiesimo, ma in gara sigl&ograve; una gran rimonta, piazzandosi addirittura sesto, con 8 decimi di vantaggio su Gresini, che era partito con il ventunesimo tempo.  Storica la sua dichiarazione dopo la gara: &ldquo;Ho capito che nel mondiale la gente non guarda in faccia a nessuno, cos&igrave; mi sono adeguato. Non sono pi&ugrave; il ragazzino che ero prima di partire per il Giappone. Ho imparato a difendermi dalle spallate e a restituirle se necessario&rdquo;, disse Capirossi, che nel corso della sua prima gara non aveva mostrato alcun timore reverenziale verso nessuno e aveva rifilato una spallata ad un giapponese che lo aveva ostacolato pi&ugrave; volte. Da ultimo, si era tolto anche la soddisfazione di sorpassare il due volte campione del mondo Fausto Gresini.  Da ricordare che allora non si correva in regime di monogomma: il vincitore Spaan correva con le Dunlop, mentre la Honda di Gresini e Capirossi montava le Michelin.    La top 5   A dominare la gara fu invece l&rsquo;olandese Hans Spaan, con 4&rsquo;&rsquo;3 di vantaggio su Stefan Prein e 5&rsquo;1 su K?ji Takada, bravo ad arrivare sul podio anche se la sua Honda non disponeva del kit ufficiale e dopo un gran recupero per rimediare ad un fuoripista al primo giro.  I primi tre inflissero un buon distacco sul quarto classificato, Dirk Raudies, quarto a 14&rsquo;&rsquo;7, con &nbsp;Kinya Wada, su Honda, quinto a 20&rsquo;&rsquo;. Anche il giapponese era al debutto nel mondiale, e aveva sopreso siglando la pole position davanti a Martinez.  A proposito dello spagnolo Jorge &lsquo;Aspar&rsquo; Martinez, che i pronostici davano per favorito, era candidato al secondo posto, prima di cadere a 5 giri dalla fine. Gi&agrave; tre volte iridato nella classe 80 e campione del mondo della 125 nel 1988, lo spagnolo correva in sella alla JJ-Cobas.    Gli altri italiani   Tra gli altri italiani al traguardo, un certo Maurizio Vitali, pap&agrave; di Luca, che correva sulla nuova Gazzaniga e si piazz&ograve; ventesimo dopo una gara molto grintosa.  Tra i ritiri, quello di Ezio Gianola, sulla Derbi, a 13 giri dalla fine per problemi tecnici. Tra l&rsquo;altro, proprio Gianola deteneva il record della pista, in 2&rsquo;26&rsquo;&rsquo;98, che per&ograve; fu infranto da Prein, autore del nuovo primato in 2&rsquo;25&rsquo;&rsquo;04. Gianola era il primo pilota non iberico a correre per la Casa spagnola.&nbsp;  Non riusc&igrave;, invece, a qualificarsi Gabriele Gnani, in sella alla sua nuova 125 artigianale che portava il suo cognome.  Da segnalare la presenza di una donna pilota: la finlandese Taru Rinne, che sigl&ograve; l&rsquo;ultimo crono in qualifica (il 40esimo tempo) ma port&ograve; a termine la gara, sia pure ultima, a 1 giro.  Rossi dalla quarantena: &ldquo;Si potrebbe fare un campionato di 12-13 GP&rdquo; 

Il Gran Premio del Giappone fu la gara del debutto di Loris minorenne, che sorprese con il sesto posto. La vittoria and&ograve; all&rsquo;olandese Hans Spaan. Sul podio anche Prein e Takada

Trent&rsquo;anni fa: in 125 a Suzuka, il primo GP di Capirossi

Ecco alcuni degli scatti pi&ugrave; belli della carriera di&nbsp;Stefano Bianco, che ha visto il pilota torinese impegnato nel Motomondiale&nbsp;e in Superstock 1000

La carriera di Stefano Bianco - FOTO

        La nuova arma della Honda in Red Bull e Toro Rosso si chiama Honda SH 125: quattro esemplari di uno degli scooter pi&ugrave; venduti in Italia sono stati consegnati ai piloti all&rsquo;inizio del weekend del GP di Spagna: Max Verstappen, Pierre Gasly, Alex Albon e Daniil Kvyat. E a ben guardare, sembra che gli SH 125 abbiano portato anche bene, considerando che Max Verstappen ha concluso il GP sul podio. IL RITORNO DI HONDA - Ma andiamo con ordine: quest&rsquo;anno, per la prima volta dal 2002, il colosso giapponese Honda &egrave; tornato a fornire propulsori per il mondiale di F1. E in particolare, per le RB15 del team Aston Martin Red Bull Racing, oltre che per le Toro Rosso STR14. E i risultati non hanno tardato ad arrivare, considerando che Max Verstappen al momento &egrave; terzo in classifica generale, con due podi al suo attivo e il suo compagno di squadra Pierre Gasly &egrave; sesto. I PREMI - In occasione del GP di Spagna, andato in scena lo scorso weekend, ai piloti &egrave; stato consegnato come &lsquo;premio&rsquo; lo scooter SH125i, non commercializzato in Giappone, ma anche un soffiatore basato sulla versione europea di Honda Blowe venduto come "HHB25" in Giappone. Si tratta di edizioni speciali, con le rispettive livree ufficiali del team Red Bull Racing e Toro Rosso. I piloti Max Verstappen, Pierre Gasly, Alex Albon e Daniil Kvyat hanno partecipato alla cerimonia di consegna insieme ai manager di entrambe le squadre Christian Horner e&nbsp; Franz Tost, al managing director di Honda Racing 1 Masashi Yamamoto e al direttore tecnico Toyoharu Tanabe. UNO SCOOTER E UN SOFFIATORE - L&rsquo;SH 125i &egrave; equipaggiato con un motore monocilindrico OHC 125cc 4 tempi con una potenza massima di 8,98 kW&nbsp; a 8500 giri/min, una coppia massima di 11,5 Nm a 7000 giri/min, e ruote da 16 pollici. Gli scooter saranno utilizzati quotidianamente dal team sui circuiti europei. Il soffiatore HHB 25 ha una cilindrata totale di 25,0 cc, un volume d'aria massimo di 9 metri cubi al minuto e una velocit&agrave; del vento massima di 64 m/s. Il motore &egrave; il piccolo e leggero GX25 adatto per macchine da lavoro portatili come i decespugliatori, con bassi consumi, bassa rumorosit&agrave; e basse vibrazioni. In F1, i soffiatori sono utilizzati per raffreddare i freni quando le auto rientrano dopo uno stint o per asciugare la griglia di partenza se ha appena smesso di piovere.&nbsp;       

Al GP di Spagna consegnati quattro esemplari di Honda SH 125 ai piloti del team F1 Aston Martin Red Bull Racing: Max Verstappen, Pierre Gasly, Alex Albon e Daniil Kvyat

SH 125 è la nuova arma dei team F1 motorizzati Honda

Mentre ancora &egrave; in fase di svolgimento la seconda giornata di test IRTA a Sepang, con sette ore di fuso orario rispetto all&#39;Italia, gi&agrave; arrivano diversi aggiornamenti. Con la classifica ancora in continuo cambiamento, l&#39;occhio stamani &egrave; caduto su un particolare davvero insolito. Valentino Rossi &egrave; sceso in pista intorno alle 12 (ora malese) indossando un casco replica del suo anno di esordio, ovvero il 1996.    IL CASCO STORICO &ndash; Come tutti gli appasionati si ricorderanno, il primo casco di Valentino &egrave; quello con il sole e la luna nella sua versione originale. Met&agrave; giallo fluorescente dove &egrave; disegnato il sole con la faccia sorridente e met&agrave; nero dove invece c&#39;&egrave; uno spicchio di luna con la faccia arrabbiata. Un casco che al suo esordio provoc&ograve; molto scalpore in quanto fu uno dei primi a proporre colori sgargianti e grafiche del tutto personalizzate, lanciando una vera e propria moda in tutti i piloti.    In realt&agrave; prima di lui c&#39;erano stati campioni del calibro di Mick Doohan, Kevin Schwantz, Max Biaggi e lo stesso Graziano Rossi, pap&agrave; di Valentino che avevano osato un po&#39; di pi&ugrave; facendo dipingere da veri e propri artisti caschi che hanno segnato le tappe del Motorsport. E uno di questi, senza dubbio &egrave; quello di Valentino Rossi che in s&eacute; racchiude mille significati, ma che riassumendo, va a spiegare il carattere del pilota: solare e lunatico, fantasioso dall&#39;animo aperto ma allo stesso tempo anche un po&#39; nascosto.    E chiss&agrave; come mai proprio stamani il Dottore ha voluto rindossare la replica di un casco cos&igrave; ricco di ricordi. Che sia un nuovo inizio? Intanto, alla curiosit&agrave; si unisce anche un po&#39; di mistero: dopo il suo primo ingresso in pista il Dottore &egrave; tornato ai box e quando &egrave; riuscito aveva cambiato casco a favore di quello &ldquo;messicano&rdquo; deipinto per lui da Drudi appositamente per i test invenali. Il mistero s&#39;infittisce! 

Correva l&#39;anno 1996 quando Valentino scese in pista per la prima volta con il casco raffigurante il sole e la luna, e oggi a Sepang ha voluto riproporlo

Rossi a Sepang con il casco replica dell&rsquo;esordio in 125

Stagione 3 - Episodio 5. &ldquo;In un mercato dove le 800 sono diventate delle medie, servivano delle piccole in grado di fare battere forte il cuore a chi motociclista lo sar&agrave;, senza fare storcere il naso a chi in sella ha passato una vita. KTM Duke 125 e Duke 390&hellip; La prima ha una ciclistica sorprendente; la seconda ha un motore esagerato!&rdquo;.

Motosprint - The Test di Riccardo Piergentili: KTM Duke 125 e Duke 390

di Federico Porrozzi    Un titolo della 125 Gp arrivato dopo sette anni di vera e propria &ldquo;scalata&rdquo; ai vertici della categoria (quinto, terzo, secondo e primo nelle ultime quattro stagioni della ottavo di litro), poi tre anni di Moto2, &ldquo;conditi&rdquo; da tre vittorie, un terzo e un secondo posto.  PASSAGGIO IN SBK - L&rsquo;ultima stagione in sella alla Suter, per&ograve;, fu avara di soddisfazioni, tanto che l&rsquo;anno scorso, il 27enne di Alcoy decise di passare alle derivate di serie: mondiale Superbike, con la Ducati Panigale del Team Althea. Prestazioni cos&igrave; cos&igrave; (sesto posto all&rsquo;esordio come miglior risultato) e un brutto infortunio lo convincono ad abbandonare il progetto a met&agrave; stagione.   MV LO &ldquo;SALVA&rdquo; - Terol rimane fermo fino alla gara di Jerez, quando passa al mondiale Supersport salendo sulla MV Agusta. Un quinto e un sesto posto su tre tappe disputate gli garantiscono una &ldquo;guida&rdquo; per la stagione 2016: &egrave; il Team Schmidt Racing a metterlo sotto contratto e lui si ritrova in bianco-giallo &ldquo;vestito&rdquo; e di nuovo alla guida della F3.  PRIMO PODIO - Da Phillip Island torna con un discreto undicesimo posto, mentre in Thailandia viene &ldquo;bocciato&rdquo; (venticinquesimo) ma sulla pista di casa di Aragon, Nico arriva pronto per la &ldquo;zampata&rdquo;: finisce terzo, conquistando il primo podio della sua esperienza in Supersport. E&rsquo; atteso alla conferma ad Assen, dove cercher&agrave; di confermare agli altri (e soprattutto a se stesso) la sua crescita.   

Lo spagnolo, campione del mondo della 125 Gp nel 2011, dopo alcuni anni di alti e bassi sembra aver trovato la sua dimensione nel mondiale Supersport 

Nico Terol verso la rinascita

Il 31 marzo del 1996 Valentino Rossi debuttava nel Motomondiale. Era il GP di Malesia del 1996. Un giovane di 17 anni si presentava sulla griglia di partenza del Motomondiale, classe 125cc. Il suo nome era Valentino Rossi&nbsp;su Aprilia RS e&nbsp;a fine gara sarebbe arrivato sesto.&nbsp;  Da allora per lui saranno vittorie, record, titoli iridati e pagine di storia diventando&nbsp;il pilota di moto pi&ugrave; popolare al mondo. Oggi&nbsp;quel giovane di 37 anni &egrave; ancora uno dei nomi di punta della classe regina del MotoGP e, legato a Yamaha fino al 2018, &egrave; pronto per l'assalto al suo decimo titolo mondiale.  Valentino Rossi ha vinto con tutte le scuderie e moto da lui guidate ad eccezione di Ducati, mantenendo&nbsp;intatta&nbsp;l'immagine del trionfatore. Ha sfidato e battuto i nomi del motociclismo che prima di lui avevano dettato legge sulle piste, &egrave; stato&nbsp;il migliore rispetto ai 'nuovi arrivati' che ogni stagione hanno tentato di insidiare i suoi primati e oggi,&nbsp;come in questi vent'anni, prova ad essere il migliore.  Rossi &egrave; l'unico pilota ancora nelle competizioni mondiali ad avere vissuto il passaggio epocale&nbsp;dall'era dei due tempi ai quattro e questo fa di lui&nbsp;l'unico&nbsp;campione sia moderno sia contemporaneo. Oggi non &egrave; solo un corridore ma &egrave; diventato anche esempio e guida&nbsp;per&nbsp;talenti italiani delle due ruote&nbsp;interpretando il ruolo di protagonista attivo e &lsquo;maestro&rsquo; nelle carriere di altri giovanissimi piloti.  Il GP maese di venti anni fa &egrave; il primo passo del Dottore, in quella stessa stagione vince la sua prima gara a Brno. Dopo un anno si aggiudica il&nbsp;primo titolo della cilindrata pi&ugrave; bassa sempre con la moto di Noale. Con il titolo 125cc in tasca&nbsp;passa alla classe 250cc e ancora una volta, dopo un anno di adattamento, domina la competizione. L&rsquo;anno di apprendimento gli serve anche nel passaggio alla classe regina con il titolo 500cc arrivato nel 2001. Da qui le iridi nella massima cilindrata saranno cinque, prima con Honda e poi con Yamaha quando la competizione diventer&agrave; classe MotoGP e la cilindrata dei prototipi aumenter&agrave;.  Il numeri di questi vent&rsquo;anni per il pilota italiano sono storia del motociclismo: 112 vittorie, 211 podi, 61 pole, 92 giri veloci e nove titoli mondiali.  Anche se &egrave; il pilota pi&ugrave; anziano del MotoGP, Rossi non sembra affatto aver perso la competitivit&agrave; che ha sempre dimostrato in pista, anzi, questa &egrave; aumentata con&nbsp;la voglia di vincere e la fame di successo rimaste&nbsp;intatte da quella Aprilia due tempi con il cupolino giallo.

Il 31 marzo del 1996 Valentino Rossi debuttava nel Motomondiale. Era il GP di Malesia del 1996 e il pesarese aveva 17 anni...

Rossi: 20 anni di mondiale

Quasi tutti i campioni sono passati dalla scuola dei 2 tempi, luogo ideale per affinare fondamentali come la velocit&agrave; in curva, sviluppare "occhio" e "orecchio" al motore, e acquisire la sensibilit&agrave; e scorrevolezza&nbsp; nella guida  I 2 tempi tuttavia non appartengono solo al passato, anzi. Il loro fascino senza fronzoli e propedeutico fa di loro un vivaio alternativo quanto fertile, e la International Grand Prix (IGP) vuole proiettarlo verso un futuro glorioso, lanciando nel 2016 la nuova classe cadetta 125 SP.  L&rsquo;idea &egrave; di offrire la possibilit&agrave; di correre su piste di livello internazionale con un budget di acquisto accessibile (a partire da &euro; 1.500 per una moto), in un ambiente competitivo quanto aperto a tutti, all&rsquo;insegna dello sport e del divertimento.  La 125 SP sar&agrave; divisa a sua volta nelle classi Open e Stock, per agevolare la partecipazione di piloti e mezzi provenienti dai contesti tecnici pi&ugrave; disparati, come gare in salita, Trofeo Motoestate, Trofeo Moto Varano, etc.  La 125 SP si unir&agrave; alla gi&agrave; nutrita griglia della IGP &ndash; con circa 30 piloti, un terzo dei quali internazionali &ndash; &nbsp;schierandosi insieme alle 125 GP e 250 SP e GP con classifica e premiazione separata.  La convivenza in pista tra l&rsquo;ottavo e quarto di litro, infatti, non &egrave; mai stata problematica &ndash; al contrario che tra le 4 tempi, dove le disparit&agrave; tecniche sono pi&ugrave; accentuate &ndash; dal momento che entrambe fanno della velocit&agrave; in curva il proprio tratto distintivo.&nbsp;Il via libera dalla Fmi per mano del coordinatore nazionale, Simone Folgori, &egrave; stato concesso con l&rsquo;accordo dello sbarramento del limite del 120% dalla pole position. In questo modo sar&agrave; garantita la massima sicurezza in pista.  Mossi i primi passi nella 125 SP, lo "step" successivo &egrave; naturalmente la 125 GP dove, con una spesa economica di poco maggiore, il pilota pu&ograve; cimentarsi con moto pi&ugrave; &ldquo;vivaci&rdquo; &ndash; circa 45cv per 70 chili di peso &ndash; capaci di regalare emozioni ancora pi&ugrave; forti.  A questo proposito, &egrave; nato il progetto &ldquo;Grand Prix Academy&rdquo;, che offrir&agrave;&nbsp;borse di studio sportive ai piloti pi&ugrave; meritevoli, di et&agrave; non superiore ai 16 anni selezionati anche in base al palmares in miniGP e preMoto3. In palio ci sono due Honda 125 GP, oltre a supporto economico e tecnico con piloti (o ex piloti) ai box ed in pista. L'intento &egrave; chiaro: offrire un'alternativa futuribile a coloro che, per diverse ragioni, non hanno la possibilit&agrave; di competere in altri campionati.

La International Grand Prix rilancia il fascino dei 2 tempi verso un futuro glorioso, con l'introduzione della nuova classe cadetta 125 SP

Si riparte dalla 125 SP

Tra le novit&agrave; portate dalla riforma del Codice della Strada potrebbe esserci l'apertura delle autostrade e delle tangenziali agli scooter e ai motocicli da 125 cc, se guidati da conducenti maggiorenni. "In questo modo il nostro Paese si allinea finalmente al resto d&rsquo;Europa, dove questa limitazione non &egrave; mai esistita", rende noto ANCMA in una nota.  Nella seduta della Commissione Trasporti della Camera, che si &egrave; svolta il 22 luglio, &egrave; stato votato e approvato il testo unificato della legge delega che riformer&agrave; il Codice della Strada: un lavoro che &egrave; durato otto mesi e che ha permesso alla stessa Commissione di definire i criteri direttivi che il Governo dovr&agrave; tradurre in norme cogenti.  Ma il percorso &egrave; ancora lungo: ora il testo passa alle altre commissioni della Camera e poi all'Aula, che se ne occuper&agrave; in autunno. Subito dopo toccher&agrave; al Senato, che dovr&agrave; dare l'approvazione definitiva. Da quel momento, il Governo avr&agrave; sette mesi per scrivere il nuovo Codice.  Nel testo approvato l&rsquo;attribuzione dello status di "utenti vulnerabili" viene finalmente estesa agli utilizzatori di ciclomotori e motocicli. La legge delega stabilisce, inoltre, l&rsquo;introduzione di disposizioni che migliorino la sicurezza della circolazione di biciclette, ciclomotori e motoveicoli, anche attraverso la limitazione della presenza a bordo strada di ostacoli fissi artificiali, come i supporti della segnaletica stradale e i guardrail. Ancora sul tema delle strade, il Ministero dei Trasporti viene incaricato di predisporre linee guida destinate agli enti proprietari delle strade, che definiscano criteri di progettazione e costruzione di infrastrutture stradali sicure per gli utilizzatori di veicoli a due ruote.  E voi cosa ne pensate? Dite la vostra qui o su Facebook.  Fiammetta La Guidara &nbsp;

E' una delle proposte di ANCMA per la riforma del Codice della Strada. Approvata dalla Commissione Trasporti, dovr&agrave; passare al vaglio di Camera e Senato. Dite la vostra!

29 risultati per '125'

Trent’anni fa: in 125 a Suzuka, il primo GP di Capirossi