Nella quarta giornata di Africa Eco Race un problema tecnico rallenta il leader Alessandro Botturi, che chiude in sesta posizione l&rsquo;estenuante tappa marocchina e mantiene il primato per soli 9 secondi sul suo diretto rivale, Pal Anders Ullevalseter, che si &egrave; piazzato quarto nella giornata di oggi.  Navigazione particolarmente difficile in questi 404,53 km (di cui 385 di speciale) che hanno portato i piloti da Assa a Smara. Una pista fatta in gran parte di ghiaia, molto veloce in media e con alcune parti particolarmente rocciose. Anche la parte conclusiva della tappa &egrave; stata complicata sia per la navigazione che sotto il profilo tecnico, con uno slalom fra le buche e gli alberi.  IL &#39;BOTTU&#39; APRIPISTA  Alessandro Botturi oggi ha fatto da apripista per tutti partendo per primo, e un piccolo intoppo tecnico lo ha portato a perdere qualche secondo sul finale. La vittoria della tappa &egrave; andata alla KTM di Lyndon Pskitt, che ha completato il percorso in 5&rsquo;02&rsquo;&rsquo;45. Seconda piazza per un&rsquo;altra KTM, quella di Konrad Dabrowski, staccato di 5&rsquo;40&rsquo;&rsquo; con la Husqvarna del toscano Paolo Lucci al terzo posto, staccato di soli 6&rsquo;44&rsquo;&rsquo;. Lucci sta facendo una grandissima gara e si mantiene quarto nella classifica generale.  Quarta posizione al traguardo per Pal Anders Ullevalseter, con 7&rsquo;05&rsquo;&rsquo; di ritardo. Botturi si &egrave; piazzato al sesto posto, attardato di 9&rsquo;40&rsquo;&rsquo;, alle spalle di Jacek Czachor e con un ritardo di 9&rsquo;40&rsquo;&rsquo; dal vincitore della tappa.  PICCO OUT  Ritiro illustre quello di Franco Picco, che era leader della sua classe, la 450: il vicentino ha rotto il motore poco dopo l&rsquo;inizio della speciale.  &ldquo;Questa volta ho perso una bella occasione. Ho rotto il motore&hellip; olio che esce&hellip; sono fermo al km 37. E&rsquo; finita la gara&rdquo; ha annunciato Franco Picco con un video attraverso il suo profilo social. L&rsquo;inossidabile pilota veneto sostituir&agrave; il motore della sua moto e concluder&agrave; comunque la gara fino all&rsquo;arrivo sul lago salato di Dakar.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   IL MIO PASTO DI OGGI 10 gennaio tappa 4 ASSA/SMARA Marocco MOTORE ROTTO!!!! #noncivoleva #follow110 http://bit.ly/africarace_tracking2020 #AER2020 #rally #sport #passion #racing #africa #dakar #monaco #dunes #morocco #mauritania #senegal @africaecorace @motorbikeexpo @albinoarmani @cantina_albino_armani @mototrek.it @smotard_necktube @anlastyres @anlasitalia @autovega #bertonabbigliamento  Un post condiviso da  Franco Picco #TheLegend (@francopiccoadventures) in data: 10 Gen 2020 alle ore 4:39 PST      GLI ALTRI ITALIANI  Nella top ten della giornata Giovanni Gritti, su Honda (undicesimo nell&rsquo;assoluta), che ha preceduto Davide Cominardi, primo della classe 450. Ottima quattordicesima piazza per Blasco La Cavera, diciottesimo Gabriele Minelli, terzo di giornata della classe 450.  Trentesimo al traguardo Paolo Caprioni, primo della classe +700B, con Lorenzo Maestrami trentaduesimo al traguardo e Nicola Dutto trentaseiesimo. Pi&ugrave; attardati Stefano Baldussi, trentottesimo, Giampietro Dal Ben, Luciano Mario Pegoraro, Pietro Maccali e Dario Bandinelli, che si sono piazzati dalla quarantaquattresima alla quarantesettesima posizione. Cinquantaseiesima piazza per Fabrizio Bosetti, sessantesima per Maurizio Alessandro Carenzio, sessantatreesimo Cesare Francolini. 

La vittoria della quarta tappa va al britannico Lyndon Poskitt. Terzo Paolo Lucci. Fuori Franco Picco, che rompe il motore

Africa Eco Race: Botturi sesto nel Day4, ma sempre leader

Tempo di Dakar e tempo di riflessioni su questa gara &lsquo;magica&rsquo;, che ogni anno catalizza centinaia di partecipanti e ormai milioni di followers, considerando la diffusione sui media.  Vi ricordate i gloriosi anni Novanta? E chi dominava allora? C&rsquo;era un &lsquo;certo&rsquo; Edi Orioli, che di Dakar ne ha vinte ben quattro: la prima nel 1988, poi si &egrave; riconfermato nel 1990, nel 1994 e nel 1996. Nel 2000 ha smesso di correre in moto ed &egrave; passato alle auto e nel 2007 si &egrave; piazzato diciassettesimo assoluto alla Dakar, ma primo della categoria Pick-up diesel.    La diatriba  Abbiamo raggiunto Edi Orioli e gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo pensiero a proposito della Dakar di oggi e dell&#39;Africa Eco Race.  &ldquo;La cosa che non &egrave; piacevole un po&rsquo; per tutti secondo me &egrave; il fatto che si corrano due gare nello stesso periodo, perch&eacute; c&rsquo;&egrave; la vecchia diatriba degli organizzatori che hanno messo in piedi la Eco Race perch&eacute; penso non vadano molto d&rsquo;accordo con gli altri&quot;, ci ha detto Edi Orioli. &quot;E&rsquo; ovvio che la Dakar &egrave; pi&ugrave; seguita perch&eacute; ha gli sponsor, le case ufficiali, e quindi &egrave; pi&ugrave; &lsquo;importante&rsquo; della Eco Race. Per&ograve; faccio un plauso agli organizzatori della Eco Race perch&eacute; hanno avuto il coraggio di continuare a farla in Africa nonostante i problemi dei Paesi attraversati, che poi magari si riversano sulla corsa. Nel 2007, che &egrave; stata anche la mia ultima partecipazione, la Dakar si &egrave; trasferita in America del Sud per motivi politici.  &ldquo;Sarebbe bello che le due gare si unissero e si ritornasse a fare una corsa dove partecipano tutti&rdquo;.    Il bivacco e la tecnologia  Cosa pensi della Dakar di quest&rsquo;anno?  &ldquo;Sicuramente sono molto felice che la Dakar sia tornata vicino al continente africano, in Arabia Saudita. Cedo che stiano facendo una bella gara, ho visto i percorsi, i chilometri che fanno, anche i trasferimenti lunghi che fanno parte un po&rsquo; di queste corse, cos&igrave; all&rsquo;avventura. Certo, da quando correvo io il mondo intero si &egrave; evoluto, la tecnologia anche, ma a me fa specie quando vedo i piloti all&rsquo;arrivo in un camper superattrezzato con aria condizionata, internet, Facebook e Instagram, e i piloti fanno feste ogni sera con pastasciutta e champagne.     &quot;Certo, negli Emirati Arabi gli sceicchi sponsorizzano questa gara, l&rsquo;Arabia stessa avr&agrave; messo a disposizione dei soldi, ce i sono dei bivacchi pazzeschi, manca solo che ci sia la piscina! Questa cosa mi fa un po&rsquo; male su questa gara che secondo me doveva mantenere quello spirito di avventura&hellip; Io quando arrivavo al bivacco ero sconvolto ogni sera, e aspettavo semplicemente le 5 del mattino per ripartire per la tappa del giorno dopo&rdquo;.  La Dakar  E della Dakar come gara in s&eacute; cosa pensi?  &ldquo;E&rsquo; sempre lunga, e sei l&agrave; da solo in mezzo al deserto e devi percorrere 500 km&hellip; Essendo poi un po&rsquo; fuori dalla corsa non ho capito bene con che grado di difficolt&agrave; viene usato il GPS. So per&ograve; che viene dato il roadbook ai piloti alla mattina, perch&eacute; cos&igrave; nessuno pu&ograve; fare modifiche, e questa &egrave; una bella iniziativa.  &quot;Poi vedo che i paesaggi sono molto vari. L&rsquo;Arabia Saudita sta facendo vedere dei paesaggi lunari bellissimi che ricordano molto l&rsquo;Africa&rdquo;.  Fra Dakar e Africa Eco Race cosa ti sarebbe piaciuto fare?  &ldquo;Mi sarebbe piaciuta la Dakar di quest&rsquo;anno, anche perch&eacute; &egrave; in un Paese nuovo. Con una macchina ufficiale come quella di Peterhansel l&rsquo;avrei fatta volentieri!&rdquo; 

&ldquo;Un plauso agli organizzatori di Africa Eco Race, perch&eacute; ci vuole coraggio ad organizzare una gara in contemporanea&rdquo;, dice Orioli, quattro volte vincitore alla Dakar

Esclusiva, Edi Orioli: &ldquo;Sarebbe stato bello rifare la Dakar&rdquo;

Dopo aver attraversato le dune di Erg Chegaga, i piloti dell&#39;Africa Eco Race vivranno oggi la quarta tappa in programma che li vedr&agrave; impegnati nel tragitto Assa &ndash; Smara.&nbsp; I partecipanti, partiranno stamani direttamente dal bivacco per raggiungere Sidi Laroussi, comune rurale del Marocco, per poi dirigersi verso il nuovo bivacco a Smara che li ospiter&agrave; per la notte.  Botturi in testa  Intanto, buone notizie arrivano dal deserto, dato che il portacolori italiano Alessandro Botturi &egrave; riuscito, nella giornata di ieri, a riportarsi in testa alla classifica generale provvisoria.  Per lui, percorrere lo speciale in 5&#39;52&rdquo;01, ovvero quattro minuti e tredici secondi pi&ugrave; veloce del suo diretto avversario, il norvegese Pal Anders Ullevalseter, gli &egrave; valsa l&#39;intera giornata.  Per quanto riguarda gli altri italiani, invece, la terza tappa ha mescolato non poco la classifica generale: in quindiciesima posizione troviamo Franco Picco (al primo posto per&ograve; della classifica generale nella classe 450), diciassetesimo &egrave; arrivato invece Giovanni Gritti, diciannovesimo Gabriele Minelli e ventisettesimo Paolo Caprioni.  La quarta tappa&nbsp;  Oggi per&ograve;, sar&agrave; una nuova giornata di &ldquo;passione&rdquo; per i partecipanti all&#39;Africa Eco Race con un totale di 404 chilometri da percorrere, suddivisi tra 385 chilometri per raggiungere Sidi Laroussi con partenza direttamente dal bivacco di Assa, e altri 19 chilometri per arrivare a Smara dove li attende il nuovo bivacco.  Questa quarta tappa, sar&agrave; la penultima in terra marocchina e come riferito dall&#39;organizzazione, sar&agrave; molto bella e speciale, piacevole e del tutto nuova rispetto alle passate edizioni. Il percorso, caratterizzato da ghiaia sar&agrave; mediamente veloce con alcune parti rocciose. Questo non significher&agrave; per&ograve; che la guida dovr&agrave; essere trascurata in quanto ci saranno alcuni punti molto delicati da superare. Anche la parte finale della tappa presenter&agrave; delle insidie poich&egrave; i piloti in gara dovranno affrontare una sorta di &ldquo;slalom&rdquo; tra alberi e buche.&nbsp; 

Alessandro Botturi, tornato in vetta alla classifica generale provvisoria, nella giornata di oggi avr&agrave; un importante compito da portare a termine

Africa Eco Race: al via la penultima tappa del Marocco

Una tappa oggi fra le pi&ugrave; lunghe dell&#39;intero Africa Eco Race, la seconda in ordine di lunghezza, impegnativa e comunque bella, con ben 497 chilometri di percorso tipico del Marocco.   Alessandro Botturi ha vinto con un tempo di 5h52&#39;01&rdquo; infliggendo un distacco a Ullevalseter di 4&#39;13&#39;&#39; e di 6&rsquo;56&rsquo;&rsquo; a Felix Jensen, compagno di squadra del norvegese.  Africa Eco Race: Botturi vince e torna al comando  &ldquo;Oggi tappa perfetta&hellip; molto difficile e lunga, con 500 km di prova speciale&rdquo;, ci dice Botturi con un grande sorriso alla fine della speciale.  Qual &egrave; stato il tuo punto di forza?  &ldquo;Oggi sono stato tranquillo fino a met&agrave; speciale poi gli ultimi 200 km ho provato attaccare&rdquo;.  Il fondo com&rsquo;era?  &ldquo;Il fondo era duro con sassi per tutta la speciale tranne 35 km di dune a inizio della prova speciale&rdquo;.  E tu quale tipo di fondo preferisci in generale?  &ldquo;Piste veloci con sassi&rdquo;.   Proprio quello di oggi, dunque. Ma &egrave; cambiato qualcosa che ti ha fatto ritrovare la strada vincente?  &ldquo;Nei primi due giorni non sono andato forte, perch&eacute; risentivo ancora a livello psicologico della botta al Panafrica, ma oggi sono riuscito a scrollarmi di dosso questa sensazione. Inoltre ieri sera ho fatto lavorare un po&#39; Max (Massimiliano Sant, il meccanico al seguito di Botturi, ndr) perch&eacute; avevo chiesto di cambiare il mono davanti e rimontare quello che avevo in precedenza, e la scelta si &egrave; rivelata azzeccata&rdquo;, conclude Botturi. 

&ldquo;Oggi sono stato tranquillo fino a met&agrave; speciale poi gli ultimi 200 km ho provato attaccare&rdquo;, ci dice Botturi &nbsp;

Africa Eco Race, Botturi: &ldquo;Mi sono scrollato la botta del Panafrica&rdquo;

La terza giornata di Africa Eco Race ha lasciato poco spazio per il riposo ai suoi concorrenti: ad attenderli, oggi, una speciale di 497,03 km, che li ha portati da Mahmid a Oued Draa. Una giornata basata sulla resistenza e sulla navigazione, attraverso le dune di Erg Chegaga, nota perch&eacute; battuta in molti rally che si svolgono in Marocco, ma pur sempre estremamente dura. Anche in questa occasione, la tappa &egrave; stata molto simile a quella dell&rsquo;anno precedente, tranne una sola piccola parte di nuova introduzione.  A svettare &egrave; stato il nostro Alessandro Botturi, che si &egrave; riappropriato della vetta della classifica generale. Il &lsquo;Bottu&rsquo; ha percorso la speciale in 5&rsquo;52&rsquo;&rsquo;01, ovvero 4 minuti e 13 secondi pi&ugrave; veloce del suo primo rivale, Pal Anders Ullevalseter. Con questa tappa vincente, il bresciano si riporta con la sua Yamaha in vetta alla classifica generale, e ora precede il norvegese sulla KTM &nbsp;il suo principale rivale, che ora si trova in seconda posizione a 2&rsquo;44&rsquo;&rsquo; di distacco.  Terza posizione per Felix Hensen, sia oggi che nell&rsquo;assoluta, dove ora ha un gap di 23&rsquo;49&rsquo;&rsquo; da Botturi. Ottimo quarto oggi&nbsp; il toscano Paolo Lucci, che ha portato la sua Husqvarna al traguardo in quarta posizione, con un gap di 16&rsquo;&rsquo;49 secondi, e che milita in un&rsquo;ottima quinta piazza in graduatoria generale. &nbsp;  Quindicesimo assoluto Franco Picco, che nonostante i suoi 64 anni di et&agrave; piazza la sua Yamaha al primo posto della classifica generale riservata alla classe 450 (oggi &egrave; stato secondo di classe, alle spalle di Juan Pablo Gullen.  Per quanto riguarda gli altri italiani, diciassettesima posizione per Giovanni Gritti, diciannovesima per Gabriele Minelli &ndash; comunque terzo della classe 450, ventisettesimo Paolo Caprioni, primo della classe +700B. In trentottesima posizione Blasco La Cavera, quarantatreesimo Pietro Maccali, cinquantesimo Maurizio Alessandro Carenzio.  Pi&ugrave; attardati Luciano Mario Pegoraro, Dario Bandinelli, Giampietro Dal Ben, Davide Cominardi e Fabrizio Bosetti, mentre al momento in cui scriviamo non &egrave; ancora arrivato al traguardo della speciale il pilota paraplegico di KTM Nicola Dutto. 

Nel Day3 il bresciano conclude la speciale davanti a tutti, con oltre 4 minuti di vantaggio su Ullevalseter, che perde il primato. Quarto posto per Lucci. Picco leader fra le 450

Africa Eco Race: Botturi vince e torna al comando

La seconda tappa dell&rsquo;Africa Eco Race, 329 km da Tarda a Mhamid, era proprio una classica del Marocco, con tanti sassi, piste pietrose e qualche duna verso la fine: in definitiva veloce, ma anche navigata.  &ldquo;Tutti dicono che era la stessa tappa dello scorso anno, ma sinceramente io non me la ricordavo&rdquo;, ha commentato Alessandro Botturi appena arrivato al bivacco.  &ldquo;Ho fatto la mia gara, aprendo la strada ma facendo molta attenzione perch&eacute; se &egrave; vero che era veloce, &egrave; anche vero che era molto facile sbagliarsi. Proprio negli ultimi chilometri, quando Pal Anders mi stava dietro, anche se staccato di qualche centinaio di metri, ho avuto un&#39;incertezza e ho rallentato perch&eacute; non sapevo se ero sulla pista giusta&rdquo;.  Alessandro Botturi si &egrave; piazzato terzo di giornata, passando cos&igrave; in seconda posizione nella generale alle spalle di Pal Anders Ullevalseter. Ma solo per 1&rsquo; e 29&rdquo;.  &ldquo;Conosco gi&agrave; Ulleval e so come viaggia&rdquo;, ha detto il &#39;Bottu&#39;. &ldquo;Per&ograve; oggi ho avuto modo di osservare anche Lyndon (Poskitt, ndr). Devo dire che non se la cava male, &egrave; veloce e anche con la navigazione sbaglia poco, mi sa che dovr&ograve; tenerlo d&#39;occhio&quot;.  &ldquo;Sto cominciando a entrare in gara&rdquo;, aggiunge Botturi. &ldquo;Devo abituarmi di nuovo a questi terreni e al road book ed ogni giorno &egrave; importante&rdquo;.  Oggi si scende ancora pi&ugrave; a sud, in Marocco, con la terza tappa da Mhamid a Oued Draa: una tappa di 516 chilometri di cui 497 e mezzo di prova speciale (leggi qui). 

&ldquo;Proprio negli ultimi chilometri ho avuto un&#39;incertezza e ho rallentato perch&eacute; non sapevo se ero sulla pista giusta&rdquo;, dice il bresciano, che perde la leadership della gara &nbsp;

Africa Eco Race, Botturi: &ldquo;Devo abituarmi di nuovo a questi terreni&rdquo;

Nuovo giorno, nuova avventura per l&#39;Africa Eco Race che vedr&agrave; i suoi protagonisti impegnati in una terza tappa davvero rocambolesca, lunga ben 497 chilometri. Nella giornata di ieri, a salire al comando della classifica provvisoria &egrave; stato il norvegese Pal Anders Ullevalseter, il pi&ugrave; veloce a portare a termine il percorso da Tarda a Mhamid.  Botturi perde la vetta  Per quanto riguarda gli italiani, invece, Alessandro Botturi &egrave; riuscito a concludere la seconda tappa al quarto posto, perdendo cos&igrave; la vetta, ma riuscendo a restare in seconda posizione provvisoria nella classifica generale. Tra i protagonisti anche Paolo Lucci, quinto, e Giovanni Gritti decimo.  Pi&ugrave; in ritardo, invece, Gabriele Minelli, diciassetesimo, Franco Picco, diciottesimo, Davide Cominardi, ventitreesimo e Paolo Caprioni, ventisettesimo.  Terza tappa  Oggi per&ograve;, i piloti sono chiamati a portare a termine un&#39;altra difficile sfida, che li vedr&agrave; impegnati per l&#39;intera giornata in un percorso di 497,44 chilometri. La terza tappa partir&agrave; da Mahmid per concludersi ad Assa: fin da subito, i partecipanti saranno chiamati a concentrarsi sulla resistenza e la guida su terreni particolarmente impegnativi.  Dopo soli 60 chilometri, infatti, i piloti dovranno attraversare l&#39;Erg Chegaga, ovvero il pi&ugrave; grande complesso di dune del Marocco dove le dune possono raggiungere anche 300 metri di altezza. In tutto, i chilometri per superare questo complesso di dune saranno 28, poi, per i pi&ugrave; esperti che gi&agrave; in passato hanno partecipato alle vecchie edizioni dell&#39;Africa Eco Race, non ci saranno novit&agrave;.  A parte una piccola parte che &egrave; stata aggiunta al percorso, infatti, il resto sar&agrave; identico agli anni passati con un&#39;ultima parte molto sassosa che arriver&agrave; fino al traguardo situato ad Assa. 

I piloti, oggi, sono chiamati ad attraversare il pi&ugrave; grande complesso di dune del Marocco per poi concludere il percorso con una parte molto rocciosa

Africa Eco Race: l&#39;Erg Chegaga protagonista nella 3a tappa

La seconda giornata di Africa Eco Race ha portato i piloti dalla citt&agrave; di Tarda a quella di Mhamid: un percorso di 329,22 km con partenza questa mattina dal bivacco. La speciale era del tutto inedita per i primi 100 km: una pista tipica del Marocco, molto sassosa e accidentata, ma a volte anche con parecchie ondulazioni. Condizioni che richiedono molta attenzione alla pressione degli penumatici. I rimanenti 200 km fino a Mhamid sono stati uguali allo scorso anno, con piste piuttosto veloci e tanta capacit&agrave; di navigazione da mettere in pratica. Una serie di dune ha rappresentato le ultime difficolt&agrave; della giornata, a dieci chilometri dal traguardo.  IL DAY 2 - La classifica della giornata vede svettare Pal Anders Ullevalseter, che ha siglato il tempo di 4&rsquo;02&rsquo;&rsquo;40, 8&rsquo;&rsquo;10 pi&ugrave; veloce dell&rsquo;inglese Lydon Poskitt, autore del secondo posto. Alle spalle delle due KTM, sul podio di giornata, a 9&rsquo;35&rsquo;&rsquo; da Ullevalseter, il nostro Alessandro Botturi con la prima Yamaha. Il bresciano perde il comando della classifica generale per 1&rsquo;29&rsquo;&rsquo;, piazzandosi alle spalle del norvegese che con la prestazione maiuscola di oggi va al comando della graduatoria provvisoria.  Bella quinta posizione per Paolo Lucci su Husqvarna, che guadagna 11 posizioni rispetto a ieri e si piazza al quinto posto di giornata ma anche della classifica generale, alle spalle di un altro norvegese: Felix Jensen, terzo ieri. Nella top ten del Day2 Giovanni Gritti, con la prima Honda, a 39&rsquo;&rsquo;03, undicesimo assoluto.  GLI AZZURRI - Per quanto riguarda gli altri azzurri, diciassettesima posizione oggi per Gabriele Minelli su KTM, davanti alla Yamaha di Franco Picco che recupera 7 posizioni e ora &egrave; diciottesimo nella generale. Ventitreesimo Davide Cominardi, ventisettesimo Paolo Caprioni.  Nella top 30 Nicola Dutto, che ora &egrave; ventiseiesimo in classifica generale. Trentacinquesimo di giornata Stefano Baldussi, trentanovesimo Blasco La Cavera. Pi&ugrave; attardati Dario Bandinelli, Luciano Mario Pegoraro, Fabrizio Bosetti, Pietro Maccali, Giampietro Dal Ben e Cesare Francolini.  &nbsp; 

Il norvegese &egrave; il primo al traguardo nella lunga speciale da Tarda a Mhamid e va in testa davanti a Botturi, oggi terzo. Paolo Lucci quinto di giornata

Africa Eco Race, Day2: il passo avanti di Ullevalseter

        &Egrave; ripartita questa mattina intorno alle 8:20 la &ldquo;carovana&rdquo; di piloti impegnati nell'Africa Eco Race, che ieri hanno iniziato con la prima tappa da Tangeri a Tarda dove si trovava il primo bivacco. Il primo ad arrivare nella categoria moto, anche se un po' incredulo su quanto stesse accadendo, &egrave; stato proprio Alessandro Botturi, l'italiano che nel 2019 ha conquistato il titolo nella categoria moto e che &egrave; partito alla grande in questa dodicesima edizione del 2020.  UNA PRIMA CLASSIFICA - &ldquo;Avevo pensato di non andare forte, ma anzi, di restare dietro a qualche altro pilota perch&eacute; non volevo lasciare una traccia troppo visibile e facile da seguire che avrebbe permesso agli altri di ottenere un tempo migliore del mio&rdquo; - ha detto Botturi alla fine della prima giornata. Il pilota italiano &egrave; arrivato davanti al britannico Lyndon Poskitt e al norvegese Felix Jensen. Tra gli italiani, invece, Davide Cominardi &egrave; arrivato undicesimo davanti a Gabriele Minelli, quattordicesimo Stefano Baldussi, diciottesimo Paolo Lucci. LA SECONDA TAPPA - Oggi, per&ograve;, &egrave; gi&agrave; iniziata la seconda tappa che confermer&agrave; o smister&agrave; la classifica iniziale. Ad attendere i piloti, un'altra giornata a dir poco impegnativa, iniziata direttamente dal bivacco di Tarda e che vedr&agrave; la sua conclusione a Mhamid per un totale di 333,13 chilometri. I partecipanti si troveranno a solcare terreni abbastanza scorrevoli, ma anche zone in cui prestare molta attenzione. Per gran parte dei chilometri da percorrere, si tratter&agrave; di vaste zone desertiche. Infine, dieci chilometri prima dell'arrivo dovranno passare alcune dune che sicuramente daranno loro del filo da torcere.       

Pieno deserto e dune impervie da passare, i guerrieri dell'Africa Eco Race sono gi&agrave; partiti con 333 chilometri da percorrere

Africa Eco Race: già iniziata la seconda tappa

La prima giornata di Africa Eco Race inizia con lo sbarco a Tangeri e una maxicolazione. Poi un lungo trasferimento seguito da una prova speciale breve ma intensa, che vede svettare Alessandro Botturi (Fiammetta La Guidara)

Africa Eco Race: le foto del Day 1

Alessandro Botturi ha iniziato nel migliore dei modi la dodicesima edizione dell&rsquo;Africa Eco Race, che oggi &egrave; entrata nel vivo.  Dopo aver attraversato il Mediterraneo in due giorni di navigazione, i concorrenti hanno iniziato la prima tappa con un trasferimento di 241 km che li ha condotti a Kenitra dove &egrave; stato dato l&#39;inizio della prima SS. Una breve speciale nella foresta di querce da sughero di Maamora, con un percorso prevalentemente sabbioso e ventoso con alcune buche e solchi. Questo, in sintesi, ci&ograve; che si sono trovati davanti i piloti nella prima, selettiva speciale che ha determinato l&rsquo;ordine di partenza per domani. Dopo questo riscaldamento, i piloti si sono diretti verso il bivacco Tarda, con un trasferimento di altri 500 km: il pi&ugrave; lungo del Rally.  Africa Eco Race: la prima tappa ufficiale  LA CLASSIFICA - Alessandro Botturi, il campione in carica, ha imposto subito il ritmo in sella alla sua Yamaha: sul percorso di 23,18 km ha siglato il tempo di 20&#39;33&rdquo;, che lo proietta subito in vetta alla classifica.    Alle spalle di Botturi si &egrave; piazzato il britannico, Lyndon Poskitt, a 1&#39;57&rdquo;. Sul podio di giornata anche il norvegese Felix Jensen a 4&#39;07&rdquo;. Nona posizione per il vicecampione in carica, Pal Anders Ullevalseter, a 8&rsquo;06&rsquo;&rsquo;. Per quanto riguarda gli altri italiani, undicesimo crono per Davide Cominardi davanti a Gabriele Minelli, quattordicesimo Stefano Baldussi, diciottesimo Paolo Lucci. Nella top 20 Nicola Dutto, ventiseiesimo Franco Picco, ventinovesimo Giovanni Gritti. Pi&ugrave; attardati Lorenzo Maestrami, Fabrizio Bosetti, Paolo Caprioni e Cesare Francolini, comunque nella top 40.  &ldquo;Avevo pensato di non andare forte, ma anzi, di restare dietro a qualche altro pilota perch&eacute; non volevo lasciare una traccia troppo visibile e facile da seguire che avrebbe permesso agli altri di ottenere un tempo migliore del mio&rdquo;, ha detto Botturi. &ldquo;Ma appena siamo partiti, dopo appena un chilometro, mi sono reso conto che questa sarebbe stata una speciale tostissima, una speciale da motorally&rdquo;, aggiunge il campione bresciano.  &ldquo;Mi sono reso subito conto che era facile incappare in errori di navigazione, ed &egrave; infatti successo anche a me. E&#39; stato a quel punto che ho cambiato strategia. Ho attaccato e ho cercato di fare la differenza. Mi sono anche accorto mentre guidavo che non vedevo assolutamente la traccia di Poskitt che partiva prima di me, e neanche dell&#39;apripista&rdquo;.  Rassicurato sul fatto che stando davanti non avrebbe agevolato gli inseguitori, Botturi ha spinto forte. &ldquo;Ogni tanto sono arrivato lungo, ma sono sempre riuscito a ritrovare la strada giusta&rdquo;, ammette il &quot;Bottu&quot;.  Domani la seconda tappa, da Tarda a Mhamid: si partir&agrave; direttamente dal bivacco alle 8,20 per 329 chilometri di prova e al termine ci saranno solo tre chilometri di trasferimento per raggiungere il bivacco di Mhamid, in pieno deserto marocchino. 

Il campione in carica &egrave; in testa alla fine della prima giornata. &ldquo;Avevo pensato di non andare forte per non lasciare una traccia troppo visibile&hellip; ma poi mi sono reso conto&hellip;&rdquo;

Africa Eco Race: Botturi comincia bene

        La grande carovana di Africa Eco Race si era imbarcata sabato 5 gennaio al mattino da Savona ed &egrave; approdata al porto di Tangeri questa mattina dopo 40 ore di navigazione. L'arrivo a Tangeri rappresenta un cambiamento rispetto al passato per la gara, ed &egrave; dovuto al maggior numero di partecipanti di questa dodicesima edizione: ben 266 veicoli e 688 persone. Il porto di Nador, che per i primi undici anni ha costituito la destinazione del trasferimento in nave dalla Francia, non ha infatti la possibilit&agrave; di accogliere una nave di queste dimensioni, ecco perch&eacute; quest'anno il viaggio &egrave; stato pi&ugrave; lungo. Ma l&rsquo;occasione &egrave; stata propizia, perch&eacute; questi due giorni di "riposo forzato" hanno permesso ai concorrenti, e in parte all'organizzazione della gara, di riprendere fiato dopo il tour de force di Mentone e delle verifiche, in vista della gara di due settimane che oggi, 7 gennaio, ha preso il via proprio da Tangeri e che si concluder&agrave; il 19 gennaio. Non solo: il viaggio in nave ha dato a tutti la possibilit&agrave; di prepararsi nel migliore dei modi all'impegno agonistico, attraverso informazioni e soprattutto corsi di formazione riservati ai piloti per l'utilizzo della strumentazione, di navigazione e di sicurezza, come per esempio Iritrak e GPS Sentinel.  IL BRIEFING - Il momento pi&ugrave; importante di tutta la traversata &egrave; stato il briefing generale tenutosi la mattina del 6 gennaio, da Jean Louis Schlesser, patron della corsa. I concorrenti nel corso delle due ore di incontro hanno potuto ascoltare e raccogliere un discreto numero di informazioni preziose per lo svolgimento della gara; "Schless" &ndash; cos&igrave; &egrave; soprannominato l&rsquo;organizzatore - &nbsp;ha spiegato soprattutto la filosofia della gara, quella cio&egrave; che ogni anno richiama un maggior numero di appassionati al via e fra loro molti al debutto in Africa. Schlesser ha presentato le figure-chiave delle diverse direzioni gara &ndash; moto, auto, e camion &ndash; ha parlato anche di assistenza medica, con ben 17 persone coinvolte, &nbsp;dei 3 elicotteri al seguito della gara, ma anche di solidariet&agrave;, di passione, di sfida con se stessi. E&rsquo; stato ricordato il coraggio di figure come Nicola Dutto, in gara in moto sulla sua KTM e di Gianluca Tassi, a bordo di un SSV Yamaha, per la prima volta entrambi al via della gara africana. Con loro anche un altro concorrente paraplegico e cio&egrave; Geoffrey No&euml;l de Burlin che addirittura ha deciso di correre da solo con un SSV. Infine, Schlesser ha parlato anche del road book, preparato da Ren&egrave; Metge e Manfred Kroiss, meno dettagliato rispetto ad altri, proprio per consentire un margine di attenzione sempre alto in chi sta facendo la propria gara. Dopo una colazione tipica che ha dato il via alla prima giornata di gara, oggi un lungo trasferimento composto da 754 chilometri nella regione di Kenitra attende i concorrenti (leggi qui il percorso della prima tappa).       

Due giorni di navigazione da Savona a Tangeri: una possibilit&agrave; in pi&ugrave; per scambiarsi informazioni e raccogliere dati di navigazione

Africa Eco Race: la lunga traversata prima della gara

Due giorni di navigazione da Savona a Tangeri: una possibilità in più per scambiarsi informazioni e raccogliere dati di navigazione

Africa Eco Race: la lunga traversata prima della gara - LE FOTO

        Oggi, con diversi giorni di attesa, i piloti dell'Africa Eco Race, affronteranno la loro prima tappa ufficiale. Dopo una traversata del Mediterraneo, durata due giorni, i partecipanti della dodicesima edizione sono pronti a partire da Tangeri per raggiungere Tarda dove avranno il loro primo bivacco. TUTTO PRONTO - Prima la partenza dal Principato di Monaco dove Alessandro Botturi, vincitore del titolo nella categoria moto della passata edizione, ha fatto da apripista, poi il trasferimento di tutti i partecipanti, con il traghetto che ha impiegato due giorni, fino al porto di Tangeri in Marocco, e oggi, finalmente lo &ldquo;start&rdquo; ufficiale di questa lunga maratona tra sabbia e terreni impervi che vedr&agrave; i piloti percorrere oltre 6000 chilometri tra Marocco, Mauritania e Senegal.  SI PARTE - La prima giornata, quella di oggi, prevede un percorso di 241 chilometri che porter&agrave; i partecipanti fino a Kenitra: per un tratto di strada si troveranno a passare nella foresta di querce di Mamora dove li attende un terreno sabbioso e un clima ventoso. Incontreranno diverse buche e solchi. Queste saranno le difficolt&agrave; maggiori previste per la prima tappa, il cui ordine d'arrivo verr&agrave; tenuto in considerazione per la partenza della giornata successiva. Dopo questo primo warm up i partecipanti raggiungeranno, con un percorso di 500 chilometri il primo bivacco che si trova a Tarda dal quale ripartiranno il mattino successivo. Non resta quindi che fare un grande in bocca al lupo a tutti i piloti!       

Oggi i partecipanti dovranno portare a termine un percorso di 241 km che passer&agrave; attraverso la foresta di querce di Mamora

Africa Eco Race: la prima tappa ufficiale

Dal Principato di Monaco ancora in versione natalizia, sono partiti i 140 equipaggi dell&#39;Africa Eco Race. Per questi impavidi piloti tanto pubblico ad acclamarli, ma soprattutto tanta impazienza per loro di iniziare la gara vera e propria che partir&agrave; marted&igrave; 7 gennaio da Tangeri.  GARA IN NETTA CRESCITA - Intanto, nelle giornate del 3 e 4 gennaio, si sono svolte tutte le verifiche tecniche ed amministrative relative ai partecipanti: in tutto 700 persone e 300 veicoli. &ldquo;Sono molto soddisfatto &ndash; ha detto Jean Louis Schlesser, boss del Rally &ndash; che questa dodicesima edizione di Africa Eco Race abbia portato una crescita, ovvero il 20% in pi&ugrave; degli iscritti. Non solo, ma anche la sua internazionalit&agrave;, con ben 34 nazionalit&agrave; diverse distribuite su cinque continenti.&rdquo; Numeri in aumento anche per i mezzi, con un raddoppio del numero delle moto in gara, cos&igrave; come l&#39;aumento di piloti e team.  GRANDE PORTACOLORI - Nella serata di venerd&igrave; 4 gennaio, &egrave; stato il &ldquo;nostro&rdquo; Alessandro Botturi, vincitore del titolo nella categoria moto della passata edizione, a portare alti i colori dell&#39;Italia scattando per primo al via una volta che il Principe Alberto di Monaco ha sollevato la bandiera monegasca. Da qui, dopo la sfilata dei 140 veicoli, nella giornata di oggi hanno raggiunto Savona per imbarcarsi in direzione Marocco. Dal 7 gennaio i partecipanti dovranno rimboccarsi le maniche per iniziare in modo ufficiale e concreto il lungo percorso che li attende: in tutto saranno 6000 km tra Marocco, Mauritania e Senegal. Per la prima giornata di gara, invece, i piloti dovranno affrontare una piccola speciale da 24 chilometri e un trasferimento di 731 per raggiungere il primo bivacco a Tarda. 

Alessandro Botturi, vincitore del titolo nella categoria moto della passata edizione, &egrave; stato il primo a partire

Africa Eco Race: partita da Montecarlo la 12esima edizione

La carovana dell'Africa Eco Race è partita da una Montecarlo in festa. I piloti di moto, ma anche di auto e camion, sono stati protagonisti di un autentico bagno di folla. Poi, 128 km fino a Savona, dove sabato 5 gennaio alle 9 del mattino si sono imbarcati con destinazione Tangeri, in Marocco, dove arriveranno il 7 mattina (Fiammetta La Guidara)

Africa Eco Race: la partenza da Montecarlo. LE FOTO

Prima dello start della maratona africana a Montecarlo, si sono svolte le verifiche tecniche nella cittadina francese di Menton. Una gallery con le immagini ufficiali pi&ugrave; belle che raccontano il clima di competizione nel quale sono gi&agrave; entrati i piloti e le squadre (Fiammetta La Guidara)

Africa Eco Race: la vigilia della partenza

        In principio era la Parigi-Dakar. Correva l&rsquo;anno 1979 quando Thierry Sabine realizz&ograve; la prima edizione di quella che sarebbe diventata una gara leggendaria: una corsa verso Dakar, la capitale del Senegal. LA STORIA - La partenza era a Parigi, poi i piloti dovevano affrontare un lungo trasferimento fino all&rsquo;imbarco con il traghetto. Quindi, iniziava la sfida vera e propria, con le interminabili giornate africane, dove si affrontavano anche pi&ugrave; di mille chilometri. Il rally divent&ograve; ben presto un evento da non perdere. I primi italiani a vincerlo sono stati Edi Orioli e Fabrizio Meoni. Tutto continu&ograve; fino al 2008, quando gli organizzatori cancellarono la gara per minacce di terrorismo. L&rsquo;anno successivo l&rsquo;estenuante rally raid fu riproposto in Sud America, pur mantenendo il nome &ndash; ormai un marchio &ndash;&nbsp; &lsquo;Dakar&rsquo;. E adesso, dopo dieci anni, la Dakar si prepara ad affrontare la sua prima edizione in Arabia Saudita. IL MAL D'AFRICA - Ma intanto, i malati del &lsquo;mal d&rsquo;Africa&rsquo; non hanno voluto abbandonare l&rsquo;abitudine di sfidarsi nel deserto africano, e dal 2009 Hubert Auriol, che di Dakar in moto e in auto ne ha fatte tante e ha anche vinto, ha inventato l&rsquo;Africa Race, che ripercorre le piste del rally-raid divenuto leggendario. Oggi l&rsquo;Africa Eco Race &egrave; organizzata da due leggende dei motori: Jean Louis Schlesser e Ren&eacute; Metge. Il claim dell&rsquo;evento &egrave; chiaro: &ldquo;sulle tracce di Thierry Sabine&rdquo;. Se alla Dakar sono presenti i team ufficiali delle grandi Case, all'Africa Eco Race partecipano i &ldquo;privati&rdquo;. Ma &egrave; una gara estenuante, dove l'abilit&agrave; nella navigazione e la velocit&agrave; sono determinanti, esattamente com'era la Parigi-Dakar. E con quello stesso spirito. IL PERCORSO - Il rally partir&agrave; da Montecarlo in notturna sabato 4 gennaio e attraverso Marocco, Mauritania e Senegal porter&agrave; i concorrenti fino alla spiaggia del Lago Rosa. Nelle giornate di gioved&igrave; 2 e venerd&igrave; 3 gennaio i piloti sono arrivati in Francia e hanno affrontato le verifiche a Menton.&nbsp; I protagonisti dovranno affrontare 8.000 km. La prima parte della gara porter&agrave; i piloti fra le montagne marocchine, dove le temperature la notte saranno particolarmente rigide. Poi ci sar&agrave; da affrontare il Sahara del Marocco, ma le tappe che fanno pi&ugrave; &lsquo;paura&rsquo; sono quelle in Mauritania, su una sabbia finissima, con dune piccole e insidiose. Le ultime due tappe saranno in Senegal, dove la gara si concluder&agrave; il 19 gennaio, dopo 12 stage. I PILOTI &ndash; Alessandro Botturi &egrave; il vincitore della scorsa edizione e punter&agrave; a riconfermarsi (leggi qui), mentre il norvegese Ullevalseter cerca la rivincita: l&rsquo;anno scorso &egrave; arrivato secondo a soli 5 minuti e il norvegese sar&agrave; sicuramente da tenere d&rsquo;occhio anche quest&rsquo;anno. Tra gli italiani al via, attenzione anche a Franco Picco, che punta almeno alla vittoria nella sua categoria (la oltre 450 (leggi qui).  Neofiti dell&rsquo;Africa Eco Race saranno Giovanni Gritti con la Honda del team RS Moto e Paolo Lucci su Husqvarna, giovane promessa del motociclismo toscano. E&rsquo; partito &lsquo;per divertirsi&rsquo; ma siamo certi che punter&agrave; ad un risultato di rilievo Nicola Dutto, il primo pilota paraplegico a partecipare ad una gara del genere in moto (leggi qui).       

Le verifiche tecniche a Menton fanno da prologo alla partenza notturna del 4 gennaio da Montecarlo. E poi 8.000 di sfida nel deserto africano, sui percorsi dell&rsquo;antica Parigi-Dakar

Africa Eco Race: sulle tracce di Thierry Sabine

In attesa che prenda il via l'edizione 2020, con la partenza in notturna sabato 4 gennaio da Montecarlo, riviviamo la gara dello scorso anno, dominata da Alessandro Botturi. Nel video, le immagini più spettacolari di questa estenuante competizione nel deserto africano.(Fiammetta La Guidara)

Alessandro Botturi punta al bis all'Africa Eco Race - VIDEO

Lo aveva detto, lo scorso anno, che non sarebbe pi&ugrave; tornato alla Dakar. E Nicola Dutto ha mantenuto la promessa. Adesso il pilota paraplegico portacolori di KTM &egrave; pronto per affrontare l&rsquo;Africa Eco Race, il rally raid organizzato dal francese Hubert Auriol, veterano della Dakar, che si prepara a vivere la sua dodicesima edizione. La partenza &egrave; prevista la sera di sabato 4 gennaio da Montecarlo e si concluder&agrave; sulle rive del Lago Rosa il 19 gennaio, dopo oltre 6mila chilometri. Nicola correr&agrave; con la KTM 500 XCF modificata con un kit elaborato da lui stesso.  Lo scorso anno Nicola Dutto ha partecipato alla Dakar, ed &egrave; stato il primo pilota paraplegico a falro, ma &egrave; stato escluso dopo quattro tappe per un problema regolamentare. Il cuneese aveva usufruito di un &lsquo;jolly&rsquo;: aveva preso &lsquo;un cancello&rdquo;, uscendo dalla gara con una penalizzazione, per arrivare prima al bivacco e poter riparare le moto dei suoi ghostriders (piloti che lo accompagnano in gara, ndr). Ma, pur seguendo le indicazioni della direzione gara, all&rsquo;arrivo al bivacco Dutto era stato espulso dalla gara (leggi qui). https://motosprint.corrieredellosport.it/news/off-road/rally-raid/2019/01/11-1888619/nicola_dutto_escluso_dalla_dakar_2019/  Ma &lsquo;Nico&rsquo; non &egrave; il tipo che si ferma davanti alle difficolt&agrave;. Ne ha dato prova quando &egrave; tornato in moto poco dopo il suo incidente che lo ha privato dell&rsquo;uso delle gambe. E ne d&agrave; prova continua.  &ldquo;La delusione era tanta&rdquo;, racconta Nicola. &ldquo;Soprattutto per gli anni passati a preparare quella gara, per poi vedersi estromettere in quel modo: &egrave; stato difficile da digerire. La Dakar non &egrave; solo una sfida contro gli avversari e contro il deserto, ma c&rsquo;&egrave; anche la politica di mezzo, le regole fatte ad hoc a secondo di quello che piace o meno agli organizzatori. Loro si trincerano dicendo &lsquo;c&rsquo;est la Dakar&rsquo; (&lsquo;&egrave; la Dakar&rsquo;, ndr) &nbsp;ma &egrave; pi&ugrave; che altro &egrave; una loro decisione farti andare avanti o no&rdquo;.   Avevi pi&ugrave; pensato di tornare alla Dakar?  &ldquo;No, men che meno quest&rsquo;anno perch&eacute; si sono trasferiti in Arabia Saudita. Sono andati via dall&rsquo;Africa, per i problemi con il terrorismo e poi vanno a correre in un Paese radicalizzato, dove le donne hanno zero diritti e dove sei blindato in tutti gli spostamenti. Assolutamente no, non mi interessa&rdquo;.   Ora la nuova scommessa di Nicola Dutto &egrave; portare a termine l&rsquo;Africa Eco Race, un estenuante rally raid organizzato dal veterano francese Hubert Auriol che dal 2009 si svolge su quelle che furono le rotte della Parigi-Dakar, e che si concluder&agrave; sulle rive del Lago Rosa, in Senegal, il 19 gennaio, dopo 12 tappe dure e spettacolari.  Come ti sei preparato per questa nuova sfida?  &ldquo;Come sempre, andando in palestra, facendo hand-bike e moto&rdquo;.   Sei andato anche nel deserto?  &ldquo;No, quest&rsquo;anno no, so gi&agrave; a cosa andiamo incontro, mi sono concentrato pi&ugrave; sulla preparazione fisica che sulla tecnica di guida. La moto sulla sabbia la so guidare, e non vado certamente a cercare un risultato fra le prime posizioni. Quello che conta &egrave; stare lontano dai pericoli e non stancarsi, quindi avere tanta resistenza&rdquo;.  Quale obiettivo ti sei posto?  &ldquo;Innanzitutto divertirmi, poi vedremo cosa verr&agrave; fuori&rdquo;.  Hai gi&agrave; corso in Africa?  &ldquo;S&igrave;, per preparami alla Dakar, prevalentemente in Marocco&rdquo;.  Quali saranno le tappe pi&ugrave; difficili di questa Africa Eco Race?  &ldquo;Tutti mi dicono quelle in Mauritania: io non ci sono mai stato, ma ho saputo che c&rsquo;&egrave; la sabbia molto sottile con dune piccole, che per me sono pi&ugrave; problematiche. Pu&ograve; sembrare strano, ma sulle dune grandi ti prepari, su quelle piccole in successione sei sempre veramente sotto pressione. Quelle potrebbero essere le tappe pi&ugrave; difficili&rdquo;.  Sabato 28 Nicola Dutto ha presentato a Cuneo la sua partecipazione all&rsquo;Africa Eco Race. Alla &lsquo;prepartenza&rsquo; Dutto ha presentato i suoi &ldquo;ghost rider&rdquo; Stefano Baldussi e Julian Villarrubia. A seguire una &lsquo;finta&rsquo; partenza da via Roma, con un vero e proprio bagno di folla.  Com&rsquo;&egrave; stata la partenza dal centro di Cuneo?  &ldquo;E&rsquo; stata una bella emozione partire dall&rsquo;isola pedonale. E&rsquo; la prima volta in quasi cinquant&rsquo;anni di et&agrave; e trenta di moto che mi accade una cosa del genere. Sono contento che anche la citt&agrave; di Cuneo si sia accorta di me&rdquo;.  Alla presentazione, davanti alla stampa anche generalista, Dutto ha raccontato la sua storia.  &ldquo;Sono stato fortunato perch&eacute; fin da ragazzo avevo questa passione per il fuoristrada, poi diventata un lavoro. Poi c&#39;&egrave; stata la sfiga di cadere sul fiume Tagliamento, a marzo saranno 10 anni&rdquo;, ha detto Nicola Dutto.&rdquo; Sono stato nove mesi in ospedale. La moto mi ha spezzato in due, ma poi mi ha insegnato a tornare a vivere. Sono subito tornato in fuoristrada, prima sulle quattro ruote e poi sulle due. Ho comprato lo stesso modello di moto che avevo prima, adattandolo alle mie esigenze. L&#39;idea iniziale era quella di divertirsi con gli amici nei boschi. Poi per&ograve; mi &egrave; tornata la voglia di correre. &Egrave; un po&#39; come mangiare un dolce dopo un lungo periodo di dieta. Ho corso tutte le gare che avevo fatto prima dell&#39;incidente e poi ho partecipato alla Dakar. E ora la grande avventura dell&#39;Africa Eco Race&rdquo;. 

&ldquo;Non &egrave; solo una sfida contro gli avversari e contro il deserto, ma c&rsquo;&egrave; anche la politica di mezzo, loro decidono chi far andare aventi e chi no. Ora la grande avventura dell&rsquo;Africa Eco Race&rdquo;, Annuncia Dutto

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