Dopo diverse stagioni buie per il Giappone nel Motomondiale, in questi ultimi anni sembra che i piloti provenienti dalla terra del Sol Levante stiano tornando ad alti livelli in tutte le categorie, sfornando talenti che, un domani, potrebbero arrivare nella classe regina e raccogliere grandi successi.  Guardando ai giovani giapponesi della Moto3, infatti, si nota immediatamente come la scuola asiatica sia nuovamente in crescita, con piloti veloci e gi&agrave; maturi nonostante la giovane et&agrave;, grazie ad una filiera ormai sempre pi&ugrave; simile, almeno come metodo di lavoro, a quella europea. A testimoniarlo &egrave; Ai Ogura, che dopo aver sfiorato il mondiale lo scorso anno, &egrave; passato in Moto2 ottenendo risultati ben al di sopra delle pi&ugrave; rosee aspettative.  Moto3 Portogallo, gara: gioia mancata per Foggia, Acosta vince ancora  Dall&#39;Asia Talent Cup con furore   Il merito dell&#39;arrivo dei piloti giapponesi, che quest&#39;anno sono ben cinque nella classe leggera (Suzuki, Sasaki, Toba, Kunii e Yamanaka), si deve soprattutto all&#39;Asia Talent Cup, che li hanno messi in luce in una competizione di spessore internazionale. Un esempio lampante &egrave; proprio Ayumu Sasaki, vincitore nel 2015 del monomarca Honda e, l&#39;anno successivo, della Red Bull Rookies Cup. Il numero 71 ha vissuto delle stagioni di apprendistato in chiaroscuro nel mondiale, fino al 2020 in cui, con il team Tech3, ha raggiunto il podio, gi&agrave; nuovamente sfiorato in questo avvio di 2021.  Un discorso analogo pu&ograve; valere anche per Kaito Toba, che ha anche gi&agrave; raggiunto il podio la vittoria in Moto3 e che proviene anch&#39;egli dall&#39;Asia Talent Cup, dove si &egrave; laureato campione nel 2014 per poi passare alla Rookies Cup.    Moto3, GP Portogallo: le pagelle della gara a Portimao  Il CEV come rampa di lancio   Se per Tatsuki Suzuki la crescita &egrave; avvenuta direttamente nel mondiale dopo un solo anno di CEV, lo stesso non si pu&ograve; dire per Ryusei Yamanaka e Yuki Kunii, la cui maturazione sportiva &egrave; avvenuta proprio nel campionato mondiale Junior Moto3. Per Yamanaka, quest&#39;anno al via con la KTM del team PrustelGP, l&#39;esperienza nel CEV &egrave; avvenuta con il team Monlau, mentre Kunii ha corso proprio tra le fila dell&#39;Asia Talent Team.  Proprio Yuki, &egrave; l&#39;esempio perfetto di pilota cresciuto grazie al team per giovani talenti capitanato da Alberto Puig e Hiroshi Aoyama. Infatti, il classe 2003 proviene dall&#39;Asia Talent Cup, dove ha chiuso quinto nel 2017, ed &egrave; passato nel CEV Moto3 proprio in sella alla Honda dell&#39;Asia Talent Team, per poi approdare lo scorso anno nel mondiale sempre con il Team Asia, con un progetto a lungo termine che potrebbe portarlo anche alle classi superiori come accaduto con Ogura.  Altri talenti in arrivo   Oltre ai cinque gi&agrave; presenti in Moto3, la filiera asiatica sta continuando a sfornare talenti e, in particolare, sono in arrivo nomi interessanti quali Sho Nishimura, vincitore dell&#39;Asia Talent Cup nel 2019 e giunto quest&#39;anno alla seconda stagione nel CEV con il il team MT-Foundation77 che ha lanciato un certo Pedro Acosta, ed il giovanissimo Taiyo Furusato, dominatore dei primi round dell&#39;ATC a Losail poche settimane fa. Si pu&ograve; quindi dire che, dopo anni difficili, il Giappone sta finalmente tornando ai massimi livelli.  Jorge Lorenzo, che ansia: vittima di uno scherzo delle Iene 

<p>I giovani talenti della terra del Sol Levante stanno arrivando sempre pi&ugrave; spesso nelle posizioni di vertice della classe leggera. Ma da dove arrivano i nuovi volti del motociclismo asiatico?&nbsp;</p> 

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Moto3: il ritorno ai "piani alti" dei piloti giapponesi