        Dopo la chiacchierata di un mesetto fa circa con Chris Vermulen a spasso per la pista di Phillip Island con le moto da turismo per un promo in vista del ritorno dell&rsquo;Australia nel calendario MotoGP dopo una assenza di due anni causa pandemia, Casey Stoner si &egrave; rivisto in pista poco prima della partenza della gara. Il #27, infatti, &egrave; salito su un pullman scoperto ed ha percorso un giro della sua Phillip Island (ci ha vinto sei volte consecutivamente dal 2007 al 2012) per salutare i suoi tanti tifosi che ancora lo acclamano, essendo Casey una Leggenda della MotoGP ed in quella ristretta cerchia di aussie ad essere diventati campioni del mondo nel Motomondiale.&nbsp; Il video di Stoner         

Il bi-campione del mondo ha fatto un giro di pista della sua Phillip Island in... pullman per salutare i tifosi

Video – MotoGP Australia: Il giro d’onore di Casey Stoner

        A distanza di tre anni la MotoGP torna su una delle piste pi&ugrave; affascinanti dell'intero calendario. Parliamo del mirabolante layout di Phillip Island, tra i circuiti pi&ugrave; tecnici e divertenti di tutti. Lo scenario australiano &egrave; stato spesso palcoscenico di duelli e gare entrate nella leggenda delle corse, oltre che di dimostrazioni forza che hanno consegnato ai posteri la gloria e la tecnica di guida di alcuni piloti indimenticabili. I nomi che pi&ugrave; si associano a Phillip Island sono senz'altro quelli di Valentino Rossi e Casey Stoner, entrambi a quota sei successi nella top class. Valentino Rossi - 6 vittorie (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2014) Il pilota italiano &egrave; stato uno dei migliori interpreti della storia del circuito australiano; protagonista di tanti duelli spesso terminati al fotofinish. Tra le vittorie pi&ugrave; belle del "dottore" ci sono sicuramente quelle del 2001, 2005 e 2014. La gara del 2001 &egrave; probabilmente una delle pi&ugrave; belle della carriera del 9 volte iridato, come tra l'altro spesso dichiarato dallo stesso Rossi. Dopo uno splendido duello con Max Biaggi risoltosi solo a due curve dalla fine, Rossi vinse per soli 13 millesimi, cogliendo cos&igrave; il suo primo titolo mondiale in top class, l'ultimo dell'era 500. Nel 2004 il pilota Yamaha si ritrov&ograve; nella stessa situazione, generando un'intensa battaglia con Sete Gibernau, conclusasi con la vittoria di Rossi per meno di un decimo. Dopo cinque vittorie consecutive Rossi digiun&ograve; dal gradino pi&ugrave; alto del podio fino al 2014, quando torn&ograve; alla vittoria battendo Jorge Lorenzo e Bradley Smith, in una gara condizionata dalla caduta di Marc Marquez. &nbsp; Casey Stoner - 6 successi (2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012) La leggenda australiana riusc&igrave; a fare meglio del rivale di Tavullia, collezionando sei vittorie consecutive, dando vita alla striscia pi&ugrave; lunga di successi di fila. Quando si pensa al saliscendi australiano, inevitabilmente si fa il nome di Casey Stoner, probabilmente il migliore interprete di quella che &egrave; la sua pista di casa. Celebre &egrave; la frase di Danilo Petrucci, divenuta iconica per quanto veritiera: "Le fasi della vita dovrebbero essere: nasci, cresci, vedi un giro di Stoner a Phillip Island, ti riproduci e poi muori". Per sei anni Stoner non ha avuto rivali sulla pista di casa, vincendo il pi&ugrave; delle volte dominando la corsa, sia con Ducati che con Honda. Da ricordare i successi del 2010, quando rifil&ograve; 8 secondi a Jorge Lorenzo e 17 a Rossi; del 2011 quando in sella alla Honda vinse su Marco Simoncelli e Andrea Dovizioso; e del 2012, quando al suo ultimo anno da pilota trionf&ograve; ai danni di Jorge Lorenzo e Cal Crutchlow. &nbsp; Marc Marquez - 3 vittorie (2015, 2017, 2019) Negli ultimi anni il pilota che pi&ugrave; di tutti &egrave; riuscito a impressionare a Phillip Island &egrave; stato Marc Marquez, autore di tre successi. Nel 2015, dopo un'aspra battaglia formata da quattro piloti lo spagnolo vinse su Jorge Lorenzo, Andrea Iannone e Valentino Rossi. La gara &egrave; passata alla storia anche per quello che successe dopo, quando Marquez fu accusato dal nove volte iridato di aver rallentato la corsa per favorire Lorenzo. L'ultimo successo risale al 2019, ovvero all'ultima edizione fin qui disputata del GP d'Australia; lo spagnolo vinse dominando la gara su Cal Crutchlow e Jack Miller. &nbsp; Wayne Gardner - 2 successi (1989, 1990) Gli altri australiani in grado di vincere nel proprio circuito di casa (in top class) furono Mich Doohan nel 1998 e Wayne Gardner. Quest'ultimo vinse consecutivamente nel 1989 e nel 1990; nella prima occasione arriv&ograve; davanti a Wayne Rainey e Christian Sarron, in un finale di gara in volata che vide i tre piloti racchiusi in meno di 5 decimi. L'anno successivo il pilota Honda ebbe la meglio sul connazionale Mick Doohan e nuovamente su Wayne Rainey.  Tra i piloti in attivit&agrave; solo Vinales vanta un successo in Australia Ad esclusione di Marquez, tra i piloti in attivit&agrave; solo Maverick Vinales pu&ograve; vantare un successo in Australia, avvenuto nel 2018 su Andrea Iannone e Andrea Dovizioso. Lo spagnolo &egrave; in buona compagnia a quota un successo, trovandosi insieme a Cal Crutchlow (2016), Jorge Lorenzo (2013), Marco Melandri (2006), Max Biaggi (2000), Tadayuki Okada (1999) e Alex Criville (1997).&nbsp; Pirro: "Bagnaia? Pu&ograve; solo perdere il titolo MotoGP, nelle corse non si sa mai"        

Con 8 successi il campione italiano primeggia in questa classifica se considerate tutte le classi. Segue l'australiano con 6 vittorie consecutive

MotoGP: Valentino Rossi e Casey Stoner i più vincenti a Phillip Island

        In un round cos&igrave; delicato come quello che sta per trascorrere Francesco Bagnaia serve un qualcosa in pi&ugrave; per far s&igrave; che le cose vadano nel migliore dei modi. Il pilota Ducati &egrave; secondo in classifica mondiale a soli 2 punti dal leader francese Quartararo e non deve fare sbagli a Phillip Island per puntare concretamente a ottenere il titolo.  &ldquo;Stoner sa come vincere&rdquo; Come da previsioni il due volte campione del mondo e ultimo iridato con la rossa di Borgo Panigale &egrave; nel box di Pecco nelle vesti di Coach d&rsquo;eccezione. Nella giornata di oggi i due hanno studiato la pista anche sotto la pioggia facendo una passeggiata sull&rsquo;asfalto del circuito. Il talento della Ducati inoltre dichiara a Sky Sport: "Stoner sa come vincere qui"&nbsp; Chiss&agrave; se la carta Stoner per l&rsquo;italiano sar&agrave; quella vincente?        

Casey &egrave; presente in pista a Phillip Island fin dal gioved&igrave; per affiancare Bagnaia

MotoGP, Pecco e Stoner insieme per puntare a vincere in Australia

        Ci sono poche accoppiate che vengono subito in mente quando si pensa ad un determinato posto nel mondo. Phillip Island e Casey Stoner sono certamente una di queste. Non si pu&ograve; pensare al circuito australiano senza che non vengano in mente tutti i momenti in cui li numero 27 &egrave; stato protagonista. Dopo dieci anni di assenza dall&rsquo;ultima volta in cui &egrave; sceso in pista sull'Isola, Casey ripercorre il circuito insieme all&rsquo;amico Chris Vermeulen, anche lui ex pilota di MotoGP per la Suzuki, e ripensa a tutti i momenti passati l&igrave;.  Casey: &ldquo;Vincere qui nel 2011 &egrave; stato bellissimo&rdquo; Il viaggio inizia da Melbourne dove i due salgono in sella a delle Triumph Tiger 1200 per percorrere la strada verso il tracciato. &ldquo;L&rsquo;ultimo gran premio l&igrave; &egrave; stato nel 2012, ma non vado a Philip Island da quando nel 2013 ho fatto qualche giro insieme a Mick (Doohann) e Wayne (Rainey).&rdquo; Cos&igrave; racconta prima di salire in sella Casey. Il pilota che si coron&ograve; campione nel 2007 con la Ducati e nel 2011, proprio in casa, con la Honda &egrave; visibilmente emozionato: &ldquo;Mi ritornano in mente tutti i bei momenti. Ma soprattutto ho quella stessa sensazione di quando ci venivo in passato. Aver vinto il mio secondo mondiale qui &egrave; stato bellissimo perch&eacute; in quell&rsquo;occasione si sono allineati vari eventi. Era il mio compleanno. Mi sono coronato campione vincendo il titolo di MotoGP, e soprattutto nella mia terra.&rdquo;  La curva Stoner Nello speciale &ldquo;The Island&rdquo; l&rsquo;australiano racconta in prima persona la sua curva, quella che gli &egrave; stata intitolata, la numero 3 del circuito. Casey la faceva in un modo totalmente diverso e unico rispetto a tutti gli altri piloti in griglia. &ldquo;Io provengo da un passato sui dirt track &ndash; continua Casey - e quindi ho molta sensibilit&agrave; nel posteriore, mi piace far &ldquo;partire&rdquo; leggermente la ruota dietro. Puntavo il &ldquo;davanti&rdquo; e cercavo di percorrere la curva nel modo pi&ugrave; veloce&rdquo;. &nbsp;       

Il campione australiano parla del tracciato casalingo in un video inedito insieme a Chris Vermeulen

MotoGP, Casey Stoner e il ritorno a Phillip Island dopo dieci anni

        Sta vivendo una nuova avventura, Dani Pedrosa, sulle quattro ruote, ma resta sempre legato a quello che &egrave; stato per poco meno di vent&rsquo;anni il suo mondo, il motociclismo, ricoprendo il ruolo di collaudatore di KTM. Da ex pilota ha una lettura e una visione delle cose pi&ugrave; profonda, e ha cos&igrave; toccato i temi pi&ugrave; importanti del momento. Il lavoro in KTM e l'arrivo di Miller  In primis, parlando dell&rsquo;azienda austriaca che sta faticando non poco. Dopo un ottimo inizio, con il secondo posto in Qatar di Binder e la vittoria di Miguel Oliveira in Indonesia, KTM non &egrave; pi&ugrave; stata nelle prime posizioni e Pedrosa ha spiegato: &ldquo;Ci sono stati dei cambiamenti e stiamo ancora aspettando di raccoglierne i frutti. Abbiamo invece cose pi&ugrave; importanti da cambiare sulla moto, come il motore, e per regolamento ancora non possiamo&rdquo;. Intanto ci si concentra su altro: &ldquo;Dobbiamo lavorare molto sull'equilibrio del telaio, che &egrave; uno dei nostri problemi principali. Usiamo ancora molto le gomme dure all'anteriore e una delle grandi difficolt&agrave; &egrave; quando, per scelta delle gomme, non possiamo montarle&rdquo;. Dal prossimo anno arriver&agrave; Jack Mille, ma sul ruolo che avr&agrave; l&rsquo;australiano non si &egrave; ancora fatto un&rsquo;idea precisa: &ldquo;Non lo conosco molto bene. Vedo dall'esterno che &egrave; un pilota molto versatile e ha ottime qualit&agrave; quando le condizioni della pista sono speciali, si adatta a molte moto diverse&rdquo;. &nbsp;  Su chi per&ograve; pi&ugrave; ha stupito in queste undici gare non ha dubbi: &ldquo;Aleix Espargar&oacute; &egrave; la rivelazione. Non &egrave; un caso, in ogni prova e in ogni gara e anche in diverse condizioni, &egrave; davanti. Con la grande variabilit&agrave; che c&rsquo;&egrave; oggi riesce a stare nelle prime posizioni. Sta facendo di pi&ugrave; degli altri e a volte questo basta&rdquo;. In grave crisi &egrave; invece Honda, con cui lui ha corso per tutta la sua carriera: &ldquo;Non posso dire molto dall'esterno. Conosco la Honda, ma quella dei miei tempi, di quando sono arrivato e di quello che abbiamo fatto in quegli anni. Non so se le cose ora sono le stesse o sono diverse, non posso giudicare&rdquo;. &nbsp;  Le difficolt&agrave; della Casa alata sono arrivate con gli infortuni di Marc Marquez, che si &egrave; sottoposto alla quarta operazione chirurgica: &ldquo;Ognuno ha il suo modo di affrontare queste situazioni. Ho avuto molte operazioni in cui tutto &egrave; andato bene alla prima e sono stato fortunato. Ma altre in cui ci sono stati dei problemi e poi si cade in una spirale di operazioni. Conosco bene questa situazione, ma non solo io, molti campioni ci sono passati&rdquo;. Passare attraverso quei momenti &egrave; tutt&rsquo;altro che facile: &ldquo;Pi&ugrave; dura nel tempo, pi&ugrave; intacca la fiducia. Trascorri pi&ugrave; tempo a casa o in ospedale a cercare risposte e a generare dubbi sul fatto che il tuo corpo torner&agrave; come prima. L&igrave; l'aspetto mentale &egrave; importante e anche essere circondati da persone positive per te&rdquo;. &nbsp;  Tra i grandi rivali che ha avuto, uno in particolare ha segnato la sua carriera: &ldquo;Jorge (Lorenzo) &egrave; stato il pi&ugrave; grande. Ci siamo nutriti a vicenda, ero molto motivato a gareggiare contro di lui, anche contro Stoner, ma soprattutto con lui ho sentito il bisogno di spingermi oltre perch&eacute; era arrivato con la voglia di prendere quel posto&rdquo;.Proprio Stoner ha detto che il rivale da cui pi&ugrave; ha imparato &egrave; stato Pedrosa e lo spagnolo ha svelato: &ldquo;Quando l&rsquo;ha detto ci eravamo visti di recente e gli avevo detto la stessa cosa. Abbiamo corso insieme da quando avevo 15 anni, nel campionato spagnolo, ma quasi sempre in squadre diverse&rdquo;. Nella top class poi hanno condiviso lo stesso box: &ldquo;Quando &egrave; arrivato alla Repsol Honda ho potuto capire come faceva quelle cose che se le guardavo dalla TV non le capivo. Mi ha aperto gli occhi e ho imparato molto&rdquo;. Pedrosa: "Una sfida contro Lorenzo e Rossi in auto? Sarebbe bello, ma..."       

Lo spagnolo ha parlato dei suoi rivali storici, ma anche del momento che stanno vivendo KTM e Honda e su Aleix Espargar&ograve; ha detto: &ldquo;&Egrave; la rivelazione&rdquo;

MotoGP, Pedrosa: “Lorenzo mi ha motivato. Da Stoner ho imparato molto”

        Having travelled from the other side of the world to holiday in Athens with his wife, Casey Stoner has also stopped off in Italy to attend the Fair Play Menarini prizegiving, which opened yesterday evening in Florence: &ldquo;It&rsquo;s an honour to be selected for this prize, it&rsquo;s fantastic. It&rsquo;s been very difficult to travel recently with everything going on and so it&rsquo;s wonderful to see everyone meeting up again and, like I&rsquo;ve said, it&rsquo;s an enormous privilege&rdquo; confirms the Australian who, during &ldquo;The champions tell all" talk, spoke about the current championship, one that appears balanced and unpredictable. Casey: &ldquo;I think MotoGP has lost of lot of fans&rdquo;  The two-time world champion thinks that MotoGP is no longer the same post-Rossi, the Italian having closed an important period in the history of this sport. As for Valentino, Casey opines: &ldquo;He wasn&rsquo;t so strong in the final years and wasn&rsquo;t in the mix for the title, so not so much has changed without him. But MotoGP has definitely lost a lot of fans who would come to the races to see Valentino.&rdquo; An unpredictable season  The current championship is proving entertaining with its many tightly fought battles, the level of competitiveness making it hard to make predictions, even for someone who has racing in the blood: "It&rsquo;s been hard to understand MotoGP over the last year, because you see a very different list of results from race to race. The winner of one GP might finish in the top five or six the following week, or maybe worse. So it&rsquo;s very difficult to see who&rsquo;s consistently strong. I&rsquo;m not saying the bikes are easy to ride, but it looks like everyone is able to get close to maximum performance a little more easily, which makes it more difficult to understand who&rsquo;s really making the difference. I have the feeling that some riders who are up front wouldn&rsquo;t be there if the bikes weren&rsquo;t so manageable". Casey does single out Pecco Bagnaia though, who he sees as a likely successor to Valentino Rossi: "He&rsquo;s a good guy, he has my former mechanics and he&rsquo;s working hard. He&rsquo;s made too many mistakes this year, but unless you&rsquo;re in his situation you can&rsquo;t understand, and it&rsquo;s easy to judge from outside, so I prefer not to comment. But the speed is there. Maybe you just have to accept that you can&rsquo;t win every race, and then finish a few more races but, I repeat, it&rsquo;s very easy to comment on mistakes from the outside&rdquo;. Translated by Heather Watson MotoGP, &Aacute;lex M&aacute;rquez: &ldquo;Honda fell asleep, we&rsquo;re all struggling&rdquo;       

The Australian champion offers his views on this first half of the season, also touching on Bagnaia&rsquo;s situation

MotoGP, Stoner: “Pecco needs to accept he can’t win every race”

        Partito dall&rsquo;altra parte del mondo per arrivare in Grecia ad Atene, per una vacanza con la moglie, Casey Stoner ha poi fatto un passaggio in Italia, per prendere parte alla tre giorni del premio Fair Play Menarini, che ha aperto ieri sera a Firenze. "&Egrave; un onore essere stato scelto per questo premio &egrave; fantastico: negli ultimi anni &egrave; stato molto difficile viaggiare per tutti per questi eventi quindi &egrave; meraviglioso vedere che tutti si riuniscono di nuovo, e come ho detto &egrave; un enorme privilegio" afferma l'australiano, che&nbsp;in occasione del talk &ldquo;I campioni si raccontano" dice&nbsp;la sua su questo campionato, che sembra essere molto livellato e poco prevedibile. Casey: &ldquo;Penso che la MotoGP abbia perso molti fan&rdquo;  Il due volte Campione del Mondo pensa che la MotoGP non sia pi&ugrave; la stessa dopo l&rsquo;era Rossi, dove si &egrave; chiuso un periodo importante della storia di questo sport, ed esprime anche un suo pensiero riguardo Valentino: &ldquo;Non era pi&ugrave; cos&igrave; forte negli ultimi anni, ed era fuori dalla lotta per il titolo mondiale, quindi non &egrave; cambiato cos&igrave; tanto senza di lui. Sicuramente penso, per&ograve;, che la MotoGP abbia perso molti fan che venivano alle gare per vedere Valentino.&rdquo;  Una stagione imprevedibile  Stiamo assistendo a un campionato molto divertente pieno di battaglie e sfide accattivanti. Questo 2022 si sta rivelando molto competitivo e proprio per questo &egrave; difficile fare previsioni, anche per uno che il motociclismo lo ha nel sangue: "In quest'ultimo anno &egrave; difficile capire la MotoGP, perch&eacute; da una gara all'altra vedi una lista di risultati molto diversa: il vincitore di un Gran Premio magari il weekend dopo fa fatica a finire nei primi 5 o 6, forse ancora peggio. Quindi &egrave; molto difficile vedere chi &egrave; forte in maniera costante. Non dico che le moto siano facili da guidare, ma sembra che ognuno sia capace di avvicinarsi al massimo della prestazione un po' pi&ugrave; facilmente, e quindi poi &egrave; pi&ugrave; difficile capire chi veramente fa la differenza. Ho la percezione che alcuni piloti che sono stati davanti non ci sarebbero stati, se le moto non fossero cos&igrave; gestibili". Casey per&ograve; mette nel mirino Pecco Bagnaia, che lo vede, probabilmente, come il successore di Valentino Rossi: "&Egrave; un bravo ragazzo, lui ha i miei vecchi meccanici, sta lavorando duro. Ha fatto troppi errori quest'anno, ma finch&eacute; non sei nella sua situazione non puoi capire, ed &egrave; molto facile giudicare da fuori, quindi preferisco non commentare. Ma la velocit&agrave; c'&egrave;. Forse devi semplicemente accettare che non puoi vincere ogni gara, e devi finire un po' pi&ugrave; gare: per&ograve;, ripeto, &egrave; molto facile commentare da fuori gli errori".       

Il campionissimo australiano esprime diversi pensieri su questa prima parte di stagione, parlando anche della situazione di Bagnaia

MotoGP, Stoner: “Pecco deve accettare di non poter vincere ogni gara”

Ecco gli scatti che ritraggono l'ex pilota australiano assieme alla sua compagna tra le meraviglie greche 

MotoGP: Casey Stoner in vacanza in Grecia con la sua meravigliosa Adriana

        Casey Stoner &egrave; probabilmente uno dei pi&ugrave; grandi piloti di sempre. Vincitore di 2 mondiali, uno nel 2007 con Ducati, e anche l&rsquo;ultimo fino ad ora per la casa di Borgo Panigale; e il secondo con la Honda nel 2011. Ha disputato 176 gare e ne ha vinte 45, salendo su ben 89 podi e dimostrando di saper fare cose impressionanti in sella alla moto. Sembra impossibile pensare che un pilota cos&igrave; talentuoso possa aver dato l'addio alle competizioni a soli 27 anni, eppure &egrave; ci&ograve; che &egrave; successo. Il motomondiale il 17 maggio 2012 si trovava in Francia, sul circuito di Le Mans e nella conferenza stampa pre-weekend, l&rsquo;australiano comunicava la notizia di voler abbandonare le corse.  Il fenomeno, il pilota  Nel punto pi&ugrave; alto della carriera Stoner ha deciso di abbandonare il paddock e tornare nella tanto amata Australia per vivere tranquillo insieme alla sua famiglia. Casey non ha mai amato troppo il contorno della pista. Interviste, eventi e quant&rsquo;altro non facevano per lui. Voleva solo correre e mettere di traverso la moto. La motivazione che il pilota diede al mondo, per&ograve;, era quella che non sentiva pi&ugrave; la passione per il motociclismo, oltre sicuramente alla nascita della prima figlia Alessandra. Dopo l&rsquo;annuncio, Casey, non si ferm&ograve; nel vincere. Infatti, arriv&ograve; primo in Olanda, USA e in casa in Australia. Proprio sul circuito di Philip Island Stoner ha una curva intitolata in suo onore. In seguito divent&ograve; collaudatore in Ducati e Honda, dando ancora il suo contributo alle due ruote. Pi&ugrave; avanti, nel novembre 2018, gli venne diagnosticata la sindrome da stanchezza cronica. Questa non gli consentiva pi&ugrave; di essere lo stesso Casey. Raccontava, infatti, di passare intere giornate sul letto o sul divano, senza avere la forza per alzarsi. Fortunatamente ultimamente sembra stare meglio e negli ultimi tempi lo abbiamo visto spesso nel paddock, anche nel ruolo di &ldquo;coach d&rsquo;eccezione&rdquo;.  Honda ha fatto di tutto per non perderlo  La Casa giapponese non voleva assolutamente che il proprio campione si ritirasse dalle scene, visto ancora l&rsquo;enorme potenziale che aveva. Il team propose a Stoner un contratto da 15 milioni di dollari, ma niente, l&rsquo;australiano non si fece accecare dal potere dei soldi, vide pi&ugrave; importante lo stare con la famiglia. Questa situazione ne fece nascere un&rsquo;altra. Proprio in quel periodo si faceva conoscere il talento spagnolo Marc Marquez.&nbsp;Lui aveva vinto nel 2010 in 125, e in Moto2 aveva sfiorato il titolo l&rsquo;anno dopo. Honda non perse tempo e si aggiudic&ograve; il piccolo Marc nel team. Gli anni seguenti lo videro vincere ben otto mondiali fino ad oggi. Pur essendosi ritirato ancora giovane, Casey Stoner ha sicuramente lasciato un segno nel mondo del motociclismo portando sia un nuovo stile di guida, che tutt'oggi vediamo nei piloti, che quel talento che in pochi hanno.       

Era proprio il 17 maggio del 2012 quando il due volte campione del mondo annunciava il ritiro alla fine della stagione

Casey Stoner: 10 anni fa l’annuncio del ritiro dalla MotoGP

        La MotoGP attuale si basa su alcuni punti cardine, ed uno di questi &egrave; innegabilmente la frenata. Un aspetto che fa spesso la differenza in gara, consentendo ad alcuni piloti di emergere e rallentandone al contempo altri. Pecco Bagnaia lo sa bene e, intervenuto sul tema su invito di Brembo, ha raccontato la sua verit&agrave; a tal proposito, a partire dal primo incontro con i freni in carbonio di una MotoGP, avvenuto a Valencia nel 2016.&nbsp;&ldquo;Il passaggio dall&rsquo;acciaio al carbonio &egrave; la cosa che mi &egrave; rimasta pi&ugrave; impressa: &egrave; stato scioccante nei primi giri - racconta Pecco - ma non ho mai avuto quell&rsquo;effetto bloccaggio in cui sono incappati altri piloti. Non ricordo quel test come un&rsquo;esperienza sconvolgente nel complesso, ricordo solo che ci ho messo un po&rsquo; ad abituarmi, ed ora quando provo una moto senza i freni in carbonio faccio leggermente pi&ugrave; fatica&rdquo;.&nbsp;A Valencia hai vissuto anche un momento complicato, ossia il cappottamento del 2019 durante la FP3. E&rsquo; un qualcosa che pu&ograve; capitare o si tratta di un episodio isolato? &ldquo;In quell&rsquo;occasione ho potuto farci poco, dato che il freno si &egrave; bloccato sempre di pi&ugrave;, un qualcosa di non ripetibile secondo me. E&rsquo; stato un piccolo problema con conseguenze maggiori&rdquo;.&nbsp;Come ti immagini un amatore in sella ad una MotoGP? Cosa accadrebbe nelle prime frenate con i freni in carbonio? &ldquo;Andrebbe lungo, la ghiaia &egrave; molto vicina (ride ndr). Un amatore potrebbe spaventarsi, dato che se non li tieni in temperatura sono imprevedibili, e possono portarti ad inchiodare. Tutti i piloti infatti cercano di scaldarli gi&agrave; in pit lane, dando alla prima frenata una successiva grande scaldata, che aiuta a fare il primo giro tranquillamente. Un amatore abituato ad altre velocit&agrave; faticherebbe a portarli in temperatura, a volte fatico anche io&rdquo;.&nbsp;Dopo Jerez vi sono state lamentele riguardo alle difficolt&agrave; nel sorpassare. Che ne pensi?&nbsp;&ldquo;Io non credo sia difficile superare. In Argentina partivo 13&deg; e sono arrivato 5&deg;, a Portimao ultimo e sono arrivato 8&deg;, quindi credo che i sorpassi si facciano sia con i freni in carbonio che senza, cos&igrave; come sia con le ali che senza. Quando giri pi&ugrave; veloce del tuo avversario riesci, per forza di cose, a superare. Se sei solo leggermente pi&ugrave; veloce di chi ti precede fai pi&ugrave; fatica, ma ci riesci comunque, quindi non vedo particolari limitazioni. Aleix Espargar&ograve; ha faticato a superare Miller e Marquez? Loro due staccano forte, mentre lui predilige la percorrenza e l&rsquo;uscita di curva, quindi hanno stili diversi&rdquo;. Bagnaia: "In Moto2 non usavo il freno posteriore, in MotoGP sei obbligato a farlo"   Sei considerato uno degli staccatori pi&ugrave; forti della griglia. Sei d&rsquo;accordo?&nbsp;&ldquo;Oramai la staccata &egrave; divisa in pi&ugrave; parti: c&rsquo;&egrave; la frenata da dritto, la fase di ingresso ed il rilascio dei freni. Tra i piloti Ducati penso di essere quello che ha capito meglio la prima parte, ed il come portare tanta velocit&agrave; in curva, il che ora mi sta aiutando tanto ad essere veloce. Non &egrave; facile, perch&eacute; devi mettere tanto carico sull&rsquo;anteriore, con il rischio che questo si chiuda, ma serve&rdquo;.&nbsp;Ruberesti una fase della staccata a qualche tuo rivale? Se s&igrave; chi? &ldquo;Difficile da dire, perch&eacute; ogni pilota ha un proprio stile. Certamente mi piace come Miller riesce a far girare la moto nell&rsquo;ultima fase di ingresso, dando un pestone molto forte con il freno dietro. Trovo che abbia davvero un grande controllo su questa fase, che mi piacerebbe rubargli".&nbsp;Tu come utilizzi il freno posteriore? &ldquo;Quando sono arrivato in MotoGP venivo da un periodo in cui in Moto2 non lo avevo usato, dato che complicava la guida, ed il motore Honda aveva gi&agrave; tanto freno motore di suo. Con la MotoGP ho dovuto iniziare ad usarlo subito: nelle curve a sinistra uso il piede, in quelle a destra il freno a pollice. Mi piacerebbe riuscire ad usare sempre il piede, ma il bilanciamento che ho trovato ora mi aiuta molto&rdquo;.&nbsp;In passato uno degli staccatori pi&ugrave; incredibili &egrave; stato Casey Stoner, che usava il freno posteriore in sostituzione del controllo di trazione. Questa tecnica &egrave; stata replicata da qualcuno? &ldquo;Ho parlato tanto con Gabarrini (Christian, capotecnico di Pecco ed in passato di Stoner ndr) a riguardo. Mi ha detto spesso quanto Casey fosse bravo nel capire l&rsquo;aderenza della pista, e la potenza che poteva scaricare con il freno posteriore: in quel periodo i controllo di trazione non erano sviluppati come ora, e la Ducati 800 del 2007 era molto esplosiva, tanto che serviva trovare una quadra. Vedere Casey guidare in quegli anni era affascinante secondo me, dato che faceva grandi cose con una moto quasi inguidabile&rdquo;.&nbsp;Come descriveresti Le Mans dal punto di vista della frenata? &ldquo;E&rsquo; meno complicata come pista rispetto a Jerez, ma le temperature vanno sempre monitorate con grande attenzione. Vi sono due o tre staccate difficili, che rendono la frenata fondamentale anche qui: l&rsquo;anno scorso non ho avuto problemi, anche se il freddo complica il mantenere sempre i freni in temperatura&rdquo;. &nbsp; MotoGP, pressioni irregolari? Dall'Igna: "Abbiamo agito nella legalit&agrave;"       

"E' possibile con o senza ali. Stoner faceva cose incredibili con una moto quasi inguidabile" dice Pecco, ospite di Brembo

MotoGP, Bagnaia: “Difficile sorpassare? Non sono d'accordo”

        Mettete Dani Pedrosa in un luogo poco affollato, meglio se all&rsquo;interno di un ambiente racing, e otterrete una sorpresa. Perch&eacute; l&rsquo;immagine del ragazzo timido, introverso, a tratti diffidente che ha accompagnato per tanti anni il 31 volte vincitore di GP nella classe regina, nonch&eacute; tre volte iridato tra 125 e 250, lascia il posto a un altro atteggiamento. Merito forse dell&rsquo;et&agrave; - mostrata da un ciuffo di capelli bianchi - che ha arrotondato alcuni spigoli, o del fatto che nel paddock di Imola fosse circondato pi&ugrave; dalla curiosit&agrave; che dalle aspettative, ma il Pedrosa che ha debuttato nel Lamborghini Super Trofeo con il Team FFF si &egrave; mostrato sorridente e pronto alla battuta. Senza perdere la naturale velocit&agrave;, perch&eacute; assieme ad Antonin Borga ha sfiorato il podio di classe con la Hurac&aacute;n Super Trofeo Evo II nella domenica passata alla storia per il debutto di Valentino Rossi nel GT World Challenge Europe. GT: debutto amaro per Jorge Lorenzo L'esperienza tra le auto   &ldquo;Per il mio esordio in una gara di auto, non volevano farmi sentire disorientato, e allora mi hanno fatto trovare Valentino nel paddock. Giusto per non perdere l&rsquo;abitudine&rdquo;, ha scherzato Dani, che ripeter&agrave; l&rsquo;esperienza a Misano e Portimao. Ben sapendo, per&ograve;, che la MotoGP, da tester della KTM, resta la priorit&agrave;. &ldquo;Ho svolto dei test anche sulla Lamborghini per preparare questa gara. Ma pi&ugrave; che in pista a Vallelunga, l&rsquo;esperienza &egrave; stata la guida nel traffico di Roma... In Spagna non abbiamo nulla del genere!&rdquo;. &nbsp;Com&rsquo;&egrave; stata la prima esperienza in gara con le quattro ruote? &ldquo;Divertente. &Egrave; un mondo distante rispetto alla MotoGP: per esempio, si parla una &ldquo;lingua&rdquo; differente, sovrasterzo, sottosterzo... Poi per la prima volta ho comunicato con il box durante una corsa: sei concentrato su cosa fare in pista, ad alta velocit&agrave; in mezzo agli avversari, e devi fare attenzione anche a premere il pulsante giusto per parlare via radio. Mi ha colpito anche il modo in cui i piloti &lsquo;maltrattano&rsquo; l&rsquo;auto: prendono cordoli e buche quasi senza rispetto. Io con la moto sono abituato a guidare trattandola con i guanti&rdquo;. E poi c&rsquo;era la novit&agrave; della gara Endurance: il compagno di team non &egrave; pi&ugrave; un rivale ma &egrave; il primo da aiutare se &egrave; troppo lento. &ldquo;Io non ho quel problema (ride), visto che il mio ritmo non &egrave; come quello del mio compagno. Ma era inevitabile, per esempio certe volte il mio cervello diceva di frenare, ma in realt&agrave; avrei dovuto farlo 50 metri dopo. Devo anche dire che a Imola non avevo mai corso, nemmeno in moto. Mi sono trovato bene nelle curve lente: rispetto a quelle pi&ugrave; ampie controllo meglio l&rsquo;auto&rdquo;. Hai deciso cosa farai da grande? &ldquo;Ho 36 anni, sono gi&agrave; grande! Diciamo che sono in cerca di adrenalina. Le auto sono una bella opzione anche perch&eacute; non richiedono un allenamento fisico specifico, e alla guida non ho raggiunto i 180 battiti come quando correvo in MotoGP. Un&rsquo;alternativa &egrave; il windsurf sui laghi in Svizzera, dove vivo. E ovviamente c&rsquo;&egrave; la MotoGP: aiutare la KTM nello sviluppo &egrave; la priorit&agrave;&rdquo;. Pedrosa, KTM e la MotoGP   Il 2022 &egrave; iniziato con il trionfo di Miguel Oliveira a Mandalika, il settimo della RC16. Quanto c&rsquo;&egrave; di Pedrosa in questa evoluzione? &ldquo;&Egrave; una domanda soprattutto per la KTM. Ovviamente abbiamo lavorato al meglio in questi tre anni, i risultati ci hanno premiato, in questo avvio di stagione Brad Binder in Qatar e Oliveira in Indonesia hanno fatto gare favolose. In generale in questo arco di tempo si &egrave; visto un grande miglioramento, se pensiamo da dove eravamo partiti&rdquo;. Te lo aspettavi? &ldquo;Non mi ero posto obiettivi, credevo che saremmo migliorati, ma non sapevo quanto. Ricordo il mio primo feeling, al primo giro... (fa una faccia stranita) mi dissi &lsquo;OK, me l&rsquo;aspettavo diversa&rsquo;. Il primo anno &egrave; stato utile per capire la moto, cosa faceva, cosa mancava&rdquo;. Poi sono arrivati i cambiamenti. E i risultati. &ldquo;Il bello &egrave; che quando tocchi qualcosa di importante, e il cambiamento funziona, cresce anche la fiducia del pilota. La modifica ha un doppio effetto: migliora la moto ma anche la con fermare l&rsquo;evoluzione&rdquo;. I piloti di oggi e di ieri  Chi apprezzi tra i piloti della nuova generazione? &ldquo;Alcuni devo conoscerli meglio, per giudicarli devi studiarli nel tempo, vedendo anche come reagiscono in certe situazioni. Mi piace lo stile di guida di Joan Mir, apprezzo molto Enea Bastianini per come finisce forte le gare, gestendo bene le gomme, lo stesso Pecco Bagnaia l&rsquo;anno scorso faceva paura. Ci sono buoni piloti tra i &lsquo;nuovi&rsquo;, ma Marc Marquez &egrave; ancora un riferimento&rdquo;. Tu hai corso per sei stagioni con Marquez e, purtroppo, hai dovuto superare numerosi infortuni: cosa hai pensato dopo l&rsquo;incidente di Marc a Mandalika? &ldquo;Ho sperato subito il meglio per Marc. Ci siamo anche sentiti, ma non siamo andati molto in profondit&agrave;, perch&eacute; oggi lavoriamo per due Case rivali. Quello che posso dire &egrave; che la vista &egrave; una cosa delicata, per la carriera ma anche per il futuro&rdquo;. Tu sei diventato campione del Mondo a 18 anni: oggi il baby prodigio &egrave; Pedro Acosta. &ldquo;Mi rivedo un po&rsquo; in lui, mi &egrave; piaciuto il modo in cui si &egrave; adattato al Motomondiale. Quando sali dal CEV, cambia tutto, ci sono molte interviste, tanti impegni, il ritmo &egrave; differente, poi devi concentrarti sulla guida. Lui &egrave; andato subito molto forte, in Moto3 ha gestito la pressione in modo molto naturale&rdquo;. Ti dispiace che la tua immagine pubblica sia diversa da ci&ograve; che sei veramente? Appari timido, ma sei pi&ugrave; espansivo. &ldquo;Non amo l&rsquo;agglomerazione, &egrave; noto. Quando c&rsquo;&egrave; tanta gente attorno sono meno a mio agio. Quando Valentino &egrave; diventato il riferimento della MotoGP, attorno al 2004, 2005, se non eri come lui, forse non eri ben visto oppure la gente non era nemmeno interessata a conoscerti. Valeva per me e per lo stesso Casey Stoner, che era molto introverso. Ora &egrave; cambiato tanto, ci sono piloti con caratteri diversi, ma vengono accolti bene tutti&rdquo;. Un nome soltanto: a parit&agrave; di moto chi avrebbe vinto tra te, Jorge Lorenzo, Rossi, Marquez e Stoner? &ldquo;Tutti e cinque avevamo qualcosa di speciale. A livello di guida, risponderei Stoner, a livello di testa Marc, che &egrave; stato bravo anche a sviluppare lo stile di guida estremo, con il gomito a terra. Io ho avuto la fortuna, anzi la sfortuna (ride), di conoscerli bene tutti. E posso dire che Stoner mi ha aperto gli occhi con la sua guida&rdquo;. Calendario MotoGP 2022       

L'intervista esclusiva all'ex MotoGP: "Marquez era l'avversario pi&ugrave; forte mentalmente, ma Casey mi stup&igrave;. E sulla Lamborghini dico che..."

Daniel Pedrosa: “Il rivale più tosto? La guida di Stoner mi aprì gli occhi”

        Il circuito cittadino di Albert Park sta ospitando in questo weekend il GP Australia, terzo appuntamento iridato della Formula 1, fine settimana segnato sinora dalla supremazia Ferrari e dall&rsquo;incredibile pole position di Charles Leclerc. Chi vincer&agrave; il GP Americhe? Vota il sondaggio Stoner in buona compagnia&nbsp;   A consegnare il trofeo Pirelli che viene assegnato al pi&ugrave; veloce in Qualifica &egrave; stato un ospite d&rsquo;eccezione: parliamo di Casey Stoner, due volte campione del mondo MotoGP ancora amatissimo dal pubblico e presente per l&rsquo;occasione a Melbourne. Casey non &egrave; l&rsquo;unica star delle due ruote che ha presenziato al weekend del GP Australia: nei giorni scorsi &egrave; stato avvistato anche Mick Doohan, segno che quando si tratta di competizione e velocit&agrave;, non c&rsquo;&egrave; differenza tra due e quattro ruote che tenga.  Guess these two fast guys have something in common  (And not only their birthday on 16th October )#essereFerrari  #AusGP @Charles_Leclerc @Official_CS27 pic.twitter.com/3XtiBbOUf8 &mdash; Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) April 9, 2022    SSP300: ad Aragon, Marc Garcia domina Gara 1 davanti a Diaz       

L'ex pilota MotoGP &egrave; tra gli ospiti d'eccezione del GP Australia che la Formula 1 sta disputando ad Albert Park

Casey Stoner, il Re della Velocità premia Charles Leclerc dopo la pole position

        L&rsquo;avventura di Casey Stoner in MotoGP &egrave; stata impreziosita da due titoli iridati, uno con Ducati e l&rsquo;altro con Honda, ma quando l&rsquo;australiano approd&ograve; in top class in pochi avrebbero scommesso su di lui. Tra questi c&rsquo;era Lucio Cecchinello, che gli consent&igrave; di debuttare nella classe regina con i colori del Team LCR prima che la Ducati mettesse gli occhi sul talento australiano. MotoGP esclusiva, Bastianini: "Ora ho fiducia in me stesso" Suppo e il pupillo Stoner   Ma come si &egrave; arrivati alla firma che port&ograve; Stoner alla corte della Rossa nella stagione 2007? A raccontarlo &egrave; stato Oscar Haro, ex direttore sportivo LCR, sul canale Twitch di Nico Abad. &nbsp; "Livio Suppo voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con HRC&nbsp;- ha raccontato Haro - dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello venne incontro alla sua proposta: 'So che il sogno di Casey &egrave; quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se &egrave; legato a noi per un altro anno'". Casey liberato da... Checa  Sciolto il nodo Stoner, la squadra di Cecchinello si mise alla ricerca di un sostituto: il primo indiziato fu Sete Gibernau, ma le richieste economiche dello spagnolo mandarono in fumo la trattativa: "Gli spiegammo che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si impunt&ograve; e lasciammo perdere", ha proseguito Haro. Risolutiva fu l&rsquo;intuizione di Ramon Forcada, che propose il nome di Carlos Checa: "Carlos era al bar dell'hotel e gli chiesi se voleva guidare la nostra moto. Mi domand&ograve; se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Gli risposi annuendo e lui mi disse: 'Dammi un tovagliolo e firmiamo'".&nbsp; Una firma che liber&ograve; Stoner, destinato a fare la storia con la Ducati nelle stagioni a seguire. MotoGP: Jack Miller presto sposer&agrave; la sua Ruby       

Il retroscena sulle trattative che portarono l'australiano alla corte della Casa italiana nella stagione 2007

MotoGP: Casey Stoner, la rivelazione sul passaggio in Ducati

        Nel corso delle rispettive carriere, Valentino Rossi e Casey Stoner hanno dato vita a uno dei dualismi pi&ugrave; intensi che il Motomondiale ricordi. Una sfida cos&igrave; sentita da spingere una parte della tifoseria a macchiarsi di episodi deprecabili e non giustificabili nei confronti dell&rsquo;australiano, quali insulti e striscioni offensivi. MotoGP, la rivelazione di Casey Stoner: "Meglio andava il weekend, pi&ugrave; volevo morire" Casey: &ldquo;Situazione dura da sopportare&rdquo;  &Egrave; stato lo stesso Stoner a ricordare le tensioni dell&rsquo;epoca: &ldquo;I tifosi scrivevano &lsquo;m***a&rsquo; sul mio camper o cose del genere, c&rsquo;erano minacce nei miei confronti. &Egrave; stato molto duro da sopportare&rdquo;, &egrave; la confessione dell&rsquo;ex pilota al podcast Gypsy Tales. L&rsquo;ex Ducati e Honda ha spiegato che questi episodi non accadevano solo fuori dal circuito, ma anche nel paddock: &ldquo;Quando uscivamo dal box c&rsquo;era chi non perdeva occasione per infastidirci. Quando eravamo in scooter, c&rsquo;era chi provava a strapparmi un braccio per farmi cadere &ndash; racconta Stoner &ndash; Facevano di tutto per farmi del male e condizionare la gara&rdquo;. L'immobilismo di Rossi  Ed &egrave; quei che Casey accusa Rossi, sottolineando la mancata presa di posizione del pesarese contro gli eccessi della sua tifoseria: &ldquo;Valentino non ha mai cercato di fermare tutto questo concretamente. Dal canto mio, credo di aver fatto un buon lavoro, sono stato coinvolto in situazioni da cui ho imparato&rdquo;. Valentino Rossi protagonista tra le GT: "Punter&ograve; al podio"       

L'ex pilota ha ricordato le aggressioni fisiche e verbali ricevute ai tempi della rivalit&agrave; con Valentino: "Facevano di tutto per farmi del male"

MotoGP, Casey Stoner: “Rossi non ha mai fermato gli insulti nei miei confronti”

        La carriera di Casey Stoner &egrave; stata segnata dai suoi tanti malanni fisici, a cui si aggiungeva il forte stato d&rsquo;ansia di cui ha parlato apertamente solo negli ultimi tempi. Ma nella mente degli appassionati rimarr&agrave; impresso per sempre il suo inconfondibile stile di guida, condito dai tanti traversi che hanno fatto innamorare i suoi tifosi. Una tecnica di guida strabiliante, che il due volte campione del mondo ha sviluppato correndo su fondi sterrati e poi affinato quando &egrave; arrivato nel Mondiale. Test Sepang, Bastianini miglior Ducati: "Non ho tirato come un assassino" Di traverso  "La mia voglia di vincere &egrave; sempre stata pi&ugrave; grande delle mie paure. Se mi fossi lasciato domare dalla paura, non sarei mai andato cos&igrave; veloce&rdquo;, le parole dell&rsquo;australiano al podcast Gypsy Tales. &ldquo;Nel tempo, ho capito come essere veloce eliminando parte di questa paura. Prendiamo come esempio la curva 3 di Phillip Island o Valencia: il modo in cui dovevo percorrere quelle curve non &egrave; stato facile da assimilare, il modo in cui dovevo aprire il gas a quella velocit&agrave;...&rdquo; Il racconto di Stoner prosegue parlando proprio della pista di casa: &ldquo;A Phillip Island, ad esempio, in quel tratto sei in quinta marcia a 265 km/h, poi hai una discesa, il vento che arriva dall'oceano ti spinge sempre, e molte volte quando entri in curva l&rsquo;anteriore tende a chiudersi. Non mi piaceva il feeling che mi dava la ruota davanti, non avevo fiducia&rdquo;. Ma le abilit&agrave; sviluppate sullo sterrato lo hanno aiutato a superare quella difficolt&agrave;: "Nel momento in cui l'avantreno inizia a girare, non puoi pi&ugrave; cadere. Non appena la moto inizia a derapare un po', diventa un po&rsquo; come sullo sterrato, non perdi pi&ugrave; la ruota anteriore. Quindi decisi di iniziare a derapare prima ancora di entrare in curva". Rischio calcolato  Una tecnica che poi Stoner ha applicato a quasi tutte le piste affrontate: "Alla curva 3 a Valencia decisi di fare la stessa cosa, intraversandomi prima dell&rsquo;ingresso: fu davvero difficile e anche rischioso, ma non ci sono mai caduto. Certo, se le cose vanno male, guidando cos&igrave; rischi di finire in tribuna&rdquo;. Non &egrave; un caso che curva 3 di Phillip Island sia stata poi intitolata proprio a Casey, un tracciato sul quale l&rsquo;ex Ducati e Honda non aveva mai messo piede prima di approdare nel Motomondiale: "Non avevo mai corso l&igrave; prima di arrivare al Mondiale. Tutti pensavano 'sei nato in Australia e sei cresciuto correndo qui' ma invece no, ho appreso questi segreti di guida solo col tempo&rdquo;, &egrave; la rivelazione finale del fenomeno australiano. MotoGP, Rossi: "La bambina sta per nascere, siamo agli sgoccioli"       

L'ex pilota australiano ha raccontato alcuni segreti della sua tecnica di guida: "Mi intraversavo gi&agrave; prima di entrare in curva"&nbsp;

MotoGP, Stoner: “I miei traversi? La voglia di vincere era più forte della paura”

        Casey Stoner&rsquo;s career came to an end in 2012 when the Australian phenomenon was just 27. His retirement came down to an unwillingness to embrace the life that the reigning class demanded, combined with various health problems that Casey has only really begun to speak about in recent years. As we know, the double world champion suffers from chronic fatigue, but also anxiety, with which he has been diagnosed only recently. In Stoner&rsquo;s words  "The anxiety was only diagnosed recently, I didn&rsquo;t really know what it was&rdquo;, Stoner told podcast Gypsy Tales. "Honestly, before the diagnosis, I though that anxiety was something people made up to justify stress. But everyone feels stressed out&rdquo;. A situation that seriously conditions the former champion&rsquo;s state of health: "Even my back locks up due to anxiety. I can actually feel it come on in situations where I don&rsquo;t feel comfortable&rdquo;. The pressure of expectation  "It would perhaps have been easier to manage my career if I&rsquo;d known sooner. I sometimes got a bad rap because I was closed off with people and the press, because I was never comfortable doing it&rdquo;, continues Casey, before talking about how he felt during his MotoGP years: "And then race day&hellip; For years, up until probably my last two years of racing MotoGP, the better my weekend went, the more I wanted to die. I would curl up on the floor of the camper, as sick as a dog and with my stomach in knots. I did not want to race. I couldn&rsquo;t feel worse, or more apprehensive&rdquo;. &ldquo;I felt the pressure from the team, from everyone who had ever helped me. I had a team of 70 people, and when you&rsquo;re the number one rider, everyone expects you to win. Only after finishing my career did I understand why I struggled so much with it&rdquo;, concludes the former Honda and Ducati rider. Translated by Heather Watson Will MotoGP see the return of Morbidelli, version 2020?       

The Australian champion has revealed he suffers with anxiety, which went undiagnosed when he was racing: "It would have been easier to manage my career had I known sooner"

MotoGP, Stoner’s revelation: “The better my weekend, the more I wanted to die”

La carriera di Casey Stoner si &egrave; interrotta nel 2012, quando il fenomeno australiano aveva solo 27 anni. Un addio dovuto allo scarso amore per la vita che la top class richiedeva, abbinata ad alcuni problemi di salute di cui Casey ha iniziato a parlare apertamente solo negli ultimi anni.  Come ormai noto, il due volte campione del mondo soffre di stanchezza cronica, un malessere unito a un perenne stato d&rsquo;ansia diagnosticato solo di recente e non quando Stoner era in attivit&agrave;.  Il racconto di Stoner   &quot;Mi &egrave; stata diagnosticata l&#39;ansia solo di recente, in realt&agrave; non sapevo nemmeno cosa fosse&quot;, ha detto Stoner al podcast Gypsy Tales. &quot;Onestamente, prima della diagnosi pensavo che l&rsquo;ansia fosse solo qualcosa che la gente si inventava per giustificare lo stress. Tutti si stressano&rdquo;.  Una situazione che ha gravemente condizionato il fisico dell&rsquo;ex campione: &quot;Anche la mia schiena si blocca a causa dell&#39;ansia. &Egrave; una sensazione che avverto quando mi trovo in situazioni in cui mi sento a mio agio&rdquo;.  La pressione delle aspettative   &quot;Sarebbe stato pi&ugrave; facile gestire la mia carriera se l&#39;avessi saputo prima. Avevo&nbsp;una cattiva reputazione perch&eacute; a volte ero molto chiuso con le persone o con la stampa, perch&eacute; non mi sono mai sentito a mio agio nel farlo&rdquo;, ha proseguito Casey, prima di raccontare le sensazioni vissute durante le ultime stagioni in MotoGP: &quot;Per non parlare della domenica, del giorno della gara... Per anni, probabilmente negli ultimi due anni di gare in MotoGP, pi&ugrave; il weekend andava meglio, pi&ugrave; volevo morire. MI sarei raggomitolato sul pavimento del camper, malato come un cane e con lo stomaco in mille nodi. Non volevo correre. Non potevo sentirmi peggio, pi&ugrave; apprensivo&rdquo;.  &ldquo;Sentivo la pressione della squadra, di tutti quelli che mi seguivano. Avevo una squadra di 70 persone e, soprattutto quando sei il pilota numero uno, tutti si aspettano una vittoria. Solo dopo aver concluso la mia carriera, ho compreso il perch&eacute; di tutto questo&rdquo;, ha concluso l&rsquo;ex Honda e Ducati. 

Il campione australiano ha rivelato di soffrire di un forte stato d&#39;ansia mai diagnosticato quando era in attivit&agrave;: &quot;Sarebbe stato pi&ugrave; facile gestire la mia mia carriera se l&#39;avessi saputo prima&quot;

MotoGP, la rivelazione di Stoner: &ldquo;Meglio andava il weekend, pi&ugrave; volevo morire&rdquo;

        Sepang International Circuit, SIC la sigla, il destino nel nome. Su questo circuito domenica 23 ottobre 2011 alle ore 16.56 locali fu dichiarato morto Marco Simoncelli dopo gli inutili tentativi di Michele Zasa e di otto medici malesi di rianimarlo per oltre mezz&rsquo;ora. Quell&rsquo;anno, in occasione del GP Malesia, le tre classi assommarono 71 cadute, 31 in pi&ugrave; rispetto all&rsquo;edizione precedente. Tra queste, anche il terribile volo che, nelle prove della Moto2, caus&ograve; a Marc Marquez il primo episodio di diplopia. Un&rsquo;anomalia inspiegabile perch&eacute; nonostante si sia corso a Sepang fino al 2019 questo picco di cadute non &egrave; pi&ugrave; stato toccato.  E proprio con due violente cadute a Sepang, una delle quali gli aveva procurato una commozione cerebrale, nei test del 2010 Simoncelli aveva iniziato la sua esperienza in MotoGP. Marco chiuse l&rsquo;annata da rookie con tredici cadute, pi&ugrave; di tutti, ma a febbraio 2011, a Sepang, la ruota sembr&ograve; girare. Il terzo giorno si mise tutti dietro, dando ragione a Shuhei Nakamoto che l&rsquo;aveva voluto e riconfermato con un trattamento simil-ufficiale. Anche Andrea Dovizioso era rimasto sulla RC212V, blindato da un contratto di ferro, cos&igrave; come Dani Pedrosa ma a loro, in HRC, si era affiancato Casey Stoner. Marcellino Lucchi, il super collaudatore della 250 Rossi e la Rossa   Numerose le novit&agrave; in casa Ducati, a partire ovviamente da Valentino Rossi nel team ufficiale, mentre Pramac mise sotto contratto Loris Capirossi e Randy De Puniet e un&rsquo;altra GP11 and&ograve; a Karel Abraham, al debutto. Parecchi anche i cambi in Yamaha, con Ben Spies promosso ufficiale e Cal Crutchlow al suo posto in Tech 3, cos&igrave; come nei team italiani fedeli alla Honda: Fausto Gresini rimpiazz&ograve; Marco Melandri, diretto in Superbike, con Hiroshi Aoyama accanto al SIC, mentre Lucio Cecchinello prese Toni Elias. Pur quantitativamente ridotta, soltanto 17 piloti, la qualit&agrave; della MotoGP era altissima: soltanto De Puniet, Hector Barbera e Abraham non avevano conquistato almeno un Mondiale. Nei celebri test autunnali di Valencia, al debutto sulla Honda-Repsol Stoner si mise tutti alle spalle e anche a febbraio la RC212V si dimostr&ograve; la moto da battere, grazie anche al cambio rivoluzionario: l&rsquo;australiano in testa il primo giorno, Dani Pedrosa il secondo e Simoncelli il terzo grazie al passaggio dal telaio del Dovi a quello dello spagnolo con evidente aumento del grip, e all&rsquo;affiancamento di un nuovo tecnico. In un buco nero fin&igrave; invece la Ducati, non soltanto con Rossi, che confess&ograve; di essere preoccupato, ma anche con Capirossi: &ldquo;La Desmosedici non &egrave; facile da guidare&rdquo;. Le prime gare confermarono questa duplice tendenza con l&rsquo;intrusione di Jorge Lorenzo, deciso a difendere il suo titolo. Il maiorchino balz&ograve; al comando della classifica con il successo sul bagnato a Jerez dopo il secondo posto in Qatar. In entrambe le gare sal&igrave; sul podio pure Pedrosa ma sempre alle sue spalle, complici i dolori alla spalla sinistra picchiata in allenamento con una Kawasaki da Cross. Stoner invece vinse a Losail ma in Andalusia fu abbattuto da Rossi all&rsquo;ottavo giro e non riusc&igrave; a ripartire, a differenza della moto numero 46 su cui si affrettarono tutti i commissari. Abbandonato al suo destino, l&rsquo;australiano attese il passaggio dell&rsquo;investitore per applaudirlo ironicamente. A fine gara Rossi and&ograve; al box Honda per scusarsi ma Stoner rispose: &ldquo;L&rsquo;ambizione ha superato il tuo talento&rdquo;. La parabola di Marco: le polemica, la prima pole, i podi   Grandi anche i rimpianti di Simoncelli, in testa dal sesto all&rsquo;11&deg; giro prima di finire a terra. Uno &ldquo;zero&rdquo; che replic&ograve; all&rsquo;Estoril dove perse il controllo alla quarta curva e divenne bersaglio degli attacchi verbali di Lorenzo. L&rsquo;impiego di un forcellone in alluminio non miglior&ograve; il rendimento delle GP11 e la tensione tra Rossi e Stoner si acu&igrave;. L&rsquo;unico dei big a restare in disparte era Pedrosa, reduce dall&rsquo;operazione alla spalla, che in Portogallo port&ograve; a tre i vincitori in altrettanti GP stagionali. Alla vigilia del GP Francia Marco fu messo all&rsquo;indice dalla Commissione Sicurezza ma non cambi&ograve; il suo modo di correre. Dopo 11 giri, a Le Mans, aveva oltre due secondi di ritardo su Dani che annull&ograve; in breve. Al 18&deg; giro lo pass&ograve; prendendosi la seconda piazza ma nel rettilineo seguente l&rsquo;iberico lo affianc&ograve; all&rsquo;interno. Simoncelli impost&ograve; la curva ma la sua ruota posteriore si tocc&ograve; con l&rsquo;anteriore del rivale che cadde, rimedi&ograve; la frattura della clavicola destra e fu costretto al saltare tre GP. Le polemiche sovrastarono i due tricolori sui pennoni - grazie a Dovizioso e Rossi - anche se su quello pi&ugrave; alto campeggiava la Union Jack con la stella del Commonwealth per Stoner. Sebbene Simoncelli avesse spiegato che &ldquo;Quando vado in pista lo faccio per andare il pi&ugrave; forte possibile, non per trovare beghe, anche perch&eacute; rischieremmo di farci male tutti, anche io&rdquo;, con l&rsquo;avvicinarsi del GP Catalunya la situazione divenne ancora pi&ugrave; tesa. Al romagnolo arrivarono minacce di morte, inclusa una lettera con un proiettile, per cui fu approntata una scorta al suo arrivo a Barcellona. Invece di essere frastornato, il SIC - che coinvolse i due agenti dell&rsquo;Interpol nelle celebri partite a carte con gli uomini del team - conquist&ograve; la sua prima pole in MotoGP ma a vincere fu ancora Stoner che, non contento, replic&ograve; in Gran Bretagna. Sotto l&rsquo;insistente pioggia inglese Lorenzo rest&ograve; a lungo dietro a Dovizioso finch&eacute; non pat&igrave; un high side con cui interruppe una serie di 25 gare consecutive sempre fra i primi quattro. Casey balz&ograve; al comando della graduatoria e allung&ograve; ad Assen, dove vinse per la prima e unica volta in classe regina Ben Spies. In Olanda la foga gioc&ograve; un altro brutto scherzo a Simoncelli, ancora in pole, che nella prima curva a sinistra infil&ograve; Lorenzo ma poi perse il controllo, trascinandolo a terra. Il numero uno quasi dimezz&ograve; il gap con la vittoria al Mugello e il secondo posto in Germania ma Stoner rimise le cose a posto con un&rsquo;altra tripletta (Laguna Seca, Brno e Indianapolis) che lo proiett&ograve; a +44. In Repubblica Ceca Simoncelli ottenne il primo podio in MotoGP che biss&ograve; in Australia, salendo un ulteriore gradino. A Phillip Island, Stoner conquist&ograve; successo e titolo, agevolato dall&rsquo;assenza di Lorenzo, ferito all&rsquo;anulare sinistro nel warm up. A quel punto il successo del pilota di Coriano sembrava soltanto questione di tempo e anche la Honda, pur costretta a ridurre del 30% gli investimenti, gli rinnov&ograve; il contratto.  La tragica Sepang  Nelle qualifiche in Malesia fu per&ograve; costretto a impiegare il muletto, ma ci&ograve; nonostante all&rsquo;inizio del secondo giro di gara era quarto, dietro alle tre HRC. Alla Curva 11 per&ograve; perse l&rsquo;appoggio del piede sinistro restando appeso al manubrio e cerc&ograve; di tirare su la moto con il gomito. Come aveva sperimentato Stoner a Jerez, la RC212V era una moto impossibile far ripartire. Un limite che Simoncelli conosceva e che probabilmente lo indusse a restare attaccato al gas, mentre la moto, riprendendo grip sul posteriore, tagli&ograve; trasversalmente la pista. Alvaro Bautista e Nicky Hayden, che erano alle sue spalle, lo sfilarono, ma poi sopraggiunsero Colin Edwards e Rossi che non poterono evitare l&rsquo;impatto. Erano le 16.05 e dopo il tremendo botto il casco, che riporter&agrave; segni di gomma sulla parte destra, rotol&ograve; via. Il cinturino, che dai test doveva resistere a un carico di 375 kg, si era strappato. Fatali le lesioni alla testa, al collo, al torace. Il GP venne fermato e non venne fatto ripartire. La MotoGP perse il grande emergente, e l&rsquo;Italia perse il top rider del futuro. Quattro giorni dopo i funerali a Coriano furono seguiti in diretta TV da 5.857.000 spettatori con uno share di oltre il 42%. L&rsquo;ennesima dimostrazione dell&rsquo;affetto che l&rsquo;Italia provava per Marco. La storia di Stefano Perugini, dalla 250 alle nocciole       

La tragedia di Sepang ha segnato un'era: il campione di Coriano, il grande emergente della MotoGP, aveva vissuto un 2011 al centro dell'attenzione, tra sprazzi e polemiche. A vincere il titolo fu Stoner

MotoGP Story: 2011, l'addio all'amato Marco Simoncelli

        Allenamento &egrave; la parola d&rsquo;ordine della pausa invernale di Pedro Acosta, che ha tappezzato i suoi social con le foto di lui mentre si allena sullo sterrato. L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di arrivare, pi&ugrave; preparato che mai, alla Moto2 dove quest&rsquo;anno sar&agrave; il debuttante e dove arriva da campione del mondo in carica di Moto3. Dopo un 2021 decisamente eccezionale. Stoner ne &egrave; rimasto impressionato  Se l&rsquo;anno scorso ha vinto il titolo della classe cadetta in veste di debuttante, quest&rsquo;anno avr&agrave; una buona pressione sulle spalle nella classe di mezzo e ad aggiungergliene anche un po&rsquo; &egrave; stato uno dei suoi idoli Casey Stoner. L&rsquo;ammirazione &egrave; reciproca e l&rsquo;australiano, nel documentario di Dazn &ldquo;Io pilota&rdquo; ha dichiarato: &ldquo;Sono un suo grande tifoso. Fin dalle prime gare mi ha impressionato. Non solo per i suoi risultati, perch&eacute; pu&ograve; succedere, ma per il suo atteggiamento, il suo livello di maturit&agrave;&rdquo;. Schwantz: &ldquo;Acosta tra due anni sar&agrave; in MotoGP, sono gi&agrave; suo fan&rdquo; Acosta sfiora la perfezione  Il due volte iridato ha poi aggiunto: &ldquo;Non vedo debolezze in lui. Sa come competere, sa come combattere, non ha bisogno di aver avuto un grande weekend per essere fiducioso in vista della gara. Fa tutto con grande discrezione e rimane calmo in situazioni di stress&rdquo;. Insomma, secondo l'asso australiano ha tutte le carte in regola per stupire anche in Moto2, e tra poco meno di due mesi lo scopriremo... MotoGP 2022: chi sono i cinque debuttanti       

Il due volte campione del mondo australiano si &egrave; schierato dalla parte del giovane spagnolo, che in Moto3 l&rsquo;anno scorso ha fatto la storia

Moto2, Stoner: “Sono un fan di Pedro Acosta”

        Valentino Rossi e Casey Stoner hanno dato vita a una delle rivalit&agrave; pi&ugrave; belle e accese mai viste nel Motomondiale, che ha saputo offrire duelli rimasti nella storia come quello vissuto dai due a Laguna Seca nel 2008. Nel corso della serie &ldquo;Tales of Valentino&rdquo;, disponibile sul sito ufficiale della MotoGP, l&rsquo;australiano &egrave; tornato ad analizzare quel Gran Premio, non lesinando critiche alla condotta di gara del pesarese. Valentino Rossi in quarantena fiduciara, salta la 12 Ore del Golfo Stoner: &ldquo;Valentino non voleva che vincessi&rdquo;  Il sorpasso compiuto dal Dottore al Cavatappi non &egrave; mai andato gi&ugrave; all&rsquo;allora portacolori Ducati: "Dai primi giri era chiaro che non mi avrebbe lasciato andare, che non mi era consentito trovare il ritmo&rdquo;, &egrave; il ricordo di Casey ripensando a quella gara. Secondo Stoner, la manovra di Rossi andava penalizzata: &ldquo;Alcuni sorpassi sono indice della sua mentalit&agrave;: in un modo o nell'altro non voleva che vincessi. Cos&igrave; utilizz&ograve; la pista in un modo non sicuro. Il regolamento dice che, in caso di uscite di pista con conseguente vantaggio, bisogna restituire la posizione&rdquo;. La caduta nel finale di gara  Dopo quel sorpasso, Stoner prov&ograve; a tenere il ritmo del nove volte campione del mondo, salvo poi cadere nella ghiaia a otto giri dalla fine: "Durante gli ultimi passaggi Rossi fece qualcosa che mi colse di sorpresa. Fren&ograve; molto in anticipo all'ingresso della curva, io persi il controllo dell'avantreno e caddi nella ghiaia. La mia gara termin&ograve; in quel momento, ma penso che avrei vinto se non fossi finito fuori pista". Da quel momento, il rapporto tra i due si raffredd&ograve; ulteriormente: &ldquo;Dopo quella gara non siamo pi&ugrave; stati semplici avversari. Non direi nemici, ma sicuramente &egrave; nata una rivalit&agrave; ancora pi&ugrave; dura&rdquo;, ha concluso il due volte campione del mondo della top class. Clamoroso alla Dakar: Price penalizzato, la vittoria va a Danilo Petrucci       

L'ex pilota australiano &egrave; tornato a parlare del GP USA 2008 ricordato per il famoso sorpasso compiuto dal pesarese al Cavatappi&nbsp;

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