        Da sempre ambasciatore del "polso destro" puro e incontaminato da qualsivoglia interazione elettronica, Casey Stoner &egrave; recentemente tornare sull'argomento, confermando le sue decise idee e proponendo il paragone con la precedente era della top class, nei suoi ragionamenti sempre vittoriosa rispetto alla nuova. Nell'intervista rilasciata a "Motociclismo.it", il due volte campione del mondo ha lungamente spiegato le motivazioni alla base della sua tesi, per cos&igrave; dire, purista: "I piloti non possono pi&ugrave; fare la differenza. Adesso escono di curva e hanno tutti il controllo di trazione che lavora allo stesso modo. Non succede nulla, non ci sono errori. &Egrave; molto facile guidare in questo modo. L&rsquo;unica area in cui possono fare un po&rsquo; di differenza &egrave; in frenata ed &egrave; per questo che vediamo cos&igrave; tanti errori e incidenti in quella fase".  MotoGP, Bastianini potrebbe "rifare l'americano" nel GP di Austin L'australiano &egrave; drastico: "MotoGP d'oggi facili da guidare, non si vede il vero talento" L'ex pilota di Ducati e Honda ha portato avanti una vera e propria obiezione all'attuale modus operandi della MotoGP d'oggi, sempre pi&ugrave; tendente alla tecnologia a scapito del puro talento: "Ritengo che le attuali MotoGP siano diventate troppo accessibili da guidare, senza voler sminuire le capacit&agrave; di alcuni piloti, come la Formula 1, dove spesso si osserva una stretta competizione tra le due vetture di uno stesso team, anche in MotoGP le moto sembrano essere tutte omologate, con lo stesso equipaggiamento e la stessa elettronica. Le turbolenze causate dall'aerodinamica e il surriscaldamento delle gomme anteriori sono fattori che compromettono la visibilit&agrave; del vero talento dei piloti. &Egrave; un peccato, perch&eacute; non sempre &egrave; evidente se il successo di alcuni piloti sia dovuto al loro talento o alla facilit&agrave; con cui le moto moderne possono essere guidate in sicurezza". Stoner ed il suo test nel 2016 L'australiano ha poi confrontato l'attuale epoca con quella sua e di Daniel Pedrosa, relativamente al modo di guidare: "Oggi sembra sufficiente piegare la moto e aprire il gas, senza la necessit&agrave; di abilit&agrave; particolari. Chi eccelle nelle fasi di frenata e di ingresso in curva ha indubbiamente un vantaggio considerevole al giorno d'oggi. Io e Pedrosa non eravamo necessariamente maestri nelle fasi di frenata e ingresso in curva, ma piuttosto ci concentravamo sul centro curva e sull'uscita. Proprio per questo approccio Dani, pur non essendo noto come uno staccatore, dimostra ancora una velocit&agrave; impressionante, nonostante l'et&agrave; e la sua assenza dalle gare da un po' di tempo". L'australiano ha messo al centro della sua disamina il test effettuato nel 2016, a quattro anni di distanza dal ritiro: "Io mi sono ritirato nel 2016 ho avuto l'opportunit&agrave; di partecipare a dei test ufficiali. Era un po' come ricominciare da zero, considerando che era passato tanto tempo e che stavo guidando una moto diversa, con gomme diverse. Tuttavia, sono stato sorpreso di quanto mi sia sentito subito a mio agio e veloce senza alcuna difficolt&agrave;. Durante i miei tre anni come tester Ducati, sono caduto solo una volta, in Austria, e in ogni sessione di test sono riuscito ad essere il pi&ugrave; veloce".&nbsp; Casey Stoner: "Bisogna tornare ad un'indipendenza dall'elettronica" Stoner ha poi concluso cercando di trovare una soluzione al problema: "Ho l'impressione che l'impiego dell'elettronica nelle corse motociclistiche abbia perso di vista il suo scopo principale, che &egrave; garantire la sicurezza dei piloti. Negli ultimi tempi, sembra che ci sia stato un cambiamento di rotta, con un'eccessiva enfasi posta sulla ricerca delle prestazioni a scapito dell'equilibrio tra sicurezza e performance. Questo cambiamento ha reso le gare meno coinvolgenti e ha omologato le moto, minando l'elemento di sfida e abilit&agrave; nel controllo della potenza da parte dei piloti. La mancanza di variet&agrave; e individualit&agrave; nelle moto attuali ha contribuito a rendere le competizioni meno interessanti e coinvolgenti. Personalmente, sono convinto che sarebbe pi&ugrave; appagante ritornare a un approccio pi&ugrave; equilibrato, dove la sicurezza dei piloti sia al centro dell'attenzione e dove il loro talento nel gestire la moto sia valorizzato senza dipendenza eccessiva dall'elettronica".          Addio a Pat Hennen, il primo ameriano a vincere una gara in classe regina                   

L'australiano si &egrave; nuovamente scagliato contro la nuova concezione che c'&egrave; alla base della top class, troppo improntata sull'elettronica

Casey Stoner contro l'elettronica: "I piloti non possono fare la differenza"

        La storia si ripete, a Portimao Jorge Martin ha conquistato il successo numero 89 di Ducati in MotoGP, come accaduto in altre tre occasioni il numero del pilota vincitore &egrave; stato lo stesso del numero della vittoria per la casa di Borgo Panigale. TARDOZZI: "SAREBBE MEGLIO STARE TRANQUILLI IN CERTI CASI, MA NESSUNO VOLEVA MOLLARE" Numerologia ducatista I tifosi di Borgo Panigale sono probabilmente i pi&ugrave; legati al proprio marchio, l&rsquo;essere Ducatista va oltre il tifare per i propri beniamini in pista. Che questo strano scherzo del destino, o della cabala, capiti proprio a Ducati dunque fa sorridere. &Egrave; infatti la quarta volta che un pilota Ducati porta al successo la propria Desmosedici nel GP che rappresenta oltre al proprio numero anche il numero di vittorie in MotoGP della casa di Borgo Panigale. Andiamo a ripercorrerle tutte: Casey Stoner #27 &ndash; Phillip Island 2009: Casey Stoner con la propria Desmosedici GP8 vince nel giorno del suo ventiquattresimo compleanno la gara numero 27 della casa di Borgo Panigale in MotoGP. In Australia, Casey ha vinto a ripetizione a partire dal 2007 fino al suo ritiro nel 2012, sei successi consecutivi. Nel 2009 a Phillip Island ha conquistato la sua diciannovesima vittoria in MotoGP, la ventiseiesima nel motomondiale, ma soprattutto la numero 27, come il suo numero di gara, per Ducati. Francesco Bagnaia #63 &ndash; Mugello 2022: nel proprio GP di casa, come successo a Casey Stoner tredici anni prima, Pecco ha conquistato la vittoria numero 63 per la casa di Borgo Panigale in MotoGP con il numero 63 sul cupolino. Pecco infatti, come Martin, ha dovuto cambiare numero arrivando in MotoGP passando dal 42 utilizzato in Moto2 al 63 con il quale si &egrave; laureato campione del mondo nel 2022. Pecco con il #1 sul cupolino nel 2023 &egrave; stato poi il primo pilota nell&rsquo;era MotoGP a confermarsi Campione del Mondo, prima di lui tutti coloro che avevano posto l&rsquo;1 sul cupolino della propria moto non avevano poi riconquistato il titolo: in ordine Casey Stoner nel 2008, Jorge Lorenzo nel 2011 e Joan Mir 2021.  Marco Bezzecchi #72 &ndash; Termas de Rio Hondo 2023: Il primo successo in MotoGP per il &ldquo;Bez&rdquo; &egrave; arrivato lo scorso anno ad inizio stagione con la vittoria in Argentina in una gara condizionata dalla pioggia. Quello che per Marco era il primo successo nella top class per Ducati era il numero 72, proprio come il numero di gara del pilota del team Mooney VR46.  ACOSTA DA RECORD: &Egrave; IL TERZO PILOTA PI&Ugrave; GIOVANE DI SEMPRE A CENTRARE IL PODIO Marc ora tocca a te? Scorrendo la entry list della classe regina, l&rsquo;unico pilota con un numero di gara maggiore di Jorge Martin oggi &egrave; Marc Marquez, lo spagnolo del team Gresini Racing corre infatti con il suo storico 93, il suo anno di nascita. Non &egrave; impossibile che Ducati vinca tutte le prossime 4 gare in programma del motomondiale e qualora Marc riuscisse a vincere anche la quarta di queste aggiungerebbe il suo nome a quello di questa curiosa, quanto interessante statistica.  FERNANDEZ &amp; FERNANDEZ: "OBIETTIVO SALVEZZA" IN MOTOGP        

L&rsquo;incredibile coincidenza numerica si verifica anche a Portimao, prima di lui si era verificata con Casey Stoner, Francesco Bagnaia e Marco Bezzecchi

A Martin la vittoria 89 di Ducati, la tradizione continua!

Una tempesta ha devastato la Gold Coast in Australia. "Serve aiuto, molte persone hanno perso la propria abitazione" ha scritto l'ex pilota

MotoGP, dramma Casey Stoner: un ciclone distrugge la sua casa

Il primo decennio del nuovo millennio &egrave; stato uno tra i pi&ugrave; ricchi di rivoluzioni regolamentari e di piloti di grandissimo talento nel mondo del motociclismo. Dall&#39;arrivo della MotoGP al posto della 500, al cambiamento in Superbike con l&#39;avvento delle 1000 anche per le moto giapponesi, i piloti si sono dovuto spesso adattare a grandi novit&agrave;.  In questi anni, per&ograve;, sono stati numerosi i nomi divenuti leggenda; noi, tra i tantissimi possibili, ne abbiamo selezionati alcuni tra Motomondiale e derivate dalla serie. Ecco quali sono, secondo noi, dieci tra i piloti pi&ugrave; iconici degli anni 2000.  1) Valentino Rossi     Non possiamo non iniziare con il pilota pi&ugrave; iconico in assoluto. Oltre ai nove titoli mondiali in bacheca, in MotoGP ha scritto pagine indelebili di storia delle due ruote come il primo trionfo del 2002 con la Honda RC211V o il passaggio in Yamaha nel 2004 con cui &egrave; riuscito a vincere al debutto Inoltre, Rossi &egrave; stato in grado di avvicinare al Motomondiale tantissimo pubblico aumentando il numero di appassionati pronti a seguirlo sia in circuito che in televisione, contribuendo alla crescita del nostro sport preferito.  2) Troy Bayliss     Il ducatista per eccellenza. L&#39;australiano ha vinto tre titoli mondiali in Superbike, trionfando con tre generazioni di Ducati: con la 996 nel 2001, con la 999 nel 2006 e con la 1098 nel 2008, anno in cui ha poi appeso il proverbiale casco al chiodo dopo una carriera a dir poco trionfale in cui, al di l&agrave; delle vittorie, &egrave; diventato una leggenda per tutti i tifosi del marchio di Borgo Panigale. Inoltre, la sua impresa del 2006 a Valencia, quando vinse da wild card in MotoGP dopo aver conquistato il secondo mondiale in SBK, &egrave; ancora oggi una delle imprese pi&ugrave; iconiche di sempre.  &nbsp;  3) Max Biaggi     Il romano &egrave; stato per diverse stagioni il rivale numero uno di Valentino Rossi in MotoGP ed &egrave; innegabile che, senza Max, le prime stagioni della nuova classe regina non sarebbero state cos&igrave; emozionanti. Il Corsaro ha poi cambiato paddock nel 2007, passando alle derivate di serie imponendosi gi&agrave; all&#39;esordio con la Suzuki e chiudendo il decennio in Aprilia, marchio con cui avrebbe poi vinto due titoli mondiali diventando il primo italiano a riuscire nell&#39;impresa in SBK.  4) James Toseland     Il centauro britannico &egrave; riuscito a conquistare due titoli mondiali in Superbike, trionfando prima con la Ducati 999 ufficiale nel 2004 e poi con la Honda CBR1000RR del team Ten Kate nel 2007, anno di epici confronti con Troy Bayliss e Noriyuki Haga. Probabilmente, senza il passaggio in MotoGP con una Yamaha Tech3 decisamente non competitiva avrebbe potuto vincere ancora di pi&ugrave;, ma James &egrave; stato comunque un grande pilota e, successivamente, ha intrapreso una bella carriera anche nel mondo della musica.  &nbsp;  5) Casey Stoner     Una carriera durata decisamente troppo poco per via dei problemi di salute dell&#39;australiano, ma che si &egrave; rivelata comunque trionfale. Il successo del 2007 con una Ducati che nessuno prima di lui era riuscito a rendere cos&igrave; competitiva resta tuttora uno dei pi&ugrave; belli di sempre, anche se Casey si &egrave; poi laureato campione anche con la Honda ufficiale nel 2011. L&#39;unico rammarico &egrave; quello di non averlo visto lottare contro Marc Marquez per via del suo ritiro.  6) Ben Spies     Cos&igrave; come per la carriera di Stoner, anche quella di Ben Spies si &egrave; conclusa troppo presto, ma il texano &egrave; stato uno degli ultimi statunitensi in grado di imporsi ad altissimo livello. Il suo titolo vinto in SBK al debutto nel 2009 con Yamaha (dopo aver dominato nel contesto AMA) &egrave; stato a dir poco epico, cos&igrave; come lo era il suo inconfondibile stile di guida a gomiti larghi. Peccato soltanto per le difficolt&agrave; incontrate in MotoGP negli anni successivi prima di ritirarsi definitivamente nel 2013.  &nbsp;  7) Dani Pedrosa     Se si pensa allo spagnolo, viene in mente immediatamente la sua lunghissima carriera da pilota ufficiale Honda in MotoGP, con cui &egrave; diventato uno dei piloti pi&ugrave; forti di sempre a non aver conquistato il mondiale. Tuttavia, negli anni 2000 Pedrosa &egrave; stato anche uno specialista delle piccole cilindrate con tre titoli consecutivi vinti tra il 2003 ed il 2005 in 125 e in 250 ed &egrave; impossibile non inserirlo in questa speciale classifica.  8) Colin Edwards     Per &ldquo;Texas Tornado&rdquo; il discorso &egrave; simile a quello gi&agrave; fatto con James Toseland: probabilmente, senza il passaggio in MotoGP avrebbe potuto vincere decisamente di pi&ugrave;, ma i suoi titoli mondiali in Superbike (cos&igrave; come l&#39;iconica ed indimenticabile livrea Castrol della sua Honda) sono tra i pi&ugrave; spettacolari di sempre. Compreso ovviamente quello vinto nel 2002 al termine del duello per eccellenza di Imola 2002 con Troy Bayliss.  &nbsp;  9) Jorge Lorenzo     Con cinque mondiali vinti (di cui tre in MotoGP), Jorge non ha certamente bisogno di presentazioni. Al di l&agrave; dell&#39;ottimo debutto da pilota ufficiale Yamaha nella classe regina avvenuto nel 2008, per&ograve;, ad inizio millennio Lorenzo &egrave; stato anche uno dei pi&ugrave; grandi in 250, categoria in cui si &egrave; imposto sia nel 2006 che nel 2007 con l&#39;Aprilia dando inizio ad una carriera ricchissima di successi.  10) Noriyuki Haga     Chiudiamo con quello che, probabilmente, &egrave; stato il pilota pi&ugrave; forte di sempre a non riuscire a laurearsi campione del mondo neanche una volta in carriera. Il giapponese ha chiuso per ben tre volte come vice campione (nel 2000, nel 2007 e nel 2009) ed &egrave; stato altamente competitivo con ogni moto guidata, dalla Yamaha R7 alla R1 fino alla Ducati con cui si &egrave; giocato il titolo con Ben Spies fino all&#39;ultimo. Almeno un mondiale l&#39;avrebbe meritato, ma &egrave; entrato ugualmente nel cuore degli appassionati, specialmente per quanto riguarda le derivate dalla serie.   

Dal nove volte campione del mondo alla leggenda della SBK, passando per Ben Spies e Casey Stoner. Tra i tanti nomi vincenti di inizio millennio, ne abbiamo scelti 10: ecco di chi si tratta

Da Rossi a Bayliss: i piloti pi&ugrave; iconici degli anni 2000

Casey Stoner non ha mai rilasciato dichiarazioni banali e sa sempre come far parlare di s&eacute;, anche a distanza di diversi anni dal suo ritiro dalla MotoGP. Negli ultimi mesi, il fenomeno australiano prima ha fortemente criticato l&rsquo;attuale Motomondiale, e poi non ha lesinato attacchi ai vertici Ducati.  Nella recente intervista rilasciata a TNT Sports, il due volte campione del Mondo &egrave; intervenuto invece sul tema dei giochi mentali tra i piloti, non lesinando qualche frecciata ai suoi ex avversari.  Calendario MotoGP 2024  Casey Stoner e i giochi mentali   &quot;La rivalit&agrave; forte tra piloti forti? C&#39;&egrave;, certo che esiste ancora. Si trova sotto un velo, bisogna cercarla, ma c&rsquo;&egrave;&rdquo; ha esordito l&rsquo;ex Honda e Ducati, paragonando i dualismi del presente a quelli del passato. &ldquo;Capisco che tutti a casa vogliano vedere i dettagli di queste faccende, ad alcuni piloti piacciono perch&eacute; pensano che cos&igrave; si possa condizionare il rivale. Ma secondo me, sapete cosa si ottiene cercando di entrare nella testa [dell&rsquo;avversario] ma facendolo nel modo sbagliato? Lo rendi solo pi&ugrave; forte&quot;.  A rafforzamento di questa tesi, Stoner ha poi raccontato le pressioni ricevute dai suoi avversari per cercare di distrarlo: &quot;Cosa penso di chi ha attuato questa tattica con me? Tutti mi hanno insegnato qualcosa, ma questo comportamento ha messo in mostra molte delle loro debolezze. Se si impara da tutto questo, ci si rafforza fino al punto in cui non si pu&ograve; essere intimiditi&rdquo;.    MotoGP: Marc Marquez, vacanze d&#39;amore con Gemma Pinto  I giochi mentali secondo Casey Stoner   Parole che sembrano un chiaro riferimento alla rivalit&agrave; tra Casey e Valentino Rossi, che ha spesso provato a fare leva sugli aspetti psicologici pur di battere l&#39;avversario. L&#39;australiano ritiene per&ograve; che i giochi mentali siano inutili: &ldquo;Se sei in pista col tuo rivale e gli mostri rispetto, non si impegner&agrave; cos&igrave; tanto contro di te. Se mostri rispetto, nessuno andr&agrave; oltre&quot;.  Tattiche che non sembrano esistere nella classe regina attuale, visto il grande rispetto reciproco che ha animato la sfida iridata tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin. &ldquo;C&#39;&egrave; molto rispetto tra i piloti in questo momento. In fondo, perch&eacute; rischiare di compromettere tutto creando nemici&nbsp;che potrebbero eliminarti da un momento all&rsquo;altro?&rdquo; &egrave; la conclusione dell&rsquo;ex pilota.  Valentino Rossi sfiora la vittoria alla 12 Ore del Golfo 

Il due volte campione del Mondo ha paragonato le rivalit&agrave; del suo tempo a quelle del presente: &quot;Adesso c&#39;&egrave; grande rispetto tra i piloti&quot;

MotoGP, Casey Stoner: &quot;I giochi mentali sono segno di debolezza&quot;

        Il circuito di Losail ospiter&agrave; il penultimo appuntamento della stagione 2023 del motomondiale, teatro dell'ennesimo (e chiss&agrave;, forse decisivo) atto della sfida tra i due contendenti al titolo Jorge Martin e Pecco Bagnaia. Dal suo inserimento all'interno del calendario della top class, nel 2004, il lungo e tecnico tracciato di Doha &egrave; stato quasi sempre assoggetato all'egemonia di Yamaha e Ducati, vincenti in 16 edizioni su 19 (9 Yamaha, 6 Ducati, 3 Honda; l'edizione del 2020 non si corse a causa Covid-19) e protagoniste anche delle ultime due annate con i trionfi di Maverick Vinales nel 2021 e di Enea Bastianini nel 2022. Nella classifica dei piloti pi&ugrave; vincenti di sempre sul circuito di Doha relativamente alla sola top class, il riminese, reduce dal successo in Malesia, &egrave; in compagnia di Sete Gibernau e Marc Marquez, entrambi con una vittoria all'attivo. Il pilota di Barcellona vinse nel 2004 precedendo al traguardo Colin Edwards mentre l'otto volte iridato trionf&ograve; nel 2014 su Valentino Rossi al termine di un bel duello.&nbsp; Red Bull mette le ali, lascia la Honda e vola verso... Andrea Dovizioso e Maverick Vinales alle spalle di Jorge Lorenzo&nbsp; Appaiati sul terzo gradino del podio, a quota due successi troviamo Andrea Dovizioso e Maverick Vinales. Il forlivese si &egrave; imposto nelle gare inaugurali delle stagioni 2018 e 2019, beffando in entrambe le occasioni Marc Marquez in volata dopo un aspro duello. Doppio successo anche per lo spagnolo, che vinse nel 2017 e nel 2021 in sella alla Yamaha. Il primo sigillo arriv&ograve; battendo la concorrenza di Dovizioso mentre quattro anni dopo sopravanz&ograve; Johann Zarco. In seconda posizione di questa speciale classifica troviamo, in solitaria, Jorge Lorenzo, con all'attivo tre trionfi. Il maiorchino, che ha sempre dimostrato un feeling particolarmente accentuato con il tracciato qatariota, &egrave; salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio nel 2012, 2013 e 2016, avendo la meglio rispettivamente su Dani Pedrosa, Valentino Rossi e Andrea Dovizioso. Primato condiviso tra Casey Stoner e Valentino Rossi Casey Stoner e Valentino Rossi si dividono il primato tra i pi&ugrave; vincenti di sempre in top class, dall'alto delle loro quattro vittorie. Il primo sigillo del nove volte iridato arriv&ograve; nel 2005, quando in sella alla Yamaha batt&egrave; la Honda di Marco Melandri. L'anno successivo Rossi biss&ograve; il successo precedendo Nicky Hayden, per poi ripetersi nel 2010 ai danni del compagno di squadra Jorge Lorenzo. L'ultima affermazione del campione di Tavullia avvenne nel 2015, quando tagli&ograve; per primo il traguardo al termine di un'accesa bagarre a tre insieme alla coppia di Ducati ufficiali composta da Andrea Dovizioso e Andrea Iannone. Come detto, Rossi detiene il primato insieme al due volte campione del mondo Casey Stoner, l'unico in grado di vincere per tre volte di fila a Losail. L'australiano trionf&ograve; infatti nel 2007, su Valentino Rossi, nel 2008 ai danni di Jorge Lorenzo e nel 2009, nuovamente su Rossi. L'ultima vittoria risale al 2011 quando s'impose all'esordio con la Honda sopravanzando Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa.&nbsp;  Marc Marquez: la premonizione sul futuro di Pedro Acosta in MotoGP         

La MotoGP si appresta a disputare la penultima tappa del campionato sul circuito di Doha, tracciato presente in calendario dal 2004

MotoGP Qatar: i piloti più vincenti della storia a Losail

Casey Stoner non ha mai avuto problemi a esporre le proprie idee, anche le pi&ugrave; scomode, e non si &egrave; smentito nemmeno stavolta. Nella sua ultima uscita, il due volte titolato in MotoGP ha preso di mira la Ducati, Marchio con cui aveva colto la corona iridata nel 2007.  Ai microfoni di TNT Sports, il fenomeno australiano ha accusato i vertici di Borgo Panigale, autori a suo dire di comportamenti criticabili nel finale del 2022, quando Pecco Bagnaia regal&ograve; alla Casa bolognese quel titolo Piloti che mancava da ben 15 anni (2007, per mano proprio di Stoner)  GP Malesia: orari tv, dove vederlo, programma  Casey Stoner attacca la Ducati   Casey ha infatti criticato i presunti ordini di squadra dati dalla Rossa nel finale della scorsa stagione per facilitare la rincorsa iridata di Bagnaia. &ldquo;Quando iniziavano a girare su e gi&ugrave; per il paddock, non si trattava solo di chiedere a un parimarca di non creare problemi. Come Costruttore, cercavano di controllare tutto&rdquo; ha dichiarato il bi-campione del Mondo. &ldquo;Non &egrave; stata una situazione bella da vedere, e so che Pecco non la voleva, mi dispiace per lui&quot;.  Inoltre, secondo l&rsquo;australiano &ldquo;Ducati non fa altro che aggiungere pressione anzich&eacute; toglierla, potrebbero migliorare molto in questo campo. Non sono stati molto bravi a gestire i piloti e comprendere le pressioni che subiscono, pensano solo alla loro dimensione&rdquo;.    Classifica piloti aggiornata  Stoner senza freni   Stando all&rsquo;opinione del 38enne, risiedono in questo modo di operare le difficolt&agrave; incontrate dalla Rossa nella rincorsa al titolo mondiale raggiunto &ldquo;solo&rdquo; nel 2022: &ldquo;La Ducati ha la moto pi&ugrave; forte, ma ha faticato fino all&rsquo;anno scorso e quest&rsquo;anno. Non si tratta di una questione tecnica, ma riguarda il modo in cui viene gestito il programma di lavoro. Dovrebbero dare pi&ugrave; credito ai piloti e lasciare loro voce in capitolo, invece che mettere pressione&ldquo;.  Non si tratta certo del primo pensiero espresso senza peli sulla lingua da Stoner, che qualche mese fa aveva aspramente criticato l&#39;attuale classe regina del Motomondiale (Qui l&#39;articolo). 

L&#39;australiano ha attaccato i vertici della Rossa: &quot;Fino al 2022 hanno faticato a vincere per la loro gestione, non per la moto&quot;

Casey Stoner accusa Ducati di aver pilotato il Mondiale MotoGP 2022

        L'imminente GP d'Australia rappresenter&agrave; l'ennesimo tassello di una stagione concitata ed equilibrata, che sempre pi&ugrave; si avvicina al suo epilogo tra l'incertezza dei valori in campo ed un esito che non sembra in alcun modo prevedibile. La Ducati sta dominando una stagione in cui &egrave; riuscita a vincere in ben 12 GP sui 15 fino ad ora disputati, a conferma di un primato ormai riconosciuto e consolidato. Sebbene sia gi&agrave; qualche anno che la rossa di Borgo Panigale coincida con il top assoluto della classe regina, sul veloce e suggestivo scenario di Phillip Island non vince da tredici lunghi anni, pi&ugrave; precisamente dall'edizione 2010, quando a portarla al successo, per la quarta volta di fila, fu Casey Stoner, l'uomo pi&ugrave; veloce della storia dello storico layout australiano. In un'annata in cui la casa italiana sta dominando a tal punto da avere tre piloti in lizza per il titolo (in ordine di classifica: Pecco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi), questa volta l'occasione per interrompere questo anomalo digiuno sembra ghiotta. MotoGP, Martin "Cucina" i rivali e non teme il biscotto Bagnaia-Bezzecchi Nel 2010 l'ultima affermazione Ducati Nelle ultime stagioni la Ducati ha dimostrato la sua versatilit&agrave; e competitivit&agrave; su praticamente ogni circuito nel quale si &egrave; cimentata; tuttavia, il layout scorrevole e veloce di Phillip Island non &egrave; mai stato troppo dolce con la moto italiana, che non sale sul gradino del podio da tredici anni. Un'eccezione non di poco conto se considerato il bottino di risultati che la casa di Borgo Panigale sta conquistando in maniera pressoch&eacute; incontrastata. L'ultima vittoria, come detto, risale al 2010, quando Stoner conquist&ograve; il suo quarto trionfo consecutivo sulla pista di casa, nonch&eacute; l'ultimo sigillo con la Ducati, prima di approdare in Honda. Per tutta l'avventura presso la corte della moto italiana, Stoner riusc&igrave; ad imporsi a Phillip Island, a dimostrazione di un feeling quasi magico che si concretizz&ograve; nei succcessi del 2007 su Loris Capirossi, del 2008 e 2009 su Valentino Rossi e per l'appunto del 2010 su Jorge Lorenzo.&nbsp; Casey Stoner e Valentino Rossi i pi&ugrave; vincenti a Phillip Island Come detto, il due volte iridato Casey Stoner, ha sempre dimostrato un'attrazione particolarmente spiccata per la sua pista di casa, inscenando prestazioni entrate di diritto nella memoria storica del motorsport. L'australiano ex Ducati ed Honda condivide il primato con Valentino Rossi relativamente al maggior numero di successi ottenuti sul suolo amico, con sei sigilli. Il primo trionfo ottenuto risale al 2007 quando port&ograve; la Desmosedici sul gradino pi&ugrave; alto del podio precedendo Loris Capirossi e Valentino Rossi; vittorie replicate poi nei cinque anni successivi, ottenendo le due ultime affermazioni, nel 2011 e nel 2012, in sella alla Honda. Anche Valentino Rossi ha rappresentato una parte importante nella storia del tracciato di Phillip Island, come dimostrano le sei vittorie conquistate in MotoGP (e le due in 250 nel 1998 e 1999). Il nove volte iridato impresse il suo dominio dal 2001 al 2005, tornando poi a vincere nel 2014, quando ebbe la meglio ai danni di Jorge Lorenzo e Bradley Smith. Nella classifica dei piloti pi&ugrave; vincenti in Australia in top class, alle spalle dei due rivali e fenomeni troviamo Mick Doohan e Marc Marquez, entrambi con tre successi. L'australiano trionf&ograve; nel 1992 su Wayne Rainey, nel 1995 su Daryl Beattie e nel 1998 su Simon Crafar. Per lo spagnolo invece le affermazioni risalgono al 2015 ai danni di Jorge Lorenzo, al 2017 quando batt&egrave; Valentino Rossi e al 2019 quando vinse davanti a Cal Crutchlow.&nbsp;&nbsp; MotoGP news mercato: possibile scambio piloti tra due case                               

La casa italiana non trionfa in Australia da ben tredici anni. Che sia l'anno buono per l'inversione di tendenza?

GP Australia: Phillip Island stregata per la Ducati, vincente solo con Stoner

I due si sono incontrati nel paddock di Phillip Island dove l'australiano ha vinto per 6 edizioni consecutive dal 2007 al 2012. Attraverso i social poi l'incoronazione da parte del due volte iridato nei confronti dello spagnolo.

MotoGP, Casey Stoner incorona Marc Marquez: "Leggenda"

        Marc Marquez &egrave; arrivato a Phillip Island, sede del GP Australia, mostrando rassegnazione e allo stesso tempo serenit&agrave;. Il primo stato d&rsquo;animo &egrave; figlio dell&rsquo;ormai conclamata difficolt&agrave; tecnica della Honda, il secondo deriva dall&rsquo;aver posto finalmente un punto alle voci sul suo futuro, che nel 2024 lo vedr&agrave; salire in sella alla Ducati del Team Gresini. Classifica piloti MotoGP Marc Marquez elogia Casey Stoner  Ma prima di parlare del weekend australiano alle porte, l&rsquo;otto volte iridato ha parlato del &ldquo;padrone di casa&rdquo; Casey Stoner, iridato nel 2007 e capace di vincere a Phillip Island per ben sei volte: &ldquo;Stoner &egrave; uno dei piloti con cui mi sarei voluto confrontare. Magari non gareggiando contro di lui, perch&eacute; devi essere al suo livello, ma mi sarebbe piaciuto osservarlo per vedere cosa faceva di diverso. Tutti dicevano che era un animale e, in effetti, i dati della telemetria che ho potuto osservare al primo anno in HRC confermavano questa impressione. Avevamo uno stile di guida molto simile, ma Casey ha vinto poco rispetto a quello che avrebbe potuto vincere&rdquo;. Dopo la divagazione nel passato, la Formica Atomica &egrave; tornata a parlare del presente e delle sue (scarse) aspettative in vista del fine settimana. &ldquo;In passato siamo stati veloci qui, ma questa volta non mi aspetto di ripetere quelle prestazioni&nbsp;&ndash; le parole del #93 &ndash; quest&rsquo;anno ci sono state delle gare in cui abbiamo mostrato alcuni cenni di miglioramento, ma a Mandalika siamo tornati a soffrire. Non l&rsquo;ho accettato, ho provato a superare il limite e in Indonesia sono incappato in due cadute (sia nella Sprint che nella manche lunga, ndr). Devo ritrovare la fiducia necessaria per spingere su un tracciato difficile come Phillip Island&rdquo;. Classifica squadre Marc Marquez, in Australia senza aspettative  Uno dei fattori critici dell&rsquo;appuntamento australiano sono le basse temperature: &ldquo;A Phillip Island c&rsquo;&egrave; sempre forte vento, che diventa pericoloso in caso di passaggio vicino ai muri o in presenza di aquaplaning. L&rsquo;aerodinamica lo amplifica, ma per me non ci sono problemi. Piuttosto preferisco concentrarmi su altri aspetti &ndash; ha proseguito il futuro ducatista - servir&agrave; una buona trazione in curva 4 e dalla 6 alle 8, altrimenti servir&agrave; stare calmi e non commettere errori. Sono realista: vincere quest&rsquo;anno sar&agrave; difficile. Non possiamo affrontare nessuna gara pensando di vincerla, perch&eacute; siamo lontani. Non siamo a uno, due o tre secondi dal vincitore, siamo a sette o dieci secondi dal leader a livello di ritmo-gara&rdquo;. Infine, un commento sul pilota &ndash; la cui identit&agrave; non &egrave; ancora stata svelata &ndash; che lo sostituir&agrave; in HRC: &ldquo;So che Honda si trova in una situazione delicata perch&eacute; la maggior parte dei piloti ha un contratto. Auguro loro il meglio, ma so il pilota che mi sostituir&agrave; trover&agrave; un team umanamente incredibile&rdquo;. &ldquo;Ringrazio Honda perch&eacute; ha consentito al mio meccanico Javi Ortiz di seguirmi nella nuova avventura, mentre tutti gli altri uomini rimarranno con il mio sostituto&rdquo; ha insistito Marc, chiosando poi con un commento sul suo approdo in Gresini. &ldquo;Non &egrave; ancora confermato al 100% se prover&ograve; la Ducati a Valencia: se dovesse accadere, sarei pi&ugrave; rilassato. Eventuali aggiornamenti nel corso della stagione? Dovr&ograve; guadagnarmeli sul campo&rdquo;. MotoGP, Espargar&ograve; contro l'IRTA: "Protegge i team e non i piloti"       

Alla vigilia dell'appuntamento di Phillip Island, il #93 ha elogiato l'ex pilota australiano, passando poi a parlare del weekend alle porte

MotoGP Australia, Marc Marquez: "Casey Stoner era un animale"

        Una delle cartoline pi&ugrave; intense di significato derivanti dal Festival Of Speed di Goodwood ha riguardato il mondo Ducati, ma, in modo logicamente trasversale anche l'era recente della MotoGP. Ci riferiamo alla sfilata, condotta insieme, di Pecco Bagnaia e Casey Stoner, rispettivamente in sella alle moto vincitrici dei due titoli mondiali conquistati dalla casa di Borgo Panigale nel 2007 e nel 2022. Un'immagine fortemente evocativa tanto nel cuore degli appassionati (in generale) quanto nei ducatisti pi&ugrave; puri. Due campioni del mondo figli di due ere cos&igrave; diverse tra loro dal punto di vista tecnico, prestazionale e regolamentare, ma cos&igrave; uguali sotto il profilo delle emozioni, delle delusioni antecedenti e della liberatoria euforia una volta raggiunto il tanto agognato successo. Due storie diverse caratterizzate da differenti percorsi, differenti rivali ma in fondo con un approccio ed una personalit&agrave; alquanto simile, con il minimo comun denominatore della ricerca spasmodica della vittoria apparentemente nascosta dalla riservatezza, nonch&egrave; da un'attitude sempre rivolta dapprima verso se stessi e poi verso gli altri. Vasco Rossi ricorda il suo team: "Un gioco importante ed imprevedibile, come la mia vita" Il peso e l'eredit&agrave; di Casey Stoner Pecco Bagnaia e Casey Stoner rappresentano due mondi cos&igrave; distanti tra loro, seppur legati dal filo rosso Ducati e tutto ci&ograve; che ne comporta. Il campione di Chivasso si &egrave; dovuto scontrare con l'alone quasi mitologico delle gesta dell'australiano, per anni l'unico ed ultimo pilota Ducati in grado di portare alla vittoria l'indomabile creatura di Borgo Panigale. Per i successori dell'australiano non &egrave; stato facile reggere il continuo confronto sia dal punto di vista dei risultati che della "magia" che da sempre ha ruotato attorno allo stile di guida del due volte iridato, padre padrone quasi esclusivo dell'accelerazione fuori dalla curva in derapata eseguita quasi completamente di "polso". I meriti di Stoner non si fermano solamente alla pionieristica prima bandiera Ducati piantata sul suolo MotoGP, bens&igrave; assumono una connotazione ancor pi&ugrave; intrisa d'epicit&agrave; in considerazione dei rivali affrontati e battuti sul cammino per la vittoria. Dall'altrettanto talentuoso Daniel Pedrosa, portato in pompa magna da addetti ai lavori e media sin dalle stagioni nelle piccole cilindrate, fino ovviamente a Valentino Rossi, in quei anni accentratore assoluto e assolutistico dell'intera top class sotto praticamente ogni aspetto. L'eredit&agrave; lasciata da Stoner &egrave; pertanto divenuta cos&igrave; tanto ingombrante per tutti, quasi esagerata, ma comprensibilmente legittimata dai tanti anni trascorsi in astinenza di vittorie. Il nuovo mondo e la luce accesa da Pecco Bagnaia La MotoGP delle ultimissime annate &egrave; notevolmente cambiata rispetto a quella di quindici anni fa, tanto nel suo interno quanto nel suo intorno. La stessa Ducati &egrave; cambiata, passando dalla moto "difficile da guidare e da portare al limite" per eccellenza, al punto di riferimento della classe regina, versatile per qualsiasi pilota e stile di guida. Un fattore che spesso ha rischiato di sminuire (e spesse volte ci &egrave; riuscito) l'impresa di Bagnaia targata stagione 2022, con il pilota italiano in grado di riportare a Borgo Panigale un titolo che mancava da ormai troppi anni. Il talento di Bagnaia &egrave; diverso da quello di Stoner, &egrave; contraddistinto da altri fattori che finiscono per rendere unici entrambi gli stili, pertanto l'eredit&agrave; raccolta dal pilota di Chivasso non corrisponde appieno al lascito dell'australiano. Ciononostante, Bagnaia ha saputo far suo, sia per indole che per un analitico studio di chi l'ha preceduto, un modo di vincere e di essere veloce che per autorit&agrave; e gestione somiglia molto all'australiano. Entrambi influenzati, nel bene e nel male, da una competitivit&agrave; comune solo agli iniziati dello sport, camuffata o per meglio dire, protetta, da una sensibilit&agrave; spesso sfociata in riservatezza e freddezza.   MotoGP, Rins in forse per Silverstone: Lecuona pronto a sostituirlo         

I due campioni del mondo con Ducati hanno sfilato insieme al Festival of Speed di Goodwood

Bagnaia e Stoner: due ere diverse, simbologia di un passaggio di consegna

        Una delle star assolute presenti al Festival of Speed di Goodwood &egrave; stato senza dubbio Casey Stoner, apparso, per la gioia di tifosi e addetti ai lavori, in sella alla Ducati Desmosedici del 2007, la moto con la quale vinse il suo primo titolo iridato, nonch&egrave; l'unico della storia della casa di Borgo Panigale in MotoGP fino al trionfo di Bagnaia nel 2022. Ospite dell'evento, la leggenda australiana si &egrave; soffermata nuovamente sulle potenzialit&agrave; di uno dei protagonisti assoluti del campionato corrente, Marco Bezzecchi. Gi&agrave; in passato Stoner aveva elogiato, in maniera alquanto importante, le doti del pilota della VR46 Academy, tramite un'investitura che non pu&ograve; passare inosservata: "Appena ho visto come guida mi &egrave; piaciuto. Ai miei occhi Bezzecchi ha qualcosa che manca agli altri piloti e se si omettesse il controllo di trazione, sarebbe uno dei pochi che sarebbe ancora in grado di competere davanti". MotoGP, per i piloti &egrave; finito il tempo delle vacanze L'elogio di Casey Stoner: "Senza elettronica sarebbe avvantaggiato" All'inizio dell'avventura di Bezzecchi in top class, Stoner aveva ammesso di seguire con particolare attenzione il cammino del giovane pilota, avendo intravisto (forse prima di tutti gli altri) delle qualit&agrave; importanti, nonostante le annate trascorse in Moto2 fossero state certamente buone ma non eccellenti. L'inizio di campionato 2023 non ha fatto altro che confermare la valutazione compiuta da Stoner; con due vittorie ed una Sprint Race all'attivo Bezzecchi ha saputo attestarsi su un livello da top rider, proprio come previsto dal due volte campione del mondo: "Bezzecchi ha uno stile di guida con cui usa il grip a modo suo. Non lo so, alcuni degli attuali piloti di vertice sarebbero probabilmente ancora in testa ma Marco secondo me avrebbe un leggero vantaggio se si vietasse il controllo di trazione e si istruisse i piloti a trovare pi&ugrave; grip possibile senza l&rsquo;aiuto dell&rsquo;elettronica&rdquo;.&nbsp; Un'investitura importante che in qualche modo ricalca il concetto di "eredit&agrave;" sportiva, dal momento che, come sappiamo, Stoner ha sempre palesato la sua preferenza per un ritorno ad una MotoGP con un'elettronica meno invasiva; il tutto dopo aver dimostrato durante la sua carriera di avere una particolare predisposizione per la guida istintiva e, potremmo dire, pura. In casa Ducati possono dormire sonni tranquilli in virt&ugrave; di un roster piloti che si sta dimostrando alquanto efficace. L'australiano ha speso parole lodevoli anche per il campione del mondo, Pecco Bagnaia, come riportato da SpeedWeek: "Lui &egrave; il riferimento, anche perch&eacute; &egrave; l'attuale campione del mondo nonch&eacute; leader del campionato. Sin dall'anno scorso sta facendo un lavoro fantastico ma anche prima Bagnaia &egrave; sempre stato molto competitivo. Immagino che abbia dovuto calmarsi un po' in qualche modo, e lo ha fatto. Ha imparato molto negli ultimi due anni e ha lavorato sulle sue debolezze".  MotoGP: ufficiale il cambio di format a partire da Silverstone       

Il bicampione del mondo della MotoGP punta sul 25enne riminese, come gi&agrave; dichiarato all'inizio della scorsa stagione

Stoner esalta Bezzecchi: "Ha qualcosa che manca agli altri piloti"

        Casey Stoner non ha mai avuto paura a esprimere le proprie opinioni e non lo ha fatto nemmeno stavolta, appena ha avuto la possibilit&agrave; di analizzare &ndash; e criticare &ndash; l&rsquo;attuale MotoGP, a suo dire troppo tecnologica e ormai dominata dall&rsquo;elettronica. GT, Valentino Rossi vince a Misano Casey Stoner contro la MotoGP  &nbsp;&ldquo;Cosa cambierei? Beh, se potessi, apporterei diverse modifiche a questa MotoGP.&nbsp;Le alette andrebbero eliminate, cos&igrave; come i dispositivi holeshot&rdquo; ha commentato la leggenda australiana, ospite del Festival di Goodwood, secondo la testata The-Race. &ldquo;Il controllo di trazione andrebbe ridotto al minino indispensabile, cos&igrave; come l&rsquo;anti-impennamento. Almeno la met&agrave; di queste stronzate devono essere eliminate&rdquo;. Il due volte campione del Mondo ha quindi le idee chiare, chiarissime, su cosa andrebbe fatto, secondo lui, per dare una svolta alla classe regina del Motomondiale. &ldquo;Bisognerebbe fissare un tetto di 10 anni per i cambi regolamentari, in modo che i Costruttori possano mettersi al passo con gli altri &ndash; ha proseguito l&rsquo;ex Ducati e Honda &ndash; per esempio, la Yamaha aveva un ottimo telaio e un motore fluido, ma non particolarmente potente. Altre Case avevano motori potenti, ma non riuscivano a mettere la potenza a terra. Tutti avevano punti forti e deboli, ma ora non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave;. Sembra la guerra dei cloni, tutti i marchi devono copiarsi e andare nella stessa direzione&rdquo;.&nbsp;  MotoGP, la critica di Casey Stoner  In virt&ugrave; degli attuali regolamenti, la MotoGP &egrave; cosi diventata molto livellata, con valori in campo molto equilibrati. Anche troppo, dice Stoner, secondo cui le gare sono diventate noiose e i sorpassi complicati: &ldquo;Ora i piloti possono solo provare a frenare pi&ugrave; tardi possibile, forzando sull&rsquo;anteriore ma rischiando grosse cadute per quanto spingono in curva. Ormai c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; elettronica in MotoGP che in F1, ma questo processo deve fermarsi al pi&ugrave; presto&rdquo;. Casey ha poi rincarato la dose: &ldquo;Tutti questi aiuti elettronici li trovo stupidi. Dovrebbero esserci giusto per garantire la sicurezza, non per la competizione. Per me lo spettacolo di questa nuova era e il numero di incidenti che stiamo vedendo, &egrave; veramente&nbsp;ridicolo&ldquo;.&nbsp; Parole forti, ma in pur stile Casey Stoner. SBK, le pagelle di Imola       

Dura critica della leggenda australiana nei confronti dell'attuale top class: "C'&egrave; troppa elettronica, stiamo assistendo a uno spettacolo ridicolo"

Casey Stoner, che sfogo: "MotoGP piena di stronzate da eliminare"

Il due volte campione del Mondo incanta alla guida della Desmosedici #1: tutte le foto 

MotoGP, Casey Stoner torna in sella alla Ducati a Goodwood

        Pecco Bagnaia si gode la pausa estiva con la leadership del campionato dalla sua, un primato raggiunto dopo un primo scorcio di stagione dove, a parte qualche evitabile errore, ha saputo mostrare una costante velocit&agrave; da primo della classe, che mista ad un rendimento regolare, gli hanno permesso di ergersi a leader assoluto e meritato della categoria. Il Bagnaia in versione 2023 sembra essere ulteriormente cresciuto rispetto a quello che ha vinto il titolo nella precedente annata, sia dal punto di vista della consapevolezza dei propri mezzi, sia per la gestione della gara e del week-end. Il pilota di Chivasso non pu&ograve;, dunque, che essere il favorito al titolo di una stagione in cui fino ad ora ha collezionato numeri inequivocabilmente indicativi: quattro vittorie, tre gare Sprint vinte, quattro pole position, per un totale di 12 podi su sedici manche complessive. Ai microfoni di Speedweek.com, l'alfiere della Ducati ha sottolineato cosa comporta essere il numero "1" della MotoGP, spiegando alcuni importanti aspetti circa l'opinione generale, in relazione al suo accostamento con l'epoca dei "fantastici 4": Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa. MotoGP, Suzuki regala la GSX-RR ad Aleix Pecco Bagnaia contro il concetto di "Personaggio" Uno tra gli effetti collaterali del sempre crescente e ormai consolidato successo di Pecco Bagnaia, riguarda un'attenzione mediatica particolarmente attiva, soprattutto in considerazione dell'eredit&agrave; che, in quanto italiano nonch&eacute; pilota VR46 Academy, Bagnaia ha preso dalle mani di un personaggio come Valentino Rossi. La top class sembra essere in costante ricerca di un nuovo personaggio, un nuovo eroe sportivo; un concetto che per&ograve; non trova in Bagnaia la piena condivisione: "Questa storia dei personaggi eroici non mi piace perch&eacute; penso che tutti dovrebbero mostrarsi come sono veramente. Per me sono i risultati in pista che definiscono un pilota, non come egli si comporta e in quale ruolo si inserisce&ldquo;. Bagnaia si &egrave; poi soffermato sull'impossibilit&agrave; di compiere paragoni con i piloti del passato: "Oggi le cose sono diverse rispetto ai tempi dei Fantastici 4. In passato i team privati avevano una moto che non raggiungeva nemmeno l&rsquo;80% del livello delle moto ufficiali. La situazione adesso &egrave; molto cambiata". Il paragone con Casey Stoner Il due volte campione del mondo ha voluto chiarire, una volta di pi&ugrave;, l'insensatezza dei continui accostamenti ad uno dei Ducatisti pi&ugrave; amati della storia di Borgo Panigale, Casey Stoner: "Le persone sono molto legate al passato e commettono l&rsquo;errore di confrontare i piloti di epoche diverse con quelli di oggi. Io non posso essere paragonato a Casey Stoner, che vinse il mondiale nel 2007 con la Ducati. Se parli con un giovane che ora sta iniziando a seguire le corse, sono sicuro che ti dir&agrave; che gli piace quello che faccio. Se invece parli con qualcuno che ha seguito tutta l&rsquo;era di Rossi, Stoner, Pedrosa, Lorenzo e Marquez, dir&agrave; che Casey era migliore&ldquo;. Un'ultima considerazione riguarda la crescita esponenziale del seguito che la Formula 1 sta ottenendo in Spagna grazie alla competitivit&agrave; dimostrata da Fernando Alonso nella stagione attuale, su cui Bagnaia ha voluto esprimere il suo parere: "Per quanto ne so, in Spagna accade la stessa cosa quando Marquez &egrave; in gara. Quello che sta facendo Alonso &egrave; incredibile. &Egrave; l'unico che pu&ograve; fare una cosa del genere. La differenza &egrave; nella motivazione che Fernando ha trovato con la sua nuova macchina, &egrave; incredibile. &Egrave; normale che il numero di spettatori in Spagna sia aumentato". MotoGP: il punto sul mercato piloti         

Il campione del mondo si &egrave; espresso sul suo status di riferimento della top class sottolineando un importante aspetto&nbsp;

MotoGP, Pecco Bagnaia: "Non posso essere paragonato a Stoner"

Casey Stoner contro Lewis Hamilton. No, non si tratta di un crossover tra MotoGP e F1 che vede i due sfidarsi in pista, ma di una contrapposizione social tra la leggenda del Motomondiale e il sette volte campione del Mondo delle quattro ruote, avvenuta a margine del recente Gran Premio di Miami.  Calendario MotoGP 2023  Casey Stoner contro Lewis Hamilton   Infatti, il GP statunitense ha fatto tanto parlare non tanto per l&#39;azione in pista, ma per quanto avvenuto nel paddock nei giorni prima e dopo la gara, una cornice che ha reso il Gran Premio un evento hollywoodiano pi&ugrave; che un appuntamento motoristico.  A Miami abbiamo visto sfilare - nel vero senso della parola - attori, stilisti, influencer, registi, cantanti, e chi pi&ugrave; ne ha pi&ugrave; ne metta. Un clima che ha &quot;influenzato&quot; i piloti stessi, Lewis Hamilton su tutti, ormai conosciuto per i suoi look stravaganti: nella giornata di domenica, il campione della Mercedes non si &egrave; smentito e si &egrave; presentato in autodromo con una tuta viola, ricoperta di paillettes e firmata dallo stilista Rick Owens.  Casey Stoner senza misure su Lewis Hamilton   &nbsp;  Un look molto originale, che ha suscitato la reazione social di Casey Stoner: &quot;Ma che diavolo, Lewis. Sei semplicemente ridicolo&quot; &egrave; il commento del due volte iridato, scritto sotto un reel dell&#39;account ufficiale della F1 che immortala Hamilton arrivare in circuito indossando la stravagante tuta. Un commento che non &egrave; passato inosservato, suscitando negli utenti Instagram sia approvazione che disappunto: in molti, infatti, hanno difeso il #44, sottolineando che ognuno pu&ograve; vestirsi come vuole.  Di sicuro, Casey Stoner non &egrave; tipo da amare il politicamente corretto, e anche stavolta non ha scelto le mezze misure per esprimersi.  MotoGP: orari TV GP Francia&nbsp; 

Il due volte iridato della MotoGP ha criticato l&#39;abbigliamento del pilota Mercedes durante il weekend del Gran Premio F1 a Miami

Casey Stoner attacca Lewis Hamilton: &quot;Sei ridicolo&quot;

L'ex pilota e la sua compagna Adriana hanno approfittato delle vacanze pasquali per salutare Shuhei Nakamoto e divertirsi tra le strade di Shibuya

Casey Stoner corre in go kart tra le strade del Giappone

        Casey Stoner durissimo contro la F1. Lo spettacolo &ndash; a tratti indegno &ndash; offerto dalla massima serie a quattro ruote tra le curve di Melbourne, teatro del GP Australia, ha suscitato la reazione dell&rsquo;ex pilota MotoGP, che non le ha mandate a dire a FIA e Liberty Media. F1, GP Australia e la reazione di Casey Stoner   Il Gran Premio d&rsquo;Australia &egrave; stato caotico a dir poco, influenzato da una Direzione Gara che ha dato l&rsquo;impressione di non saper gestire la situazione&nbsp;esponendo per ben tre volte la bandiera rossa, provvedimento che si utilizza solitamente in situazioni ben pi&ugrave; gravi di quelle viste a Melbourne. La prima &egrave; stata causata dall&rsquo;uscita di pista di Alexander Albon, la seconda dal ritiro di Kevin Magnussen a due giri dalla fine, quando la Haas del pilota danese si &egrave; fermata dopo un contatto a muro in curva 2. In questa situazione i Commissari hanno preferito far ripartire la corsa, dando origine a una ripartenza ancora pi&ugrave; confusionaria: Lance Stroll e Logan Sargeant sono finiti in ghiaia, Carlos Sainz - poi penalizzato di 5 secondi &ndash; si &egrave; toccato con Fernando Alonso, mentre entrambe le Alpine di Esteban Ocon e Pierre Gasly sono finite out dalla corsa. Risultato? La gara &egrave; finita in regime di Safety Car, con la vittoria di Max Verstappen davanti a Lewis Hamilton. F1, GP Australia: le dure parole di Casey Stoner  Episodi che testimoniano una gestione piuttosto discutibile da parte degli Steward, che ha generato l&rsquo;inevitabile ira di tifosi e appassionati. Tra questi c&rsquo;&egrave;, appunto, anche Casey Stoner, che ha espresso il proprio parere via Twitter. "FIA, oggi hai messo in imbarazzo te stessa e la Formula 1&rdquo; ha scritto il due volte campione del Mondo. &ldquo;Che peccato, non era necessario&rdquo;. &ldquo;Per favore, ricordiamoci tutti che questo &egrave; uno sport, e solo secondariamente intrattenimento. Non il contrario". Parole dure, sicuramente condivise da tanti appassionati di sport. MotoGP Argentina: i risultati dalla Sprint Race       

L'ex pilota MotoGP si &egrave; scagliato contro la Direzione Gara dopo gli episodi che hanno caratterizzato il GP Australia

F1, Casey Stoner durissimo: "Spettacolo imbarazzante"

        Sono particolari, i piloti australiani. Rimanendo spesso lontano dalla terra nativa durante la stagione della MotoGP, una volta tornati a casa, recuperano tutto quello a cui hanno dovuto rinunciare. Vi ricordate Casey Stoner? Il titolato 2007 e 2011 ama andare a pesca, staccando completamente dal paddock e relativi. Il numero 27 se la cava(va) benone, ma noi abbiamo trovato un connazionale che ha saputo fare di meglio: Jack Miller. Da Ducati a KTM: la nuova avventura di Jackass  Saltare da Desmosedici GP a KTM RC16? Fatto per Jack, che nel 2023 affronter&agrave; in arancio la rinnovata fase di carriera. Ex Honda e Ducati - Stoner ha, in MotoGP, percorso il cammino contrario - Miller si sta nel frattempo divertendo nella sua Townsville che, come spiegato da egli stesso, &egrave; tutt'altra cosa rispetto all'Europa. D'accordo, Jackass, ma spiegaci perch&eacute;. Lo fa, sfoderando un mega pesce, pescato nelle sue acque locali. Ammettiamo di non essere preparati in merito al settore ittico, tuttavia, leggendo i commenti sul profilo social del pilota, apprendiamo essere quella una enorme e impressionante triglia. Miller, sicch&eacute;, batte Casey. Per ora. Attendiamo risposta relativa a questa sorta di sfida. Qui sopra, l'australiano &egrave; in azione nei test di Valencia, situazione in cui ha potuto saggiare il prototipo quattro cilindri di Mattighofen. Gli auguriamo di fare bene, evitando le - a volte - espressioni esibite da Miguel Oliveira e Darryn Binder, simili a due piloti che non sapevano quali pesci pigliare...&nbsp;       

Al pari di Casey, Jack ama l'arte della canna da pesca: nella sua Australia, l'ex ducatista ha piegato l'altro ex ducatista, sfoggiando un esemplare dalle enormi proporzioni

Miller batte Stoner: il suo pesce è più grosso

Con la vittoria iridata di Pecco Bagnaia, la Ducati torna sul tetto del mondo dopo ben 15 anni dall&#39;ultima volta, quando Casey Stoner riusc&igrave; nell&#39;impresa di portare il primo titolo piloti della storia alla casa italiana, in top class. Parliamo dell&#39;annata 2007, quando sia la MotoGP che il mondo intero avevano decisamente un altro aspetto rispetto a quello di oggi. Svariate volte la Ducati ha provato a tornare alla vittoria, cercando un successo che per tanti anni &egrave; sembrato irrangiugibile e quasi maledetto. Moto, tecnici e piloti si sono succeduti nel box bolognese, ma per arrivare al trionfo sono state necessarie 15 stagioni. Andiamo a ripercorrere le tappe che hanno portato la Ducati nuovamente e finalmente sulla vetta pi&ugrave; alta del motociclismo: da Casey Stoner a Valentino Rossi, da Andrea Dovizioso a Jorge Lorenzo e ovviamente Pecco Bagnaia.  &nbsp;  2011\2012 - la Ducati si affida a Valentino Rossi    Nel 2008, dopo aver strenuamente difeso con onore il titolo conquistato l&#39;anno prima, Casey Stoner dovette cedere a Valentino Rossi, vendicatosi in relazione all&#39;anno precedente. I successivi due anni in sella alla Rossa, non furono facili per l&#39;australiano, che nonostante tutto conquist&ograve; altri sette GP, senza per&ograve; riuscire a lottare per il titolo. Nel 2011 il leggendario pilota australiano pass&ograve; alla Honda e la Ducati si affid&ograve; a Valentino Rossi per puntare al titolo, all&#39;epoca la scelta migliore che si potesse prendere. Sotto la guida dell&#39;ingegnere Filippo Preziosi, il 9 volte iridato per&ograve;, non riusc&igrave; ad essere competitivo, rivelando una grande difficolt&agrave; nella guida di una moto che per la prima vera volta fu messa in discussione. Il biennio &quot;Rossi-Rossa&quot; fu disastroso, probabilmente il punto pi&ugrave; basso toccato da entrambe le icone italiane. La coppia tricolore raccolse solo tre podi e si separ&ograve; alla fine del 2012.  &nbsp;    2013\2014 - L&#39;arrivo di Andrea Dovizioso e di Gigi Dall&#39;Igna: inizia una nuova era  Nel 2013 Valentino Rossi torna in Yamaha e la Ducati si affida ad Andrea Dovizioso, non il pilota pi&ugrave; veloce in circolazione ma sicuramente uno dei pi&ugrave; bravi dal punto di vista della preparazione e dello sviluppo della moto. La stagione 2013 si dimostra l&#39;ennesimo fallimento per la Rossa, che per la prima volta da quando &egrave; approdata in classe regina nel 2003 conclude l&#39;anno senza andare mai a podio. Nel 2014 per&ograve; arriva direttamente dall&#39;Aprilia, Gigi Dall&#39;Igna, che prende il posto di Filippo Preziosi e rivoluziona lentamente il progetto Ducati, iniziando un percorso che far&agrave; diventare la moto italiana la migliore dell&#39;intero schieramento MotoGP sotto ogni aspetto, non solo dal punto di vista del motore, storico punto di forza della Rossa. Nel 2014 si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa, infatti la coppia di piloti formata da Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow torna sul podio complessivamente in tre occasioni.  &nbsp;    2015 - Dovizoso e Iannone infiammano i tifosi Ducati  Nel 2015 la Ducati si presenta con la prima moto targata Dall&#39;Igna e i risultati si vedono sin dalla prima gara del Qatar, dove Andrea Dovizioso ed il nuovo compagno di squadra Andrea Iannone lottano con Valentino Rossi per la vittoria. Alla fine del campionato il forlivese conclude in settima posizione, con cinque podi all&#39;attivo, a conferma della competitivit&agrave; di una moto che inizia a far parlare di s&egrave;. Riesce a fare ancora meglio Andrea Iannone, che termina la stagione in quinta posizione con tre podi conquistati.  &nbsp;    2016 - Il ritorno alla vittoria, sei anni dopo l&#39;ultima volta  Il 2016 &egrave; l&#39;anno della consacrazione e del ritorno tra i grandi per la Ducati che torna al successo vincendo due GP. In Austria si concretizza la storica vittoria; Andrea Iannone sale sul gradino pi&ugrave; alto del podio e riporta il successo alla casa di Borgo Panigale dopo sei anni dall&#39;ultima volta, e cio&egrave; dalla vittoria di Stoner in Australia nel 2010. Sul circuito del Red Bull Ring la Ducati piazza la doppietta, a dimostrazione della bont&agrave; di una moto che convince sempre pi&ugrave;. Qualche gara dopo, in Malesia, tocca ad Andrea Doviziooso prendersi la scena, vincendo sul bagnato e conquistando il primo successo della sua storia in Ducati.  &nbsp;    2017 - Andrea Dovizioso in lotta per il mondiale; Jorge Lorenzo sbarca in Ducati  Nel 2017 la Ducati &egrave; in lotta per il titolo con un Andrea Dovizioso in stato di grazia per gran parte della stagione. Il forlivese conquista ben sei GP e lotta con Marc Marquez per la conquista del mondiale, dando vita ad una delle rivalit&agrave; pi&ugrave; belle degli ultimi anni. In occasione della stagione 2017 la Ducati ingaggia Jorge Lorenzo, in un binomio che ricorda molto quello composto tra Rossi e la Rossa. La prima stagione del maiorchino si rivela complessa e senza particolari exploit, anche se arrivano tre podi. La moto progredisce ancora, soprattutto nel suo punto di maggior debolezza, ovvero la velocit&agrave; in percorrenza di curva, specifica peculiarit&agrave; dello stesso Lorenzo.&nbsp;  &nbsp;    2018 - Jorge Lorenzo si prende la Rossa; Andrea Dovizioso ancora una volta vice-campione del mondo  A fine 2018 Jorge Lorenzo lascer&agrave; la Ducati dopo aver preso le misure di una moto che si dimostra sempre pi&ugrave; versatile. Il maiorchino vince tre GP dimostrando una pulizia ed un&#39;efficacia di guida che fa brillare gli occhi di tutti gli appassionati. Andrea Dovizioso si conferma estremamente competitivo e si dimostra ancora una volta l&#39;avversario pi&ugrave; credibile di Marquez. Tuttavia il titolo continua a non arrivare sebbene la moto dia l&#39;impressione di essere ormai la migliore dell&#39;intera griglia.  &nbsp;    2019 - Danilo Petrucci fa sognare tutti al Mugello, i risultati per&ograve; stentano ad arrivare  L&#39;anno dopo la Ducati sceglie Danilo Petrucci per affiancare Andrea Dovizioso nel team ufficiale. La gara pi&ugrave; bella va in scena al Mugello quando le due Rosse battagliano con Marc Marquez in una gara al cardiopalma. Alla fine, vince Danilo Petrucci al suo primo successo in MotoGP, davanti allo spagnolo e al forlivese. Il resto della stagione per&ograve; non &egrave; cos&igrave; esaltante; non arriveranno altri squilli per il ternano che termina in sesta posizione in campionato. Leggera flessione per Dovizioso rispetto agli anni precedenti, il forlivese vince solo due GP ma termina per la terza volta consecutiva in seconda posizione in campionato. La moto &egrave; ormai in pianta stabile ai vertici della MotoGP ma la maledizione del titolo continua. Inoltre, iniziano ad avanzare i primi dubbi sulla qualit&agrave; dei piloti, i maggiori indiziati per un obiettivo che stenta ad essere realizzato.  &nbsp;    2021 - Bagnaia tra i grandi, il finale di stagione fa sognare  Il 2020 &egrave; una stagione deludente per la Ducati che non sfrutta l&#39;occasione di un campionato ristretto per numero di gare (causa Covid) ed in cui &egrave; venuto meno Marc Marquez, caduto rovinosamente a Jerez. Andrea Dovizioso non dimostra il solito feeling con la sua moto e termina il campionato con una sola vittoria. A fine anno, dopo 8 stagioni con la moto di Borgo Panigale il forlivese lascia la squadra con la quale pi&ugrave; volte ha sfiorato il tanto agognato obiettivo. Nel 2021 la Ducati cambia pelle affidandosi ai giovani Jack Miller e Pecco Bagnaia.  In molti credono e puntano sul pilota della VR46 Academy, campione del mondo della Moto2 nel 2018 e autore di buone prestazioni in top class con il team Pramac, seppur troppo saltuarie. Il piemontese si fa attendere per quasi tutta la stagione ma ad Aragon conquista la prima vittoria in MotoGP al termine di un gran duello con Marquez. Questo successo &quot;sblocca&quot; definitivamente il 25enne di Chivasso che nelle successive cinque gare conquista altre tre vittorie. Il titolo sfugge ancora e viene vinto da Fabio Quartararo proprio su Bagnaia, che per&ograve; si candida fortemente per il 2022.  &nbsp;    2022 - Il ciclo si chiude. Bagnaia conquista il titolo e la Ducati torna sulla vetta del mondo dopo 15 anni  Dopo sette vittorie ed una rimonta storica partita con 91 lunghezze da recuperare su Quartararo, Bagnaia riporta il titolo alla casa di Borgo Panigale. Un successo figlio di una moto incredibilmente performante sotto tutti i punti di vista, divenuta l&#39;assoluto riferimento della classe regina e di un pilota che a tratti &egrave; sembrato inarrestabile, soprattutto quando sentiva la moto nelle sue mani al cento per cento. Bagnaia &egrave; apparso il pilota che pi&ugrave; di tutti ha preso qualcosa da ognuno dei suoi precedessori, divenendo il perfetto erede della storia degli ultimi 15 anni in sella alla Rossa italiana. L&#39;allievo di Valentino Rossi nella guida si &egrave; mostrato come il mix tra Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso, riportando un titolo che mancava dai tempi di Casey Stoner.&nbsp;  &nbsp;  &nbsp; 

La casa di Borgo Panigale conquista finalmente il titolo mondiale dopo averlo inseguito per anni senza riuscirci. L&#39;ultimo iride risale al 2007 con l&#39;australiano

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