Parlare di Francis Batta (pronunciato con la &ldquo;a&rdquo; finale accentata), meglio conosciuto come Francesco Batta, significa spaziare in un trentennio leggendario di avventure, team, gare e piloti. Chi pensa che Batta sia soltanto un team manager di squadre titolate e molto vittoriose si sbaglia perch&eacute; Francesco &egrave; molto di pi&ugrave;: un personaggio vulcanico, carismatico, illuminato che ha avuto una grandissima influenza nel mondo delle moto e delle competizioni. In pochi sanno che buona parte delle fortune del mondiale Superbike si deve alle sue capacit&agrave; di organizzatore. Appena acquisito il mondiale SBK, Maurizio Flammini non aveva ancora le idee molto chiare sul potenziale di questo campionato e soprattutto era coinvolto in numerosi altri progetti come la Formula 1 a Roma e altro. Quindi decise di affidarsi a Batta per far decollare questa strana formula con moto a quattro tempi derivate da modelli stradali. Il belga, in passato team manager nel Motomondiale con la Sanvenero e con la Cagiva nella 125 e nella 500, aveva un budget limitatissimo ma escogit&ograve; subito una serie di idee geniali e poco costose che fecero partire la SBK con il piede giusto.    La storia di Barry Sheene, fenomeno fuori e dentro la pista  Il ruolo di Batta nell&#39;evoluzione della SBK   Innanzitutto comprese che senza andare in TV non avrebbe mai fatto capire a nessuno che spettacolo era questa strana SBK. Tuttavia non esisteva un budget tale da portare le telecamere e la regia e pagare gli operatori e i tecnici con relativi viaggi e alloggi. Dopo averci riflettuto ebbe un&rsquo;idea geniale: su ogni pista avrebbe preso alcuni operatori locali dotati di telecamera e videoregistratore e posizionati a ogni curva li comandava via radio dicendo loro cosa e chi riprendere. Al termine di ogni gara si fiondava nel suo Executive Van dove erano presenti nove lettori e lui montava una gara perfetta come fosse una vera diretta. Alle 2 di notte spediva le cassette a tutte le TV del Mondo, che cos&igrave; iniziarono a passare le prime immagini di queste gare pazzesche, molto diverse dal Motomondiale.  Altra mossa coraggiosa fu quella di affidare il commento italiano a TMC consigliando un telecronista folle e molto fuori dai canoni classici delle normali telecronache. Con la sua compagna Patricia e soltanto cinque persone Batta cre&ograve; una vera macchina da guerra che organizzava e gestiva un vero Mondiale in modo professionale e decisamente in controtendenza. Altra intuizione geniale fu quella di cambiare le regole del paddock trasformandolo da subito nel cuore pulsante di questo campionato. Porte aperte in tutte le Hospitality e clima molto amichevole, per trattare sempre in modo democratico tutte le problematiche di una macchina organizzativa che vedeva grossi interessi scontrarsi in pista e fuori. Il centro di tutto era chiamato elegantemente Executive Van, ma era soltanto un imponente autobus a due piani dove stazionavano manager e piloti. In poche stagioni Batta riusc&igrave; a portare tantissimo pubblico sugli spalti e ascolti TV incoraggianti. Di fronte a tale successo, Maurizio Flammini decise di prendere in prima persona la gestione della SBK affidandolo al giovane fratello Paolo, aprendo le porte a Francesco Batta per una lunga e vittoriosa carriera di team manager, in cui aveva debuttato in precedenza nella classe 500 con la Cagiva.  Paolo Ciabatti: &ldquo;Troy Bayliss &egrave; stato il ducatista per eccellenza&rdquo;  Pirovano e Chili   Come sede del Team Alstare, Batta prese in Belgio una bellissima ex fabbrica di marmellate: al piano terra officine e banchi motore, poi al primo piano un team di designer e architetti che inventarono le famosissime e coloratissime livree delle moto e dei van mostrando a tutti che una moto da gara, oltre che veloce ed efficiente, poteva essere anche colorata e bella. L&rsquo;inizio fu con Ducati in Supersport con il compianto Michael Paquay e Marco Lucchinelli. Il pilota belga vinse subito il titolo europeo Supersport che ancora non aveva titolazione iridata. L&rsquo;anno seguente Batta ingaggi&ograve; Fabrizio Pirovano che rimase legato alla sua squadra e alla sua famiglia fino alla scomparsa, nel giugno 2016. Pirovano e Batta formarono un sodalizio in grado di cambiare la storia della SBK. Non soddisfatti del rapporto con la Ducati, Pirovano e Batta si fecero affidare le Suzuki 600 per il neonato mondiale Superport e il titolo mondiale arriv&ograve; subito, nel 1998.  Questa vittoria convinse la Suzuki ad affidare tutte le sue moto ufficiali al Team Alstare che l&rsquo;anno successivo - con la livrea iconica della birra Corona - schier&ograve; Frankie Chili sulla quattro cilindri GSX-R 750 che fino ad allora aveva raccolto pochissime vittorie e soltanto con le wild card. Nel 1999 arrivarono due stupende vittorie ma soprattutto per la prima volta la Suzuki si ritrov&ograve; sempre in bagarre con i migliori: bast&ograve; una sola stagione per avere il maggior numero di risultati della storia della Suzuki in SBK convincendo la Casa nipponica a impegnarsi maggiormente, dato che la GSX-R scontava sempre un notevole gap di potenza rispetto alle bicilindriche mille. Cos&igrave; al cambio di regolamento che nel 2003 port&ograve; tutte le moto a mille di cilindrata, Batta pot&egrave; schierare la bellissima GSX-R 1000 K5.    Corser e Biaggi   Se i tre anni di grandi soddisfazioni e successi con Chili e la 750 avevano aperto la strada, il sogno iridato si concretizz&ograve; nel 2005 con l&rsquo;australiano Troy Corser. Subito dopo, Francesco e Pirovano iniziarono ad accarezzare un&rsquo;idea molto suggestiva e potente: portare in SBK un quattro volte campione del Mondo nei GP come Max Biaggi. Pilota velocissimo e famosissimo. Un anno di trattative e nel 2007 arriv&ograve; davvero Biaggi nel Team Alstare. Fu chiaro a tutti che sarebbe stata una stagione particolare e che il romano avrebbe dato davvero un enorme impulso a questa categoria. Nei primi test invernali a Vallelunga si presentarono 10.000 fans scatenati del Corsaro e nella prima gara in Qatar in sala stampa erano presenti 150 giornalisti da tutto il Mondo. Esattamente come nel suo debutto in 500, Max riusc&igrave; a vincere al debutto in SBK portando l&rsquo;interesse alle stelle. Max avrebbe potuto conquistare il titolo gi&agrave; in quella stagione ma problemi di consumo con le gomme e piccoli infortuni negarono il Mondiale al Team Alstare, che purtroppo l&rsquo;anno successivo perse lo storico sponsor Corona e dovette rinunciare al Veloce Romano per il meno oneroso Max Neukirchner. La squadra ritorn&ograve; al vertice nel 2010 con Leon Haslam che si install&ograve; in testa alla classifica provvisoria del Mondiale fino alla settima prova, in un&rsquo;annata da tre vittorie e 14 podi, in un intenso ed emozionante duello con Biaggi, passato all&rsquo;Aprilia.    Alla fine il titolo sfugg&igrave; a Leon per un motore andato in fumo a Imola e Batta inizi&ograve; a disamorarsi di questa fase moderna di un mondiale SBK che lui stesso aveva contribuito a far nascere e crescere con criteri e modelli per&ograve; molto diversi dal nuovo corso storico targato Dorna. Batta ebbe un&rsquo;altra brillante intuizione riportando la storica factory Bimota nel Mondiale 2014 con la veloce BB3 con motore BMW ma la Casa riminese non fu mai in grado di produrre e vendere il numero minimo di esemplari necessari per l&rsquo;omologazione. Fu l&rsquo;epilogo di uno dei team pi&ugrave; rappresentativi della storia della Superbike: Batta rimane uno dei personaggi pi&ugrave; innovativi, geniali e produttivi di quel primo lungo periodo di un Mondiale che senza di lui non avrebbe raggiunto certe vette di popolarit&agrave; e successo. Grazie a figure mitiche come Batta, Oscar Rumi, Eraldo Ferracci, Neil Tuxworth, Nepoti, Caracchi e Farn&egrave;, il Mondiale Superbike &egrave; entrato subito nel cuore dei motociclisti di tutto il Mondo.  La storia della Suzuki, tra tradizione e famiglia 

Il belga ha vissuto due fasi nel paddock delle derivate dalla serie, e prima come organizzatore e quindi come team manager &egrave; stato innovatore e vincente. Con Alstare, la Suzuki ha rotto il ghiaccio in Supersport, con l&rsquo;indimenticato Pirovano, e poi ha trionfato in Superbike con Corser

SBK: le avventure del vulcanico Francis Batta

        The press release issued by team Alstare Yamaha unfortunately says it all - manager Francis Batta cannot travel to Donington Park for the fourth WorldSBK round. The Belgian boss is taking his doctor&rsquo;s advice and will rest and undergo further check-ups after undergoing surgeries on both his heart and his shoulder in recent months. Francis has previously attended the Arag&oacute;n, Estoril and Misano rounds, supporting the work of the mechanics and rider Christophe Ponsson. But he was taken ill on returning home from the latest Italian round. Fortunately he received immediate assistance and, once home, had the necessary medical check-ups. Batta&rsquo;s personal cardiologist advises total rest and a break from travelling, hence no UK round. Courageous heart  Batta&rsquo;s passion is rare. While motorsport is his life, his emotional side often wins out. Yes, Francis loves motorcycling and adores watching the action live. He&rsquo;s always done so and wants to continue. But it&rsquo;s better to hold off when it comes to Donington Park. The double coronary artery bypass surgery he underwent last November necessitates follow-up care. And so it&rsquo;s best to avoid taking any risks and rest up before planning any more trips. We hope he is soon back in the paddock and, in the meantime, the experienced Belgian will be cheering on the Alstare Yamaha team, a squad that he heads up, as he remains in close contact with the paddock. His heart will go where he cannot. The heart of a lion. Translated by Heather Watson WorldSBK, Donington "last chance&rdquo; for Scott Redding?       

The Belgian manager has stayed at home in order to address some health issues. But his mind will be focused on the British round, in support of Alstare and Christophe Ponsson

WorldSBK, Francis Batta won’t be at Donington

Purtroppo, il comunicato stampa rilasciato dal team Alstare Yamaha parla chiaro: il manager Francis Batta non potr&agrave; recarsi a Donington Park, sede del quarto round stagionale SBK. Il professionista belga ha seguito i consigli del suo medico curante: meglio riposarsi ed effettuari ulteriori controlli, relativi all&#39;intervento gi&agrave; effettuato al cuore ed alla spalla, avvenuti nei mesi scorsi.  Francis ce la stava mettendo tutta, infatti, nelle tappe precedenti di Arag&ograve;n, Estoril e Misano era regolarmente nel box a sostenere il lavoro dei meccanici e del pilota, il francese Christophe Ponnson. Per&ograve;, mentre tornava dalla trasferta romagnola, un malore lo ha colto di sopravvento.  Per fortuna, &egrave; stato aiutato sul posto e, una volta tornato nella sua dimora, ha effettuato visite e controlli del caso. Il cardiologo personale di Batta ha consigliato assoluto riposo e la rinuncia alla presenza in Inghilterra dove, invece, la squadra &egrave; presente nel paddock.  Cuore indomito     La passione di Batta &egrave; difficila da eguagliare. Al di l&agrave; che il motosport rappresenti il suo lavoro, il lato sentimentale prevale spesso sul tutto il resto. S&igrave;, Francis ama il motociclismo e adora seguire le azioni direttamente dal posto in cui si corre. Lo ha sempre fatto e vuole continuare.  Tuttavia, nel caso di Donington Park, &egrave; meglio aspettare un attimo. Il doppio intervento di bypass aortocoronarico a cui &egrave; stato sottosto nello scorso novembre, richiede ulteriori approfondimenti. Meglio evitare rischi, pensare a guarire e programmare le prossime uscite.&nbsp;  Che, glielo auguriamo, potrebbero partire presto. Nel frattempo, il tenace ed esperto belga far&agrave; il tifo per il team Alstare Yamaha, formazione di cui &egrave; manager, per un contatto diretto casa-paddock. Dove il fisico non pu&ograve; arrivare, lo far&agrave; il suo cuore. Cuor di leone.  Razgatlioglu, niente MotoGP: Toprak in SBK ancora per (almeno) due anni con Yamaha 

Il manager belga &egrave; rimasto a casa, per controllare e risolvere i problemi di salute di cui &egrave; affetto. La sua mente sar&agrave; per&ograve; focalizzata sul round britannico, a sostegno di Alstare e Christophe Ponsson

SBK Inghilterra, Francis Batta non sar&agrave; a Donington

Nelle precedenti uscite, la Yamaha R1 di Christophe Ponsson era tutta blu. Da oggi, invece, la quattro cilindri guidata dal francese porta colori gi&agrave; visti, per un passato glorioso e pronto a tornare in auge. Si tratta della livrea Alstare, con giallo, azzurro e blu in una grafica inconfondibile.  Stessa livrea - in parte - sfoggiata da Troy Corser sulla Suzuki GSX-R 1000, appunto, messa in pista da Francis Batta negli anni mitici in cui il manager belga faceva la parte del leone biondo. Come sappiamo, per lui &egrave; imminente il ritorno nel posto che pi&ugrave; ama.  Vedremo se nei weekend di gara ufficiali la moto del numero 23 rimarr&agrave; cos&igrave;, oppure, se avr&agrave; ulteriori dettagli cromatici. Questa idea, un po&#39; vintage e contestualmente moderna, gi&agrave; ci piace. Siamo sicuri che sar&agrave; gradita da tutti gli appassionati del campionato dedicato alle derivate di serie.    Barcellona MotoGP 2003: quando Capirex dom&ograve; la belva Ducati 

La R1 di Chris sfoggia l&#39;inconfondibile livrea delle moto di Francis Batta, simile alla Suzuki di Troy Corser, vincente insieme al manager belga tornato nel paddock delle derivate

Test SBK, Aragon: riecco in pista i mitici colori Alstare!

Like a strong and regal lion, Francis Batta has observed the situation from the outside over the last years, leaving the hostilities to others. Although wounded, the experienced manager still has his proud, golden mane intact, unmistakeable in SBK, his preferred hunting ground, in which he has achieved significant success and experienced (little) disappointment. After a period of abstinence, Batta is now about to return to the paddock, with an Alstare Yamaha team that is already attracting interest.  Following a brief pit stop, the Belgian manager has taken time out to speak to us: &ldquo;Recently I had surgery on my shoulder, which had been bothering me for a while. And before that, I had heart surgery. I really risked the worst. But luckily I&rsquo;m good now, I just need to rest. I&rsquo;ve had time to reflect on my personal and professional path&rdquo;.  And what did you conclude?  &ldquo;That my passion for bikes is my lifeblood. My love of racing remained a constant even when I was far from the paddock. Stopping hasn&rsquo;t diminished my desire to return, on the contrary in fact. I have to say that I can almost taste the moment I&rsquo;ll return to the world I love most. Believe me, I can&rsquo;t wait&rdquo;.  You have exceptional drive? Where does that come from?  &ldquo;I&rsquo;ve found the right opportunity. I&rsquo;ve always been used to managed large-scale structures, so I was my own boss. I made the contracts, maintained relations with the sponsors, chose the riders, constructed the team and everything we needed to do well. Basically, I was Batta, head of Alstare. But finding myself at the beginning again, the situation is different. And that&rsquo;s why I&rsquo;ve agreed to make a contract with those who&rsquo;ve asked me&rdquo;.  Team Alstare Yamaha: Chris Ponsson the sole rider. For now   How is the Alstare Yamaha project structured? Francis explains: &quot;Jean-Christophe Ponsson has a good financial base, but son Christophe has never been able to complete a full season, facing various problems. This was because his father had to deal with all the aspects a team requires. With me, he&rsquo;s found a situation in which he need only find the necessary funding. I&rsquo;ve built a small, highly functional team. We have some real professionals, who&rsquo;ve already worked with me in the past. We&rsquo;ll have the R1 M bike, with the relative direct support from Yamaha, I have the right contacts. Engine builder Bruno Bailly, who takes care of preparing our four-cylinder race engines, was an Alstare man&rdquo;.  What goals have you set yourself?  &quot;The rider will learn everything necessary. We&rsquo;re under no illusions, reading the 2021 SBK entry list, I think that with our bike, a rider like Christophe can fight for positions between twelfth and fifteenth. That would be a good result for us. The aim is to develop the rider, thinking ahead to 2022. One step at a time, we&rsquo;ll need to improve in all areas. And then we&rsquo;ll focus on future projects. If things go well and with the right injection of budget, having two riders might be feasible&rdquo;.  Batta, the wounded but never tame lion   How does Francis view his last seasons? Things weren&rsquo;t easy: &ldquo;I&rsquo;m still licking my wounds. The 2013-2014 period was the most disastrous of my career as a manager. With Ducati there was an incompatibility of views. We approached racing in different ways. In Borgo Panigale, the SBK budget was reduced and then the company was bought by the Audi group, the internal dynamics changing. The mentality changed and my team, initially created to be supported by the manufacturer, became a factory team to all effects. But I had limited power to intervent. Our Panigale, as beautiful as the standard version was, had structural handicaps when it came to the race model. When Checa and Badovini pushed to the limit, they ended up suffering serious accidents. That was the only Bolognese twin to never win the SBK title&rdquo;.  And in 2014 with Bimota?  &ldquo;It looked good on paper. We had a competitive bike, entered in the EVO category. Badovini and Iddon were very fast but then the manufacturer was unable to build the minimum number of units destined for the market. We raced without scoring points but would have been practically leading the class if we were included in the standings. Bimota couldn&rsquo;t find the money to buy the engines that equipped the BB3s. In not doing so, the Alstare team was excluded from the championship&rdquo;.  A disaster.  &ldquo;Yes, because I lost a lot of money with Ducati and BImoto. IN losing sponsors and other related issues, we had a debt of close to two million euro. I had to close the Alstare team, selling the material to MV and with other operations, I started to clear the various debts. I was very down, I had to sell personal effects to get out of it. I even sold my home&rdquo;.  SBK needs figures like Francis   And yet 2021 marks a rebirth for Batta: &quot;I find myself starting over. Sbk has changed, there&rsquo;s a colder atmosphere compared to years gone by. In the early days, the paddock was small-scale and full of professional and personal contact. The teams would exchange, discuss and share. Today everyone has their own closed clique, in which they focus on their own things. It&rsquo;s just hotel-circuit-hotel. I miss the &lsquo;open house&rsquo; SBK. Today&rsquo;s championship reflects the outside world: strict, restricted, closed off, conforming&rdquo;.  What do you think of the riders?  &ldquo;They were strong and fast years ago just as they are now. But the way of doing things has changed. We live in a world that imposes a certain personality on people. What do I mean? Well, those who play loud music are silenced. Someone who operates outside of the box is labelled. The answers to questions always have to be the same, balanced and politically correct. And that means that personalities do not emerge. If we take F1 and MotoGP, there are a couple of personalities. In SBK not even one. The multi-titled world champion can walk down the street and no one stops him. Understand?&rdquo;  The public needs you.  &ldquo;I hope they leave me a little creative room. The SBK public is still the same, people who spend 15,000 euro on a bike and use it over the weekend. The fans of the various manufacturers want to experience the event and its stars. We know that, the evening before the race, the SBK public likes to go out and have some beers, singing and partying. There&rsquo;s no denying it, the SBK fan is accepted for who he is&rdquo;.  You are truly passionate.  &ldquo;I reason with my heart. The passion for Suzuki and the people I&rsquo;ve worked with is still strong. We were a family, professional and human. I don&rsquo;t know if it&rsquo;s possible to have such a direct project today, with the world and the system so different. Our achievements with Alstare are still so clear in my mind. Times have changed but&hellip;. We can still have fun. My passion never dies, it will also continue and 2021 marks the start of a new professional life for me&rdquo;.  Translated by Heather Watson  WorldSBK, Monza 2010: Rea crashes and... can&#39;t find his bike 

Francis is ready to return to the SBK paddock with the Alstare Yamaha project: &quot;I reason with my heart, I can&rsquo;t wait to return to the world I love most. The riders? They were strong back then as they are today&quot;

WorldSBK, Batta: &ldquo;My passion for bikes is my lifeblood&rdquo;

Come un possente e regale leone, Francis Batta ha per anni osservato la situazione dall&rsquo;esterno, lasciando agli altri le ostilit&agrave; del caso. Seppur ferito, l&rsquo;esperto manager mantiene intatta la criniera, orgogliosa e dorata, inconfondibile in SBK, la sua savana preferita, nella quale ha colto numerosi successi e rimediato (poche) delusioni. Dopo il periodo di stop dalla cacciagione, &egrave; arrivato l&rsquo;annuncio dell&rsquo;imminente ritorno nel paddock, per un team Alstare Yamaha che gi&agrave; accoglie parecchio interesse.  Il professionista belga, a seguito di un breve pit stop, ha trovato il tempo e la voglia di raccontarsi: &ldquo;Recentemente, mi hanno operato ad una spalla - svela - al fine di risolvere noie che mi portavo appresso da tempo. Ancora prima, avevo sub&igrave;to un intervento chirurgico alle coronarie del cuore. Ho rischiato davvero il peggio. Per fortuna, adesso sto bene, devo solo riposarmi. Con la salute sono a posto; mi tengo i tanti monenti in cui, fermo, ho riflettuto sul mio percorso personale e professionale&rdquo;.  Cosa ne hai tratto?  &ldquo;La passione per le moto rappresentano la mia linfa vitale. L&rsquo;amore per le gare costituiva il pensiero fisso nei momenti di lontananza dal paddock. Stare fermo non ha sopito il mio desiderio di tornare, anzi. Devo dire che, adesso, assaporo il momenrto in cui rimetter&ograve; piede nell&rsquo;ambiente che pi&ugrave; amo. Credimi, non vedo l&rsquo;ora&rdquo;.  Godi di una spinta eccezionale. Da dove nasce?  &ldquo;Ho trovato la giusta occasione. Sono sempre stato abituato a gestire grosse strutture, per le quali io ero il capo di me stesso. Facevo i contratti, tenevo i rapporti con gli sponsor, sceglievo i piloti, costruivo la squadra e tutto quanto servisse per fare bene. Insomma, ero Francis Batta, il capo della sua Alstare. Trovandomi oggi ad un punto di ripartenza, la situazione &egrave; diversa. Ecco perch&eacute; ho accettato di stipulare l&rsquo;accordo con chi che me lo ha chiesto&rdquo;.  Team Alstare Yamaha: Chris Ponsson unica punta. Per ora     &nbsp;Come &egrave; strutturato il progetto Alstare Yamaha? Lo spiega proprio Francis: &quot;Jean-Christophe Ponsson gode di una base economica buona, per&ograve;, il figlio Christophe non &egrave; mai riuscito a completare una stagione iridata, collezionando diversi problemi. Questo perch&eacute; il padre doveva occuparsi di tutti gli aspetti che un team richiede. Con la mia persona, si &egrave; trovato un sistema in cui Ponsson debba solo badare a reperire i vari finanziamenti necessari. Ho ricostruito una piccola struttura, molto bella e funzionale. Ci lavoreranno professionisti seri, gi&agrave; con me in diverse stagioni di gare. Porteremo in pista la R1 M, con relativo supporto diretto da Yamaha, ho i giusti contatti. Il motorista Bruno Bailly, che cura la preparazione dei nostri quattri cilindri da competizione, era un uomo Alstare&rdquo;.  &nbsp;Quali obiettivi ti sei prefissato?  &quot;Il pilota imparer&agrave; ogni nozione necessaria. Non ci facciamo illusioni: leggendo l&rsquo;elenco dei piloti iscritti alla SBK 2021, penso che con la nostra moto, un pilota come Christophe possa lottare per posizioni dalla dodicesima alla quindicesima. Sarebbe per noi un buon successo. L&rsquo;obiettivo &egrave; far crescere professionalmente il ragazzo, pensando al 2022. Un passo alla volta, dovremo migliorare in tutti gli aspetti. Poi, ci dedicheremo ai progetti futuri. Se le cose andranno bene e con l&rsquo;innesto del giusto budget, l&rsquo;ipotesi di doppio pilota sar&agrave; concretizzabile&rdquo;.  &nbsp;Batta, leone ferito, tuttavia mai domo     Come ricorda Francis le ultime stagioni iridate? Le cose non andarono benissimo: &quot;Ancora me ne lecco le ferite. Il biennio 2013-2014 rimane il pi&ugrave; devastante della mia carriera di manager. Con Ducati ci fu una incompatibilit&agrave; di vedute. Il nostro modo di intendere le corse era differente. Da Borgo Panigale, il budget riservato alla SBK era ridotto, inoltre, l&rsquo;azienda fu acquisita dal gruppo Audi, con relative dinamiche interne in fase di mutamento. La mentalit&agrave; cambi&ograve;: il mio team, inizialmente nato per essere assistito dalla Casa, divenne squadra ufficiale a tutti gli effetti. Per&ograve;, gli spazi di intervento miei furono limitati: per esempio, la nostra Panigale, bellissima nella versione di serie, pativa di handicap strutturali nel modello da corsa. Quando Checa e Badovini spingevano al limite, incappavano in rovinose cadute. Quella risulta ad oggi l&rsquo;unica bicilindrica bolognese a non aver mai vinto il titolo SBK&rdquo;.  E nel 2014 con Bimota?  &nbsp;&ldquo;C&rsquo;erano ottime premesse. La nostra era un moto competitiva, inserita nella sottocategoria EVO. Andavamo forte, Badovini e Iddon erano velocissimi. Tuttavia, accadde un fatto: la Casa non aveva la capacit&agrave; di realizzare il numero minimo di modelli destinati al mercato. Noi correvamo senza prendere punti ma, in una ipotetica classifica, avremmo figurato quali leader di classe. Bimota non riusc&igrave; a trovare i soldi per comprare i motori che equipaggiavano le BB3. Non realizzando il tutto, il team Alstare venne estromesso dal campionato&rdquo;.  Un bel disastro.  &ldquo;S&igrave;, perch&eacute; tra Ducati e Bimota ho perso un mucchio di denaro. Per motivi di sponsor saltati ed altri problemi accessori, si era accumulato un debito che sfiorava i due milioni di euro. Dovetti chiudere il team Alstare, vendendo il materiale ad MV e con altre operazioni, ho cominciato a sanare i vari ammanchi di denaro. Sono stato molto male, ho rinunciato ad effetti personali, pur di venirne fuori. Ho pure venduto la casa&rdquo;.  La SBK ha bisogno di personaggi come Francis     Perci&ograve;, il 2021 ha per te Batta molteplici signifcati di rinascita: &quot;Mi trovo in una fase di ripartenza, vissuta dolcemente e con il senno di operare con prudenza. La SBK &egrave; cambiata, l&rsquo;ambiente &egrave; pi&ugrave; algido di quanto non lo fosse nel passato. Nei primi tempi della serie, il paddock era a dimensione umana, si viveva di contatti professionali e personali. Tra i team si vedevano scambi, discussioni e condivisioni. Oggi ognuno ha la sua parrocchia, chiusa, nella quale rimanere concentrato sulle proprie cose. Adesso si fa albergo-circuito-albergo. La SBK &lsquo;tutto aperto&rsquo; mi manca. Quella di oggi rispecchia il mondo esterno: rigoroso, ristretto, chiuso, conformato&rdquo;.  Dei piloti, che ne pensi?  &ldquo;Erano forti e veloci anni fa, lo sono tuttora. Semmai, &egrave; cambiato il modo di fare. Viviamo in un mondo che impone all&rsquo;individuo lo stesso peso di personalit&agrave;, Mi spiego meglio: chi divulga musica ad alto volume, viene zittito. Colui che prova ad uscire dagli schemi, si ritrova etichettato. Le risposte da fornire alle domande devono essere sempre le stesse, uguali e politicamente corrette. In uno scenario del genere, le personalit&agrave; non emergono. Se prendiamo Formula 1 e MotoGP, troviamo un paio di spiccate personalit&agrave;. In SBK nemmeno una. Il pluricampione del Mondo passeggia per strada e nessuno lo ferma. Capisci?&rdquo;  &nbsp;Il pubblico ha bisogno di te.  &ldquo;Spero che mi lascino un po&rsquo; di spazio creativo. Il pubblico della SBK &egrave; rimasto lo stesso di sempre: cio&egrave;, &egrave; quello che spende 15000 euro di motocicletta e la usa nel weekend. I tifosi dei diversi Marchi presenti nel campionato hanno voglia di vivere l&rsquo;evento ed i protagonisti che lo compongono. Sappiamo bene che, la sera prima della gara, al pubblico delle derivate piaccia andare fuori a bere qualche birra, cantando e facendo festa. &Egrave; inutile negarlo. L&rsquo;appassionato della SBK va accettato per come &egrave;&rdquo;.  &nbsp;Sei veramente appassionato.  &ldquo;Io ragiono col cuore. Dentro di me pulsa ancora la passione per Suzuki e le persone con cui ho lavorato. La nostra era una famiglia, professionale ed umana. Non so se oggi si potrebbe realizzare un progetto cos&igrave; diretto, tra Mondo mutato e sistema cambiato. Le soddisfazioni avute con Alstare le ho ancora davanti agli occhi. I tempi sono diversi, ma... ci si pu&ograve; divertire ancora. La passione non muore mai, sempre viva sar&agrave; e questo 2021 rappresenta l&rsquo;anno della nuova vita professionale&rdquo;.  L&#39;importanza di Rea per la SBK&nbsp; &egrave; la stessa che ha Marquez in MotoGP 

Francis &egrave; pronto a tornare nel paddock delle derivate di serie con il progetto Alstare Yamaha: &quot;Io ragiono col cuore, non vedo l&#39;ora di rientrare nell&#39;ambiente che pi&ugrave; amo. I piloti? Erano forti nel passato come lo sono oggi&quot;

SBK, Batta: &ldquo;La passione per le moto &egrave; la mia linfa vitale&rdquo;

Questa &egrave; un&#39;altra bella novit&agrave; per la SBK 2021. Tramite un annuncio a sorpresa (mica tanto, conoscendo gli autori del comunicato) apprendiamo che Francis Batta torner&agrave; nel paddock delle derivate, legando la sua struttura al Gil Motosport, con cui Christophe Ponsson ha effettuato i test di Misano.  Per una Yamaha R1 M affidata al francese, l&#39;origine belga della struttura - gloriosa - Alstare e un connubio di intenti importanti. Francis Batta rappresenta Alstare Arada e Jean-Cristophe Ponsson (pap&agrave; di Chris) Gil Motosport. L&#39;esperto far&agrave; il General Manager, mentre Ponsson sar&agrave; responsabile della finanza e del marketing.  La squadra ha avr&agrave; a disposizione due Yamaha R1 in versione 2021 ed un tecnico Yamaha nel box. Questo significa che il rapporto tra Alstare, Gil Motosport, Batta, Ponsson e la filiale europea &egrave; diretto. Infatti, oggi Andrea Dosoli si &egrave; recato pi&ugrave; volte nel garage del numero 23.  Aprilia ha brillato nel test MotoGP di Losail, ma lo far&agrave; anche in gara? 

La struttura belga Alstare ed il team Gil Motosport uniscono le forze, schierando la Yamaha R1 affidata al francese Christophe Ponsson

7 risultati per 'Francis Batta'

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SBK, il ritorno (a sorpresa) di Francis Batta