        Giovanni Gritti &egrave; tornato dalla sua prima esperienza alla Dakar 2022. Il pilota bergamasco, cresciuto a pane e moto da enduro e cross, &egrave; stato il primo tra gli italiani a tagliare il traguardo aggiudicandosi un 45esimo piazzamento. In realt&agrave;, come ci ha raccontato in un'intervista esclusiva, questa esperienza non lo ha stupito in positivo come avrebbe voluto. Ecco cosa ci ha detto tornato dalla Dakar. Un bilancio che delude  &ldquo;Quale &egrave; il mio bilancio di questa Dakar? Posso dire che &egrave; una bellissima gara, organizzata in modo impeccabile, per&ograve; resta solo una gara&rdquo;,&nbsp;&egrave; questo il commento di Gritti che, partito con l'idea di realizzare un sogno che da tanto custodiva nel cassetto, non &egrave; riuscito a provare quelle sensazioni forti che si immaginava. &ldquo;Non posso dire neppure di essere soddisfatto al 100% del risultato - ha aggiunto - speravo di fare qualcosa di meglio ma visto che era la prima volta che partecipavo forse non potevo aspettarmi di pi&ugrave;. Mi hanno detto che il livello quest'anno era molto pi&ugrave; alto rispetto agli anni passati. I primi giorni ho provato a spingere al massimo, ma poi mi sono detto che l'importante era arrivare in fondo senza rompere la moto. Non valeva la pena rischiare per guadagnare solo poche posizioni in pi&ugrave;&rdquo;. Gritti: &ldquo;Il lato umano non esisteva&rdquo;  In un'intervista a Motosprint, mentre ancora si trovava a dover finire la gara, aveva detto che una cosa che non gli stava piacendo della Dakar era il fatto che per gran parte dei piloti fosse una gara fine a se stessa dove si sentiva la mancanza del fattore umano: &ldquo;In passato avevo fatto anche l'Africa Eco Race e avevo notato che era pi&ugrave; una gara 'da viaggio'&nbsp;- ha spiegato -, certo, c'era il fattore gara ma anche il viaggio in s&eacute; e per s&eacute;. Alla Dakar questo aspetto &egrave; mancato. Erano tutti con il coltello tra i denti. Insieme a questo, per quello che ho potuto vedere io dalle posizioni in cui mi trovavo, ho riscontrato l'assenza di fair play tra i piloti. Se vedevano un pilota a terra non si fermavano, io invece mi sono fermato in un paio di occasioni. Un pilota che cade, anche se magari lo vedi in piedi, pu&ograve; aver battuto la testa e non rendersi conto neppure di dove si trova. Perdere 30 secondi su 5 ore di speciale per fermarsi a sentire un collega come sta non mi sembra la fine del mondo. Non parlo dei piloti che si trovano in testa, ma vedere questo comportamento da piloti che lottano per la 40&deg; posizione mi ha fatto veramente male&rdquo;.  Visto lo scontento, la domanda nasce spontanea: nel 2023 la riferesti? &ldquo;No, assolutamente, non la rifarei. Sceglierei di partecipare all'Africa Eco Race. La Dakar &egrave; una gara che merita di essere fatta, non dico il contrario, ma a me non ha lasciato niente a livello umano. E' come una gara di MotoGP o Formula 1, ma io ho 42 anni e se una gara non mi lascia niente non mi interessa andare a farla&rdquo;. Gritti: &ldquo;Sapevo che Petrucci sarebbe andato forte&rdquo;  Nonostante non sia stata l'esperienza che si immaginava, Giovanni conserva comunque nei suoi ricordi alcuni momenti belli di questa avventura: &ldquo;Sono quelli in compagnia, quando eravamo al bivacco tutti insieme, con tutti gli italiani. A questi aggiungerei anche le partenze all'alba, sono state levatacce ma &egrave; sempre bello partire presto e vedere il sole che sorge mentre sei da solo a guidare una moto&rdquo;. Infine su Petrucci. Per Danilo era la prima esperienza significativa nell'off road ed &egrave; andata ben oltre quello che tutti si sarebbero mai immaginati: &ldquo;Avevo corso con lui in Sardegna una gara del motorally - ha concluso - e sapevo che sarebbe andato forte. Mi aveva stupito per l'occhio sulla velocit&agrave;, per come gli riuscisse facile andare in moto, era veloce nonostante non conoscesse neppure la navigazione. Sicuramente non immaginavo sarebbe andato cos&igrave; forte alla Dakar, ma nei primi 20 lo vedevo benissimo, sia lui che Lucci. Infatti facevo il tifo per loro&rdquo;. Petrucci sulla Dakar: "Adesso sono unico, posso andare in pensione"       

Il pilota bergamasco &egrave; risultato il primo tra gli italiani a tagliare il traguardo, ma nonostante questo non &egrave; rimasto soddisfatto di come sia andata la gara. In questa intervista esclusiva, ci ha confessato il perch&egrave;

Gritti deluso dalla Dakar: “Il lato umano è mancato, non c'era fair play”

Dopo una giornata resa molto difficile da un percorso pieno di insidie, Giovanni si racconta al microfono di Federico Tondelli, spiegando perché non tornerebbe alla Dakar. Guarda il video per scoprire di più!

Gritti: “Sono tutti assatanati alla Dakar, non c’è più lo spirito di una volta”

Gli organizzatori assicurano: la nona tappa dell&#39;Africa Eco Race, quella in programma per la giornata di oggi, sar&agrave; la pi&ugrave; speciale e bella, a partire dal panorama che incontreranno i piloti, per arrivare alla particolarit&agrave; del percorso fatto a cerchio, che partir&agrave; e torner&agrave; a Tidjikdja per un totale di 469 chilometri.  Ma chiss&agrave; se i piloti, che una volta arrivati al bivacco avranno anche una sorpresa, dopo un&#39;altra estenuante tappa saranno della stessa opinione.  La giornata di ieri  Intanto, c&#39;&egrave; da dire, che nonostante un percorso non troppo facile, la tappa di ieri &egrave; stata molto positiva per i piloti nostrani, a partire da Giovanni Gritti che &egrave; riuscito a tagliare il traguardo in seconda posizione. In quarta posizione, invece, &egrave; arrivato l&#39;attuale leader della classifica generale Alessandro Botturi, che per&ograve;, da qui alla fine della gara prevista per il 19 gennaio, dovr&agrave; fare di pi&ugrave; se vorr&agrave; vincere, in quanto ha portato il suo vantaggio sul norvegese Ullevalseter a soli 2 minuti e 5 secondi.  La quinta posizione di ieri, &egrave; invece andata a Paolo Lucci, undicesimo Gabriele Minelli, che ha chiuso la tappa davanti a Blasco La Cavera, Lorenzo Maestrami e Davide Cominardi.  La tappa in programma oggi  Oggi, quindi, una nuova giornata ha inizio in Mauritania, con l&#39;unico percorso fatto a cerchio in programma in questa dodicesima edizione di Africa Eco Race. Questo significa, che la strada che i piloti percorreranno finir&agrave; nello stesso punto in cui &egrave; inziata, ovvero a Tidjikdja. Il percorso sar&agrave; qualcosa di speciale, mai fatto prima e con un panorama unico. A fine giornata, una volta tornati al bivacco, i partecipanti riceveranno anche una sorpresa. Ma che tipo di terreno incontreranno durante la tappa?  Dopo una prima parte fatta per met&agrave; di sabbia e per met&agrave; di ciottoli, la strada diventer&agrave; interamente sabbiosa con un corridoio dove si alterneranno dune a spazi aperti molto suggestivi. Questa nona tappa, presenter&agrave; per&ograve; anche delle insidie: il passaggio attraverso le dune, infatti, non sar&agrave; facile in quanto a fianco di queste ci saranno anche le rocce che potrebbero causare problemi in caso di incidente. Gli ultimi 35 chilometri, invece, saranno gli stessi dell&#39;inizio in quanto il percorso si ricongiunger&agrave; per tornare al punto di partenza. 

Un percorso mai fatto prima tra sabbia, dune ma anche rocce che potrebbe causare qualche problema ai partecipanti

Africa Eco Race: nona tappa suggestiva ma ricca di insidie

Una tappa di 450,83 km, di cui 429,91 di speciale, da Aidzidine a Tidjikja: ecco cosa aspettava oggi i protagonisti di Africa Eco Race. L&rsquo;estenuante competizione, che si concluder&agrave; domenica 19, sta entrando sempre pi&ugrave; nel vivo, e per quanto riguarda le due ruote la lotta al momento &egrave; ristretta fra il campione in carica Alessandro Botturi e lo sfidante, Pal Anders Ullevalseter, che anche lo scorso anno si era rivelato l&rsquo;unico in grado di dargli del filo da torcere.  Oggi, dopo una navigazione molto difficile per via dell&rsquo;assenza di tracce su parte del percorso, totalmente inedito, il primo al traguardo &egrave; stato il britannico Lyndon Poskitt su KTM, che ha concluso il percorso dopo ben 8&rsquo;07&rsquo;&rsquo;56. Ottima seconda posizione, a soli 2&rsquo;15&rsquo;&rsquo;, per Giovanni Gritti su Honda, che conquista il suo miglior piazzamento.  La sfida continua  Con un distacco di 10&rsquo;05&rsquo;&rsquo; &egrave; transitato al controllo orario di fine giornata il norvegese Pal Anders Ullevalseter, che con la sua KTM ha preceduto di 2&rsquo;01&rsquo;&rsquo; la Yamaha di Alessandro Botturi. Con questa quarta posizione, e considerando il distacco ridotto, il bresciano rimane al comando della gara. Ma vede assottigliarsi il suo vantaggio a 2&rsquo;05&rsquo;&rsquo;. Un risultato che rende la gara sempre pi&ugrave; serrata e incerta. Anche perch&eacute; nel frattempo si sta avvicinando Lyndon Poskitt, che oggi ha guadagnato dieci minuti ed &egrave; balzato in terza posizione assoluta, a 30&rsquo;&rsquo;08&rsquo;&rsquo; di distacco.  Quinto di giornata Paolo Lucci, che per&ograve; perde la terza posizione in classifica, scalzato da Poskitt, e scende in quarta piazza, con un distacco di 42&rsquo;44&rsquo;&rsquo; da Botturi.  Undicesimo al traguardo Gabriele Minelli, che precede Blasco La Cavera, Lorenzo Maestrami e Davide Cominardi. Minelli, La Cavera, Maestrami e Cominardi occupano dall&rsquo;undicesima alla quattordicesima posizione in classifica generale.  Diciassettesimo di giornata Franco Picco, quarto della classe 450, ma fortemente penalizzato in classifica di gara per via della rottura del motore venerd&igrave; scorso.  Al momento in cui scriviamo sono arrivati al traguardo di giornata soltanto 22 concorrenti. Tra i piloti ancora in gara, Nicola Dutto. 

Sul podio di giornata anche Ullevalseter. Alessandro Botturi perde 2 minuti ma conserva il comando della gara. Quinto Paolo Lucci &nbsp;

4 risultati per 'Giovanni Gritti'

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