        Ci siamo! Seppur manchino ancora 74 giorni a Gara 1 di Aragon, la Superbike &egrave; pronta a scendere in pista per la prima volta nel nuovo anno, nella due giorni di test prevista a partire da domani sul tracciato di Jerez. Un circuito che purtroppo non figura nel calendario della stagione alle porte, ma comunque utile a team e piloti per acquisire informazioni e fare confronti. Lecuona prepara il ritorno  Organizzatore del test &egrave; il team KRT, che dunque sar&agrave; presente con Jonathan Rea ed Alex Lowes. Il sei volte campione del mondo ci ha raccontato in esclusiva di voler innanzitutto macinare chilometri in quel di Jerez, per ritrovare le giuste sensazioni ed analizzare le novit&agrave; realizzate da Kawasaki, sempre di cerca di una soluzione per colmare quel piccolo gap in termini di velocit&agrave; pura che paga nei confronti di Ducati e (in parte) Yamaha.&nbsp;Lowes dal canto suo avr&agrave; una nuova occasione per saggiare la sua situazione fisica, dopo aver terminato anzitempo la sua stagione 2021 a causa di un problema alla spalla destra. Desideroso di ricevere risposte dal proprio corpo &egrave; anche Iker Lecuona, che sar&agrave; in Andalusia insieme al compagno Xavi Vierge: l&rsquo;ex pilota KTM ha iniziato la sua avventura in SBK con un primo test a dicembre (sempre a Jerez), incappando in una caduta e nelle conseguente frattura del mignolo della mano sinistra.&nbsp;Per Iker dunque quella di domani sar&agrave; la giornata del ritorno in pista, in cui parallelamente proseguire il suo lavoro di adattamento alla CBR, al pari dell&rsquo;ex Moto2 Vierge. Il plotone SBK sar&agrave; completato da Lucas Mahias, che torner&agrave; in sella alla Kawasaki del team Puccetti. Montella e Sofuoglu guidano il plotone SSP  Quest&rsquo;ultimo schierer&agrave; anche la sua line up Supersport, formata da Can Oncu e Yari Montella, con il campano alle prese con la conoscenza della Ninja ZX-6R. Discorso analogo per Ben Currie e Jeffrey Buis, portacolori del team Motozoo e per Kenan Sofuoglu.&nbsp;Avete letto bene, il penta campione di categoria sar&agrave; in pista a Jerez in sella alla MV Agusta F3 del team MV Agusta Reparto Corse clienti, in sostituzione del nipote Bahattin, fermato dal Covid. Confermata invece la presenza dell&rsquo;altro pilota titolare Niki Tuuli. &nbsp;A completare il gruppo di piloti in pista saranno infine Stefan Bradl, che proseguir&agrave; il lavoro di sviluppo della RCV213V ed Ana Carrasco, in sella alla Kawasaki 400 del team Provec. I piloti che scenderanno in pista   SBK, le Yamaha saranno almeno 5: Ponsson resta nel Gil Motorsport       

Il turco salir&agrave; in sella alla F3 del team MV Agusta Reparto Corse, in sostituzione del nipote Bahattin positivo al Covid. Presenti anche KRT, Honda (con il rientro di Lecuona), Puccetti e... Bradl

SBK: a Jerez si apre il 2022. Kenan Sofuoglu torna in pista!

        Il 2022 si prospetta come l'anno di una vera e propria rivoluzione per il team ufficiale Honda HRC nel mondiale Superbike, visto che in sella alle CBR1000RR-R ci saranno due rookie provenienti dal paddock del Motomondiale come Iker Lecuona e Xavi Vierge. Quest'ultimo, in arrivo dalla Moto2, &egrave; ben consapevole dell'importante sfida che lo attende.&nbsp;&nbsp; Vierge: &ldquo;La prima presa di contatto con la CBR &egrave; stata impressionante&rdquo;  &ldquo;La prima presa di contatto con la Superbike, avvenuta lo scorso mese di dicembre a Jerez, &egrave; stata impressionante&rdquo;, ha detto il 24enne di Barcellona. &ldquo;Per me &egrave; stata la prima volta in un box ufficiale ed &egrave; tutto un altro mondo, vista la quantit&agrave; di persone che lavorano nel team per darmi il massimo supporto possibile. Il primo approccio, tutto sommato &egrave; stato positivo anche se ovviamente dovr&ograve; prendere le misure con la moto e con la squadra&rdquo;. &ldquo;Arrivando dalla Moto2 e avendo guidato poche volte una supersportiva di grossa cilindrata, ci&ograve; che pi&ugrave; mi ha impressionato della Honda e, in generale, della Superbike, &egrave; stata l'elettronica. Ero abituato ad aiuti elettronici decisamente marginali e, anzi, io ne usavo davvero poca per il mio stile di guida, ma qui &egrave; fondamentale viste le potenze in gioco&rdquo;, prosegue Xavi.  &ldquo;Ci saranno tanti piloti competitivi quest'anno&rdquo;  Vierge &egrave; consapevole della grande sfida che lo attende, vista la grande competitivit&agrave; degli avversari: &ldquo;Quest'anno il livello della Superbike sar&agrave; altissimo, specialmente perch&eacute; saranno tanti i piloti in grado di lottare per le posizioni di vertice. Da Rea, Toprak e Locatelli, che secondo me sar&agrave; un pretendente al titolo, fino alle Ducati di Rinaldi e Bautista. Noi, comunque, ce la metteremo tutta per sviluppare la moto nei primi round e cercare di arrivare il pi&ugrave; in alto possibile, a fine anno&rdquo;. SBK: una Kawasaki Ninja rinvigorita baster&agrave; a Rea? &ldquo;Non sono andato in MotoGP, ma forse &egrave; meglio cos&igrave;&rdquo;  Xavi ha poi ammesso che, all'inizio della scorsa stagione, sembrava avesse la possibilit&agrave; di arrivare addirittura in MotoGP: &ldquo;Dopo le prime gare del 2021, pensavo di poter passare in MotoGP quest'anno come pilota del team Petronas, ma qualche complicazione di troppo nella squadra, a livello di sponsor, mi ha poi costretto a guardarmi intorno e perci&ograve; alla fine su quella moto ci sar&agrave; Darryn Binder. Credo che questa grande opportunit&agrave; in HRC sia comunque uno step importante per la mia carriera, visto che potr&ograve; essere protagonista in uno dei campionati pi&ugrave; importanti al mondo. Meglio lottare qui, piuttosto che far numero altrove&rdquo;. SSP, l'armata Ducati pronta ad allargarsi: il team D34G prepara lo sbarco       

Il giovane spagnolo affiancher&agrave; Lecuona nel team Factory Honda in quello che sar&agrave; il suo anno d'esordio tra le derivate di serie: &ldquo;La potenza rispetto alla Moto2 &egrave; incredibile, dovr&ograve; lavorare molto durante l'anno&rdquo;

Xavi Vierge: “Meglio lottare in SBK, che far numero altrove”

        Nella giornata in cui Honda ha presentato il suo 2022 non poteva mancare il team ufficiale Superbike, che cerca rivalsa con i suoi due nuovi portacolori Xavi Vierge e Iker Lecuona. L&rsquo;ex pilota KTM &egrave; senza dubbio un pilota dal potenziale interessante, nonostante il difficile inizio, che va dunque monitorato con grande attenzione.&nbsp;&ldquo;Sin da subito ho capito che le Superbike sono molto diverse dalle MotoGP - racconta Iker - e dunque devo adattarmi a tanti cambiamenti. Ad esempio le gomme sono diverse: le Pirelli tendono a perdere aderenza rapidamente, ed a scivolare di conseguenza anche in rettilineo. Nel prossimo test quindi il primo obiettivo sar&agrave; quello di mettere insieme il maggior numero di giri possibile&rdquo;&nbsp;Il parallelo tra MotoGP e SBK prosegue, dato che si tratta di un salto compiuto da molti&nbsp;ma realmente sfruttato da pochi.&nbsp;&ldquo;Sono uno dei piloti pi&ugrave; giovani della griglia, quindi il primo obiettivo &egrave; imparare tutti i segreti della categoria nel minor tempo possibile. In MotoGP sfrutti tanto l&rsquo;elettronica ad esempio, mentre in Superbike &egrave; molto diverso: posso contare comunque su un buon potenziale, e sulla conoscenza di diversi tracciati&rdquo;. Lecuona: &ldquo;Sto scoprendo cosa significhi essere un pilota ufficiale&rdquo;  Tralasciando il passato, Lecuona pu&ograve; guardare al futuro con i gradi della possibile sorpresa, pur sapendo il reale potenziale della Honda. &ldquo;Al momento la moto non &egrave; tra quelle che possono vincere il titolo, ma sia io che Xavi (Vierge ndr) possiamo aiutarla a crescere. Per prima cosa dobbiamo adattarci alle sue necessit&agrave;, poi personalmente dovr&ograve; focalizzarmi sul migliorare e dare il massimo. Certamente mi attende una stagione impegnativa, dove non mancheranno le gare, dato che in Superbike se ne disputano tre a weekend&rdquo;. Lo spagnolo potr&ograve; per la prima volta contare su un team ufficiale, il che ovviamente genera pro e contro. &ldquo;In Honda sto realmente scoprendo cosa significhi essere un pilota ufficiale. In KTM avevo solo il supporto del team ufficiale, mentre ora &egrave; bello avere cos&igrave; tante persone che mi ascoltano quando scendo dalla moto ed entro nel box. E&rsquo; un qualcosa di particolare, che non ho mai provato prima&rdquo;. L&rsquo;ultima battuta Iker la riserva al gi&agrave; citato prossimo test, previsto per fine gennaio, quando torner&agrave; in pista dopo la frattura del mignolo patita in dicembre.  &ldquo;Giorno dopo giorno mi sento meglio, e tra una settimana conto di tornare in sella per riprendere gli allenamenti in moto. Durante queste feste ho cercato di mantenermi in forma il pi&ugrave; possibile, per riuscire ad arrivare pronto ai test ed ai prossimi impegni&rdquo;.&nbsp;SSP, l'armata Ducati pronta ad allargarsi: il team D34G prepara lo sbarco       

"Le differenze tra le Superbike e le MotoGP non mancano, quindi devo rivedere tante cose. Essere in un team ufficiale &egrave; un qualcosa di nuovo, ma mi piace. Il dito? Tra una settimana torno in sella"

SBK, Lecuona: “La Honda non è pronta a vincere, ma possiamo crescere insieme”

        La stagione 2022 del campionato Superbike non &egrave; certamente a corto di motivi di interesse, ed uno di questi &egrave; senza dubbio il potenziale di Honda. La casa alata infatti proviene da due stagioni ben al di sotto delle aspettative, specie se si pensa all&rsquo;impatto fragoroso che sulla carta avrebbe dovuto avere la nuova CBR sulla SBK, ed urge un deciso cambio di tendenza.&nbsp;I problemi cronici della nuova nata della casa giapponese sembrano difficili da risolvere in pochi mesi, ed evidenti se si controlla il dato relativo alle cadute della scorsa stagione, ma perlomeno un barlume di speranza pu&ograve; arrivare dal cambio avvenuto sotto la voce piloti. Dopo due anni della coppia Alvaro Bautista - Leon Haslam infatti Honda ha deciso di cambiare, abbassando notevolmente l&rsquo;et&agrave; media ingaggiando Iker Lecuona e Xavi Vierge. Reale aria fresca o illusione passeggera?   Un&rsquo;inversione di tendenza che certamente genera curiosit&agrave;, perch&eacute; assolutamente tutta da scoprire. Quel che &egrave; certo &egrave; che entrambi gli spagnoli arrivano nel paddock delle derivate di serie non nel momento migliore delle loro carriere: Iker proviene da due anni in MotoGP certamente difficili in sella alla KTM del team Tech3, con il titolo di re dei cascatori 2021 (26 le cadute nell&rsquo;arco dell&rsquo;anno) certamente poco ambito, mentre Xavi da sei anni di Moto2 dove le difficolt&agrave; non sono certamente mancate.&nbsp;Questo dunque, da un lato, pu&ograve; essere un punto da cui Honda pu&ograve; ripartire: sfruttare la voglia di rivincita e la conseguente intenzione di chiudere il gas il meno possibile dei due iberici per scalare posizioni. Poi per&ograve; vi &egrave; la realt&agrave;, che in parte ha gi&agrave; presentato il conto. Il nuovo duo alato &egrave; sceso in pista per la prima volta nei test di Jerez, e se Vierge non ha tutto sommato sfigurato, arrivando nel terzo ed ultimo giorno a soli quattro decimi dalla seconda piazza, Lecuona non pu&ograve; dire lo stesso.&nbsp;Il classe &rsquo;00 infatti &egrave; scivolato rovinosamente alla curva 12 nel corso del day 2, riportando la frattura del mignolo della mano sinistra. Un infortunio non particolarmente grave sotto il profilo fisico, tanto che nei prossimi test di fine gennaio Iker sar&agrave; in pista quanto mentale, dato che ogni pilota potr&agrave; confermare come un primo approccio amaro con una nuova moto possa rivelarsi difficile da superare.&nbsp;Cosa aspettarsi dunque? Difficile fare previsioni a quasi tre mesi dallo start ufficiale della stagione, ma certamente il trio Honda, Vierge e Lecuona non va sottovalutato: la voglia di riscatto c&rsquo;&egrave;, ma intorno occorre costruire un progetto solido, per non rischiare che tutto torni ad essere subito un&rsquo;illusione passeggera. SSP: Lorenzo Baldassarri pronto per l'assalto al titolo con Evan Bros       

Dopo due stagioni ben al di sotto delle aspettative i due spagnoli sono chiamati a brillare, per restituire smalto sia alle proprie carriere che alla casa alata, il cui progetto stenta a decollare

SBK, Honda all'anno zero: Lecuona e Vierge riusciranno ad invertire il trend?

        Il team HRC ha rivoluzionato la squadra, salutando gli esperti Alvaro Bautista e Leon Haslam, accogliendo i giovani Iker Lecuona e Xavi Vierge. La formazione ufficiale dell'ala dorata vuole ripartire nel migliore dei modi, rinfrescando il parco piloti e mettendo mano alla propria tecnologia. La rinnovata CBR RR-R &egrave; pronta allo sbarco in SBK, Mondiale che mette in pista motociclette derivate dalla produzione di serie, debitamente preparate. Dopo aver accumulato dati, ascoltato richieste, raccolto poco con lo spagnolo e l'inglese, la Casa di Tokio - previo la struttura catalana di Alberto Puig - ha deciso che &egrave; arrivata l'ora di reagire. Lecuona e Vierge, duo ambizioso: ma Iker ha aperta la porta MotoGP   Iker ha 21 anni, Xavi 23. Sicch&eacute; sono entrambi giovani, considerando il panorama generale delle derivate di serie. La scelta di HRC &egrave; sensata: parliamo di piloti che, per un motivo o per l'altro, vogliono riscattare delusioni patite o esperienze poco fruttuose. Inolte, cosa che non guasta, parlano spagnolo, meglio se catalano, come piace ad Alberto Puig, proprietario della Factory locata nei pressi di Barcellona. Al manager Leon Camier, invece, sarebbe ideale la lingua inglese, sebbene lui viva da tempo ad Andorra. Ma a parte idiomi e culture, l'idea comune e &egrave; di vincere. Comprensibilmente e facendo i conti con gli "osti", cio&egrave; Toprak Razgatlioglu e Yamaha in primis, Johnny Rea con Kawasaki appena dopo. Lecuona, ex MotoGP, sembra il nome giusto, ma si vocifer&agrave; che, qualora non tornasse Marc Marquez, il fratello Alex ne prenderebbe il posto, liberando la RC213 V marchiata LCR. Sembrano ragionamenti astrusi, non lo sono: Lecuona avrebbe di fronte una sirena pi&ugrave; che invitante. Tito Rabat, a lui s&igrave; che piace girare tutto il giorno   Siccome la sfida in SBK si sta facendo sempre pi&ugrave; seria (e costosa) HRC ha pensato di allestire un test team, da sfruttare per provare parti nuove di sviluppo, poi da - eventualmente - girare ai piloti ufficiali impegnati nei weekend di gara. Questa soluzione, per certi versi, &egrave; gi&agrave; adottata da Yamaha, che ha in Niccol&ograve; Canepa un veloce, bravo e fido collaudatore. L'idea piace pure a Honda, che cerca una figura simile. Senza inutili paragoni di sorta su Curriculum e capacit&agrave;, ci viene in mente Tito Rabat, che di moto ne ha guidate un tot. Dalla 125 Grand Prix alla Moto2 - con tanto di titolo - dalla MotoGP alla Superbike. Peraltro &egrave; spagnolo - catalano, per la precisione - e non disdegna affatto girare pi&ugrave; che mai. Leggende da paddock descrivono il trentaduenne di Barcellona capace di saltare in sella all'alba e scenderne al tramonto, con pausa giusto per fare benzina e pip&igrave;. Al momento, lui appare come la persona giusta di quel ruolo importante e ambito. Regola dei 10 giorni di test aggirata   Anche se sarebbe pi&ugrave; opportuno dire "evitata", perch&eacute; grazie a test team e figura assegnata a tale mansione, i piloti ufficiali potrebbero fruire delle rispettive 10 giornate di prove, spezzabili in eventuali "slot", costituiti da un totale di quattro ore a uscita, cumulabili in caso di maltempo o altri problemi. Il test team se ne infischierebbe di calcoli, meteo e altri limiti, poich&eacute; "libero" di fare come crede. Risorse economiche e tecniche permettendo. Perci&ograve;, nel caso in cui Lecuona e Vierge si ritrovassero a met&agrave; stagione 2022 con zero giorni disponibili, ci penserebbe il collaudatore a macinare chilometri e sviluppare pezzi nuovi. Non ci stupiremmo se Kawasaki, ad esempio, mettesse in campo un proprio test team. Volete dire che ad Akashi, previo la filiale europea e la squadra Provec KRT, non ne abbiano parlato? Secondo noi s&igrave;, e gi&agrave; cercano i tasselli per completare il puzzle.&nbsp;       

Nelle prove di Jerez fissate a met&agrave; dicembre, HRC metter&agrave; in pista tre Fireblade ufficiali. Ancora sconosciuto il nome del collaudatore, Tito Rabat figura ideale e libera da impegni futuri

SBK, Honda prepara il test team: aggirata la regola dei 10 giorni di prove

        Alvaro Bautista non perde tempo: ora che la stagione 2021 della Superbike &egrave; ufficialmente conclusa, lo spagnolo &egrave; pronto a voltare pagina e togliersi di dosso i panni del pilota Honda, per tornare a vestirsi di Rosso Ducati. "Avr&ograve; un test la prossima settimana. Girer&ograve; con la mia nuova squadra. Ho il volo questa notte. Avr&ograve; un sacco di jet-leg quando arriver&ograve;" racconta Alvaro a fine giornata, prima di tracciare il bilancio di questo Round a Mandalika. "Oggi &egrave; stata ancora una giornata difficile, dopo la cancellazione di ieri di Gara 1, per ragioni di sicurezza. Oggi, gi&agrave; nel Warm Up, e poi in Gara 1, mi sentivo un po' peggio rispetto a ieri. In Gara 1, sembrava di essere nelle Libere 1. Ho faticato un po', perch&eacute; c'era meno grip e in pi&ugrave;, con alcune curve ancora bagnate, le condizioni erano davvero critiche. Ho solo cercato di gestire e fare del mio meglio, ma sempre cercando di arrivare alla fine della gara. Abbiamo recuperato qualche posizione, ma il feeling non era un granch&eacute;". SBK Indonesia: Gara 1 regala il titolo mondiale a Toprak Razgatlioglu SBK Indonesia Bautista: "In molte zone la pioggia restava sull'asfalto"  Una situazione che non &egrave; migliorata nel pomeriggio, dove il 7&deg; posto di Gara 1 si &egrave; tramutato in un 10&deg; in Gara 2. "Anche al pomeriggio, quando siamo partiti con il bagnato, in alcune zone c'erano delle pozzanghere sull'asfalto e bisognava stare attenti. Le Curve 5 e 6, in particolare, erano problematiche e anche l'uscita dalla Curva 9 era molto critica, perch&eacute; c'era un sacco d'acqua in curva. Mi sono limitato a gestire, anche perch&eacute; non avevo un buon feeling nemmeno sul bagnato. Volevo finire la stagione nel box, non all'ospedale - dice ridendo -. La cosa buona &egrave; che siamo riusciti a correre davanti a tutti i tifosi indonesiani. C'era un gran supporto qui. Sono molto felice anche per il layout della pista, che &egrave; molto godibile". Meno piacevole, per&ograve;, guidare sui ristagni d'acqua in pista. Una situazione che lo spagnolo pensa si sarebbe potuta gestire in modo migliore, in un Paese dove tempeste e monsoni sono all'ordine del giorno. "Secondo me il circuito deve migliorare il drenaggio dell'acqua, perch&eacute; in molte zone la pioggia restava sull'asfalto - commenta Bautista -. &Egrave; vero che qui, quando piove, cade molta acqua in breve tempo, il che non aiuta certo a drenare l'acqua, ma credo che dovrebbero essere pi&ugrave; preparati per queste situazioni, viste le condizioni qui. &Egrave; capitato qua, ma sono sicuro che potrebbe succede lo stesso anche in altre piste, se piove cos&igrave; tanto. Non &egrave; colpa al 100% dell'asfalto, ma un insieme di fattori". SBK Indonesia, Van Der Mark: &ldquo;Il contatto con Bassani? Un episodio sfortunato&rdquo; "Quest'anno mi aspettavo un grosso passo avanti, ma non c'&egrave; stato"  Alvaro non lo dice apertamente, ma siamo sicuri che l'addio alla Honda non sar&agrave; poi tanto sofferto. Del resto, il pilota iberico non usa giri di parole nel descrivere gli ultimi due anni. "Sono stati pi&ugrave; difficili del previsto - racconta -. Quando sono arrivato qui mi aspettavo di essere pi&ugrave; competitivo, specialmente dopo che nel mio primo anno in SBK ero stato piuttosto veloce e mi ero trovato a mio agio con la moto. Ma qui ho trovato una moto completamente nuova e partire da zero non &egrave; stato facile, per lottare per le posizioni di vertice. In questo secondo anno mi aspettavo un grosso passo avanti, ma non &egrave; successo. Abbiamo cominciato la stagione pi&ugrave; o meno come lo scorso anno. Quindi, nessun grosso cambiamento. Abbiamo lavorato molto sulla moto. Fortunatamente, pi&ugrave; o meno a met&agrave; stagione abbiamo deciso di fare un grosso cambiamento: set-up, telaio, tutto". "Nelle prime gare abbiamo provato un sacco di cose, ma alla fine non abbiamo trovato nulla che potesse aiutarmi ad avere maggior feeling o a essere pi&ugrave; veloce, cos&igrave; abbiamo deciso di tenere le migliori soluzioni che avevo trovato e provare a fare un piccolo passo avanti con l'elettronica e la distribuzione dei pesi. Da l&igrave; siamo riusciti a essere pi&ugrave; consistenti, ma &egrave; stato difficile" aggiunge Bautista, che prova a vedere il lato positivo della questione. "Allo stesso tempo, ho comunque imparato tanto, perch&eacute; nel primo anno in SBK, visto che andavo veloce ed ero competitivo, non mi importava di alcuni dettagli - ammette lo spagnolo -. Forse in quel momento &egrave; stato un errore. In questi due anni, invece, ho imparato molto di pi&ugrave; su questi dettagli: sulle gomme usate e le varie condizioni. Conosco meglio la categoria, perch&eacute; questi due anni mi hanno aiutato a imparare di pi&ugrave; e guadagnare pi&ugrave; esperienza. Mi sento un pilota migliore, perch&eacute; cerco di estrarre il massimo da qualunque cosa, per andare al massimo. Prima andavo veloce, ma senza sapere come. magari la moto lo era gi&agrave;, o era pi&ugrave; semplice".       

"Mi aspettavo di essere pi&ugrave; competitivo" dice Alvaro che, prima di tornare a vestire i panni del pilota ufficiale Ducati, traccia il bilancio delle sue due stagioni con la Casa di Tokyo

SBK Indonesia, Bautista: “Honda? Anni difficili, ma mi sento un pilota migliore”

Finisce con disappunto la stagione SBK di Leon Haslam, costretto alla resa dopo la prima giornata di prove libere indonesiane. Al Mandalika Circuit l&#39;inglese era andato pure forte, ma per lui si &egrave; trattata di una soddisfazione momentanea: il dolore patito al braccio destro non gli consente di continuare il weekend iridato.  Questo perch&eacute; nello scorso 21 ottobre il portacolori HRC si &egrave; sottoposto a un intervento chirurgico, utile a risolvere problemi legati a un vecchio infortunio. La tenuta dell&#39;arto si &egrave; rivelata buona per qualche giro, ma il dolore si &egrave; fatto comunaue sentire.&nbsp;  In accordo con la squadra, il numero 91 si ferma qui: &quot;Sono veramente dispiaciuto - le sue parole - per&ograve; non sono in grado di gareggiare. La pista si &egrave; rivelata fantastica, specialmente per la nostra Honda Fireblade. Sono entrato nei primi sei malgrado la sofferenza, rimediando solo tre decimi dal pi&ugrave; veloce. Forse questo si &egrave; trattato del miglior venerd&igrave; mai avuto, infatti, mi dispiace dovermi fermare. Non avrei mmaginato di sentire cos&igrave; tanto male, oltre al fatto che ho poca forza- Ringrazio Honda e la squadra per la bellissima stagione&quot;.  SBK Mandalika: Redding fa sue le FP3  &nbsp; 

A seguito di un intervento chirurgico avuto lo scorso 21 ottobre, l&#39;inglese del team HRC non ha ancora ritrovato la forma migliore: troppo dolore e poca resistenza fisica&nbsp;

SBK Indonesia, weekend finito per Leon Haslam

        Il veterano del mondo delle corse, Leon Haslam, si appresta a disputare l&rsquo;ultimo round della Superbike con i colori Honda, ma ha iniziato con il piede giusto la prova indonesiana (il resoconto della giornata). Dopo le due prime sessioni di prove libere ha concluso con il miglior crono in 1&rsquo;34.601 che gli ha valso il sesto posto in classifica e ha subito parlato della nuova pista di Mandalika: &ldquo;&Egrave; stata una bella sorpresa. La Honda &egrave; molto competitiva per il 90% del tempo sul giro ed &egrave; stata una sorpresa vedere la chicane con curve non cos&igrave; strette ma pi&ugrave; fluide. Questo &egrave; buono per noi. L&rsquo;ultimo settore &egrave; il pi&ugrave; impegnativo, ma il secondo quando la moto scorre velocemente &egrave; quello che pi&ugrave; mi piace. Mi ricorda Phillip island o Suzuka&rdquo;. L'operazione alla spalla lo limita  Certo &egrave; che la pista &egrave; nuova per tutti e quindi non &egrave; ancora nelle migliori condizioni possibili: &ldquo;Nelle curve veloci la parte posteriore &egrave; molto stabile, sicuramente il grip &egrave; in miglioramento, la linea &egrave; molto scivolosa, soprattutto in gara bisogna essere molto precisi&rdquo;. &nbsp;Parlando appunto delle gare ha ammesso: &ldquo;Devo capire quali saranno le mie condizioni, ma la sesta posizione &egrave; stata la mia miglior posizione in FP2, quindi considerando le mie condizioni sono molto felice di questo. Sono stato operato tre settimane fa alla spalla, ho qualche problema ovviamente, vedremo con la clinica come potremo fare, ma non mi lamento&rdquo;.  SBK Indonesia: Rea o Razgatlioglu chi si laureer&agrave; campione? Vota il sondaggio L'obiettivo &egrave; stare con i migliori  Sulla lunga pausa che c&rsquo;&egrave; stata tra la prova dell&rsquo;Argentina e questa appena cominciata ha detto: &ldquo;&Egrave; stato positivo per me perch&eacute; sono stato operato e ho potuto riposarmi. Ci sono aspetti positivi e negativi a seconda di come arrivi. Se arrivi da un periodo buono vorresti correre sempre, se invece non sei al top riposare un po&rsquo; fa bene&rdquo;. Mandalika ospiter&agrave; la sua ultima gara con la Casa alata, che il prossimo anno ha deciso di puntare su Iker Lecuona e Xavi Vierge: &ldquo;Non c&rsquo;&egrave; posto migliore dove chiudere questo capitolo. Se posso correre mi piacerebbe lottare per il podio, ci siamo arrivati diverse volte vicino quest&rsquo;anno. Sarebbe molto bello per me conquistare un podio prima che finisca la stagione&rdquo;. &nbsp;SBK, Rea vs Razgatlioglu a Mandalika: le combinazioni per il titolo       

L&rsquo;inglese ha completato la prima giornata ai piedi della top 5, nonostante non sia al top della forma fisica dopo l&rsquo;operazione alla spalla ed &egrave; fiducioso in vista delle gare

SBK Indonesia, Haslam: “La pista una bella sorpresa. Honda competitiva”

La notizia era nell&#39;aria da tempo e, adesso, &egrave; ufficiale: Iker Lecuona e Xavi Vierge andranno a formare la nuova coppia di piloti ufficiali nel team HRC del mondiale Superbike, prendendo le selle lasciate libere da Alvaro Bautista e Leon Haslam. Proprio quest&#39;ultimo, &egrave; giunto ai saluti con la compagine guidata da Leon Camier nella medesima giornata.  Lo squadrone Honda ha quindi deciso di proseguire lo sviluppo della propria supersportiva affidandosi a due giovani promesse dall&#39;indubbio talento, entrambe provenienti dal paddock del Motomondiale dove gareggiano in MotoGP e in Moto2, dopo aver tentato nelle scorse stagioni di seguire le indicazioni di due piloti di grande esperienza come gli stessi Bautista e Haslam.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da WorldSBK (@worldsbk)      I saluti di Camier a Leon Haslam   Il team manager HRC, Leon Camier, ha voluto ringraziare Haslam per questi due anni insieme: &quot;Nel tempo che abbiamo speso insieme, abbiamo avuto tutti modo di apprezzare Leon non solo come pilota, ma anche e soprattutto come persona. Lo ringraziamo per il lavoro e la dedizione in questo progetto, &egrave; stato un piacere collaborare con lui e gli auguriamo il meglio per i suoi impegni futuri&quot;.  Haslam, conclusa la parentesi con Honda, sembra ormai molto vicino ad un ritorno in patria nel British Superbike, dove ha gi&agrave; diverse offerte da parte di squadre di vertice da poter valutare.  MotoGP: il &quot;vero&quot; Marc Marquez &egrave; tornato a Misano, insieme a Honda 

HRC ha deciso di puntare sui giovani per la prossima stagione del mondiale Superbike, affidando le CBR1000RR-R ai due spagnoli impegnati quest&#39;anno in MotoGP e Moto2. Ai saluti, invece, Leon Haslam

SBK: Lecuona e Vierge nuovi piloti ufficiali Honda per il 2022

Stava lottando per concludere il round portoghese sul terzo gradino del podio, Alvaro Bautista, quando invece si &egrave; dovuto ritirare a causa di un contatto con Loris Baz. Contatto per cui il francese &egrave; stato penalizzato e su cui lo spagnolo ha puntato il dito senza alcun dubbio. Ecco il suo racconto sull&rsquo;accaduto.  Una lotta finita in fumo   Il pilota Honda ha prima anticipato le buone sensazioni di quel momento: &ldquo;Stavo lottando di nuovo con Baz e, mentre sabato sentivo che era pi&ugrave; forte di me su gran parte della pista, ieri sentivo di averne un po&#39; pi&ugrave; di lui. Dovevo solo trovare il posto migliore per superarlo&rdquo;.  I tentativi non sono mancati: &ldquo;Ho provato un paio di volte alla prima curva ma poi mi ha passato di nuovo. Alla fine, alla curva cinque, dopo che l&#39;ho superato frenando efficacemente in curva, sono riuscito a mantenere una buona traiettoria, ma lui &egrave; passato sul cordolo per passarmi e mi ha colpito, facendomi cadere. Penso che la sua mossa fosse chiaramente non corretta, poich&eacute; avevo la traiettoria giusta&rdquo;.  Il bilancio della prova per&ograve; non &egrave; del tutto negativo per il portacolore Honda, anzi: &ldquo;Sicuramente non sono contento di questa manovra di Loris ma allo stesso tempo penso che dobbiamo essere contenti della nostra prestazione e del lavoro che abbiamo fatto, perch&eacute; in entrambe le gare abbiamo lottato per il podio. Questa &egrave; la cosa pi&ugrave; importante alla fine&rdquo;. E l&#39;ultimo round europeo della stagione pu&ograve; essere archiviato con un mezzo sorriso.  SBK Portimao, Baz: &quot;Mi dispiace dover restituire la Ducati a Davies&quot; 

Dalla lotta al podio al ritiro. Finisce con l&rsquo;amaro in bocca il fine settimana portoghese dello spagnolo, che per&ograve; si &egrave; detto soddisfatto delle prestazioni avute

SBK Portimao, Bautista: &ldquo;La mossa di Baz &egrave; stata scorretta&rdquo;

Dopo la voce relativa al passaggio in SBK di Iker Lecuona, adesso &egrave; arrivata quella di Xavi Vierge. O meglio, gi&agrave; ne avevamo sentito parlare settimana scorsa, ma adesso &egrave; pi&ugrave; insistente: lo spagnolo, attuale punta del team Petronas Sprinta nella classe Moto2, ha voglia di derivate di serie.&nbsp;  B&egrave;, che abbia cos&igrave; tanta voglia sar&agrave; da appurare: di certo, con l&#39;addio dello sponsor alla squadra che schiera anche l&#39;inglese Jake Dixon, i piani andranno per il numero 97 rivisti. Ci sono ancora posti nella Middle Class e, se s&igrave;, quali? In tutta questa incertezza, cosa buona e giusta &egrave; guardarsi attorno.  Ed ecco una filante CBR RR-R ufficiale, ebbene s&igrave;, poich&eacute; marcata HRC. Con la partenza di Alvaro Bautista nel suo ritorno in Aruba Ducati, mentre si attende la conferma inerente all&#39;acquisto (o meno) di Tom Sykes, il nome di Vierge viene buttato sul piatto, a malincuore per Leon Haslam. L&#39;esperto figlio di Ron dovr&agrave; cambiare. Ancora una volta.&nbsp;  &nbsp; 

Lo spagnolo, attualmente pilota del team Petronas Sprinta in Moto2, cerca opportunit&agrave; nel paddock delle derivate. Una CBR RR-R Fireblade &egrave; (forse) pronta per lui

SBK, Xavi Vierge bussa alla Honda

Si conclude il week-end di Magny-Cours per il pilota spagnolo che dopo la buona prestazione di Gara 1 replica nella manche successiva concludendo nuovamente al sesto posto. Un week-end tutto sommato positivo per l&#39;ex pilota MotoGP, che con la sua esperienza sta riuscendo nell&#39;obiettivo di migliorare gara dopo gara la sua Honda. L&#39;avventura con la casa giapponese si concluder&agrave; alla fine dell&#39;anno, poi Bautista torner&agrave; sulla sella della Ducati.  Bautista lascia la Francia soddisfatto: &quot;Sono felice, abbiamo dato il massimo&quot;   Dall&#39;alto della sua esperienza, lo spagnolo riesce a guardare il bicchiere mezzo pieno, consapevole dei limiti tecnici attuali: &quot;Questo &egrave; il nostro massimo, non potevamo chiudere oltre la top five, questo &egrave; il nostro livello, a prescindere dalla posizione di partenza. Oggi abbiamo provato alcuni cambiamenti nel set-up, e avevo un feeling migliori rispetto a ieri. Abbiamo avuto forse il miglior feeling con la moto di tutto l&rsquo;anno ma anche con le migliori sensazioni, le migliori condizioni e la miglior posto il nostro potenziale &egrave; questo, al massimo quinti. Sono felice per&ograve;, perch&eacute; abbiamo dato il massimo e questo &egrave; buono&quot;.  Lo spagnolo non indica un favorito: &quot;La battaglia tra Toprak e Rea? Divertente&quot;   Le migliorie tecniche sulla moto passano anche dal rapporto con gli ingegneri giapponesi, in una situazione particolare per&ograve;, come quella legata al Covid, il lavoro con la casa madre non &egrave; sempre stato agevole: &quot;A causa delle condizioni legate al Covid, il lavoro con i tecnici giapponesi &egrave; stato meno intenso, abbiamo una cam nel box, soprattutto nei test, in modo che anche dal Giappone vedano il lavoro. Per&ograve; ovviamente i dati raccolti dal vivo sono pi&ugrave; efficaci. Il prossimo test di Jerez sar&agrave; molto importante per migliorare ancora la moto. Mi trovo molto bene con i ragazzi della Honda&quot;.  La sfida tra Razgatlioglu e Rea&nbsp;infiamma sempre pi&ugrave; il campionato: &quot;La battaglia tra Toprak e Rea &egrave; divertente, Johnny ha pi&ugrave; esperienza, ma Toprak &egrave; molto veloce e consistente. Specialmente in questa pista era molto veloce, non so chi potrebbe vincere, sono entrambi veloci. Ovviamente io vorrei essere l&igrave; con loro&quot;.  SBK, Razgatliogu penalizzato, Rea vince la Superpole Race di Magny-Cours 

Altro sesto posto per Alvaro Bautista che conferma i miglioramenti di Gara 1 e si piazza ai piedi della top five

SBK Magny-Cours, Bautista dopo Gara 2: &ldquo;Questo &egrave; il nostro massimo potenziale&rdquo;

Il sesto posto del GP di Magny-Cours rappresenta il secondo miglior risultato stagionale per Alvaro Bautista, che dunque, alla luce di un&#39;annata particolarmente difficile, pu&ograve; ritenersi soddisfatto della gara. Una prestazione frutto di una rimonta che lo ha portato a mettersi alle spalle le due Ducati di Davies e Bassani. Un sesto posto che d&agrave; fiducia allo spagnolo, che l&#39;anno prossimo torner&agrave; proprio sulla moto di Borgo Panigale.  Bautista torner&agrave; sulla rossa: &quot;La Ducati? Non so se sar&agrave; come due anni fa&quot;   Il risultato di Magny-Cours regala un accenno di sorriso ad Alvaro Bautista, in una stagione decisamente complicata con la moto giapponese. Lo spagnolo resta concentrato sul campionato, anche se non possono mancare i riferimenti al ritorno in Ducati: &quot;Sono felice per la prossima stagione, anche se al momento sono concentrato esclusivamente su questa. La Ducati? Non so se sar&agrave; la stessa di due anni fa&quot;.&nbsp;  Tornando alla corsa, i miglioramenti sulla moto si sono visti, anche se per Bautista non &egrave; ancora abbastanza: &quot;Ho lavorato un po&#39; sul set-up, ma non ho cambiato molto sulla moto dall&rsquo;ultima gara. Il nostro passo era buono, ma dobbiamo migliorare. Con gomme nuove sono stato veloce, anche se gli altri sfruttano al cento per cento la gomma mentre noi all&rsquo;ottanta per cento. Dobbiamo migliorare perch&eacute; non potevo spingere tanto dall&rsquo;inizio&quot;.   La prossima settimana lo attende un test a Jerez: &quot;Non mi aspetto grossi miglioramenti, il mio obiettivo &egrave; migliorare la moto, provando a dare il massimo, la prossima settimana avremo un test a Jerez per provare delle nuove cose. Se tutto andr&agrave; bene, potremmo guadagnare un paio di decimi per avvicinarci al podio&quot;.  Infine, arrivano i complimenti per il primo podio dell&#39;Aprilia in MotoGP, per lui che sal&igrave; in sella alla moto di Noale nell&#39;anno del ritorno della casa italiana nella top class: &ldquo;Non sono sorpreso per il loro podio. Sono felice per loro, hanno lavorato duramente&rdquo;.  SBK Magny-Cours, Rea: &ldquo;Questo sabato &egrave; stato come un giorno di scuola&rdquo; 

Il pilota spagnolo reduce dal sesto posto in gara resta concentrato sulla stagione con la Honda, pur strizzando l&#39;occhio al ritorno nel team di Borgo Panigale

SBK Magny-Cours, Bautista guarda al 2022: &ldquo;Non so come trover&ograve; la Ducati&rdquo;

Dopo due cadute nelle prime due gare, Alvaro Bautista ha lasciato il circuito di Assen con in tasca un quinto posto conquistato in Gara 2. Un risultato che rappresenta il miglior piazzamento stagionale raggiunto dallo spagnolo di Casa Honda, che nei precedenti quattro Round non era riuscito a fare meglio della sesta posizione, ottenuta nella prima gara di Misano.  Un ruolino di marcia piuttosto misero per un colosso come la Honda, che dopo le prime quindici gare ha proprio in Bautista il pilota meglio piazzato nella classifica Piloti, con un 11&deg; posto frutto dei 68 punti conquistati, contro i 55 del compagno di squadra, Leon Haslam, 13&deg; alle spalle del rookie Axel Bassani.  Risultati ben diversi da quelli a cui ambiva la Casa dell&#39;Ala, che con la nuova Fireblade &egrave; riuscita a prendersi un solo e unico podio, dal ritorno ufficiale in Superbike. Stiamo parlando del terzo posto conquistato nel 2020 proprio dal castigliano, sulla pista di Aragon. Un piazzamento frutto del buon feeling di Bautista con il tracciato del Motorland, dove aveva messo a segno anche due quarti posti e tre ritiri, nei due Round disputati. Nulla a che vedere con quanto messo a segno nel primo appuntamento di questo 2021, in cui Alvaro ha collezionato un ritiro, un settimo e un 11&deg; posto, nelle tre gare disputate sul medesimo tracciato.  La Fireblade pu&ograve; ambire a qualcosa di pi&ugrave; di un quinto posto?   Risultati, quelli messi in archivio finora, che potrebbero aver scoraggiato la Casa di Tokyo, che non sembra essere propensa a investire pi&ugrave; di tanto nel progetto Superbike. Per questo, viene da chiedersi se quello archiviato ad Assen sia il miglior piazzamento possibile per la CBR1000RR-R, o se la Fireblade possa puntare a qualcosa di pi&ugrave;, se messa nelle giuste condizioni. &nbsp;  Considerando che una rondine non fa primavera, &egrave; lo stesso Bautista a non lasciarsi andare a facili entusiasmi dopo il quinto posto di Assen, che forse non sarebbe nemmeno arrivato senza il contatto fratricida tra Gerloff e Razgatlioglu. &quot;Penso che Gara 1 e la Superpole Race sarebbero potute essere come Gara 2: il mio passo era lo stesso e penso che in entrambe le gare avrei potuto lottare per le prime sei/sette posizioni&quot; ha spiegato il pilota Honda, al termine della trasferta olandese, dove ha collezionato due cadute a causa di una moto che a suo dire non gli fornisce il feedback necessario per trovare il limite senza cadere.  Bautista: &quot;Difficile fare uno step abbastanza grande da lottare per il podio&quot;   Difficile puntare in alto con una moto che non consente ai suoi alfieri di guidare in maniera naturale e un regolamento pensato per limitare gli sviluppi in stagione. Ma lavorando sull&#39;elettronica e sull&#39;ottimizzazione del pacchetto di cui dispone, la Honda potrebbe far progredire la moto quel tanto che basta da riuscire a centrare il podio nella giornata perfetta, sulla pista perfetta?  &quot;No, penso che si dovrebbero incastrare un po&#39; troppe cose - ha risposto Alvaro ridendo -. Non penso che riusciremo a trovare queste condizioni, perch&eacute; sono tanti i piloti che possono lottare per il podio. Se uno di loro un giorno fa un errore, ce n&#39;&egrave; un altro, o un altro ancora. &Egrave; pi&ugrave; difficile lottare per il podio rispetto, ad esempio, alla scorsa stagione, perch&eacute; credo che la nostra performance sia piuttosto simile a quella dello scorso anno, ma ci sono altri piloti nel mezzo&quot;.  Un&#39;analisi lucida e disillusa quella dello spagnolo, che non nasconde la situazione delicata in cui si trova la squadra giapponese. &quot;Con il regolamento che abbiamo in questo momento &egrave; difficile fare un passo avanti abbastanza grande da lottare per il podio - ha spiegato -. Tutto ci&ograve; che possiamo fare &egrave; giusto lavorare di fino, mettendo ogni cosa al giusto posto, ma molte volte magari facciamo due passi in dietro proprio perch&eacute; vogliamo provare qualcosa che possa aiutarci a fare un grosso step. &Egrave; molto complicato, ma ancora per qualche gara continueremo a lavorare senza sosta. Dar&ograve; tutto il mio meglio per ottenere il massimo&quot;.  Chiss&agrave; che non basti per raggiungere un risultato insperato sulle prossime piste di Most e Navarra, le due grosse incognte che la truppa delle derivate di serie si trover&agrave; ad affrontare in questo Mondiale. 

Lo spagnolo non si fa illusioni sul potenziale della sua Honda e ammette che sar&agrave; difficile replicare in questa stagione il terzo posto del 2020: &quot;La nostra performance &egrave; piuttosto simile a quella dello scorso anno, ma ci sono altri piloti tra noi e il podio&quot;

SBK, Honda da podio nel 2021? Non per Alvaro Bautista

Weekend di luci ed ombre per Alvaro Bautista ad Assen. Per la prima volta in stagione, il pilota spagnolo di Casa Honda ha trovato la fiducia necessaria a &quot;lasciarsi un po&#39; andare&quot; in sella alla sua Fireblade, ma il risultato non &egrave; stato esattamente quello sperato dal 36enne castigliano, che lascia l&#39;Olanda con i soli 11 punti conquistati in Gara 2.  &quot;Sono un po&#39; inca****o, perch&eacute; penso che ieri, e anche la gara di stamattina, sarebbero potute essere come Gara 2&quot;, ha candidamente ammesso Bautista a fine giornata. &quot;Il mio passo era lo stesso e penso che in entrambe le gare avrei potuto lottare per le prime sei/sette posizioni. Certamente non &egrave; ci&ograve; che vogliamo, ma &egrave; meglio che cadere, no?&quot;.  Classifica Piloti SBK: Rea torna leader ad Assen e allunga su Razgatlioglu  Bautista: &quot;In Gara 2 ho cercato di non rilassarmi&quot;   Dopo aver chiuso le prime due gare finendo ruote all&#39;aria, ad Alvaro serviva una buona prestazione per ritrovare un po&#39; di morale. Proprio per questo il #19 ha raccontato di aver affrontato la corsa nel modo pi&ugrave; accorto possibile.  &quot;Oggi &egrave; stato difficile, perch&eacute; dopo due cadute era importante finire la gara e provare a ritrovare la fiducia. Ho fatto una buona partenza, ma nei primi giri sono rimasto abbastanza controllato, per verificare le condizioni della corsa. Poi ho iniziato a tenere il mio ritmo, senza provare a superare il limite, perch&eacute; ogni volta che non posso dire &#39;cerco di superare il limite&#39;, ma che ho la giusta fiducia nella moto - per poter guidare senza preoccupazioni -, succede sempre la stessa cosa: cado&quot; ha spiegato lo spagnolo, analizzando il suo approccio alla corsa.  &quot;Oggi in Gara 2 ho cercato di non rilassarmi, di restare sempre in campana e non guidare in maniera naturale. Questa &egrave; la situazione in cui ci troviamo in questo momento e per la quale devo guidare in questa maniera. In ogni caso sono felice perch&eacute; alla fine abbiamo chiuso in Top 5. Ho perso un sacco di tempo dietro a Rinaldi, perch&eacute; credevo che sarebbe riuscito ad andare a prendere Davies, ma in ogni caso, &egrave; stato un buon modo per chiudere il weekend, dopo questa mattina&quot;.  &quot;Spingo senza ricevere feedback: non so dove sia il limite&quot;   Una situazione difficile da gestire quella in cui si trova Bautista, ma cosa manca al pilota Honda per poter guidare con scioltezza la sua CBR1000RR-R? Alvaro sembra avere le idee chiare sulla risposta. Meno sulla causa del singolare comportamento della sua Honda.  &quot;&Egrave; molto strano perch&egrave; sembra che possa prendere il ritmo, quando sono da solo in prova. Ma &egrave; come se spingessi senza ricevere feedback: non so dove sia il limite - ha raccontato -. Durante tutto quest&#39;anno ho provato a fare lo stesso anche in gara. La scorsa stagione sono caduto un sacco di volte, perch&eacute; cadevo appena buttavo dentro la Honda. Ieri &egrave; stata la prima volta che ho avuto abbastanza fiducia nella moto da dire: ok, andiamo. Guidiamo senza pensare &#39;non posso passare di qui o cado&#39;. &Egrave; strano perch&egrave; sembra che la moto in questo momento non mi dia i riscontri o il feeling per capire che il limite &egrave; l&igrave;. Guido cos&igrave; perch&egrave; posso fare tanti giri, ma pi&ugrave; di quello non mi sento di fare. Le volte che l&#39;ho fatto sono caduto&quot;.  SBK, Rinaldi amaro dopo Assen: &ldquo;Non siamo consistenti come gli altri&rdquo; 

&quot;La moto non mi d&agrave; i riscontri o il feeling per capire che il limite &egrave; l&igrave;&quot;, racconta lo spagnolo di Casa Honda, dopo essere incappatto in due cadute nelle tre gare in Olanda

SBK Assen, Bautista: &ldquo;Felice per il 5&deg; posto, ma cado appena mi rilasso&rdquo;

Se le FP1 per il pilota Honda Alvaro Bautista non erano state buone, lo spagnolo si &egrave; rifatto nel secondo turno di prove libere andando a chiudere con il terzo miglior tempo alle spalle di Rea e Gerloff. Assen &egrave; un tracciato che Alvaro non disdegna affatto.  Una prima giornata tra alti e bassi   &ldquo;Questa mattina avevo un feeling pessimo con la moto - ha commentato Bautista -. Per me era molto diffcoltoso fare in modo corretto le curve. Nel pomeriggio sono riuscito per&ograve; a migliorare e senza dubbio a facilitarmi &egrave; stata anche la temperatura della pista che si &egrave; alzata. Il feeling al momento non &egrave; fantastico ma di sicuro &egrave; migliore con la gomma davanti. In pi&ugrave;, dobbiamo cercare di lavorare bene e migliorarci dal punto di vista dell&#39;elettronica. Questa mattina abbiamo provato set up diversi ma non erano proprio perfetti quindi nel pomeriggio abbiamo cercato di aggiustarli e penso di aver fatto un miglioramento&rdquo;.  Ancora miglioramenti da fare sulla moto   Per Alvaro il lavoro da fare sulla Honda &egrave; ancora lungo e complicato, ma lo spagnolo non si arrende: &ldquo;Oggi ci siamo concentrati sulla moto -&nbsp;ha proseguito - e abbiamo migliorato rispetto alle gare. Adesso dobbiamo solo migliorare ancora, certe volte ho la sensazione come se la moto mi scivoli via dalle mani perch&egrave; la potenza non &egrave; ancora del tutto sotto controllo. Oltre a migliorare il lato dell&#39;elettronica penso che anche quello meccanico possa migliorare&rdquo;.  Bautista: &ldquo;Al momento non penso al futuro&rdquo;   Infine, si &egrave; parlato del futuro: &ldquo;In questo momento non voglio pensare al futuro, ma soltanto cercare di migliorarmi e di andare pi&ugrave; veloce, voglio trovare il giusto feeling con la moto e riuscire ad essere competitivo come lo ero due anni fa. Al futuro in questo momento non penso&rdquo;.  Qualcuno, per&ograve;, di certo lo rivedrebbe bene in sella ad una Ducati: &ldquo;E&#39; normale, - ha concluso - sono i commenti che vengono fatti nel paddock. In questo momento del campionato quando ci sono contratti in scadenza per alcuni piloti si parla di chi andr&agrave; dove o far&agrave; cosa. Alla fine &egrave; divertente fa parte del gioco&rdquo;.  SSP600 Assen: Aegerter fa suo il venerd&igrave; per un soffio su Odendaal 

Il pilota Honda ha fatto un incredibile balzo in avanti dalle FP1 alle FP2 chiudendo terzo: &ldquo;Dobbiamo migliorare ancora, certe volte ho la sensazione come se la moto mi scivoli via dalle mani&rdquo;

SBK Assen, Bautista: &ldquo;Non penso al futuro, sono concentrato sul presente&rdquo;

Alvaro Bautista e Leon Haslam vorrebbero cavalcare l&rsquo;Honda perfetta, ma sono certi che arriver&agrave;? Le ultime gara hanno confermato come nel box HRC regni una sorta di tsunami confusionale, costituito da noie tecniche, cadute, risultati non aderenti a investimenti e aspettative. Il box dell&rsquo;Ala Dorata &egrave;, al momento, la &ldquo;spiaggia&rdquo; meno tranquilla di tutta la Superbike 2021, a fronte del rientro &ndash; anzi, per certi versi, approdo &ndash; reale della Casa di Tokyo nel campionato dedicato alle derivate dalla produzione di serie.  Calendario SBK: Argentina a rischio, pronta la Turchia  Risposta affermativa, ma...   Ma davvero alla Honda interessa la SBK? Certamente s&igrave;, infatti, vi riproponiamo un particolare notato gi&agrave; all&rsquo;EICMA di Milano, edizione 2019: nello stand ivi dedicato, sul palco erano parcheggiati i modelli pi&ugrave; rappresentativi del Marchio nelle competizioni a due ruote. Da una parte, la RC213V di Marc Marquez, all&rsquo;epoca iridato MotoGP in carica. A fianco, faceva bella figura la versione Rally del Monster Energy poi impegnato alla Dakar. Al centro dell&rsquo;attenzione, coperta da un velo, c&rsquo;era lei, chiamata CBR RR-R, base stradale dalla quale sviluppare la versione racing. Il fatto che i riflettori fossero puntati perlopi&ugrave; sulla Fireblade e meno sul prototipo numero 93 vestito dallo sponsor Repsol, faceva intuire quanto grande fosse, e sia, l&rsquo;impegno profuso dall&rsquo;azienda giapponese nella serie dominata da Jonathan Rea e dalla Kawasaki.  L&rsquo;obiettivo HRC &egrave; quello di battere il Cannibale e la &ldquo;cugina&rdquo; verde di Akashi, sebbene a oggi sia stato portato nel garage rosso, bianco e blu un solo podio, un terzo posto di Bautista, ottenuto ad Arag&oacute;n lo scorso anno: &ldquo;Per spiegare quanto la Honda voglia vincere in SBK &ndash; le parole di Alvaro &ndash; vi dico questo: mi sono offerto per effettuare test sulla MotoGP, nell&rsquo;idea di dare una mano al progetto relativo. Ho ricevuto un rifiuto, perch&eacute; i vertici desiderano tenermi concentrato su quanto sto facendo in SBK. La nostra moto ha un potenziale enorme e, per farla rendere al meglio, il pacchetto necessita di ottimizzazione&rdquo;. Dichiarazione corretta, poich&eacute; ormai una Superbike si avvicina molto a un prototipo schierato nella top class: non a livello di costi di realizzazione e gestione, tuttavia nei tempi sul giro.  Per primeggiare nella serie, occorre spendere denaro in test, in cui ogni componente deve essere affinato con gli altri: &quot;Proprio il nostro problema &ndash; continua il trentaseienne spagnolo &ndash; dato che, alla fine, tutto va bene per&ograve; non benissimo. Per esempio, se miglioriamo la fase di frenata, peggioriamo in accelerazione. Quando tocchiamo l&rsquo;elettronica, patiamo in velocit&agrave; di punta. Insomma, il nostro castello &egrave; costruito da carte in bilico, per un equilibrio assai delicato&quot;.  &quot;Fatichiamo, inutile negarlo &ndash; dice Leon Haslam &ndash; per&ograve; &egrave; anche strano, dato che nelle prove prestagionali eravamo andati forte. Nel frattempo, la concorrenza &egrave; cresciuta, lo vediamo. Kawasaki, Ducati, Yamaha e BMW godono di prestazioni eccezionali e vantano un numero di piloti interessante&quot;. L&rsquo;inglese ci ricorda il seguente particolare: in griglia vediamo schierarsi sei ZX-10RR, cinque Panigale V4 R e altrettante R1 M, quattro BMW e... soltanto due CBR. Ci sarebbe pure la MIE Moriwaki di Leandro Mercado, ma l&rsquo;argentino ha disputato il round del Motorland e poi si &egrave; (momentaneamente?) fermato.  Proprio la formazione di Midori Moriwaki ci aiuta ad allacciare il discorso con il Campionato Italiano Velocit&agrave; dove, invece, le quattro cilindri nipponiche si giocano eccellenti piazzamenti: &quot;La differenza &egrave; sostanziale &ndash; ecco Moreno Coppola, capotecnico del Team Althea &ndash; se parliamo di regolamenti tecnici e relative preparazioni. Nel Mondiale occorrono budget consistenti, lo sappiamo. Perci&ograve;, tutto lo sviluppo necessita di un sostegno cospicuo da parte della Casa, in termini economici e di fornitura di ogni evoluzione concepita. Se si pu&ograve; fare cos&igrave;, in Superbike si ottengono risultati. Altrimenti &egrave; dura&rdquo;. Discorso differente, invece, nei confini nazionali: &ldquo;S&igrave;, perch&eacute; tutto costa meno &ndash; ancora Moreno &ndash; e molte cose si possono realizzare in officina. Lavorando bene, possiamo essere competitivi&rdquo;. Lo conferma Lorenzo Gabellini, autore di due podi tricolori a inizio stagione, tra Mugello e Misano: &ldquo;Avrei anche potuto ottenere di pi&ugrave; &ndash; le sue parole &ndash; evitando errori e brutte partenze. La nostra Fireblade va benissimo, possiamo giocarci quanto desideriamo&rdquo;.  La situazione nel CIV     L&rsquo;introduzione della gestione elettronica MoTec, unica per tutti nel CIV Superbike e caldeggiata dalla FederMoto, ha livellato i valori in campo. A giovarne, anche la Scuderia Improve by Tenjob, all&rsquo;attacco con Luca Vitali: &ldquo;Senza alcuni episodi sfortunati, sarei anche pi&ugrave; in alto &ndash; sostiene l&rsquo;unica punta rosso e nera, primo avversario di Michele Pirro &ndash; e aggiungo quanto ci si stia divertendo: la nostra Honda si guida benissimo, presto potremo vincere almeno una manche&rdquo;.  Il numero 70 ci &egrave; andato vicino un paio di volte, capitolando nel finale nei confronti della Panigale V4 R Barni del super tester della Ducati. Copione riproposto anche da Alessandro Delbianco, terzo nella graduatoria generale, alle spalle di Vitali: &quot;La vittoria &egrave; dietro l&rsquo;angolo &ndash; l&rsquo;obiettivo del portacolori DMR, squadra con due piloti nel garage &ndash; ma &egrave; sfuggita per diversi motivi. Ci metto un problema fisico, al braccio, e un piccolo guasto tecnico. Per il resto, la Fireblade &egrave; al livello della Ducati. &Egrave; stato Michele Pirro a determinare la differenza finale&quot;. Al romagnolo vanno i complimenti per oggettivit&agrave; e sportivit&agrave;. Al Marco Simoncelli, al suo fianco c&rsquo;era proprio Mercado, in sostituzione dell&rsquo;acciaccato Alessandro Andreozzi: &ldquo;Bella questa CBR &ndash; ha sottolineato Tati &ndash; pi&ugrave; Stock rispetto a quella iridata. Diciamo che qui si pu&ograve; andare forte con moto meno &ldquo;esose&rdquo; sotto ogni punto di vista. Non &egrave; necessario avere un intero reparto corse alle spalle per ben figurare nella serie tricolore&rdquo;.  L&rsquo;argentino ha centrato il punto, lo dimostrano le parole del comunicato MIE Moriwaki: &ldquo;Ci fermiamo per svolgere importanti test. Torneremo quando saremo pronti&rdquo;. Lo saranno mai? Questione di soldi, e il rispetto di quanto elencato sopra: test, chilometri macinati e sviluppo. Se nel Bel Paese il colosso Honda Racing Corporation pu&ograve; pure guardare la situazione da fuori (&ldquo;Abbiamo stampata la sigla HRC su tuta e carene &ndash; ancora Vitali &ndash; ma mica ci supportano, sapete?!&rdquo;) nel Mondiale il trend deve essere opposto: &ldquo;Sperimentare in gara non &egrave; la soluzione pi&ugrave; indicata&rdquo; hanno rimarcato Bautista e Haslam, a ben dovute ragioni. Gli avversari, infatti, arrivano nel paddock forti di dati condivisi e accumulati nei test, Alvaro e Leon devono fare esperimenti. Magari non in tutti i turni cronometrati, ma accade spesso e volentieri, perch&eacute; con soltanto due Fireblade in pista &egrave; dura contrastare le altre moto.  Honda, che fai con la SBK, lasci o raddoppi?  Il Motomondiale del Sachsenring: dove poter guardare le gare in TV  &nbsp; 

Se nel CIV la Honda brilla, nel Mondiale l&rsquo;inizio del 2021 &egrave; stato difficile, con l&rsquo;ultimo posto nella cl ssifica costruttori. Pochi i dati da condividere, con soltanto due Fireblade schierate, e Bautista e Haslam ammettono: &quot;Sperimentare nei weekend di gara non &egrave; la soluzione&quot;.&nbsp; Cosa far&agrave; l&rsquo;HRC?

SBK: Honda che fai, lasci o raddoppi?

Con i test di Aragon (Honda) della scorsa settimana, &egrave; andata in archivio la &ldquo;stagione dei test&rdquo; e tutto &egrave; ormai pronto per cominciare a fare sul serio. Gli occhi delle squadre impegnate nel Mondiale sono rivolti verso Aragon, primo impegno stagionale.  L&rsquo;inverno ha portato tante novit&agrave; nel Mondiale tra volti nuovi (Folger, Bassani, Rabat) e nuove moto (Kawasaki ZX10-RR e BMW M1000RR). Ecco dunque un riassunto di quello che si &egrave; visto nelle varie sessioni di test attraverso le parole dei protagonisti delle varie Case  Kawasaki   La squadra 6 volte campione del mondo ha introdotto ai test di Jerez di inizio anno la nuova ZX10-RR, l&rsquo;evoluzione che chiedeva Jonathan Rea per combattere ad armi pari con il motore della Panigale V4R. Oltre che essere evoluta nel motore, la nuova Ninja &egrave; stata affinata anche dal punto di vista aerodinamico con l&rsquo;introduzione delle alette.  A tal proposito Pere Riba, capotecnico di Jonathan Rea, ha detto: &ldquo;Sono abbastanza fiducioso sul fatto che quando metteremo tutto insieme in termini di aerodinamica e di motore in vista dell&rsquo;anno prossimo potremo avere a disposizione un pacchetto ancora un po&rsquo; pi&ugrave; competitivo per continuare a lottare con le altre Case.&rdquo;  BMW   La Casa bavarese ha mandato in &ldquo;pensione&rdquo; la S1000RR per far spazio alla nuova M1000RR, una moto decisamente pi&ugrave; spinta rispetto alla S1000RR grazie anche al nuovo motore e ad una aerodinamica pi&ugrave; curata con l&rsquo;introduzione delle alette. L&rsquo;obiettivo dichiarato della BMW &egrave; centrare pole position, podi e vittorie e provare a vincere anche il titolo, obiettivo solo sfiorato dalla casa bavarese.  Marc Bongers, Direttore di BMW Motorrad Motorsport, ha dichiarato: &ldquo;Abbiamo lavorato tanto sulla moto e soprattutto sulle novit&agrave; senza dimenticare che abbiamo due team satelliti che ci aiuteranno ulteriormente nello sviluppo per raggiungere il vertice. Si tratta di un passaggio considerevole; abbiamo delle bielle in titanio, dei pistoni a due segmenti e anche un numero maggiore di giri al minuto. Quindi tutti questi fattori in sostanza ci aiutano a migliorare la potenza della moto che &egrave; ci&ograve; su cui abbiamo lavorato tanto nel corso dell&rsquo;inverno. Inoltre abbiamo le alette, un vantaggio aerodinamico che ci aiuta per ci&ograve; che concerne la stabilit&agrave; della moto e nella funzione anti impennata.&rdquo;&nbsp;  Yamaha   Ad Iwata continuano i lavori di fino per migliorare ulteriormente una R1 gi&agrave; molto efficace in mano a Razgatlioglu ed al rookie Locatelli per quanto riguarda il factory team. Yamaha punta a trovare la miglior performance possibile con le modifiche consentite dai regolamenti per andare alla ricerca di una perfetta aerodinamica e di passi avanti in termini di prestazioni in frenata e a livello di motore. Parte dell&rsquo;introduzione di questa nuova carena &egrave; collegata anche alle nuove pinze freno di Brembo senza dimenticare gli aggiornamenti apportati al motore.  Degli sviluppi di Yamaha ha parlato il team manager della squadra ufficiale Paul Denning che ha detto: &ldquo;Si tratta di una costante sfida per gli ingegneri di Yamaha che sono chiamati a ricavare una maggiore performance. Nel corso dell&rsquo;inverno hanno fatto un gran lavoro trovando all&rsquo;interno di quanto consentito dai regolamenti una prestazione leggermente migliore a livello di aerodinamica e di motore ma anche in termini di miglior frenata. Un ottimo lavoro dunque quello realizzato da parte di un gruppo specifico di ingegneri di base a Milano e che hanno potuto contare su un supporto ulteriore da parte di Yamaha in Giappone.&rdquo;&nbsp;  Ducati   A Borgo Panigale hanno lavorato di fino sulla V4R ufficiale per Rinaldi e Redding per dare la caccia al doppio iride. Le due V4R ufficiali hanno provato un nuovo forcellone e delle nuove pinze Brembo, mentre per la V4R di Bassani del team Motocorsa si &egrave; visto un nuovo impianto di scarico.  Marco Zambenedetti, coordinatore tecnico di Ducati Corse, ha parlato dei propositi 2021: &ldquo;Specialmente durante i test invernali abbiamo provato molte novit&agrave; sotto tutti gli aspetti. Non ce ne sono alcuni in particolare in cui ci troviamo in difficolt&agrave; dato che siamo migliorati un po&rsquo; sul motore e non solo. Stiamo migliorando per ci&ograve; che concerne il telaio, soprattutto sulla sospensione posteriore e sul forcellone. Abbiamo provato il nuovo forcellone e abbiamo lavorato molto anche in fase di frenata con le nuove pinze freno anteriori di Brembo. Penso che con temperature pi&ugrave; elevate possiamo trarne dei benefici. Abbiamo tanti aggiornamenti in termini di elettronica e anche in generale per ci&ograve; che concerne l&rsquo;aerodinamica e l&rsquo;ergonomia del pilota.&rdquo;&nbsp;  SBK, Redding e Ducati attesi al varco: sar&agrave; questo l&#39;anno del titolo?  Honda   Last but not least il team diretto da Leon Camier che ha avuto l&rsquo;onore di chiudere la stagione dei test ad Aragon settimana scorsa. La moto &egrave; sostanzialmente la stessa ma con alcuni piccoli accorgimenti visti soprattutto a Barcellona come un nuovo forcellone, selle nuove per Haslam e Bautista, un nuovo scarico ed un sensore di coppia.  Leon Camier, team manager HRC, ha detto: &ldquo;In sostanza quest&rsquo;anno con la moto ci sono stati dei passi avanti. C&rsquo;&egrave; tanto altro da fare e quindi stavolta il tempo da trascorrere in pista per noi sar&agrave; fondamentale. Abbiamo prodotto tante novit&agrave; nel corso dell&rsquo;inverno e quindi abbiamo dedicato molto del nostro tempo in pista nella comprensione di queste parti provando a mettere insieme il pacchetto per essere ancora pi&ugrave; veloci. Ci sono stati alcuni aggiornamenti ma molti di questi sono stati una specie di tentativi ed eventuali errori soltanto per capire se siamo sulla strada giusta.&rdquo;  SBK, Calendario 2021: entra Most, esce Phillip Island 

Riassunto delle novit&agrave; tecniche di tutti i team e delle possibili criticit&agrave; che incontreranno verso il debutto stagionale di settimana prossima

SBK 2021: novit&agrave; tecniche e dilemmi alla vigilia della stagione

Mentre alcuni team stanno chiudendo i test conoscitivi del tracciato di Navarra, sul tracciato di Aragon il team Honda HRC in compagnia di un paio di squadra Supersport ed il team Marc VDS Moto2 stanno affinando i dettagli in vista delle prossime gare, quella di apertura del Mondiale Superbike e quella di Le Mans per quanto riguarda la Moto2.&nbsp;  Come previsto, le Honda HRC di Haslam e Bautista hanno fatto il vuoto con l&rsquo;inglese a precedere lo spagnolo di pochi millesimi. 50&rdquo;231 per il #91 contro il 50&rdquo;301 per il #19. Insieme i due piloti hanno totalizzato quasi 100 giri, 46 per l&rsquo;inglese e 50 per lo spagnolo.&nbsp;  Terzo tempo con 52&rdquo;3 per la Kalex Moto2 di Sam Lowes a precedere di 1&rdquo;1 (53&rdquo;4) il compagno di box Augusto Fernandez, stakanovista di giornata con 86 tornate.  Steven Odendaal del team Evan Bros &egrave; la prima Supersport in classifica dei tempi. 55&rdquo;1 per il sudafricano che precede la Kawasaki di Raffaele De Rosa e la Yamaha di Luca Bernardi, rookie della categoria.  In pista anche Alcoba e Szkopek per quanto riguarda il CEV, chiude Bergman con la terza Supersport in classifica.  I tempi dal MotorLand    

Al MotorLand Aragon sono di scena test misti Sbk-Supersport e Motomondiale. Al comando le due Honda HRC, seguite dalle Kalex Moto2 di Lowes e Fernandez. Ecco i tempi di giornata

Test Aragon, Day 1: svettano le Honda di Haslam e Bautista

Il vincente per antonomasia della prima era della Superbike. Questo &egrave; Carl Fogarty, che per&ograve; nel presente non ama tutto ci&ograve; che ha fatto nei giorni dei grandi successi. E ce lo racconta a cuore aperto, ripercorrendola sua carriera.  Carl Fogarty, il Campione allergico alla sconfitta  Le corse, passione di famiglia   Tuo padre correva, era scritto nelle stelle che avresti gareggiato anche tu?  &quot;Penso di s&igrave;, oggi tengo un sacco di discorsi motivazionali, e tutti mi chiedono dei miei inizi. Alla fine se cresci in un certo ambiente, circondato da determinate cose, finisci per farle tue, che sia a livello professionale o amatoriale. Io sono cresciuto con il desiderio di gareggiare, i miei primi ricordi sono all&rsquo;Isola di Man nella settimana senza scuola per andare a vedere il TT. Ce l&rsquo;avevo nel sangue&quot;.  I tuoi inizi furono con le moto a due tempi, perch&eacute; era la via naturale per quel periodo?  &quot;La 250 era la classe &ldquo;regina&rdquo;, e a ripensarci ora non mi spiego le ragioni. Forse perch&eacute; c&rsquo;era maggiore affollamento, dato che era economicamente pi&ugrave; sostenibile. E quindi io volevo gareggiare in 250: il mio primo sogno da pilota era vincere il Mondiale della 250! Ricordo le qualifiche del GP Gran Bretagna 1986, a Silverstone: ero poco oltre il 20&deg; posto, non fu male, dato che ci fu anche chi non si qualific&ograve;. E in gara and&ograve; anche meglio, con l&rsquo;11&deg; posto, sfiorai la zona punti, che allora venivano assegnati ai primi dieci. Dopo quel debutto, il desiderio di correre nei GP divent&ograve; ancora pi&ugrave; forte. Poi arrivarono i primi infortuni e le cose cambiarono un po&rsquo;&quot;.  E cambiarono anche le moto, con il TT-F1, poi il 1991 fu l&rsquo;anno del vero approdo in Superbike.  &quot;Con la Honda UK. Disputai gran parte della stagione con un budget cos&igrave; modesto da rasentare la barzelletta. Non fu una buona idea. Per&ograve; andai pi&ugrave; forte degli altri piloti che guidavano la mia stessa moto, compreso il due volte campione Fred Merkel. Ma nessuno not&ograve; tali risultati. Chiusi l&rsquo;annata al settimo posto, e si parla di una stagione in cui in pratica tutte le manche andarono ai piloti Ducati. Quindi non fu un cattivo risultato, ma faticai, forse anche per mie responsabilit&agrave;. A livello personale, invece, fu un anno bellissimo: mi sposai e poi arriv&ograve; mia figlia Danielle. Fu un toccasana, perch&eacute; guidare la RC30 era ormai un supplizio, dopo quattro anni&quot;.  Perch&eacute;?  &laquo;La peggior moto all&rsquo;anteriore della mia carriera. Per poco non distrussi la carriera a James Whitham... Dovevo andarmene. Anche perch&eacute; ero convinto di poter stare davanti a chi aveva le Ducati, mi ripetevo che stavo con loro in curva, ma poi in accelerazione le cose precipitavano. Il guaio &egrave; che soltanto io credevo nel mio valore. La separazione dalla Honda fu inevitabile&raquo;  Quale fu la soluzione?  &quot;Mi comprai la moto. E naturalmente fu una Ducati, ovviamente in versione racing e senza troppi chilometri sulle spalle. Investii per quella moto tutto ci&ograve; che avevo guadagnato in due anni con la Honda&quot;.  Quel 1992 ti cambi&ograve; la carriera anche perch&eacute; vincesti il mondiale Endurance: assieme a Terry Rymer, ci fu una coppia inglese a interrompere il predominio francese.  &quot;S&igrave;, anche se quel campionato lo disputai con una Kawasaki. E mi aiut&ograve; a finanziare l&rsquo;attivit&agrave; con la Ducati. Fu un anno importante, perch&eacute; la gente intu&igrave; il mio valore. Vinsi in SBK a Donington, da privato, un fatto pi&ugrave; unico che raro: alla seconda gara stagionale avevo gi&agrave; ottenuto il mio obiettivo. Fu possibile perch&eacute; la mia moto non era troppo inferiore alle ufficiali, e Donington &egrave; un circuito dove il pilota pu&ograve; fare la differenza, perch&eacute; pi&ugrave; della velocit&agrave; di punta conta la guida scorrevole sui curvoni, il mio punto forte. Nel resto della stagione restai alle spalle degli ufficiali, ma non lontano. E per questo la Ducati mi ingaggi&ograve; per la stagione successiva. Il resto &egrave; storia&quot;.  A Donington, il tuo successo arriv&ograve; in Gara 2, mentre in Gara 1 eri caduto quando eri al comando: come recuperasti da quella delusione?  &quot;Dopo Gara 1 sprofondai, non pensavo che mi sarei potuto sentire peggio. Stavo guidando la manche quando scivolai, piegando troppo. In qualche modo mi ripresi e mi presentai sulla griglia di Gara 2. Scattai malissimo, colpa di un problema alla frizione che all&rsquo;inizio slittava tantissimo, ma riuscii a rimontare e a riprendere il comando. Ricordo che ebbi un problema nella gestione del cambio, ma vinsi ugualmente. Ero distrutto dall&rsquo;emozione, al punto che non fui nemmeno in grado di festeggiare con un&rsquo;impennata sul traguardo&quot;.  Fu il momento in cui realizzasti che un giorno saresti diventato campione del Mondo?  &quot;Lo pensavo gi&agrave;, era soltanto questione di essere al posto giusto, sulla moto giusta nel momento giusto. Avevo perso un paio di stagioni a causa degli infortuni, ma non avevo mai smesso di crederci. Dopo quella vittoria, per&ograve; ambi&ograve; il pensiero degli altri nei miei confronti. Ci fu qualcuno che inizi&ograve; a dire &ldquo;&egrave; da anni che questo tizio sostiene di essere un vincente, forse dovremmo ascoltarlo&rdquo;. E comunque nel 1993 ebbi la moto ufficiale. Ma fu un anno di rimpianti, avrei dovuto vincere quel campionato. Fui un po&rsquo; testa calda: troppe cadute quando ero in testa. Vinsi 11 manche, contro le cinque di Scott Russell, che per&ograve; si prese il titolo, anche perch&eacute; io collezionai cinque &ldquo;zero&rdquo;. Fui troppo discontinuo&quot;.  Le vittorie in Ducati e il passaggio in Honda     I titoli arrivarono nel 1994 e 1995, ma dopo quei trionfi decidesti di lasciare la Ducati per tornare alla Honda, ovviamente come prima punta del team: oggi, a quasi 25 anni di distanza, lo rifaresti?  &quot;Ero nella realt&agrave; vincente, perfetta, ma nel 1995 rimasi colpito dalla crescita e dall&rsquo;organizzazione della Honda. Era una vera squadra, e la moto era molto veloce. E poi Neil Tuxworth, team manager della Castrol-Honda, mi fece una corte spietata tutto l&rsquo;anno. Mi ripeteva che avrei guidato un&rsquo;auto Honda, e moto da Cross della Honda. Ma a colpirmi fu l&rsquo;organizzazione della Honda, mentre in Ducati c&rsquo;era un po&rsquo; di caos. Per questo decisi di cambiare, spinto dal vecchio adagio secondo cui l&rsquo;erba del vicino &egrave; sempre pi&ugrave; verde. Ma in quel caso non lo era...&quot;.  Cosa non funzion&ograve;?  &quot;La Honda era veloce, ma non era adatta al mio stile di guida. L&rsquo;angolo di piega a centro curva non era sufficiente. E quindi feci doppietta soltanto ad Assen, dove ero quasi imbattibile. Mi rilanciai nella corsa al titolo, poi si and&ograve; ad Albacete, dove fui quinto e settimo e persi ogni chance, non riuscivo a generare velocit&agrave; in uscita dalle curve. Fu la sintesi della stagione. E c&rsquo;era altro&quot;.  Cosa intendi?  &quot;La Honda era organizzata ma l&igrave; eri soltanto un numero. In Ducati c&rsquo;era un&rsquo;organizzazione non sempre perfetta, ma era bello sentirsi il numero uno. In Honda mi proposero di rimanere un altro anno, ma non mi piaceva, anche se non fu il disastro che tanti hanno voluto disegnare, perch&eacute; arrivai quarto n classifica ma a meno di 40 punti dal campione, Troy Corser. Anche perch&eacute;, alla fine, quell&rsquo;anno fummo tutti un po&rsquo;discontinui, anche Aaron Slight e John Kocinski che a loro volta mi finirono davanti. Mi serv&igrave; un anno intero per tornare perfetto sulla Ducati. E firmai un&rsquo;altra doppietta di titoli: 1998 e 1999&quot;.  Il ritorno a Borgo Panigale     Quale dei quattro titoli Superbike &egrave; stato il pi&ugrave; gratificante? Forse il primo, vinto sul filo di lana nonostante un infortunio?  &quot;Quando il tuo sogno &egrave; il titolo mondiale, e lo conquisti, alla fine la soddisfazione &egrave; sempre enorme. La cosa bella fu l&rsquo;eco dei miei trionfi in patria: fui il primo campione della Superbike nato nel Regno Unito e questo fece crescere l&rsquo;interesse per il campionato nel mio Paese. Il primo titolo fu effettivamente complicato: avevo quasi vinto nel 1993, poi fui costretto a recuperare dalla frattura del polso dopo la prima tappa, cos&igrave; il ritorno dall&rsquo;Australia da campione del Mondo fu incredibile. Fu emozione e sollievo allo stesso tempo. Una sensazione che si &egrave; ripetuta per i trionfi successivi: pu&ograve; essere il primo titolo o il quarto, ma non conta, semmai conta avercela fatta. E alla fine il sapore &egrave; lo stesso&quot;.  Il 1999 fu un&rsquo;annata vissuta a livelli stratosferici, anche se forse le diverse opzioni di pneumatici e set up ti misero un po&rsquo; in difficolt&agrave;. Poi nel 2000 arriv&ograve; l&rsquo;infortunio che ti spinse ad annunciare il ritiro a 35 anni: fu il momento giusto per farlo o sentivi di avere altri anni al top?  &quot;Non avevo scelta. Non posso pi&ugrave; guidare nemmeno ora, a 20 anni di distanza, per colpa del rischio di danneggiare la spalla. La posizione del manubrio per me &egrave; impraticabile. Il ritiro non fu una mia scelta, ma un obbligo, per&ograve; l&rsquo;ho accettato. E anche di buon grado, pur sapendo che in quel 2000 avrei potuto rivincere, perch&eacute; per la prima volta &quot;la Ducati era tornata a essere decisamente pi&ugrave; veloce della Honda. Ma la caduta in Australia mise fine a tutto&quot;.  Che fine ha fatto: Troy Bayliss  &quot;Nel 1999 ero al top&quot;&nbsp;     Qual &egrave; il rimpianto?  &quot;Nel 1999 ero cresciuto ulteriormente, in particolare nella gestione delle gare. Credo di non essere mai stato forte e completo come nella stagione del mio quarto Mondiale, perch&eacute; per troppi anni non avevo usato la testa. Ma quell&rsquo;anno lo feci. Prima davo gas, quando arrivavo al limite, ne davo ancora di pi&ugrave;, e finivo per commettere errori. Ero sempre stato un pilota &ldquo;di cuore&rdquo;, ma nel 1998 iniziai davvero a usare la testa, e vinsi il campionato. Nel 1999 ero in una condizione in cui ero certo che nessuno mi avrebbe battuto, ero semplicemente il migliore. Sapevo che, svolgendo il corretto lavoro per la messa a punto nelle prove, in gara sarebbe andato tutto liscio. Anche se con le gomme, hai ragione...&quot;.  Scelta difficile?  &quot;Aprimmo il camion e trovammo 300 gomme, dalle quali &ldquo;estrarre&rdquo; quella che mi avrebbe permesso di correre al top per 15-20 giri. Scegliere le gomme fu pi&ugrave; difficile che vincere&quot;.  In Superbike hai ottenuto risultati che ti hanno proiettato nella leggenda, c&rsquo;&egrave; per&ograve; il rimpianto per non aver avuto una carriera nel Motomondiale?  &quot;Onestamente, non ho mai avuto una vera occasione. C&rsquo;era abbastanza &ldquo;politica&rdquo; in tutto questo, a livello di sponsor. Ebbi un incontro con Kenny Roberts in Spagna, a fine 1995, per poter entrare nel Team Marlboro Yamaha, sembrava una buona occasione su una moto adatta alle mie caratteristiche. Sono convinto che su quella moto avrei vinto delle gare e avrei lottato per il titolo, non mi importa di chi la pensa diversamente. Anche perch&eacute; da wild card sulla Cagiva, a Donington nel 1993, sarei andato sul podio se soltanto non fossi rimasto senza benzina. Era una moto che non avevo praticamente mai provato, eppure iniziai con il secondo tempo nelle prove del venerd&igrave;, e nessuno se lo ricorda...Io invece ricordo che iniziai a cercare il mio nome sullo schermo dall&rsquo;ottavo posto in gi&ugrave;, e non lo trovavo. Ma attorno a me vedevo gente sorridente, molto sorridente: ci credo, ero secondo dietro Wayne Rainey, davanti a Kevin Schwantz e Mick Doohan! Il sabato, per&ograve;, caddi in modo pesante, colpa di un attimo di deconcentrazione, e praticamente persi l&rsquo;intera giornata. Per la gara, dove scattai dalla seconda fila, tirammo a indovinare tutto: assetto, gomme. Alla fine ero terzo, nonostante problemi con la gomma anteriore e i freni, ma fin&igrave; la benzina! Conclusi quarto. Non male, per essere stata la parentesi di un weekend su una moto non mia&quot;.  Quello con Roberts fu l&rsquo;unico incontro per correre in 500 stabilmente?  &quot;Parlai anche con Garry Taylor per il Team Lucky Strike Suzuki. Ma come accadde con Roberts, anche loro mi fecero capire che, pur volendomi, non avrebbero potuto ingaggiarmi: lo sponsor voleva altri nomi. Almeno, questo &egrave; ci&ograve; che mi venne raccontato, e non conosco tutta la storia. Forse ho le mie responsabilit&agrave;, non mi ero &ldquo;venduto&rdquo; bene, dicendo a volte cose poco diplomatiche. Ma come pilota, avevo uno stile di guida paragonabile a Luca Cadalora, Max Biaggi, Carlos Checa, gente che ha avuto successo in 500. E non credo che loro fossero pi&ugrave; forti di me. Credete davvero che sui curvoni di Donington o Assen non avrei potuto vincere nella stessa 500? Credetemi, avrei vinto anche in 500. Guardate Simon Crafar, che non ha mai vinto in Superbike, ma l&rsquo;ha fatto in 500. Non dico che avrei vinto il titolo, perch&eacute; sarebbe servito battere Doohan nell&rsquo;arco di una stagione, ma sarei stato competitivo. Ripenso a Cal Crutchlow, quando ha vinto in MotoGP: non dico che l&rsquo;ho invidiato, ma avrei voluto esserci io al suo posto, come primo inglese a vincere in top class dopo Barry Sheene. Avrei voluto che di Cal si dicesse: il primo inglese a vincere in top class dai tempi di Fogarty&quot;.  L&#39;esperienza televisiva     In compenso hai vinto il reality show nella giungla.  &quot;Un grande successo, anche perch&eacute; diventato lo show televisivo pi&ugrave; visto nel Regno Unito. Non fu facile partecipare, perch&eacute; mia moglie Michaela era contraria. Le rispondevo: &ldquo;Tranquilla, con il mio carattere sar&ograve; il primo a essere eliminato&rdquo;. &Egrave; invece &egrave; stata una bella avventura, una sorpresa, perch&eacute; &egrave; stato tutto emozionante&quot;.  Celebre il tuo &laquo;Non ho paura, andiamo&raquo; nella vasca con i rettili.  &quot;S&igrave;, e ricordo che quando uscii dalla vasca per essere intervistato, avevo ancora uno di loro attaccato al costume. Il presentatore mi disse &ldquo;Sei contento di rivederci Foggy?&rdquo;. Io iniziai a gridare &ldquo;C&rsquo;&egrave; un serpente nel costume&rdquo;. A quel punto dovettero intervenire i domatori, tra i quali una ragazza e io le gridai: &ldquo;Vedi di prendere il serpente giusto&rdquo;. Fu la battuta pi&ugrave; divertente della mia vita, ed era sulla TV nazionale&quot;.  E dire che quando correvi non eri proprio morbido, ma forse avevi bisogno di crearti dei rivali per man-tenere la motivazione alta. Ora che non corri pi&ugrave; sei quasi &ldquo;zen&rdquo;.  &quot;Se oggi ripenso a com&rsquo;ero quando correvo, un po&rsquo; mi sento in imbarazzo. Anzi, forse dovrei pentirmi di certi atteggiamenti. Ma in fondo ero proprio cos&igrave;, almeno in pista. A questi livelli di competitivit&agrave;, si &egrave; quasi costretti a odiare chi sta cercando di precederti e di batterti. E nel mio caso, funzionava. Ai tempi, tutto ci&ograve; che dicevo lo sentivo e lo pensavo, ma se tornassi indietro, non ripeterei certe cose, e mi limiterei a parlare in pista. Ricordo anche che fuori dai circuiti ero una persona differente, ero molto pi&ugrave; timido. Per&ograve; in pista, pi&ugrave; vincevo e pi&ugrave; diventavo arrogante, non riuscivo a fermarmi. Credo che ai fans piacesse, e che ai media piacesse, eravamo in piena era &ldquo;Britpop&rdquo;, c&rsquo;era Sky Sports a gettare benzina sul fuoco. Tornassi indietro, agirei in modo differente e terrei la bocca molto pi&ugrave; chiusa. Forse la pressione legata al desiderio di vincere mi ha fatto esagerare, fino a generare una sorta di follia&quot;.  Scatto Sprint: gli anni di Bontempi e Gobert in Kawasaki 

&quot;Ho vinto quattro titoli in modi diversi, prima con il cuore e poi con la testa, e un comune denominatore: la Ducati che mi forniva una moto perfetta. Ho dei rimpianti: se avessi avuto un&rsquo;occasione, in 500 sarei stato protagonista&quot;, racconta Carl &nbsp;

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