I primi test&nbsp;dell&rsquo;anno hanno raccontato una verit&agrave;: le nuove gomme Michelin sembrano pi&ugrave; adatte a Yamaha e Suzuki e meno a Honda e Ducati. Per migliorare le prestazioni, la Casa Alata conter&agrave; su un Marc Marquez ancora in convalescenza, quella di Borgo Panigale sul duo Dovizioso-Petrucci. Piloti sui quali per&ograve;, &egrave; necessaria una riflessione: il primo non &egrave; stato accontentato del tutto neanche quest&rsquo;anno riguardo la richiesta di maggiore efficacia della Desmosedici in curva, mentre il secondo deve ritrovare se stesso nell&rsquo;anno del &ldquo;dentro o fuori&rdquo;.    Honda e Ducati hanno tre belle &ldquo;gatte da pelare&rdquo;, in un anno in cui la Yamaha si &egrave; rinforzata (anche in vista del 2021-22), la Suzuki sembra aver trovato la costanza e soprattutto KTM e Aprilia potrebbero avvicinarsi al top grazie rispettivamente al lavoro di Dani Pedrosa e al nuovo progetto. L&rsquo;unica certezza, in queste prime settimane decisive, &egrave; che Cal Crutchlow da una parte e soprattutto Michele Pirro dall&rsquo;altra avranno un compito non facile.&nbsp;  Non dimentichiamoci, poi, che entrambe le Case stanno affidando i risultati di una stagione a quattro piloti in scadenza di contratto: i due Marquez (Alex ha firmato per un solo anno), Dovizioso e Petrucci. E qui entra in scena anche il mercato: la firma del campione del Mondo con la Honda appare scontata. Appare, appunto. Anche se l&rsquo;arrivo del Marziano a Bologna avrebbe il sapore di una sfida interessante, di quelle che alzerebbero l&rsquo;attenzione degli appassionati per il Motomondiale. Cosa di cui Carmelo Ezpeleta e la Dorna avrebbero grande bisogno. Claudio Domenicali per&ograve;, in occasione della presentazione del Team Aruba.it Superbike a Imola, ha tenuto calda l&rsquo;ipotesi di un rinnovo sia per Dovizioso che per Petrucci. Singolare, considerando le turbolenze degli ultimi mesi.  Del resto Alex Rins e Joan Mir sembrano in procinto di rinnovare con la Suzuki. Alternative? Magari un&rsquo;eventuale &ldquo;pesca&rdquo; dalla Superbike. A proposito di scelte mediaticamente interessanti&hellip;  Razali: &ldquo;Rossi e Lorenzo, coppia interessante per il 2021&rdquo; 

La Casa italiana e quella giapponese devono aumentare il feeling con le nuove gomme e fare chiarezza sul futuro dei loro piloti

L&#39;editoriale del Direttore: Ducati-Honda, partita doppia

A quanto pare, Jordi Torres ci ha ripensato. Niente pi&ugrave; campionato spagnolo Superbike per lui, bens&igrave;, mondiale.  Sfumato l&#39;accordo con Pedercini e Kawasaki, il basettone estroso &egrave; entrato in contatto con il MIE Racing Althea Honda Team, per avere a disposizione una Honda CBR RR-R.  Sembra affare fatto: pilota e squadra hanno unito gli intenti e, stando alle ultime indiscrezioni, partiranno insieme da Jerez, primo round europeo. Il compagno di squadra Takahashi &egrave; gi&agrave; pronto per Phillip Island, anche se - a dirla tutta - ancora non si &egrave; visto in pista quest&#39;anno.  Torres, uomo Dorna, &egrave; un bel personaggio ed un gran manico. Avendo lui in Honda, le ipotesi Savadori (da noi mai appoggiate) restano solo nelle parole: Lorenzo &egrave; in Aprilia e l&igrave; rester&agrave; per un po&#39; di stagioni.  Savadori come Pirro: pilota e tester Aprilia? 

Jordi e il team MIE Racing Althea Honda partiranno insieme da Jerez, Savadori sempre pi&ugrave; uomo Aprilia

SBK, Torres - Honda: &egrave; fatta

Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Alvaro Bautista, che ha rilasciato una intervista al sito specializzato motosan.es, curioso di sapere come lo spagnolo affronter&agrave; la stagione SBK 2020 che sta per cominciare.  &ldquo;Bau Bau&rdquo; - questo il nickname affibbiatogli lo scorso anno - ha paragonato la sua nuova avventura in Honda con l&rsquo;esperienza 2019 in Ducati: &ldquo;Il team sta compiendo uno sforzo incredibile - ha detto - ed il trattamento &egrave; uguale a quello avuto quando correvo in MotoGP. Io sto cercando il feeling con la moto, al mio fianco ho tanti ingegneri giapponesi&rdquo;.  Alvaro deve abituarsi a tante differenti cose: &ldquo;Innanzitutto, l&rsquo;erogazione del motore. Il passaggio da V4 a quattro in linea non &egrave; uno scherzo, anzi, la sensazione &egrave; strana. Mi devo abituare, con l&rsquo;obiettivo di essere presto competitivi. Partiamo da zero e siamo molto motivati&rdquo;.  Nel box di Jerez c&rsquo;erano due pezzi grossi. Kuwata e Puig, rappresentanti HRC e Honda: &ldquo;Bello averli al mio fianco - continua Bautista - siamo molto ambiziosi, anche se non credo che stavolta riuscir&ograve; a replicare i risultati ottenuti lo scorso anno. Il progetto &egrave; totalmente nuovo, stiamo lavorando ed i tecnici sono impegnati per soddisfare le mie richieste&rdquo;.  A quali risultati si riferisce il pilota? Alle undici affermazioni centrate di fila con la Ducati Panigale V4 R. Questo record, non sembra da lui replicabile. Per ora.  SBK test Portimao, Bautista: &ldquo;Siamo in ritardo&rdquo; 

Alvaro non vede possibile uno score di 11 successi consecutivi: &ldquo;Il progetto Honda &egrave; tutto nuovo, stiamo lavorando per essere competitivi e mi devo abituare al quattro cilindri in linea&rdquo;

Allarme Bautista: &ldquo;Non credo riuscir&ograve; a replicare i risultati con Ducati&rdquo;

Non sembra vivere un momento troppo sereno Marc Marquez a causa della spalla destra che non vuole proprio recuperare in vista della tanto attesa stagione 2020 che sta per ripartire.    E nemmeno Jorge Lorenzo, suo ex compagno di squadra al team Honda, accompagnato da tanti piloti del Mondiale e non, &egrave; riuscito a farlo distrarre dai suoi allenamenti e dal pensiero fisso di guarire in tempo per l&#39;8 marzo, ovvero per la prima gara dell&#39;anno&nbsp;in programma in Qatar.  Il video divertente   In modo molto ironico e divertente, il maiorchino che al momento si trova in vacanza a Dubai, ha postato un video su Instagram nel quale si vede un gatto che scivola da una tettoia alta circa cinque metri ma che riesce con estrema agilit&agrave; a &ldquo;cadere in piedi&rdquo; senza farsi niente e a riprendere la sua strada come se nulla fosse.  Un vero &ldquo;recupero&rdquo; che a Jorge ha fatto subito pensare a Marc Marquez, essendo lui un vero e proprio gatto quando deve salvare la moto mentre sta per sfuggirgli di mano.  &ldquo;Wow, che recupero! - ha scritto Lorenzo di corredo al video taggando Marquez e aggiungendo &ndash; tu per&ograve; sei il migliore!&rdquo;. Il video e il commento sono piaciuti tantissimo, tanto che sono stati molti i fans ma anche i piloti che hanno commentato con faccine sorridenti.  Tra di loro anche il nove volte campione del mondo di motocross Tony Cairoli, cos&igrave; come il pilota Moto2 Jorge Martin, Loris Baz, Dennis Foggia, Dominique Aegerter etc.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Woww what a save @marcmarquez93 ...!! You are the best!   Un post condiviso da  Jorge Lorenzo (@jorgelorenzo99) in data: 14 Feb 2020 alle ore 12:02 PST      Nessuna risposta   L&#39;unico per&ograve; che non ha risposto, nonostante abbia colto sicuramente l&#39;ironia del video, &egrave; stato proprio Marc Marquez. L&#39;otto volte iridato ha infatti ben altro a cui pensare in questo momento, dato che la spalla destra operata a fine novembre sembra proprio non volerne sapere di recuperare come si deve.    L&#39;intervento, infatti, aveva previsto un recupero pi&ugrave; breve e abbastanza semplice, ma invece non &egrave; andata cos&igrave;.  Tornato in pista nei test di Sepang Marc aveva detto di essere soltanto al 70% della sua forma fisica, tanto da &ldquo;costringerlo&rdquo;, anche nel giorno di San Valentino, a fare gli straordinari come si vede da una foto postata sui social&nbsp; in cui si allena in palestra.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Seguimos Keep pushing!! @fisiocarlosjgarcia  Un post condiviso da  Marc M&aacute;rquez (@marcmarquez93) in data: 14 Feb 2020 alle ore 12:56 PST       L&#39;inverno di Marquez, quindi, non &egrave; stato dei pi&ugrave; felici e con un grattacapo del genere, con la stagione alle porte e tante preoccupazioni per il fatto di non poter provare la RC213V nel modo migliore durante i test (fase importantissima per il futuro del Campionato 2020), al momento non c&#39;&egrave; niente che riesca a farlo divertire.  Neppure &ldquo;gatto Marc&rdquo;, tra l&#39;altro &ldquo;vestito&rdquo; di bianco e arancio proprio come lui, che recupera in modo esemplare una caduta.  Test Sepang, Marquez: &ldquo;Fatico molto fisicamente, pi&ugrave; del previsto&rdquo; 

Il maiorchino ha taggato Marquez in un video di un gatto che come lui riesce a rimanere &ldquo;in piedi&rdquo; dopo una caduta non caduta, ma Marc adesso ha ben altro a cui pensare

Lorenzo scherza con Marquez, ma per lui non &egrave; il momento di ridere

Con i test di Sepang ormai alla spalle e la stagione MotoGP 2020 sempre pi&ugrave; vicina, vi abbiamo chiesto, secondo voi, come sar&agrave; la stagione dell&#39;esordiente Alex Marquez.    Il 23enne spagnolo, con un cognome pesante da portare, ma anche con due titoli iridati conquistati (uno in Moto3 nel 2014 e l&#39;altro in Moto2 nel 2019), vivr&agrave; quest&#39;anno un banco di prova importantissimo.  Approdato alla classe regina direttamente al team ufficiale Honda, per lui non sar&agrave; facile adattarsi alla RC213V visto come &egrave; andata lo scorso anno a Jorge Lorenzo, ma chiss&agrave; che il numero 73 non possa stupirci.    I risultati del sondaggio   Chiedendovi quindi come sar&agrave; la sua stagione di esordio, in tanti avete dato la stessa risposta: Alex vivr&agrave; una buona stagione e riuscir&agrave; a lottare a centro gruppo un po&#39; come Dani Pedrosa, ex alfiere Honda e adesso collaudatore KTM. A dare questa risposta &egrave; stato il 58% dei votanti.  C&#39;&egrave; per&ograve; un 38% dei tifosi della MotoGP che invece pensa che per Alex il 2020 sar&agrave; un vero e proprio incubo, come lo &egrave; stato il 2019 di Jorge Lorenzo.  &Egrave; cosa nota, infatti, che il maiorchino arrivato alla Honda con cinque titoli iridati, non sia riuscito a domare la RC213V, arrivando perfino a decidere di abbandonare il mondo delle competizioni dopo i tanti infortuni avuti durante la stagione. Che Alex possa avere lo stesso destino?  Pessimismo cosmico   Ovviamente ci auguriamo di no, ma quel che &egrave; certo, o perlomeno che &egrave; emerso dal sondaggio &egrave; che il novellino della classe regina &egrave; appoggiato solo da un ristretto 4% di votanti che si sente ottimista nei suoi confronti e crede che la sua stagione sar&agrave; ottima e che sar&agrave; subito dietro al fratello Marc.  Chiss&agrave; che Alex non ci stupisca, intanto non possiamo fare altro che attendere l&#39;inizio del Campionato 2020 previsto per l&#39;8 marzo.  Pedrosa: &quot;Tutti si lamentano della Honda, solo Marquez la guida&rdquo; 

A rivelarlo sono le percentuali dei votanti che hanno deciso di partecipare al nostro sondaggio

Alex Marquez come Pedrosa, per lui una stagione 2020 a met&agrave; classifica

Ecco le immagini della nuova Honda che accompagner&agrave; i fratelli Marquez nel Campionato del Mondo di MotoGP 2020, al via l&#39;8 marzo in Qatar

Honda MotoGP: le RC213V 2020 di Alex e Marc Marquez - FOTO

Ecco le immagini del cinque volte Campione del Mondo, con la sua Honda 2020

Honda MotoGP: Marc Marquez con la sua RC213V 2020 - FOTO

Ecco tutte le immagini del rookie Alex Marquez con la sua prima Honda ufficiale di MotoGP

Honda MotoGP: Alex Marquez con la sua RC213V 2020 - FOTO

  Da zero&nbsp;a dieci, qual &egrave; il voto? Il suo bilancio, Cal Crutchlow lo far&agrave; probabilmente a fine 2020, la sua decima stagione in MotoGP. In quel momento, Crutchlow avr&agrave; 35 anni, la stessa cifra con cui corre sin dal 2009, quando vinse il mondiale Supersport. Prima, per&ograve;, il britannico della Honda di Lucio Cecchinello vuole togliersi altre soddisfazioni nella top class, in cui ha vinto tre GP, un record in questa era per un pilota che non gareggia in un team ufficiale.  il 2020&nbsp;potrebbe portarti a dire &quot;Missione compiuta, &egrave; il momento di lasciare&quot;?   &quot;Non lo so, onestamente. All&rsquo;inizio dell&rsquo;anno scorso ero pronto a considerare quella del 2020 come l&rsquo;ultima stagione. Ma con il passare dei mesi sono stato assalito dai dubbi, non ero nemmeno sicuro di voler correre nel 2020, perch&eacute; non mi sono sentito bene con la moto. Sono stato anche competitivo, ma non sul bagnato, ed &egrave; strano perch&eacute; &egrave; una condizione che mi ha sempre visto protagonista. Ho faticato con il &#39;turning&#39; e la frenata della moto. Ma alla fine proprio le gare negative mi hanno spinto a continuare: la sfida &egrave; provare che sono ancora capace di andare forte&quot;.  Qual &egrave; l&rsquo;attuale feeling?  &quot;Vediamo come andr&agrave; la stagione 2020, in particolare l&rsquo;inizio. Vale per me come tutti gli altri veterani, come Valentino Rossi e Andrea Dovizioso. Tanti piloti decideranno il futuro basandosi sull&rsquo;inizio del 2020&quot;.  Quando pensi di prendere una decisione? Hai fissato una scadenza?  &quot;No. Se parli con Lucio&nbsp;(Cecchinello), ti dir&agrave; che posso rinnovare con LCR quando voglio. Ed &egrave; vero, sento di poter rimanere con Lucio finch&eacute; voglio. E penso valga anche per la Honda, so che sono interessati a me. Il rapporto con loro &egrave; molto buono, con il management e gli ingegneri. Sto davvero bene con tutti&quot;.  E quindi?  &quot;Risentiamoci a met&agrave; stagione e avr&ograve; le idee pi&ugrave; chiare&quot;.  Hai&nbsp;messo in vendita la tua casa in Toscana, &egrave; un segnale?  &quot;No, &egrave; una casa per le vacanze. E non ci sono andato per troppo tempo&quot;.  Hai detto che il post-carriera lo vivrai in California, sei gi&agrave; pronto per andare negli States?  &quot;No, per ora la California &egrave; la soluzione per l&rsquo;inverno. Qualsiasi cosa accada. Lo hanno sempre fatto anche Nicky Hayden, Ben Spies e Colin Edwards. Il progetto, comunque, &egrave; che mia figlia Willow&nbsp;(che ha quasi quattro anni, nde)&nbsp;vada a scuola in California. Non voglio che viva met&agrave; dell&rsquo;anno all&rsquo;Isola di Man e l&rsquo;altra met&agrave; negli Stati Uniti&quot;.&nbsp;  Cosa ti piace della California?  &quot;Tante cose. Lo stile di vita &egrave; perfetto per me, posso uscire in bicicletta. Il Sole &egrave; sempre splendente, e questo &egrave; un punto fondamentale. All&rsquo;Isola di Man devi fare i conti con il vento che va a 100 orari con la pioggia. Non &egrave; soltanto una questione di clima piacevole: con tutti gli infortuni avuti, il clima mite e il Sole mi aiutano perch&eacute; generano meno dolori. Ho comprato casa quasi due anni fa, io e Lucy amiamo quel posto, l&rsquo;abbiamo frequentato per dieci anni in inverno. Vogliamo rimanerci&quot;.  &Egrave; una scelta particolare, per una persona effettivamente fuori dagli schemi: &egrave; vero che tu non vai in moto fuori dalle gare?  &quot;Non guido mai la moto&quot;.  Nemmeno una moto da Cross o da Dirt Track, per gli allenamenti?  &quot;Non mi piace semplicemente guidare una moto. Amo gareggiare, amo la moto in pista. Ma non fuori&quot;.&nbsp;  Perch&eacute;?  &quot;Prima di tutto, perch&eacute; se guido una moto voglio andare a 300 orari. Secondo, perch&eacute; so guidare una moto, ma se per strada un&rsquo;auto commette un&rsquo;infrazione, &egrave; un problema. Se parliamo di off-road, per allenarsi, ammetto che con Motocross, Supermoto e cose del genere, sono davvero negato. E allora non avrebbe alcuna utilit&agrave; per me. Tutti consigliano di passare pi&ugrave; tempo possibile in sella, ma se hai un cattivo feeling poi te lo trascini nei weekend di gara. Quindi mi preparo andando in bicicletta. Oltretutto, andare in moto da soli non &egrave; divertente: io vivo all&rsquo;Isola di Man, durante la stagione, e fatico a trovare un gruppo di persone con cui andare in moto. Per&ograve; ammetto che ho una tipologia di moto&quot;.&nbsp;  Quale?  &quot;Moto da Trial. Anche se la uso una volta all&rsquo;anno per divertimento. Davvero, penso di aver guidato una moto fuori dai GP non pi&ugrave; di dieci volte negli ultimi cinque anni&quot;.  &nbsp;  La crisi dei piloti inglesi    Gli inglesi&nbsp;nella top class sono quasi una specie in via di estinzione: dove sono finiti coloro i quali hanno grosso modo inventato il Motomondiale assieme agli italiani?  &quot;Bella domanda...&quot;.&nbsp;  I media inglesi sostengono che tu sei stato l&rsquo;unico a lasciare la &ldquo;comfort zone&rdquo; del mondiale Superbike per andare a sfidare i migliori piloti del Mondo in MotoGP.&nbsp;  &quot;S&igrave;, ero il miglior pilota britannico in quel momento, e sono stato quello che si &egrave; preso il rischio&quot;.   Potevi avere vita pi&ugrave; facile in Superbike.&nbsp;  &quot;Forse, ma &egrave; confortevole anche la vita in MotoGP. Anzi, pi&ugrave; che confortevole&quot;.&nbsp;  Per&ograve; poteva andare anche in un altro modo.&nbsp;  &quot;S&igrave;, sono stato anche fortunato. Debuttai nel 2011, l&rsquo;ultimo della cilindrata 800, con la Yamaha Tech 3 di Herv&eacute; Poncharal. A met&agrave; di quel primo anno andai da Herv&eacute; e gli dissi &ldquo;Voglio tornare in SBK&rdquo;. E lui rispose fermo &ldquo;No, ce la faremo, lavoreremo meglio&rdquo;. Chiusi il 2011 con il quarto posto a Valencia, cominciai il 2012 con un altro quarto in Qatar, e questo fu incoraggiante. Da allora, mi sono sempre trovato bene in MotoGP. Penso di aver effettuato la scommessa al momento giusto&quot;.&nbsp;  Scommessa?  &quot;S&igrave;, &egrave; stata una scommessa, ma non ho mai avuto rimpianti. Ho corso pi&ugrave; o meno in ogni campionato: Supersport e Superbike prima in Inghilterra poi nel Mondiale, poi la MotoGP. La mia &egrave; stata una scalata, cambiando categoria quasi ogni anno, e in una scalata del genere la MotoGP &egrave; la vetta. Averla raggiunta &egrave; stato un motivo di felicit&agrave;, ma gli inizi non furono facili, non per l&rsquo;ambiente e le piste, ma perch&eacute; non mi trovavo con la moto. Ma una volta completato l&rsquo;adattamento da una Superbike a una MotoGP, &egrave; andato tutto bene&quot;.  Tra&nbsp;i piloti britannici vedi qualche potenziale erede di Crutchlow?  &quot;Penso che tanti piloti abbiano le capacit&agrave; giuste, &egrave; anche questione di opportunit&agrave;. E di quanto si vuole raggiungere un risultato&quot;.&nbsp;  Qualche nome?  &quot;Non saprei. Sam Lowes &egrave; stato in MotoGP ma non era in una buona situazione. Ma lui sa guidare una MotoGP. John McPhee sarebbe bravo, ma sta invecchiando in Moto3. Non &egrave; facile, io supporto i giovani britannici, supporto la British Talent Cup. Desidero che ci sia un futuro per i nostri piloti&quot;.&nbsp;  Come ti spieghi questa difficolt&agrave;?  &quot;Non so il motivo, ma &egrave; difficile portare i piloti britannici nel Mondiale. Forse perch&eacute; il nostro campionato Superbike, il BSB, &egrave; decisamente di alto livello. Molti piloti competitivi non si muovono da l&igrave; perch&eacute; &egrave; un campionato importante e non cercano l&rsquo;opportunit&agrave; di correre nel Mondiale&quot;.&nbsp;  Nessuno ci prova oppure a nessuno &egrave; concessa un&rsquo;opportunit&agrave;?  &quot;Credo che in molti abbiano avuto un&rsquo;opportunit&agrave;. Penso per esempio a Eugene Laverty, per&ograve; non l&rsquo;ha avuta nella situazione ideale. Ma poi una situazione &egrave; buona o meno buona anche per il modo in cui il pilota la sfrutta. Ripenso al mio primo anno con la Yamaha Tech 3, le cose non andavano bene ma trovai il modo per far funzionare tutto. Dipende anche da quanto sei determinato. Per stare con gli spagnoli, gli italiani o Quartararo, non &egrave; soltanto questione di talento, serve volerlo fortemente. Io l&rsquo;ho voluto, anzi a volte ho peccato di troppa determinazione, e l&rsquo;ho pagato con certe cadute, ma ho sempre cercato di andare oltre il talento puro&quot;.  Crisi inglese: la Brexit dei GP  &nbsp;  Honda, i fratelli Marquez e le aspettative 2020    Hai&nbsp;lavorato con Yamaha, Ducati e Honda. Trovi che il loro approccio alle gare sia differente?  &quot;Hanno filosofie differenti, completamente differenti. Non &egrave; difficile da spiegare. Si parte dal presupposto che tutti vogliono vincere, ma cambia il modo in cui si insegue il risultato. Non credo esista la formula perfetta, nel 2019 hanno vinto quattro Case, compresa la Suzuki, attraverso strade differenti&quot;.&nbsp;&nbsp;  Come descrivi il DNA di ogni Casa?  &quot;Quando ero alla Ducati, la loro filosofia era quella di mostrare al Mondo la loro tecnologia, a partire dal motore pi&ugrave; potente sulla griglia. Ora la Ducati &egrave; un pacchetto pi&ugrave; completo: c&rsquo;&egrave; ancora tanta tecnologia, ma &egrave; una moto pi&ugrave; completa. La Yamaha parte dall&rsquo;intenzione di facilitare le cose al pilota, realizzando una moto pi&ugrave; semplice&quot;.&nbsp;  E la Honda?  &quot;La Honda &egrave; pi&ugrave; &ldquo;manuale&rdquo;, pi&ugrave; a discrezione della guida del pilota. La devi guidare di pi&ugrave;, c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; contributo del pilota a livello anche di input. &Egrave; per questo forse che la Honda ottiene risultati. Se cambiano le condizioni, noi che siamo in sella possiamo trovare il giusto compromesso per andare forte in ogni tratto della pista. E poi &egrave; bellissimo guidare una Honda factory: quando vedi la moto &ldquo;svestita&rdquo;, &egrave; incredibile, sembra di vedere i Lego! Il modo in cui tutti i pezzi sono messi assieme, &egrave; un&rsquo;opera d&rsquo;arte. Degna di Picasso. Ho sempre sognato di guidare una Honda factory: sono orgoglioso di aver raggiunto anche questo traguardo&quot;.&nbsp;  Tra i compagni di squadra avuti nel corso della carriera, con chi ti sei trovato meglio?  &quot;Penso a Dovizioso, perch&eacute; &egrave; un ragazzo genuino. Ed &egrave; un grande pilota. Quando corremmo assieme, nel 2012 sulla Yamaha Tech 3 e poi nel 2014 in Ducati, la nostra velocit&agrave; era simile, ma lui era pi&ugrave; continuo: lui fece pi&ugrave; podi di me con Tech 3 e gare migliori sulla Ducati, anche se avevamo lo stesso ritmo. Assieme lavoravamo bene, perch&eacute; fornivamo indicazioni simili, nella stessa direzione, pur avendo stili di guida differenti. Con Dovi &egrave; possibile battagliare fino all&rsquo;ultima curva in pista e poi essere amici fuori&quot;.&nbsp;  Con Marc Marquez forse &egrave; pi&ugrave; difficile. Il suo sorpasso nei tuoi confronti a Phillip Island, una manovra al limite, genera una domanda: se l&rsquo;avessi subito da qualcun altro, saresti stato pi&ugrave; arrabbiato a fine gara?  &quot;Non la vedo cos&igrave;, anche perch&eacute; non ci avevo fatto particolarmente caso durante la gara. Marc &egrave; duro, e vede le cose in modo differente rispetto agli altri, e tu lo devi accettare, perch&eacute; devi sapere con chi stai correndo&quot;.&nbsp;  Ti ha fatto arrabbiare quella manovra?  &quot;No, non mi importava pi&ugrave; di tanto la manovra in s&eacute;, ero arrabbiato perch&eacute; avevo perso una posizione nei confronti di Iannone. Fossi rimasto terzo dopo il sorpasso e il contatto, non sarebbe stato un problema. &Egrave; stata l&rsquo;ulteriore posizione persa, in favore di Andrea, a farmi scuotere la testa, non era nei confronti di Marc. Il guaio &egrave; che in quel momento Iannone aveva un passo inferiore rispetto a Marquez e Vi&ntilde;ales, e ho perso il contatto con la vetta&quot;.&nbsp;  Com&rsquo;&egrave; il rapporto con Marc?  &quot;C&rsquo;&egrave; rispetto reciproco, ci sono state belle battaglie tra noi, e altre ce ne saranno. Lui sar&agrave; sempre battagliero, per questo &egrave; ammirato da tanti piloti anche se poi molti non reagiscono come me, se subiscono un sorpasso come quello di Phillip Island, ma la prendono molto peggio. Dopo la gara mi venne chiesto &#39;Perch&eacute; non hai reagito?&#39;&quot;.&nbsp;  La tua risposta?  &quot;Ero troppo lontano per reagire!&quot;.  Parliamo&nbsp;invece dell&rsquo;altro pilota ufficiale Honda del 2019, Jorge Lorenzo. Qual &egrave; la tua opinione sulla sua ultima stagione e sulla sua decisione di lasciare la MotoGP?  &quot;Forse capisco meglio di tutti la sua situazione, perch&eacute; quando in Honda valutarono il suo ingaggio, io li misi in guardia. E in pista &egrave; successo proprio ci&ograve; che avevo previsto. Lo dico con onest&agrave;: non dimenticate che nei primi tre anni in MotoGP ero stato compagno di Marca di Jorge, in Yamaha. Ci&ograve; che riusciva a fare con la M1 era incredibile, inimitabile. In quel periodo ho imparato a conoscere il suo stile di guida e le sue necessit&agrave; per andare forte. E la Honda &egrave; differente dalla Yamaha&quot;.&nbsp;  Cosa pensi dell&rsquo;arrivo di Alex Marquez direttamente nel Team HRC? Ti ha sorpreso e, soprattutto, pensavi di meritare tu il posto nel factory team?  &quot;Onestamente no, non sono rimasto sorpreso, perch&eacute; si tratta del fratello di Marc Marquez. Non sono stato consultato, perch&eacute; l&rsquo;argomento non era di mia competenza. Ho parlato spesso con Alberto Puig, ma su determinate situazioni non &egrave; stato lui ad avere l&rsquo;ultima parola. Alla fine cambia poco per me, ho comunque un contratto con l&rsquo;HRC e sono contento di correre per LCR, si lavora molto bene e abbiamo ottimo materiale a disposizione. In definitiva, con loro sono salito 12 volte sul podio. E alla fine, ci&ograve; che succede nel box Repsol, non mi disturba&quot;.&nbsp;  Come&nbsp;si prospetta il 2020 per te? Hai provato il nuovo prototipo a Valencia, mentre a Jerez hai testato cose che potevano essere valutate anche con la moto 2019.  &quot;Il primo test con la moto 2020 era stato a Brno, con il primissimo prototipo. Poi abbiamo replicato a Misano, ma l&igrave; &egrave; stato pi&ugrave; complicato, perch&eacute; ci siamo concentrati anche sul weekend di gara. Poi siamo arrivati a Valencia, dove i due giorni in pista sono stati utili alla Honda per la moto 2020. L&igrave; ho girato poco con la moto 2019, ho usato soprattutto il prototipo della nuova moto, al contrario a Jerez ho provato soprattutto la moto 2019, e se l&rsquo;avessi saputo prima, forse sarebbe stato meglio rimanere fermi, ma comunque abbiamo provato parti utili per il 2020. In generale il feeling &egrave; stato buono, ci sono alcune cose da migliorare, ma gi&agrave; rispetto alla prima versione del prototipo si sono registrati passi avanti&quot;.  &ldquo;Da zero a dieci&rdquo;, vale perch&eacute; sei alla vigilia della decima stagione in MotoGP. Ma se, da zero a dieci, dovessi dare un voto al tuo 2019?  &quot;Sei. Tre podi sono un buon risultato, ma con altri tre avrei avuto una posizione decisamente migliore in campionato. E quei tre podi in pi&ugrave; li avrei potuti conquistare. Credo che soltanto Marc possa darsi 10, io mi tengo il mio 6, non male comunque&quot;.  Test Sepang, Crutchlow: &ldquo;La nuova Honda? Devo ancora capirla&rdquo; 

&quot;Potrei essere all&#39;ultimo anno in MotoGP, e il rischio &egrave; che non ci sia un mio erede tra gli inglesi: i miei connazionali amano la SBK, ma dovrebbero uscire dalla confort zone&quot; dice Cal

Crutchlow:&nbsp;&ldquo;Tanti decideranno il futuro basandosi sull&rsquo;inizio del 2020&rdquo;

Stilare un bilancio oggettivo non &egrave; mai semplice, soprattutto quando non ci si pu&ograve; avvalere di effettivi risultati colti sul campo dai protagonisti in questione.  Pioggia, sole, condizioni differenti e confronti a distanza: i piloti della SBK non si sono affrontati in test &ldquo;faccia a faccia&rdquo;, tutt&rsquo;altro: tra strategie, attese, rinunce e diversi tracciati scelti, la sfida &egrave; avvenuta in differita, con riscontri dilazionati.  Insomma, tutto questo per dire che, comunque, una idea ben precisa ce la siamo gi&agrave; fatta.  Kawasaki - Ever Green  Proprio il tram Provec ha evitato lo scontro diretto. Non sempre, direte voi, ma spesso. Nei test autunnali di fine anno, la squadra verde - o meglio, Rea - ha battuto tutti, idem a nel freddo bagnato di Jerez in gennaio. &Egrave; Jonathan l&rsquo;uomo da battere, non ci sono dubbi nemmeno stavolta e Alex Lowes, nuovo compagno di garage, se ne &egrave; (ulteriormente) accorto. Con gomme da gara o da qualifica, la Kawasaki numero 1 &egrave; sempre la... numero uno. Furba la mosse KRT: proviamo a Barcellona, perch&eacute; l&igrave; troveremo un meteo perfetto. Certo, pure la possibilit&agrave; di preparare gli assetti per il round di settembre, con l&rsquo;obiettivo di vincere tutte e tre le gare. Avversari, avvisati, mezzi salvati.  Rea: &ldquo;Mi sento veloce e costante. Sono pronto per Phillip Island&rdquo;  Yamaha - Nel blu dipinto di blu  Possiamo collocare la compagine dotata di R1 in seconda posizione, per questo motivo: seppure senza siglare i medesimi crono di Johnny Rea (anche se Razgatlioglu sostiene di averlo fatto) sono state tante le Yamaha sempre presenti nelle zone alte della classifica dei tempi, con il turco stesso, Van Der Mark, Baz - fate attenzione al francese Ten Kate, potrebbe essere un cane slegato - Gerloff e Caricasulo. In questo mare blu, &egrave; possibile che gli avversari colorati dalle tinte diverse, possano affogare.    Ducati - Profondo rosso  Pi&ugrave; che altro, &egrave; Redding a fare la differenza. Per ora. Scott ha il fisico di Robocop e la manetta bloccata sulla posizione &ldquo;On&rdquo;, ecco perch&eacute; piace. Inoltre, l&rsquo;inglese si distingue: niente sobriet&agrave;, nessuna dichiarazione preimpostata da stipendiato del calcio, purezza e &quot;palle cos&igrave;&quot;. Il riferimento in Casa Ducati &egrave; lui. Per ora. Gi&agrave; detto.  Sempre che Davies non reagisca. Chaz &egrave; risultato meno aggressivo del compagno di box, in ogni condizione e su ogni tracciato. Per ora. Vedremo se il trend cambier&agrave;, ma una sola punta per il team ufficiale Aruba sembra insufficiente.    BMW - Calma piatta  Un po&rsquo; hanno annoiato. Sykes e Laverty, due corridori (perch&eacute; &ldquo;corridori&rdquo; e non piloti? Facile: poich&eacute; sia Tom che Eugene prediligono il corpo a corpo, che nei testi non &egrave; avvenuto) spettacolari e caparbi, hanno svolto il proprio compito quasi in sordina, evitando di strafare o con tempi significativi. Poca voglia? No, metodo. In BMW &egrave; tanto il materiale evoluzione da provare, meglio procedere calmi e con costrutto.  Honda - Amletica  Si pu&ograve; dire che Haslam abbia fatto meglio di Bautista, se ci affidiamo ai tempi sul giro. Tutto qui? Sotto c&rsquo;&egrave; dell&rsquo;altro. Alvaro - i vertici HRC sperano - anche l&rsquo;anno scorso si era nascosto nei giorni di test, per poi esplodere in gara. &ldquo;Eh, ma Bautista aveva la Panigale V4 R, mica la nuova Honda, tutta da sviluppare&rdquo;. B&egrave;, in realt&agrave; anche la Ducati era da sviluppare (quasi) come lo &egrave; la CBR RR-R oggi. Perci&ograve;, le cose sono due: lo spagnolo non ci ha capito un&rsquo;acca. Oppure, ha capito tutto. Le risposte arriveranno presto.  Esclusiva, Polita: &ldquo;Con la nuova Honda, Bautista star&agrave; subito davanti&rdquo;  Aprilia - A volte ritornano  Quelle di Ponsson e del team Nuova M2 Racing non si trattano di semplici sortite. Il francese e la squadra italiana affronteranno il CIV Superbike, certo, ma con velleit&agrave; mondiali. Previste gi&agrave; tre wild card, che potrebbero lievitare a sette. Speriamo.  La RSV4 &egrave; un progetto datato per&ograve; ancora molto valido, poich&eacute; dotato di basi ottime, racing. Max Biaggi docet. Siamo tutti curiosi di rivederla nel paddock ed in pista.    Indipendenti non privati di splendere  Chi ha brillato di pi&ugrave; tra le squadre &ldquo;non ufficiali&rdquo; nei test?! A dire la verit&agrave;, un po&rsquo; tutte, anche se ogni formazione ha bisogno di tempo e spazio per migliorare.  Kawasaki Puccetti e Xavi Fores si stanno conoscendo, lo spagnolo necessita di chilometri sulla Ninja, poi andr&agrave; forte. Vedrete.  Motocorsa e Leandro Mercado hanno impressionato per voglia e metodo di lavoro, ora sono attesi al varco di Jerez. Go Eleven e Rinaldi potrebbero infastidire pi&ugrave; volte gli ufficiali, stesso discorso per Barni, anche se ancora non abbiamo capito chi correr&agrave; a Phillip Island. Camier? Speriamo che Leon sia in forma almeno buona.  Pedercini, che fa? Riuscira ad allestire una Ninja 2019 e trovare un pilota? Ce lo auguriamo.  Brixx e Barrier sono due romanticoni, mentre Orelac e Scheib sembrano un duo dinamitardo, purch&eacute; non imploda.  Honda Moriwaki, qualcuno l&rsquo;ha vista? Takaashi e la sua Fireblade hanno girato in privato, forse si aggiunger&agrave; Lorenzo Savadori. Sarebbe un bel colpo.  Evvai di giri motore!  Dorna e FIM hanno diramato i regimi massimi che i propulsori delle varie Case dovranno rispettare. Sarebbe bello vedere in pista anche Suzuki e MV Agusta... nella lista sono incluse, anche se non ci sono team iscritti con le suddette moto. Mai dire mai, per&ograve;.  Quella che leggete sotto &egrave; una tabella con valori calcolati da un algoritmo, basata sugli ultimi risultati SBK 2019.    Regimi massimi iniziali         Marchio    Giri motore              Aprilia    14700          BMW    14950          BMW 2019    14900          Ducati V2    12400          Ducati V4    16100          Honda (SC77)    15050          Honda (SC82)    15600          Kawasaki    14600          MV Agusta    14950          Suzuki    14900          Yamaha    14950        Ducati: il video onboard dell&#39;allenamento di Redding a Valencia 

Finiti i test invernali, &egrave; ancora il verde Kawasaki &ndash; di Rea &ndash; il colore favorito. Ducati godr&agrave; del regime massimo pi&ugrave; alto della griglia

SBK, &egrave; tempo di analisi e giri motore

Negli ultimi tempi questa domanda ce la siamo posta quasi ogni anno, guardando le gare di MotoGP e lo strapotere di Marc Marquez, che in sette anni nella top class ha vinto ben sei volte il titolo (mancato solo in quel maledetto 2015). Lo scorso anno, addirittura, ha fatto ancora meglio vincendo, praticamente da solo, anche gli altri due titoli: quello a squadre e quello dei collaudatori.    Quindi, chi riuscir&agrave; a batterlo in questo 2020? Questo era il sondaggio che abbiamo lanciato e la risposta che ha vinto &egrave; stata: &ldquo;Nessuno&rdquo;. Che tradotto significa: Marc Marquez &egrave; imbattibile. Ci dovremo aspettare la conquista del suo nono titolo iridato in carriera al termine di questo campionato? Probabile, ma solo il tempo ci dar&agrave; la risposta.  Con il 25% si classifica in seconda posizione la possibilit&agrave; che sia Fabio Quartararo a sconfiggerlo, vista la sua stupenda stagione da debuttante del 2019. Sette podi, sei pole position e una grinta degna del suo soprannome &ldquo;El Diablo&rdquo;. Il francese ha ricevuto pi&ugrave; voti di Andrea Dovizioso, che per il terzo anno consecutivo &egrave; stato il primo degli &ldquo;altri&rdquo;, con il titolo di vice-campione alla guida della sua Ducati.  Nonostante la grande operazione messa in atto da Yamaha, c&rsquo;&egrave; poca fiducia nei confronti della Casa dei tre diapason. Al quarto posto infatti troviamo Valentino Rossi, con solo il 12% dei voti, e ancora meno, 9%, per Maverick Vinales, su cui la casa di Iwata ha decisamente puntato per la grande rinascita.  Ancora pi&ugrave; indietro Alex Rins, 4%, che ha dimostrato s&igrave; di essere competitivo con la Suzuki GSX-RR &ndash; due vittorie parlano chiaro &ndash; ma di non riuscire a essere costante abbastanza, al punto da impensierire seriamente Marquez. Almeno finora.  Marc Marquez: &ldquo;L&#39;obiettivo 2020? Migliorare ancora di pi&ugrave;&rdquo; 

Ecco la classifica che avete votato sui principali avversari dello spagnolo, nella stagione che sta per iniziare&hellip;

MotoGP, chi pu&ograve; insidiare Marquez nel 2020? I risultati del sondaggio

Allora, Alex... com&rsquo;&egrave; la nuova Honda Fireblade? La domanda fatta a Polita era un messaggio audio e lui, appena atterrato in Italia dal viaggio test in Qatar, ha risposto subito ed entusiasta: &ldquo;La nuova CBR RR-R gode di una base progettuale molto valida. Pensa che il modello standard &egrave; gi&agrave; allo stesso livello della mia moto 2019, preparata per le corse ed usata nell&rsquo;IDM lo scorso anno. Honda ha compiuto un passo in avanti molto importante, del resto, tutti ce lo immaginavamo ed aspettavamo&rdquo;.  Cosa ti ha colpito, in particolare?  &ldquo;La moto &egrave; estremamente intuitiva e facile da portare al limite. Guidandola, sembra di essere su una due tempi, perch&eacute; l&rsquo;utilizzo del motore &egrave; altissimo, anche perch&eacute; la rapportatura del cambio era lunga; considera che nel rettilineo di Losail usavo sino alla quinta marcia ed arrivo immediatamente al punto di staccata. Il quattro cilindri esprime una erogazione fluida, quasi elettrica, rabbiosa nel prendere i giri, salendo di velocit&agrave; con grande grinta. La gestione elettronica &egrave; molto sofisticata, offre tanti parametri su cui poter intervenire, vedremo come sar&agrave; evoluto il kit HRC, sono curioso. Mi ritengo soddisfatto di tutto il pacchetto: la CBR RR-R &egrave; guidabile, potente, equilibrata. Sembra quasi che si conosca questa moto da una vita&rdquo;.  Sarai felice, sapendo che potrai guidarla ancora.  &ldquo;Ah, di sicuro. Per ci&ograve; che devo fare io - il campionato nazionale tedesco - posso ritenermi davvero contento. Sono certo che quanto visto nei test SBK si tratti solamente di una anteprima. Haslam &egrave; andato fortissimo con la Fireblade, mentre Bautista sta procedendo con un lavoro mirato alla ricerca dell&rsquo;assetto ottimale, tralasciando l&rsquo;attacco al cronometro&rdquo;.  Vedi protagonista da subito il team HRC?  &ldquo;Penso che quando sar&agrave; l&rsquo;ora giusta, cio&egrave; a Phillip Island, Alvaro si ritrover&agrave; gi&agrave; davanti, proprio come fece nel 2019. Non scordiamoci quanto accaduto l&rsquo;anno scorso: Alvaro era sempre attardato nei giorni di test con la Ducati, poi, dall&rsquo;Australia ha messo in fila qualcosa come 16 gare vinte consecutivamente in sella alla Panigale V4 R. Ecco perch&eacute; dico che lo spagnolo stia procedendo con un metodo di lavoro differente rispetto all&rsquo;inglese, pensando al lavoro e non ai tempi sul giro. In Australia, Bautista andr&agrave; subito fortissimo&rdquo;.  SBK, Test Portimao: LE PAGELLE 

Alex ha provato la CBR RR-R stradale a Losail: &ldquo;Il modello di serie &egrave; gi&agrave; al livello di quella preparata per l&rsquo;IDM 2019. La moto &egrave; facile, veloce, intuitiva e dal gran potenziale&rdquo;.

Esclusiva, Polita: &ldquo;Con la nuova Honda, Bautista star&agrave; subito davanti&rdquo;

Il debutto tanto atteso &egrave; arrivato: Alex Marquez ha svelato la sua Honda MotoGP nel lancio stampa internazionale pochi minuti fa in Indonesia, al fianco del fratello Marc. Per la prima volta, i due hanno posato insieme in foto ufficiali, entrambi in tuta e con le loro moto nuove.    Il due volte campione del mondo della Moto2 non ha nascosto il suo stato d&rsquo;animo.  &ldquo;Sono molto emozionato e felice di essere qui a questa presentazione del team Honda. E&rsquo; un piacere per me che arrivo dalla Moto2 essere in MotoGP con Honda Repsol &egrave; un onore per me. Sono molto felice di essere qui in Indonesia per la prima volta&rdquo;, ha detto Alex Marquez.  Alla domanda di quale sia il suo obiettivo per la stagione 2020, Alex Marquez ha risposto senza mezzi termini.  &ldquo;L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di essere il rookie dell&rsquo;anno, ma anche quello di diventare giorno per giorno pi&ugrave; competitivo in pista migliorare il feeling con la MotoGP. Mi impegner&ograve; al massimo per arrivare il pi&ugrave; pronto possibile pin Qatar, e sfrutter&ograve; ogni occasione possibile per crescere sempre di pi&ugrave;&rdquo;, ha concluso Alex Marquez.  VOTA IL SONDAGGIO: MotoGP, come sar&agrave; la stagione d&#39;esordio di Alex Marquez? 

&ldquo;Voglio essere ogni giorno pi&ugrave; competitivo in pista. Devo sfruttare ogni occasione per crescere&rdquo;, dichiara Alex Marquez al lancio della Honda MotoGP

Alex Marquez: &ldquo;Obiettivo rookie dell&rsquo;anno&rdquo;

Il team Repsol Honda ha raccolto la sfida 2020, presentando a Giacarta squadra e moto. Ecco gli scatti pi&ugrave; belli della presentazione

MotoGP 2020: la presentazione Honda - FOTO

Svelata la nuova livrea Honda dai soliti colori Repsol, il main sponsor del team campione del mondo 2019. Insieme alle RC213V, durante la presentazione che si &egrave; svolta a Jakarta questa mattina, non potevano mancare i &ldquo;Marquez brothers&rdquo;, il nuovo duo che per la stagione 2020 cavalcher&agrave; l&#39;Honda del successo.    &ldquo;Pronti a iniziare&rdquo;   A parlare durante la presentazione, &egrave; stato l&#39;otto volte iridato Marc Marquez, che dopo l&#39;intervento alla spalla sub&igrave;to a fine novembre, e la successiva riabilitazione, &egrave; volato in Malesia per togliere i veli alla RC213V, ma anche e soprattutto per prendere parte ai primi test 2020 che si svolgeranno a Sepang a partire da venerd&igrave; 7 febberaio.  &ldquo;Sono felice di essere qui in Indonesia, - ha detto - la presentazione Honda &egrave; sempre un momento molto importante, qui ci sono un sacco di tifosi. In questo momento la motivazione &egrave; alta, non vedo l&#39;ora di iniziare con i test, vogliamo lottare per il titolo anche quest&#39;anno&rdquo;.   #MM93, pleased at the presentation, says they&rsquo;re going to work really hard to earn the title. They&#39;ll try to move up a level because he knows his rivals have improved. Go for the ninth, Marc!#RepsolHonda2020 pic.twitter.com/8kIPE0Xw5J &mdash; Box_Repsol (@box_repsol) February 4, 2020    Il target 2020   Il pilota spagnolo ha parlato quindi del target 2020 e di quella che sar&agrave; la nuova stagione: &ldquo;Sar&agrave; una stagione complicata &ndash; ha proseguito &ndash; i nostri avversari stanno lavorando per migliorarsi, ma anche noi lavoreremo duramente per lottare per il titolo, questo &egrave; l&#39;obiettivo principale. La stagione 2019 &egrave; stata positiva, ma vogliamo migliorare ancora di pi&ugrave; le nostre performance del 2019, migliorare il nostro livello e arrivare a vincere il titolo iridato&rdquo;.  Marquez torna in moto ma la spalla ancora non &egrave; a posto 

Il pilota spagnolo ha parlato durante la presentazione Honda fatta questa mattina a Jakarta

Marc Marquez: &ldquo;L&#39;obiettivo 2020? Migliorare ancora di pi&ugrave;&rdquo;

Prima di dare il via alla stagione 2020 con i test in programma dal 7 al 9 febbraio, i due piloti ufficiali del team Repsol Honda hanno svelato la moto che guideranno in questo campionato ormai alle porte. Marc Marquez e Alex Marquez, la prima coppia di fratelli che correr&agrave; nello stesso team in MotoGP, costituiscono il &ldquo;dream team&rdquo; della casa alata e a Giacarta, in Indonesia, &egrave; stato possibile vederli insieme per la prima volta con gli stessi colori.    Da una parte c&rsquo;&egrave; il veterano, Marc Marquez, otto volte campione del mondo di cui sei in MotoGP, sempre con lo stesso team e la stessa moto, la Honda naturalmente. Il pilota di Cervera &egrave; pronto a scendere in pista per il primo test pre-stagionale, dopo aver passato un inverno difficile, a causa dell&rsquo;operazione chirurgica alla spalla destra a cui si &egrave; sottoposto lo scorso novembre. Questo primo test sar&agrave; per lui importante anche per valutare la condizione fisica e fare il possibile per arrivare in Qatar al 100%.  Marquez torna in moto ma la spalla ancora non &egrave; a posto  Dall&rsquo;altra parte c&rsquo;&egrave; il debuttante, Alex Marquez, pi&ugrave; giovane del fratello di soli tre anni, campione in carica di Moto2. Alex &egrave; stato ingaggiato da Honda appena dopo il Gran Premio di Valencia dello scorso anno, andando a prendere il posto lasciato libero da Jorge Lorenzo, e il suo 2020 &egrave; gi&agrave; iniziato, con i due giorni di test (dedicati allo shakedown) svolti finora sulla pista di Sepang. Il suo obiettivo primario &egrave; quello di adattarsi meglio possibile alla moto, per vincere il premio di miglior &ldquo;rookie dell&rsquo;anno&rdquo; e diventare poi, a tutti gli effetti, un avversario del fratello.  Alex Marquez: il talento cresciuto nell&#39;ombra  Marc Marquez &egrave; il pilota da battere anche quest&rsquo;anno, che punta a conquistare il quinto titolo consecutivo in MotoGP e il nono della sua carriera. Gli avversari non mancano: Ducati e Yamaha faranno il possibile per rubargli scettro e corona nelle venti gare in programma e lo spettacolo sar&agrave; pi&ugrave; acceso che mai.  La scheda tecnica della RC213V   Lunghezza (mm)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 2052  Larghezza (mm)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 645  Altezza (mm)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 1,110  Passo (mm)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 1,435  Altezza da terra&nbsp;&nbsp;&nbsp; 115  Peso (kg)&nbsp;&nbsp;&nbsp; Come specifiche tecniche FIA  Motore&nbsp;&nbsp;&nbsp; V4, raffreddato a liquido, DOHC 4 valvole  Cilindrata&nbsp;&nbsp;&nbsp; 1000  Potenza massima&nbsp;&nbsp;&nbsp; pi&ugrave; 180 KW  Telaio&nbsp;&nbsp;&nbsp; Alluminio  Ruota anteriore (pollici)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 17  Ruota posteriore (pollci)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 17  Sospensione anteriore&nbsp;&nbsp;&nbsp; Forcella telescopica  Sospensione posteriore&nbsp;&nbsp;&nbsp; Pro-link  Serbatorio (litri)&nbsp;&nbsp;&nbsp; 22  VOTA IL SONDAGGIO: MotoGP, come sar&agrave; la stagione d&#39;esordio di Alex Marquez? 

Tolti i veli alle due RC213V con cui i fratelli Marquez, Marc e Alex, correranno quest&rsquo;anno nella categoria regina

MotoGP 2020, svelato il &ldquo;dream team&rdquo; Repsol Honda

Il team Campione del Mondo &egrave; pronto a rilanciare la sfida: in Indonesia si apre il 2020 del team Repsol Honda.  Dopo la Ducati, &egrave; la Casa dell&#39;ala dorata a presentarsi al pubblico, con iI fratelli catalani Alex e Marc Marquez pronti a salire sul palco per svelare le loro RC213V, le moto con cui disputeranno il Mondiale 2020 della MotoGP.    Dominatore dello scorso campionato, Marc Marquez si confermer&agrave; il pilota da battere, nonostante il difficile recupero dall&#39;operazione alla spalla? Per avere un&#39;idea dei valori in campo, bisogner&agrave; aspettare la prima sessione di test in programma dal 07 al 09 febbraio a Sepang.  Intanto, godetevi la presentazione della squadra, guardando il video qui in alto e non dimenticate di votare il sondaggio: Chi pu&ograve; insidiare Marc Marquez nel 2020? 

I fratelli Alex e Marc Marquez sono pronti a svelare al pubblico le loro RC213V 2020. Seguite la presentazione in diretta da Giacarta!

Honda MotoGP: la presentazione 2020 in diretta streaming

Il duo Honda ha lavorato molto a Portimao, pi&ugrave; nel garage che in pista. Se a Jerez il meteo non &egrave; stato clemente (con nessuno) in Portogallo la situazione era decisamente migliore di quanto trovato in Andalusia. Il box HRC ed il duo Haslam - Bautista avevano tantissimo materiale da provare, per una Fireblade ancora lontana dall&rsquo;espressione massima del suo potenziale.    Leon &egrave; risultato pi&ugrave; lesto nella guida di Alvaro, forse perch&eacute; l&rsquo;inglese conosce meglio l&rsquo;erogazione del quattro cilindri in linea. Questa &egrave; una teoria, ma plausibile. In ogni caso, Leon era comunque piuttosto soddisfatto: &ldquo;A Jerez la situazione in pista &egrave; stata inficiata dal meteo, tra pioggia ed asfalto spesso bagnato. Ma l&igrave; in Spagna abbiamo comunque preso alcuni importanti riferimenti, provando a spingere quando si poteva. I giri che abbiamo completato non mi sono dispiaciuti, i test sono da ritenere buoni. In Portogallo abbiamo trovato sole ed asciutto, sicch&eacute; era possibile lavorare meglio. Ne abbiamo approfittato, traendo buoni feedback da quanto portato in pista&rdquo;.  Eri molto impegnato, pi&ugrave; che mai.  &ldquo;Nel box avevamo tante cose nuove da provare, la moto &egrave; nella fase di sviluppo. Facciamo progressi, io sono riuscito a svolgere bene il mio lavoro. Adesso partiremo per l&rsquo;Australia: a Phillip Island dovremo stare attenti a trovare il giusto assetto di base nei giorni che precedono le gare. La nostra Honda CBR RR-R &egrave; una moto da corsa, ha tutto ci&ograve; che le serve per essere competitiva, pacchetto elettronico, potenza del motore e quant&rsquo;altro. Bisogna affinare il pacchetto, continuando a lavorare&rdquo;.  Osservato speciale, Bautista. Lo spagnolo &egrave; tra i due hondisti quello con le pi&ugrave; grosse responsabilit&agrave; sulle spalle. Aver battuto tante volte Rea lo scorso anno ha fatto pensar di aver trovato l&rsquo;anti - Cannibale, almeno nella prima parte del mondiale. Il passaggio da Ducati a Honda pone il numero 19 tra i rivali pi&ugrave; duri che il nordirlandese dovr&agrave; affrontare.  Non nei test, al momento. In Spagna i due non si sono incrociati, in Portogallo il KRT non c&rsquo;era. Comunque Bautista non &egrave; stato velocissimo, nel computo dei test: &ldquo;Portimao &egrave; molto diversa da Jerez - spiega Alvaro - e, pi&ugrave; che altro, ci siamo soffermati molto nel lavoro dentro al box, girando meno degli altri. Abbiamo provato tantissime parti, prendendo dati su dati. Avrei bisogno di girare ancora prima dell&rsquo;Australia, in questa fase i test sono molto importanti&rdquo;.  Phillip Island &egrave; tra poco. Come prevede potrebbe essere il round australiano?  &ldquo;Certo, vorrei che tutto fosse pronto e a posto. Mi piacerebbe scendere in pista, avere gi&agrave; il perfetto feeling con la moto e spingere subito. Ora per&ograve; non posso, il progetto &egrave; nuovo e tutto da sviluppare. Il tempo non &egrave; mai abbastanza nei test, il nostro piano &egrave; di migliorare sempre, vedremo come sar&agrave; la situazione in Australia. Il potenziale della moto e del materiale portato da HRC &egrave; fantastico, davvero. Per&ograve; non abbiamo potuto mettere tutto insieme, elettronica, set up del telaio, regolazioni del motore... Tutto ha un grande potenziale, va accordato e regolato bene. Non &egrave; facile, il lavoro &egrave; accumulare dati e fornirli agli ingegneri. Non sono frustrato, ma &egrave; anche vero che non ho potuto spingere al limite&rdquo;. 

Leon: &ldquo;La CBR RR-R ha tutto per essere subito competitiva&rdquo;. Bautista: &ldquo;Tanto materiale da provare, non ho potuto spingere al limite&rdquo;

Haslam: &ldquo;Facciamo progressi, alla Honda non manca nulla&rdquo;

Dai tempi dei test di Portimao, Alvaro Bautista appare in difficolt&agrave; in sella alla nuova Honda HRC. Una sensazione che &egrave; lui stesso a confermare, con un tono di voce che fa percepire quasi una certa frustrazione.  &ldquo;Non &egrave; facile perch&eacute; molte volte scendi in pista non per andare pi&ugrave; veloce ma solo per raccogliere informazioni&rdquo;, ha spiegato il pilota spagnolo. &ldquo;Purtroppo non c&rsquo;&egrave; tempo per fare altri test, le cose da provare devi testarle in questi test. Non &egrave; frustrante, ma di certo non puoi spingere al limite. Ma &egrave; cos&igrave; che dobbiamo lavorare adesso&rdquo;.  Pi&ugrave; nel box che in pista   Ma cosa sta provando Alvaro Bautista?  &ldquo;Molte cose diverse. Qui a Portimao il tempo &egrave; migliore che a Jerez, stiamo provando cose che avevamo portato a Jerez ma che l&igrave; non abbiamo potuto testare per via del tempo. Dobbiamo incrociare alcuni dati e vedere quale direzione prendere. Stiamo pi&ugrave; nel box che in pista&hellip;&rdquo;  Da pilota &ndash; veloce &ndash; Alvaro Bautista &egrave; impaziente di dimostrare le sue capacit&agrave;.  &ldquo;Mi piacerebbe che fosse tutto gi&agrave; pronto, scendere in pista, spingere e avere subito il feeling con la moto&rdquo;, confessa. &ldquo;Servirebbe fare altri test prima di Philipp Island&hellip; ci servirebbe pi&ugrave; tempo. Vedremo come arriveremo in Australia ma al momento siamo in ritardo...&rdquo;  Un buon potenziale    La sensazione sul &lsquo;pacchetto&rsquo;, per&ograve;, &egrave; positiva.  &ldquo;Il potenziale della nuova Honda &egrave; fantastico. Ma dobbiamo ancora mettere tutto insieme per farlo funzionare. Dobbiamo lavorare sull&rsquo;elettronica, sul telaio, sul motore. Sento che abbiamo un buon potenziale ma ancora non &egrave; tutto al posto giusto&rdquo;, conclude Bautista. 

&ldquo;Peccato scendere in pista e non poter cercare il giro veloce&rdquo;, dice Bautista. &ldquo;Stiamo provando cose che non abbiamo potuto testare a Jerez. Siamo indietro&rdquo;

SBK test Portimao, Bautista: &ldquo;Siamo in ritardo&rdquo;

&quot;&Egrave;&nbsp;strano, ma ognuno di noi nella propria vita tocca un apice. Una volta raggiunto, non si pu&ograve; che scendere. Nessuno per&ograve; sa dove sia il proprio apice. La linea di confine pu&ograve; presentarsi all&rsquo;improvviso, quando si crede di essere ancora al sicuro&quot;. Questa citazione dello scrittore giapponese Haruki Murakami sembra scritta apposta per Freddie Spencer.  Dopo avere vinto il Mondiale della 500 nel 1983, a soli 21 anni, lo statunitense and&ograve; incontro a una stagione iellata. In Olanda, dopo avere fronteggiato l&rsquo;ennesimo imprevisto &ndash; il motore girava a tre cilindri perch&eacute; il cappuccio della candela si era staccato &ndash; inizi&ograve; a discutere con la Honda della possibilit&agrave; di correre nel 1985 in due classi: &quot;Quando decisi di disputare le due categorie non sapevo che nessuno era riuscito a vincerle entrambe, 250 e 500, nello stesso anno. Le motivazioni furono altre, in realt&agrave;: l&rsquo;ambizione di misurarmi in una categoria che era la pi&ugrave; combattuta e creare una possibilit&agrave; di sviluppo pi&ugrave; accelerato per la 500&quot;. &nbsp; Per mettersi&nbsp;alla prova, a marzo Spencer partecip&ograve; alla 44&deg; edizione della Speed Week di Daytona vincendo la Superbike, Formula 1 (500 GP) e Formula 2 (250 GP), impresa senza precedenti che gli frutt&ograve; 30.000 dollari. &quot;I want it all&quot;, dichiar&ograve; al termine delle sue fatiche. Lo fece anticipando di un quadriennio l&rsquo;altra icona degli anni Ottanta di nome Freddie, cio&egrave; Freddie Mercury che con i Queen nel 1989 fece uscire il singolo &ldquo;I want it all&rdquo; in cui, guarda il destino, c&rsquo;&egrave; la strofa: &quot;I want it all, and I want it now, I&rsquo;m a man with a one-track mind, So much to do in one lifetime, Not a man for compromise&quot;. Un uomo senza compromessi con molto da conquistare nella propria&nbsp;vita.  All&rsquo;inizio del Mondiale 1985, in Sud Africa, Spencer si present&ograve; tirato a lucido, deciso a non lasciare nulla al caso: nei primi nove GP (18 gare) sal&igrave; sul gradino pi&ugrave; alto del podio 12 volte. A Silverstone, con due GP ancora da correre, grazie al quarto posto si prese il titolo della 250. La settimana seguente, ad Anderstorp in Svezia, avrebbe potuto fare il bis in 500 con un terzo posto.  Anzich&eacute;&nbsp;amministrare, Fast Freddie stabil&igrave; la pole precedendo Eddie Lawson, il solo che poteva scavalcarlo in classifica. Superati in un giro e mezzo Ron Haslam e Didier De Radigues, partiti meglio (con il via ancora a spinta), inizi&ograve; la fuga. Dopo sei giri Lawson lamentava due secondi di ritardo, raddoppiati alla fine dell&rsquo;ottavo giro. Al traguardo Spencer trionf&ograve; con quasi 23 secondi su Lawson e pi&ugrave; di un minuto sul quinto, Randy Mamola. Per Freddie era la quattordicesima vittoria stagionale, la 27&ordf; in carriera. &quot;Nessuno pu&ograve; fermare la mano del destino&quot; spieg&ograve; ai giornalisti, con riferimento alla stagione che si stava lasciando alle spalle, non immaginando per&ograve; ci&ograve; che il destino avrebbe avuto in serbo per lui. Proprio Mamola, dopo le premiazioni, si caric&ograve; il connazionale sulle spalle (a differenza di Randy, ancora in tuta) per l&rsquo;ormai tradizionale tuffo in piscina del campione.  Dopo essersi&nbsp;prosciugato di ogni energia mentale, Spencer ritorn&ograve; alla vita sociale bagnandosi da cima a fondo. Tre settimane dopo, a Misano, nel GP conclusivo dell&rsquo;anno, per&ograve; non si fece vedere. Si era fratturato un pollice facendo pesi, cos&igrave; dissero. Non manc&ograve; invece a Suzuka, al GP Giappone dell&rsquo;8 ottobre, gara extra mondiale: una caduta in prova gli cost&ograve; lo strappo dei legamenti e profondi tagli a un ginocchio. Fu soltanto l&rsquo;inizio di un calvario che gli imped&igrave; di risalire in sella per oltre sei mesi. Quando lo fece, al GP Spagna, prima gara del Mondiale 1986, nulla sembrava cambiato.  Ma al 15&deg; giro, dopo essere andato in testa con un grande vantaggio, rientr&ograve; ai box. Non riusciva pi&ugrave; ad azionare il freno anteriore, vittima della sindrome del tunnel carpale, all&rsquo;epoca ignota ai piloti e non curata in modo adeguato. L&rsquo;abbandono della Dea Bendata e lo stress esagerato a cui aveva sottoposto il corpo nel 1985 gli presentarono in conto. Dopo Anderstorp, giorno del terzo titolo, non &egrave; pi&ugrave; salito sul podio iridato. 

Ottenuta l&rsquo;incredibile doppietta iridata nel 1985, non &egrave; pi&ugrave; salito sul podio

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