        Se dovessi riflettere sull&rsquo;ideale di donna che incarna in modo perfetto il Motorsport al femminile, non potrei che pensare ad Alessandra Mancini. Trentanovenne di Roma, telemetrista, ho avuto il piacere di conoscerla anche se per il momento soltanto telefonicamente. Alessandra, che gi&agrave; desideravo intervistare per il ruolo che svolge all&rsquo;interno del 511 Racing Team e non soltanto, durante la chiacchierata mi ha raccontato cos&igrave; tante sfaccettature del suo lavoro e di quello che fa per il motociclismo al femminile da lasciarmi a bocca aperta. La passione di Alessandra Mancini  &ldquo;La mia passione per le moto &ndash; mi ha detto &ndash; &egrave; nata e cresciuta grazie a mio padre Giancarlo, ex pilota di Motocross che ha lavorato anche nella Velocit&agrave;. Lo seguivo sempre in circuito, ma non ho mai sognato di fare la pilota, mi piaceva quello che c&rsquo;era dietro le quinte. Cos&igrave; ho studiato ingegneria meccanica. Mi affascinava questo mondo legato ai motori&rdquo;. Ed ecco che dopo la laurea Alessandra ha iniziato a lavorare per il team del padre, per poi operare anche in altre squadre fino ad allestirne una propria insieme al marito: &ldquo;Al momento lavoro per tre team diversi &ndash; ha proseguito &ndash; il nostro che si chiama Xgear, il 511 Racing team e il Team ProDina. Il mio lavoro &egrave; legato all&rsquo;elettronica: sulla moto ci sono sensori che registrano i comportamenti di alcune parti del mezzo stesso. In gergo vengo definita telemetrista, ma si tratta di un lavoro di acquisizione e interpretazione dati attraverso dei software per poi, insieme a piloti e tecnici, scegliere il setting migliore&rdquo;. Alessandra mi ha raccontato inoltre che il suo sogno nel cassetto sarebbe quello di vincere un mondiale Superbike, ma non manca di sottolineare anche l&rsquo;importanza del lavoro che svolge all&rsquo;interno di un team femminile (il 511 Racing) e non soltanto: &ldquo;All&rsquo;inizio della mia carriera ho lavorato in tanti team maschili &ndash; ha concluso &ndash; vivendo anche situazioni non piacevoli, in cui facevo fatica a dover dimostrare perch&eacute;, a prescindere, c&rsquo;era una forma di pregiudizio. Adesso la situazione sta cambiando, sia per le pilote che a livello tecnico, e questo &egrave; molto interessante poich&eacute; l&rsquo;apporto della figura femminile nel Motorsport pu&ograve; essere molto costruttivo. Per esempio nel 511 Racing Team siamo tutte donne, in pi&ugrave; io faccio anche corsi di telemetria nel Motorsport. &Egrave; qualcosa a cui tengo molto, sono corsi principalmente on line ma anche in presenza a Roma. Spero che sempre pi&ugrave; ragazze si approccino a questa bellissima attivit&agrave;&rdquo;. Giorgia Blasigh si ritira | Io Guido da Sola       

La 39enne &egrave; telemetrista per tre team differenti: "La passione di una vita"

Alessandra Mancini, il Genio degli assetti | Io Guido da Sola

        Saranno le colline toscane, e nello specifico quelle che circondano Chianciano Terme, a ospitare dal 26 al 28 giugno la 77&ordf; edizione del Rally FIM, l&rsquo;ormai storico raduno annuale considerato un appuntamento imperdibile per i mototuristi provenienti da tutta Europa e non soltanto. La prima edizione risale al 1936, quando si tenne a Berlino: da l&igrave;, anno dopo anno, il luogo che ha ospitato l&rsquo;evento &egrave; cambiato, ma gli obiettivi sono rimasti gli stessi, cio&egrave; privilegiare il divertimento in moto e la sana competizione. Saidatul Zakirah Zairin, dal Brunei al WEC | Io Guido da Sola Il Rally FIM  L&rsquo;Italia si aggiudic&ograve; il Rally FIM nel 1950 a Groningen, in Olanda, e c&rsquo;&egrave; voluto soltanto il Covid per fermare questa manifestazione per due anni, per poi riprendere a pieno regime subito dopo. Oltre a essere un evento unico nel suo genere, quest&rsquo;anno il Rally FIM ospiter&agrave; al suo interno anche il Women&rsquo;s World Challenge: un trofeo, istituito da FIM e FederMoto italiana, con l&rsquo;intento di incoraggiare la partecipazione femminile al motoraduno. Ma l&rsquo;iniziativa rappresenta anche la testimonianza di come la nostra Federazione tenti in ogni occasione possibile di &ldquo;intercettare&rdquo; la voglia di moto delle donne. Ad aggiudicarsi tale trofeo sar&agrave; la Federazione che parteciper&agrave; con il maggior numero di donne, che siano conduttrici o passeggere. Attenzione, per&ograve;, il Paese ospitante, in questo caso l&rsquo;Italia, non pu&ograve; essere in competizione per questo specifico premio che va ad aggiungersi ai 15 Challenge gi&agrave; istituiti per le tre giornate. Poco importa, comunque, perch&eacute; per tutti i partecipanti sono state organizzate nel dettaglio giornate in moto e tour davvero unici in posti bellissimi da vedere. Insomma, anche questa volta il lavoro della Commissione femminile FMI &egrave; stato super: pensate a tutto l&rsquo;impegno necessario per far avvicinare sempre pi&ugrave; donne alle due ruote e per sostenere coloro che gi&agrave; fanno parte di questo mondo. Un plauso alla FMI, quindi, anche per un ulteriore progetto &ndash; per la sostenibilit&agrave; ambientale &ndash; messo in atto in vista del Rally: portare un migliaio di moto per le strade della Toscana significa aumentare considerevolmente le emissioni, e per questa ragione 80 bambini delle scuole primarie di Chianciano Terme hanno piantato, nei giorni scorsi, trenta gelsi bianchi. Trenta, proprio come le Nazioni partecipanti al Rally che alla fine delle tre giornate riceveranno in dono proprio una di queste piante. Quando le cose vengono fatte nel modo giusto e con attenzione ai particolari, sono ancora pi&ugrave; belle. Il ritiro di Giorgia Blasigh | Io Guido da Sola       

La 77&ordf; edizione sar&agrave; all&rsquo;insegna di un trofeo al femminile e dei... gelsi bianchi

Rally FIM, tra quote rose e natura | Io Guido da Sola

        L&rsquo;Europeo WEC, che prender&agrave; il via il 5 aprile a Misano, si arricchisce di un nuovo volto. Se nel 2023 la rappresentanza femminile, oltre alle italiane, includeva ragazze spagnole e sudafricane, una rappresentante austriaca, un&rsquo;israeliana e due estoni, quest&rsquo;anno in griglia di partenza ci sar&agrave; una pilota del Brunei. Si tratta della giovanissima Saidatul Zakirah Zairin, 16 anni (ne compir&agrave; 17 ad agosto), che da tempo &egrave; un volto conosciuto in Asia non soltanto per il suo talento come pilota. Il ritiro di Giorgia Blasigh | Io Guido da Sola La storia di Saidatul Zakirah Zairin  Partiamo dall&rsquo;inizio, Zakirah correr&agrave; nell&rsquo;Europeo femminile con il Team GP3 AD11: &ldquo;Sono entusiasta di gareggiare con questa squadra &ndash; le parole della ragazza che giungono da lontano, attraverso i social &ndash; non vedo l&rsquo;ora che inizi la stagione 2024. &Egrave; la prima volta che corro fuori dall&rsquo;Asia, questo mi incuriosisce molto, voglio soprattutto scoprire la differenza tra i piloti con cui ho gi&agrave; corso e le fantastiche rivali europee. Sono grata al team per avermi dato questa opportunit&agrave;, che mi permetter&agrave; di compiere un ulteriore passo avanti nella mia carriera agonistica. Non soltanto non vedo l&rsquo;ora di correre, ma non vedo l&rsquo;ora di migliorare me stessa con l&rsquo;aiuto della squadra&rdquo;. Lei, quando aveva soltanto cinque anni, per seguire il pap&agrave; si spost&ograve; in Qatar e con lui inizi&ograve; ben presto ad appassionarsi alle due ruote: crescendo, ha iniziato a partecipare a varie competizioni, fino a gareggiare ufficialmente in MSBK, ovvero la Superbike malese dove, badate bene, &egrave; riuscita a crearsi un team tutto suo, il Lady Boss Racing Team. &ldquo;Il mio intento &ndash; ha spiegato in un&rsquo;intervista al sito della SBK malese &ndash; &egrave; quello di riuscire a dare sempre pi&ugrave; opportunit&agrave; alle ragazze e alle donne in generale nel mondo delle corse, ma anche ai piloti pi&ugrave; giovani, per far s&igrave; che abbiano una buona squadra che fornisca supporto e visibilit&agrave;&rdquo;. Saidatul Zakirah Zairin, pilota-manager  Il team &egrave; gestito sia da Zakirah che da suo padre: &ldquo;Volevamo essere indipendenti e aumentare la nostra visibilit&agrave;. Insieme a mio padre e alla mia famiglia, sto cercando di far funzionare tutto questo". In questo 2024, vedremo Zakirah direttamente in Italia, ma anche nei Round di Brno e Rijeka, e di sicuro per le colleghe sar&agrave; utile &lsquo;seguirla&rsquo; per comprendere le differenze del suo stile di guida che arriva da lontano. Zakirah parte per la stagione con intenzioni serie e, del resto, il suo motto &egrave;: &ldquo;Fai il possibile per spostare le montagne, ci riuscirai un passo alla volta&rdquo;. La leggenda del Campanellino | Io Guido da Sola       

La sedicenne disputer&agrave; l&rsquo;Europeo ed &egrave; gi&agrave; proprietaria di un team!

Saidatul Zakirah Zairin, dal Brunei al WEC | Io Guido da Sola

        Smettere di correre in moto a livello professionistico a 18 anni &egrave; una sconfitta per tutti. Lo &egrave; per il pilota in questione, ma di pi&ugrave; per lo sport in generale. Non &egrave; stato bello venire a conoscenza del fatto che Giorgia Blasigh, pilota veneta che nel suo palmares annovera tre titoli italiani Under 17, nonch&eacute; varie partecipazioni al campionato europeo e al mondiale WMX, abbia deciso di ritirarsi dal mondo delle competizioni. Un vero peccato, una grande perdita per il Motocross nazionale. La leggenda del Campanellino | Io Guido da Sola Lo stop di Giorgia Blasigh  L&rsquo;ho contattata per farmi spiegare tale decisione, e vi riporto le sue parole senza ricamarci troppo sopra. Perch&eacute; Giorgia mi ha fatto molto riflettere e in certi punti ho pensato alla sofferenza per una decisione simile per una ragazza di soli 18 anni. &ldquo;Ho deciso di smettere &ndash; mi ha detto &ndash; per diverse ragioni. Mi sono fatta male in estate durante una gara dell&rsquo;Italiano: mi sono fratturata lo scafoide gi&agrave; rotto nel 2022. Nonostante questo, sono riuscita comunque a gareggiare, ho tirato fuori il massimo per dimostrare che in qualche modo riuscivo a farcela. Volevo dimostrare tanto per riuscire ad avere la proposta giusta per il 2024. Il &lsquo;ringraziamento&rsquo;? La KTM aveva altri progetti in mente, nei quali le ragazze non erano incluse. Mi sono ritrovata con niente in mano, per la nuova stagione non avrei potuto gareggiare, non avevo proposte, n&eacute; un team. Ho fatto il punto della situazione mentre ero in fase di recupero, quando nessuno mi ha chiamata neppure per sapere come stavo. Mi sono posta delle domande, mi sono chiesta quanto ne valesse la pena. &Egrave; vero che di team ce ne sono tanti, ma pochi ti possono dare il supporto giusto per un Mondiale ad armi pari: parlo per l&rsquo;ambiente femminile, per gli uomini &egrave; un po&rsquo; diverso anche se pure per loro non &egrave; facile, e allora figuriamoci per le ragazze. Per questo motivo ho deciso di smettere. Mi sono sentita un po&rsquo; delusa da tutto questo&rdquo;. Le parole di Giorgia mi hanno colpita: lo sport a livelli professionistici &egrave; spietato, ma quando viene a mancare del tutto il lato umano, ferisce ancora di pi&ugrave;. Mi sono immaginata Giorgia che correva con il dolore per l&rsquo;infortunio, chi glielo faceva fare? Eppure ci ha provato, perch&eacute; sognava di correre ancora nel Mondiale. Ho voluto concludere la telefonata chiedendole quale consiglio darebbe alle bambine che vogliono cimentarsi nel suo sport: &ldquo;Direi loro di divertirsi e sfruttare al meglio le opportunit&agrave; &ndash; ha concluso &ndash; il Motocross &egrave; impegnativo e bellissimo. Divertirsi, per&ograve;, &egrave; l&rsquo;unica parola d&rsquo;ordine&rdquo;. La rivoluzione rosa dell'Australia | Io Guido da Sola       

La veneta lascia il Cross di alto livello a 18 anni: una scelta dolorosa

Giorgia Blasigh si ritira: una sconfitta per tutti | Io Guido da Sola

        Il periodo di Natale &egrave; sempre magico, o almeno lo &egrave; per chi ama l&rsquo;atmosfera di luci, Alberi di Natale pieni di palline colorate, Babbo Natale e, perch&eacute; no, anche qualche... Leggenda! Ma cosa c&rsquo;entra tutto questo con il motociclismo? Ebbene, lo sapevate che proprio una leggenda narra di come sia nata l&rsquo;idea di molti centauri (soprattutto Harleisti) di attaccare un campanellino, chiamato &ldquo;Guardian Bell&rdquo; alla propria moto? E c&rsquo;entrano qualcosa anche il Natale e Babbo Natale. La rivoluzione rosa dell'Australia | Io Guido da Sola La leggenda  La leggenda narra infatti che un vecchio motociclista, proprio alla Vigilia di Natale, stesse percorrendo una lunga strada in solitario per raggiungere una citt&agrave; lontana e portare regali ai bambini che vi abitavano. Qualcosa lungo il tragitto, per&ograve;, and&ograve; per il verso sbagliato: a un certo punto, si imbatt&eacute; negli &ldquo;Evil Spirits of the Road&rdquo;, ovvero gli spiriti cattivi che infestavano quel luogo, e che lo fecero cadere dalla moto. Il vecchio biker rimase incastrato sotto il proprio bolide e prov&ograve; invano a liberarsi dagli spiriti lanciando loro i doni che aveva portato ai bambini, ma non funzion&ograve;. Disperato, allora, inizi&ograve; a far suonare un campanellino che aveva con s&eacute;, sperando di spaventarli. Non lontano dal luogo dell&rsquo;incidente, si erano fermati due motociclisti, che, stanchi per il loro lungo viaggio, si erano seduti a riposare. Nel silenzio, sentirono un campanello che suonava e pensarono che qualcuno avesse bisogno di aiuto. Salirono in moto e, poco pi&ugrave; in l&agrave;, trovarono il loro collega in difficolt&agrave;, scacciarono via gli spiriti cattivi e lo aiutarono a rimettersi in piedi. Il biker solitario, per ricompensarli, regal&ograve; loro un campanellino, legandolo stretto alla loro moto quasi a sfiorare la strada. Questo, perch&eacute; se un giorno si fossero trovati a loro volta in difficolt&agrave;, il suono del campanellino avrebbe tenuto lontani gli spiriti cattivi ricordando a questi ultimi che quei biker erano protetti da altri motociclisti. Vi &egrave; piaciuta questa leggenda? Forse vi starete domandando cosa c&rsquo;entri con una rubrica legata alle donne... Semplice, i biker che aiutarono il vecchietto, erano in realt&agrave; &ldquo;le biker&rdquo;, cio&egrave; due donne motocicliste... Del resto, pensateci: quale uomo sarebbe stato cos&igrave; curioso per il richiamo del suono di un campanellino? In realt&agrave; questo &egrave; un dettaglio che non &egrave; noto, ma che si parli di uomini o donne poco importa... La leggenda e il suo significato sono preziosi e, soprattutto, in tema con il periodo! La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola       

Anche le due ruote hanno ispirato storie natalizie: con le donne protagoniste!

La leggenda del campanellino | Io Guido da Sola

        Dopo aver parlato di off-road e di domande scomode da non fare a una pilota, vi porto in Australia, la terra dei canguri e... delle motocicliste! Qui, infatti, il movimento femminile legato alle due ruote &egrave; in grande fermento e, come in Europa, gode di un grande supporto, quello della FIM e anche del Motorcycling Australia, la Federazione locale. La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola Movimento femminile in gran fermento  Come si pu&ograve; vedere dal loro sito internet ufficiale e dai loro canali social, la sezione al femminile della Federazione &ldquo;Aussie&rdquo; &egrave; tenuta in grande considerazione e non si rivolge soltanto alle ragazze pilota, ma al mondo del motociclismo a 360 gradi: quindi anche allenatrici, funzionarie e volontarie. E per entrare a far parte di questo mondo, o anche per chi gi&agrave; ne fa parte, per volersi fare pubblicit&agrave;, esistono sezioni apposite dedicate a ogni ambito. "Il motociclismo &egrave; uno sport emozionante e divertente &ndash; si legge dal sito &ndash; e mettersi in gioco non &egrave; mai stato cos&igrave; facile, non soltanto per chi guida. Puoi goderti il motociclismo e lo stile di vita che offre viaggiare in moto o gareggiare, ma anche facendo volontariato, allenando, organizzando, lavorando, supportando e osservando. Abbiamo creato diverse opportunit&agrave; organizzando eventi che includono lezioni di prova, corsi, competizioni e raduni, programmi di coaching e sviluppo e molto altro ancora. Ci sono tantissime discipline diverse, dove puoi sentire l&rsquo;adrenalina che tutti coloro che vanno in moto conoscono e amano&rdquo;. Il Comitato femminile Motorcycling Australia  Molto interessante &egrave; la sezione che si occupa di trovare lavoro all&rsquo;interno dell&rsquo;ambito motociclistico: &ldquo;Ci sono innumerevoli ruoli all&rsquo;interno del settore, dalla tecnica meccanica all&rsquo;organizzatrice di eventi. Dall&rsquo;amministratrice, alla fotografa, oppure giornalista, contabile, addetto all&rsquo;ambito vendite, marketing e sviluppo. Il Comitato femminile Motorcycling Australia &egrave; stato formato per aiutare a far crescere la partecipazione femminile a tutti i livelli di questo sport. Vi preghiamo di inviarci i vostri pensieri, feedback, domande, idee e input in modo che possano essere discussi nella nostra prossima riunione del Comitato. Non si sa mai... il tuo contributo potrebbe essere l&rsquo;ingrediente magico per far uscire pi&ugrave; ragazze e donne con un sorriso da un orecchio all&rsquo;altro!&rdquo;. Insomma, in Australia si fanno le cose per bene e il sito internet della Motorcycling Australia &egrave; una vera e propria risorsa: chiss&agrave; se tra le tante ragazze pilota c&rsquo;&egrave; una futura Casey Stoner o, perch&eacute; no, anche un&rsquo;erede dell&rsquo;ingegner Dall&rsquo;Igna che rivoluzioner&agrave; le moto del futuro. Mario e Dalila, matrimonio on the road | Io Guido da Sola       

La Federazione locale offre opportunit&agrave; alle donne in ogni ruolo del motociclismo

La rivoluzione "rosa" dell'Australia | Io Guido da Sola

        Francesca D&rsquo;Alonzo, rider e amante soprattutto dei lunghi viaggi in moto e che proprio adesso si trova in Iraq con il compagno, ha un appuntamento imperdibile, di quelli che al solo pensiero non dormi la notte. Si tratta del Gotland Grand National, la pi&ugrave; grande gara di Enduro-Cross Country del Mondo, che si svolger&agrave; il 27 e 28 ottobre sull&rsquo;Isola svedese di Gotland nel Mar Baltico. Silvia Giannetti alla Transitalia Marathon 2023 | Io Guido da Sola Francesca D'Alonzo in Iraq  Ma andiamo con ordine: Francesca, trentaquattrenne di Udine che avevo intervistato qualche anno fa, si &egrave; appassionata ai motori viaggiando assieme al compagno Amedeo, per poi decidere di prendere la patente e guidare lei stessa per i loro lunghi viaggi. La novit&agrave; &egrave; che Francesca, o &ldquo;The Velvet Snake&rdquo; come &egrave; conosciuta nel mondo social, ha deciso di accettare una sfida senza precedenti: &ldquo;Al momento mi trovo a Baghdad &ndash; mi ha detto &ndash; sono con il mio compagno in questo viaggio che abbiamo iniziato a fine luglio, con partenza dal Friuli, in sella alla mia amata Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700. Rientrer&ograve; in Italia tra pochi giorni e avr&ograve; a malapena il tempo per poter disfare i borsoni ricoperti dalla polvere e far&ograve; al volo una visita medica per ottenere la licenza agonistica FMI, necessaria per disputare la gara. E ripartir&ograve;, verso Gotland&rdquo;. Questa gara di Enduro-Cross Country prevede un giro di 22 chilometri nelle foreste svedesi e tre ore per completare quanti pi&ugrave; giri possibili. Ogni anno si riversano sull&rsquo;isola, per partecipare alla gara, oltre 3000 piloti provenienti da tutto il Mondo. &ldquo;In questa edizione &ndash; ha proseguito Francesca &ndash; la gara festeggia i 40 anni con un&rsquo;iniziativa davvero speciale che mira a far crescere la percentuale di donne nel Motorsport. A questo proposito &egrave; stato lanciato un hashtag sui social #ggn300girls con l&rsquo;obiettivo di arrivare ad almeno 300 ragazze sulla linea di partenza. Qualche mese fa mi hanno proposto di partecipare, ci ho riflettuto, e con un po&rsquo; di incoscienza e di follia, che fanno parte del mio lato pi&ugrave; istintivo, ho detto &lsquo;ok, ci sar&ograve;&rsquo;&rdquo;. Francesca sa benissimo che sar&agrave; davvero dura, ma pensa anche che sar&agrave; un&rsquo;occasione di crescita: &ldquo;Sono convinta che vedere pi&ugrave; donne appassionate e talentuose nel Motorsport ne incoraggi di nuove a far parte di questo mondo, anche a livello agonistico. Sono gi&agrave; in contatto con cinque ragazze e ci avvieremo insieme verso la linea di partenza, questo mi d&agrave; una carica maggiore&rdquo;. Sar&agrave; possibile seguire le gesta di &ldquo;The Velvet Snake&rdquo; sui social e sul suo canale Youtube. Io non me le perder&ograve; di sicuro! Mario e Dalila, matrimonio on the road | Io Guido da Sola       

La friulana si prepara per il Cross Country del Gotland Grand Nationa

Francesca D'Alonzo, dal Friuli all'Iraq | Io Guido da Sola

        La sfida era ardua, ma le &ldquo;nostre&rdquo; ragazze dell&rsquo;Enduro non si sono fatte cogliere alla sprovvista e hanno dato il meglio nell&rsquo;Europeo che si &egrave; svolto in Polonia. La rappresentativa azzurra che &egrave; partita alla volta della competizione era formata da Francesca Nocera, Sara Traini, Sabrina Lazzarino e Aurora Pittaluga: le ragazze hanno portato a casa un bellissimo trionfo nella gara a squadre. Un titolo continentale arrivato sommando i risultati delle atlete della stessa Nazione in gara. Le donne e una domanda da evitare | Io Guido da Sola L'Enduro in rosa trionfa  Questo significa che le azzurre hanno saputo sfoggiare grandi prestazioni rispetto alle avversarie: la conferma &egrave; venuta in primis da Francesca Nocera, bergamasca del gruppo Fiamme Oro della Polizia di Stato, passata soltanto da qualche anno all&rsquo;Enduro (prima gareggiava nel Motocross). La trentenne ha ottenuto, in sella alla Honda, un bellissimo oro individuale piazzandosi al primo posto della classifica femminile davanti alla tedesca Tanja Schlosser e alla norvegese Vilde Marie Holt. Prima di partire per l&rsquo;appuntamento europeo avevo parlato proprio con Francesca, alla vigilia della sua seconda partecipazione a questa competizione: &ldquo;Sono felicissima di indossare i colori della Maglia Azzurra &ndash; aveva spiegato la lombarda &ndash; insieme alle altre rappresentanti del nostro Paese, e ringrazio la Federazione Motociclistica Italiana per la convocazione&rdquo;. Il movimento femminile continua a crescere  Sentita nuovamente a gara disputata, Francesca non poteva che essere decisamente soddisfatta per il risultato ottenuto, ma anche per le prestazioni, insieme a lei, delle altre ragazze azzurre. Hanno infatti ben figurato anche Sara Traini, ventenne di Ascoli Piceno che ha chiuso quinta nella classifica individuale, mentre un&rsquo;altra giovane azzurra, l&rsquo;astigiana Sabrina Lazzarino, ha chiuso sesta. Pi&ugrave; sfortunata Aurora Pittaluga che si &egrave; infortunata in fase di riscaldamento. A parte questo piccolo incidente di percorso, per tutte le italiane l&rsquo;esperienza in Polonia si &egrave; rivelata davvero positiva e la bella medaglia d&rsquo;oro per la gara a squadre con la quale sono rientrate in Italia ne &egrave; stata la conferma. Al tempo stesso, il grande risultato rappresenta un grandissimo incentivo a migliorare sempre nonch&eacute; un buon auspicio per le gare del futuro. Ed &egrave; davvero bello per il nostro movimento vedere sempre pi&ugrave; piloti donna capaci di distinguersi nelle varie discipline. Mario e Dalila, matrimonio on the road | Io Guido da Sola       

Trascinata da Francesca Nocera, la spedizione italiana ha trionfato all&rsquo;Europeo

L'Enduro rosa è tricolore | Io Guido da Sola

        In questa mia rubrica, per una volta, vorrei compiere una riflessione diversa dal solito, che ho maturato in prima persona in veste di giornalista. Mario e Dalila, matrimonio on the road | Io Guido da Sola Una riflessione sul motociclismo "rosa"  Ormai scrivo di donne e moto da oltre sei anni visto che questa rubrica esiste dal 2016, e mi sono sempre &ldquo;battuta&rdquo; per portare alto il vessillo rosa in un ambiente un po&rsquo; chiuso alle ragazze, anche se negli anni ha compiuto senza dubbio enormi passi avanti e si sta muovendo in una direzione sempre pi&ugrave; inclusiva. Questo regala enorme soddisfazione, eppure proprio io che certe volte metto al bando anche soltanto qualche parola pronunciata a sproposito nei confronti delle ragazze pilota, leggendo un&rsquo;intervista di un collega mi sono resa conto di essere la prima a sbagliare. Ogni qual volta intervisto una ragazza che va in moto per passione o per professione, che sia famosa oppure no, una delle prime domande che pongo &egrave;: &ldquo;Come e perch&eacute; &egrave; nata la tua passione per le moto?&rdquo;. Lo chiedo per curiosit&agrave; (in fondo la curiosit&agrave; &egrave; donna e in pi&ugrave; sono giornalista quindi sono curiosa all&rsquo;ennesima potenza), inoltre noto che, di fronte a questa domanda, l&rsquo;intervistata si &ldquo;scioglie&rdquo; facendo un tuffo nei ricordi, e inizia ad aprirsi e parlare di pi&ugrave;. Tuttavia, leggendo la stessa domanda posta da un giornalista uomo a una ragazza, mi sono resa conto che il quesito nasconde qualcosa in pi&ugrave;: a un maschio si chiederebbe ugualmente come e perch&eacute; sia nata la sua passione per le moto? Secondo me no. In fondo, &egrave; normale che un uomo ami le moto, non c&rsquo;&egrave; niente di &ldquo;strano&rdquo;. A una ragazza, invece, viene quasi spontaneo chiederlo, perch&eacute; non &egrave; cosa comune. Le donne e le moto  Questa mia riflessione diventa banale se penso che ogni volta che mi chiedono che lavoro faccio, e rispondo che scrivo di moto, la gente sgrana gli occhi: &ldquo;Perch&eacute;, ti piacciono le moto? E come mai?&rdquo;. Praticamente mi pongono la stessa domanda che a mia volta faccio alle mie intervistate e che, tradotta con i sottotitoli, verrebbe cos&igrave;: &ldquo;Come mai, invece di pensare a sport come la danza, o ad altre cose da femmina, ti sei data alle moto?&rdquo;. E anche se la risposta banale non &egrave;, e pu&ograve; suscitare interesse in chi ascolta o legge, mi sono ripromessa che d&rsquo;ora in poi alle intervistate non chieder&ograve; pi&ugrave; come e perch&eacute; sia nata la passione per le moto. Partir&ograve; dal presupposto che se amano andare in moto invece che un altro sport, non c&rsquo;&egrave; niente di strano. Piuttosto, chieder&ograve; loro cosa amano delle moto: sono sicura che ricever&ograve; risposte ancora pi&ugrave; curiose che mi faranno entrare in sintonia con loro. La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola       

Chiedere a una pilota perch&eacute; corra in moto ha le sue controindicazioni...

Le donne e una domanda da evitare | Io Guido da Sola

        Estate e vacanze, &egrave; questo che mi ha spinto a conoscere&nbsp;Mario e&nbsp;Dalila, rispettivamente 31 e 42 anni, sposati da nove, e che vivono a Scordia, in provincia di Catania. Insieme, hanno creato il canale Youtube e la pagina Facebook dal nome &ldquo;Itimeless&rdquo;, dove narrano le loro avventure in moto. La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola La storia di Mario e Dalila  &ldquo;Il nome del canale &ndash; racconta Dalila &ndash; nasce dalla nostra perenne mancanza di tempo che ci porta a organizzare i tour sempre all&rsquo;ultimo secondo, spesso arrivando in ufficio con le moto cariche di bagagli per partire&rdquo;. Ma partire per dove? E soprattutto, come &egrave; nata questa passione per i viaggi in moto? &ldquo;Mario &ndash; prosegue la moglie &ndash; &egrave; motociclista da sempre, io invece ho iniziato la mia avventura su due ruote da passeggera, assaporando con lui le prime gite. Dopo qualche anno da &lsquo;zavorrina&rsquo; ho comprato la mia prima moto, una Ducati Monster 620 che ancora custodisco come una reliquia in garage. Mario mi ha sempre incoraggiato, e si &egrave; prestato a farmi provare le sue moto anche quando, ancora poco pratica, le parcheggiavo in orizzontale sull&rsquo;asfalto!&rdquo;. In genere i loro viaggi durano 10-20 giorni in concomitanza con le ferie estive. Mario cavalca una BMW GS 1200, Dalila una Benelli TRK 502 stradale: &ldquo;Ci piacciono i tour itineranti, difficilmente pernottiamo nello stesso posto pi&ugrave; di una o due notti. Quando possiamo, prediligiamo il campeggio perch&eacute; amiamo l&rsquo;avventura e l&rsquo;arte dell&rsquo;arrangiarsi&rdquo;. Ma a proposito di arrangiarsi, per una donna viaggiare in moto non &egrave; mai facile: &ldquo;Diciamo che per una donna lo spazio non &egrave; mai troppo, ma avere una moto comoda, con tre valigie tutte per me, mi aiuta a intraprendere i viaggi in assoluta indipendenza. La prima cosa a cui ho pensato in termini di spazio &egrave; stata: &lsquo;finalmente posso portare la piastra per i capelli con me&rsquo;. Concretamente, l&rsquo;ho fatto? No, mai!&rdquo;. Mario e Dalila sempre in viaggio  La passione comune che lega queste due anime inseparabili &egrave; qualcosa di unico, anche se qualche bisticcio &egrave; sempre dietro l&rsquo;angolo: &ldquo;Anche in moto non &egrave; bello se non &egrave; litigarello! Litighiamo continuamente senza mai litigare davvero: per la svolta fatta all&rsquo;ultimo senza preavviso, oppure perch&eacute; Mario dice che mi lamento troppo. Ma io mi lamento soltanto perch&eacute; ho caldo, ho freddo, ho fame, ho sete. Mario &egrave; la mia valvola di sfogo!&rdquo;. Con Mario e Dalila non ci si annoia mai e anche quest&rsquo;estate non manca un bel tour della Sicilia e chiss&agrave;, forse arriver&agrave; un viaggio in Polonia: &ldquo;La moto &egrave; terapia &ndash; conclude Dalila &ndash; fa bene all&rsquo;anima e alla coppia. Vivere la moto &egrave; un&rsquo;esperienza che ti cambia la vita&rdquo;. Leila Olimi, tra moto e natura | Io Guido da Sola       

La storia di una coppia sempre in viaggio, ciascuno sulla propria moto e... senza tempo

Mario e Dalila, matrimonio on the road | Io Guido da Sola

        La MotoGP di questo 2023 appare sempre pi&ugrave; come monopolio Ducati. Dall&rsquo;anno scorso a oggi le polemiche sulle otto moto della Casa di Borgo Panigale in griglia di partenza non sono mancate, inoltre quest&rsquo;anno la superiorit&agrave; tecnica &egrave; davvero schiacciante. I primi tre piloti della classifica generale cavalcano una Desmosedici: Pecco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi, intervallati da una KTM (quella di Brad Binder), per poi rivedere ancora due Rosse, questa volta guidate da Johann Zarco e Luca Marini. Leila Olimi, tra moto e natura | Io Guido da Sola La MotoGP secondo le ragazze  Cos&igrave; mi sono chiesta: e se il campionato MotoGP diventasse monomarca? Come sarebbe se tutti i piloti guidassero la stessa moto con le stesse caratteristiche, come avviene in MotoE? Ho voluto sentire il parere dei miei followers di Instagram, attraverso un sondaggio. A cui hanno partecipato tante ragazze, appassionate di moto e di Motomondiale. E mi sono stupita delle tante persone che mi hanno risposto, ma soprattutto del fatto che la maggioranza la pensasse allo stesso modo. Ma andiamo per gradi: la mia riflessione &egrave; nata dalle difficolt&agrave; incontrate da piloti di talento come Fabio Quartararo o Marc Marquez, esiliati ai piani bassi della classifica, per tacere del fatto che, molto spesso, li vediamo nella ghiaia. Entrambi stanno guidando una moto che al momento denuncia grandi difficolt&agrave;. La Ducati, al contrario, gode di un ottimo sviluppo e riescono a portarla al limite piloti molto diversi tra loro. Quindi, a questo punto, non sarebbe pi&ugrave; avvincente vedere in pista il talento dei piloti a parit&agrave; di moto? Il sondaggio ha avuto un risultato curioso, in quanto la maggioranza delle persone che mi ha risposto, pensa che la MotoGP 2023 sia gi&agrave; un campionato nelle mani del &ldquo;Granducati di Panigale&rdquo;. E non soltanto, mi sono arrivati messaggi in privato nei quali mi &egrave; stato scritto che la classifica costruttori, viste le otto Ducati in griglia, non ha alcun senso. MotoGP: il nostro sondaggio  Al massimo, sarebbero da considerare soltanto le moto ufficiali per tale graduatoria. Il 30% dei votanti, poi, vorrebbe che venissero date le concessioni a Yamaha e Honda, per consentire a queste Case di essere nuovamente competitive, in modo che le sfide in pista possano coinvolgere pi&ugrave; piloti. Qualcuno azzarda: &ldquo;Se Honda e Yamaha uscissero di scena, la Dorna potrebbe fare davvero un campionato monomarca Ducati. Speriamo non sia cos&igrave;&rdquo;. Allora, non resta che aspettare queste concessioni per le due Case giapponesi e poi vedremo cosa emerger&agrave;. La promozione del motociclismo femminile in Sud Africa | Io Guido da Sola       

Il &ldquo;Granducati di Panigale&rdquo; e le concessioni per i giapponesi: i risultati del nostro sondaggio

La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola

        La storia di Zenith Irfan, prima donna a viaggiare da sola in moto attraverso il Pakistan, mi ha colpito molto, forse per un punto in comune che ho trovato leggendo come &egrave; nata la sua passione. La promozione del motociclismo in Sud Africa | Io Guido da Sola La storia di Zenith Irfan  Questa ragazza, classe 1995, ha perso il pap&agrave; quando aveva pochi mesi: lui era appassionato di motociclismo e il suo desiderio pi&ugrave; grande era quello di fare lunghi viaggi in moto. Desiderio che non ha mai potuto realizzare, cos&igrave;, quando Zenith da ragazzina lo ha scoperto, ha deciso che in qualche modo avrebbe dato vita al sogno del suo pap&agrave;. Il Paese in cui viveva e vive tutt&rsquo;ora, per&ograve;, non &egrave; mai stato troppo ben disposto nei confronti del binomio donna-moto, ma Zenith ha ugualmente deciso di prendere la patente e imparare a guidare e nel 2015 &egrave; partita per il suo primo viaggio. Non aveva una meta ben precisa, quindi ha prima girato nella parte nord del Pakistan spingendosi fino al confine con la Cina: &ldquo;Questo mio primo viaggio in moto ha mostrato a tante ragazze che &egrave; possibile trovare la forza per seguire le proprie passioni &ndash; ha spiegato &ndash; quando ho guidato la moto per la prima volta, ho capito che qualunque cosa avessi fatto da quel momento in poi sarebbe stato soltanto ed esclusivamente per me stessa. Dopo questa prima esperienza, moltissime ragazze mi hanno scritto messaggi esprimendo i loro desideri, le emozioni e i sogni. Molti mi hanno detto che ero diventata per loro un simbolo di coraggio e forza&rdquo;. Il film ispirato a Zenith Irfan  Tale &egrave; stata l&rsquo;ispirazione che Zenith ha fornito alle numerose ragazze appassionate di moto del suo Paese, che il regista Adnan Sarwar ha deciso di prendere la sua storia come spunto per il film Motorcycle Girl del 2018. Successivamente Zenith &egrave; diventata una nota influencer e attraverso i social ha iniziato a condividere i suoi tanti viaggi e non soltanto: per esempio fornisce consigli relativi ai pezzi di ricambio delle moto, alla sicurezza e anche ai luoghi pi&ugrave; belli da visitare. &ldquo;Mi chiedono perch&eacute; viaggio tanto&rdquo; ha raccontato Zenith. &ldquo;Onestamente non lo so, viaggio per tanti motivi, per me stessa, per le emozioni che mi attendono e per i luoghi da visitare&rdquo;. Zenith Irfan &egrave; stata nominata tra le 100 persone pakistane pi&ugrave; influenti, le cosiddetti trendsetter e capaci di ispirare cambiamenti. Dal desiderio di realizzare il sogno del suo pap&agrave; alla capacit&agrave; di ispirare tante ragazze, Zenith Irfan sta disegnando una parabola in continua crescita che ci auguriamo non si esaurisca mai.       

Motociclista per omaggiare il padre, ha ispirato il film Motorcycle Girl

Zenith Irfan, in viaggio verso il cinema | Io Guido da Sola

        Le donne che amano sporcarsi le mani di fango sono tante. E non &egrave; soltanto un modo di dire, ma &egrave; pura realt&agrave;, come nel caso di Joanna Modrzewska, pilota polacca che ha fatto dell&rsquo;off-road la sua unica e grande passione. Dal Qatar International Baja affrontato nel 2022, allo European Enduro Champ passando per il Polish Cup Baja Rally, per questa ragazza nessun terreno ha pi&ugrave; segreti. La promozione del motociclismo in Sud Africa | Io Guido da Sola L'avventura di Joanna Modrzewska  E se la sabbia del deserto le aveva dato parecchio filo da torcere lo scorso anno, in questo 2023 ha deciso di affrontare una sfida senza precedenti, l&rsquo;Hellas Rally Raid, una sorta di maratona che ha visto i piloti impegnati in sette giorni di gare nella Grecia centrale. A causa del maltempo che si &egrave; registrato nel Paese a fine maggio (periodo in cui si &egrave; svolta la competizione), Joanna e i suoi colleghi sono stati costretti a improvvisarsi Enduristi, anche se in realt&agrave; la gara era di Cross-Country: &ldquo;Ha piovuto molto per tutta la settimana &ndash; ha raccontato Joanna &ndash; le strade si sono trasformate in ruscelli fangosi e i fiumi di montagna si sono rivelati insormontabili. In una singola sessione, oltre 80 concorrenti sono rimasti bloccati sul percorso fino a tarda notte&rdquo;. Joanna Modrzewska e il fango  Oltre a fare esperienza e ad allenarsi in un nuovo tipo di navigazione, la Modrzewska (nella foto di copertina) aveva anche l&rsquo;obiettivo di ottenere il miglior risultato possibile nella classifica femminile e in quella generale. Missione compiuta, poich&eacute; su 320 concorrenti provenienti da tutto il Mondo Joanna ha concluso al primo posto della classifica femminile FIM, al secondo posto della classifica generale femminile e settantaseiesima di tutto il gruppone. &ldquo;Considero questo risultato molto positivo &ndash; ha aggiunto &ndash; questa gara mi ha consentito di maturare nuove esperienze regalandomi positivit&agrave; per il futuro. Ho superato alcuni giorni molto difficili soltanto grazie alla determinazione e a tanta forza di volont&agrave;. Pi&ugrave; volte avrei voluto arrendermi, ma il mio 'io' interiore diceva: &lsquo;prova a correre altri 10 km, poi altri 10 ancora&rsquo; e cos&igrave; sono arrivata al traguardo&rdquo;. Emblematico un video che ha postato sulla sua pagina Facebook durante una delle giornate in Grecia: era da poco tornato a splendere il Sole e Joanna si trovava in un campo erboso insieme agli altri piloti. Moto interamente ricoperta di fango, volto visibilmente stanco, anzi distrutto. Joanna ha preso la sua maglietta e ha iniziato a pulire la moto, facendola tornare lucida perch&eacute;, come ha raccontato &ldquo;Chi ama il fango ama anche questo&rdquo;. Roberta Ponziani, a scuola dai campioni | Io Guido da Sola       

Le imprese della polacca nell&rsquo;Hellas Rally Raid

Joanna Modrzewska, innamorata dell'Off-Road | Io Guido da Sola

        Tra le tante donne che &ldquo;passano&rdquo; da questa rubrica, ci tenevo a raccontarvi la storia di Claire Lomas, quarantatreenne inglese che si pu&ograve; definire una motivatrice per le tante battaglie che sta portando avanti, ma soprattutto una persona di grande spirito per ci&ograve; che ha affrontato. Roberta Ponziani, a scuola dai campioni | Io Guido da Sola La storia di Claire Lomas  All&rsquo;et&agrave; di 27 anni, infatti, Claire &egrave; caduta da cavallo, lo sport che praticava. Per la caduta &egrave; rimasta paralizzata dalla vita in gi&ugrave;: "Pensavo che la mia vita sarebbe finita &ndash; ha scritto tra le pagine del suo blog &ndash; ma poi ho iniziato a pensare alle porte che potevano aprirsi rispetto a quelle che si erano chiuse". Un gran modo di reagire alle avversit&agrave;, un&rsquo;attitudine che ha portato questa donna ad affrontare tante sfide come la maratona di Londra nel 2012, o a cimentarsi nel parapendio, ma &egrave; anche diventata un&rsquo;autrice e una speaker motivazionale arrivando a ricevere il riconoscimento MBE (Member of the Order of British Empire) per i suoi tanti progetti con i quali raccoglie fondi per aiutare le persone in difficolt&agrave;. L&rsquo;ultimo di questi? A maggio 2023 ha partecipato alla celebre North West 200: &ldquo;Ho avuto il privilegio di essere invitata a fare un giro del percorso di 8,9 miglia sulla mia moto adattata&rdquo;. Claire, prima della sua caduta da cavallo non era mai salita su una moto, quindi perch&eacute; affrontare un&rsquo;impresa del genere con una lesione al midollo spinale che le ha reso tutto pi&ugrave; complicato? &ldquo;La mattina prima di scendere in pista tremavo come una foglia, e anche se non sento pi&ugrave; niente dalla vita in gi&ugrave;, la sensazione era quella di avere le farfalle nello stomaco. Amo sfidare me stessa&rdquo;. Claire Lomas alla NW200  L&rsquo;impresa di Claire &egrave; stata ancora pi&ugrave; difficile in quanto, come noto, la NW200 si svolge sulle strade nordirlandesi: &egrave; stata un&rsquo;esperienza inedita, poich&eacute; per imparare ad andare in moto aveva girato sempre in circuito. A sostenerla, c&rsquo;erano suo marito e il suo pap&agrave;: &ldquo;Una volta l&agrave; fuori, sentivo la moto come se fosse parte di me. Ho provato un enorme senso di libert&agrave;&rdquo;. Per questa donna, che &egrave; senza dubbio un esempio per tutti, affrontare tutto ci&ograve; &egrave; servito a &ldquo;Crescere, favorendo anche la resilienza e sviluppando una forte mentalit&agrave;&rdquo;. &ldquo;Le mie sfide &ndash; ha concluso Claire &ndash; sono iniziate prevalentemente per raccogliere fondi per curare la paralisi, e nel corso degli anni ho raccolto 865.000 Sterline attraverso le varie imprese che ho intrapreso, ma sono servite anche per un altro scopo: mi hanno reso ci&ograve; che sono oggi&rdquo;. I consigli di Tiger Biker Girl | Io Guido da Sola       

La sua vita non si &egrave; fermata dopo un grave incidente a cavallo

Claire Lomas, dall'inferno alla NW 200 | Io Guido da Sola

        Grandi sogni, e tanta grinta per raggiungerli: &egrave; cos&igrave; che posso descrivere una giovane pilota che ho avuto il piacere di conoscere. Si tratta di Leila Olimi, dodicenne che vive a Netro in provincia di Biella. La promozione del motociclismo femminile in Sud Africa | Io Guido da Sola La storia di Leila Olimi  Amante delle moto (e delle biciclette) fin da piccola, vista anche la grande passione del nonno e di pap&agrave; Matteo, Leila ha iniziato con il Cross, per poi passare all&rsquo;Enduro: &ldquo;A due anni mi regalarono una Jeep di plastica &ndash; racconta &ndash; dalla quale non riuscivo a separarmi, la usavo nel prato, in giardino, nel garage, in pratica dappertutto! Poi passai a un piccolo Quad e infine, quando avevo cinque anni, mio nonno mi regal&ograve; una Minimoto bianca e arancione. Questa fu la mia prima vera moto. Devo dire che impiegai mesi per iniziare a prendere dimestichezza e capire il meccanismo, e per farmi imparare meglio e in modo pi&ugrave; sicuro i miei crearono un minuscolo circuito ad anello nel prato&rdquo;. Leila Olimi e gli insegnamenti di Anna Sappino  Da qui, la passione di Leila &egrave; cresciuta sempre di pi&ugrave; e la sua prima gara di Enduro &egrave; stata a sette anni, a Casale Monferrato: &ldquo;Ho deciso di praticare questa disciplina, soprattutto perch&eacute; due anni prima avevo incontrato per la prima volta il Team Lady Enduro Project, con cui ho proseguito l&rsquo;attivit&agrave; grazie gli insegnamenti di Anna Sappino, campionessa di Enduro, in un piccolo percorso sopra il Canavese. Conoscevo il Cross ma non mi entusiasmava disputare gare in cui si parte tutti 'azzuffati' e in cui si rischia abbastanza. L&rsquo;Enduro mi piace perch&eacute; &egrave; una disciplina pi&ugrave; tecnica e organizzata&rdquo;. E cos&igrave; Leila ha iniziato a spiccare il suo volo: quest&rsquo;anno la giovanissima piemontese sta affrontando il Trofeo Mario Ferrero, nel quale al momento si trova al comando, ma anche il Trofeo delle Regioni e il campionato Italiano di Enduro per le fasce di et&agrave; pi&ugrave; giovani. In ambito tricolore, si trova al momento in seconda posizione con la sua KTM 85 cm&sup3; nel Team MC Altaserra, sostenuto sempre dal Lady Enduro Project. Oltre a fare strada nell&rsquo;Enduro, con il sogno di coltivare la passione di pilota e ottenere grandi risultati, la giovanissima Leila vuole diventare una Guardia Forestale, e tra i suoi hobby c&rsquo;&egrave; quello di compiere lunghe passeggiate per i sentieri. Per ora sta affrontando la stagione 2023 con grande entusiasmo e mi auguro che, parlando di nuovo con lei a fine campionato, possa raccontarmi di tanti risultati positivi conquistati. Forza piccola grande Leila, sei il presente e il futuro dell&rsquo;Enduro italiano! Roberta Ponziani, a scuola dai campioni | Io Guido da Sola       

La giovanissima piemontese vede il proprio domani nell&rsquo;Enduro e nella Forestale

Leila Olimi, tra moto e natura | Io Guido da Sola

        Se il motociclismo femminile in Italia sta prendendo piede e sempre pi&ugrave; ragazze affrontano competizioni e campionati vari, in altre parti del Mondo tutto ci&ograve; &egrave; molto pi&ugrave; difficile. Per esempio in Sud Africa, dove di certo non mancano le donne con la voglia di gareggiare, ma la sola visione di piloti in rosa &egrave; di per s&eacute; un concetto lontano dalla normalit&agrave;. L'idea per il Sud Africa  Per questo motivo, due ambasciatrici note nella Superbike del Sud Africa come Morongoa (Mo) Mahope, alias &ldquo;Mo83&rdquo;, e Nicole van Aswegen, alias &ldquo;Nix21&rdquo;, hanno deciso di fondare un&rsquo;associazione chiamata &ldquo;Basadi in Motorsport&rdquo; con l&rsquo;obiettivo di promuovere gli sport motoristici nel loro territorio. &ldquo;Basadi&rdquo; (che in italiano significa donna) ha inoltre l&rsquo;obiettivo di concentrarsi sulla crescita di futuri piloti, cos&igrave; come sul miglioramento degli standard di sicurezza in pista e sulla promozione delle gare. &ldquo;Il Sud Africa &egrave; relativamente lontano dalla maggior parte dei Paesi sviluppati &ndash; ha detto Nicole &ndash; e il numero di motocicliste &egrave; diminuito nel corso degli anni. C&rsquo;&egrave; molto lavoro da svolgere per portare i numeri a un livello in cui possiamo avere una buona rappresentanza di motocicliste e, in definitiva, almeno due classi di gara soltanto per donne&rdquo;. Nel loro calendario c&rsquo;&egrave; la Motorcycle Racing Series of South Africa (MRSSA). L&rsquo;obiettivo di questo campionato &egrave; riportare il divertimento nelle corse competitive, mantenendo tutto semplice, con regole minime pur continuando a gareggiare in un ambiente sicuro: &ldquo;In questo senso &ndash; prosegue Nicole &ndash; il campionato accoglier&agrave; tutti i piloti, indipendentemente dall&rsquo;et&agrave;, dal livello di abilit&agrave;, dal tipo di moto o gomme. Nessuna politica, soltanto corse a prezzi accessibili aperte a tutti&rdquo;. Il Sud Africa e le due ruote  Basadi si propone di presentare un programma per le donne che corrono su strada ma non hanno mai corso in pista: &ldquo;Inizieremo portandole su un simulatore di gara, poi su una pista con moto pi&ugrave; piccole e da l&igrave; su un grande circuito di gara per aiutarle a diventare pi&ugrave; veloci &ndash; dice Morongoa &ndash; le donne non dovrebbero mai sentirsi inferiori agli uomini. Possono ottenere qualsiasi cosa si prefiggano. Il modo migliore per promuovere lo sport, per noi, &egrave; partecipare e gareggiare contro i migliori piloti uomini del Paese. Crediamo di aver ispirato parecchie donne e speriamo di farlo con molte altre&rdquo;. Entrambe concordano sul fatto che il motociclismo sia ancora dominato dagli uomini, ma questa &egrave; soltanto una motivazione extra per dimostrare che le donne sono altrettanto capaci. E possono avere successo. Roberta Ponziani, a scuola dai campioni | Io Guido da Sola       

L'idea &egrave; culminata nella fondazione dell&rsquo;associazione chiamata &ldquo;Basadi in Motorsport&rdquo;

La promozione del motociclismo femminile in Sud Africa | Io Guido da Sola

        Il campionato europeo femminile (WEC) &egrave; ripartito nel segno del... tricolore italiano. Dopo tante gare della scorsa stagione nelle quali le spagnole Beatriz Neila Santos e Sara Sanchez avevano monopolizzato il gradino pi&ugrave; alto del podio, l&rsquo;esordio della stagione continentale, a Misano, sia in Gara 1 che in Gara 2 &egrave; stato caratterizzato dall&rsquo;italianissima Roberta Ponziani. Il 2023 di Roberta Ponziani  Il 2023, iniziato con diversi cambiamenti primo tra tutti il team, si &egrave; aperto nel migliore dei modi per la abruzzese, costretta per due anni a rimanere a guardare le colleghe dal terzo gradino del podio nella classifica generale. A inizio anno, Roberta si era prefissata un obiettivo ambizioso: nelle premesse, questa sarebbe stata la stagione della svolta, quindi quale inizio migliore di una doppietta. &ldquo;Di fronte a due successi in un solo weekend &ndash; ha detto &ndash; posso dire di essere andata ben al di sopra delle pi&ugrave; rosee aspettative. Prima della tappa di Misano avevo tanta ansia, cosa che solitamente non mi capita. Sapevo di avere la moto per vincere, quindi sentivo la pressione e la responsabilit&agrave;, non potevo proprio sbagliare&rdquo;. Quest&rsquo;anno, la ragazza di Teramo, &egrave; approdata in un team davvero importante, ovvero il Roc&rsquo;n&rsquo;Dea, di Alex De Angelis e Massimo Roccoli: &ldquo;Ovviamente sono contentissima per la vittoria arrivata a Misano &ndash; ha aggiunto &ndash; con il team mi trovo davvero molto bene, ma anche con la moto e con i meccanici. Si respira una bella atmosfera e mi sento parte di un bel gruppo e questo &egrave; molto importante. Poi, che gi&agrave; alla prima gara ci sia tutta questa affinit&agrave; con la squadra, non capita molto spesso&rdquo;. Roberta con De Angelis e Roccoli  Roberta parla con cognizione di causa: a 26 anni non &egrave; pi&ugrave; una novellina in questo campionato, e le carte in regola per portare a casa una stagione vincente non le mancano. In pi&ugrave;, pu&ograve; contare su due coach d&rsquo;eccezione come De Angelis e Roccoli: &ldquo;Quando abbiamo fatto i test prestagionali &ndash; ha svelato la Ponziani &ndash; loro hanno girato in pista con me per vedere da vicino come guidavo e per fornirmi preziosi suggerimenti. E questo penso sia un aiuto che nessun altro team pu&ograve; dare&rdquo;. La Ponziani e le sue colleghe, dopo la gara di Misano sono andate a Valencia per il secondo round di questo 2023. Prima di partire per la Spagna, Roberta mi ha detto di essere molto fiduciosa in vista delle gare, anche se le rivali spagnole avrebbero giocato in casa. Purtroppo, nonostante buoni risultati in prova, in due gare ha racimolato un doppio &ldquo;zero&rdquo;. Ma, grazie anche ai consigli dei suoi manager, sapr&agrave; riscattarsi. I consigli di Tiger Biker Girl | Io Guido da Sola       

Team manager e istruttori: De Angelis e Roccoli, i &ldquo;segreti&rdquo; della pilota impegnata nella WEC

Roberta Ponziani, a scuola dai Campioni | Io Guido da Sola

        La primavera &egrave; nel pieno, due giorni importanti come 25 aprile e 1 maggio sono gi&agrave; passati, e io ho trascorso entrambi i ponti a casa tra poppate e pannolini da cambiare alla nuova arrivata della nostra famiglia. Il videoblog di Tiger Biker Girl  Ma, anche l&rsquo;estate si avvicina, ovvero il periodo migliore per viaggiare in moto e spostarsi anche all&rsquo;estero, risparmiandosi code in autostrada e godendo della natura che le strade secondarie offrono. Per questo, ho scovato per voi (per me la moto sar&agrave; off-limits per diverso tempo) un bellissimo itinerario in Croazia suggerito da Tiger Biker Girl, una ragazza che gira per l&rsquo;Italia (e non soltanto) raccontando il suo diario di viaggio su Youtube. Kia si definisce un&rsquo;amante dei cavalli, sia a motore che a quattro zampe e, tramite i social, ha creato dei videoblog in cui racconta dei suoi viaggi. L&rsquo;ultimo &egrave; proprio quello in Croazia, meta molto bella e davvero ideale per chi viaggia in moto. Io stessa ci sono stata anni fa e devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. &ldquo;Quello in Croazia &ndash; spiega Kia &ndash; &egrave; stato il mio primo viaggio all&rsquo;estero e l&rsquo;ho fatto con la mia Kawasaki Z650. &Egrave; vero, &egrave; una naked, ma sono riuscita ad adattarla per renderla una moto &lsquo;turistica&rsquo; riuscendo ad arrivare fino all&rsquo;Isola di Krk dove, dopo un viaggio di 600 km, ho trovato un mare fantastico&rdquo;. Cos&igrave;, con partenza da Padova, Kia si &egrave; messa in viaggio attrezzata per raccontare, strada facendo, la sua esperienza. Insieme a lei, la fedelissima mascotte, un tigrotto di peluche verde come la sua Kawasaki ancorato sul serbatoio della moto. Tra i tanti consigli che si possono ascoltare durante il video registrato direttamente in sella, quelli sulle rotte secondarie da percorrere per non prendere l&rsquo;autostrada e risparmiarsi i dazi doganali, e le strade meno dissestate e pi&ugrave; comode da affrontare per godersi anche un bel panorama. Tiger Biker Girl e i suoi consigli  Kia, poi, offre anche consigli extra su dove alloggiare: &ldquo;Ho prenotato per tempo per avere maggiore scelta. Vi consiglio di non utilizzare soltanto le piattaforme pi&ugrave; conosciute, ma di guardare anche nelle pagine Facebook per interagire direttamente con le persone del posto. Ci sono degli appartamenti davvero carini ed economici&rdquo;. Il video ha portato fino all&rsquo;arrivo a Punat, una localit&agrave; dell&rsquo;Isola di Krk, con tante altre dritte in merito a cosa vedere, dove mangiare e le spiagge pi&ugrave; belle dove prendere il Sole. Questa Tiger Biker Girl ha un futuro da blogger di viaggi in moto: attendiamo nuovi consigli sulle prossime vacanze! A scuola di motori, grazie a Muner | Io Guido da Sola       

Il videoblog di Kia e della sua mascotte ispirer&agrave; le vostre vacanze in moto

I consigli di Tiger Biker Girl | Io Guido da Sola

        In Emilia Romagna, suddivisa tra Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Ferrara, esiste un&rsquo;universit&agrave; davvero prestigiosa, la MUNER (Motorvehicle University of Emilia-Romagna) che ha siglato una collaborazione con la FIM Women in Motorcycling Commission, con la doppia finalit&agrave; di dare sempre pi&ugrave; spazio, in ogni settore dei motori (auto e moto), alle donne intenzionate a entrare in questo ambito. L'accordo MUNER-FIM  In questo caso, quindi, non si parla di piloti donna, ma di ingegneri, meccanici, grafici, manager e tantissime altre figure che ruotano attorno al mondo dei motori e che ormai non conoscono pi&ugrave; la distinzione tra femmine e maschi. &ldquo;MUNER &ndash; come si legge nella nota dedicata al progetto realizzato con la FIM &ndash; ha sempre creduto che i talenti non possano essere confinati negli stereotipi. Diversificare la forza lavoro, infatti, non &egrave; un&rsquo;opportunit&agrave; che il mondo di auto e moto pu&ograve; perdere, non per numero, ma soprattutto per arricchimento. Negli anni la nostra realt&agrave; si &egrave; impegnata a promuovere le vocazioni femminili, in particolare attraverso la creazione di Women in Transport, una scuola estiva interamente dedicata alle donne ingegnere&rdquo;. E proprio questa &ldquo;Summer School&rdquo; &egrave; pronta a ripartire anche nell&rsquo;estate 2023, nel mese di luglio, con l&rsquo;obiettivo di sensibilizzare le giovani donne e avvicinarle al settore dei trasporti, superando gli stereotipi di genere. I posti saranno limitati a 20 e per accedervi occorrer&agrave; conoscere bene l&rsquo;inglese e aver conseguito una laurea in ingegneria. La scuola estiva targata MUNER  &ldquo;Dato che avevamo visto un sempre maggiore incremento di donne interessate a questi studi universitari &ndash; spiega Elena Bassoli, direttrice della Women in Transport Summer School &ndash; abbiamo deciso di dare vita a una scuola estiva alla quale possono accedere donne da ogni parte del Mondo. Nel primo anno della sua creazione, hanno frequentato la Summer School diciannove ragazze, &egrave; stato qualcosa di straordinario. Le ragazze hanno visto da vicino il lavoro che viene fatto dai nostri partner come Ducati e Lamborghini, fornendo anche il loro contributo. Per esempio ci sono molti ingegneri donna che lavorano in Ducati, soprattutto nel dipartimento mobilit&agrave;&rdquo;. La speranza &egrave; che sempre pi&ugrave; donne vadano a occupare posti di lavoro che finora sono sembrati dei tab&ugrave;, ma lo sdoganamento &egrave; senza dubbio in atto. E questo non pu&ograve; che essere un grande inizio. La diatriba tra Ana Carrasco e Alvaro Bautista | Io Guido da Sola       

Con l&rsquo;accordo tra la prestigiosa universit&agrave; e la FIM, pi&ugrave; donne potranno essere protagoniste in vari ruoli

A scuola di motori, grazie a MUNER | Io Guido da Sola

        La stagione di gare &egrave; al via, ed &egrave; stata anticipata da qualche polemica. Avrete sicuramente sentito parlare della lite scoppiata tra il campione del Mondo della Superbike, Alvaro Bautista, e la pilota Moto3 Ana Carrasco dopo una giornata di test che si &egrave; svolta a fine gennaio a Jerez. L'episodio tra Bautista e la Carrasco  Sul momento, non avevo ritenuto opportuno scrivere dell&rsquo;accaduto, poich&eacute; non ero riuscita a farmi un&rsquo;idea precisa: aveva esagerato Bautista? O la Carrasco non era nel giusto? Vi spiego meglio quanto successo, nel caso qualcuno se lo fosse perso. Come detto, durante la prima giornata di test Superbike a Jerez, Bautista era incappato in una caduta senza riportare nessuna conseguenza fisica. Lo spagnolo, per&ograve;, a fine giornata era sbottato incolpando la connazionale Carrasco: &ldquo;Ana si trovava davanti a me sul rettilineo, ma in staccata mi sono avvicinato troppo velocemente a lei. Ho dovuto raddrizzare la moto, sono arrivato sullo sporco all&rsquo;esterno della curva e la ruota anteriore &egrave; scivolata. Ana dovrebbe guidare con gli amatori, al momento &egrave; troppo lenta per guidare con i ragazzi della SBK e della Supersport&rdquo;. La murciana non ha tardato a rispondere stizzita via social: &ldquo;Dici cos&igrave; soltanto perch&eacute; sono una donna? Tra Curva 1 e Curva 2 mi sono spostata all&rsquo;interno della pista per lasciarti spazio, mi sono girata per vedere quando saresti passato e ti ho visto cadere. Non si raccontano menzogne&rdquo;. Il ruolo di Maria Herrera nella diatriba  Ebbene, a cercare di sciogliere i nodi di questa diatriba &egrave; stata la pilota della MotoE Maria Herrera, amica sia di Ana che di Alvaro. In un&rsquo;intervista al giornale spagnolo Marca ha detto che, come sempre, la verit&agrave; sta nel mezzo e che entrambi hanno recepito male il commento altrui: &ldquo;Alla fine &egrave; un allenamento Superbike &ndash; ha detto &ndash; i piloti del campionato prendono la moto con cui gareggiano e spingono al limite. Ana, in quell&rsquo;occasione, aveva invece una moto che non andava cos&igrave; veloce(una 600 Stock, nde). Le accuse di entrambi, a mio avviso, sono state prese fuori contesto&rdquo;. Poi ha aggiunto su Alvaro: &ldquo;Lui ha tre donne in casa (riferendosi alla moglie e alle figlie, nde) quindi sono certa che non ha una cattiva opinione della Carrasco come donna che corre in moto&rdquo;. Con quest&rsquo;ultima considerazione, credo che la Herrera un po&rsquo; sia riuscita ad &lsquo;addolcire&rsquo; la Carrasco. O forse no. Di certo, la Panigale V4 R utilizzata da Alvaro era decisamente superiore alla moto guidata nell&rsquo;occasione da Ana. Magari la prossima volta, test separati per differenti categorie, e tutto si risolve! In viaggio con Sandra Luzzani | Io Guido da Sola       

Con buon senso, Maria Herrera ha messo fine alla diatriba nata in inverno&nbsp;