        Parlando di Jeremy McWilliams, spesso &egrave; facile cadere nella retorica e nelle frasi fatte visto che, alla soglia dei sessant'anni, &egrave; ancora altamente competitivo e non ha alcuna intenzione di smettere di correre, ma il suo &egrave; un vero e proprio esempio di talento senza et&agrave;. Quest'anno, oltre ad aver preso parte alla North West 200 sia in Supersport che in Supertwins, &egrave; impegnato infatti anche nel MotoAmerica nel King of the Baggers e nella Roland Sands Super Hooligan come pilota ufficiale Indian. BSB, Ducati imbattibile: tripletta per Tommy Bridewell a Snetterton Weekend perfetto per McWilliams a Laguna Seca  In occasione dell'appuntamento sull'iconico circuito di Laguna Seca, proprio nella categoria riservata alle naked l'ex-Motomondiale ha dimostrato di essere ancora un vincente, conquistando la pole position e, soprattutto, la vittoria sia in Gara 1 che in Gara 2 in sella alla Indian FTR 1200 Factory al termine di due manche davvero divertenti e ricche di bagarre in cui il 59enne di Belfast ha dimostrato ancora una volta il proprio spirito combattivo. In Gara 1 ha lottato fino alla bandiera a scacchi contro Andy DiBrino e la KTM Super Duke, arrivando addirittura in volata riuscendo a beffare il rivale per una manciata di millesimi, mentre in Gara 2 il suo avversario numero uno &egrave; stato il compagno di squadra e diretto rivale nella corsa al titolo Tyler O'Hara, che questa volta non &egrave; per&ograve; riuscito a battere il numero 99. Inoltre, Jeremy &egrave; stato premiato sul podio da un'altra icona delle due ruote quale Kevin Schwantz. SBK, Imola: la pi&ugrave; grande chance di vittoria per Rea e Kawasaki Ancora in corsa per il titolo  Il campionato Super Hooligans torner&agrave; in azione l'8-10 settembre ad Austin, in Texas, per il quarto e conclusivo doppio round della stagione 2023, con Jeremy McWilliams ancora in corsa per il titolo e pronto a puntare nuovamente al successo. A dimostrazione di come il talento e la passione per il motociclismo non spariscano con l'avanzare dell'et&agrave;. Imola SBK 2001: la spalla spezzata e il sorriso di Bayliss       

Alla soglia dei 60 anni, l'ex pilota del Motomondiale ha centrato una grande doppietta sulla pista californiana nella classe Super Hooligans in sella alla Indian

Talento senza età: Jeremy McWilliams vince nel MotoAmerica a Laguna Seca

        Dopo i problemi dello scorso anno, in cui aveva trionfato in entrambe le manche della classe Supertwins alla North West 200 venendo poi squalificato, Richard Cooper si &egrave; preso una grande rivincita in quest'edizione 2023. Il numero 47 ha infatti portato la KMR Kawasaki dell'ex-pilota Ryan Farquhar davanti a tutti sia in Gara 1 che in Gara 2 (disputate eccezionalmente nella medesima giornata in seguito alla cancellazione della prima manche gioved&igrave;), confermandosi il miglior interprete della categoria al Triangle Circuit. NW200, ottava meraviglia: Glenn Irwin trionfa in Superbike con la Ducati McWilliams sul podio a 59 anni  Nella prima manche, alle spalle di Cooper ha chiuso a sorpresa un ottimo Paul Jordan con la PreZ Racing Kawasaki, con Adam McLean (JMcC Roofing Kawasaki) a completare il podio precedendo Jeremy McWilliams, il migliore tra i piloti in sella alle italianissime Paton S1-R. Proprio quest'ultimo, ormai quasi 60enne ma ancora altamente competitivo, &egrave; poi riuscito a lottare per la vittoria in Gara 2 transitando sotto la bandiera a scacchi al secondo posto davanti al gi&agrave; citato McLean, che dopo aver dovuto rinunciare al Tourist Trophy ha concentrato tutte le proprie forze sulla North West riuscendo ad inserirsi tra gli assoluti protagonisti della classe riservata alle bicilindriche. NW200: Bonetti protagonista di un salvataggio "alla Randy Mamola" Top 10 per Bonetti e Curinga  Parlando dei piloti italiani, sia Stefano Bonetti che Francesco Curinga sono stati tra i grandi protagonisti in sella alle Paton del team ILR Racing di Ian Lougher. &ldquo;Bonny&rdquo; ha ottenuto una grande quinta posizione in Gara 2 dopo essersi ritirato in Gara 1 per via di un problema alla frizione, mentre Curinga ha effettuato due fantastiche rimonte dal fondo della griglia chiudendo in nona e decima posizione le due corse, utili anche e soprattutto per prepararsi all'ormai imminente primo TT in carriera.        

Con la KMR Kawasaki, Richard &egrave; stato imbattibile in entrambe le manche. Secondo in Gara 2 l'ex-Motomondiale, bene anche gli italiani Bonetti e Curinga

NW200: doppietta di Cooper tra le Supertwins, podio per McWilliams

        Alla soglia dei sessant'anni, Jeremy McWilliams si conferma inarrestabile. Collaudatore KTM, pilota ufficiale Indian nel MotoAmerica King of the Baggers e, anche quest'anno, road racer. Abbiamo gi&agrave; parlato dell'impegno con la Paton tra le Supertwins, ma non sar&agrave; l'unica moto che verr&agrave; guidata dall'esperto pilota di Newtownabbey alla North West 200 di quest'anno (in programma dal 9 al 13 maggio). Jeremy salir&agrave; infatti anche in sella alla Honda del team Wilson Craig Racing, andando cos&igrave; a sostituire l'infortunato Matthew Rees, il quale si &egrave; infortunato ad un polso alla Cookstown 100 e star&agrave; fermo dovendosi operare. Per l'ex-Motomondiale non si tratter&agrave; di una &ldquo;prima volta&rdquo; con la CBR della squadra capitanata da Darren Gilpin, avendoci gi&agrave; gareggiato al Sunflower Trophy della passata stagione. BSB: BMW e Ducati in trionfo nell'appuntamento di Oulton Park McWilliams punta in alto con la Honda CBR  &ldquo;Non ho mai avuto dubbi su un mio eventuale ritorno alla North West 200 in pi&ugrave; categorie&rdquo;, ha detto Jeremy, tra i piloti pi&ugrave; esperti al via dell'edizione di quest'anno al Triangle Circuit. &ldquo;Penso di poter essere competitivo, ma sar&agrave; fondamentale partire al meglio per restare con i primi e sfruttare nel modo migliore le scie sul rettilineo che porta allo University Corner. L'anno scorso avevo perso il contatto con i primi per via della caduta di Hillier davanti a me, ma questa volta punto a lottare per le posizioni di vertice&rdquo;. SBK: sar&agrave; Ivo Lopes a sostituire Van Der Mark a Barcellona       

Oltre all'impegno con la Paton, Jeremy difender&agrave; anche i colori del team Wilson Craig Racing come sostituto dell'infortunato Matthew Rees

McWilliams raddoppia: correrà la North West 200 (anche) con Honda

        Non &egrave; stato un inverno semplice, quello vissuto dal mondo delle corse su strada. Fortunatamente, per&ograve;, la North West 200 &egrave; riuscita a far &ldquo;quadrare i conti&rdquo; ufficializzando un'edizione 2023 che si preannuncia imperdibile, con grandi nomi al via pronti a darsi battaglia tra le strade di campagna che collegano Coleraine, Portrush e Portstewart. SSP: Manz e Ten Kate preparano l'assalto al top in vista di Assen Jeremy McWilliams instancabile  Tra gli attesi protagonisti di una delle competizioni pi&ugrave; emozionanti dell'intero panorama motociclistico mondiale, ce n'&egrave; uno particolarmente amato da tifosi e appassionati: Jeremy McWilliams. Nonostante sia ormai ad un passo dai 60 anni, il pilota dai lunghi trascorsi nel Motomondiale sar&agrave; infatti al via anche quest'anno nella classe Supertwins (categoria riservata alle bicilindriche), in sella ad una Paton S1-R del team Bayview/IFS Racing. &ldquo;Instancabile&rdquo; &egrave; l'aggettivo giusto per definire McWilliams, visto che l'impegno alla North West 200 andr&agrave; ad aggiungersi a quello di tester KTM e a quello (doppio) nel MotoAmerica, in cui &egrave; pilota ufficiale Indian sia nel King of the Baggers che nella Roland Sands Super Hooligans. A conferma di come l'et&agrave;, quando c'&egrave; la passione di mezzo, sia soltanto un numero. Yamaha R7 Cup, calendario 2023: ecco le date della nuova stagione       

A 59 anni, Jeremy si cimenter&agrave; ancora una volta su strada al Triangle Circuit, dove sar&agrave; in griglia con una italianissima Paton S1-R

NW200: McWilliams presente anche quest'anno tra le Supertwins

        La passione non svanisce con l'avanzare dell'et&agrave;; ne sa qualcosa Jeremy McWilliams, ex pilota del Motomondiale e prossimo a compiere 59 anni, che in questo 2023 non solo continuer&agrave; a correre ad alto livello, ma lo far&agrave; in due categorie diverse nel contesto del MotoAmerica, da pilota Factory del marchio Indian. FIM JuniorGP: ci sar&agrave; anche Morosi tra i protagonisti della Moto3 Al via del King of the Baggers e della Super Hooligans  Come gi&agrave; accaduto lo scorso anno (in cui ha anche vinto il round inaugurale della stagione sull'iconico tracciato di Daytona), McWilliams guider&agrave; una Indian Challenger della squadra ufficiale nel King of the Baggers, con l'obiettivo di lottare per il titolo di una delle categorie pi&ugrave; amate dagli appassionati statunitensi e non solo. Al suo fianco ci sar&agrave; il campione in carica Tyler O'Hara, al via con il numero 1. Il King of the Baggers, per&ograve;, non sar&agrave; l'unico campionato a cui Jeremy prender&agrave; parte, visto che con la Indian FTR garegger&agrave; anche nel Roland Sands Design Super Hooligans, serie dedicata alle naked di grossa cilindrata. La conferma di come la passione sia ancora pi&ugrave; viva che mai per McWilliams, la cui presenza sar&agrave; uno dei grandi motivi d'interesse della stagione 2023 per la serie a stelle e strisce. ESBK: Leonardo Taccini all'esordio con la BMW del team EasyRace       

L'ex-MotoGP non ha alcuna intenzione di appendere il casco al chiodo e correr&agrave; nella serie a stelle e strisce in due categorie, come pilota ufficiale Indian

Passione infinita: Jeremy McWilliams al via del MotoAmerica a 59 anni

        Spesso si sente dire che la passione non ha et&agrave; e che essa &egrave; solo un numero. Un esempio di questa affermazione applicata al mondo del moticiclismo &egrave;, senza ombra di dubbio, Jeremy McWilliams, pilota dalla lunghissima carriera a livello internazionale, che dall'8 al 14 maggio sar&agrave; al via della North West 200 per puntare alla quarta vittoria al Triangle Circuit a 58 anni.&nbsp;&nbsp; Dopo aver vinto nel mese di marzo una gara del King of the Baggers a Daytona in sella ad una Indian, il pilota di Newtownabbey torner&agrave; sul tracciato stradale che collega le cittadine di Portrush, Portstewart e Coleraine dove &egrave; salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio per l'ultima volta nel 2019 con una KMR Kawasaki. Quest'anno affronter&agrave; una nuova sfida, visto che garegger&agrave; sempre nella classe Supertwins ma con l'italianissima Paton S1-R. BSB, Silverstone: Glenn Irwin e la Honda inarrestabili in Gara 2 e Gara 3 McWilliams: &ldquo;Correr&ograve; contro piloti che hanno la met&agrave; dei miei anni&rdquo;  Jeremy ha gi&agrave; avuto modo di provare la Paton in occasione del primo round dell'USBK (il campionato dell'Ulster) sul tracciato di Bishopscourt, andando a vincere sia Gara 1 che Gara 2. Una sensazione, quella della vittoria, che emoziona ancora il pilota nordirlandese: &ldquo;Non c'&egrave; niente di meglio che arrivare al parco chiuso da vincitori, con l'intera squadra che ti abbraccia. Inoltre, la mia et&agrave; mi d&agrave; una motivazione extra per dare il cento per cento, visto che correr&ograve; contro piloti che hanno la met&agrave; dei miei anni&rdquo;. &ldquo;So che correre in una road race come la North West 200 comporta dei rischi importanti&rdquo;, prosegue McWilliams, che nel 2019 &egrave; caduto durante la gara del gioved&igrave; andando poi a vincere quella del sabato. &ldquo;Tuttavia, le corse in moto hanno sempre una dose di rischio e ci&ograve; che conta &egrave; esserne consapevoli, gareggiando con la giusta mentalit&agrave;. Anche Daytona &egrave; pericolosa, visto che si corre a pochi centimetri dal muro, ma se gareggio, lo faccio senza pensare a ci&ograve; che potrebbe accadere. Punter&ograve; a divertirmi usando la testa come ho sempre fatto&rdquo;. European Handy Bridgestone Cup: doppia vittoria per Emiliano Malagoli       

Il pilota dai lunghi trascorsi nel Motomondiale, gi&agrave; tre volte vincitore della celebre road race, correr&agrave; nella Supertwins in sella alla Paton: &ldquo;Essere in griglia a questa et&agrave;, mi d&agrave; una motivazione extra&rdquo;

Immenso McWilliams: sarà al via della North West 200 a 58 anni

L&rsquo;irlanda del Nord ha regalato al motociclismo grandi campioni ma, fatta eccezione per Jonathan Rea ed Eugene Laverty, molti di loro hanno mostrato il proprio valore sui circuiti stradali: da Joey Dunlop al nipote Michael, passando per Phillip McCallen e Ryan Farquhar. Un caso &egrave; parte &egrave; Jeremy McWilliams che per una dozzina di stagioni ha frequentato il Mondiale, alternandosi tra 500, 250 e MotoGP, e pi&ugrave; vicino ai 50 anni che non ai 40 si &egrave; tolto grandi soddisfazioni nelle road races. E forse non &egrave; un caso che il suo unico successo nel Mondiale l&rsquo;abbia colto ad Assen, in un evento chiamato Dutch TT, aggiudicandosi la 250 a 37 anni. Ma l&rsquo;et&agrave; non &egrave; mai stata un problema per un pilota che, a 50 anni, ha corso per l&rsquo;ultima volta nel Mondiale, con una wild card in Moto2.  Se dico 30 giugno 2001 cosa ti viene in mente?  &quot;Una bella giornata ad Assen, un ricordo lontano e immagino che con il passare del tempo l&rsquo;entusiasmo svanisca&quot;.&nbsp;     Iniziasti subito forte: miglior tempo nelle FP1.  &quot;Sono sempre stato veloce al Circuit van Drenthe, in precedenza vi ero salito sul podio con una moto non ufficiale nel 1999, quando fui terzo sempre in 250 lottando con Capirossi e Rossi, e ci avevo corso anche nell&rsquo;Europeo&quot;.  Quarto in qualifica, a mezzo secondo da Tetsuya Harada: a cosa miravi?  &quot;La pole &egrave; bella da conquistare e ti d&agrave; un po&rsquo; pi&ugrave; di fiducia per la gara, anche se non &egrave; cos&igrave; importante&quot;.   Avevi una strategia per la gara?  &quot;No, sapevo che avrei potuto giocarmela con tutti gli altri della prima fila, quindi avrei cercato di andare in testa e se non l&rsquo;avessi fatto, avrei lasciato a loro il lavoro e sarei rimasto vicino&quot;.&nbsp;   Eri gi&agrave; salito sul podio quattro volte nel Mondiale, ma senza vincere. Cosa ti era mancato?  &quot;Erano state stagioni positive e non ho rimpianti, le mie erano moto &#39;clienti&#39; e non completamente supportate dalla Casa. Era buono rimanere nel gruppo dei migliori se guidavi al limite, ma &egrave; difficile mantenere un vantaggio senza sostegno del Costruttore&quot;.&nbsp;   Pensavi di poter vincere facilmente, con 16 secondi di vantaggio sul secondo, Emilio Alzamora?  &quot;Quando arrivai in griglia, controllai le gomme dei miei rivali ed ebbi un&rsquo;ottima sensazione, ma non pensavo di poter vincere una gara del Mondiale&quot;.   In gara, su asfalto non completamente asciutto, andasti subito in testa e gli altri ti videro soltanto al traguardo.  &quot;Feci soltanto la scelta giusta per le gomme: sapevo che se non fosse tornata la pioggia, la prima fila non avrebbe avuto la possibilit&agrave; di scegliere i pneumatici da bagnato, per&ograve; non conoscevo le scelte dei piloti dietro. Ma dopo 4-5 giri avevo gi&agrave; un buon margine (tredici secondi di vantaggio, nde)&quot;.  Rifilasti quasi 40 secondi alla seconda Aprilia, di Sylvain Guintoli, quarto al traguardo.   &quot;Non mi dispiaceva guidare mentre l&rsquo;asfalto si stava asciugando, richiedeva molta precisione per rimanere sulla linea asciutta, e spinsi per creare il gap&quot;.    Vincesti a 37 anni e al tuo 119&deg; GP: ci speravi ancora?  &quot;Ho sempre dato il massimo, avevo trascorso molto tempo sulla Yamaha 500, dal 1993 al 1996, una moto non competitiva, prima di passare alla classe 250 e diventare subito abbastanza competitivo finendo tra i primi 10 nella classifica generale dal 1997 al 1999&quot;.  Cosa provasti sul podio?  &quot;Ero molto felice, perch&eacute; un britannico non vinceva in Olanda dal 1977 (Mick Grant, nde), un grosso traguardo&quot;.&nbsp;   Come si festeggi&ograve;?  &quot;Con qualche birra, poi ricordo di aver dormito come un bambino. Quindi andai a Bournemouth, nel sud dell&rsquo;Inghilterra, spensi il telefono e mi rilassai una settimana sulla spiaggia&quot;.&nbsp;   Ti regalasti qualcosa per quella vittoria?  &quot;Ho sempre comprato cose che non mi servivano, penso di aver regalato a mia moglie un paio di scarpe di Christian Louboutin!&quot;.&nbsp;   Sembrava l&rsquo;inizio di una nuova era, invece poi arrivarono tre ritiri di fila.&nbsp;   &quot;L&rsquo;Aprilia fu cos&igrave; gentile da offrirmi un motore &#39;factory&#39; per la gara successiva, a Donington, ma mi schiantai mentre ero terzo e mi ruppi la clavicola&quot;.&nbsp;   Com&rsquo;era la tua Aprilia?  &quot;Se non avevi un ingegnere italiano nella squadra, la moto non era veloce. Avevamo un ottimo team che aveva molta esperienza con l&rsquo;Aprilia. Quando guidai per la prima volta un&rsquo;Aprilia con il QUB Team Optimum nel 1999, non riuscivamo a capire perch&eacute; la nostra moto non fosse cos&igrave; competitiva e ci consigliarono di impiegare alcuni dei loro ragazzi fidati. Lo facemmo e diventammo veloci ma si dovette spendere tanto per nuovi pistoni e parti del motore dopo ogni sessione. Io non potevo guidare parzializzando l&rsquo;acceleratore per evitare la rottura del motore. Il team del 2001 aveva gi&agrave; queste informazioni&quot;.  Quali erano le figure chiave?  &quot;Dieter Stappert era il proprietario, molto rispettato, con Aprilia Germany aveva ottenuto molte vittorie con Ralf Waldmann, ma comunicavamo in inglese. Il team manager era Mike Leitner&quot;.  Nell&rsquo;inverno successivo andasti in MotoGP: pentito della scelta?  &quot;Niente affatto, correre nella classe regina &egrave; sempre il top e con il team KR ci furono anche buoni momenti&quot;.    Cosa mancava alla Proton KR (con cui nel 2002 in Australia firmasti l&rsquo;ultima pole di una moto due tempi nella classe regina) per stare con i big?  &quot;La moto era molto buona, contro le 500 ufficiali a quattro cilindri mancava poco. La KR3 500 detiene ancora i record sul giro e in gara per le due tempi, stabiliti nel 2003 quando la KR miglior&ograve;, tuttavia le squadre ufficiali erano passate alle 1000 quattro tempi. Il guaio era la velocit&agrave; massima: a volte mancavano anche 35 km/h&quot;.&nbsp;   Con il Mondiale hai chiuso nel 2004, salvo un paio di wild card. Ma nel 2012 a 48 anni hai iniziato con le gare stradali. Perch&eacute;?  &quot;Ero annoiato e abbastanza sicuro di poter imparare velocemente la North West 200&quot;.&nbsp;   Cosa ti piace di quella gara?  &quot;&Egrave; la mia gara di casa, sono sempre andato a vederla, sin da ragazzino, e ne ero incuriosito. Raduna ogni anno una grande folla e si trova sulla costa pi&ugrave; bella del Regno Unito e d&rsquo;Irlanda&quot;.   Per&ograve; il TT non l&rsquo;hai mai corso.   &quot;Non ho avuto modo di imparare il Tourist Trophy: serve tempo per diventare veloci su un circuito di 37 miglia&quot;.&nbsp;   Cosa ti &egrave; mancato per raccogliere risultati migliori?&nbsp;  &quot;Un passaporto italiano o spagnolo sarebbe stato il modo pi&ugrave; semplice per avere una moto factory...&quot;.&nbsp;   Meglio la vittoria al GP Olanda o i tre successi alla NW 200?  &quot;Man mano che invecchi le priorit&agrave; cambiano, penso che le vittorie alla North West 200 mi abbiano dato tanta adrenalina quanto il GP vinto nel Mondiale&quot;.&nbsp;   E il film con Scarlett Johansson?  &quot;Quattro mesi strani della mia vita. Il film era Under the Skin: mi chiam&ograve; il regista Jonathan Glazer, voleva qualcuno che guidasse una moto molto velocemente in condizioni insidiose e che sembrasse un &#39;cattivo&#39;&rdquo;.  Che voto dai alla tua carriera?  &quot;Fantastico, ho lasciato il mio lavoro di ingegnere elettrico per un cammino che potevo soltanto sognare. &Egrave; stata una grande scommessa e mi sono goduto tutto, il bene e il male, gli infortuni sono una parte. Ora sono test rider per la KTM, sono coinvolto nello sviluppo della maggior parte delle moto stradali e lavoro con un grande team di ricerca e sviluppo. Viaggio pi&ugrave; ora di quando correvo nel Mondiale, ma quando vedo i clienti soddisfatti non potrei essere pi&ugrave; felice&quot;. 

Nel 2001, a 37 anni e al 119&deg; gp, il pilota dell&rsquo;aprilia trionf&ograve; in 250 ad Assen. &quot;Un grande risultato: noi britannici non vincevamo al Dutch TT dal lontano 1977. &Egrave; stato il punto pi&ugrave; alto di un cammino che mi sono goduto, ma se fossi stato italiano o spagnolo avrei avuto anche moto ufficiali...&quot;