Tom Sykes &egrave; uscito dalla SBK di Indonesia con nessun punto in classifica portato a s&eacute; stesso e al box Puccetti Racing ma, apprendendo quanto &egrave; successo sull&#39;Isola di Lombok, l&#39;inglese merita comunque onestissimi complimenti. Durante il weekend di Mandalika, l&#39;esperto pilota ha rimediato una pesante gastrointerite che, come potete immaginare dalla foto di copertina, lo ha costretto sulla turca pi&ugrave; e improvvise volte.  Tom Sykes, vero pilota da SBK    Testimonianze attendibili giurano: conoscendo le condizioni della propria punta, il Puccetti Racing avrebbe consigliato a Sykes di rinunciare a correre il secondo round stagionale. Evidentemente e con buon senso, la squadra si &egrave; accorta quanto il pilota soffrisse e, se mai lo avete provato, ve lo raccontiamo noi.  Ci trovavamo sull&#39;Isola di Lombok, finale della SBK 2021. L&#39;approdo in indonesia - Sentul a parte - era novit&agrave; per tutti, sicch&eacute; ogni cosa era da scoprire. Tra cui, cibo, condizioni igeniche, utilizzo o meno dell&#39;acqua pubblica. Ecco, nonostante si abbia avuto l&#39;accortezza di farci la doccia e lavarci i denti con acqua confezionata da bottiglia, il problema era comunque arrivato.  Scariche improvvise di quanto potete immaginare, ovunque, comunque, per (quasi) chiunque. Ma come, eppure siamo stati molti attenti. S&igrave;, ma sufficiente era stato mangiare anche un solo pezzo di frutta locale, per una dissenteria simile a bomba atomica.  A Tom &egrave; successa una cosa simile, solo che mentre noi potevamo rifugiarci nella toilette della sala stampa, lui - porello - era costretto a guidare. Oddio, costretto no, perch&eacute; i ragazzi della formazione Kawasaki si erano premurati nei suoi confronti. Niente, la sua voglia si &egrave; dimostrata forte e, credendo ad alcune parole, l&#39;esserla fatta dentro alla tuta non fa altro che valorizzarne coraggio e professionalit&agrave;. 

A Mandalika l&#39;inglese del team Puccetti ha dovuto affrontare un avversario in pi&ugrave;: attaccato da forte dissenteria, l&#39;ex iridato ha voluto comunque correre, dimostrando stoico e professionale

SBK Indonesia da &quot;farsela sotto&quot; per Tom Sykes

Attenzione a questo ragazzino, perch&eacute; nella Supersport 300 ha viaggiato spedito come un treno e promette di essere competitivo anche con la 600: Jeffrey Buis pu&ograve; finalmente compiere il salto di categoria, grazie alla proficua collaborazione tra il G.A.P. MotoZoo Racing by Puccetti e Kawasaki.  Iridato 2020 - e quindi uscente, dato che l&#39;attuale titolato &egrave; lo spagnolo Adrian Huertas - proprio difendendo i colori della Casa di Akashi, il diciannovenne olandese salter&agrave; in sella alla Ninja ZX-6R della formazione capitanata da Fabio Uccelli, che schierer&agrave; il visto biondino nella tappa Mondiale di San Juan de Villicum.  In Argentina vedremo all&#39;opera un nuovo tulipano, pronto a sbocciare tra avversari pi&ugrave; adulti. Dalla sua parte ci sar&agrave; la spinta di una squadra molto motivata: &quot;Siamo felici di affrontare la tappa Argentina con il giovane Jeffrey Buis - la soddisfazione del manager brianzolo - perch&eacute; parliamo di un pilota velocissimo, che ha dimostrato di saper viaggiare forte nella Supersport 300. In quella classe ha vinto il campionato, collezionando quattro successi e salendo sul podio nella met&agrave; delle corse disputate&quot;.  Dall&#39;esperienza di Fabrizio alla freschezza di Buis     Il G.A.P. MotoZoo Racing by Puccetti ha sede a Merate, giusto mezzo passo dal lago di Lecco e anche meno dall&#39;Autodromo di Monza. Da quelle parti si respira aria salubre, certo, ma anche di competizioni. Sane, come lo spirito di Fabio Uccelli: &quot;Sappiamo che in Argentina non sar&agrave; facile - le sue parole - per&ograve; daremo il meglio per ben figurare&quot;.  L&#39;obiettivo della suadra che ha condiviso il ritorno in pista Michel Fabrizio &egrave; importante: &quot;Desideriamo concludere la prima stagione vissuta nel Campionato del Mondo Supersport con ottime prestazioni. Pensiamo davvero che Jeffrey Buis possa darci una mano nel concretizzare il nostro traguardo&quot;.  Ecco di nuovo il Marc Marquez che preoccupa gli avversari in MotoGP 

L&#39;olandese, iridato nella 300 del 2020, disputer&agrave; il round di San Juan de Villicum con il G.A.P. MotoZoo Racing by Puccetti, squadra che gli metter&agrave; a disposizione una Ninja ZX-6R

SSP, Jeffrey Buis cambia cilindrata: in Argentina debutta nella 600

Lucas Mahias ha alzato bandiera bianca a Jerez, non partecipando alle due gare SBK disputate in Andalusia. Il francese, a seguito di infortunio, intervento chirurgico e ritorno in pista, soffre ancora. Sicch&egrave;, nell&#39;obiettivo di riprendere forma fisica e passo ottimali, ha deciso di fermarsi.  Ma Portimao &egrave; dietro l&#39;angolo. Il Circuito do Algarve ospita l&#39;ultima fermata europea stagionale ed il team Puccetti Racing ha bisogno di una punta valida. Ecco, quindi, la &quot;convocazione&quot; di Tito Rabat, spagnolo visto con la Ducati Barni sino a Magny-Cours.  Tra le parti ci fu un divorzio. Sulla V4 R &egrave; salito Samuele Cavalieri, mentre l&#39;ex iridato Moto2 ha continuato ad allenarsi, per&ograve; fuori da paddock iridati. Invece, in Portogallo potr&agrave; far parte della contesa: &quot;Sono molto contento - le parole del trentaduenne barcellonese - perch&eacute; Manuel Puccetti e la sua squadra mi stanno dando una ottima possibilit&agrave;. Far&ograve; del mio meglio per soddisfarli, dando il massimo in ogni fase del lavoro&quot;.  Pista conosciuta     Per Titone, ci sar&agrave; da conoscere la Ninja, davvero diversa dalla Ducati. Per&ograve;, la pista &egrave; gi&agrave; per lui nota: &quot;S&igrave; - conferma - avendoci corso con la MotoGP. Portimao mi piace e sfrutter&ograve; l&#39;esperienza maturata sul quel tracciato. Non vedo l&#39;ora di cominciare, voglio dimostrare il mio potenziale&quot;.  Anche Puccetti non vede l&#39;ora. Ecco il manager emiliano: &quot;Accolgo con entusiasmo Tito - la sua carica -&nbsp; sapendo che potremmo fare bene insieme. Putroppo Lucas Mahias ha problemi fisici da risolvere e ha bisogno di recuperare, ma lo attendiamo presto. Nel frattempo, l&#39;obiettivo &egrave; ben figurare con Rabat a Portimao&quot;. 

Dopo il divorzio con il team Barni Ducati e due round di assenza, lo spagnolo torna in azione con la Kawasaki ZX-10RR della squadra reggiana, in sostituzione del titolare Lucas Mahias

SBK, Tito Rabat a Portimao con la Ninja Puccetti

Luned&igrave; 26 luglio Lucas Mahias &egrave; stato operato chirurgicamente alla mano sinistra. Il francese, infatti, in Gara1 ad Assen il sabato prima aveva avuto una brutta caduta ad alta velocit&agrave; che gli aveva procurato una frattura allo scafoide. Cos&igrave; si era chiuso in anticipo il suo quinto round della stagione ed era necessaria l&rsquo;operazione.  &quot;Non vede l&#39;ora di tornare in pista&quot;   Tutto &egrave; andato nella direzione giusta e a comunicarlo &egrave; stato il suo team Kawasaki Puccetti Racing che sui social ha scritto: &ldquo;Lucas si &egrave; operato luned&igrave; ed &egrave; andato tutto bene ora ha bisogno di tempo per riprendersi! Vi ringrazia tutti per i messaggi e il supporto e non vede l&#39;ora di tornare in pista&rdquo;.&nbsp; Il prossimo appuntamento in pista &egrave; in programma il 6 agosto, sul tracciato di Most, in Repubblica Ceca, e il francese dar&agrave; il massimo per tornare subito alla guida della sua ZX-10RR.  SBK Assen, pagelle: Rea magico, Razgatlioglu sfortunato 

Il francese luned&igrave; scorso &egrave; passato dalla sala operatoria per ridurre la frattura della mano sinistra e ora lo attende il recupero fisico

SBK, Mahias operato allo scafoide: tutto ok

Nessun pilota usa montare in sella come Lucas Mahias. Il francese del Kawasaki Puccetti Racing attende seduto nel box che un meccanico del team avvii la Ninja: la guarda giusto un istante, poi si incammina minaccioso, inforcandola dal lato sinistro con uno stile del tutto originale. Colpisce infatti con il ginocchio destro - protetto dalla cosiddetta &ldquo;saponetta&rdquo; - un punto della moto ben preciso, in mezzo tra piano di seduta e serbatoio.  Una volta acquisito il contatto fisico con la propria cavalcatura, il numero 44 compie una torsione, riallineando gamba, bacino e busto. Una tecnica molto particolare, vista nei test prestagionali e nel primo round del Campionato Italiano Velocit&agrave;. La doppia manche vinta (virtualmente, poich&eacute; considerato fuori classifica) nella Superbike tricolore ha messo in evidenza il feeling immediato del quasi debuttante (corse due manche iridate nel 2016). E prima di lasciare il Mugello per recarsi in ospedale a risolvere noie da sindrome compartimentale, il francese si &egrave; raccontato in esclusiva.  &ldquo;Questo weekend nel CIV si &egrave; rivelato davvero utile - la carica del fresco trentaduenne di Mont-de-Marsan - e finalmente mi trovo nella lista dei piloti che parteciperanno al mondiale SBK. Sono molto contento, l&rsquo;opportunit&agrave; concessami da Puccetti consente alla mia carriera di proseguire attraverso un senso logico. Arrivo dalla Supersport, campionato davvero diverso, del quale sono stato campione nel 2017, ma quel titolo l&rsquo;ho conquistato con la Yamaha&rdquo;.    SBK, Cresson svela Most: &ldquo;Sembra Donington, ma &egrave; difficile sorpassare&rdquo;  Non poteva avvenire prima il debutto in pianta stabile in Superbike?  &ldquo;Dopo quel titolo, ho provato a compiere il salto di categoria, invano. Con la Yamaha la trattativa non &egrave; sfociata in un contratto. Adesso, invece, eccomi qui vestito di verde Kawasaki. Continuare con Puccetti e i ragazzi che gi&agrave; conosco &egrave; paragonabile a rimanere in una sorta di seconda famiglia&rdquo;.  Nel frattempo, stai familiarizzando con la ZX-10RR.  &ldquo;S&igrave;, vado bene e miglioro parecchio ma, al momento, sento ancora pi&ugrave; mia la guida della 600: con quel tipo di moto e cilindrata, potevo &lsquo;giocare&rsquo;, compiendo evoluzioni a tutto gas. Sulla 1000, invece, giocare non &egrave; possibile. Anzi, all&rsquo;inizio e nelle prime uscite stagionali mi sono pure spaventato! La gestione elettronica &egrave; fin troppo invasiva, fosse per me toglierei tutto, affidandomi soltanto al polso destro. Se con la Supersport il pilota ha ogni azione determinata dalla propria mano destra, nella Superbike no, perch&eacute; derapate e impennate vengono limitate dai vari controlli&rdquo;.  Quindi, cosa conti di fare?  &ldquo;Continuare a divertirmi, adattando il mio stile a questa esigenza. Voglio provare a giocare anche in sella a una Superbike. Mi piace l&rsquo;azione spettacolare: so che ci vorr&agrave; tempo per ottimizzare ogni automatismo, ma credo che entro met&agrave; stagione sar&ograve; in grado di imporre alla mia Ninja ogni sollecitazione desiderata. Poi, so bene che incontrer&ograve; rivali esperti e ben preparati&rdquo;.  Rea &egrave; l&#39;uomo da battere   Cosa pensi del campionato? Chi sar&agrave; il favorito per il titolo?  &ldquo;Sicuramente Jonathan Rea resta l&rsquo;indiscusso uomo da battere. Il nordirlandese &egrave; unico, per&ograve; allo stesso tempo somiglia tanto a uno spagnolo della Honda. S&igrave;, il numero 1 della Superbike &egrave; come il numero 93 della MotoGP. Se il Motomondiale ha Marc Marquez, le derivate di serie vantano Rea: sono paragonabili in tanti aspetti e rappresentano il riferimento assoluto. Rea fa ci&ograve; che gli pare con la moto, conosce bene la serie, i rivali, tutto. Io penso che lui sia la guida di un gruppo costituito da cinque-sei piloti, tutti forti e veloci. Ma Jonathan ha qualcosa di differente nella testa, &egrave; l&rsquo;arma con cui ottiene la differenza finale, per doti di caparbiet&agrave; impressionanti&rdquo;.  Anche tu hai impressionato: nel 2018 a Portimao sei giunto al traguardo con la gomma posteriore della tua R6 bucata, la ruota scintillante e la moto semidistrutta.  &ldquo;Lo ricordo come se fosse accaduto ieri! Impossibile dimenticarlo... quell&rsquo;episodio sintetizza la storia della mia vita. La lotta dura per ottenere ogni obiettivo. Provengo da una famiglia poco abbiente, infatti quando ero giovanissimo di soldi non ce n&rsquo;erano. Se parliamo di corse, ancora meno. Malgrado la situazione difficile, ho sempre continuato a inseguire il mio sogno. Ho spinto, spinto, spinto pi&ugrave; che mai, facendo soltanto forza sul mio talento. Quando ottenevo un buon risultato, spingevo. Se andava male, spingevo ugualmente. Il mio motto &egrave; semplice: mai arrendersi!&rdquo;.  Sei una persona particolarmente selettiva, non soltanto nel paddock.  &ldquo;La mia vita di pilota non &egrave; mai stata particolarmente semplice. Come dicevo, sono partito tanti anni fa, senza opportunit&agrave; n&eacute; soldi. E, come potete immaginare, rappresentavo un bersaglio perfetto per i disonesti. Non so come spiegarlo... in molti hanno provato a fregarmi, a imbrogliarmi. Questi manager, se cos&igrave; possiamo definirli, sapendo che i miei mezzi economici erano modesti, hanno giocato con me, illudendomi, vertendo sul fatto che io stessi provando a diventare un pilota professionista. Chi ha un sogno, ascolta ogni fonte: a volte si incontrano persone buone, altre volte, persone per nulla buone. Anzi, pessime. Ecco perch&eacute; con gli spaventi rimediati con i cattivi soggetti mi sono &lsquo;chiuso&rsquo;. La mia soluzione &egrave; restarmene nel box, in silenzio, nell&rsquo;angolo con i miei tecnici. L&igrave; ho pace e protezione&rdquo;.  Fuori dal paddock, invece?  &ldquo;Lontano dalle gare mantengo un atteggiamento molto differente, pi&ugrave; aperto. Penso di essere un bravo ragazzo, una buona persona. Perlomeno, questo &egrave; il pensiero di mi conosce, poi, chiss&agrave; (ride). Diciamo che ho scelto di farmi scoprire davvero da chi mi ispira fiducia, offrendo la mia totale amicizia. Chi, nel paddock, pensa che io sia uno str...., si sbaglia. Per&ograve;, comprendo che certi commenti arrivino perch&eacute; io, in effetti, mostro scarsa voglia di aprirmi. Sono in Superbike per correre, le amicizie vere si stringono fuori da questo ambito&rdquo;.  Cosa dicono i piloti di Carl Fogarty 

Il francese si racconta: &quot;Il mio vero debutto in Superbike avviene a 32 anni compiuti: nonostante il titolo Supersport, la mia carriera non &egrave; stata sempre lineare, ma non mi sono mai arreso. Per questo il confronto con Rea e soci non mi spaventa&quot;

5 risultati per 'Kawasaki puccetti'

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