Vincere a Indianapolis, nel tempio americano della Velocit&agrave;, non &egrave; da tutti: Livio Loi ci &egrave; riuscito e almeno in questa graduatoria &egrave; a pari merito con fenomeni come Valentino Rossi, Casey Stoner e Jorge Lorenzo. A differenza loro, per&ograve; il belga non si &egrave; pi&ugrave; ripetuto su nessuna altra pista. E sebbene non corra in Moto3 da quasi due anni la speranza del bis &egrave; intatta. Anche perch&eacute; Livio ha tutto sommato soltanto 23 anni. Anche se ha gi&agrave; compiuto un passo importante nella vita.&nbsp;  &quot;Sono diventato pap&agrave; il 29 agosto - dice - l&rsquo;abbiamo chiamato Mattia-Silvio, anche perch&eacute; io mi sento italiano: il mio pap&agrave; &egrave; sardo, mia mamma spagnola. Mia moglie Mien &egrave; invece mezza italiana e mezza tunisina. Il bimbo ha un po&rsquo; di tutto&quot;.&nbsp;&nbsp; &nbsp; A casa che lingua parlate?&nbsp;  &quot;Italiano, spagnolo e fiammingo&quot;.&nbsp;  Dove risiedete?&nbsp;  &quot;A una decina di chilometri da Zolder. Ho un paio di lavori: il principale &egrave; la lucidatura di auto nuove, mi chiamano quando ne arrivano, vado l&igrave;, le faccio splendere ed emetto fattura. In pi&ugrave; mi dedico alla compravendita di auto&quot;.&nbsp;  E le moto?&nbsp;  &quot;Per il momento nulla, anche se mi sono comprato una Vespa 300 per farci qualche giretto. Mi prender&ograve; una Mille, per allenarmi, sto valutando di correre nell&rsquo;Endurance o nella Supersport 600&quot;.&nbsp;  Se dico Indianapolis del 2015 cosa ti viene in mente?&nbsp;  &quot;La vittoria in Moto3, una delle cose pi&ugrave; belle della mia carriera. Non avrei voluto vincere in quella maniera ma alla fine ho vinto ed &egrave; ci&ograve; che importa&quot;.&nbsp;  Perch&eacute; una delle pi&ugrave; belle? Non &egrave; stata la pi&ugrave; bella?&nbsp;  &quot;Sinceramente trovo pi&ugrave; bello il secondo posto nel GP Australia del 2017 a tre decimi da Joan Mir. Meno di un mese e mezzo prima mi ero rotto la clavicola a Misano, ero all&rsquo;80%. E ho smentito tutti quelli che dicevano che non ottenevo risultati sotto pressione&quot;.&nbsp;  Il weekend a Indy fu particolare: 20&deg; in FP1, 28&deg; in FP2, poi 11&deg; in FP3 ma soltanto 26&deg; in qualifica.&nbsp;  &quot;S&igrave;, fu strano, un fine settimana in salita, non andava tutto bene, c&rsquo;erano problemi con il set up, ma poi trovammo la strada, anche se in griglia ero molto indietro. La gara fu dichiarata bagnata e noi andammo contro corrente&quot;.&nbsp;&nbsp;  Chi fece le scelte?&nbsp;  &quot;Il team mi chiese un&rsquo;opinione e io dissi che era possibile correre con le gomme da asciutto. Riuscirono a montarle quando mancavano 10 secondi per andare in pista&quot;.&nbsp;  Una scelta indovinata.&nbsp;  &quot;S&igrave;, dopo il primo giro ero 10&deg; e al quarto passai in testa. Quello dopo ancora avevo gi&agrave; 16 secondi di vantaggio. Dalla tabella di segnalazione in un momento vidi che avevo 18 secondi, in un altro 20, poi in un altro ancora 8 secondi. Forse avevo sbagliato pit board o forse avevano messo un altro numero, ma in quell&rsquo;istante mi domandai cosa stesse succedendo, possibile che mi rimontassero?&quot;.&nbsp;&nbsp;  Invece il tuo vantaggio continuava a crescere.&nbsp;  &quot;Fu una bella gara, che divenne difficile quando arrivai sui doppiati perch&eacute; facevano la loro gara. Dovevo stare attento, anche perch&eacute; non ho avuto tanta fortuna in carriera. Per il resto mi sentivo bene con le gomme da asciutto. Pensavo: &#39;La posso vincere ma sicuramente visto che sono io qualcosa andr&agrave; male&#39;&rdquo;.&nbsp;  Perch&eacute; quest&rsquo;idea?&nbsp;  &quot;Perch&eacute; altre volte era andata cos&igrave;. Nella Rookies Cup del 2012, ad Arag&oacute;n, fu una gara simile. Ero ultimo ma passai tutti e all&rsquo;ultimo giro avevo un vantaggio di cinque secondi quando si spense la moto, per un problema elettronico. Era stata una gara bellissima, impossibile da perdere. Pensavo che sarebbe accaduto qualcosa di simile&quot;.&nbsp;  Per fortuna a Indianapolis hai vinto, con 38 secondi di vantaggio su John McPhee.&nbsp;  &quot;Soltanto una volta superato il traguardo mi rilassai. Purtroppo per&ograve; in quell&rsquo;occasione non c&rsquo;erano n&eacute; mamma n&eacute; pap&agrave;, che venivano spesso alle gare&quot;.&nbsp;&nbsp;  Sul podio cosa provasti?&nbsp;  &quot;Ancora non mi era entrato in testa il successo, soltanto quando sentii al telefono la mia famiglia realizzai di aver vinto&quot;.&nbsp;&nbsp;    Come si festeggi&ograve;?&nbsp;  &quot;Niente, perch&eacute; quella notte avevamo il volo. Ma a casa ricevetti una grande accoglienza, ci stavano aspettando tutti, famiglia e amici&quot;.&nbsp;&nbsp;  Com&rsquo;era la tua Honda?&nbsp;  &quot;Avevamo spesso problemi enormi a scalare le marce. Il cambio non funzionava. Si sentiva gi&agrave; nei primi giri ma nel team non mi ascoltavano, pensavano che fossi io a sbagliare qualcosa. Ma io sono un pilota e scalare non &egrave; un&rsquo;operazione complicata. Per&ograve; non era un problema della moto&quot;.&nbsp;&nbsp;  In che senso?&nbsp;  &quot;Quando nel 2017 sono passato al Team Leopard e ho spiegato il problema, mi hanno risposto subito che avrebbero rimediato. Il problema non si &egrave; pi&ugrave; riproposto&quot;.&nbsp;&nbsp;  Il biennio con RW Racing ti riserv&ograve; altre soddisfazioni dopo Indy.&nbsp;  &quot;Fui quinto a Silverstone: anche l&igrave; partivo molto indietro, addirittura 32&deg;. E in Giappone feci due giri in seconda posizione e due in terza, poi caddi, un high side. Nel 2016 invece fui quinto in Australia&quot;.&nbsp;&nbsp;  Alti e bassi anche in Leopard.&nbsp;  &quot;La prima parte della stagione non &egrave; stata positiva, la moto non era facile, mentre il mio compagno Joan Mir ha subito trovato il feeling giusto. Forse per il mio peso, 56-57 kg, mentre oggi sono a 62, non ero a mio agio. Ma nel team mi dicevano di stare tranquillo che avrebbero lavorato per risolvere il problema. E cos&igrave; &egrave; stato&quot;.&nbsp;&nbsp;  Quando &egrave; arrivata la svolta?&nbsp;  &quot;Al Sachsenring, dove ho fatto settimo. A Brno ero quarto in FP3 e nono in qualifica, poteva essere una gara buona ma sotto la pioggia ho fatto proprio schifo. Poi in Austria ho perso il podio per otto millesimi e a Silverstone ero nel gruppo di testa, sono stato anche al comando ma quando hanno dato la bandiera rossa per la caduta di Guevara hanno preso la classifica del giro precedente: sesto, anche se nel frattempo ero tornato secondo&quot;.&nbsp;&nbsp;  A Misano sei caduto in qualifica.&nbsp;&nbsp;  &quot;Rompendomi la clavicola, cos&igrave; ho saltato Arag&oacute;n, ma poi ho ottenuto un secondo posto in Australia e un quarto in Malesia. Sembravamo vicini al rinnovo, Leopard mi voleva tenere ma la Dorna non ha concesso una terza moto e cos&igrave; sono andato in Avintia per correre con la KTM: un anno brutto, soltanto otto gare&quot;.&nbsp;&nbsp;  Nel 2019 hai corso una gara del CIV e tre nella Supersport 300 iridata.&nbsp;  &quot;Ero fermo da quasi un anno e nel Mondiale i migliori team sono organizzati come quelli dei GP. All&rsquo;italiano per&ograve; ho vinto, ma dato che non mi servivano i punti non risultiamo in classifica&quot;.&nbsp;  E quest&rsquo;anno, cosa avresti fatto, senza lo stop?&nbsp;  &quot;C&rsquo;erano varie opzioni, persino il ritorno in Moto3. Una settimana prima del Qatar sembrava dovessi correre ma &egrave; andato tutto storto. Ora, complice il coronavirus, mi dedico al lavoro&quot;.&nbsp;  Cosa ti &egrave; mancato per raccogliere risultati migliori? Soldi, sponsor o contatti?&nbsp;  &quot;Tutto insieme, un po&rsquo; di sorte, non aver fatto pi&ugrave; gare con Leopard. Ho sempre avuto il talento, in testa so che posso vincere, ritorner&ograve; a farlo, se mi daranno l&rsquo;opportunit&agrave;&quot;.&nbsp;&nbsp;  A 23 anni quali sbocchi vedi?&nbsp;  &quot;Lascer&ograve; il lavoro soltanto per cercare di vincere, non torno in Moto3 o Moto2 per starci ma soltanto per belle opzioni. Correre per partecipare non mi interessa. Il problema &egrave; che ci sono troppi che pagano 400 o 500mila Euro per fare una stagione e sapendo di non lottare per la vittoria. Somme assurde e qui in Belgio gli sponsor non ci sono. Ci sono piloti che sborsano sempre di pi&ugrave; e che si ritroveranno a fine carriera senza aver guadagnato nulla&quot;  Lorenzo: &ldquo;Volevo davvero correre&hellip; ma sono sollevato&rdquo; 

<p><span style="font-size: 15px;">L&rsquo;italo-belga racconta il successo in Moto3:&nbsp;&quot;la gara venne dichiarata bagnata, ma smise di piovere ed ebbi il coraggio di montare le gomme da asciutto. Scattai dalla nona fila ma dopo 4 giri ero gi&agrave; primo!&quot;</span></p> 

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Livio Loi: “Correre per partecipare non mi interessa”