        Elia Sammartin, indiscusso campione a livello nazionale e internazionale nel Supermotard, con un nuovo team e una nuova moto vuole provare l&rsquo;assalto al trono mondiale. La nuova stagione comincia cos&igrave; con nuovi stimoli, e con la Honda. Il veneto, detentore di cinque titoli italiani consecutivi, a cui aggiunge il titolo europeo S1 Lites, un alloro spagnolo Supermoto e un tricolore Junior, mira a confermare la sua posizione di spicco nella top class degli Internazionali d&rsquo;Italia e punta decisamente al titolo mondiale nella S1GP. Un anno di Supermoto | Manubri Larghi L'intervista a Elia Sammartin  Elia, quest&rsquo;anno hai cambiato tutto, team e moto: rischio o svolta? &ldquo;Il mio 2024 &egrave; iniziato con una bella novit&agrave;! Sono felice per questo nuovo rapporto con Honda RedMoto e Gazza Racing, credo sia una svolta importante per questa fase della carriera, i loro obiettivi coincidono con quello che voglio ottenere nei prossimi due anni. Ringrazio il CEO di Honda RedMoto, Egidio Motta, il responsabile commerciale Michele Berera e Gazza Racing di Max e Vittoria&rdquo;. Cosa ti ha spinto a cambiare squadra e moto? &ldquo;Ero in scadenza con TM/L30racing, i loro programmi non combaciavano con i miei, e verso la met&agrave; della scorsa stagione ho iniziato a valutare proposte da vari team. La mia scelta &egrave; stata influenzata dall&rsquo;ottimo lavoro svolto sulla CRF 450 e dai successi Honda dell&rsquo;ultimo anno&rdquo;. Quali erano le preoccupazioni di fronte a questo cambio? &ldquo;Ogni cambiamento pu&ograve; essere un rischio, anche pensando a una moto nuova che talvolta deve usare componenti di aziende sponsor&rdquo;. Il desiderio di cambiare era pi&ugrave; tuo o del Team L30? &ldquo;Dopo cinque anni con L30, sentivo il bisogno di una novit&agrave;. Sono grato a Ivan Lazzarini e alla TM per il supporto, ma l&rsquo;idea di diventare il pilota di punta della Honda era molto stimolante. Il programma di &lsquo;Gazza&rsquo; e Honda si presentava importante ed &egrave; quello di cui avevo bisogno mentalmente e professionalmente&rdquo;. Hai gi&agrave; provato la moto? &ldquo;No, per ora sono soltanto salito sulla moto da Cross ed &egrave; fantastica&rdquo;. Elia Sammartin, 20 anni nel Supermotard  Festeggi i 20 anni nel Supermotard: guardandoti indietro ti senti soddisfatto? &ldquo;Ho cominciato a tredici anni e, indipendentemente dai risultati, &egrave; stato un percorso fantastico: ero giovanissimo e da subito volevo impormi sui &lsquo;vecchietti&rsquo; nel Regionale, poi l&rsquo;obiettivo &egrave; stato quello di diventare professionista ma dovevo ottenere risultati e vincere, ci sono riuscito ma non &egrave; ancora abbastanza. Un traguardo che sogno da un paio d&rsquo;anni, e mi sto convincendo sempre di pi&ugrave; nel volerci provare, &egrave; il titolo mondiale, e in questi due anni &egrave; diventata un&rsquo;idea fissa. Per arrivare qui, oltre ai miei genitori, alla mia fidanzata e alla sua famiglia, ringrazio chi mi supportato e chi mi ha sostenuto, persone e aziende&rdquo;. Come sar&agrave; l&rsquo;avvicinamento al Mondiale? &ldquo;Si parte con gli Internazionali d&rsquo;Italia, un ottimo banco prova in vista del Mondiale. Quest&rsquo;anno saranno campionati molto interessanti con nuovi stranieri importanti e sar&agrave; ottimo per capire il livello di feeling con la moto&rdquo;. Anche Thomas Chareyre cambia moto e team per sfidare Marc-Reiner Schmidt e Lukas H&ouml;llbacher. &ldquo;Sar&agrave; una lotta apertissima, negli ultimi anni Lukas si &egrave; giocato il titolo fino all&rsquo;ultimo. L&rsquo;uomo da battere &egrave; Schmidt ma H&ouml;llbacher e Chareyre saranno agguerriti&rdquo;. Nicolas Covatti si rimette in gioco | Manubri Larghi       

Il passaggio alla Honda di RedMoto e Gazza Racing: "Cercavo nuovi stimoli, ora voglio mirare al Mondiale"

Elia Sammartin punta in alto | Manubri Larghi

        I motori delle Supermoto sono spenti da diverse settimane, ma il mondo dello sliding &egrave; comunque in fermento, proiettato verso il nuovo anno. Le anticipazioni legate all&rsquo;universo dei campionati mondiali ed europei promettono un&rsquo;annata eccitante, che debutter&agrave; in aprile. Nicolas Covatti si rimette in gioco | Manubri Larghi Supermoto: gli appuntamenti  Tra novit&agrave;, conferme e voci di corridoio, &egrave; gi&agrave; sicuro che sar&agrave; un campionato di durata, con una prova in pi&ugrave; rispetto alle precedenti stagioni. Federazione internazionale ed europea, con il Promoter, XIEM, non hanno risparmiato novit&agrave;, accompagnate da cambi di casacca eclatanti. In grado di rinverdire i fasti di un settore che dagli anni Duemila ha mostrato grandi specialisti, come gli ex iridati Thierry Van Den Bosch, Eddy Seel, Bernd Hiemer, Boris Chambon, Gerald Delepine, Mauno Hermunen, Jerome Giraudo, Adrien e Thomas Chareyre, Asseri Kingelin e altri top rider che sono riusciti a rimanere nel cuore degli appassionati. Tra loro anche alcuni assi italiani, come Ivan Lazzarini, Max Verderosa, Edgardo Borella, Luca D&rsquo;Addato, Massimiliano Porfiri, Teo Monticelli, Elia Sammartin, Gioele Filippetti, oltre ai memorabili Massimo Beltrami, Davide Gozzini, Max Manzo, Christian Ravaglia e Attilio Pignotti. Oggi il top rider per antonomasia &egrave; Marc-Reiner Schmidt, campione in carica che dovr&agrave; fare i conti con un bel lotto di avversari. A partire dal debutto del Mondiale in Spagna con il GP Comunit&agrave; Valenciana ad Albaida, il 20 e 21 aprile. Per la seconda e la terza prova il Circus arriver&agrave; in Italia per il GP Sardegna sulla bella pista Sardinia Circuit WS98 di Tramatza, il 25 e 26 maggio, e poi nel cuneese, il 29 e 30 giugno con il GP Piemonte, sul Circuito Internazionale di Busca. Il 20 e 21 luglio, sar&agrave; la pista dell&rsquo;Autodrom Slomczyn a ospitare il GP Polonia, dove il mondiale Supermoto correr&agrave; per la prima volta. Senza sosta, nel mese di agosto la scena sar&agrave; (il 17 e 18) per il quinto round al Wendelinuspark Sankt Wendel per il GP Germania. Sesto e penultimo round il 7 e 8 settembre con il GP Romania a Cerghid, altra nuova location per il Mondiale, e sempre in settembre, nel weekend del 28 e 29, ci sar&agrave; il grande ritorno del Supermoto delle Nazioni a Carole in Francia. La chiusura mondiale sar&agrave; con la super finale, il 5 e 6 ottobre, sullo storico circuito cittadino di Mettet, in Belgio, dove si assegneranno i titoli stagionali 2024. Supermoto: Internazionali d'Italia  C&rsquo;&egrave; poi un&rsquo;altra competizione molto attesa come gli Internazionali d&rsquo;Italia: ogni tappa, dall&rsquo;Abruzzo al Piemonte, avr&agrave; la sua atmosfera e le sue particolarit&agrave;, garantendo un mix di sfide tecniche, velocit&agrave; e aderenza alle variazioni del terreno. Inoltre, l&rsquo;aspetto competitivo sar&agrave; accentuato dalla presenza di alcuni dei migliori piloti del Mondo. Il dominio continuo e l&rsquo;emergere di nuovi talenti potrebbero essere i temi dominanti di questa stagione. Con un calendario che prevede sei tappe: primo round a Ortona il 14 aprile, il 5 maggio ci si sposter&agrave; a Ottobiano e il 9 giugno a Busca. Il 14 luglio sar&agrave; Viterbo a ospitare la quarta prova, aspettando il gran finale di Pomposa con due round distinti, sabato e domenica 14 e 15 settembre. Il vincitore del campionato italiano Supermoto 2023 nella classe Pro &egrave; stato il vicentino Elia Sammartin, che ha conquistato il quinto titolo consecutivo vincendo tutte e 12 le manche in programma. Sammartin ha dominato la stagione, precedendo l&rsquo;imolese Fabrizio Bartolini e il lombardo Luca D&rsquo;Addato. Sapr&agrave; ripetersi? Una "gita" in Costa Brava | Manubri Larghi       

Il Mondiale e gli Internazionali d&rsquo;Italia saranno il centro della stagione dello sliding, ricca di novit&agrave; e duelli

Un anno di Supermoto | Manubri Larghi

        Ha conquistato il settimo titolo tricolore, ha centrato la qualificazione al Grand Prix Challenge e alla finale europea a coppie per l&rsquo;Italia, e, non da ultimo, ha ottenuto un prestigioso quinto posto al Casco d&rsquo;Oro, dove corrono i migliori piloti del Mondo. Il passaggio dal Moto Club Olimpia, dove ha corso per una decade, al Moto Club Lonigo ha aumentato la sua popolarit&agrave; e attirato sempre pi&ugrave; spettatori sugli spalti: il 2023 di Nicolas Covatti &egrave; stato caratterizzato da prestazioni di altissimo livello. Una "gita" in Costa Brava | Manubri Larghi Il 2023 di Nicolas Covatti  La stagione esaltante dell&rsquo;italo-argentino non &egrave; passata inosservata ai club europei: da tre anni Covatti aveva scelto di non partecipare a campionati esteri per potersi dedicare alla famiglia e consolidare la posizione lavorativa, tuttavia i risultati in pista hanno portato a un cambio di rotta per il trentacinquenne. Le notizie degli accordi con un club inglese e uno danese che ci aveva confidato, infatti, sono state ufficializzate pochi giorni dopo sui suoi canali social, scatenando l&rsquo;entusiasmo dei followers: &ldquo;Sar&agrave; un gran cambiamento di vita, una vita che gi&agrave; conoscevo, mi dedicher&ograve; al 100% alle gare come pilota professionista nel campionato inglese e danese. Ho firmato con il club inglese del Plymouth, seconda Lega britannica, e il Region Varde Elisport, prima Lega danese. Sono gi&agrave; in trattativa, sempre in Inghilterra, per correre anche nella prima Lega, ma attenderemo il via del campionato della prossima stagione. &Egrave; stata una scelta difficile, sono stato convinto ad accettare questa nuova sfida in primis dalla famiglia, in particolare mia moglie Jenny, cos&igrave; come dalla proposta organizzativa del Plymouth. Avr&ograve; un supporto ai box costante di meccanici e tecnici, conosco molto bene il manager Garry May, con cui avevo collaborato quando correvo nel club del Somerset. Sar&agrave; il numero uno della squadra, avr&ograve; sicuramente un po&rsquo; di pressione psicologica all&rsquo;inizio, ma sono convinto che potr&ograve; esprimermi ai miei massimi livelli&rdquo;. Nicolas Covatti, quante soddisfazioni  Ripercorrendo la stagione 2023, ai successi in pista si &egrave; aggiunto il matrimonio con Jenny, a settembre, la ciliegina sulla torta di un anno indimenticabile per Covatti. La serata del 27 maggio, nella quale Nicolas ha conquistato il secondo posto nella gara di qualificazione mondiale a Lonigo, nella sua nuova pista, &egrave; stata cos&igrave; ricordata dall&rsquo;italo-argentino: &ldquo;Dopo tanti anni con il Moto Club Olimpia, sono stato contattato dal Club di Lonigo e ho accettato. C&rsquo;&egrave; un bel gruppo affiatato di piloti giovani ed esperti, tra i quali mio cognato Niccol&ograve; Percotti. Ho accettato la proposta, mi piace come viene tutto gestito dal presidente Alessandro Facchin, mi sono messo alla pari con tutti cercando di aiutare i pi&ugrave; giovani. La qualificazione mondiale &egrave; stata una gara importantissima per me e per il sodalizio berico che rappresentavo, avendo la grande responsabilit&agrave; di conquistare uno dei primi quattro posti validi per avanzare nelle qualificazioni. Le settimane prima della gara erano state toste, in tantissimi mi chiamavano e mi scrivevano, tutti volevano un grande risultato. Ed &egrave; arrivato. Nell&rsquo;ultima batteria mi giocavo le chance di qualificazione, sentivo la pressione ma anche l&rsquo;entusiasmo dei tifosi, e sono riuscito a vincere la manche con un sorpasso incredibile su Iversen (nella foto). Sono contento anche per Paco Castagna, che con me ha conquistato la qualificazione al GP Challenge. Per me, con pochi allenamenti e con gare soltanto del campionato italiano, &egrave; stata davvero una grande soddisfazione&rdquo;. L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi       

Dopo una stagione da stella dello Speedway italiano, l'italo-argentino&nbsp;torna a correre in Inghilterra e Danimarca

Nicolas Covatti si rimette in gioco | Manubri Larghi

        Immaginate di trovarvi alla guida e di decidere, dopo diverse ore di viaggio, di fermarvi per una sosta. &Egrave; pieno autunno e il riscaldamento vi ha tenuto compagnia fino a quel momento. Dopo aver parcheggiato, indossate la giacca e, dirigendovi verso il bar, vedete alcune moto parcheggiate. In sottofondo, soltanto il rumore ovattato dei mezzi in lontananza sulla strada, mentre provate una piacevole sensazione di relax sgranchendovi. Aprite la porta e vi ritrovate dinanzi a una cinquantina di bambini di una scolaresca che scorrazzano impedendovi di raggiungere il bancone del bar. Phil, il Mago dello sterrato | Manubri Larghi Il Trial Costa Brava  Immaginate la stessa scena e, dopo aver attraversato un viale in cui sono sistemate 460 moto, vi ritrovate davanti una cinquantina di persone con i capelli bianchi che si muovono velocemente da una parte all&rsquo;altra della strada. &Egrave; quanto pu&ograve; capitare di vedere a Sant Feliu de Gu&iacute;xols&nbsp;in un venerd&igrave; di met&agrave; novembre. La localit&agrave; catalana non ospita un&rsquo;area di servizio, bens&igrave; &egrave; il cuore pulsante del &ldquo;Trial Costa Brava&rdquo;, una gara internazionale di Trial Vintage che ogni anno richiama centinaia di appassionati. Il Trial con mezzi d&rsquo;Epoca &egrave; un mondo a parte, composto non soltanto da appassionati di lungo corso ma anche da giovani che apprezzano la guida a ruote basse. In Europa esistono campionati nazionali e trofei, e anche in Italia si svolgono prove sotto l&rsquo;egida della FMI e di enti di promozione. Ci sono per&ograve; gare simbolo, che richiamano numerosi appassionati pronti a tutto pur di esserci, tanto che, quando vengono aperte le iscrizioni, in poche ore gli organizzatori comunicano che &egrave; gi&agrave; stato raggiunto il numero massimo di partecipanti. Tra le gare pi&ugrave; gettonate, l&rsquo;Isola di Man, il Mont Ventoux che si corre a squadre, la Due Giorni di Folgaria e, appunto, il Trial Costa Brava. Trial Costa Brava, un grande successo  Ma quali sono i motivi che spingono tante persone a desiderare di esserci, in particolare gli italiani, che nell&rsquo;edizione 2023 in Costa Brava sono stati una trentina, ottenendo anche due vittorie? Per prima cosa le location, con percorsi studiati per piloti di ogni livello, poi il clima di festa che si respira e il piacere di poter dire &ldquo;io c&rsquo;ero&rdquo;. Sono pochi i piloti che partecipano per la classifica ed &egrave; forse questo un ulteriore motivo che spinge gli appassionati a raggiungere la Spagna. Il Trial Costa Brava prevede tre differenziazioni nelle zone e, vista la nutrita affluenza, gli organizzatori allestiscono prove separate, utili a ridurre le code all&rsquo;ingresso. Il percorso, che si sviluppa su circa 40 km, si snoda in boschi di pini, lecci e querce da&nbsp;sughero con numerosi punti panoramici che, soltanto in questa occasione, possono essere affrontati con le moto da Trial.&nbsp; Lo zoccolo duro dei partecipanti, circa il 65%, affronta le zone indicate dalle frecce gialle (quelle pi&ugrave; facili). Si tratta di sezioni molto scorrevoli, non troppo lunghe, anche se non mancano alcune selettive utili a decretare la classifica finale. I partecipanti che affrontano il percorso verde e blu trovano invece passaggi pi&ugrave; impegnativi. Tra le frecce blu si misurano i top rider come Miquel Gelabert e Arnau Farr&egrave;, protagonisti del Mondiale. Non mancano poi i campioni di altre discipline, come Cyril Despres, plurivincitore della Dakar e presenza fissa del Costa Brava con una Fantic 240. Come nel 2022, il vincitore della classe regina &egrave; stato Dan Clark, con una Beta 240 del 1983: una moto preparata in casa, con molti particolari speciali acquistati in quei mercatini tipici delle gare d&rsquo;Epoca. Dove i partecipanti tornano a comportarsi come una scolaresca in gita... L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi       

Quella spagnola &egrave; una delle gare di Trial d&rsquo;Epoca pi&ugrave; amate. Tra i 460 piloti, tanti italiani ma anche stelle del Mondiale

Una "gita" in Costa Brava | Manubri Larghi

        Da pilota non ha lasciato il segno, distinguendosi invece maggiormente come team manager della squadra inglese Under 21 nel 2010 e del club dei Brummies di Birmingham. Ma &egrave; dal 2014 che Phil Morris, subentrando allo svedese Tony Olsson in qualit&agrave; di direttore di gara dei Grand Prix e del Mondiale per Nazioni, ha riscosso enormi consensi. Speedway World Cup, che successo | Manubri Larghi Morris l'inflessibile  Classe 1975, Morris &egrave; una pedina insostituibile nello scacchiere organizzativo del Promoter, Discovery Sports Events, e della stessa FIM per lo Speedway. Lavoratore infaticabile, corre avanti e indietro tra pista e box percorrendo innumerevoli chilometri a ogni gara, nelle fasi in cui i motori sono spenti. &Egrave; incaricato di gestire al meglio il fondo pista prima e durante ogni evento, i trattoristi e gli addetti di pista sono spesso invitati ad accelerare le operazioni di sistemazione del tracciato e, spesso, vengono ripresi verbalmente se non vengono seguite alla lettera le sue indicazioni. Nel primo Grand Prix stagionale, a Gorican in Croazia, la pioggia ha iniziato a cadere quindici minuti prima dell&rsquo;avvio ufficiale ed &egrave; durata per una buona mezz&rsquo;ora. Nemmeno il tempo di attendere che la pioggia lasciasse spazio ad ampie schiarite, che Morris &egrave; corso in pista fornendo agli addetti l&rsquo;istruzione di utilizzare soltanto spazzoloni per rimuovere lo strato superficiale di fango che si era creato con la pioggia. Insoddisfatto dell&rsquo;azione di uno dei ragazzi, gli ha strappato di mano lo spazzolone e si &egrave; messo lui stesso al lavoro, mostrando al &ldquo;malcapitato&rdquo; di turno come dovesse operare. Scena esilarante, che ha strappato applausi tra il pubblico. Morris ha anche il compito di comunicare ai piloti squalifiche o ammonizioni per partenza anticipata, cos&igrave; come &egrave; sempre uno dei primi ad accorrere quando si verifica un incidente o quando un pilota scivola a terra. Ben voluto da tutto l&rsquo;ambiente del controsterzo, ha dovuto rialzarsi da una tragedia familiare che ha colpito la moglie Katie, venuta a mancare lo scorso ottobre a soli 46 anni. Phil, lo Speedway nel sangue  Intervistato dal tabloid gallese South Wales Argus, alla vigilia del Grand Prix di casa a Cardiff dello scorso 2 settembre, Morris ha raccontato come lo Speedway lo abbia aiutato moltissimo a superare il momento pi&ugrave; difficile della sua vita: &ldquo;&Egrave; stato un anno estremamente difficile, perdere mia moglie cos&igrave; inaspettatamente mi aveva fatto riflettere: avrei dovuto rinunciare alla carriera nello Speedway? Ci ho pensato molto, dovevo trovare l&rsquo;equilibrio tra la mia preziosa famiglia e la vita lavorativa. Ma lo Speedway &egrave; nel mio sangue, ed &egrave; sempre stata una parte enorme di ci&ograve; che sono. Suppongo che sia stata davvero una salvezza, portandomi in una zona completamente diversa e aiutandomi a superare ci&ograve; che io e le mie figlie abbiamo dovuto affrontare&rdquo;. Phil &egrave; padre di Ruby e Rosy, di quattordici e dieci anni, e come ha dichiarato svolge il ruolo di padre e madre, per quanto possibile, aiutato da parenti e amici. Tornando al ruolo di direttore di gara, ha raccontato l&rsquo;orgoglio di essere tornato al Principality Stadium di Cardiff a guidare le operazioni di gestione della pista gallese: &ldquo;Qui mi sento sempre a casa, sono a mio agio e mi sento davvero privilegiato a lavorare al fianco dei migliori piloti del Mondo mentre combattono sotto quel tetto iconico. Sono entusiasta di essere sempre all&rsquo;interno dell&rsquo;azione delle gare, mostrando lo Speedway in uno dei pi&ugrave; grandi palcoscenici dello sport europeo. Cardiff &egrave; davvero uno dei gioielli sportivi del motociclismo&rdquo;. L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi       

Morris &egrave; il direttore di gara dello Speedway iridato

Phil, l'inflessibile mago dello sterrato | Manubri Larghi

        Siamo di parte, lo ammettiamo. Lo Speedway delle Nazioni, che nell&rsquo;ultimo quinquennio aveva mandato in soffitta la Coppa del Mondo, ha un format che ha fatto storcere il naso a pi&ugrave; di qualcuno nell&rsquo;ambiente del controsterzo, compresi noi. L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi Speedway World Cup, che spettacolo  La formula di gara, che prevede 21 batterie nelle quali due piloti per Nazione si sfidano per accedere alla finale, si &egrave; rivelata in diverse occasioni poco avvincente. Ma se parliamo di squadra, di gruppo, allora rivedere al via cinque piloti per ciascun Paese in una gara &egrave;, secondo noi, tutta un&rsquo;altra cosa. Come nella Coppa del Mondo. Quattro squadre al via in luogo delle sette previste nello Speedway delle Nazioni, e questo, detto egoisticamente per i colori azzurri, &egrave; stato infausto. Ma parlano sempre i risultati. L&rsquo;Italia non ha infatti preso parte a questa edizione della Coppa del Mondo, essendo scivolata nel ranking iridato oltre quell&rsquo;ottavo posto che garantiva la partecipazione alla competizione. L&rsquo;exploit del 2022 della Finlandia, promossa alla finalissima, e l&rsquo;ultimo posto dell&rsquo;Italia nella seconda semifinale dello Speedway of Nations hanno ridisegnato le gerarchie di merito in campo mondiale. La Speedway World Cup, ospitata dal club polacco dello Sparta di Wroclaw, ha fatto vivere ad appassionati e addetti del settore quattro gare di altissimo livello, tutte molto combattute e culminate con la vittoria thriller dei padroni di casa (ai danni della Gran Bretagna) nell&rsquo;ultima manche della gara che ha assegnato il titolo iridato. Due illustri ospiti ai box e a centro pista hanno certamente spinto i protagonisti della competizione a dare ancora di pi&ugrave; per far vedere a due ex campioni dello Speedway come si corre oggi ai massimi livelli, su questo non abbiamo dubbi. Speedway World Cup, due ospiti d'eccezione  A iniziare dall&rsquo;elegante signore nella foto di copertina, Ove Fundin, cinque volte campione del Mondo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Incredibile a dirsi, ma &egrave; nato nel 1933: a novant&rsquo;anni mostra una forma invidiabile e osserva scrupolosamente ogni azione in pista e ai box. Una vera e propria icona sportiva mondiale, non a caso il trofeo della Coppa del Mondo riporta, fin dalla sua prima edizione, il suo nome marchiato alla base della coppa: Ove Fundin Trophy. Ma c&rsquo;&egrave; stato anche l&rsquo;attesissimo ritorno in Polonia di Darcy Ward, lo sfortunato pilota australiano rimasto paraplegico in seguito a una rovinosa caduta avvenuta nel 2015 in una gara della Ekstraliga polacca. Ingaggiato da Monster Energy come consulente, ha seguito scrupolosamente i piloti australiani nella gara di qualificazione e nella finale, chiusa al quarto posto. Il due volte campione del mondo Under 21 ha poi presenziato a Leszno nel giorno di pausa della competizione della Coppa del Mondo, fornendo preziosi consigli e suggerimenti ai piloti Junior del locale club ma anche a quelli provenienti da altre squadre. Restando nell&rsquo;ambito dei campioni del Mondo, merita una doverosa citazione il titanico Nicky Pedersen, che a 46 anni ha partecipato alla competizione nella doppia veste di team manager (coadiuvato dal connazionale Henrik M&oslash;ller) e pilota, segnando sei punti nella seconda semifinale, contribuendo cos&igrave; al risicato successo della Danimarca nei confronti dell&rsquo;Australia, battuta per appena un punto. Nella gara finale, dopo aver chiuso al quarto e ultimo posto nella sua prima uscita, si &egrave; defilato lasciando spazio ai compagni, saliti sul terzo gradino del podio con una meritata medaglia di bronzo al collo La parabola di Joan Pons | Manubri Larghi       

La competizione &egrave; tornata, rivelandosi un successo davanti al suo &ldquo;ispiratore&rdquo; Ove Fundin

Speedway World Cup, che successo | Manubri Larghi

        Ogni giorno prendiamo decisioni, da quando ci svegliamo a quando spegniamo la luce alla sera. Nella maggior parte dei casi si tratta di scelte di poco conto, ma nella vita, prima o poi, a tutti capita di dover scegliere tra varie opzioni che, in determinati casi, possono cambiarci l&rsquo;esistenza. La parabola di Joan Pons | Manubri Larghi La scelta di Pep Segales  Anche Pep Segales (nella foto di copertina), da oltre trent&rsquo;anni presenza fissa nel mondo mediatico del Trial, un giorno si trov&ograve; davanti a un bivio che gli rivoluzion&ograve; la vita. Catalano di San Feliu de Codines, fin da piccolo &egrave; cresciuto in una localit&agrave; che &egrave; stata, ed &egrave;, un luogo simbolo del Trial iberico. Un borgo di circa 5000 anime nel quale sono state organizzate numerose gare, come la &ldquo;Tres Dies de Cingles&rdquo;. Inoltre, &egrave; il paese natale di Andreu Codina, ex pilota, inventore del Bike Trial, nonch&eacute; uno dei fondatori del marchio Sherco. Ed &egrave; proprio tra le vie di San Feliu che &egrave; nata la passione per il Trial di Pep. &ldquo;Quando ero un bambino veniva organizzata una manifestazione di due giorni dedicata al Trial in bicicletta&rdquo; racconta. &ldquo;Quell&rsquo;evento richiamava i migliori ciclisti e tanta gente, anche perch&eacute; si svolgeva tutto all&rsquo;interno delle vie del paese. Era il 1980, avevo tredici anni e quelle gare mi fecero appassionare al Trial. Una volta presi parte a una competizione senza il consenso dei miei genitori, ma devo ammettere che non ero portato...&rdquo;. Pep Segales e il Trial  E non hai mai provato il Trial in moto? &ldquo;No, ed &egrave; un peccato! Quando lavoravo per Solo Moto, a volte, capitava nei test delle comparative di guidare le moto dal furgone al punto dove facevamo le fotografie, ma nulla di pi&ugrave;&rdquo;. Com&rsquo;&egrave; nata la tua attivit&agrave; fotografica e giornalistica? &ldquo;Era il 1990 e un giornale locale voleva parlare di sport. Cos&igrave; iniziai a seguire le gare di Trial e proprio quell&rsquo;anno andai al GP Spagna dove vinse Diego Bosis. In quell&rsquo;occasione feci la prima intervista, ma non parlavo italiano e per questo chiesi in sala stampa se ci fosse qualcuno in grado di aiutarmi. Intervenne in mio aiuto Giulio Mauri (icona del Trial italiano, &egrave; stato anche responsabile della specialit&agrave; all&rsquo;interno della Federazione, nde) che mi fece da traduttore. Dopo questa esperienza iniziai a collaborare anche con la rivista Solo Moto e l&rsquo;anno successivo andai a seguire il GP Germania. Successivamente ho lavorato per Solo Moto per molti anni, prima di diventare un freelance&rdquo;. Hai avuto anche collaborazioni lunghe. &ldquo;Negli anni ho fotografato per la Federazione internazionale e per nove anni ho seguito Honda-Repsol per il Trial. Sempre per la Casa giapponese ho svolto il ruolo di capo ufficio stampa del Team Monster HRC alla Dakar, sia in Sud America che nei Paesi arabi. Ora lavoro come freelance per alcune aziende nel mondo del Trial&rdquo;. Per te il Trial &egrave; una passione che si &egrave; trasformata in un lavoro, e se ci&ograve; &egrave; avvenuto &egrave; perch&eacute; un giorno arriv&ograve; quell&rsquo;occasione che diede la svolta alla tua vita. &ldquo;Quando mi chiesero di andare in Germania da inviato... Ricordo che mi confrontai con mio fratello maggiore: fu lui a consigliarmi di partire&rdquo;. E fu in quel momento che Pep Segales prese la decisione che gli avrebbe cambiato la vita. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

Quando una singola scelta rivoluziona una vita: nel caso di Pep Segales fu il viaggio per il GP Germania di Trial

L'attimo fuggente di Pep Segales | Manubri Larghi

        Ci sono record destinati a rimanere imbattuti e anche nel mondo del motociclismo non mancano esempi del genere. Toni Bou &egrave; sicuramente il Trialista pi&ugrave; conosciuto e al tempo stesso &egrave; titolare di primati che, essendo ancora in attivit&agrave;, pu&ograve; ancora modificare. I record di Joan Pons  La Spagna domina nella classifica del mondiale TrialGP, dov&rsquo;&egrave; rappresentata da otto piloti su 12: gli iberici confermano di essere parte di un movimento in salute. Una lunga tradizione iniziata negli anni &rsquo;80 grazie a Jordi Tarres, che fu il primo spagnolo a fregiarsi del titolo iridato, anche considerando le edizioni prima del 1975, quando il vincitore era campione europeo. Congelato per quasi vent&rsquo;anni, nel 1992 il torneo continentale riprese a essere organizzato e nell&rsquo;albo d&rsquo;oro appaiono nomi di piloti che hanno successivamente vinto anche nella massima serie. Joan Pons &egrave; stato il primo a essersi imposto nel &ldquo;nuovo&rdquo; Europeo vincendo tutte e sei le prove. Catalano, classe 1972, &egrave; stato per molti anni uno dei protagonisti sia nel Mondiale che nel campionato italiano, correndo successivamente anche per la Fantic e il Team GASGAS Italia guidato da Claudio Favro. Una carriera agonistica nella quale raggiunse il terzo posto nel Mondiale nel 1994, e che per lui si concluse a fine Millennio per iniziare un progetto dedicato ai giovani. Pons, insieme all&rsquo;importatore spagnolo della Beta, form&ograve; infatti una squadra della quale fecero parte giovani piloti che indossavano un casco con la colorazione Chupa Chups, nota azienda dolciaria iberica e main sponsor del team. Una compagine nella quale vi erano anche talenti del calibro di Laia Sanz e Toni Bou. A fine 2002 il progetto chiuse i battenti, e per il 2003 Joan decise di tornare alle competizioni. &ldquo;La Due Giorni della Brianza del 2003 fu la mia prima gara con la Sherco&rdquo; ricorda Pons. &ldquo;Parlando con Renato Chiaberto, l&rsquo;importatore per l&rsquo;Italia, ci accordammo per partecipare alla prima del campionato italiano. Ad Albenga disputai una delle mie migliori gare e dopo la seconda tappa decidemmo di prendere parte anche a tutte le prove successive&rdquo;. Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi L'intervista a Joan Pons  Il 2003 fu un anno carico di emozioni per te. &ldquo;A met&agrave; aprile, Josep Rovira Paxau, tecnico Sherco, non potendo correre la Scottish Six Days Trials, mi cedette il suo posto. Iniziai senza alcuna velleit&agrave; di classifica e il primo giorno mi piazzai sedicesimo, successivamente migliorai e prima della giornata conclusiva mi ritrovai leader con un punto di vantaggio. Nel Day 6, per&ograve;, partivo tra i primi e ci&ograve; significava affrontare le zone ancora molto viscide. Ricordo ancora quando Andreu Codina, uno dei titolari della Sherco, mi disse: &lsquo;OK, Joan, hai fatto tantissimo ma oggi &egrave; impossibile vincere&rsquo;. Ma mentre andavamo a Fort William mi disse anche: &lsquo;Se vinci la SSDT, ti regalo la moto o 3000 Euro&rsquo;. Partii determinato e al sabato sera salii sul gradino pi&ugrave; alto del podio!&rdquo;. Cosa scegliesti? &ldquo;Scelsi i soldi&hellip; A distanza di anni i soldi li ho spesi ma ripensandoci avrei dovuto tenere la moto!&rdquo;. Dopo aver smesso anzitempo, Pons pens&ograve; che il Trial gli dovesse ancora qualcosa e, dopo tanti anni di duro lavoro, in quel maggio del 2003 riusc&igrave; a entrare nella storia come primo e unico debuttante in grado di vincere la Scottish. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

L&rsquo;uomo che detiene due record storici per il Trial, nell&rsquo;Europeo e alla Scottish Six Days

La parabola di Joan Pons | Manubri Larghi

        Al volante di un pick-up, con addosso un giubbino invernale (quanta invidia, viste le torride temperature in Italia), intento a finalizzare l&rsquo;organizzazione di un evento motociclistico nella provincia argentina di Cordoba. Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi L'intervista a Matias Lorenzato  La videointervista con Matias Lorenzato si apre con l&rsquo;argentino di chiare origini italiane in fase di parcheggio del suo mezzo a quattro ruote, sullo sfondo c&rsquo;&egrave; uno sterrato ovale, il Circuito Municipal Justiniano Posse, dove Speedway, Minimoto e Flat Track hanno disputato due giorni di gare. Nel 2022 Lorenzato ha fatto il suo esordio nel Mondiale di Flat Track in sella a una Suzuki, concludendo al decimo posto nel ranking iridato. Ma soprattutto si &egrave; tolto la soddisfazione di vincere una tappa iridata, la gara conclusiva in Italia a Boves. Un&rsquo;emozione per lui che ha parenti piemontesi che vivono a breve distanza dal tracciato TT nel quale ha dimostrato di trovarsi a suo agio. La sua carriera motociclistica si &egrave; incentrata sul Supermotard e sulle gare nei circuiti ovali sudamericani. La scintilla per il Flat Track &egrave; scoccata soltanto negli ultimi anni, con risultati lusinghieri. Classe 1989, Matias sal&igrave; in sella a una moto per la prima volta all&rsquo;et&agrave; di quattro anni, spinto dal desiderio di ricalcare le orme del pap&agrave; nel motociclismo: &ldquo;Nel 1993 partecipai alla mia prima gara in sella a una Minimoto da 50 cm&sup3;, da l&igrave; in avanti ho iniziato a prendere parte ai campionati nazionali di Supermotard e &lsquo;ovalo&rsquo; argentino, vincendo otto titoli nazionali. Rispetto ai tracciati europei, gli ovali argentini sono pi&ugrave; lunghi e il fondo pista &egrave; molto compattato, si corre con moto da 450 cm&sup3; e pneumatici da 21 pollici&rdquo;. Le prestazioni in patria e negli Stati vicini, come Cile e Colombia, dove ha disputato vari campionati sudamericani di Supermotard e &ldquo;ovalo&rdquo;, non sono passate inosservate in Europa. Nel 2017 &egrave; arrivata una chiamata dalla Spagna: Lorenzato &egrave; stato scelto per partecipare al gala motociclistico su sterrato di fine stagione a Barcellona, il Superprestigio: &ldquo;Un&rsquo;esperienza unica, essere in mezzo a tanti campioni delle varie discipline motociclistiche &egrave; stato davvero un orgoglio&rdquo;. A dispetto della sua pacatezza e della tranquillit&agrave; che mostra fuori pista, per la sua guida molto aggressiva Lorenzato &egrave; stato soprannominato &ldquo;El Toro&rdquo;: &ldquo;Quando corro sono molto agguerrito, ma allo stesso tempo rispetto moltissimo i miei avversari. Mi ritengo un pilota leale e combattivo: per me ogni gara, dalle meno importanti a quelle pi&ugrave; prestigiose, ha un valore&rdquo;. Matias Lorenzato sogna  Le sue prestazioni nel Mondiale 2022 lo hanno posto sotto i riflettori, e quest&rsquo;anno il team tricolore Zaeta ha deciso di puntare sul pilota argentino per partecipare alla serie iridata: &ldquo;Correre con la Zaeta &egrave; per me motivo di orgoglio e mi fornisce una certa tranquillit&agrave; nell&rsquo;affrontare al meglio il circuito iridato. Mi sembra di essere in un sogno: poter correre con un team cos&igrave; prestigioso! Sono di origini italiane, mio zio &egrave; del Piemonte, per me correre per una squadra italiana &egrave; davvero importante. Sto per arrivare in Italia, avr&ograve; circa un mese per allenarmi e prendere sempre pi&ugrave; confidenza con la moto, in vista della prima gara mondiale&rdquo;. Il 5 agosto Lorenzato far&agrave; il suo debutto nella prima prova del circuito iridato a Manchester, una pista ovale sterrata dove abitualmente si disputano gare di Speedway. La Zaeta ha scommesso sull&rsquo;argentino con un solo obiettivo: vincere il titolo. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

L&rsquo;argentino insegue il Mondiale di Flat Track con la Zaeta: "Desideravo l&rsquo;Italia, la terra dei miei avi"

Matias Lorenzato, ritorno alle origini | Manubri Larghi

        Santi, poeti e navigatori. In effetti, noi italiani siamo sempre stati un popolo desideroso di raggiungere nuove terre, e personaggi come Marco Polo, Cristoforo Colombo, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sono soltanto alcuni esempi di nostri connazionali che hanno sfidato l&rsquo;ignoto mossi dalla curiosit&agrave; per la scoperta. Il Trial italiano all'estero  Oggi molto &egrave; cambiato e, grazie alla tecnologia, possiamo vedere luoghi lontanissimi collegandoci con uno smartphone. Scoperte virtuali che, per&ograve;, non riescono a trasmettere quella parte emozionale che soltanto toccando con mano possiamo provare. Profumi e sapori li possiamo vivere soltanto se raggiungiamo quella meta ed &egrave; per questo che ancora oggi viaggiamo molto. I Trialisti italiani amano le gare all&rsquo;estero ed &egrave; per questo che li troviamo nelle liste degli iscritti in prove come la Scottish Six Days Trial, la Due Giorni della Costa Brava, quella del Mont Ventoux e la Tre Giorni di Santigosa. Ed &egrave; proprio in quest&rsquo;ultima competizione che nel weekend di Pasqua i nostri connazionali hanno brillato. Piloti di ogni livello, ex centauri (che per tre giorni sono tornati a gareggiare tra le fettucce), campioni e giovanissimi hanno letteralmente preso d&rsquo;assalto il sito della prova spagnola per potersi accaparrare il posto. In poco pi&ugrave; di mezz&rsquo;ora, infatti, tutti i posti disponibili sono stati assegnati. Nella classifica assoluta Andrea Buschi ha superato Paolo Lazzaroni nella terza giornata, ottenendo la palma di miglior italiano. Martina Gallieni &egrave; riuscita, al debutto, a giungere alle spalle dell&rsquo;esperta vice campionessa del Mondo, Berta Abellan. Trial italiano: parla Daniel Cerruti  Ma a far sventolare il tricolore &egrave; stato soprattutto un tredicenne che si &egrave; imposto nella classe dedicata ai pi&ugrave; giovani. Daniel Cerutti di Verbania &egrave; un ragazzino dallo sguardo vispo, la voce squillante, il fisico asciutto e le gambe sottili che non riescono a riempire completamente i pantaloni. Ama la moto, che guida da quando aveva tre anni, e la bici da Trial, con la quale si allena senza sosta. ha compiuto l&rsquo;impresa al suo secondo tentativo. Un&rsquo;esperienza che il pilota della Sherco ha cos&igrave; descritto: &ldquo;L&rsquo;idea di correre a Santigosa &egrave; venuta al mio allenatore Andrea Buschi, che l&rsquo;ha proposta a me e al mio pap&agrave; Thomas. Andrea me l&rsquo;aveva descritta come una gara molto bella e cos&igrave; abbiamo deciso di andarci con l&rsquo;obiettivo di finirla&rdquo;. Una gara faticosa e della durata di tre giorni. &ldquo;Il primo anno mi sono stancato molto e non ero ancora preparato al meglio. Quest&rsquo;anno, invece, sono andato in palestra, mi sono allenato in moto in maniera dedicata e in effetti ho faticato molto meno. &Egrave; stato emozionante: poter correre con molti dei migliori piloti al Mondo, affrontare le stesse zone (a Santigosa il percorso &egrave; comune per tutti, ndr) &egrave; stato davvero eccitante. &Egrave; stato bellissimo, per esempio, affrontare l&rsquo;ultima zona Indoor dove lo speaker e il pubblico incitavano i piloti&rdquo;. Per il giovane pilota tricolore, &egrave; sembrato un successo comodo nella sua categoria, vedendo il punteggio rispetto agli avversari. "In realt&agrave; non &egrave; cos&igrave;, perch&eacute; il terzo giorno ho sbattuto su un ostacolo e ho danneggiato il cambio, per questo in alcune zone entrava la 'folle' e ho dovuto pagare dei 'cinque'. Ma &egrave; andata bene". Un racconto che trasmette l&rsquo;emozione di un giovanissimo che ha appena iniziato a viaggiare per i paddock internazionali, mosso anche da quella voglia di scoprire tipica di noi italiani. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

I risultati dei nostri Trialisti impegnati fuori dai nostri confini, come Daniel Cerutti&nbsp;

Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi

        &Egrave; partito da Tolmezzo il campionato italiano Trial 2023 e, come ogni anno, ci sono novit&agrave; sia in ambito sportivo che regolamentare. Se il 2022 &egrave; stato l&rsquo;anno degli ex, con il ritorno alle gare di piloti che nelle stagioni precedenti avevano svolto il ruolo di assistenti o semplicemente erano rimasti lontani dalle competizioni, il tricolore 2023 riserva sviluppi in varie classi. Le novit&agrave; dell'Italiano Trial  Il nome principale, per&ograve;, &egrave; sempre lo stesso, Matteo Grattarola: dopo una stagione 2022 memorabile, che l&rsquo;ha visto conquistare il tredicesimo alloro nell&rsquo;Italiano, il GP Italia e l&rsquo;argento nel Trial delle Nazioni, il campione di Margno &egrave; passato dalla Beta alla Vertigo. Luca Petrella, invece, non cambia marca ma come assistente ritrova Riccardo Cattaneo, una coppia che nel 2018 aveva ottenuto soddisfazioni. La prima guida Beta diventa Lorenzo Gandola, seguito dall&rsquo;ex tricolore Andrea Fistolera. Il campione italiano Indoor in carica, Gianluca Tournour, punta in alto anche all&rsquo;aperto con la Sherco. Stefano Garnero, unico pilota ad aver vinto due volte il titolo in TR2, risale da campione nella classe regina con la TRRS. Novit&agrave; anche nella categoria femminile: Martina Gallieni sale sulla Scorpa mentre Sara Trentini guida la TRRS. Alla parte sportiva si affianca sempre quella legata ai regolamenti. A svelare le relative novit&agrave; &egrave; Damiano Cavaglieri, Coordinatore Trial. &ldquo;Il regolamento per il 2023 nasce seguendo anche le indicazioni di Case e piloti. Come Comitato Trial FMI l&rsquo;obiettivo &egrave; quello di dare una continuit&agrave; regolamentare, per questo sono state adottate piccole modifiche tecniche utili a rendere pi&ugrave; semplice la comprensione. Novit&agrave; sono state introdotte per il Trofeo delle Regioni che, come in altre discipline, non vedr&agrave; sul podio finale pi&ugrave; squadre della stessa regione. Per quel che riguarda i format di gara dell&rsquo;Italiano si &egrave; ragionato in base all&rsquo;attuale situazione economica, riducendo da sei a cinque gli appuntamenti, e si &egrave; cercato di lasciare pi&ugrave; spazio all&rsquo;attivit&agrave; territoriale. Essendo il tricolore un torneo nel quale partecipano sia i professionisti che gli amatori, si &egrave; cercato il giusto equilibrio senza andare a ridurre le giornate di gara&rdquo;. Quindi il format, gi&agrave; sperimentato, nel quale sabato e domenica pomeriggio corrono i piloti dalla TR1 alla TR3 e la Femminile A. &ldquo;Per il 2023 si &egrave; lavorato per permettere anche agli amatori di divertirsi nelle trasferte pi&ugrave; lunghe. Unendo i diversi format, in base anche a dove si svolgono le gare, i piloti il sabato affrontano una gara con 10 zone e la domenica 12 sezioni. Cos&igrave; facendo, nella seconda giornata ritrovano le stesse prove del sabato che, in base ai punteggi o alle condizioni meteo, possono essere modificate ma non stravolte. Inoltre il nuovo format A-A &egrave; studiato per i mesi estivi dove si pu&ograve; ritardare la partenza del sabato e quindi arrivare la mattina. Questa nuova soluzione garantisce a tutte le categorie un tempo di gara di almeno 5 ore e 30&rdquo;. Italiano Trial: il calendario  Da segnalare che nella prova di luglio in Valsassina &ldquo;Sar&agrave; possibile seguire la gara in moto, partecipando a una Mountain Trial, dove gli appassionati affronteranno un percorso loro dedicato&rdquo;. Le date: Tolmezzo (UD) 2 aprile, Civita Castellana (VT) 13-14 maggio, Abetone (PT) 25 giugno, Cortenova (LC) 8-9 luglio, Lazzate (MB) 23-24 settembre. A Torrebelvicino l&rsquo;8 ottobre il Trofeo delle Regioni. Torna anche l&rsquo;Indoor con quattro gare e la finale con formula Urban al Santuario di Madonna della Guardia (GE) il 26 agosto. Gli angeli custodi dei piloti | Manubri Larghi       

Dai cambi di marca di tanti campioni ai dettagli regolamentari: l&rsquo;Italiano si evolve. E torna l&rsquo;Indoor

Trial, l'anno delle novità | Manubri Larghi

        Consigliano ad alta voce le traiettorie, controllano gli avversari per carpirne i segreti e trasmetterli al proprio pilota, corrono e si arrampicano in luoghi impervi, in una frazione di secondo devono capire se spostarsi o afferrare moto e pilota. I seguidores, gli angeli dei piloti  Quando i piloti vincono li abbracciano e appaiono nelle foto. Quando le cose vanno male sono i primi a pagarne le spese e in alcuni casi, usando un termine calcistico, vengono esonerati. Sono i seguidores, figure fondamentali nel Trial &ndash; sebbene si tratti di uno sport individuale &ndash; apparse a cavallo tra gli anni &rsquo;70 e &rsquo;80. Un&rsquo;idea che sarebbe stata concepita in Italia, da Giovanni Tosco che scelse come angelo custode l&rsquo;amico Gianfranco Mulatero. L&rsquo;assistente del pilota, oggi come allora, indossa un marsupio con all&rsquo;interno attrezzi e ricambi per interventi d&rsquo;emergenza. E sulla moto che utilizza per seguire ha fissato un manubrio di riserva. Il Trial, per&ograve;, &egrave; profondamente cambiato e i seguidores hanno assunto altri compiti: consigliano il pilota su come sistemarsi prima di affrontare un ostacolo e comunicano il tempo che rimane per terminare la zona ed evitare che scatti il massimo della penalit&agrave;. La fiducia &egrave; alla base del rapporto tra il pilota e l&rsquo;assistente, tant&rsquo;&egrave; che osservando una gara si pu&ograve; notare come i campioni, appena prima di entrare in zona, chiedano se tutto &egrave; a posto. E, soltanto dopo la conferma, iniziano ad affrontarla. Solitamente i seguidores sono ex piloti che, terminata l&rsquo;attivit&agrave; agonistica, mettono la loro esperienza al servizio del Trialista di turno. Un atleta professionista ha una tabella d&rsquo;allenamento molto severa, quasi tutti i giorni si allena in moto e l&rsquo;assistente dev&rsquo;essere presente. In Italia il campionissimo Matteo Grattarola ha al suo fianco Angelo Colombo, mentre Gianluca Tournour, tricolore Indoor 2021, ha in Bruno Luppi il suo angelo custode. Angelo Colombo  Colombo ha quasi 29 anni, e vive a Cremeno, in Valsassina, a due passi da Margno, il paese di Grattarola. Dopo aver lavorato nell&rsquo;azienda di famiglia, dal 2022 ha deciso di dedicarsi completamente al Trial. &ldquo;Ho corso fino al 2011 con la Beta, nel 2009 ho vinto l&rsquo;italiano Juniores C, poi ho abbandonato il Trial per studiare e, successivamente, specializzarmi nel mondo del lavoro&rdquo;. Poi sei diventato l&rsquo;ombra di Grattarola. &ldquo;Lo sono dal 2018, sono veramente orgoglioso di assisterlo e in quell&rsquo;anno abbiamo vinto il mondiale Trial2 a Pietramurata, titolo replicato nel 2020, poi nel 2022 abbiamo conquistato il GP Italia e per suggellare quel successo entrambi abbiamo tatuato la data di quella storica affermazione&rdquo;. Qual &egrave; il gesto che vi caratterizza in gara o nel pregara? &ldquo;Non dovrei dirlo... Fumo una sigaretta prima di iniziare la gara per rilassarmi! Il nostro gesto &egrave; scambiarci un pugno quando Matteo scende dalla pedana di partenza. Poi, in attesa dello start, ridiamo e scherziamo, prima di essere completamente concentrati per dare il meglio in gara&rdquo;. Bruno Luppi  Bruno Luppi, invece, &egrave; nato il 20 marzo 1993 e abita a Givoletto, in provincia di Torino. Laureato in scienze motorie, &egrave; anche Tecnico Federale FMI di secondo livello e istruttore del progetto Talenti Azzurri. &ldquo;Il mio passato da pilota mi ha visto vincere il regionale piemontese nel 2013, ho partecipato a diverse edizioni del campionato italiano, dove sono riuscito a conquistare una volta la gara di casa a Montoso. Per alcuni anni mi sono dedicato appieno all&rsquo;universit&agrave; e ora, quando riesco, corro nelle gare regionali. Nel 2017 ho ripreso a frequentare i campi di gara iniziando a seguire Andrea Gabutti, con cui ho vinto il titolo italiano TR3 125 nel 2018. Nel 2019 ho iniziato con Gianluca, un lavoro molto pi&ugrave; impegnativo. Ci siamo tolti parecchie belle soddisfazioni in questi anni, come il titolo italiano Indoor, le vittorie nell&rsquo;Europeo e i successi in Italia nel mondiale Trial2, soltanto per citarne alcuni&rdquo;. Quale gesto vi caratterizza in gara o nel pre-gara? &ldquo;Prima della zona 1 ci diamo il pugno per darci la carica&rdquo;. Due giovani accomunati dalla passione per il Trial, che garantiscono al pilota un margine di sicurezza in pi&ugrave;, lo consigliano e lo motivano, contribuendo ai prestigiosi risultati. La Supermoto si allarga | Manubri Larghi       

Alla scoperta dei &ldquo;seguidores&rdquo;, le 'ombre' dei piloti

Angelo Colombo e Bruno Luppi, gli angeli dei piloti | Manubri Larghi

        Grande risultato per l&rsquo;Ice Speedway azzurro: Luca Bauer si &egrave; confermato vice campione europeo. Il pilota tedesco, che dal 2019 corre con licenza italiana, ha conquistato la seconda medaglia d&rsquo;argento consecutiva, dopo quella del 2022, al termine della due giorni di gare di Sanok, Polonia, sede delle finali continentali dello Speedway su ghiaccio. Ice Speedway: la crescita di Luca Bauer  Bauer, 24 anni, ha confermato di aver raggiunto un livello di prestazioni ragguardevole, lottando alla pari nei duelli con il neocampione europeo Franz Zorn e mettendosi alle spalle avversari molto quotati come il detentore del titolo, l&rsquo;austriaco Harald Simon, e lo svedese Jimmy Olsen, terzo sul gradino del podio. I soli tre punti di distacco tra Zorn e Bauer al termine delle quarantadue batterie disputate nel weekend polacco certificano la crescita del pilota azzurro. Fino allo scorso anno il tallone d&rsquo;Achille di Bauer erano le partenze dallo starter, azione fondamentale nello Speedway per puntare al successo di manche. Nell&rsquo;ambito delle due finali europee, il centauro azzurro ha dimostrato in tutte le batterie disputate di aver superato le difficolt&agrave; del passato, con partenze brucianti che gli hanno consentito di prendere il comando fin dalla prima curva, per poi gestire con la consueta traiettoria esterna il vantaggio nei confronti degli avversari. Nella prima finale, disputata il sabato, Bauer ha concluso le venti batterie di qualifica al secondo posto con tredici punti, frutto di quattro successi e un terzo posto. Impeccabile Zorn, con cinque vittorie in altrettante manche disputate, seguite dal successo nella manche decisiva davanti al nostro Luca che fino all&rsquo;ultimo ha tentato di sopravanzare l&rsquo;esperto pilota austriaco. L&rsquo;indomani, in Gara 2, Bauer si &egrave; preso la rivincita vincendo davanti a Zorn, in una finale ripetuta tre volte: le cadute del tedesco Benedikt Monn e del ceco Lukas Hutla hanno comportato una terza partenza con i soli Zorn e Bauer a contendersi il successo di giornata. Sul primo gradino del podio per la vittoria in Gara 2, un sorridente Bauer ha alzato al cielo con orgoglio il trofeo e il casco speciale con il tricolore della bandiera italiana, primo pilota nella storia azzurra ad aggiudicarsi una gara finale continentale dell&rsquo;Ice Speedway. Le parole di Luca Bauer  &ldquo;&Egrave; stata un&rsquo;emozione fortissima: sapevo che, riuscendo a partire davanti a Zorn, avrei avuto buone chances di vittoria&rdquo; ha commentato Bauer al termine di Gara 2. &ldquo;Questo secondo posto complessivo mi soddisfa molto, anche perch&eacute; ho chiuso a pochi punti dal vincitore. Sono riuscito a trovare una buona velocit&agrave; in tutte e due le giornate, cos&igrave; come ho azzeccato praticamente tutte le partenze dallo starter. Sono soddisfattissimo delle prestazioni e dei risultati di Sanok. Ora punto a far bene nel Mondiale a Inzell&rdquo;. Bauer ha collezionato la quarta medaglia europea della sua giovane carriera, con due bronzi conquistati nel 2019 e 2021, e due argenti nel 2022 e 2023. Il figlio d&rsquo;arte pu&ograve; davvero ambire alle posizioni di vertice nelle due gare che assegneranno il titolo mondiale il 18-19 marzo a Inzell, Germania, in quella che si pu&ograve; considerare la pista di casa di Luca. Speedway: la soddisfazione di Armando Castagna  Svedesi e tedeschi saranno gli avversari da battere, mancando anche quest&rsquo;anno i maestri della disciplina, i russi, esclusi dalle competizioni internazionali. Armando Castagna, riconfermato al vertice della Commissione FIM Track Racing, ha elogiato il risultato di Bauer, che aumenta ulteriormente il prestigio dell&rsquo;Italia nello Speedway su ghiaccio: &ldquo;Posso dire che Luca porta sulle spalle un cognome molto difficile, perch&eacute; pap&agrave; Gunther &egrave; stato grande protagonista dell&rsquo;Ice Speedway ai massimi livelli. Luca &egrave; mosso da una passione sfrenata per le corse e da tanta perseveranza, seguo questo ragazzo fin dai primi anni della sua carriera e so quale tipo di pressione mediatica abbia avuto addosso. Sono onorato del fatto che corra con la licenza italiana, sta raccogliendo risultati molto importanti. Penso che Luca abbia davanti a s&eacute; un grande futuro, al netto di infortuni che sono sempre dietro l&rsquo;angolo. Anche perch&eacute;, nell&rsquo;Ice Speedway, si corre fino all&rsquo;et&agrave; avanzata, lui ha una vita sportiva ancora davanti a s&eacute;&rdquo;. La Supermoto si allarga | Manubri Larghi       

Bauer si &egrave; confermato vice campione d&rsquo;Europa, e ora punta dritto al Mondiale

Italia, grandi risultati nell'Ice Speedway | Manubri Larghi

        Danilo Boccadolce, CEO di Xiem, Promoter della Supermoto di &eacute;lite, studia, rifinisce, inventa e, con una rosa sempre pi&ugrave; ricca di partecipanti, riparte fiducioso verso nuove e appassionanti sfide. Boccadolce e i numeri della Supermoto  &ldquo;Siamo molto soddisfatti&rdquo; dice il manager torinese nella foto. &ldquo;Il grande lavoro e gli investimenti di questi anni si sono rivelati vincenti, nella scorsa stagione abbiamo avuto in tutti i GP la griglia di partenza piena con 32 protagonisti provenienti da 15 Paesi e per la prima volta, oltre che dal Brasile, abbiamo avuto piloti anche da Stati Uniti e Australia. Questi numeri ci hanno indotto a chiedere alla FIM di rivedere il numero di accesso alle entry list, che &egrave; stato portato a 36 piloti. Con la FIM il lavoro e la collaborazione sono al massimo, tutto il management &egrave; molto attento a questa disciplina ed &egrave; disponibile ad assecondare le nostre proposte pur nel rispetto delle regole. L&lsquo;ottimo rapporto si &egrave; concretizzato anche con il rinnovo del contratto per i prossimi anni&rdquo;. Danilo, anche il Nazioni &egrave; sempre in progresso? &ldquo;Anche il SMoN, dopo il successo del 2021 in Francia, si &egrave; ripetuto lo scorso anno in Belgio con 57 piloti di diciannove team. Quest&rsquo;anno il Nazioni &egrave; previsto in Italia a chiusura della stagione, il 15 ottobre (a Castelletto di Branduzzo, nde), e stiamo lavorando per migliorarci ancora: a tal fine la FIM ha modificato la stesura della classifica separando i team Junior dai team &ldquo;A&rdquo;, questo dovrebbe aumentare la presenza dei team Under 23&rdquo;. Dopo due anni con i GP su due giorni, ora il sabato ha una sua connotazione nel programma del weekend? &ldquo;Per quanto riguarda la spettacolarit&agrave; delle gare &egrave; bene evidenziare che si &egrave; lavorato molto sui circuiti, in termini di sicurezza e tecnica. Le tre manche, di cui una il sabato e due la domenica con la Super Finale che assegna pi&ugrave; punti e il Joker lap, hanno reso le gare ancora pi&ugrave; combattute, infatti per la prima volta si &egrave; assegnato il titolo mondiale nell&rsquo;ultima Super Finale della stagione con tre piloti di tre Paesi diversi e con moto ufficiali: il tedesco Schmidt, il francese Thomas Chareyre e l&rsquo;austriaco H&ouml;llbacher. Tutto questo, oltre alla presenza dei piloti extraeuropei, ha ampliato la nostra visibilit&agrave; che &egrave; diventata globale (media, TV, social). Abbiamo avuto riscontri ed elogi anche da piloti e appassionati di Stati Uniti e Asia, da dove abbiamo ricevuto proposte per ospitare GP, ma per noi &egrave; importante trovare le risorse economiche per i team per le trasferte oltreoceano. Non &egrave; facile, ma ci stiamo lavorando&rdquo;. Le novit&agrave; nella Supermoto  Ci sono novit&agrave; anche per la fornitura dei pneumatici? &ldquo;Un&rsquo;altra importante novit&agrave; &egrave; il cambio del partner per la fornitura dei pneumatici, che da quest&rsquo;anno sar&agrave; la Metzeler, che con grande entusiasmo ha voluto compiere l&rsquo;ingresso nel nostro mondo con un contratto pluriennale. Iniziative promozionali sono state anche riservate alla categoria Junior, con l&rsquo;omaggio di pneumatici ai primi tre piloti della classifica di ogni gara. Purtroppo, i costi in generale sono aumentati, e sappiamo che per team e piloti non &egrave; facile: per questo siamo riusciti a farci garantire dalla Metzeler i prezzi dei pneumatici bloccati per tutta la stagione, inoltre non abbiamo applicato nessun aumento e continuiamo a offrire alcuni servizi come trasporto, montaggio e smontaggio delle pit lane a titolo gratuito&rdquo;. Cosa cambia nell&rsquo;Europeo? &ldquo;Sul campionato continentale, che per noi rappresenta una entry level molto importante, da quest&rsquo;anno &egrave; nei nostri programmi un salto di qualit&agrave; sia nella categoria S4 on road che nella SM Junior. Il primo segnale &egrave; quello di aver portato il numero delle gare a cinque nella S4 e a sei nella SM Junior, tutte concomitanti con i GP, per aiutare i team con i costi delle trasferte&rdquo;. Infine le novit&agrave; del calendario. &ldquo;Il calendario 2023, che si sviluppa su sei Gran Premi oltre ovviamente al Nazioni, &egrave; stato pianificato tenendo presenti anche gli impegni negli ambiti nazionali, e prevede per la prima volta due round in circuiti cittadini: a Sankt Wendel in Germania e Mettet in Belgio". L'intervista a Maurizio Bottalico | Manubri Larghi       

Il Promoter Boccadolce: "L&rsquo;interesse non &egrave; soltanto in Europa, la FIM crede in noi"

La Supermoto si allarga | Manubri Larghi

        Classe 1981, napoletano di origine, sammarinese di adozione, Maurizio Bottalico &egrave; un perfezionista e anche un professionista scrupoloso, un campione, ma anche un istruttore di guida che conosce molto bene le gare su pista e anche quelle su strada. Bottalico corre con una Paton e con i colori del Moto Club Titano: si &egrave; cimentato nella Velocit&agrave; per poi innamorarsi delle road races e delle gare in salita nelle quali lo scorso anno ha conquistato il titolo europeo sia nella classe Supermoto che nella 600 Supersport, e l&rsquo;alloro italiano nella classe 600 Super Open. La 50 km dei Lampioni | Manubri Larghi Bottalico, l'intervista  Maurizio, come sei finito dalla bella Campania alla suggestiva San Marino? &ldquo;Ho vissuto fino a due anni fa a Napoli, poi per amore mi sono trasferito a San Marino per stare con la mia compagna&rdquo;. Come &egrave; iniziata la tua carriera motociclistica? &ldquo;&Egrave; nata nel 1997 per gioco, o meglio per scommessa. Da piccolo ero uno di quelli che facevano &lsquo;minchiate&rsquo; per strada, cos&igrave; mio padre mi disse: se ti senti cos&igrave; bravo, proviamo in pista, cos&igrave; o vai avanti nel tuo percorso oppure in caso contrario torni indietro ma smetti di fare il &lsquo;pazzo&rsquo; in strada&rdquo;. Hai praticato diverse discipline nella tua carriera.  "In realt&agrave; nasco pistaiolo, infatti ho corso in pista dal 1998 fino al 2018, in svariati campionali sia in Italia che in Europa: 125 GP, Supersport, Superbike, Stock 1000 e anche nella Supermoto, disciplina che mi &egrave; sempre piaciuta. Dal 2019 ho deciso di portare avanti la mia passione di sempre, le corse su strada, e cos&igrave; mi sono iscritto al CIVS nella classe 600, vincendo il titolo al debutto e riuscendo a siglare la mia prima Assoluta alla Saline-Volterra (prestigiosa Coppa che premia il primo tempo assoluto tra tutte le categorie, nde)&rdquo;. Hai guidato con successo la Supermoto sia in pista che in salita: quali sono le differenze tra i due stili? &ldquo;Premessa: anche in pista ho corso nella categoria Onroad agli Internazionali d&rsquo;Italia Supermoto, dove le gare sono soltanto su asfalto. Le differenze sostanziali sono due: la guida su strada &egrave; molto pulita, quindi niente traversi, la seconda &egrave; dovuta al fattore conformazione del tracciato, che a differenza del circuito presenta molte pi&ugrave; insidie (muretti, guardrail, rocce)&rdquo;. Un 2023 fitto di impegni  A met&agrave; luglio correrai il CIVS in casa. &ldquo;S&igrave;, il 16 luglio ci sar&agrave; la mia gara di casa, a San Marino: sono molto felice di essere parte integrante di questo progetto, sono orgoglioso perch&eacute; sono riuscito a portare una gara del campionato italiano nel posto in cui vivo, e per questo ringrazio la Federazione Motociclistica Sammarinese&rdquo;. Il 2023 si presenta ricco di cambiamenti e piuttosto impegnativo, con molte doppie prove. &ldquo;Il mio 2023 &egrave; ricco di appuntamenti. San Marino a parte, nel campionato italiano tutte le gare saranno doppie, per cui due manche di gara il sabato e due la domenica. Parteciper&ograve; sia al CIVS che all&rsquo;Europeo in Salita nella Supersport con la Yamaha R6, e ci sar&agrave; una grande novit&agrave; che sveler&ograve; dopo aver sistemato gli ultimi dettagli&rdquo;. Al Manx Grand Prix 2023 correrai in doppia categoria? &ldquo;Sar&ograve; presente di nuovo nella Senior Class Supersport con una Honda CBR600RR e poi nella Lightweight con la Paton, e sar&ograve; un pilota del Team ILR, squadra di propriet&agrave; del 10 volte vincitore al TT Ian Lougher. Non vedo l&rsquo;ora di lavorare con Ian, sono sicuro che riuscir&ograve; a imparare tantissimi segreti del tracciato grazie alla sua grandissima esperienza&rdquo;. Qual &egrave; la gara che pi&ugrave; ti ha entusiasmato nel 2022? &ldquo;Sicuramente il Manx Grand Prix. Ho realizzato il sogno della mia vita, e mai avrei immaginato di riuscirci dopo aver corso per tanti anni in pista ad altissimi livelli. Ricordo ancora la fine del mio primo giro sul Mountain Course, sono tornato al paddock e ho impiegato circa un&rsquo;ora per realizzare il tutto. Penso sia la gara pi&ugrave; adrenalinica in assoluto, si va davvero forte sfiorando muretti, case, alberi, una corsa davvero folle ma estremamente affascinante, da affrontare ovviamente con una consapevolezza del rischio molto pi&ugrave; alta rispetto a una gara in circuito&rdquo;.       

Specialista delle salite, Bottalico ha coronato il suo sogno&nbsp;

Maurizio Bottalico, dalle salite all'Isola di Man | Manubri Larghi

        &Egrave; intitolata la &ldquo;50 chilometri dei lampioni&rdquo;, si &egrave; disputata nel Crossodromo di Borgo Santa Rita (GR) domenica 6 febbraio, attirando molti tra i migliori specialisti nazionali e internazionali della guida di traverso, come la medaglia d&rsquo;argento e di bronzo dell&rsquo;ultimo Mondiale di specialit&agrave;, Kevin Corradetti e Marcus Jell. Manubri Larghi: Trial, un allenamento prezioso Una gara che riscuote consensi  Con loro, anche piloti di altre discipline e due ragazze ben conosciute nell&rsquo;ambiente del Flat Track: Babila Capovilla e Mariuxi Taranto. Alessandro Cardinale, per tutti &ldquo;Zucco&rdquo;, in &ldquo;onore&rdquo; della sua testa liscia, gestisce l&rsquo;impianto assieme a Marco Bertini Piemontese di nascita, si &egrave; trasferito in Toscana trentatr&eacute; anni fa, e con Bertini ha ideato l&rsquo;evento di Endurance nella pista maremmana, riscuotendo consensi unanimi. Alessandro, quando &egrave; nata e come si &egrave; sviluppata l&rsquo;idea della 50 chilometri dei lampioni? &ldquo;Era il 2018, e il mio socio Marco Bertini prendeva parte a diverse gare Endurance di questo genere nella Velocit&agrave;. Si &egrave; voluto provare a portare sulla nostra pista un evento di Endurance su sterrato. Sul nome, ci siamo chiaramente ispirati alla 100 chilometri dei Campioni, ma essendo la nostra una gara non competitiva e con piloti che potremmo definire meno veloci, abbiamo scelto questo nome, con un po&rsquo; di umorismo toscano. L&rsquo;espressione &lsquo;sei fermo come un lampione&rsquo; la si usa per definire un pilota che va piano&rdquo;. Quali sono le caratteristiche del tracciato? &ldquo;La pista &egrave; con fondo naturale in terra battuta, la lunghezza &egrave; pari a settecento metri, con ben 12 curve e un leggero dislivello. &Egrave; stata creata nel 2018 grazie alla famiglia Brunelli, e la ritengo una delle pi&ugrave; belle d&rsquo;Italia. Viene gestita da me e Marco Bertini, siamo aperti tutti i fine settimana per gli allenamenti&rdquo;. &nbsp;Abbiamo visto quasi quaranta piloti al via, un bel numero: quali sono regole e formula di gara? &ldquo;L&rsquo;evento &egrave; a invito per un massimo di 38 piloti, si gareggia in coppia, sono ammesse moto da Flat Track o Motard senza obblighi di gomme e cilindrata. Si svolge su tre giorni, di cui due di prove libere. La domenica mattina invece abbiamo un&rsquo;ora di prove cronometrate per dividere le diciannove teste di serie, ossia i piloti che hanno fatto registrare i migliori tempi sul giro. Si procede quindi al sorteggio del compagno, tra gli altri diciannove piloti &lsquo;pi&ugrave; lenti&rsquo;. Partenza a piedi lungo il rettilineo come tutte le gare Endurance, le teste di serie partono per prime e ogni dieci minuti avviene il cambio pilota. I compagni meno veloci, logicamente, nei loro 10&rsquo; non avranno teste di serie in pista e questo permette loro di concentrarsi sul proprio turno senza pensieri. Cinquanta chilometri e ottanta giri, poi arriva la bandiera a scacchi&rdquo;. &nbsp;Come avviene la premiazione? Esiste un montepremi gara? &ldquo;Consegniamo ai partecipanti trentotto medaglie uguali per tutti, senza numeri, perch&eacute; lo spirito dell&rsquo;evento &egrave; creare tre giorni di allenamento in compagnia dove sicuramente una coppia &egrave; pi&ugrave; veloce dell&rsquo;altra, ma a fine giornata una bevuta di gruppo non manca. Ai primi classificati regaliamo salumi tipici toscani, tra i quali l&rsquo;ambita salsiccia&rdquo;. Le moto sono per te competizione, passione e lavoro: in quali specialit&agrave; ti sei cimentato, e qual &egrave; la tua professione attuale? &ldquo;Amo le moto da quando sono piccolo, mio padre gareggiava nel Motocross, le due ruote sono la mia passione e fortunatamente il mio lavoro. Mi occupo di sospensioni, collaboro con diversi piloti che partecipano al Mondiale di Flat Track, sia italiani che stranieri. Questo mi ha permesso di conoscere persone fantastiche, abbiamo vinto gli ultimi due Mondiali con Lasse Kurvinen, ho apprezzato tantissimo far parte del suo gruppo. Ho gareggiato tra Motocross e Supermoto con buoni risultati fino al 2016, quando grazie ad Andrea Andreani sono entrato nel mondo del Flat Track. Dove &egrave; stato amore immediato: ho partecipato al campionato italiano come pilota, e oggi mi alleno regolarmente nella mia pista&rdquo;. Manubri Larghi: l'Ice Trophy ha incoronato Elia Bartolini &nbsp;       

In Maremma si svolge un evento di Flat Track ispirato alla 100 km del Ranch

Manubri Larghi: la 50 Chilometri dei Lampioni

        Non poteva esserci conclusione migliore del 2022 per Youry Catherine, giovane pilota dell&rsquo;isola caraibica della Martinica, cresciuto sportivamente dal team dell&rsquo;ex campione Massimiliano Gazzarata. Nell&rsquo;ultima stagione, il pilota poco pi&ugrave; che maggiorenne ha dimostrato la sua maturit&agrave; riuscendo a gestire nel migliore dei modi la Rookie Cup Supermoto, correggendo la situazione, rimettendosi prima in corsa e poi mantenendo la concentrazione fino ad aggiudicarsi il titolo all&rsquo;ultima manche. Manubri Larghi: il pit stop di Francesco Cecchini Youry, dalla Martinica al Piemonte  &ldquo;&Egrave; l&rsquo;ennesimo bellissimo risultato di questi tre anni trascorsi insieme &ndash; commenta il team manager Gazzarata &ndash; fatto di applicazione nell&rsquo;Accademia, con un intenso programma di formazione. Questo titolo &egrave; il coronamento di un sogno per entrambi, per il team e per la Honda che negli ultimi due anni ha vinto due allori, Europeo e Rookie, pi&ugrave; i due titoli per Nazioni. Abbiamo viaggiato di pari passo, e ora sappiamo che nella prossima stagione Youry si confronter&agrave; con i top rider della S1GP". Youry, dalla splendida Martinica, isola delle Antille francesi dove sei nato, al Piemonte, il passo non &egrave; stato breve. &ldquo;Si, &egrave; vero, sono nato in Martinica, mi sono appassionato giovanissimo alle moto e presto anche alle gare. Poi &egrave; stato determinante l&rsquo;approccio con il team di Massimiliano Gazzarata, conosciuto a una gara in Francia, poich&eacute; con lui ho vinto sia il titolo europeo Supermoto S2 che il mondiale a squadre Junior nel 2021, la Rookie Cup e di nuovo il Nazioni a squadre&rdquo;. Il rapporto con il tuo team &egrave; sempre pi&ugrave; stretto. &ldquo;&Egrave; vero, la squadra per me &egrave; semplicemente come una famiglia, &egrave; una relazione di fiducia e rispetto&rdquo;. E la tua vera famiglia, come &egrave; presente nella tua vita? &ldquo;La mia famiglia &egrave; tutto per me, vivono in Martinica, quindi non li vedo molto spesso, ma nonostante questo riescono a motivarmi anche da lontano". Con il Supermotard hai raggiunto un&rsquo;attitudine simbiotica: &egrave; dovuta al tuo inizio precoce con questa specialit&agrave;? "&Egrave; vero, ho iniziato ad appassionarmi al motociclismo giovanissimo, avevo tre anni, e gi&agrave; a otto anni ho partecipato al campionato della Martinica. Poi a tredici sono partito da solo per la Francia per disputare il campionato nazionale e quando ho conosciuto Gazzarata e il suo team, a 15 anni, l&rsquo;ho seguito subito per correre nel campionato italiano e nel Mondiale&rdquo;. Il bilancio del 2022  Nel Mondiale 2022 sei partito bene con il 2&deg; posto a Busca e nel finale non soltanto hai messo in crisi gli avversari ma addirittura ti sei aggiudicato il titolo di miglior rookie. "L&rsquo;inizio &egrave; stato un po&rsquo; complicato con alcune cadute stupide, ma poi con tanto lavoro, spinto dalla mia grande passione, sono riuscito a rimettermi in sesto per vincere questo titolo a cui tenevamo tanto sia io che la squadra&rdquo;. Il tuo connazionale Axel Marie Luce &egrave; stato abile a iniziare la stagione con il piede giusto approfittando delle tue d&eacute;faillance, ma non ha saputo reagire al tuo ritorno. &ldquo;&Egrave; vero, le cadute mi hanno inizialmente abbattuto ma poi ho ragionato e ho trovato la forza di reagire, allenandomi duramente. Cos&igrave; sono riuscito a risalire pian piano la classifica. Non &egrave; stato davvero facile ma in questo sport vince il migliore, il pi&ugrave; forte e pi&ugrave; calcolatore, e alla fine mi sono preso la vittoria, questa &egrave; la cosa pi&ugrave; importante&rdquo;. Anche l&rsquo;altro transalpino Steve Bonnal ha provato a inserirsi nella lotta al titolo fra te e Marie Luce. &ldquo;Io, per&ograve;, ho sempre avuto fiducia nei miei mezzi, anche con 40 punti di distacco dal primo, perch&eacute; tutto &egrave; in gioco finch&eacute; il campionato non &egrave; finito. Credo di averlo dimostrato!&rdquo;.       

Il giovane pilota dell&rsquo;isola caraibica si &egrave; aggiudicata la Rookie Cup Supermoto

Manubri Larghi: Youry Catherine, dalla Martinica alla Supermoto

        &Egrave; stato il grande assente del terzo appuntamento stagionale del circuito iridato di Flat Track a Pardubice (Repubblica Ceca), al pari di Kevin Corradetti, campione italiano in carica: Francesco &ldquo;Cecco&rdquo; Cecchini non ha avuto di certo la fortuna dalla sua parte negli ultimi due anni, conditi da infortuni in serie che lo hanno fortemente penalizzato nelle prestazioni, costringendolo a rimanere fermo per parecchio tempo. La sua inaspettata assenza in Repubblica Ceca ha posto molti interrogativi sulle effettive condizioni fisiche del figlio d&rsquo;arte romagnolo. A parlarne &egrave; stato direttamente lui. Manubri Larghi: la sfida di Micaela Bazan L'assenza in Repubblica Ceca  Francesco, dopo il terzo posto in Gara 2 eri tra i piloti pi&ugrave; attesi a Pardubice e invece quali sono stati i motivi della tua assenza? &ldquo;&Egrave; stata una rinuncia davvero sofferta: negli ultimi giri di Gara 2 in Francia ho faticato a concludere la manche. Al rientro in Italia mi sono sottoposto ad accertamenti medici: la spalla sinistra &egrave; fortemente infiammata e ha bisogno di riposo. I medici mi hanno messo davanti a un bivio: &ldquo;ci tieni alla tua salute o vuoi rischiare gareggiando? E se succede che cadi ancora?&rdquo;. Visto che comunque non mi potevo giocare le prime posizioni nel Mondiale, complice il ritiro in Gara 1, ho deciso di fermarmi, per essere al 100% al via della prossima stagione&rdquo;. Gli infortuni ti hanno costretto a guidare spesso stringendo i denti, oltre a rimanere fermo per molto tempo. &ldquo;Lo scorso anno mi sono infortunato in allenamento a Ravenna, quando la stagione doveva ancora iniziare. Ho avuto una frattura del trochite abbastanza importante, non si poteva intervenire chirurgicamente, mi sono trascinato dolore e infiammazione per quasi un anno. A luglio, in Germania, nella caduta mi &egrave; uscita di nuovo la spalla sinistra, non ho riportato lesioni ma sono stati coinvolti i legamenti del sopraspinale e il capolungo del bicipite. Senza contare che lo scorso anno, sempre in Germania, nella caduta mi &egrave; uscita la spalla destra, mi sono fratturato la scapola in cinque parti&rdquo;. Le due cadute, nel Mondiale del 2021 e in quello attuale, sono avvenute in seguito a contatti decisamente vigorosi, che potevano causarti infortuni ancora pi&ugrave; seri. Pensi che sia arrivato il momento di rivedere regolamenti e sanzioni? &ldquo;Durante i briefing delle gare mondiali ho pi&ugrave; volte espresso la necessit&agrave; di maggiore seriet&agrave; e fiscalit&agrave; quando si verificano azioni di gara che mettono a rischio l&rsquo;incolumit&agrave; di noi piloti. Cos&igrave; come critico la scelta di portare al Mondiale anche i piloti alle prime esperienze con il Flat Track o provenienti da continenti extra-europei e privi della dovuta esperienza internazionale, chiamati soltanto per il fatto che fanno &ldquo;comodo&rdquo;. Sono un pericolo costante per chi, come me e molti altri piloti europei, corre da anni e sempre in modo corretto. Suggerisco di introdurre sanzioni per chi commette azioni palesemente a proprio vantaggio, come per esempio far ripartire il pilota nella manche successiva dalla penalty line. Va fatto qualcosa&rdquo;. Il Team Cecchini  Concludiamo con un bilancio stagionale del Team Cecchini, del quale sei manager. Com&rsquo;&egrave; nato il progetto e quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine? &ldquo;L&rsquo;idea di avere un team tutto nostro, con mio padre Fabrizio, ce l&rsquo;avevo da diversi anni. Dopo un anno di programmazione, il 2021, quest&rsquo;anno abbiamo creato il team corse nel CIV Moto3, valutando costi e benefici, e portando una professionalit&agrave; di alto livello. Quest&rsquo;anno non ci lamentiamo dei risultati ottenuti con Cristian Lolli, siamo andati a podio in un&rsquo;occasione, il ragazzo deve sicuramente crescere ma promette bene. Abbiamo puntato su di lui perch&eacute; crediamo nelle sue potenzialit&agrave; gi&agrave; mostrate nella PreMoto3. Siamo quinti in campionato, ed essendo tutti al debutto, possiamo ritenerci soddisfatti. Il sogno &egrave; partecipare con il nostro team al mondiale Moto3, se tutto dovesse girare per il meglio, penso che nel 2024 potremmo realizzare l&rsquo;obiettivo principe del team&rdquo;.        

Gli infortuni frenano "Cecco" nel Flat Track: "Servono pi&ugrave; sanzioni per i piloti scorretti"

Manubri Larghi: il pit stop forzato di Francesco Cecchini

        Nove piloti ammessi di diritto, sei scelti dalla Commissione Speedway Grand Prix e dalla FIM. Il circuito iridato del prossimo anno avr&agrave; fondamentalmente gli stessi protagonisti della stagione appena conclusa, fatta eccezione per un pilota: esce il polacco Pawel Przedpelski, entra lo svedese Kim Nilsson. Chi entra, chi esce  Entrambi sono accomunati da un traguardo che rester&agrave; indelebile nella loro carriera: aver vinto il Grand Prix Challenge, rispettivamente nel 2021 e 2022. Successo che garantisce la titolarit&agrave; nel Mondiale dell&rsquo;anno seguente, cos&igrave; come per i piloti che si classificano al secondo e al terzo posto. &Egrave; il caso di Jack Holder, terzo classificato nel Challenge, preceduto da Dan Bewley, che al contrario &egrave; qualificato di diritto per il 2023 grazie alla sesta posizione finale nel ranking iridato. Tale posizione ha liberato un invito per l&rsquo;australiano Max Fricke, quarto nella gara, che vivr&agrave; una nuova stagione nel gotha del controsterzo. Con loro faranno parte della griglia dei 15 titolari i primi cinque classificati del Mondiale da poco concluso: Bartosz Zmarzlik, Leon Madsen, Maciej Janowski, Fredrik Lindgren e Robert Lambert. Madsen, vincitore del titolo europeo, avrebbe gi&agrave; avuto l&rsquo;ammissione diretta, che premia la medaglia d&rsquo;oro del torneo continentale. A logica, poteva essere scelta la medaglia d&rsquo;argento, il polacco Janusz Kolodziej, al quale per&ograve; sono stati preferiti piloti di maggior blasone e prestigio. &Egrave; il caso di Tai Woffinden, che ha avuto una stagione altalenante, chiusa all&rsquo;ottavo posto. Ma i tre titoli mondiali pesano, eccome, nelle gerarchie di selezione. Siamo d&rsquo;accordo, quindi, sul fatto di concedergli una nuova chance per tentare la scalata al quarto alloro iridato. Lo siamo un po&rsquo; meno su Jason Doyle, campione del Mondo nel 2017, decimo in questa stagione. In questo caso siamo convinti che abbia influito la celebrazione dei cento anni dalla nascita dello Speedway, avvenuta nel 1923 in Australia, anche se in realt&agrave; ci sono diverse Nazioni che reclamano la paternit&agrave; delle corse su ovali con moto prive di freni. Nella prossima stagione, stando alle indiscrezioni che circolano negli ambienti dello Speedway mondiale, gli ultimi due Gran Premi si disputeranno proprio in Australia e Nuova Zelanda, e Doyle &ndash; il miglior rappresentante dell&rsquo;Australia nel 2022 &ndash; &egrave; un nome di richiamo e di indubbia popolarit&agrave; in Oceania. Sui quattro piloti selezionati come wild card permanenti riteniamo che la scelta sia stata corretta, per quanto dimostrato in pista dai danesi Mikkel Michelsen e Anders Thomsen, entrambi vittime di infortuni, cos&igrave; come per lo slovacco Martin Vaculik. La scelta di Patryk Dudek, invece, ricade nell&rsquo;ottica di ripescare il primo pilota non qualificato di diritto in base alla classifica finale 2022: il settimo posto, oltretutto a pari punti con Bewley e con una gara vinta, ha premiato il polacco anche per la prossima stagione. Manubri Larghi: Sciarretta e Malone mattatori in casa Il ricambio incalza  Non nascondiamo per&ograve; che ci sarebbe piaciuto un maggiore ricambio, magari con la promozione del campione del mondo Under 21, Mateusz Cierniak, o del connazionale Dominik Kubera, a nostro avviso uno dei pi&ugrave; piloti promettenti della Polonia a medio-lungo termine. Quest&rsquo;anno ha trascinato al successo nella Ekstraliga, il campionato a squadre pi&ugrave; blasonato al Mondo, il club del Motor Lublin. Una menzione la merita infine il tre volte campione del Mondo, Bartosz Zmarzlik, sempre pi&ugrave; idolo nella patria dello Speedway. Il ventisettenne polacco ha raggiunto, con la terza medaglia d&rsquo;oro, piloti che ancora oggi fanno sognare i tanti nostalgici dello Speedway dell&rsquo;olio di ricino, dei motori verticali e dei manubri ad arco: Ole Olsen ed Erik Gundersen. Ma ha agganciato anche piloti contemporanei come Jason Crump, Nicky Pedersen e Tai Woffinden. Riuscir&agrave; il funambolo polacco a confermarsi il pi&ugrave; forte? L&rsquo;assenza del campione del Mondo 2021, Artem Laguta, escluso come tutti i piloti russi dalle competizioni di Motorsport, inizia a pesare. Trovare un rivale all&rsquo;altezza di Zmarzlik &egrave; difficile, anche se l&rsquo;esplosione dell&rsquo;inglese Bewley sembra imminente.       

Tra i 15 titolari del 2023 c&rsquo;&egrave; una sola novit&agrave;. Eppure i giovani non mancano

Manubri Larghi: i soliti noti dello SpeedwayGP

        La chiusura della stagione nazionale &egrave; avvenuta con l&rsquo;ormai classico appuntamento del Trofeo delle Regioni. Sul Circuito Internazionale d&rsquo;Abruzzo, a Ortona, si sono sfidate le squadre in rappresentanza delle relative regioni: Emilia-Romagna e Abruzzo hanno conquistato le rispettive categorie. La gara a squadre che non premia l&rsquo;individualit&agrave; prestazionale, che serve soltanto per portare punti alla squadra, non ha visto il Veneto difendere il titolo della classe Off-Road (che prevede l&rsquo;uso del tratto Fuoristrada). I vincitori  A trionfare nella categoria &egrave; stata l&rsquo;Emilia-Romagna, grazie soprattutto all&rsquo;imolese Fabrizio Bartolini: il campione italiano della S2 ha sommato la vittoria delle sue due manche e i rispettivi migliori tempi. Alla sua performance si sono aggiunti i risultati di Alberto Moseriti e Alberto Sacchi, rispettivamente quarto e sesto, e quinto e quarto nelle finali, piazzamenti preziosi per ottenere la vittoria complessiva (con 15 punti). Al secondo posto, come l&rsquo;anno scorso, la Lombardia &ldquo;A&rdquo;: la squadra comprendeva il veterano Luca D&rsquo;Addato, che ha chiuso in seconda posizione dietro a Bartolini, e poi da vincitore. Accanto a lui hanno fatto la loro parte il vice campione tricolore individuale S2 Andrea Stucchi, secondo e quinto nelle due finali, e il campione italiano della S3 Jacopo Monti. Terza sul podio la formazione dell&rsquo;Abruzzo con Daniele Di Cicco, Domenico Menei e Riccardo Teti. La squadra di casa, undicesima lo scorso anno, in questa edizione si &egrave; rivelata molto brillante, totalizzando 27 punti in particolare grazie a Di Cicco, due volte terzo. Gi&ugrave; dal podio assoluto le formazioni di Lazio (Emanuele Maccariello, Alessandro Labate e Simone Pizziconi), Lombardia B (Tommaso Pompilio, Nicol&ograve; Pontevichi e Andrea Acetti), Piemonte (Nico Grazioli, Gabriele Gianola e Rocco Talarico) e Puglia (Marco Fischietti, Luigi Brunetti e Luigi Galasso). Manubri Larghi: la sfida di Micaela Bazan Abruzzo in grande spolvero  Pi&ugrave; nutrita la rosa dei contendenti nella On-Road. A spuntarla, dopo una giornata ricca di confronti, &egrave; stata la formazione scesa in campo in rappresentanza dei colori locali, l&rsquo;Abruzzo &ldquo;A&rdquo;, con il teramano Marco Malone e il pescarese Alessandro Sciarretta. I due sono stati autentici dominatori: Malone e Sciarretta si sono divisi equamente primi e secondi posti e giri veloci nelle due manche disputate, conducendo sempre per tutta la durata delle sessioni. L&rsquo;Emilia-Romagna, campione uscente, ha terminato al secondo posto con Iacopo Arduini e il pilota del mondiale Superbike Leandro &ldquo;Tati&rdquo; Mercado. Arduini &egrave; riuscito a staccare un sesto e un quarto posto nelle due manche finali, mentre l&rsquo;argentino trapiantato a Imola ha finito decimo e nono. Il Lazio, che vedeva schierati Edoardo Maria Savioli e Manolo Di Francesco, ha occupato il terzo gradino del podio. Nel confronto individuale femminile Roberta Ponziani ha fatto sue entrambe le vittorie di manche, precedendo Maria Di Carlo e Loredana Amorosi. Nel programma del TdR era inserito anche il Trofeo Cid&rsquo;A, gara riservata ai giovanissimi piloti Junior e alle ragazze: Andrea Benvenuti ha fatto sue entrambe le manche, davanti a Gabriele Monica e Daniele Cornolti. Francesco Lemma ha vinto il confronto riservato alle moto 65 di cilindrata, nel quale ha preceduto PJ781.       

A Ortona, il Trofeo delle Regioni sorride all&rsquo;Abruzzo

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