Quando correva difendendo i colori Honda, Jonathan Rea era costretto a risolvere diversi grattacapi. Il sei volte iridato SBK, per titoli tutti vinti con Kawasaki, prima di costruire quando ottenuto sino ad oggi, ha dovuto penare un po&#39;. A volte anche oltre questo po&#39;.  Per esempio, la carenza di velocit&agrave; palesata dalla sua CBR sul dritto. La Fireblade numero 65 faticava in brevi rettilinei come quelli di Kyalami, figuriamoci sulla &quot;autostrada&quot; di Monza. Propio nel tracciato brianzolo, il nordirlandese ha vissuto uno dei weekend pi&ugrave; neri di tutta la carriera professionistica.  Doppio zero per lui, risultato inaccettabile per chiunque si presenti in griglia, maggiormente se vestito di panni ufficiali. Per&ograve;, in quel 9 maggio 2010, oltre a non muovere la classifica, il portacolori Hanspree Ten Kate rimedi&ograve; un brutto volo in Parabolica dal quale, per fortuna, si rialz&ograve; illeso. La risata del pubblico, oltre a spegnere la paura provata, rivel&ograve; un altro dettaglio.  Rea ruzzola, si rialza e sembra dire alla sua moto: &quot;Ah&ograve;, ma n&#39;do stai?&quot;     Johnny era in bagarre estrema nel gruppo dei migliori. Gara 1 (all&#39;epoca da consumarsi nel giorno domenicale) si stava rivelando una contesa tra l&#39;Aprilia di Max Biaggi, le Yamaha di James Toseland e Cal Crutchlow, la Suzuki guidata da Leon Haslam. La CBR Ten Kate si stava comportando benone, perch&eacute; riusciva a tenere le scie rivali.  Anche grazie alle frenate micidiali di Johnny, tutte al limite. Stacca qua, stacca l&agrave;, spesso oltre il limite, ecco l&#39;errore. Alla fine del quarto giro, forse in una traiettoria un pelo pi&ugrave; larga di quelle percorse prima, le gomme della Fireblade perdono aderenza.  Anzi, tutto quanto perde aderenza: l&#39;avantreno si chiude ed arriva la super scivolata, ad alta velocit&agrave;. Dopo aver grattato l&#39;asfalto, i due corpi - moto &amp; pilota - ruzzolano nella ghiaia, ripetutamente. Per fortuna, il futuro Re della SBK si rialza con le sue gambe, ma... rimane disorientato. Nel desiderio di tornare in sella (l&#39;adrenalina non gli ha fatto sorgere la domanda: la moto sar&agrave; d&#39;accordo o ne &egrave; uscita distrutta?) Rea cerca la CBR, ma questa non c&#39;&#39;&egrave; pi&ugrave;, perch&eacute; finita oltre le barriere. Solo pubblico, commissari di pista e telecamere se ne erano accorti.  Doppietta di Biaggi, per un titolo vinto &quot;al Max&quot;     Se per Rea fu doppio zero, per Biaggi arriv&ograve; un doppio 25. Cio&egrave;, vittoria per Max di entrambe le manche. Bravo il romano numero 3, fenomenale la RSV4, perfettamente bilanciata tra parte veloce - i famigerati rettifili lombardi, il curvone Biassono e almeno mezza Parabolica - e le lente chicane, come la prima e la Roggia.  Per&ograve; il Corsaro volava pure all&#39;Ascari, dove il pilota pu&ograve; metterci del proprio. Eccellente. Nella manche mattutina, per lui il gradino pi&ugrave; alto, con appena sotto Toseland e Crutchlow. Nel pomeriggio, in cima a guardare la folla, in compagnia di Haslam e Troy Corser. Quei due mattoni costruirono il muro di due allori conquistati in SBK.  MotoGP: Uncini e Capirossi ispezionano Mandalika 

<p>Dopo il ruzzolone rimediato in Parabolica, Johnny si rialza, si guarda intorno per recuperare la Honda che, invece, finisce al di l&agrave; delle protezioni. La risata del pubblico mitiga (in parte) la delusione del pilota&nbsp;</p> 

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SBK, Monza 2010: Rea cade e... non ritrova la sua moto