        &Egrave; appena terminata la conferenza in cui Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna ha nominato Andrea Dovizioso una MotoGP Legend. Il Dovi aveva deciso di ritirarsi dopo la gara di Misano dello scorso altermine di una met&agrave; stagione complicata con il WithU Yamaha RNF MotoGP Team. Da quell'ultima gara sono cambiate un po' di cose nella vita del "Dovi", lasciata alle spalle la carriera da pilota &egrave; tornato a divertirsi con il cross ma soprattutto una nuova carriera imprenditoriale. Da dicembre 2022 infatti Dovizioso ha ottenuto in gestione la pista di Monte Corallo a Faenza per i prossimi 20 anni. Da oggi per&ograve; entra a far parte del prestigioso club delle MotoGP Legend, titolo che "ha sorpreso" lo stesso Dovizioso. Il tuo ultimo giorno da pilota a Misano, quando ti sei ritirato, Bagnaia ti ha ringraziato pubblicamente per avere portato la Ducati a diventare cos&igrave; competitiva. Nonostante tutto ti sorprendi di essere una leggenda. &ldquo;Questo fa parte al carattere non lo cambi. Ci sono piloti e personaggi, come Pecco, consapevoli di certe cose. Mi ha fatto molto piacere ha solo dimostrato la sua maturit&agrave;." Che effetto ti fa venire qui dall&rsquo;altra parte in pista, vivere il weekend pi&ugrave; bello per un italiano per la prima volta non da pilota. "&Egrave; strabello tornare al Mugello anche se senza correre, &egrave; una cosa veramente incredibile. Avendo vissuto gli anni da pilota ci sono davvero tanti aspetti in cui un pilota godeva in questo weekend. Li vedi con un occhio diverso ma sai quali sono. Lo trovo bello e affascinante come impianto, come circuito, dove siamo &egrave; bellissimo." Tanti piloti per la vittoria Dovi ha trovato tempo anche di parlare della pi&ugrave; stretta attualit&agrave;. Facendo il proprio pronostico per il weekend del GP d'Italia al Mugello. "Non lo so, la MotoGP oggi dipende come si innescano diverse cose. La qualifica pu&ograve; condizionare tutto il weekend prech&egrave; la posizione in griglia fa la differenza. Qui in realt&agrave; la partenza ti d&agrave; la possibilit&agrave; di guadagnare delle posizioni a differenza di altre piste quindi comunque indipendentemente posizione possono ancora cambiare della cose. Le Ducati chiaramente tutte in forma perch&eacute; qui la moto andr&agrave; forte ed hanno fatto anche un test e questo aiuta. Anche se i piloti sono un po&rsquo; acciaccati poi sulla moto non sentiranno problemi e potranno dire veramente la loro. Le KTM prevedere cosa possono fare &egrave; molto complicato, anche se hanno fatto uno step. I piloti Aprilia credo saranno tutti veloci, Maverck forse potrebbe fare qualcosa in pi&ugrave; in questo weekend perch&eacute; &egrave; una delle sue piste preferite. Vediamo Fabio, lui ci prover&agrave; ma non so che carte avr&agrave; da giocare per stare la davanti. Poi c&rsquo;&egrave; Marquez, anche se questa non &egrave; tra le sue piste preferite ci prover&agrave; ma non credo sar&agrave; per la vittoria." Vittoria al Mugello che Dovi conosce bene. Infatti prorpio qui nel 2017 sal&igrave; sul gradino pi&ugrave; alto del podio. Cosa ti ricordi di quella vittoria qui nel 2017? "Mi ricordo che una notte ha vomitato, stato male e non ho fatto il warmup. Non volevo neanche correre perch&eacute; il Mugello &egrave; una delle piste pi&ugrave; faticose. Quindi l'ho proprio presa come parto e vediamo. &Egrave; stato tutto perfetto, non mi sono sbloccato da quella gara li ma quasi. Sai quando vinci in una pista dove tutti gli italiani vogliono vincere. Hai zero aspettative e vinci, il podio &egrave; stato uno dei momenti pi&ugrave; belli la mia vita. Quello che ti d&agrave; questo podio, soprattutto in quegli anni dove c&rsquo;era veramente tanta gente, era gialla perch&eacute; tifava Valentino, ma alla fine li sotto tifava me." Un futuro chiaro in testa Ti dessero tre buste alla Mike Bongiorno: una con un ruolo nella race direction, una in un team e una come coach, quale sceglieresti? "In questo momento nessuna delle tre altrimenti l&rsquo;avrei gi&agrave; fatto. &Egrave; un momento di transizione per me, a parte che ho gi&agrave; deciso di impegnarmi nel mio progetto ed &egrave; un progetto molto grosso e non &egrave; una cosa a cui posso dedicare qualche giorno e poi fare altro. Diciamo che se prendi un ruolo nella MotoGP ti riempie l&rsquo;anno e va fatto bene. Dovessi scegliere dipende per&ograve; da tante cose, dall&rsquo;azienda, dal marchio&hellip; Dei tre forse sceglierei il Team Manager ma non lo farei in questo momento." Ezpeleta ha detto che sei un grande pilota ma ancor di pi&ugrave; un grande uomo. A sentire questa cosa vince il cavallo bianco della razionalit&agrave; che pensa &ldquo;che figata, che complimento&rdquo; o vince il cavallo nero del pilota che dice &ldquo;meglio essere un grande pilota&rdquo;? "Sinceramente quello che ha detto non &egrave; retorica. A parte che questa cosa qui me l&rsquo;aveva gi&agrave; detta di persona quindi non &egrave; di facciata. Sentire queste parole da Carmelo per il ruolo che ha per me &egrave; molto importante. Perch&eacute; voi le riunioni della Safety Commision non li vedete purtroppo per voi, succedono tante cose, si parla e vengono fuori i caratteri delle persone. Lui ha avuto a che fare con tantissimi piloti in questi anni e sentire queste parole fa piacere." Mentre guardando indietro Sei tra i piloti che pi&ugrave; ha lottato perch&egrave; migliorasse la sicurezza attiva e passiva in pista. Anche Carmelo Ezpeleta lo ha riconosciuto e ti ha ringraziato. Cosa pensi si possa fare per migliorare? "Non c&rsquo;&egrave; mai un limite ai miglioramenti, si pu&ograve; sempre fare di pi&ugrave;. Sulla sicurezza per me si &egrave; fatto tanto, tantissimo. Per&ograve; le moto vanno sempre pi&ugrave; forte, bisognerebbe pensare ad altre cose. Il lavoro fatto sulla sicurezza delle gare della MotoGP non si vede se non lo vai a vedere nel dettaglio. Di base negli anni sono aumentate tante cose che loro fanno a tutte le gare che non erano obbligati a fare e quindi va vista come una bella cosa di questo campionato." Adesso che &egrave; passato qualche mese, ti guardi indietro e cosa provi? Soddisfazione o magari rammarico. "Allora, c&rsquo;&egrave; cha tanta soddisfazione perch&eacute; se uno va a guardare, e da fuori non si sanno tanti dettagli &egrave; normale, ma se uno va a guardare &egrave; la mia carriera: non sono stato il pilota pi&ugrave; forte che dici arriva domina e vince. Ho invece preso un fracasso di batoste per il gli avversari che ho avuto in tutta la mia carriera e sono riuscito a non affondare e addirittura a crearmi una situazioni in cui mi sono giocato il mondiale per tre anni. Quando guardo la mia carriera &egrave; questo aspetto quello che mi soddisfa di pi&ugrave;. A parte le lotto e le vittorie che sono bellissimi ricordi, &egrave; quella cosa che ha fatto la differenza nella mia carriera. Riuscire a restare vent&rsquo;anni a questo livello con questi avversari e prendendo paga per anni pu&ograve; essere devastante. Lavorando per&ograve; ho sempre avuto attorno a me professionisti e persone che mi hanno aiutato tanto a lavorare su questi aspetti e questo &egrave; il frutto di quel lavoro."        

Dovi ha parlato dopo la sua nomina a MotoGP Legend, dalla gara alle porte, alla sicurezza e del ruolo di Team Manager che gli piacerebbe avere ma non ora

GP Italia, Dovizioso "la vittoria nel 2017 uno dei giorni più belli della mia vita"

        Giornata terribile per il mondo del motociclismo, che deve purtroppo dare l'addio ad una vera e propria icona dello sport. All'et&agrave; di 83 anni, ha infatti perso la vita Phil Read, sette volte campione del mondo (un titolo in 125, quattro in 250 e due in 500) e Leggenda del Motomondiale dal 2002. MotoGP 2023: pi&ugrave; che un calendario, una prova di resistenza Un vero combattente  A dare la notizia della scomparsa di Phil &egrave; stato il figlio Roki sui social; il padre si &egrave; spento dopo una lunga malattia e dopo aver lottato ed essere stato ricoverato pi&ugrave; volte per via del cancro. I suoi duelli con Giacomo Agostini negli anni'70 sono ancora ben impressi nella mente degli appassionati, con il britannico che nel 1973 pose fine al dominio del pilota italiano come suo compagno di squadra. Iconico fu anche il suo casco bianco-nero, ancora oggi tra i pi&ugrave; amati di sempre. Al figlio Roki, alla famiglia e alle persone vicine a Phil vanno le condoglianze da parte della redazione di Motosprint. Rally del Marocco: doppietta Husqvarna, trionfo per Skyler Howes       

Dopo una lunga malattia, il sette volte campione del mondo e leggenda del Motomondiale ci ha lasciati all'et&agrave; di 83 anni

Mondo del motociclismo in lutto: è morto Phil Read

In occasione del Gran Premio d'Italia il Corsaro è stato insignito di questa importante riconoscenza, ecco le immagini dell'evento

Le foto della cerimonia di Max Biaggi MotoGP Legend al Mugello

Domenica prima del via della gara della MotoGP vedremo nuovamente (dopo l&rsquo;Aprilia All Stars di Misano) all&rsquo;opera Max Biaggi in sella alla sua iconica Aprilia 250 per un giro di pista a celebrare il suo ingresso ufficiale nella &ldquo;Hall of Fame&rdquo; del Motomondiale.&nbsp;  Nella giornata di oggi, il Corsaro quattro volte campione della 250 ha ricevuto dalle mani di Carmelo Ezpeleta il tanto agognato badge da &ldquo;MotoGP Legend&rdquo; che attendeva dal 2020, anno dell&rsquo;induzione del romano nell&rsquo;arca della gloria insieme ad altre leggende del Motomondiale come Sheene, Schwantz, il suo amico Jorge Lorenzo, Rossi, Capirossi e tanti altri.    Le parole di Max Biaggi   A margine della consegna del badge, il Corsaro ha detto: &ldquo;Prima di tutto voglio ringraziare Carmelo Ezpeleta e Dorna per aver reso possibile questo, senza di loro non sarebbe successo. E poi voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questa cosa: dai costruttori con i quali ho lavorato in passato, Aprilia, Honda e Yamaha, tutte le persone che sono qui sono quelle che mi hanno supportato sia nei momenti belli che in quelli brutti, sono orgoglioso che siano venuti tutti, significa tanto per me. La vita va avanti anche dopo le gare, sono orgoglioso che la mia famiglia mi abbia incoraggiato nei momenti difficili a non mollare mai, mi hanno sempre supportato. I miei figli sono qui ed &egrave; un momento molto emozionante per me perch&eacute; possono dire che il loro pap&agrave; &egrave; una Leggenda, &egrave; una cosa molto bella. Venti anni fa non l&rsquo;avrei mai pensato che sarei arrivato a questo punto, e per un uomo &egrave; una cosa molto importante. Ora sono nella terza parte della mia vita, sono un team owner e per questo devo ringraziare Husqvarna e Sterilgarda per aver realizzato questo mio sogno. Metto la mia esperienza al servizio dei giovani piloti, e voglio ringraziare Carlos (il figlio di Carmelo Ezpeleta), la Dorna e Carmelo Ezpeleta per il lavoro fatto in questi anni e la MotoGP &egrave; fantastica. Grazie davvero.&rdquo;  &nbsp; 

Il Corsaro, in una cerimonia speciale al Mugello, riceve dalle mani di Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, il badge che aspettava dal 2020, anno della sua introduzione nella &quot;Hall of Fame&quot; del Motociclismo

Max Biaggi &egrave; MotoGP Legend: &ldquo;Venti anni fa non l&rsquo;avrei mai pensato&rdquo;

L&rsquo;Arca della Gloria del Motomondiale da quest&rsquo;anno accoglier&agrave; ufficialmente tre nuove stelle: Jorge Lorenzo, 5 volte campione del mondo, Max Biaggi, sei volte campione del mondo (4 in 250 e 2 in Superbike) e Hugh Anderson, quattro volte campione del mondo.&nbsp;  Nonostante fossero gi&agrave; stati inseriti nel lontano 2020 nella Hall of Fame, a causa della pandemia da Covid-19 la cerimonia di consegna del badge ufficiale di &ldquo;MotoGP Legend&rdquo; avverr&agrave; solamente quest&rsquo;anno.  Dove avverr&agrave; il riconoscimento   Il primo a ricevere il badge sar&agrave; il maiorchino Jorge Lorenzo, 5 volte campione del mondo (2 in 250 e 3 in MotoGP), ritiratosi a fine 2019, nel corso del Gran Premio di Spagna a Jerez de la Frontera. Poi toccher&agrave; a Max Biaggi, 6 volte campione del mondo (4 in 250, 2 in Superbike), ritirare il certificato da Carmelo Ezpeleta nel corso del weekend del Gran Premio d&rsquo;Italia al Mugello.  Ultimo in ordine di tempo a ritirare l&rsquo;ambita medaglia &egrave; il neozelandese Hugh Anderson, quattro volte campione del mondo (2 in classe 50 e 2 in 125) nel fine settimana del Gran Premio d&rsquo;Australia a Phillip Island.  La lista degli Hall of Famer del Motomondiale si allunga quindi con gli ingressi ufficiali di Lorenzo, Anderson e Biaggi, in attesa di nuovi piloti.  &nbsp; 

La cerimonia di inserimento nell&rsquo;Arca della Gloria del Motomondiale avverr&agrave; quest&rsquo;anno dopo il rinvio causa pandemia da Covid-19

Jorge Lorenzo, Max Biaggi e Hugh Anderson diventeranno MotoGP Legend

&Egrave; terminata domenica, sulla linea del traguardo di Valencia, l&rsquo;immensa carriera di Valentino Rossi. Un percorso lungo 26 anni, nel quale il pesarese ha colto 9 mondiali, 115 vittorie e 235 podi, risultati che gli hanno permesso di segnare indelebilmente un&rsquo;epoca del motociclismo.  MotoGP, la lettera d&#39;amore della M1 a Valentino Rossi: &quot;Sei parte di me&quot;    Il saluto di Valentino   Una giornata interminabile, quella vissuta dal pesarese, che dopo aver festeggiato con i suoi uomini si &egrave; recato al Gal&agrave; dei MotoGP Awards, evento che tradizionalmente chiude la stagione. Rossi ha catalizzato le attenzioni del pubblico anche in questa occasione, ricevendo dalle mani di Carmelo Ezpeleta il riconoscimento di &#39;MotoGP Legend&#39;.  &ldquo;Ho sempre pensato che questo giorno sarebbe stato un incubo (ride, ndr), perch&eacute; rappresenta la fine di una lunga carriera, ma alla fine sono molto contento&rdquo;, ha commentato Valentino sul palco del Gal&agrave;. &ldquo;Mi sono divertito davvero tanto lungo questo percorso. Voglio ringraziare tutti i ragazzi che hanno lavorato con me, ma anche tutto il paddock e gli altri piloti che hanno reso questo giorno indimenticabile. &Egrave; stato un piacere per me&rdquo;, ha concluso Rossi, prima di congedarsi.  Il nove volte campione del mondo &egrave; il sesto italiano a ricevere questo riconoscimento dopo Agostini, Lucchinelli, Simoncelli, Ubbiali e Uncini.   When you hear the words &#39;MotoGP Legend&#39;, you think of @ValeYellow46! ?  The Doctor is officially inducted at the #MotoGPAwards! #GrazieVale pic.twitter.com/K96ejaYmLe &mdash; MotoGP&trade; (@MotoGP) November 14, 2021    MotoGP Valencia, Bagnaia: &quot;Grazie Vale, senza di lui non sarei qui&quot; 

Un altro riconoscimento per il Dottore, che &eacute; stato insignito del titolo di &#39;Leggenda della MotoGP&#39; nel corso del Gal&agrave; di fine stagione

Valentino Rossi nominato &quot;MotoGP Legend&quot;

Esattamente&nbsp;come faceva una trentina d&rsquo;anni fa, anche oggi Randy Mamola ama esibire&nbsp;stoppies&nbsp;lunghi una decina di metri, con la forcella a pacco e il posteriore che effettua il decollo. Il pi&ugrave; californiano degli americani visti in Europa propone determinate manovre ai passeggeri della Ducati biposto, allestita per intrattenere VIP, giornalisti e addetti ai lavori. Le doti del pilota (s&igrave;, pilota a tutti gli effetti, senza la preposizione &ldquo;ex&rdquo;) che ancora guida come se fosse impegnato in un Gran Premio &ndash; tra derapate, pieghe al limite e impennate &ndash; rappresentano un valore aggiunto al paddock del Motomondiale: &quot;Paddock che &egrave; cambiato parecchio in questi anni - racconta il sessantenne - e, se ci penso, nemmeno mi sono reso conto di come il tempo sia passato cos&igrave; rapidamente: pi&ugrave; veloce di una moto lanciata in rettilineo!&quot;.    Qual &egrave;&nbsp;la prima differenza che noti?  &quot;Rispetto a quando correvo io, il pi&ugrave; grande cambiamento &egrave; arrivato con l&rsquo;avvento dei social media; prima non avevamo smartphone e oggetti di questo tipo e noi piloti sembravamo personaggi tratti da racconti dei libri. Ora, invece, sembra di vivere in un film. Foto, filmati... tutto deve essere divulgato e condiviso subito, magari in diretta. Per questo motivo, forse, andare alle gare &egrave; meno eccitante, perch&eacute; non esiste l&rsquo;effetto sorpresa. Ma le corse restano divertenti e appassionanti in ogni pista in cui andiamo&quot;.  Tu hai calcato ogni circuito mondiale.  &quot;S&igrave;, e l&rsquo;atmosfera che trovo &egrave; sempre diversa. L&rsquo;evoluzione del professionismo ha portato grandi miglioramenti in ogni settore. In termini di sicurezza, ovviamente, tra passato e presente non ci sono paragoni: adesso le piste sono sicure e si lavora continuamente per incrementare questo aspetto. Sono arrivate anche le mega hospitality, i ristoranti e abbiamo servizi di ogni tipo&quot;.  Cosa c&rsquo;&egrave; in comune con i tempi in cui davi spettacolo e vincevi (13 GP) in 500, invece?  &quot;Ci&ograve; che non &egrave; immutato &egrave; il carisma. Per esempio, nei paddock italiani il fascino &egrave; rimasto lo stesso, l&rsquo;atmosfera &egrave; magica e i fans sono unici. Peccato non si vada pi&ugrave; a Imola o Monza, ma abbiamo ancora Misano e Mugello, due posti unici e rimasti fedeli alle proprie origini: ci sono sempre belle donne e il Sole splende ogni giorno&quot;.    Anche&nbsp;tu sei solare.  &quot;Io sono sempre me stesso nel paddock, mi piace il mio lavoro, adoro le persone e posso dire di andare d&rsquo;accordo con tutti e non nego il mio tempo a nessuno. Ho notato che anche Valentino Rossi &egrave; cos&igrave;. Mi viene in mente un episodio: quando Valentino correva con la Ducati, io e lui eravamo nell&rsquo;hospitality Philip Morris per una conferenza stampa. A sessione finita, mi accorsi che avevamo di fronte 100 persone, gli dissi: &#39;Ehi, guarda quanta gente abbiamo davanti&#39;. E lui rispose: &#39;S&igrave;, dobbiamo sempre andare verso di loro e concedere foto e autografi&#39;. Quello &egrave; stato un atto di grande rispetto da parte sua, ecco perch&eacute; ha sempre 100 persone che lo seguono. Valentino merita il successo e in questo aspetto credo di somigliargli&quot;.  C&rsquo;&egrave; un Randy Mamola tra i piloti del presente?  &quot;Secondo me ogni pilota &egrave; unico nel suo genere. Abbiamo tanti giovani in Moto3, che sono dotati di grande carisma e personalit&agrave;. In Moto2 pure, ma oggi occorre essere sempre molto seri, con un&rsquo;attitudine mentale impostata. Le Case vogliono piloti molto professionali e chi mette i soldi desidera personaggi sobri e mai fuori dagli schemi. Le conferenze stampa somigliano a quelle della Formula 1, il modo di celebrare le vittorie &egrave; cambiato totalmente: io ero uno dei primi a lanciare stivali, guanti, addirittura una volta mi sono seduto tra il pubblico. Dopo di me &egrave; arrivato Rossi, Valentino &egrave; stato uno degli ultimi piloti a cambiare le abitudini del festeggiamento di una vittoria&quot;.  C&rsquo;&egrave; un filo di nostalgia nelle tue parole, che ora rischia di aumentare: perch&eacute; gli americani non vengono pi&ugrave; al Mondiale?  &quot;Negli anni &lsquo;70 c&rsquo;erano Dirt Track, Short Track e le gare in pista a costituire il Grand National Championship. Kenny Roberts fu il campione tre volte consecutivamente, poi venne in Europa, sbaragliando subito la concorrenza in 500. Questo apr&igrave; la strada a parecchi statunitensi, tra cui il sottoscritto. In tanti siamo arrivati nel Mondiale, ottenendo grandi risultati, in una scia prolifera e positiva&quot;.  Yesterday: Kenny Roberts Junior  Poi&nbsp;cos&rsquo;&egrave; successo?  &quot;La stessa AMA ha conosciuto grande successo. Marche come Suzuki, Yamaha, Honda, Ducati e Kawasaki hanno dato vita a una fantastica battaglia tecnologica e per i corridori &egrave; diventato sempre pi&ugrave; difficile accettare di venire in Europa, perch&eacute; di l&agrave; guadagnavano molto di pi&ugrave;. In effetti, dopo l&rsquo;ultimo titolo vinto da Nicky Hayden, soltanto Ben Spies ha tentato il passaggio, Ben &egrave; andato alla grande in SBK e molto bene in MotoGP. In seguito, tante altre cose sono cambiate. Il settore racing &egrave; calato negli USA, le Case hanno smesso di investire nel campionato, perch&eacute; le moto da corsa non si vendono come prima e l&rsquo;AMA &egrave; quasi scomparsa. Per fortuna Wayne Rainey ha fondato il MotoAmerica, un campionato giovane che sta diventando forte, Wayne sta lavorando per farlo crescere e presto vedremo i risultati. Oltretutto, la Dorna dice &#39;Se troviamo americani forti, proviamo ad aiutarli&#39;&quot;.  E arriveranno?  &quot;Io penso che arriveranno presto, la struttura dell&rsquo;American Team in Moto2 sta facendo progressi, magari vedremo una seconda squadra Suzuki nel futuro, gestita proprio dai miei connazionali. Un giorno torner&agrave; a sventolare la bandiera a stelle e strisce dopo un titolo mondiale&quot;.  Questa impresa, a te &egrave; sfuggita.   &quot;Nel 1981 Marco Lucchinelli si aggiudic&ograve; il Mondiale per pochi punti, alcuni episodi sfavorevoli condizionarono il mio percorso, infatti ritengo che l&rsquo;elemento fortuna sia determinante, ma la Dea Bendata mi ha girato le spalle pi&ugrave; volte. Nel 1987, con la Yamaha Lucky Strike finii dietro a Wayne Gardner e davanti a Eddie Lawson. Arrivai secondo, dopo una Honda HRC ufficiale, facendo meglio di un avversario che aveva gi&agrave; vinto due Mondiali. Io e Eddie guidavano la stessa moto, l&rsquo;unica differenza &egrave; che io avevo gomme Dunlop e lui Michelin. Battere Lawson fu come conquistare un titolo, per me&quot;.    Hai qualche rimpianto?&nbsp; &quot;S&igrave;, vorrei dire &ldquo;Ehi, sono campione del Mondo&rdquo;. La Dorna mi ha conferito credibilit&agrave; con il titolo di Legend, ho consultato il dizionario per capirne il significato...&quot;.   E&hellip;&nbsp; &quot;Penso di non avere niente a che vedere con quel significato e nemmeno con i sinonimi&quot;.  Troppo modesto.  &quot;Casomai, chiamatemi &#39;appassionato&#39;. Ecco, s&igrave;: appassionato &egrave; la parola giusta per me&quot;. 

&quot;La Dorna mi ha dato il titolo di &#39;Legend&#39;, ma non mi descrive fedelmente: semplicemente, adoro questo ambiente. Non esiste un mio erede, anche se Valentino ha il mio stesso rapporto con&nbsp; i fan&quot;, dice Randy

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