Con la stagione 2024 della MotoGP ormai terminata, con la vittoria di Pecco Bagnaia su Jorge Martin, &egrave; tempo di tuffarci in un p&ograve; di storia delle due ruote, andando a scoprire i piloti pi&ugrave; iconici degli anni 70&#39;. Un&#39;epoca particolarmente importante per il motomondiale ed il motorsport italiano, con la presenza vincente e iconica, di molti piloti di stampo tricolore. In questo decennio Giacomo Agostini concluse la sua straordinaria carriera e Kenny Roberts inizi&ograve; l&#39;era dell&#39;epopea americana, chiudendo a suo favore le ostilit&agrave; della top class per tre anni consecutivi dal 1978 al 1980.  Tra le cinque categorie previste in quegli anni abbiamo scelto: Angel Nieto, 13 volte campione del mondo tra classe &quot;50&quot; e &quot;125&quot;; Pierpaolo Bianchi, tre volte iridato della &quot;125&quot;; Jarno Saarinen, campione del mondo della 250; Walter Villa, quattro volte iridato tra la &quot;250&quot; e la &quot;350&quot;; Giacomo Agostini, quindici volte campione del mondo tra la &quot;350&quot; e &quot;500&quot;; Phil Read, sette volte campione tra &quot;125&quot;, &quot;350&quot; e &quot;500&quot;; Barry Sheene, bicampione del mondo della &quot;500&quot;; il sopracitato Kenny Roberts ed infine il quattro volte mattatore tra &quot;250&quot; e &quot;350&quot;, Kork Ballington. Il nostro viaggio nel tempo inizia da Angel Nieto, il secondo pilota della storia per titoli mondiali vinti alle spalle solamente di Giacomo Agostini.&nbsp;&nbsp;  I 10 piloti pi&ugrave; carismatici della storia del motociclismo  I campioni delle piccole cilindrate: da Angel Nieto a PierPaolo Bianchi  Il re delle piccole cilindrate, Angel Nieto, occupa un posto speciale nell&#39;olimpo dei piloti migliori di sempre, dall&#39;alto dei suoi 13 titoli e 90 successi nei GP. Lo spagnolo, pioniere della scuola iberica delle due ruote, negli anni 70&#39; mise in scena il suo dominio (vincendo 8 dei suoi 13 mondiali in questo decennio), pi&ugrave; specificatamente tra le classi &quot;50&quot; e &quot;125&quot;. Nella pi&ugrave; piccola tra le due categorie Nieto trionf&ograve; in sei occasioni, la prima volta nel 1969, seguito dal bis iridato l&#39;anno successivo, poi nel 1972 e infine dal 1975 al 1977. Nella 125 lo spagnolo vinse nel biennio 1971\72, per poi ripetersi nel 1979 e successivamente, ininterrottamente dal 1981 al 1984.&nbsp;  A met&agrave; degli anni 70&#39;, un italiano svett&ograve; su tutti nella 125, trionfando nei campionati del 1971 e del 1972 e vincendo nuovamente poi nel 1980, per un totale di 24 GP vinti. Parliamo di Pierpaolo Bianchi, che nel 1971 vinse in sella alla Morbidelli precedendo in classifica proprio Angel Nieto, mentre l&#39;anno successivo ebbe la meglio (sempre con la Morbidelli) sul connazionale, Eugenio Lazzarini. L&#39;ultimo iride arriv&ograve; insieme alla MBA, dopo aver sopravanzato il francese Guy Bertin.    I re della &quot;250&quot;: Jarno Saarinen, Walter Villa e Kork Ballington  Un innumerevole quantit&agrave; di puro talento caratterizz&ograve; la classe intermedia negli anni 70&#39;: da Jarno Saarinen, leggendario pilota finlandese tragicamente scomparso nel 1973 durante il GP d&#39;Italia di Monza; a Walter Villa, dominatore assoluto per tre anni di fila, ed infine Kork Ballington, il pilota sudafricano pi&ugrave; vincente di sempre. Saarinen conquist&ograve; il titolo nel 1972 battendo la concorrenza del compianto Renzo Pasolini ed esaltando, in tutte le piste del calendario, il suo stile di guida innovativo (Saarinen fu uno dei primissimi piloti a sporgere il busto fuori dalla moto in entrata ed in uscita di curva). Villa fu il dominatore della classe di mezzo dal 1974 al 1976 in sella alla Harley-Davidson; battendo Dieter Braun, Michel Rougerie e Johnny Cecotto, per poi chiudere a quattro il computo totale dei mondiali conquistati grazie al successo ottenuto in &quot;350&quot; nel 1976 ai danni nuovamente di Cecotto. Infine Ballington, autore di due doppiette, nella &quot;250&quot; e nella &quot;350&quot; negli anni 1978 e 1979. Nella mezzo di litro il sudafricano precedette in classifica generale Gregg Hansford, mentre nella classe appena superiore, Takazumi Katayami e Patrick Fernandez.  Le leggende della 500: Giacomo Agostini, Phil Read, Kenny Roberts e Barry Sheene  Il decennio degli anni 70&#39; vide proliferare nomi divenuti storici e iconici del motorsport d&#39;altri tempi, in primis ovviamente Giacomo Agostini, recordman all-time per ci&ograve; che riguarda sia i mondiali che i GP vinti. L&#39;alfiere della MV Agusta conquist&ograve; sette titoli consecutivi in &quot;350&quot; dal 1968 al 1974, al quale ne aggiunse otto in classe regina, ottenuti dal 1966 al 1972 e poi ancora nel 1975. Uno dei acerrimi rivali di &quot;Ago&quot;, ovvero Phil Read, caratterizz&ograve; gli anni 70&#39; in virt&ugrave; dei titoli del 1971 in 250, e soprattutto dei successi in classe regina del 1973 e 1974, quando ebbe ragione di Kim Newcome e Gianfranco Bonera. Nel corso della sua leggendaria carriera, l&#39;inglese vinse altri quattro titoli, nel 1964, 1965 e 1968 in &quot;250&quot; e nel 1968 in &quot;125&quot;. Alla fine degli anni 70&#39;, un americano venuto dalla California e soprannominato &quot;Il Marziano&quot;, ovvero Kenny Roberts, fece piazza pulita in classe regina, per la precisione dal 1978 al 1980 (battendo la concorrenza di Sheene, Ferrari e Mamola), per un totale di tre titoli e 24 vittorie. Poco prima dell&#39;avvento di Roberts, la scena della classe regina fu dominata, per un paio di stagioni, da Barry Sheene. L&#39;inglese trionf&ograve; nel 1976 su Teuvo Lansivuori e nel 1977 precedendo Steve Baker.  &nbsp;    &quot;No ai Marquez in Yamaha&quot;: Alex vittima di un veto nel 2019  &nbsp;       &nbsp;         &nbsp; 

Nell&#39;epoca della fine del dominio di Giacomo Agostini sono stati tanti i piloti in grado di lasciare il segno tra tutte le categorie

Motomondiale: i piloti pi&ugrave; iconici degli anni 70&#39;

        Il motociclismo modenese e pi&ugrave; in generale quello italiano piangono la recente scomparsa di Adriano Cocchi, venuto a mancare all'et&agrave; di 76 anni. Pezzo di storia del movimento nostrano negli anni 60' e 70', Cocchi &egrave; stato tra i piloti pi&ugrave; rappresentativi del panorama italiano nelle piccole e medie cilindrate. Il suo anno migliore dal punto di vista dei risultati ottenuti fu il 1972, quando si laure&ograve; campione italiano della classe "125" in sella alla Yamaha, moto con la quale, sempre in quella stagione, partecip&ograve; al GP delle Nazioni disputatosi a Imola e valevole per il quarto appuntamento del campionato. In quell'occasione Cocchi si piazz&ograve; in settima posizione, nella gara vinta da Angel Nieto su Chas Mortimer e Gilberto Parlotti. MotoGP, Marc Marquez rivela perch&egrave; ha scelto Gresini In gara contro Phil Read e Jarno Saarinen Cocchi fu tra i protagonisti del GP di Modena, la gara che apriva la stagione motociclistica. L'edizione del 1972 fu particolarmente significativa, a conferma del valore tecnico del pilota, capace di ottenere due piazze d'onore: nella "125" terminando alle spalle di Gilberto Parlotti e nella "250" dietro al sei volte campione del mondo Phil Read, quest'ultima, gara in cui si tolse la soddisfazione di precedere al traguardo Jarno Saarinen, che proprio in quell'annata divenne campione del mondo della middle class. La carriera di Adriano Cocchi fu interrotta a causa di un brutto incidente avvenuto nel periodo pi&ugrave; alto della sua carriera. Ai familiari di Cocchi vanno le condoglianze di tutta la redazione di Motosprint. Casey Stoner accusa Ducati di aver pilotato il mondiale MotoGP 2022        

Il pilota castelfranchese, tra i pilastri del movimento italiano negli anni 60' e 70', si &egrave; spento all'et&agrave; di 76 anni

Addio ad Adriano Cocchi, campione nel 1972 e protagonista del motociclismo italiano

        Prima la Regina, poi il Principe: in meno di un mese il Regno Unito ha perso due delle sue icone. Ma se la Regina Elisabetta era amata da tutti i sudditi, lo stesso non pu&ograve; dirsi di Phil Read, il Principe della Velocit&agrave;, spentosi gioved&igrave; mattina nel sonno, nella casa di Canterbury, a 83 anni. In patria non gli hanno mai perdonato la campagna, a fianco di Giacomo Agostini, per l&rsquo;esclusione del Tourist Trophy dal Mondiale. Il TT e il ricordo di Agostini  &ldquo;Quando corsi il TT del 1972 &ndash; ha raccontato una volta &ndash; pur essendo cinque volte campione del Mondo ricevetti un ingaggio di 50 sterline. E dovetti pagare il traghetto, l&rsquo;hotel, tutto. Quindi anche se avessi vinto una o due gare, l&rsquo;Isola di Man mi sarebbe costata dei soldi. Adoravo il TT, ma io e Ago concertammo che non ci saremmo pi&ugrave; andati&rdquo;. &ldquo;Proprio cos&igrave; &ndash; conferma il 15 volte iridato &ndash; essendo inglese teneva a quella gara, ma anche lui concordava sul fatto che non dovesse essere una tappa obbligatoria del Mondiale&rdquo;. Le Federazioni britannica e internazionale tennero duro, salvo arrendersi alla realt&agrave; nel 1977 quando il TT fu rimpiazzato nel calendario da Silverstone. Incredibilmente, proprio quell&rsquo;anno Phil Read decise di tornare al TT, dove dovette fronteggiare l&rsquo;ostracismo degli isolani. Un poliziotto gli consigli&ograve; persino di spostare il van sul retro dell&rsquo;hotel per non rendere nota la sua presenza a Douglas. Si iscrisse alla Senior con una Suzuki e alla F1 con una Honda e, pur avendo gi&agrave; 38 anni, e sebbene non corresse nel Mondiale da oltre un anno vinse entrambe le gare, arrivando a otto successi al TT. &ldquo;Mi diedero seimila sterline per correre il TT quell&rsquo;anno &ndash; raccontava sempre Read &ndash; cos&igrave; tornai a casa con oltre ventimila sterline&rdquo;. Un buon motivo per dimenticare i fischi durante le premiazioni, insieme alla conquista del titolo iridato F1, introdotto proprio quell&rsquo;anno e assegnato in prova unica all&rsquo;Isola di Man. Fu l&rsquo;ottavo e ultimo Mondiale vinto da Read dopo i sette nella Velocit&agrave;. &Egrave; soltanto una delle tante sue prime volte, come il fatto che l&rsquo;inglese era stato il primo iridato in 125 250 e 500, traguardo poi eguagliato dal solo Valentino Rossi. Una carriera da record   La prima moto di Read fu una Velocette KSS 350, in sella alla quale &ldquo;Mi sentivo il re della strada&rdquo;. Pass&ograve; a una Matchless 250 che guidava infischiandosene del Codice della Strada, finch&eacute; un giorno rischi&ograve; un frontale con un&rsquo;auto: &ldquo;Fu il mio pi&ugrave; grande spavento, mi convinse che correre su strada era pericoloso. I circuiti erano l&rsquo;unico modo per divertirmi guidando al massimo&rdquo;. Nel 1956 si compr&ograve; una BSA 350 e corse una gara Clubmans a Kirkby Mallory e due anni dopo debutt&ograve; all&rsquo;Isola di Man, con il terzo posto nella Junior al Manx GP, competizione che vinse, ma nella Senior, nel 1960. L&rsquo;anno seguente esord&igrave; al TT e fu anche la sua prima gara iridata: nella 125 e nella Senior non vide il traguardo ma si rifece aggiudicandosi la 350 con una Norton. Fu il primo di 52 GP vinti, cifra che gli vale il nono posto nella classifica di tutti i tempi, anche se per Agostini &ldquo;Phil &egrave; tra i cinque pi&ugrave; forti di sempre. Un bel manico, ne apprezzavo la bravura e anche quel modo di correre cattivo, non risparmiava niente, ma se vuoi vincere non devi avere il cuore&rdquo;. I suoi podi sono 121, record britannico davanti ai 112 di Mike Hailwood. E proprio a un podio torna con la memoria Gianfranco Bonera, compagno di squadra in MV Agusta nel 1974 e 1975: &ldquo;Penultima gara della 500 nel 1974, a Imatra. Lui era in testa al campionato, io secondo dopo aver condotto dopo il GP Nazioni. Arturo Magni (direttore del team, ndr) mi disse che non avendo esperienza dovevo rispettare i giochi di squadra, cos&igrave; terminai la gara secondo, a due decimi da Phil. Mi abbracci&ograve; sul podio e anche se non disse nulla, forse, fu un modo per ringraziarmi&rdquo;. Agli ordini di scuderia Read contravvenne invece nel 1968 quando conquist&ograve; i titoli della 125 e della 250 &ndash; la prima dotata di cambio a nove marce, la seconda a otto &ndash; grazie a 11 successi e quattro secondi posti: l&rsquo;accordo tra gentiluomini, approvato dai vertici Yamaha, prevedeva che Bill Ivy aiutasse Read a imporsi in 125 e che il favore venisse ricambiato in 250. Con la Casa dei tre diapason Read era gi&agrave; stato iridato sempre nella quarto di litro nel 1964, quando regal&ograve; alla Yamaha il primo Mondiale della sua storia, e nel 1965. Una ricorrenza festeggiata mezzo secolo dopo a Misano, consegnando a Masahiko Nakajima, presidente di Yamaha Motor Racing, la pergamena originale del titolo affinch&eacute; la portasse nella Hall of Fame di Iwata. Quel giorno ricord&ograve; la vigilia della penultima gara del 1964, decisiva per l&rsquo;assegnazione della corona: &ldquo;Arrivai a Monza con due Yamaha RD56 250 nel retro della mia Citro&euml;n Safari con un meccanico inglese e uno giapponese. Penso che le nostre impostazioni del carburatore fossero scritte su una cartolina! Sentii il rombo delle Honda sei cilindri e pensai: &lsquo;&Egrave; finita, non vincer&ograve; mai il titolo&rsquo;, ma vinsi e Mike Duff si mise dietro Jim Redman&rdquo;. Alla Yamaha, Read era arrivato a fine 1963, con un contratto annuo di cinquemila sterline. Molti di pi&ugrave; ne guadagnava con le gare extra-campionato, come la Temporada Romagnola. E proprio per la caduta in una gara &ldquo;extra&rdquo;, a Modena, nel 1976, venne ricoverato in ospedale, da cui scapp&ograve; con indosso la pelliccia e gli stivali da corsa. D&rsquo;altronde l&rsquo;ostentazione era una delle sue caratteristiche, come testimonia Bonera: &ldquo;Viaggiava con la Rolls-Royce, era altezzoso, come molti britannici. Mi aspettavo qualche consiglio ma da parte sua non arriv&ograve; nulla. Mi &egrave; dispiaciuto molto imparare che, pur avendo guadagnato tanto, negli ultimi dieci anni lo vedevi quasi cercare l&rsquo;elemosina, mi prendeva un nodo alla gola, si vedeva che ha fatto fuori tutto&rdquo;. GT: Valentino Rossi pronto a partecipare alla 24 Ore di Dubai &nbsp; L'MBE  Nel 1969, quando la Yamaha cess&ograve; di gareggiare con moto ufficiali, Read lasci&ograve; i GP per concentrarsi sui vari meeting, facendo eccezione soltanto per il TT, il GP Nazioni e Assen. Cambi&ograve; idea nel 1971 quando, con una Yamaha privata, aggiunse il quinto Mondiale alla sua collezione, il quarto in 250, primato condiviso con Max Biaggi. L&rsquo;anno successivo firm&ograve; con la MV Agusta ma soltanto per la 350, preludio al doppio impegno del 1973 in 350 e 500 a fianco di Agostini, reduce da sette titoli di fila nella classe regina. In sella alla quattro cilindri, Read riusc&igrave; a batterlo e vinse anche pi&ugrave; gare (quattro a tre). Giacomo riconosce: &ldquo;Era molto combattivo, spingeva al 100% fino alla fine anche se era staccato. Non si arrendeva mai. Non ci amavamo, ma nonostante gli screzi ci siamo sempre salutati. Era orgoglioso, diceva sempre di essere meglio di Ago&rdquo;. Read si riconferm&ograve; campione della classe regina nel 1974 ma 12 mesi dopo dovette arrendersi proprio ad Agostini su Yamaha. Grazie a questi risultati l&rsquo;11 novembre 1979 fu insignito dalla Regina con l&rsquo;MBE (l&rsquo;Ordine dell&rsquo;Impero Britannico). Si present&ograve; elegante su una Quasar, una moto con il tettuccio. Una trovata pubblicitaria degna della sua fama ma il tocco magico era svanito e tre anni dopo la fabbrica chiuse i battenti. In quel 1982 gareggi&ograve; per l&rsquo;ultima volta al TT, ma in tre gare (33 nella carriera) rimedi&ograve; soltanto un quarto posto. Ci ha riprovato nel 1998, a 59 anni, nella Classic Senior del Manx GP con una G50 Matchless, accontentandosi del 16&deg; posto. Sedici, come la somma dei TT e dei Mondiali vinti da Phil Read, il principe che non faceva sconti a nessuno.       

Il ricordo di Agostini: "Phil era tenace, persino cattivo, ma era uno dei cinque pi&ugrave; grandi di sempre"

Il ricordo di Phil Read, il Principe delle due ruote

        La MotoGP si &egrave; fermata, e con lei tutti i presenti nella sala stampa di Phillip Island. Il minuto di silenzio &egrave; stato voluto da Dorna, nel saluto a due piloti, diversi per et&agrave; e curriculum,&nbsp; venuti a mancare nei giorni scorsi. Phil Read e Victor Steeman rimarranno nei cuori di tutti. Read e Steeman, una foto per generazioni diverse  Phil Read aveva 83 anni, con un palmares di 7 titoli iridati, distribuiti tra 125, 250 e 500, pi&ugrave; una affermazione nella Formula TT. L'inglese era un duro, odiato e amato allo stesso tempo, che rimarr&agrave; indimenticabile e indimenticato. La sua scomparsa ha chiuso un'era di piloti old style, a cui il pensiero della morte non lo sfiorava di striscio, nemmeno quando sfidava i rivali nelle piste pi&ugrave; pericolose e traditrici. Victor Steeman non aveva ancora compiuto 21 anni quando &egrave; venuto a mancare dopo l'incidente rimediato a Portimao, per una Supersport 300 che, purtroppo, ha contatto l'ennesimo decesso. L'olandese era vero protagonista di classe, infatti competeva spesso e volentieri per podio e successi di tappa. La fatalit&agrave; l'ha portato via, ma la famiglia ha fatto donare gli organi del ragazzo, che hanno salvato altre preziose vite.       

Nella sala stampa di Phillip Island i piloti e gli addetti ai lavori hanno salutato il campione inglese e il giovane olandese, ricordandoli con una foto che li ritrae affiancati

MotoGP, un minuto di silenzio per Phil Read e Victor Steeman

        Giornata terribile per il mondo del motociclismo, che deve purtroppo dare l'addio ad una vera e propria icona dello sport. All'et&agrave; di 83 anni, ha infatti perso la vita Phil Read, sette volte campione del mondo (un titolo in 125, quattro in 250 e due in 500) e Leggenda del Motomondiale dal 2002. MotoGP 2023: pi&ugrave; che un calendario, una prova di resistenza Un vero combattente  A dare la notizia della scomparsa di Phil &egrave; stato il figlio Roki sui social; il padre si &egrave; spento dopo una lunga malattia e dopo aver lottato ed essere stato ricoverato pi&ugrave; volte per via del cancro. I suoi duelli con Giacomo Agostini negli anni'70 sono ancora ben impressi nella mente degli appassionati, con il britannico che nel 1973 pose fine al dominio del pilota italiano come suo compagno di squadra. Iconico fu anche il suo casco bianco-nero, ancora oggi tra i pi&ugrave; amati di sempre. Al figlio Roki, alla famiglia e alle persone vicine a Phil vanno le condoglianze da parte della redazione di Motosprint. Rally del Marocco: doppietta Husqvarna, trionfo per Skyler Howes       

Dopo una lunga malattia, il sette volte campione del mondo e leggenda del Motomondiale ci ha lasciati all'et&agrave; di 83 anni

Mondo del motociclismo in lutto: è morto Phil Read

Il nuovo anno inizia con una ricorrenza per gli amanti delle due ruote: l&#39;1 gennaio 1939 nasceva a Luton Phil Read, autentica leggenda del motorsport e capace di aggiudicarsi ben sette titoli mondiali, corredati da 52 vittorie di GP.&nbsp;  Una carriera di successi&nbsp;   Il pilota britannico approd&ograve; nel Motomondiale nel 1961 e vi rimase fino al 1976, tanto bast&ograve; per scontrarsi contro nomi del calibro di Surtees, Hailwood, Redman e Agostini. Riusc&igrave; a portare a casa un Mondiale nella classe 125 (1968), quattro nella 250 (1964,1965, 1968, 1971) e due in 500 (1973, 1974). Entrambi i successi nella classe regina furono ottenuti in sella alla MV Agusta, Casa che lo ingaggi&ograve; come gregario di Giacomo Agostini: ruolo che Phil rifiut&ograve;, dando vita a una delle pi&ugrave; grande rivalit&agrave; nella storia del motociclismo.  Read fu capace di affermarsi anche all&#39;Isola di Man e al Senior TT, vincendo anche il campionato TT-F1 nel 1977.  Le ultime difficolt&agrave;   L&#39;ormai 82enne Phil &egrave; reduce da un 2020 molto complicato: dopo aver contratto e sconfitto il Covid-19 a inizio anno, Read aveva svelato di avere la BPCO, una malattia broncopneumapatia cronica, che stava curando con delle compresse anti-malaria. Per aiutarlo nelle cure che stava affrontando, era stata avviata una raccolta fondi dal valore di 5.000 sterline.  Buon compleanno Phil, che il 2021 possa essere anche per te un anno meno travagliato di quello appena trascorso.  Pilota, manager e pap&agrave;: i 69 anni di Kenny Roberts 

L&#39;1 gennaio 1939 nasceva Phil Read, una delle icone del motociclismo che fu

Buon compleanno a Phil Read, 82 anni da leggenda

Otto mesi fa Phil Read ha sconfitto il Coronavirus, all&rsquo;et&agrave; di 81 anni. Ma adesso il sette volte campione del mondo &egrave; di nuovo in ospedale per una malattia polmonare. Il britannico, che il prossimo 1&deg; gennaio compir&agrave; 82 anni, aveva fatto sapere, infatti, di avere la BPCO, broncopneumapatia cronica ostrutttiva, che stava curando con delle compresse anti-malaria.    Di nuovo in ospedale   Ora Phil Read ha condiviso sul suo profilo social la foto che pubblichiamo qui sopra, dalla quale si evince che &egrave; degente in un ospedale, con problemi respiratori.  Read non ha aggiunto alcun commento, ma nel giro di poche ore il post &egrave; stato condiviso decine di volte e ha gi&agrave; totalizzato oltre 500 messaggi di auguri.  Avviata una raccolta fondi   Al di l&agrave; dell&rsquo;incoraggiamento, per&ograve;, Phil Read sembra aver bisogno anche di un supporto economico. A rivelarlo &egrave; un suo amico, Stephen Williams, che ha aperto una raccolta fondi sul sito GoFundMe.com.  &ldquo;Conosco Phil Read da oltre 40 anni e siamo sempre stati grandi amici&rdquo;, annuncia Stephen Williams. &ldquo;Ora, purtroppo, a causa dei suoi problemi di salute e del COVID-19, non &egrave; in grado di fare alcuna apparizione e sta lottando per sopravvivere finanziariamente&rdquo;, spiega il suo amico.  &ldquo;Phil &egrave; entrato e uscito dall&#39;ospedale pi&ugrave; volte negli ultimi due anni con problemi respiratori e trova davvero difficile far fronte alla situazione finanziaria. Lo sto aiutando io stesso, ma ha ancora bisogno di qualcosa in pi&ugrave;, in modo che possa vivere una vita pi&ugrave; confortevole&rdquo;, conclude Stephen Williams.  Obiettivo: 5.000 sterline   L&rsquo;obiettivo della raccolta fondi &egrave; di raggiungere 5.000 sterline, ovvero l&rsquo;equivalente di 5.500 euro. Finora sono intervenuti 36 donatori, che hanno portato a quasi 2.000 il totale accumulato.  Fra le donazioni da 10, 20 o 30 sterline, spicca quella di ben 1.000 sterline di Mario Stropek, figlio di Wolfgang, avversario in tante gare di Phil Read.    Per la cronaca, l&#39;ultima gara disputata da Read &egrave; stato il Tourist Trophy del 1982 all&#39;et&agrave; di 43 anni, poi si &egrave; ritirato dalle competizioni: ha chiuso la carriera con 145 Gran Premi disputati di cui 52 vinti e 121 piazzamenti totali sul podio.  E&rsquo; sempre stato un pilota dotato di spiccata personalit&agrave;, e ci piace ricordarlo anche con una singolare pubblicit&agrave; della quale era stato protagonista, e che pubblichiamo in alto.  MotoGP, Rossi. &ldquo;Sono ancora positivo, ma ho altre due possibilit&agrave;&hellip;&rdquo; 

Il sette volte campione del mondo soffre di una malattia polmonare. Ha gi&agrave; sconfitto il COVID lo scorso aprile, ma adesso ha bisogno di aiuto per vivere

Phil Read in ospedale: una raccolta fondi per sostenerlo

Phil Read ce l&rsquo;ha fatta: il pluricampione del mondo &egrave; riuscito a vincere anche contro il Coronavirus. All&rsquo;et&agrave; di 81 anni compiuti lo scorso 1&deg; gennaio, e con una broncopneumapatia cronica ostrutttiva, il sette volte iridato &egrave; chiaramente in una fascia a rischio. Ma il leggendario pilota britannico &egrave; riuscito a riprendersi dal COVID-19.    Dimesso dall&#39;ospedale   Ad annunciarlo &egrave; lui stesso, attraverso il proprio profilo social.  &ldquo;Sono appena stato dimesso dall&rsquo;ospedale NHS di Canterbury e mi sono liberato di questo indicibile virus!&quot;, scrive Phil Read. &quot;Ma ho ancora bisogno di ossigeno per i miei polmoni malati perch&eacute; ho la BPCO (broncopneumapatia cronica ostrutttiva, ndr). Ma so per esperienza cosa mi sar&agrave; di aiuto in questo senso.   &quot;Ecco perch&eacute; ho ordinato delle compresse anti-malaria, Antovaquone / Proguanil, in pillole da 100 mg. Ho anche letto su Internet e sentito in TV che questa cura ha reso pi&ugrave; facile la respirazione a molti pazienti. Incrociamo le dita!&rdquo;  Phil Read, che fino a poco tempo fa &egrave; sempre stato presente alle competizioni classiche, &egrave; stato uno degli ultimi piloti a vincere una gara del campionato del mondo 500 su una moto a quattro tempi: correva il 1975 e Phil Read era in sella alla MV Agusta. Vinse nel 1975 a Spa-Francorchamps e poi ancora a Brno.    Il &quot;Leone d&#39;Inghilterra&quot;   Il vignettista di Motosprint &quot;Matitaccia&quot; &ndash; al secolo Giorgio Serra &ndash; ha ripescato dal suo archivio la caricatura che vi proponiamo qui sopra e che aveva dedicato al grande Phil Read nel lontano 1978.  &ldquo;Ho appena letto la notizia del ricovero in ospedale di Phil Read, il campione per il quale facevo il tifo considerandolo pi&ugrave; forte del grande Agostini idolo delle cronache sportive e mondane, capace di infinite battaglie col multicampione di Lovere&rdquo;, annuncia Matitaccia dal suo profilo social.  &ldquo;Phil aveva tutte le qualit&agrave; corsaiole, era tecnico e grintoso, duro come il ferro, furbo, spietato e fantasioso, con lui in pista non sapevi mai cosa aspettarti.  &quot;Ricordo che la sua MV Agusta, dal rombo pieno inconfondibile, nelle sue mani ruggiva in un modo particolare, da Leone d&#39;Inghilterra. Adesso ci auguriamo tutti che possa superare il malanno che lo ha colpito, e di sicuro il mio augurio &egrave; accompagnato da quelli dei milioni che hanno avuto la fortuna di vederlo correre.   &quot;Oggi il post &egrave; tutto tuo, buona Pasqua, Phil, e spalanca il gas!&rdquo; &egrave; l&rsquo;augurio di Giorgio Serra.  Giacomo Agostini: &ldquo;Riuscirei a battere Rossi e Marquez&rdquo;  &nbsp; 

&ldquo;Sono appena uscito dall&rsquo;ospedale NHS di Canterbury e mi sono liberato da questo indicibile virus&rdquo;, dice il pluricampione del mondo che oggi ha 81 anni &nbsp;

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