        Nella nostra &ldquo;Road to Mugello&rdquo; abbiamo avuto modo di chiacchierare con un altro dei grandi interpreti della pista toscana sulla quale ha colto tre successi, tutti in 125, ovvero Roberto Locatelli. Oggi &egrave; il coach della VR46 Academy e ci racconta come ci arrivano i &ldquo;suoi&rdquo; ragazzi a questo importante appuntamento, oltre a spiegare la situazione sicurezza. Roberto, con quali aspettative arriviamo al Mugello?&nbsp; &ldquo;Le aspettative sono quelle di fare un buon lavoro, sia mio a livello di coaching della VR46 Academy che per la Fantic. Spero di servire per arrivare ad ottenere il massimo, cercare di fare quello che &egrave; nelle nostre capacit&agrave; sia nella messa a punto che nelle soluzioni per guidare pi&ugrave; veloci possibile. Abbiamo grandi avversari in tutte le categorie, andare solo per vincere non &egrave; la frase giusta, si va per fare un grande lavoro.&rdquo; Sei uno dei grandi interpreti del Mugello, qual &egrave; la tua vittoria pi&ugrave; bella? &ldquo;Hanno tutte una loro bellezza. La pi&ugrave; bella per&ograve; rimane sempre la prima, perch&eacute; &egrave; una sorpresa da prima volta, fa la differenza. Bella anche la seconda per replicare il successo dell&rsquo;anno precedente e due volte di fila diventa bellissimo. La terza &egrave; arrivata nel 2004, a quattro anni di distanza dalla seconda, ha avuto un sapore particolare. Correvo ancora in 125 con l&rsquo;Aprilia dopo essere passato in KTM con la quale non mi sono trovato molto bene.&rdquo;&nbsp; Cosa significa da italiano vincere al Mugello?&nbsp; &ldquo;Significa tanto perch&eacute; hai i tifosi vicini e tutti quelli che ti vogliono bene, nella classifica delle piste &egrave; una di quelle pi&ugrave; difficili. Ce ne sono altre come Portimao ed Aragon, era bello vincere al Mugello perch&eacute; una vittoria portava poi al titolo.&rdquo; &nbsp; I momenti VR46 e Fantic verso il Mugello  Da coach VR46 e Fantic, come ci arriva il gruppo a questo evento?&nbsp; &ldquo;Il gruppo ci arriva molto bene, pensando all&rsquo;impresa di Bezzecchi a Le Mans. Il Bezzecchi in versione 2023 fa parte ormai dei protagonisti della MotoGP, sono rimasto affascinato da quello che riesce a fare. Poi, anche il buon inizio di Luca Marini con il secondo posto ad Austin. Mooney VR46 che &egrave; primo nella classifica delle squadre, grande stagione. Per Vietti con Fantic un inizio difficile per via anche della penalit&agrave; del 2022 da scontare a Portimao, un buon quarto posto a Le Mans. Abbiamo pagato lo scotto di qualifiche non perfette in alcune gare che ci hanno fatto trovare in mezzo al traffico.&rdquo; Italia quindi in grande spolvero in due categorie su tre al Mugello, mentre in Moto3 si fa fatica&hellip; &ldquo;L&rsquo;Italia nella Moto3 &egrave; un po&rsquo; pi&ugrave; in difficolt&agrave;, ma i protagonisti annunciati sono pronti. Non mancano gli italiani veloci, &egrave; questione che giri bene tutto e quindi bisogna avere pazienza. Speriamo che il Mugello faccia scoccare quella scintilla nei nostri piloti.&rdquo;&nbsp; A proposito di VR46, cosa ne pensi delle parole di Bagnaia post Le Mans? &ldquo;Ho letto ci&ograve; che &egrave; stato giudicato, provo ad interpretarlo. Di ci&ograve; che uno dice, generalmente, viene preso quello che fa pi&ugrave; notizia. Pecco &egrave; un professionista, non credo che sia stato critico in questa frase che &egrave; stata riportata, non credo si sia buttato in una frase mal interpretata. E&rsquo; stata fatta notizia su quello che ha detto.&rdquo; Come giudichi l&rsquo;aspetto sicurezza di questo inizio di stagione? &ldquo;La Sprint vista da fuori &egrave; molto bella, per i piloti &egrave; abbastanza impegnativa. E&rsquo; quasi come un &ldquo;time attack&rdquo;, tutti danno tutto subito dal via mentre con la gara lunga il massimo lo davano in una certa parte della gara. Il venerd&igrave; decreta molto di quello che il risultato del sabato e della domenica; quindi, c&rsquo;&egrave; chi d&agrave; oltre il 110%. La gara diventa molto battagliera, non pericolosa, aumenta i rischi ma fa parte dello sport. I piloti sono pi&ugrave; intelligenti di chi fa le regole. Sanzionerei un po&rsquo; meno le situazioni tipo Bezzecchi a Le Mans e Bagnaia a Jerez, non ha senso restituire la posizione, non &egrave; stato fatto niente di male.&rdquo; GP Italia orari       

ESCLUSIVA | Ai nostri microfoni il coach della VR46 Academy in vista del Gran Premio d&rsquo;Italia sul tracciato del Mugello

Roberto Locatelli: “Nella classifica delle piste, il Mugello è una delle più difficili”

Roberto Locatelli, campione del mondo della 125 nel 2000 e oggi coach per lo Sky Racing Team VR46 &egrave; un bergamasco DOC: vive a Carvico,&quot;un paese di 5.000 anime prima del Coronavirus&rdquo;, specifica Locatelli.  Gi&agrave;, perch&eacute; Bergamo &egrave; stata tristemente l&rsquo;avamposto del COVID-19 e soltanto adesso i numeri dell&#39;epidemia stanno rallentando. Nella provincia sono stati registrati oltre 10.500 contagi e pi&ugrave; di 2.800 vittime.  &ldquo;Sono in una zona rossa, dove il rosso &egrave; veramente profondo&rdquo;, ci dice Roberto Locatelli, che raggiungiamo telefonicamente durante la sua quarantena.  &ldquo;Mi posso considerare fortunato perch&eacute; ho un giardino per passare del tempo con mia figlia e mia moglie. Non riesco a immaginare come possa vivere questa quarantena chi sta in appartamento, magari anche con i bambini&rdquo;, aggiunge.    Il punto di vista dello sportivo   Roberto Locatelli non perde l&#39;ottimismo, nonostante la gravit&agrave; del periodo.  &ldquo;Secondo me il fatto di essere stato pilota ti facilita in una situazione come questa. Quando la gara non andava bene dovevi sempre prendere il lato positivo, scegliere i momenti buoni fra quelli brutti&rdquo;, spiega ancora Locatelli.  &ldquo;Lo sportivo &egrave; pronto a prendere in modo pi&ugrave; lieve il momento negativo. Noi di situazioni difficili alla fine ne viviamo diverse, perch&eacute; non vinciamo in tutto quello che facciamo.   &quot;Certo, non c&rsquo;&egrave; neanche da fare un paragone con chi sta male e addirittura se ne va, per&ograve; se pensiamo alla sofferenza di stare chiusi in casa, mi viene da pensare che noi sportivi la vediamo come l&rsquo;attesa di un momento migliore. Cos&igrave; come quando aspetti una moto diversa, o aspetti un&rsquo;altra gara&hellip; avviciniamo questo momento ad una cosa parallela che abbia gi&agrave; vissuto&rdquo;.  Anche perch&eacute; sembra che l&rsquo;uscita da questa situazione non sia cos&igrave; rapida&hellip;  &ldquo;Sono pronto anche alla drastica situazione che non ci sia un campionato della MotoGP nel 2020. Sta comandando il Coronavirus, punto. Certo, dobbiamo chiedere indicazioni alle persone che decidono dei campionati, ma loro non possono decidere in base alla loro volont&agrave;, devono decidere in base a cosa fa questo individuo invisibile. E&rsquo; veramente strano: non immaginavo che esistesse un virus cos&igrave;&rdquo;.    &ldquo;Ci sar&agrave; un prima e un dopo&rdquo;   E&rsquo; un qualcosa che cambier&agrave; veramente il modo di vedere la vita, secondo te?  &ldquo;S&igrave;. Innanzitutto ci fa pensare che domani passa questo ma ce n&rsquo;&egrave; pu&ograve; essere un altro. L&rsquo;altro giorno sentivo un intervento di Flavio Briatore in TV. Ha detto: &lsquo;Com&rsquo;&egrave; cambiato andare all&rsquo;aeroporto dopo l&rsquo;11 settembre, cambier&agrave; ancora qualcosa dopo il Coronavirus&rsquo;. Anche secondo me ci sar&agrave; un prima e un dopo il COVID-19.   &quot;Oggi, ad esempio, &egrave; venuto a trovarmi mio suocero, ci siamo visti con la mascherina e senza poterci dare la classica pacca sulla spalla che era talmente normale, ma che adesso &egrave; un gesto impensabile.  &ldquo;Si cambier&agrave; anche in positivo sotto certi aspetti, perch&eacute; daremo pi&ugrave; valore alle cose semplici. Eravamo forse diventati qualcosa che non sapevamo, davamo per scontate tante cose. Questo virus adesso questo ci d&agrave; un nuovo modo di vedere le cose&rdquo;, conclude Roberto Locatelli.    MotoGP: motori e aerodinamica congelati per il 2021   

&ldquo;Essere stato pilota ti facilita in una situazione come questa. Non potevi vincere sempre, ed eri abituato a focalizzarti sui lati positivi&rdquo;, dice il coach dello Sky Racing Team VR46

Esclusivo, Roberto Locatelli: &ldquo;Da sportivi, aspettiamo un&rsquo;altra gara&rdquo;

L&#39;anno 2000 per Roberto Locatelli fu l&#39;anno del primo titolo iridato ottenuto nella categoria 125cc. In sella all&#39;Aprilia, in questa stagione, arriv&ograve; a vincere cinque gare: Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Giappone e Malesia. Ed &egrave; proprio di quest&#39;ultima gara, che venne corsa il 2 aprile 2000 che oggi vi vogliamo raccontare.  Gli inizi nel Motomondiale   Nato a Bergamo il 5 luglio del 1974, nel 1993 divenne campione nella Sport Production classe 125cc, per poi debuttare, l&#39;anno successivo nel Motomondiale (categoria 125cc) nel Gp del Mugello. In questa sua prima gara del Campionato del mondo, che disput&ograve; come wild card in sella all&#39;Aprilia ottenne il decimo piazzamento.  Nei due anni successivi (1997 -1998), inizi&ograve; la sua esperienza vera e propria nel Motomondiale in sella alla Honda, ma fu soltanto nel 1999 che pass&ograve; all&#39;Aprilia iniziando a concretizzare i suoi risultati, cos&igrave; come il sogno del titolo iridato.  Nel 1999, il primo anno in sella all&#39;Aprilia del Vasco Rossi Racing, ottenne il quarto posto nella classifica generale, mentre il 2000 fu l&#39;anno nel quale arriv&ograve; a mettere le mani sul titolo della 125cc, unico titolo conquistato nella sua carriera.  GP della Malesia 2000   La prima gara che vinse nella stagione 2000 fu quella della Malesia, secondo Granpremio andato in scena quell&#39;anno e che vide vincere Kenny Roberts Jr in 500cc, Shin&#39;ya Nakano in 250cc e Roberto Locatelli in 125cc.   Per il Loca, la stagione 2000 inizi&ograve; con il quarto posto ottenuto nel Gp del Sudafrica, mentre a Sepang arriv&ograve; a vincere portandosi davanti a Y?ichi Ui in sella alla Derby e a Mirko Giansanti, in pista con la Honda del team Benetton Playlife. L&#39;allora 26enne Locatelli riusc&igrave; a completare tutti e 19 i giri a disposizione tagliando il traguardo dopo 43 minuti e mezzo e riuscendo a dare 16 decimi al suo principale avversario Ui.  Partito dalla terza posizione in griglia, alle spalle di Noboru Ueda e Arnaud Vincent, Locatelli riusc&igrave; a compiere il suo giro pi&ugrave; veloce in 2:16.145 al quinto giro a disposizione, ma non fu suo il fastest lap della giornata in quanto, a cinque giri dalla fine, per cercare la rimonta su Y?ichi Ui, Mirko Giansanti apr&igrave; al massimo il gas arrivando a girare in 2:16.138, 7 millesimi pi&ugrave; veloce di Locatelli.  La sfida in questione, per&ograve;, non fu facile per nessuno di questi tre piloti: per il giapponese, preso dalla foga di vittoria, la poca concentrazione mentre si trovava al comando, gli fece perdere ben 5 secondi in soli sette giri. Ovviamente, ad approfittarne fu Locatelli che, con Giansanti nella sua scia, riusc&igrave; a tenere botta fino alla fine andando a prendersi la vittoria.  La lotta fu serrata fino all&#39;ultimo anche per il secondo e terzo posto e grazie ad un po&#39; di lucidit&agrave; ritrovata, vide Ui prevalere sull&#39;italiano Giansanti. Alla fine della gara, i piloti a tagliare il traguardo furono venti, ovvero tutti ad eccezione del thailandese Suhathai Chaemsap che si ritir&ograve; durante l&#39;ultimo giro.  Su tutti, per&ograve;, la gioia di Locatelli fu la pi&ugrave; grande, non la prima in carriera visto che aveva gi&agrave; vinto nel 1999 sia nel GP di Francia che in quello d&#39;Italia, ma fu la prima del 2000, quella che lo avrebbe accompagnato fino alla conquista del tanto agognato titolo italiano.  &ldquo;Visto quanto era in difficolt&agrave; &ndash; disse Locatelli a fine gara riferendosi a Ui in un&#39;intervista pubblicata da Motosprint in edicola pochi giorni dopo la gara &ndash; se non l&#39;avessi attaccato avrei potuto smettere di correre!&rdquo;  Il campionato   In quella stagione, il giapponese Ui, ma anche lo spagnolo Emilio Alzamora, conosciuto oggi per essere il manager di Marc e Alex Marquez, furono i piloti che pi&ugrave; dettero del filo da torcere a Locatelli, sebbene il nipponico arriv&ograve; secondo nella classifica iridata a 13 lunghezze da Locatelli, mentre l&#39;iberico arriv&ograve; terzo a 27 punti.  La vittoria del titolo iridato, la prima per l&#39;italiano, non gli permise per&ograve; di vincere anche il titolo costruttori, che invece and&ograve; alla Honda per soli 5 punti.  Duelli Sprint: Assen 1998, Fogarty vs Chili 

Il pilota italiano nella stagione 2000, in sella all&#39;Aprilia, riusc&igrave; a portare a casa anche il titolo iridato

Vent&#39;anni fa: Locatelli vince il GP della Malesia classe 125

&ldquo;Sarebbe stato bello avere il Ranch per allenarmi quando ero giovane&rdquo;, dice Roberto Locatelli, coach della VR 46 Academy, nella nostra intervista esclusiva con Mirko Colombi.  Cosa vuol dire guidare al Ranch?  &ldquo;Vuol dire allenamento, vuol dire pratica, vuol dire guidare una moto in situazioni estreme, di derapata, dove poi questa esperienza puoi portarla su pista, sul road racing: l&rsquo;abitudine della derapata ti aiuta a sopperire ai cali di gomme o alle difficolt&agrave; in caso pioggia&rdquo;.  Hai mai girato qui?  &ldquo;No, ma devo chiedere a Valentino di farlo. E&rsquo; vero che qui potrei essere una variante mobile, ma mi piacerebbe avere la sensazione di girare dove girano i piloti pi&ugrave; forti al mondo&quot;.  Cosa vuol dire essere coach della VR 46 Academy?  &ldquo;Entrarci &egrave; stato un traguardo, e mantenere questa continuit&agrave; con la riconferma per me &egrave; una cosa stupenda. E&rsquo; bellissimo poter aiutare i giovani, anche psicologicamente, per fargli capire come sfruttare al massimo i lati positivi e anche quelli negativi&hellip; Anche perch&eacute; il pilota perfetto fa fatica ad esistere&rdquo;.  Quale potrebbe essere la vittoria 2020 di Roberto Locatelli?  Per sapere la risposta dell&rsquo;ex campione del mondo della 125, guardate il video della nostra intervista esclusiva al Ranch di Rossi e non dimenticate di votare il nostro sondaggio: Sky Racing Team VR46 da Mondiale nel 2020? 

&ldquo;E&rsquo; bellissimo poter aiutare i giovani, anche psicologicamente, per fargli capire come sfruttare al massimo i lati positivi e anche quelli negativi&rdquo;, ci dice il coach della VR 46 Academy

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