Tempo di cambiamenti per il team PTR, che dal 2021 dir&agrave; addio ad Honda, interrompendo una collaborazione lunga ben 13 anni. A rivelare ci&ograve; &egrave; stato il team principal della struttura Simon Buckmaster: l&rsquo;inglese ha spiegato come il progetto iniziale fosse quello di proseguire il rapporto con la Casa alata, visto anche l&rsquo;arrivo della nuova CBR600, ma il fatto che quest&rsquo;ultima sar&agrave; disponibile soltanto sul mercato asiatico, unito alle conseguenze della crisi Covid, hanno portato la struttura inglese ad agire diversamente.  Un matrimonio proficuo   Nella lunga storia d&rsquo;amore tra Honda ed il team PTR non sono mancati i successi, 18 per la precisione, ed i podi, ben 30. Di questi, i primi quattro sono arrivati gi&agrave; nel 2008, il primo anno di collaborazione tra le parti, grazie a Craig Jones, scomparso per&ograve; tragicamente a stagione in corso, in seguito ad un incidente sul tracciato di Brands Hatch.  Nei due anni successivi &egrave; Eugene Laverty a far brillare la stella del team, conquistando un totale di 12 vittorie ed arrivando, nel 2010, a soli 11 punti dal Campione del Mondo Kenan Sofuoglu, al tempo portacolori del team Honda Ten Kate. Altre gioie arrivano nel 2011 grazie a Sam Lowes, e nel 2012 grazie all&rsquo;inglese e Jules Cluzel, che conquistano una vittoria a testa nei round di Donington e Monza.  Gli anni seguenti sono un viaggio tra le montagne russe, dove non mancano per&ograve; grandi soddisfazioni grazie ai podi di Raffaele De Rosa, Jack Kennedy e Gino Rea, e grazie soprattutto alle vittorie (ad Assen e Losail) di Kyle Smith nel 2016, sostituito poi nel 2017 dal figliol prodigo Cluzel, capace di chiudere terzo assoluto la stagione.  L&rsquo;annata appena terminata &egrave; stata forse la pi&ugrave; dura per PTR ed Honda, con Hikari Okubo e Patrick Hobelsberger oltre la 20&deg; piazza nella classifica finale della stagione.  Capitolo futuro   Ed ora? Le voci di mercato sul team PTR non mancano in vista del prossimo anno, vista anche la storia della struttura e la voglia di proseguire di Simon Buckmaster.  La prima strada porta a BMW, dato che potrebbe essere proprio la compagine inglese a formare il team satellite della casa bavarese, seguendo la strada tracciata del resto dal connazionale Shaun Muir, che dal 2019 gestisce le BMW del team ufficiale.  La seconda invece &egrave; vincolata al futuro regolamentare del mondiale Supersport. Se infatti venisse varato il nuovo regolamento, con l&rsquo;apertura anche a cilindrate superiori a 600cc, il team inglese potrebbe unire le forze a quelle di Triumph, che dopo essere entrata in Moto2 potrebbe tornare anche nel mondiale Superport. Le prossime settimane (o mesi) saranno decisive dunque per il futuro del team PTR, pronto a dare il via ad un nuovo inizio.  MotoGP GP Aragon, Dovizioso: &ldquo;In gara abbiamo salvato il salvabile&rdquo;&nbsp; 

<p>Si dividono le strade del team inglese e della Casa alata, nonostante la nuova CBR in rampa di lancio. Ancora nebuloso il futuro, tra l&#39;opzione BMW e... Triumph</p> 

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SSP600, il team PTR saluta Honda dopo 13 anni di collaborazione