        Sito Pons era furioso. E chissenefrega se la sua rabbia era rivolta verso uno degli sportivi pi&ugrave; consolidati del periodo, mentre lui era un novellino che si era appena affacciato sul palcoscenico internazionale. Non trattenne le parole, corse da Toni Mang, vincitore di cinque titoli nelle classi intermedie del Motomondiale negli anni &rsquo;80, e gli picchiett&ograve; l&rsquo;indice sulla spalla per richiamare la sua l&rsquo;attenzione. Quel dito poi lo utilizz&ograve; per indicare la scritta che aveva sulla tuta. Dove c&rsquo;era il proprio cognome. &ldquo;Lo leggi? Ricordatelo, perch&eacute; una manovra come quella di oggi non me la farai pi&ugrave;. Altrimenti vedrai&rdquo;.  MotoGP, Flamigni: "Bezzecchi puntiglioso e metodico come Rossi" Sito Pons e la "promessa" a Toni Mang  Fu la scintilla, questa, di un duello sportivo e verbale trascinatosi per gran parte del decennio, con lo spagnolo sempre pi&ugrave; affermato nella classe 250 e in grado di dare del filo da torcere ai migliori, incluso il tedesco. Quella volta a indispettire Pons fu una carenata, mentre successivamente nel 1988, a Suzuka, a farlo esplodere fu la frustrazione. La coppia si giocava la vittoria assieme a un pilota di casa, Masaru Kobayashi, trionfatore l&rsquo;anno prima al ritorno del Mondiale in Giappone dopo una lunga assenza. Nelle fasi decisive, prima della bandiera a scacchi, una manovra del nipponico rovin&ograve; le possibilit&agrave; di Pons, finito cos&igrave; secondo dietro a Mang. Spenti i motori, prima della conferenza stampa, lo spagnolo lo rifece e sventol&ograve; l&rsquo;indice sotto il naso del vecchio nemico: &ldquo;Questa &egrave; l&rsquo;ultima gara che vinci&rdquo;. Una frase profetica, perch&eacute; l&rsquo;allora trentottenne tedesco &ndash;&nbsp;campione in carica della 250 &ndash; in effetti non calpest&ograve; pi&ugrave; il gradino pi&ugrave; alto del podio. La rivalit&agrave; fra i due divent&ograve; una forma di stima reciproca, tanto che a fine anno, quando Pons mise le mani sul primo dei due titoli iridati consecutivi nella quarto di litro, Mang lo omaggi&ograve; con un gesto di massima sportivit&agrave;: stacc&ograve; dalla carena della propria Honda l&rsquo;adesivo numero 1 e lo consegn&ograve; all&rsquo;avversario. Una piccola cerimonia privata, specchio di un ambiente in cui comportarsi da gentiluomini era un valore. Quell&rsquo;epilogo consacr&ograve; Pons fra i grandi del motociclismo: primo spagnolo a vincere l&rsquo;iride nella 250, categoria che per gli iberici era quasi un tab&ugrave;, pi&ugrave; tardi si fece sotto pure in 500, trovando per&ograve; pi&ugrave; freni che stimoli. Qualche caduta di troppo, un&rsquo;impazienza esagerata, la nascita di un figlio, l&rsquo;impasse tecnica che sembrava insormontabile. Astuto e ambizioso, stratega essenziale, talento fenomenale: questo era Pons. Occhi di ghiaccio, i suoi: per capire come gli girava occorreva leggere le estremit&agrave; delle labbra. All&rsquo;ins&ugrave; per spruzzare lo champagne dal podio o scherzare, leggermente all&rsquo;ingi&ugrave; quando le cose si facevano serie e la concentrazione era massima. Una trentina abbondante d&rsquo;anni fa rimontare fino al podio dall&rsquo;ultima posizione non gli sembrava nemmeno cos&igrave; speciale, annebbiato com&rsquo;era dall&rsquo;imperativo di vincere. Ma oggi, nel Motomondiale con un team che porta il suo nome da decenni &ndash; e con il quale ha seguito assi come Alex Criville, Loris Capirossi e Max Biaggi &ndash; se si guarda indietro Pons annuisce con una leggera punta d&rsquo;orgoglio negli occhi. E i lati della bocca vanno nella direzione giusta. Verso l&rsquo;alto. Quella volta con Mang, molto prima dei tuoi titoli: prov&ograve; a intimidirti e sentisti di dover mettere le cose in chiaro? &ldquo;Ero arrivato da poco, non ero nessuno. In una staccata invece di fare la sua linea mi diede una sportellata, per poco non mi buttava fuori. Rompemmo il ghiaccio cos&igrave;, noi due&rdquo;. A Suzuka, nel 1988, perch&eacute; lo apostrofasti? In fondo non aveva fatto nulla di scorretto, era stato Kobayashi a pasticciare. &ldquo;Ero arrabbiato, tutto qui. Perch&eacute; aveva vinto lui e non io. Allora gli dissi che non sarebbe mai pi&ugrave; salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio&rdquo;. Un po&rsquo; promessa e un po&rsquo; minaccia, la tua. &ldquo;Quell&rsquo;anno ci ritrovammo ai ferri corti anche a Spa-Francorchamps. La gara fu interrotta per un incidente e divisa in due parti, con il risultato finale dato dalla somma dei tempi. Al momento dello stop avevo un po&rsquo; di vantaggio, cos&igrave; mi sarebbe bastato arrivare nella sua scia. Ma ricordavo quella promessa: non volevo che vedesse la bandiera a scacchi per primo. All&rsquo;ultimo giro lo sorpassai all&rsquo;esterno in una curva da quinta piena, il guard-rail vicinissimo. A fine gara dichiar&ograve; che avevo vinto nello stile che piaceva a lui. Mi fece piacere&rdquo;. Classifica piloti AGGIORNATA I primi passi nella 250, la rivalit&agrave; con Garriga  A impensierirti nel 1988 fu Joan Garriga, spagnolo come te. La vostra rivalit&agrave; &egrave; leggenda e vi vedeva agli antipodi: tu il freddo calcolatore, lui spontaneo &egrave; istintivo. &ldquo;Era estroverso, aveva un modo di fare spontaneo. Io ero pi&ugrave; riflessivo, tranquillo, focalizzato sull&rsquo;obiettivo. Non si era mai visto uno spagnolo forte in 250, figuriamoci due iberici in lotta per il titolo! I tifosi impazzirono, c&rsquo;erano cinque milioni di telespettatori per le nostre gare. Alcuni amavano Garriga, altri Pons&rdquo;. Perch&eacute; prima di voi la 250 non era stata il terreno di caccia giusto per gli spagnoli? &ldquo;Quando cominciai io, praticamente di veloce non c&rsquo;era nessuno. Quelli del campionato nazionale mi dicevano di lasciar perdere, prima che ci provassi: &lsquo;Che vai a fare l&agrave;? Ti daranno due giri, tornerai con la coda fra le gambe&rsquo;. Le serie spagnole si correvano nei circuiti cittadini, ci giocavamo la vita a 200 km/h e a pochi centimetri dal pubblico, era pericoloso per tutti. Non aveva senso. Io sognavo il Paul Ricard, Silverstone&rdquo;. Con tale ambizione, raggiungesti i massimi livelli in un lampo. &ldquo;Lo ammetto: non ero uno sfegatato della moto. Studiavo architettura a Barcellona, tutti i giorni andavo all&rsquo;universit&agrave; con la Vespa di mio nonno, vecchia di vent&rsquo;anni. Un amico mi disse che un concessionario aveva messo in piedi un concorso per scegliere un pilota da schierare in un monomarca Bultaco. Ma dovevo preparare un esame e non ne avevo molta voglia. Di esperienza ne avevo poca. Alla fine ci provai, eravamo in 150. Vinsi la selezione e poi il monomarca&rdquo;. A quel punto, senza perdere tempo, bussasti alla porta di Antonio Cobas, un preparatore sopraffino al lavoro su una 250 artigianale, la Siroko. &ldquo;Gli chiesi un&rsquo;opportunit&agrave; e lui me la diede. Nella pausa invernale andammo a fare un test al Paul Ricard, e c&rsquo;erano tutti quelli del Mondiale, impegnati nella preparazione della stagione 1981: Jean-Francois Bald&eacute;, Patrick Fernandez e via dicendo. Feci il secondo crono senza problemi. Fu la conferma: c&rsquo;era in ballo qualcosa di speciale&rdquo;. Sempre con Cobas, nel 1984, vincesti il tuo primo GP. &ldquo;Quel successo, proprio in Spagna, mi proiett&ograve; in vetta al Mondiale. Avrei dovuto correre con una Yamaha, ma la moto non era arrivata in tempo per il primo round della stagione. Allora in Sud Africa ci andammo con la Cobas dell&rsquo;anno prima, che portava il nome del suo costruttore. Finimmo sul podio, poi arriv&ograve; la 250 dal Giappone, ma a Misano fu un grippaggio dietro l&rsquo;altro, ogni turno, un disastro. Cos&igrave; decidemmo di scaricare la Yamaha e di proseguire con quello che avevamo. Chiusi la stagione al quarto posto&rdquo;.  Passa alla prossima pagina I titoli mondiali, i passaggi nella 500  Nel 1985 ci fu un assaggio della 500 per poi fare ritorno in 250 con la Honda, sfiorando il titolo: il 1987 doveva essere l&rsquo;anno giusto. &ldquo;Nel team c&rsquo;era una novit&agrave;: un ingegnere. Ma era un matto, sbagliava sempre la carburazione. Grippavo. Fosse successo in accelerazione, avrei sentito che stava per &lsquo;stringere&rsquo; e avrei tirato la frizione. Ma in frenata non c&rsquo;era niente da fare. Ruota bloccata e via per aria. Corsi anche con una mano fratturata, antidolorifici e tutto il resto. Quando mandammo via l&rsquo;ingegnere iniziammo a recuperare. All&rsquo;ultima gara, in Argentina, per arrivare secondo nel Mondiale dovevo vincere, mentre Reinhold Roth doveva arrivare sesto o peggio. Facemmo proprio questi risultati, e finimmo a pari punti&rdquo;. Poi arrivarono i due titoli, in una carriera da quattro pole e 15 vittorie: avevi bisogno di un riferimento per andare forte? &ldquo;Da solo non ero molto veloce. Ma mica era un difetto: in gara non sei solo. Essere primo in qualifica non era importante. In ogni caso, ho sempre avuto chiara una cosa: dovevo rischiare il minimo. Se potevo vincere con cinque decimi di vantaggio, perch&eacute; provare a farlo con cinque secondi?&rdquo;. Nel 1990, il ritorno in 500 con la Honda, convinto di spaccare il mondo, ma ti mancarono le gomme giuste. &ldquo;Quelle erano soltanto per gli ufficiali dei team gestiti direttamente dalle fabbriche. A Suzuka, alla prima gara, lottai anche per il podio contro piloti che avevano i pneumatici giusti, non come i miei. A Laguna Seca feci il terzo tempo in qualifica. Chiesi quelle gomme, ma niente&rdquo;. A Rijeka, settima gara, ti eri messo in testa di stare con Mick Doohan, sulla Honda ufficiale, e cadesti. Pierfrancesco Chili ti centr&ograve;. &ldquo;Le mie gomme avevano meno grip, e che diamine. Mi feci male, s&igrave;. L&rsquo;anno dopo in un&rsquo;occasione mi ritrovai senza freni e finii in un muro. Che male. Ho avuto un figlio. Ho detto basta&rdquo;.  Passa all'ultima pagina dell'intervista a Sito Pons &nbsp; Sito Pons: pochi rimpianti, tanto orgoglio  Pensi di aver sbagliato qualcosa, nella tua carriera? &ldquo;Dopo i due titoli in 250 avrei dovuto aspettare un anno in pi&ugrave; prima di salire in 500. Vincere un terzo Mondiale, magari anche un quarto, nel 1990 e 1991. Aspettare che fosse la Honda a cercarmi, anzich&eacute; andare a propormi. Loro non volevano che facessi il salto di categoria. Se avessi atteso, poi, al mio arrivo avrei avuto a disposizione il motore &lsquo;big bang&rsquo;, a scoppi irregolari, dall&rsquo;erogazione pi&ugrave; gestibile. Sono convinto che se avessi aspettato, le cose sarebbero andate in modo molto diverso&rdquo;. Se rifletti su ci&ograve; che hai fatto da pilota, cosa ti passa per la testa? &ldquo;A volte riguardo le mie gare e noto dettagli che allora mi sfuggivano. Ero immerso in quello che facevo, incapace di fare valutazioni obiettive. Nel 1986 a Silverstone durante il primo giro uscii di pista per evitare un pilota caduto e mi ritrovai in fondo. Pioveva di brutto. Li sorpassai quasi tutti, rimontando fino al podio. Che dire? Di me ho un&rsquo;impressione molto migliore, rispetto alla considerazione che in quei momenti avevo di me stesso. Orgoglio, &egrave; quello che provo&rdquo;.  Bagnaia-Ducati, il legame rende invincibili       

Gli inizi, la rivalit&agrave; con Mang, i trionfi, i tonfi: la nostra intervista esclusiva alla leggenda spagnola

Sito Pons: "Ho fatto scoprire la 250 alla Spagna" | Storie Sprint

The Moto2 market is also now open, Team Pons the first to make a move by hiring Aron Canet for the 2022-2023 seasons. An important change for the young Spanish talent, who has ridden the Team Aspar Speed Up for two years and will now move to the Kalex.  Pons: &quot;Canet still has room to improve&quot;   &quot;We are very happy to announce the signing of Ar&oacute;n Canet for the next two seasons. Ar&oacute;n is a rider who is showing his talent in a highly competitive category such as Moto2, being one of the most outstanding riders and at the same time with more projection, as he is very young&rdquo;, comments team principal Sito Pons. &ldquo;He is runner-up in the Moto3 world championship and has the experience of having fought for a championship already, and together with the experience of our team, we will give him the tools so that we can fight to be world champions. We will surely enjoy many successes&rdquo;.  Aron Canet is excited: &quot;There is still a long 2021 season to try to fight for many victories, but I am happy to know that next year I will be part of the Pons Racing team. I want to thank both Sito and the team sponsors for the opportunity they give me. After these two seasons with Team Aspar, I think the time has come to part our ways. I take this opportunity to thank them for giving me the opportunity to debut together and I want to finish this season in the best possible way to give the entire Team Aspar family the satisfaction they deserve. I can&#39;t wait to face the new challenges next season will bring us.&quot;  Canet currently lies seventh in the standings with 55 points. He has scored two podium so far in 2021, in Portugal and Germany.  Translated by Heather Watson  MotoGP: clarification expected as to the VR46-Aramco deal 

The agreement, announced on Tuesday morning, will see the Spaniard competing with Sito Pons&rsquo; team for the next two seasons

Moto2: Aron Canet to race for team Pons until 2023

Primi movimenti di mercato anche in Moto2: &egrave; il Team Pons a muovere la prima pedina ingaggiando Aron Canet per le stagioni 2022-2023. Un cambiamento importante per il giovane talento spagnolo, reduce da due stagioni nel Team Aspar in sella alla Speed Up e che adesso passer&agrave; alla Kalex.  Moto2 Olanda: Gardner &egrave; ancora il leader, ma Fernandez si avvicina  Pons: &quot;Canet ha ancora margini di miglioramento&quot;   &quot;Siamo molto felici di annunciare la firma di Aron Canet per le prossime due stagioni. Aron &egrave; un pilota che sta mostrando il suo talento in una categoria altamente competitiva come la Moto2 e possiede ancora margini di miglioramento&quot;, ha dichiarato il team principal Sito Pons. &quot;&Egrave; vicecampione del mondo Moto3, ha l&#39;esperienza di aver gi&agrave; lottato per un campionato: gli daremo gli strumenti necessari per poter ambire a diventare insieme campioni del mondo. Siamo certi che raccoglieremo molti successi&quot;.  Aron Canet &egrave; entusiasta: &quot;C&#39;&egrave; ancora la stagione 2021 da terminare, ma sono felice di sapere che il prossimo anno far&ograve; parte del team Pons Racing. Voglio ringraziare sia Sito che gli sponsor per l&#39;opportunit&agrave; concessami. Dopo queste due stagioni con il Team Aspar, penso che sia giunto il momento di separarci. Colgo l&#39;occasione per ringraziarli: mi hanno dato l&#39;opportunit&agrave; di debuttare nella categoria e voglio finire questa stagione nel miglior modo possibile per dare loro le soddisfazioni che meritano. Non vedo l&#39;ora di affrontare le nuove sfide che la prossima stagione mi riserver&agrave;&quot;.  Canet &egrave; attualmente al settimo posto della classifica generale con 55 punti conquistati. Due i podi ottenuti in questo 2021, in Portogallo e Germania.  MotoGP: Razgatlioglu-Petronas, affare (quasi) fatto  &nbsp; 

L&#39;accordo, annunciato nella mattinata di marted&igrave;, legher&agrave; il pilota spagnolo al team di Sito Pons per le prossime due stagioni

Moto2: Aron Canet correr&agrave; nel team Pons fino al 2023

Pochi giorni fa ha fatto scalpore la notizia che il due volte iridato della 250 Sito Pons rischia ben 24 anni di reclusione - oltre ad una multa di 12 milioni di euro - per aver commesso reati fiscali tra il 2010 e il 2014.  Lo spagnolo, oggi team manager, secondo il periodico ABC avrebbe simulato residenze fittizie a Londra e Montecarlo, per evitare di pagare le tasse, e sarebbe stato inserito nei &lsquo;Panama Papers&rsquo;, relativi ad una societ&agrave; panamense che investe in un&rsquo;immobiliare spagnola, la Cuamon Central SA, alla quale tre anni fa &egrave; stato sequestrato un debito di quasi 20 milioni di euro.  Insomma, cose da non far dormire sonni tranquilli. Sito Pons, per&ograve;, ha voluto rispondere direttamente alle accuse, intervenendo a &lsquo;Radioestadio&rsquo; su Onda Cero.  &quot;Non ho niente da nascondere&quot;   &ldquo;Sono calmo, perch&eacute; non ho niente da nascondere. La vita va avanti. Abbiamo sempre fatto le cose che devono essere fatte&rdquo;, ha detto Sito Pons, come riportato da Marca.es.  &ldquo;Siamo sicuri di aver fatto sempre bene. Ora dobbiamo continuare a lavorare, come abbiamo sempre fatto, e io cercher&ograve; di fare del mio meglio in tutto&rdquo;.  Alla domanda se sia preoccupato per il futuro, Pons ha detto: &ldquo;Preoccupato? Non molto. Paura? No, perch&eacute; quando fai le cose bene, anche se qualcun altro non lo crede, non puoi far altro che star calmo&rdquo;.    &quot;Lorenzo? Non credo che torner&agrave;&quot;   Sito Pons ha poi parlato di alcuni argomenti &lsquo;caldi&rsquo; della MotoGP, a cominciare dal possibile ritorno di Jorge Lorenzo alle competizioni.  &ldquo;Non credo che ritorner&agrave; a correre. Non ci sono molti spazi&rdquo;, ha detto secco Sito Pons. &ldquo;Un altro pilota della Moto2 si &egrave; appena candidato per la Moto2. C&rsquo;&egrave; Rossi che non si ritirer&agrave; e sembra che confermer&agrave; i suo contratto con Petronas. Ci sono tanti piloti nella classe della MotoGP. Non so se Lorenzo abbia idea di tornare alle competizioni. E&rsquo; una decisione personale&hellip; quanto ti ritiri, vedi le cose da un altro punto di vista. Tornare alle competizioni &egrave; un processo mentale al quale devi essere preparato&rdquo;.    A proposito di Honda...   Sito Pons ha parlato poi anche del trasferimento di Pol Espargar&ograve; alla Honda, e della conseguente uscita di Alex Marquez. &ldquo;Sembra che sia vero da tutte le notizie che arrivano. Se Pol Espargar&ograve; accetter&agrave; &egrave; perch&eacute; deve pensare che questa sia l&rsquo;opzione migliore per lui.  &ldquo;Evidentemente in Honda avranno pensare che &egrave; meglio per Alex toglierlo dal team ufficiale e farlo correre nella classe della MotoGP con meno pressione. Non ne conosco i motivi, &egrave; difficile dare un parere&rdquo;.  E a proposito di Marc Marquez, Pons ha detto: &ldquo;Suppongo che ne abbiamo parlato con Marc e Alex e che sia stata una decisione consensuale. Ci&ograve; che non &egrave; conveniente &egrave; fare le cose alle spalle del pilota che hai in squadra. Penso che ci sia stato un accordo da tutte le parti&rdquo;, ha concluso Sito Pons.    Ciabatti: &ldquo;Bagnaia? Decideremo pi&ugrave; avanti se rester&agrave; con noi&rdquo; 

&ldquo;Abbiamo sempre fatto le cose come andrebbero fatte. Non sono preoccupato&rdquo;, dice il due volte iridato a proposito delle accuse di evasione fiscale e frode

Sito Pons: &ldquo;Non ho paura, ho sempre agito bene&rdquo;

Spiacevole notizia per Sito Pons. Il periodico ABC rende noto che la procura spagnola ha chiesto per il manager della Classe Moto2 qualcosa come 24 anni di carcere e una mega multa da versare. L&rsquo;accusa sarebbe quella di frodato il Tesoro, commettendo inoltre sei diversi reati fiscali.  La somma di 12 milioni di euro rappresenta &ldquo;l&rsquo;ammenda&rdquo; da sanare, insieme alla restituzione dei 2,7 milioni che sembra abbia evaso in tasse nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014, quando era direttore del Pons Racing.  Il team manager, stando a quanto scritto dal quotidiano spagnolo, avrebbe simulato residenze fittizie a Londra e Montecarlo, con il fine di evitare imposte di reddito alle persone fisiche. Con quella mossa, Sito non appariva come intestatario delle societ&agrave; di comodo n&eacute; proprietario dei relativi beni.  Tra l&rsquo;altro, Pons era stato inserito nei &ldquo;Panama Papers&rdquo;, un fascicolo inerente ai movimenti nelle Isole Vergini di una societ&agrave; chiamata Sahaquiel Limited, che aveva attivit&agrave; di investimento in una societ&agrave; spagnola specializzata nell&rsquo;acquisto di immobili in Spagna, il cui nome &egrave; Cuamon Central SA, alla quale tre anni fa &egrave; stato sequestrato un ammontare di debito pari a 18.715.770 euro.  Jas &amp; Jay: nuovo flirt per Andrea Iannone 

Il team manager spagnolo &egrave; accusato di frode ed evasione fiscale&nbsp;

Sito Pons nei guai: rischia 24 anni di galera

Il pilota spagnolo Alex Rins, che ha concluso al terzo posto la stagione 2014 della Moto3, ha postato su Twitter una sua foto che lo ritrae sorridente ma in un letto d'ospedale.  "Pimp my ride!" scrive lo spagnolo. Si tratta di un'espressione inglese che sta ad indicare il restauro e la customizzazione di una macchina. Evidentemente lui, Rins, in questo momento si sente proprio cos&igrave;, come un mezzo da rimettere in sesto! "2 weeks and full throttle", aggiunge poi: "due settimane e via a pieno gas".  Rins, che quest'anno si schierer&agrave; in Moto2 sulla Kalex del Team di Sito Pons Paginas Amarillas HP40 dividendo il box con Luis Salom, ha approfittato della pausa invernale per sottoporsi ad un piccolo intervento chirurgico al braccio sinistro.  Lo scorsso anno Rins aveva dovuto intervenire anche su una cisti sinoviale al polso sinistro. Un intervento che lo aveva condizionato all'inizio della stagione, perch&eacute; gli aveva fatto perdere i test di Jerez.  Questa volta si &egrave; premunito e si &egrave; operato in fretta. Quindici giorni passano presto! Fiammetta La Guidara

Alex Rins ha approfittato della pausa invernale per operarsi al braccio sinistro: quest'anno lo aspetta il "salto" in Moto2 con il team di Sito Pons

Rins: full gas fra 2 settimane!

Lo spagnolo Rins &egrave; attualmente terzo nel Mondiale Moto3, ha 150 punti, ed &egrave; preceduto dal suo compagno di squadra al Team Estrella Galicia, Alex Marquez, che &egrave; secondo a quota 166. In testa a tutti c&rsquo;&egrave; Jack Miller, con 179 punti.  &ldquo;Credo che la Moto2 si adatti meglio al mio fisico&rdquo; ha spiegato il pilota spagnolo.  Nel complesso, Alex ha vinto in Moto3 7 gare, 12 pole position e un totale di 20 podi nel Campionato del Mondo, rookie-of-the-year nel 2012 e vice-Campione nella passata stagione dietro Maverick Vi&ntilde;ales, che si &egrave; aggiudicato il titolo solo all&rsquo;ultima gara a Valencia.  &ldquo;Avevo anche altre opzioni per fare il salto di categoria, ma sentivo che era questo il team giusto per me. Hanno molta esperienza&rdquo;.  Di certo Rins non ha rinunciato all&rsquo;idea di fare il salto di categoria da campione del mondo.  &ldquo;Ora devo restare concentrato sul Mondiale Moto3 e avvicinarmi il pi&uacute; possibile alla vetta e magari salire a in Moto2 da Campione del Mondo.&rdquo;

&ldquo;Avevo anche altre offerte. E non ho rinunciato al titolo Moto3&rdquo;

7 risultati per 'Sito Pons'

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