Considerando l&#39;et&agrave; dei suoi protagonisti, la Supersport 300 conta tantissimi &quot;alunni&quot; iscritti alla serie che, di fatto, propone piloti ancora frequentanti le scuole dell&#39;obbligo. Nella &quot;Universit&agrave;&quot; di Assen, si terr&agrave; un appello molto importante - il terzo stagionale - a seguito della breve pausa rispettata dopo l&#39;appuntamento di Misano.  Giovane ma non ragazzina, esperta (pi&ugrave; di tutti nella entry class delle derivate), gi&agrave; campionessa: s&igrave;, Ana Carrasco &egrave; il personaggio maggiormente atteso al Van Drenthe, pista richiedente manico e sensibilit&agrave;. La spagnola ha tutto questo nel proprio repertorio, in aggiunta ad una squadra eccellente.  Il KRT Provec, formazione Kawasaki che schiera un certo Jonathan Rea in Superbike. Benissimo. La titolata 2018 ha continuato ad allenarsi duramente, scendendo girando diverse volte in circuito: per esempio, al Catalunya Circuit, suo tracciato di casa. Per vincere in Olanda, la Pink Warrior user&agrave; ogni nozione da lei maturata.&nbsp;  Carrasco, matura gi&agrave; da anni. Bruno Ieraci, miglior italiano del lotto     Dall&#39;impresa datata 2018 sono passati tre anni. Pochi o tanti, decidete voi. Diciamo che, nelle corse, tre stagioni non sono poche, perch&eacute; di anno in anno gli scenari possono cambiare repentinamente. Ci&ograve; che &egrave; rimasto invariato si nota nella voglia della Carrasco, nel frattempo cresciuta da ogni punto di vista, rimasta desiderosa di vincere.  Lei &egrave; la &quot;matura&quot; della 300, classe piena di piloti spericolati. In effetti, il leader Adrian Huertas &egrave; tra coloro ad aver usato, oltre al polso destro, un minimo di sale in zucca. Anche Tom Booth-Amos lo ha fatto, figurando secondo in classifica. Poi c&#39;&egrave; Ana, a pari punti con il nipponico Yuta Okaya.  E gli italiani? Il migliore &egrave; Bruno Ieraci, bravissimo, tuttavia in undicesima posizione. Il nostro contingente potrebbe fare di pi&ugrave; e - nostra impressione - sembra a volte &quot;spaventato&quot; dall&#39;aggressivit&agrave; del gruppo rivale. In effetti, diversi rappresentanti tricolori lo hanno ammesso: &quot;Qui si fa poca tattica e molta confusione. Occorre stare attenti a tutto e tutti&quot;.  All&#39;asta le saponette di Marc Marquez, Re del Sachsenring  &nbsp; 

Nell&#39;Universit&agrave; delle due ruote, la spagnola Ana arriver&agrave; super allenata: l&#39;obiettivo della portacolori Kawasaki &egrave; di riacciuffare in classifica Booth-Amos e Huertas. La campionessa 2018 &egrave; la pi&ugrave; esperta della categoria

SSP300, la Professora Carrasco all&#39;attacco di Assen

Le cose vanno sempre meglio per Ana Carrasco, tornata da poco in sella a seguito del terribile incidente che ha rischiato di mettere fine alla sua carriera di pilota. La portacolori del team Kawasaki Provec, giorno dopo giorno, diventa sempre pi&ugrave; popolare nel suo Paese, tanto da attirare l&#39;attenzione di un cittadino speciale.&nbsp;  Re Juan Carlos, Signore &amp; Signori. La pi&ugrave; alta carica locale ha accolto la Pink Warrior a Palazzo Reale, situato a Madrid, la capitale spagnola. Tra affreschi, arte e convenevoli, il Gala dello Sport ha riconosciuto la campionessa Supersport 300 edizione 2018 quale personaggio Sportivo Rivelazione, proprio dello stesso anno.  Onoreficenze simili sono state dedicate a due miti della SBK iridata, entrambi britannici. Carl Fogarty, &quot;baronetto&quot; Ducati e membro del Regno Unito. Johnny Rea, il pi&ugrave; vincente nella storia delle derivate di serie. La stagione 2021 deve ancora cominciare ma, tra ritorno in sella e investitura regale, &egrave; come se Ana avesse gi&agrave; vinto.&nbsp;  Il team Provec KRT parte per Portimao, ma con il solo Rea: Lowes resta a casa 

La spagnola ha ricevuto da Juan Carlos il titolo di Rivelazione Sportiva 2018 durante il Gala Nazionale dello Sport tenutosi a Madrid

SSP, la Carrasco come Fogarty e Rea: Ana premiata dal Re

Il campione della Supersport 300 iridata &egrave; Jeffrey Buis, diciottenne olandese del team MTM Motoport, capace nel 2020 di piegare la feroce concorrenza, ponendo quattro volte la sua Kawasaki Ninja numero 6 in prima posizione allo sventolare della bandiera a scacchi.  A battaglia conclusa, durante la fase invernale, il giovane talento di Meppel ha deciso di confermare il proprio impegno nella entry class delle categorie SBK, per difendere quanto fatto lo scorso anno. Anzi, con l&#39;obiettivo di ripeterlo, sapendo che avr&agrave; i mirini dei caccia nemici puntati.  Contestualmente, ler lui il pensiero ad un sicuro salto di categoria. Ovvero - sempre le cose non cambino od evolvano diversamente - la Supersport, che vivr&agrave; il suo ultimo anno di canonicit&agrave;. Molto bene. Per prepararsi al passaggio desiderato, il pilota dei Paesi Bassi ha gi&agrave; compiuto un assaggio del nuovo piatto da gustare.  Ricardo Tormo proficuo per Jeffrey Buis, re della Supersport 300     Il circuito di Valencia &egrave; un buono posto, ove poter capire una moto cavalcata per la prima volta. Non tra i pi&ugrave; difficili, nemmeno poi cos&igrave; semplice: il Ricardo Tormo - anche grazie al clima mite della zona - &egrave; tappa scelta per tante e proficue prove di collaudo.  Jeffrey non doveva collaudare nulla. Buis &egrave; sceso in pista con una ZX-6R e ha dato gas. Osservando il sorriso esibito, scrutando lo sguardo nascosto nel casco e ammirandone lo stile di guida, pare proprio che il &quot;Dutch Rider&quot; ne abbia tratto puro divertimento.  Certo, perch&eacute; all&#39;appello ci sono qualcosa come 100 cavalli in pi&ugrave;, erogati in maniera decisamente invitante: altro la 300. Poi, misura delle gomme, possibilit&agrave; di intervenire sull&#39;elettronica e freni dal mordente superiore. Insomma, l&#39;olandese dovr&agrave; difendere il numero 1, ma ha gi&agrave; la testa alla nuova avventura di carriera.  Che fine ha fatto: James Toseland  &nbsp; 

L&#39;olandese &egrave; il campione in carica nella entry class delle derivate e, sulla pista di Valencia, si &egrave; preparato al passaggio di categoria futuro

SSP300: Jeffrey Buis ha gi&agrave; mente e corpo sulla 600

Ana Carrasco &egrave; carica come una molla e ne ha ben donde di esserlo: la spagnola, reduce da un terribile incidente, con relativa sofferenza, degenza ospedaliera e riabilitazione, &egrave; tornata in sella alla sua moto da corsa. Sul tracciato del Catalunya Circuit, l&#39;iridata 2018 della Supersport 300 ha ritrovato la Kawasaki Ninja del team Provec.  E che gioia per lei risalirci! Con un sorriso a 32 denti ed una bella foto scattata a fine giornata, la numero 11 ha manifestato le proprie emozioni positive: &quot;Il primo giorno di pista &egrave; finito - ha detto - ed io sono felice di essere di nuovo con la mia squadra dopo tutto questo tempo&quot;.  Ana ha guidato, eccome se ha guidato. A seguito del test di preparazione alla stagione 2021, la Pink Warrior ha espresso una soddisfazione unica: &quot;Sono molto contenta - e si &egrave; visto - delle sensazioni provate sulla mia Kawasaki Ninja 400&quot;. La Carrasco, ieri, aveva anticipato questa uscita catalana: &quot;Torner&ograve; a pilota dopo 5 mesi dall&#39;infortunio. Il periodo &egrave; stato difficile, ma &egrave; ora di tornare a fare ci&ograve; che pi&ugrave; amo&quot;. Ben fatto campionessa. E ben tornata in azione.  Un &quot;mazzo tanto&quot; ma ne vale la pena: occhi della tigre     Ana era messa male. Molto male. Dopo l&#39;infortunio patito in una sessione di allenamento, per lei si temeva il peggio e, comunque, un poco facile ritorno alla vita &quot;normale&quot;. Per&ograve;, la Carrasco normale non &egrave;, lo sappiamo. La prima campionessa mondiale a due ruote - per un titolo ottenuto in mezzo a rivali dal sesso opposto - ha testa, cuore e fisico invidiabili.  Infatti, guardatela mentre si allena. Non tanto l&#39;esercizio in s&eacute;: a colpire &egrave; lo sguardo che, nella pellicola &quot;Rocky tre&quot; sembra riproporre gli occhi della tigre. I Survivor cantavano &quot;Eye of the tiger&quot;, al singolare. La pilota Kawasaki ne ha due, uno pi&ugrave; determinato dell&#39;altro.&nbsp;  Supermarecross: i risultati del weekend di Rosolina Mare 

A causa del brutto incidente patito 5 mesi fa, la spagnola non aveva pi&ugrave; guidato la sua Kawasaki, ritrovata oggi tra i cordoli del Catalunya Circuit di Barcellona

SSP300, Ana Carrasco di nuovo in sella: &ldquo;Ottime sensazioni sulla Ninja&rdquo;

Da Kawasaki a Yamaha, in un passaggio che lo vedr&agrave; sicuro protagonista della folta e combattuta Supersport 300 iridata. Kevin Sabatucci, lasciato il GP Project team e la Ninja 400, salta sulla R3 della squadra allestita da Angel, pap&agrave; di Maverick Vinales, per un team omonimo e pronto a dare subito battaglia.  Il pilota marchigiano si sta allenando in Spagna, dove trova condizioni di meteo ideali: &quot;Qui sembra primavera da settimane - racconta - con sole e temperature superiori a venti gradi. Ogni giorno di lavoro &egrave; fondamentale, perch&eacute; voglio arrivare pronto alla sfida 2021. Costituiamo un bel gruppo, impegnato nella stessa direzione&quot;.    Sabatucci si riferisce alla famiglia catalana, una delle pi&ugrave; racing dei paddock mondiali: &quot;Sono proprio brave persone - svela - Maverick &egrave; uno dei piloti pi&ugrave; umili che io conosca. Lui ti ascolta e aiuta sempre, fornendo consigli utilissimi. E poi, &egrave; bello girare in pista con lui che, tra l&#39;altro, si adatta subito ad ogni moto. Impressionante. Appena monta in sella, &egrave; gi&agrave; velocissimo e disinvolto&quot;.  Il pi&ugrave; esperto &egrave; pure quello pi&ugrave; giovanile della banda. Kevin spiega perch&eacute;: &quot;Il pap&agrave; di Maverick, Angel, &egrave; un matto, ma di quelli buoni. Sto benissimo in questo team ed il mio compagno di squadra &egrave; cugino di Maverick, bravo pure lui. Anche Isaac, &egrave; al top. Mi sento assolutamente contento della scelta fatta quest&#39;anno, perch&egrave; sono sempre in moto, per allenamenti preparativi davvero proficui. Andiamo nei kartodromi, migliorando stile di guida ed altri dettagli. Proviamo anche il passo gara ed il giro secco. Inoltre, simuliamo bagarre e duelli veri e propri. Uniamo divertimento, adattamento e preparazione. L&#39;ambiente &egrave; fantastico&quot;.  Pirelli e Dorna, partnership vincente della SBK 

Kevin &egrave; approdato nel Vinales Racing Team: &quot;Maverick dispensa utili consigli ed &egrave; veloce con qualsiasi tipo di moto e pap&agrave; Angel &egrave; un matto, di quelli buoni. Sono felice della scelta fatta&quot;

SSP300, Sabatucci: &ldquo;Vinales &egrave; uno dei piloti pi&ugrave; umili che conosca&rdquo;

Si delinea la base del progetto Vinales Racing Team, squadra gestita da Angel, babbo di Maverick pilota ufficiale MotoGP, che esordir&agrave; nel Mondiale Supersport 300 con un team tutto nuovo e fiammanti Yamaha. A supporto tecnico, proprio la Casa di Iwata, tramite la filiale europea dei tre diapason.  Ci&ograve; significa che le R3 guidate da Kevin Sabatucci e Dean Berta Vinales godranno di cure particolari. Sebbene nella Entry Class delle derivate le modifiche concesse dal regolamento tecnico siano limitate a pochi particolare, meglio non disdegnare l&#39;interessamento che l&#39;azienda giapponese vuole riporre a riguardo.  Ovviamente, Vinales Senior &egrave; pi&ugrave; che soddisfatto: &quot;Essere sostenuti da Yamaha &egrave;, per me e per il team, una grande cosa -le sue parole - perch&eacute; affronteremo la nostra prima stagione nel paddock SBK, quindi questa opportunit&agrave; rappresenta pi&ugrave; di un sogno che diventa realt&agrave;. Tutti noi siamo davvero felici ed entusiasti. La notizia arriva mentre Maverick sta per cominciare la sua quinta stagione come pilota del Monster Energy Yamaha MotoGP Team. Per noi &egrave; favoloso. Grazie alla famiglia Yamaha per la fiducia riposta nel nostro progetto&rdquo;.  Yamaha impegnata su (quasi) tutti i fronti   Esclusa la Moto3 e - ovviamente, perch&eacute; i propulsori Triumph tre cilindri monopolizzano la griglia della Middle Class - Moto2, Yamaha si impegna in tutti i campionati di velocit&agrave; principali. Nella MotoGP, con quattro M1, affidate a VInales, Quartararo, Rossi e Morbidelli.  In SBK, a supporto di Razgatlioglu, Locatelli. Gerloff, Nozane e Ponnson, per R1 pressoch&eacute; identiche. In Supersport 600, con una flotta che mette paura ai Marchi rivali. E, appunto, nella 300, classe in cui la R3 cerca riscatto sulla Kawasaki Ninja. La corazzata blu &egrave; una delle pi&ugrave; complete del Mondo, se consideriamo pure l&#39;EWC, il Supercross, il MotoAmerica ed il BSB.    Rabat non si ferma: Tito gira anche a Maiorca 

Angel, manager del Vinales Racing Team, ricever&agrave; da Yamaha Europa un supporto di tipo Factory. A beneficiarne, le R3 affidate a Kevin Sabatucci e Dean Berta Vinales

SSP300: anche il team del pap&agrave; di Maverick Vinales &egrave;... ufficiale

Alessio Altai &egrave; un manager giovane e giovanile. Al timoniere del team GP Project piace dare &quot;del tu&quot; ai propri collaboratori, mantenendo sempre un atteggiamento rispettoso. Parlando coi piloti, spesso ragazzini, il professionista umbro &egrave; ancora pi&ugrave; diretto, senza veli, tranquillo.  Questo modo di fare, crea una squadra in cui il contatto umano &egrave; fondamentale. Era cos&igrave; l&#39;anno scorso, per una Supersport 300 diversa dal solito, nella quale la battaglia in pista si &egrave; consumata in ogni round: &quot;Penso sia stata dura - le parole di Alessio - ma altrettanto bella. Dopo il lockdown, abbiamo avuto un calendario compatto, con due gare a weekend, per uno schedule ristretto ed intenso. Tra un round e l&#39;altro, il tempo per ricaricare le batterie non bastava mai, ho notato che tutti i partecipanti arrivavano col fiatone&quot;.  Per&ograve;, tutti voi avevate energia.  &quot;S&igrave;, questo grazie ad un grande lavoro di preparazione. Bruno Ieraci, Kevin Sabatucci ed Alfonso Coppola si sono difesi benissimo, considerando anche un aspetto da sottolineare: la Supersport 300, nata come Entry Class delle derivate, sta crescendo di livello. Piloti e moto sono ora tutti all&#39;altezza di un campionato mondiale, ed il numero di iscritti &egrave; impressionate&quot;.  Molti iscritti non hanno preso parte alle gare.  &quot;Questo perch&eacute; la Last Chance Race escludeva i meno veloci e faceva da accesso alle due manche per i migliori. Poi, le due corse erano una vera battaglia. I nostri tre ragazzi hanno dato il massimo, a volte cogliendo quanto meritavano, altre no. Un pizzico di fortuna in pi&ugrave; non sarebbe guastata, ed &egrave; ci&ograve; che auguro ad ognuno di loro. Le nostre strade professionali si sono separate, tuttavia, siamo rimasti in ottimi rapporti umani&quot;.  Ale, Ale, Ale, Ale... come fare? L&#39;importante sar&agrave; vedere i cognomi in alto     Alessio parla dei suoi tre nuovi innesti. Tutti giovani, forti e promettenti: &quot;Alessandro Zanca, Alex Carrion ed Alex Diez. Un italiano e due spagnoli. Credo che sapranno trovarsi bene con la nostra Ninja. Stiamo lavorando per affinare alcuni dettagli, perch&eacute; vogliamo arrivare pronti. Abbiamo un trio completo ed ognuno di loro si &egrave; gi&agrave; dimostrato veloce sia in ambito nazionale che internazionale&quot;.  Come sempre, seguirati tutto con l&#39;ennesima concentrazione.  &quot;Certamente, l&#39;obiettivo &egrave; che tutti e tre, almeno una volta, finiscano nella top five di giornata. Se poi, e lo speriamo, arrivasse qualcosa di pi&ugrave;, meglio. Come il podio che centr&ograve; Ieraci a Losail nel 2019. Fu merito di Bruno, ovviamente, per&ograve; la nostra moto era buona. Deve esserlo ancora e mi sento pronto. C&#39;&egrave; solo una cosa che mi mette paura&quot;.  Cosa sarebbe?  &quot;Abbiamo tre piloti con nomi simili. Alessandro, Alex e Alex. Gli spagnoli lo hanno addirittura uguale. E poi ci sono io: Alessio. Prova ad immaginare: &#39;Ale, mi passi il casco? Ale, hai visto i miei guanti? Ale, tra poco si gira&quot;. Ale di qui, Ale di l&agrave;. Potrei numerarli, me compreso (ride). A parte gli scherzi, trover&ograve; soprannomi originali. La cosa importante sar&agrave; vedere i loro cognomi nelle zone alte delle classifiche di una stagione che promette spettacolo&quot;.  SSP300: Ana Carrasco torna in pista a cinque mesi dall&#39;infortunio 

Il manager del team GP Project scherza e fa notare una cosa: &quot;Alessandro Zanca, Alex Carrion, Alex Diez. Se aggiungo me, potremmo chiamarci tutti &#39;Ale&#39;, ma non sarebbe semplice distinguerci. Lo faremo nelle classifiche del campionato&quot;

SSP300, Alessio Altai: &ldquo;Il vero ostacolo? I nomi dei nostri piloti&rdquo;

Anche quest&#39;anno la griglia della Supersport 300 iridata sar&agrave; foltissima. La entry class del panorama SBK offre piloti provenienti da tutte le parti del Mondo, per uno schieramento di giovanissimi corridori vogliosi di entrare nel professionismo a due ruote.  Alla truppa si aggiunge James McManus, nordirlandese di nascita, per un cognome gi&agrave; sentito negli ambiti internazionali. Eugene ha partecipato a due edizioni complete del Motomondiale, prendendo il via nella 500 Grand Prix. Verrebbe da pensare che James ne sia il figlio, infatti, lo &egrave;: pap&agrave; segue il pargolo sin dai primi metri in sella.  Il Team 109 Racing metter&agrave; a disposizione del giovane McManus una Kawasaki Ninja, gi&agrave; ben guidata nel British Supersport 300 e nell&#39;ultimo appuntamento stagionale dell&#39;Estoril: &quot;Sar&agrave; per me il debutto in pianta stabile nel Mondiale - le sue parole - perci&ograve; mi sento carico ed eccitato. So gi&agrave; che mi aspetta una dura esperienza, ma prover&ograve; ad essere veloce gi&agrave; nei test prestagionali. Importante &egrave;, in questa categoria, acqusire presto un buon ritmo: ecco il mio obiettivo. Ringrazio il Team 109 Racing, assicurando il massimo impegno da parte mia&quot;.  Italia forza quattro: Samuele Cavalieri in SBK con il team Pedercini 

Il giovane nordirlandese ha ben figurato nel BSB di classe nell&#39;ultima tappa 2020 dell&#39;Estoril. Ora &egrave; pronto per tutto il Mondiale con la Kawasaki Ninja del Team 109 Racing

Griglia sempre pi&ugrave; folta in SSP300: da Oltremanica arriva James McManus

La determinazione messa in mostra da Ana Carrasco non teme confronti. La spagnola &egrave; stata protagonista di un brutto incidente nell&#39;estate scorsa, dalla quale ne &egrave; uscita con vertebre cervicali rotte e la stagione finita ma, per fortuna, nulla dal punto di vista motorio &egrave; stato compromesso.  Interventi chirurgici, fisioterapia, esercizi di recupero e l&#39;annuncio che anche nel 2021 dar&agrave; l&#39;anima per provare a bissare il titolo vinto nel 2018: la Pink Warrior sar&agrave; al via della Supersport 300, classe che racconta la prima donna iridata in una manifestazione motoristica a due ruote.  Per arrivare pronta, la ventitreenne di Murcia &egrave; tutt&#39;ora in ospedale. Utile e necessaria sar&agrave; una ulteriore operazione, dalla quale lei ne uscir&agrave; pi&ugrave; leggera ed in forma: &quot;Mi tocca entrare di nuovo in sala operatoria - il suo post social - per farmi togliere placche e viti dalle mie vertebre. Tutto va bene, perch&eacute; questo fa parte della guarigione, perci&ograve; andiamo avanti&quot;.    Jeffrey Buis il pilota da battere   Olandese lui, olandese il team, giapponese la moto. Jeffrey Buis difender&agrave; il titolo vinto nel 2020, sempre portando in gara i colori del team MTM, dipinti sulla verde Kawasaki Ninja. Il pupillo dei Paesi Bassi dovr&agrave; fare ancora bene, se vuole guadagnarsi il salto nella Supersport 600. Ricordando che la categoria cambier&agrave; regolamento, precisando che Jeffrey ha avuto offerte pure dalla Moto2.    Test MotoGP di Sepang cancellati ufficialmente 

La spagnola &egrave; sulla strada della completa guarigione e questo ulteriore intervento la liberer&agrave; della zavorra superflua

SSP300, Ana Carrasco di nuovo in ospedale: addio a viti e placche

Al suo primo anno di esperienza nella Supersport 300 Mondiale, il rookie Mirko Gennai &egrave; stato bravo, perch&egrave; capace di conquistare 7 punti in classifica. Sembra facile da dire, ma non &egrave; cos&igrave;: la classe di ingresso delle derivate &egrave; insidiosa, selettiva, non regala niente nemmeno ai chi ci corre gi&agrave; da tempo.  Ecco perch&eacute; il diciassettenne fiorentino, dotato di Yamaha R3 color arancione, guarda la sua stagione con occhi analitici: &ldquo;Non &egrave; stato un campionato affatto facile - spiega - per&ograve; divertente, istruttivo, utile. Eravamo in tantissimi piloti iscritti ad ogni round, gi&agrave; solo qualificarsi per le due manche si rivelava ogni volta una piccola impresa. I momenti pi&ugrave; duri per me, durante le prime prove libere del venerd&igrave;: se quelle andavano bene, il weekend prendeva una piega favorevole. Altrimenti...&rdquo;    Per&ograve; te la sei cavata egregiamente.  &ldquo;Devo dire di s&igrave;, specialmente considerato che il 2020 fosse per me la prima volta in un team dotato di acquisizione dati e tecnico preposto alla mansione. E poi, c&rsquo;erano le pista da imparare, gli avversari da conoscere e i segreti della categoria. In ogni turno scoprivo qualcosa di nuovo, capendo di trovarmi bene insieme al BRCorse, tanto che insieme ci presenteremo al via anche nel 2021&rdquo;.  Potrai fare un ulteriore salto di qualit&agrave;.  &ldquo;Infatti mi sto gi&agrave; allenando con grande intensit&agrave;. Pratico motocrossi, ideale per affinare riflessi e sensibilit&agrave; e molto divertente. A corpo libero, prediligo le attivit&agrave; da lavoro aerobico, perch&eacute; mi danno la resistenza necessaria per affrontare tutto il weekend iridato. Tra turni di prove e due gare in programma, occorre essere agili, reattivi, esplosivi. I movimenti in sella devono risultare elastrici, veri e propri automatismi che non devono lasciare fiato ai rivali&quot;.  Parli come se tu fossi sul ring.  &ldquo;&Egrave; vero (ride) il pugilato &egrave; stato il primo sport da me praticato. In effetti, le gare di moto ed i guantoni, in un certo senso, si somigliano. Tuttavia, credo che la boxe sia pi&ugrave; pericolosa, insidiosa. Nel motociclismo in pista i colpi e le botte potrebbero arrivare, mentre sul ring sai gi&agrave; che li riceverai di sicuro. Lass&ugrave; non si ha scampo, invece tra i cordoli si pu&ograve;... fare zig zag tra un avversario e l&rsquo;altro. Sempre che loro si trovino d&rsquo;accordo&rdquo;.  Libri, ferro, dati e traiettorie   Mirko &egrave; un ragazzino e, giustamente, frequenta ancora le scuole. La sua scelta si &egrave;, forse non a caso, orientata su discipline tecniche: &ldquo;Anzi, meccaniche - precisa - dato che studio metalmeccanica. Consiste nella materia stessa, cio&egrave;, la formazione di un tecnico che sappia realizzare parti, oggetti, cose. Anche parti di motore, per esempio. Si inizia dallo studio di codici, programmi e numeri, si finisce con mettere tutto in pratica su macchine utensili a controllo numerico dotate di trapani, frese, bareni e punte&quot;.    Sono codici facile da memorizzare?  &ldquo;Insomma... come in ogni cosa, ci vuole pazienza e testa, un po&rsquo; come quando si legge l&rsquo;acquisizione dati di una moto da corsa. Non saprei dire quali fogli siano pi&ugrave; complicati, in entrambi i casi ci vuole la giusta dose di concentrazione. Altrimenti, si v&agrave; a sbattere con l&rsquo;utensile meccanico, oppure, si esce di pista durante un turno cronometrato&rdquo;.  Hai scelto la moto e sei un pugile nell&rsquo;anima: il tuo idolo &egrave; Rocky?  &ldquo;Sinceramente no, per&ograve; l&rsquo;ho visto, perch&eacute; &egrave; un film bello, proveniente dalla vecchia scuola e imperdibile. Per&ograve; io preferisco Creed, che rappresenta il nuovo. S&igrave;, penso che Creed sia il miglior film dedicato al pugilato. Solo a guardarlo mi circola forte l&rsquo;adrenalina nelle vene&rdquo;.  Ammirate la guida di Valentino Rossi al ranch 

Il diciassettenne toscano proviene dalla boxe ed oggi &egrave; protagonista nel campionato mondiale, che ha gareggiato con il team BR Corse e Yamaha color arancione, ottenendo punti iridati

Promesse italiane: Mirko Gennai, il pugile della Supersport 300

        Il team TPR Racing di Lucio Pedercini schierer&agrave; una Kawasaki anche nella Supersport 300, per una stagione 2021 caratterizzata dall'arrivo di un figlio d'arte, francese, abituato all'ambiente e cresciuto tra gomme e motori. Si chiama Johan Gimbert, il cui padre &egrave; Sebastien, asso dell'Endurance e protagonista anche in SBK. Un primo test di assaggio &egrave; stato tenuto in Spagna, nella pista di Alcarras. Lucio si &egrave; dimostrato subito soddisfatto: "Sono felice di annunciare l'arrivo di Johan - le parole del team manager mantovano - ho conosciuto pap&agrave; Sebastien in tanti anni di paddock e mi &egrave; sembrato immediatamente chiaro che suo figlio fosse per noi un innesto ideale. Il ragazzo possiede un talento naturale e noi ce ne prenderemo cura nel migliore dei modi". Ed ecco Johan, quest'anno ventisettesimo all'esordio, con 8 punti conquistati: "Mi sento felice di poter correre nel team Pedercini - la gioia del ragazzo - struttura presente nel paddock da tantissimo tempo. Il primo test fatto insieme &egrave; andato bene, sulla moto ho avuto un bel feeling ed i ragazzi hanno lavorato duramente, come piace a me. Adesso dovr&ograve; prepararmi per la stagione, mi sto allenando per arrivare pronto fisicamente, per essere in grado di ottenere il meglio possibile. Non vedo l'ora che inizi il campionato". Kevin Sabatucci non correr&agrave; con GP Project        

Il team Kawasaki di Lucio accoglie Johan, figlio di Sebastien, asso francese dell'Endurance

Pedercini e Gimbert insieme nella 300 iridata

La cicatrice che vedete &egrave; impressionante, ma Ana Carrasco non se ne cruccia pi&ugrave; di tanto. Del resto, la spagnola ha un carattere molto forte e sa benissimo che l&#39;incidente rimediato in allenamento avrebbe potuto avere conseguenze decisamente pi&ugrave; serie di quanto, effettivamente, arrecato.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Dicen que lo que no te mata te hace m&aacute;s fuerte... &iexcl;pues aqu&iacute; estamos, con ganas de volver m&aacute;s fuertes que nunca! - They say that what doesn&#39;t kill you makes you stronger... well here we are, wanting to come back stronger than ever! #PinkWarrior #Unstoppable  Un post condiviso da  ANA CARRASCO (@anacarrasco_22) in data: 23 Set 2020 alle ore 4:39 PDT      La pilota del team Provec Kawasaki &egrave; tornata a casa e sta cominciando il recupero fisico totale, obiettivo primario per tornare a guidare una motocicletta. Dopodich&eacute;, Ana vorr&agrave; - sicuramente - guidare la sua Ninja da gara, il prima possibile.&nbsp; Come ha lei precisato, la strada &egrave; lunga ma, lo spiega meglio sui social: &quot;Ci&ograve; che non ti uccide, fortifica&quot;. Ne siamo certi, la Carrasco torner&agrave; pi&ugrave; tenace che mai.    &nbsp;  Un incidente simile lo ha vissuto Sandro Cortese, a Portimao. Per il tedesco tante botte, per fortuna solo tali. Anche il pilota Pedercini &egrave; tornato in Germania e si sta impegnando per guarire al meglio. Oltre ad Ana Carrasco, il paddock SBK attende pure Sandrino.    Brembo spiega quanto sia impegnativo il Catalunya Circuit per l&#39;impianto frenante 

La spagnola &egrave; reduce da infortunio, ricovero in ospedale, intervento chirurgico e ritorno a casa. Per lei &egrave; iniziata la fase di recupero per il ritorno in sella

Ana Carrasco sui social: &ldquo;Ci&ograve; che non ti uccide, fortifica&rdquo;

Il suo bellissimo sorriso ci fa capire che il peggio &egrave; passato: Ana Carrasco, infortunatasi pesantemente durante una sessione di allenamento, si trova nella strada giusta che porta alla guarigione. Con uno scatto divulgato sui suoi profili social, la campionessa dell&#39;edizione 2018 Supersport 300 ha comunicato che lascia l&#39;ospedale e torna a casa.    Per la spagnola, l&#39;affetto ricevuto &egrave; stato massiccio. In particolare, Johnny Rea si &egrave; dimostrato molto vicino alla Pink Warriore, andandola a trovare nella clinica catalana e dedicandole il successo ottenuto in SBK. Come il nordirlandese, la Carrasco difende i colori Kawasaki Provec.  Ana Carrasco torna a casa e saluta tutti   Dopo i primii miglioramenti, adesso Ana non dovr&agrave; far altro che riposarsi e... no, conoscendola, lei non si riposer&agrave;. Il suo obiettivo consiste in due fasi: completa guarigione e ritorno in sella: &quot;Sono sicura che la strada del recupero sar&agrave; lunghissima - le sue parole - ma stare a casa mi aiuter&agrave; tantissimo&quot;. La attendiamo tutti presto in pista, il prima possibile.  Valentino Rossi medita un&#39;altra delle sue belle idee: un team in MotoGP 

La spagnola si era infortunata in allenamento ma, per fortuna, le sue condizioni sono meno gravi di quanto si temesse.. La titolata Supersport 300 edizione 2018 inizier&agrave; presto il programma di recupero

Ana Carrasco migliora, lascia l&#39;ospedale e torna a casa

Continuano le disavventure per il team 2R Racing, squadra che era stata mandata via dal primo round della Supersport 300, quando a Jerez l&#39;Organizzazione non aveva tollerato la mancata ottemperanza del protocollo anti Covid-19. Riammesa nel paddock SBK nel primo appuntamento del Motorland, la delusione sembrava dimenticata.  Soprattutto dopo la vittoria di Victor Rodriguez Nunoz, giovane pilota spagnolo schierato dalla formazione ravennate. La prima manche di Teruel &egrave; stata conquistata dalla Kawasaki Ninja numero 19 che, scattata dalla trentesima casella, ha compiuto una rimonta furibonda.  In un finale al fotofinish, Rodriguez ha battuto Sofuoglu, Buis e Deroue, centrando il primo successo internazione di carriera. La delusione arrivata all&#39;Angel Nieto era diventata gioia... per poche ore: dopo una verifica tecnica, la moto del pilota &egrave; stata trovata non conforme in alcune parti. Sembrerebbe che il cambio non fosse in regola, i condotti e le sedi valvole non originali, ma rimaniamo in attesa di comunicazioni ufficiali.  Michael Ruben Rinaldi riceve i complimenti anche da Valentino Rossi 

Victor Rodriguez Nunez aveva regalato la vittoria della Supersport 300 alla squadra allontanata dal paddock di Jerez. Le verifiche hanno trovato parti non conformi al regolamento&nbsp;

Sogni di gloria sfumati: team 2R squalificato per irregolarit&agrave; tecniche

Che plotone! La foltissima schiera di piloti della Supersport 300 ha effettuato i due turni di prove libere sulla pista portoghese dell&rsquo;Algarve. A Portimao, nel computo di una classifica combinata, estratta dai Gruppi A e B, svetta l&rsquo;olandese Scott Deroue, numero 95 del team MTM Kawasaki Motosport.  Per Scott, il crono di 1&#39;57&rdquo;400, ottenuto (anche) grazie all&rsquo;esperienza maturata nella categoria. Per lui, il Circuito do Algarve non &egrave; una novit&agrave; e, non per caso, i rivali lo danno per vincente nelle due gare di sabato e domenica.  Per&ograve;, Deroue sa che non sar&agrave; facile soddisfare i pronostici della vigilia. Lui stesso se ne &egrave; accorto a Jerez: chi lo vedeva papabile di doppietta, si &egrave; sbagliato. Il terzo posto della prima manche &egrave; il risultato migliore del weekend spagnolo.  Fine settimana lusitano che parte bene pure per Mika Perez che, come Deroue, ha una Ninja bicilindrica. Per l&rsquo;iberico un gap patito di soli sei millesimi. Ana Carrasco comincia con un terzo tempo e la voglia di far divenire il secondo posto conquistato all&rsquo;Angel Nieto in vittoria. La campionessa 2018 corre sul tracciato dove vinse la prima corsa di carriera, nel 2017.   Eccellente inizio per Thomas Brianti, campione tricolore in carica: &ldquo;Mi piace la pista, dar&ograve; il massimo. L&rsquo;esperienza di Jerez mi ha fatto capire due cose: devo crederci semre e posso essere velocemente tra i migliori&rdquo; le parole del titolato italiano.  Il francese Di Sora &egrave; quinto e, fino a lui, tutte moto verdi. La miglior Yamaha &egrave; del brasiliano Kawakami, sesto.&nbsp; C&rsquo;&egrave; un altro Kawasaki, nono. Ma come, due piloti con il medesimo cognome?! Certo, perch&eacute; Ton e Melkon sono parenti.   Anche Sofuoglu &egrave; parente, poich&eacute; Bahattin &egrave; nipote di Kenan ed ha oggi il settimo tempo. Ricordiamo come il numero 54 abbia vinto il round precedente domenica scorsa. Decimo Booth - Amos, attuale leader di classifica; nonostante un gonfiore al labbro, Bruno Ieraci &egrave; dodicesimo.&nbsp;    Il resto della ciurma   Mastroluca diciassettesimo, Sabatucci due posizioni pi&ugrave; sotto, ventiduesimo Iglesias Bravo, un cognome, una garanzia. Poi ci sono piloti gi&agrave; visti al top come Kalinin, Coppola, Edwards, Rovelli. Da un foglio pdf che incluse 55 nomi, vengono estratti i primi 30 per la Superpole. I restanti faranno parte della Last Chance Race, da questa verranno presi i sei pi&ugrave; veloci che parteciperanno alle due gare in programma.    Le preoccupazioni di Quartararo dopo il venerd&igrave; a Brno 

L&#39;olandese Scott fa meglio dello spagnolo Perez per soli sei millesimi. Terza Ana Carrasco, il campione italiano Thomas Brianti &egrave; quarto, per un dominio Kawasaki

A Portimao, Deroue &egrave; il leader della 300

Nell&#39;obiettivo di contare pi&ugrave; arrivi al traguardo possibili - con relative essegnazione punti - Dorna ha istituito una doppia partenza per round alle classi Supersport 600 e 300 che, tenendo in considerazione il format canonico, vivono una grossa novit&agrave;, in quanto entrambe hanno sempre disputato una singola gara a weekend.&nbsp;  Quanto &egrave; accaduto e lo stop forzato ha, tuttavia, scombussolato i piani dell&#39;Organizzatore. Nel dubbio attuale di non poter completare la stagione programmata, ecco doppia manche per entrambe le categorie, mentre la Superbike mantiere Gara Uno, Tissot Superpole Race e Gara Due.    Ana Carrasco, spagnola campionessa 2018, ha accolto la novit&agrave; senza farsi intimorire. Ad una recente intervista rilasciata al sito SBK, il pilota donna del team Kawasaki si &egrave; dimostrata carica e determinata: &quot;Il nostro format &egrave; stato un po &#39;cambiato - spiega - e andremo a correre due gare per weekend. Penso che il tutto sar&agrave; pi&ugrave; faticoso. Certo, sono felice che correremo molto. Ci sono solo sei round, ma dodici gare; &egrave; positivo per la serie che il campionato abbia pi&ugrave; partenze ed arrivi e io sono pronta per questa sfida&quot;.  Sfida che raddoppier&agrave; tensioni e sforzi: &quot;La stagione sar&agrave; dura, far&agrave; molto caldo in agosto e settembre, periodo in cui abbiamo parecchie gare. La doppia manche sar&agrave; una nuova esperienza per tutti. La cosa positiva &egrave; che avremo una seconda possibilit&agrave; dopo una gara fallita. Sono fisicamente in forma e preparata per questo&quot;.  L&#39;allenatissimo Denis Sacchetti sorpreso dalle capacit&agrave; ciclistiche di Scott Redding&nbsp;  &nbsp; 

Il nuovo format post pandemia prevede due manche per la Supersport 600 e pure per la 300 in ogni round in calendario: &quot;Sar&agrave; pi&ugrave; faticoso, ma sono felice che correremo molto&quot;

Ana Carrasco: &ldquo;Due gare a weekend? Sono pronta&rdquo;

Il mondiale Superbike 2020 ha il suo nuovo calendario post-Coronavirus e torner&agrave; in azione nel fine settimana dal 31 luglio al 2 agosto insieme ai mondiali Supersport e Supersport 300, che scenderanno in pista con una gara in pi&ugrave; per ciascuna delle due categorie, il sabato al termine delle sessioni della Superpole.  La Superpole del WorldSSP300 preceder&agrave; la Last Chance Race e poi sar&agrave; la volta di Gara 1 del mondiale Superbike, di Gara 1 del mondiale Supersport e di Gara 1 del mondiale Supersport 300. Questo significa che tutte e tre le classi scenderanno in pista per le gare gi&agrave; dal sabato.  Entrambi i campionati Supersport continueranno a regalare spettacolo ai weekend del mondiale Superbike, del quale seguiranno lo stesso calendario e le stringenti misure per prevenire la diffusione del COVID-19.    I talenti del futuro   &ldquo;Prima di tutto &egrave; un grande onore annunciare il ritorno in pista di tutte le tre categorie in totale sicurezza&rdquo;, ha detto Gregorio Lavilla, Direttore esecutivo delle Aree Sporting &amp; Organization del WorldSBK. &ldquo;La storia dei mondiali Supersport e Supersport 300 arricchisce il paddock della Superbike spesso regalando alcune delle gare pi&ugrave; combattute di tutta la stagione oltre a permettere ai talenti del futuro di sbocciare sul palcoscenico mondiale.  &ldquo;Il 2020 ha visto tanti ostacoli ma grazie al grande lavoro, alla tenacia e alla determinazione di tutte le parti coinvolte torneremo in pista con tutte e tre le classi. Ora non vediamo davvero l&rsquo;ora di tornare in azione a Jerez e di ridare il benvenuto a tutti coloro che fanno parte del paddock&rdquo;, ha concluso Lavilla.  MotoGP, Aprilia: Smith al posto di Iannone 

Nel calendario post-Coronavirus del mondiale Superbike, le classi Supersport 600 e la Supersport 300 vivranno due gare per ogni fine settimana. Il nuovo programma

SBK: la Supersport raddoppia

Forte del titolo vinto nella classe Supersport 300 tricolore, Thomas Brianti si &egrave; preparato duramente durante l&rsquo;inverno per correre nella medesima categoria mondiale che, per&ograve;, al momento non &egrave; ancora scesa in pista.  Con la sua Ninja 400, il pilota del team Prodina Kawasaki partirebbe come uno dei giovani pi&ugrave; interessanti da tenere d&rsquo;occhio: le entry list della serie internazionale sono sempre fitte e ricche di talenti, tra i quali proprio il numero 48, sul nostro gradino nazionale pi&ugrave; alto in cinque occasioni l&rsquo;anno scorso.  Purtroppo, come ben sappiamo, la pandemia ha fermato i programmi sportivi 2020 e sono tanti i dubbi relativi alla stagione iridata. Salgono le quote, invece, dei campionati nazionali, in primis quelle del CIV.  Qualora non fosse possibile schierarsi nel mondiale, Brianti si &egrave; dimostrato molto interessato alla partecipazione del nostro campionato: &ldquo;Chiaramente, si spera che parta il mondiale - Thomas &egrave; pronto - purtroppo, ancora non si sa. In caso contrario, mi piacerebbe molto difendere il titolo vinto nella Supersport 300 italiana. Saranno da considerare i programma del team, ma da parte mia correrei volentieri ancora nel CIV, un campionato di alto livello. La voglia di tornare in moto &egrave; tanta e in gara potrei rivivere ancor di pi&ugrave; l&rsquo;ebbrezza della adrenalina&rdquo;.  &nbsp;A motori spenti, &egrave; importante mantenersi in forma: &ldquo;Certo - conferma - infatti mi sto allenando a casa, malgrado facile non sia. Rimanere sempre chiusi non aiuta, la voglia cala e bisogna veramente tenere duro. Per fortuna, riesco a reagire bene, facendo tutto il possibile. Quando si comincer&agrave;, sar&ograve; preparato; la 300 &egrave; una classe davvero combattuta&quot;.    Se parteciperai al CIV, saresti il pilota da battere nella Supersport 300.  &ldquo;Innanzitutto, devo dire che la partecipazione al CIV non sarebbe una &lsquo;B solution&rsquo;, anzi, perch&eacute; il nostro campionato &egrave; in continua crescita agonistica e tecnica. Sicuramente, molti piloti che non potranno fare il mondiale, correrebbero nell&rsquo;italiano, campionato che non va sottovalutato.  Dal canto mio, penso di essere un ragazzo umile, coi piedi per terra. Ecco perch&eacute; non me la sento di sbilanciarmi: io dar&ograve;, come sempre, tutto me stesso. Poi, vedremo. La pista dir&agrave; tutto. Non voglio pensare che, avendo vinto nel 2019, io sia automaticamente il pi&ugrave; forte. La Supersport 300 &egrave; una categoria in continua evoluzione: se prima si vedevano guide &lsquo;sporche&rsquo;, adesso ogni pilota &egrave; pulito ed aggressivo, infatti, si vedono gare tirate ed in gruppo dal primo all&rsquo;ultimo giro&rdquo;  In Italia sfoggeresti il meritato numero 1?  &ldquo;Quello &egrave; il numero del campione in carica, mi piace e capisco quale significato abbia. Per&ograve; io voglio tenere il numero 48. Voglio continuare ad onorare Shoya Tomizawa, il giapponese era un pilota che mi piaceva tanto e, quindi, terr&ograve; il 48 finch&eacute; sar&agrave; possibile farlo&rdquo;.  Dieci anni fa: a Losail, l&#39;unica e indelebile vittoria di Tomizawa 

Il pilota del team Prodina Kawasaki ha vinto il CIV Supersport 2019: &quot;Sarei pronto a difendere il titolo in un campionato in continua crescita tecnica ed agonistica&quot;

CIV, Brianti: &ldquo;Terr&ograve; il numero 48 in onore di Tomizawa&rdquo;

Un gran&nbsp;sbattimento. Come si potrebbe definire altrimenti il viaggio di ritorno del team GP Project, squadra Kawasaki impegnata in Andalusia per test prestagionali e rientrata di fretta e furia in Italia, dopo l&#39;allarme Coronavirus esploso pure in Spagna.  Mentre nei nostri confini nazionali il Covid-19 era gi&agrave; ritenuto, da settimane, un terribile nemico da sconfiggere, a Jerez e dintorni il problema iniziava a diffondersi a velocit&agrave; luce. I piloti della Supersport 300 stavano per completare le sessioni di prove programmate, leggete cosa ha dovuto fare Bruno Ieraci: &quot;Io e Kevin Sabatucci eravamo pronti a scendere in pista - svela il giovane corridore abruzzese - ci eravamo infilati nelle tute, lui aveva gi&agrave; il casco, io stavo per calzarlo. Ad un certo punto, arriva il responsabile del circuito e ci dice &#39;ragazzi, il turno &egrave; sospeso. Il Governo spagnolo ha bloccato le attivit&agrave; sportive, dobbiamo chiudere il circuito per quindici giorni&#39;. Ecco, in quel momento non potevamo continuare i test. Abbiamo rispettato l&#39;ordine e ci siamo diretti verso Barcellona&quot;.  Da l&igrave; alla Catalogna, inizia l&#39;odissea di Ieraci e dello staff italiano che, da Jerez a Barcellona, si &egrave; mosso su strada per ben 1100 chilometri, forse qualche spanna in pi&ugrave;. Una volta arrivati a destinazione, l&#39;incubo non era finito. Anzi: &quot;Con tutti i voli aerei bloccati, l&#39;opzione migliore era rappresentata dalla nave - Bruno continua il racconto - e per fortuna che siamo riusciti a prenderla: c&#39;era gente messa pure peggio. Io e i ragazzi, nonostante lo stress e la paura di non farcela, siamo riusciti a riderci su, facendo anche dei video. Per&ograve;, diciamo la verit&agrave;: alla fine &egrave; andata bene, ma questa esperienza non la augurerei a nessuno, nemmeno al peggior rivale (ride)&quot;.  Esperienza non ancora completata. Giunti a Civitavecchia, sono stati necessari due shuttle a noleggio con conducente. Le auto del team erano rimaste parcheggiate all&#39;aeroporto di Fiumicino e proprio l&igrave; andavano recuperate: &quot;Abbiamo avuto la forza di scattare una foto di gruppo - parla Alessio Altai, manager GP Project - partendo da sinistra in alto ci sono Paolo Giacomini, Simone Altai, Riccardo Pucci, Andrea Menozzi, Maurizio Morbidoni, Bruno Ieraci e Mario Conti. Io sono inginocchiato a sinistra, al mio fianco c&#39;&egrave; Kevin Sabatucci. Nella foto mancano Alessio Ballini, pure lui protagonista del lungo viaggio, e i due autisti del camion: Stefano Famiano e Roberto Perugini. Eravamo in dodici durante questa dura avventura che, sar&agrave; anche stata massacrante, ma ci ha reso pi&ugrave; uniti. Ogni cosa ha il suo lato positivo&quot;.  Iannone stizzito: &ldquo;Giulia De Lellis? Non so dov&#39;&egrave;&rdquo; - FOTO    Offerta 3 Mesi  L&rsquo;Edizione Digitale di Motosprint per 3 mesi ad un prezzo speciale. Approfitta dell&#39;offerta, per te a soli: 2,49 &euro; anzich&egrave; 6,99 &euro;    Abbonati alla rivista  

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Da Jerez a casa: l&#39;odissea dello staff GP Project

La griglia di partenza del mondiale Supersport 300 si arricchisce di un nuovo protagonista con l&rsquo;arrivo di Tom Booth-Amos.  Il 23enne di Staffordshire ha vinto il titolo britannico della Moto3 nel 2017 in sella ad una KTM, l&rsquo;anno successivo &egrave; passato al CEV, concludendo in 22esima posizione e nel 2019 ha disputato una stagione nel mondiale Moto3 con il team CIP-Green Power. Qui ha avuto l&rsquo;opportunit&agrave; di mettersi in luce e ha colto un ottimo ottavo posto nel Gran Premio d&rsquo;Australia, transitando sotto la bandiera a scacchi a solo un secondo e mezzo dal vincitore Lorenzo Dalla Porta.  &quot;Un grande cambiamento&quot;   Tom Booth-Amos ha raggiunto l&rsquo;accordo con il team RT Motorsports by SKM-Kawasaki, dove divider&agrave; il box con Dorren Loureiro, Nick Kalinin e Dino Iozzo.  &nbsp;&ldquo;Sono davvero felice di poter far parte di RT Motorsports by SKM-Kawasaki&rdquo;, ha detto Booth-Amos. &ldquo;Per me si tratta di un grande cambiamento dato che arrivo dalla Moto3 e quindi ci sar&agrave; tanto da imparare.   &quot;Voglio ringraziare Jeremy McWilliams, la squadra, Kawasaki e tutti quelli che mi hanno aiutato ad arrivare qui. Non vedo l&rsquo;ora di iniziare questa avventura. Spero che tutti insieme riusciremo a fare un bel lavoro&rdquo;.  Figli di Troy crescono: Oli Bayliss wild card mondiale 

&ldquo;Si tratta di un grande cambiamento e quindi ci sar&agrave; tanto da imparare&rdquo;, annuncia il britannico, che arriva dalla Moto3

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