Nonostante un meteo incerto, l'inglese ha messo insieme i primi giri insieme in sella alla M1000R versione Superbike in quel dell'Estoril, in attesa dei test di Jerez di metà mese 

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Nemmeno il tempo di riprendersi dalle emozioni del weekend, con il sesto sigillo di Jonathan Rea, con l&rsquo;abbraccio sincero tra i due contendenti al titolo e con l&rsquo;addio (o l&rsquo;arrivederci a presto?) vincente di Chaz Davies alla Ducati, che &egrave; gi&agrave; 2021.&nbsp;  Il luned&igrave; post-Estoril, infatti, &egrave; iniziata la stagione 2021 del mondiale Superbike. E le novit&agrave; sono importanti, per i colori azzurri. Il prossimo anno, infatti, due giovani italiani si ritroveranno in sella a due moto ufficiali. Non succedeva dal 2014, anno in cui Marco Melandri guidava l&rsquo;Aprilia e Davide Giugliano era alfiere Ducati.    Stavolta si tratta di Michael Ruben Rinaldi e di Andrea Locatelli. Vederli con i colori ufficiali, ai box del circuito portoghese, fa un certo effetto. Vuol dire che l&rsquo;Italia delle derivate di serie sta tornando nei posti che le competono. Al vertice, sia con le moto e i team, sia con i piloti. Vuol dire che i nostri talenti esistono e resistono anche in una categoria caratterizzata, negli ultimi anni, dalla massiccia presenza britannica.  Nelle prime due ore di test, Rinaldi con la Ducati ufficiale del Team Aruba.it era gi&agrave; ad un soffio dal primo tempo del compagno di squadra Scott Redding, confermando l&rsquo;ottimo feeling con la Panigale V4 mentre Locatelli, in sella alla R1 ufficiale del Team Pata Yamaha, ha limato decimi giro dopo giro, fermandosi&nbsp;a circa due secondi dal tempo limite dell&rsquo;ex-pilota MotoGP. Senza l&rsquo;arrivo della pioggia, siamo sicuri che avrebbe fatto ancora meglio.    Sono due segnali importanti, che fanno ben sperare in vista delle prossime uscite e di un 2021 che potrebbe vederci di nuovo protagonisti. Sarebbe un bene, per un Paese da sempre appassionato di Superbike. Un Paese che vuole seguire la Superbike anche attraverso i volti dei piloti di casa. E che, non me ne vogliano i nostri cugini europei e non, si merita di veder sventolare costantemente il tricolore sul podio.  A Michael e Andrea spetta questo compito. Ma anche a Federico Caricasulo, che speriamo possa trovare una sella &ldquo;giusta&rdquo; per il 2021. E, in futuro, anche a Lorenzo Gabellini (ottimo l&rsquo;esordio nella Superbike del CIV con il Team Althea e la Honda), Luca Bernardi (fresco campione italiano della Supersport) e a tutti gli altri giovani che stanno crescendo nelle categorie d&rsquo;accesso al mondiale.  A noi addetti ai lavori, giornalisti e agli appassionati, il compito di dare nuova fiducia alla Superbike iridata nonostante i problemi e alcune scelte discutibili. Il sogno &egrave; tornare a vedere nel prossimo futuro 100.000 persone sugli spalti e sui prati di Imola. Come nel 2002. Covid permettendo, ovviamente.  SBK, Rinaldi: &ldquo;Weekend difficile, ma siamo i migliori tra gli indipendenti&rdquo; 

<p>L&rsquo;arrivo dei due giovani italiani nei team ufficiali della Ducati e della Yamaha &egrave; un bel segnale per il nostro movimento. Sar&agrave; importante, per i due piloti e non solo, sfruttare bene questa occasione</p> 

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