        Poche ma necessarie righe, per descrivere quanto sta succedendo in SBK. Messa da parte o quasi la trasferta ungherese del Balaton Ring, spunta nuovamente la Turchia, con l'impianto di Istambul Park terreno di casa per Toprak Razgatlioglu. Professionisti di settore stanno provando a simulare i costi dell'evento, per l'ennesima volta. Si andr&agrave; o non si andr&agrave; o no al di l&agrave; del Bosforo? Istambul Park tappa europea? No, extraeuropea Stiliamo un minimo di nozioni geografiche, giusto per non cadere in equivoci. La Turchia si estende per 783562 chilometri quadrati, Una parte di questa superficie occupa il suolo europeo, propriamente a Ovest del Bosforo, Stretto che delimita il confine tra Vecchio Continente e Asia. Ecco perch&eacute; il Paese &egrave; considerata quale Stato transcontinentale: culture, religioni, mentalit&agrave;, filosofie e territori diversi, fusi tra loro. Cosa c'entra la SBK in tutto ci&ograve;? Niente, se non per aver tra le proprie fila Toprak Razgatlioglu. C'&egrave; un ulteriore aspetto da considerare: la trasferta dell'Istambul Park &egrave; tappa asiatica, quindi e in teoria, i team dovrebbero fruire dei fondi di viaggio messi a disposizione dall'Organizzatore. Vedremo cosa succeder&agrave;, dato che pure l'anno scorso ne abbiamo scritto e commentato.  Ricordiamo l'edizione 2013, la sola completata in Turchia: doppietta di Eugene Laverty nella massima cilindrata, imposizione di Kenan Sofuoglu in Supersport. Dopo il taglio del traguardo, sembrava di assistere al Capodanno di Napoli, tanto era alto il tasso di festeggiamento.       

Per l'ennesima volta &egrave; in atto un tentativo di allestimento del round da disputare all'Istambul Park, "casa"di Toprak Razgatlioglu. che ospit&ograve; le derivate nel 2013

Turchia, sì o no alla SBK? Possibile sostituzione dell'Ungheria

Ognuno ha i suoi gusti, ovviamente, e a noi la sfida SBK 2021 piace assai. Toprak Razgatlioglu e Johnny Rea se le sono date di santa ragione da inizio campionato sino San Juan del Villucum e, cosa ancor pi&ugrave; bella, si contenderanno il titolo di categoria nel finale di Mandalika.  Le derivate di serie hanno spesso deciso le sorti nella tappa conclusiva di stagione. Senza andare troppo a ritroso nel tempo, vi citiamo sette annate in cui a contendersi l&#39;alloro vi erano due o tre nomi in lizza. Ci riferiremo, magari lasciandoci andare qualche lacrimuccia nostalgica, a duelli che rimarranno per sempre nei nostri cuori.  E pure nei vostri, gi&agrave; lo sappiamo. Iniziamo con il 1998, quando a Sugo si presentarono in tre papabili di successo: Troy Corser, Carl Fogarty e Aaron Slight. Andiamo avanti passando al 2002 di Imola, dove Colin Edwards e Troy Bayliss scrissero una pagina pi&ugrave; unica che rara. Passiamo a Magny-Cours 2004, sede del braccio di ferro Regis Laconi-James Toseland. Ancora Francia, per James contro Nori Haga, nel 2007. Poi, Portimao e Nitronori a vedesela con Ben Spies. Max Biaggi ebbe la meglio a Nevers nel 2012, facendo abbassare la testa di Tom Sykes. Sylvain Guintoli riusc&igrave; a battere lo stesso Sykes nella notte del Qatar 2014.  Vota il sondaggio: Rea o Razgatlioglu, chi si laureer&agrave; campione a Mandalika?  Sugo trad&igrave; Corser e premi&ograve; Foggy. Imola festeggi&ograve; Edwards     Troy aveva siglato la pole, guidava la classifica 1998 e aveva le carte in regola per uscire da Sugo con il numero 1. Per&ograve;, la festa del gi&agrave; iridato 1996 e successivamente 2005, cess&ograve; ancor prima di cominciare. Un brutto volo lo tolse di scena durante il warm up, dal quale ne usc&igrave; malconcio e con le ossa rotte.  Niente Sugo per Corser, perci&ograve; il piatto fu spartito da Carl Fogarty e Aaron Slight. Pessima l&#39;idea HRC di montare sulla RC45 un propulsore nuovo, pi&ugrave; potente che mai e super ufficiale: il neozelandese fatic&ograve; a domarne il carattere, mentre l&#39;inglese si piazz&ograve; bene, meglio dello sfidante, titolandosi per la terza volta in carriera.  Nel 2002, Colin Edwards fece i conti con un altro Troy. Era Bayliss, giunto al Santerno con un solo punto di svantaggio dall&#39;americano. L&#39;austaliano ne contava 501, il pilota del team Castrol 502. Prima di passare entrambi alla MotoGP, tenevano molto a primeggiare, poich&eacute; gi&agrave; detentori di un mondiale a testa. Lo statunitense releg&ograve; il canguro al secondo posto.  Magny-Cours magnanima per Toseland due volte, con Biaggi una     Il tracciato di Nevers e il numeroso pubblico attesero con fragore l&#39;idolo locale Regis Laconi, schierato dal team Ducati Fila. Pure James Toseland correva per la stessa squadra e, giusto per rendere il tutto pi&ugrave; avvincente, era il lizza per&nbsp; il titolo, proprio come il francese.&nbsp;  Lotta di nervi pi&ugrave; che di manovre, caratteristica farevole all&#39;inglese, che la spunt&ograve;. Per il pianista di Sheffield fu il primo allora, poi ne arriv&ograve; un altro. Sempre l&igrave;, nel 2007, ovvero tre anni pi&ugrave; tardi. Il portacolori Honda pieg&ograve; Noriyuki Haga, allora pilota Yamaha.  Di mondiali, Max Biaggi se ne intendeva gi&agrave; prima di Magny-Cours 2012, quando batt&egrave; per solo mezzo punto Tom Sykes, L&#39;Aprilia e il Corsaro fecer&ograve; bis in SBK, il britannico si riscatt&ograve; l&#39;anno dopo, riportando a Kawasaki quanto fatto nel 1993 da Scott Russell.  Portimao meravigliao per Spies, notte magica quella di Guintoli a Losail     Povero giapponese (agonisticamente parlando) che brutto fu per lui perdere nuovamente. Eppure, a Portimao avrebbe potuto farcela, Nitro Nori. Se non ci fosse stato un caparbio e rookie come Ben Spies, intenzionato a passare in MotoGP dopo aver espletato la pratica SBK.  Cos&igrave; ando: Texas Terror dette a Yamaha il titolo, beffando la Rossa guidata dall&#39;alfiere con gli occhi a mardorla. Il Portogallo risult&ograve; favorevole alla R1condotta dal pluricampione AMA Superbike. Come fu felice il Qatar per Sylvain Guintoli.  Il francese si impose nella notte di Losail illuminata artificialmente a giorno. In luce lui e la RSV4, buio per Tom Syles, sconfitt&ograve; malgrado sulla carena della sua Ninja ci fosse il numero 1. Quell&#39;epilogo resta il pi&ugrave; teso degli ultimi anni, perch&eacute; la conclusione del 2020, all&#39;Estoril, ha visto Johnny Rea battere Scott Redding. Ma nessuno dubitava potesse riuscirci.  MotoGP, la lettera d&#39;amore della Yamaha M1 a Rossi: &quot;Sei parte di me&quot; 

Toprak e Johnny si sono contesi il titolo dal debutto di Arag&ograve;n sino alla tappa finale di Mandalika, regalando duelli e incertezza, ancora pi&ugrave; godibili delle lotte vista tra Fogarty e Slight, Edwards e Bayliss, Haga e Spies, Biaggi e Sykes

Razgatlioglu-Rea, la sfida SBK pi&ugrave; bella degli ultimi anni

Se siete nostalgici, maliconici e fermamente convinti che &quot;Si stava meglio quando si stava peggio&quot;, cio&egrave;, ancorati al passato, evitate di leggere il prosieguo di questo pezzo. Anzi, no: continuate a farlo, perch&egrave; la bomba di oggi &egrave; bella. Ebbene, eccola: Razgatlioglu &amp; Rea sono meglio di Bayliss ed Edwards!  Mioddio, starete affermando, che ha bevuto costui per scrivere una cosa del genere? Tranquilli, il Prosecco DOC &egrave; in fresco per pi&ugrave; tardi, quando leggeremo i vostri commenti sulla pagina Facebook. Adesso vi spieghiamo il motivo del titolo e del sommario, mettetevi comodi.  Il fatto &egrave; che Toprak e Johnny stiano offrendo una battaglia tiratissima, sul filo degli oltre 300 orari, a suon di staccate e sorpassi, in un duello privo di calcoli o congetture. Lo facevano anche Troy e Colin, lo sappiamo, ma oggi il combattimento &egrave; diverso, poich&eacute; &quot;condito&quot; da reclami, penalizzazioni, frasi sibilline, amicizie traballanti e ironie social.  Imola 2002 fantastica, eppur ripetibile con ancora pi&ugrave; sale     Chi scrive era presente al Santerno in quell&#39;inizio di autunno del 2002 e, anzi, gi&agrave; da tanti anni frequentava i paddock iridati, un po&#39; per passione, piano piano (pi&ugrave; in l&agrave;, velocemente) mettendo insieme contatti, nozioni, ed arnesi per provare ad imparare un mestiere.&nbsp;  Lo scontro all&#39;Enzo e Dino Ferrari fu fantastico, in un teatro visto solo ai tempi della Formula 1 o nelle storiche 200 Miglia. Bayliss e Edwards, idoli di un parterre che offriva nomi che, tuttora, fanno venire la pelle d&#39;oca, si sono giocati la posta massima all&#39;ultimo colpo della stagioe. L&#39;americano ebbe la meglio sull&#39;australiano, per una festa conclusiva in cui lo scambio reciproco di complimente fece il giro del Mondo. Oltretutto, i due erano in predicato di MotoGP, con la testa gi&agrave; alla nuova avventura.&nbsp;  Appunto: qualora Razga e Rea, vicini in classifica,&nbsp; arrivassero all&#39;atto conclusivo del 2021 in una situazione simile, scambierebbero sorrisi, onoreficenze e commiati in grande stile? Mmm, fatichiamo a crederci, o meglio: s&igrave;, tra i due ci sarebbe fair play, per&ograve; ricordatevi quanto accaduto in Francia: il KRT Kawasaki ha chiesto la penalizzazione (criticata da Locatelli)&nbsp; inflitta alla punta Yamaha. Se questa non &egrave; guerra...  Diversit&agrave; ed un passato da ricordare     Il turco ed il nordirlandese detengono caretteristiche sociali, umani, comportamentali e culturali assai diverse tra loro, &egrave; inutile tentare di ampliare un concetto gi&agrave; chiaro, se ascoltate interviste e osservate le immagini. Bayliss e Edwards, contrariamente, un po&#39; simili lo erano, entrambi cowboy o rudi del genere. Ecco perch&egrave; i due si capivano.  Toprak e Johnny si capiscono meglio in pista, dove sportellano esattamente come facevano Troy e Colin. A volte anche di pi&ugrave; e, considerando quanto l&#39;elettronica infici nelle dinamiche di gara e come sia oggi maggiormente complicato effettuare sorpassi, diciamo questo: il pupillo di Sofuoglu ed il nativo di Ballymena offrono uno show per nulla secondo alle manovre ammirate nel passato.  Ricordiamoci anche di un dettaglio non trascurabile. Toprak era gi&agrave; nell&#39;orbita Kawasaki, con Puccetti, sicch&eacute; inserito nel tunnel verde, teoricamente. Ma qualcuno e qualcosa gli tolsero di mano il &quot;Green Pass&quot;, perci&ograve; il 54 si accord&ograve; con Yamaha. Chi fu a mettergli il bastone tra le ruote? Perch&eacute; non &egrave; passato al team ufficiale? Dai, avete la risposta davanti ai vostri occhi.  Dalla Moto3 alla Moto2: il salto di Pedro Acosta  &nbsp;  &nbsp; 

Toprak e Johnny stanno offrendo uno spettacolo superiore a quello visto nei duelli tra Troy e Colin perch&eacute;, oltre a &quot;scannarsi&quot; in pista, i due contendenti al titolo si stuzzicano nel parco chiuso, in sala stampa, nel paddock e sui social

3 risultati per 'Toprak Razgatloglu'

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