Sono trascorsi pi&ugrave; di due anni dalla scomparsa di Ivano Beggio, storico presidente e patron di Aprilia, capace di portare alla ribalta piloti del calibro di Valentino Rossi, Max Biaggi, Marco Melandri, Manuel Poggiali. Beggio &egrave; mancato a 73 anni, sconfitto da un brutto male. Ma prima di lasciarci ha avuto il tempo di completare la sua autobiografia, con l&rsquo;aiuto di Claudio Pavanello, per molti anni responsabile stampa di Aprilia. Un lavoro rimasto in un cassetto fino ad ora.  Dopo un periodo di riflessione, la Signora Tina Beggio ha deciso di completare l&rsquo;opera, affidando sempre a Claudio Pavanello il compito di raccogliere la testimonianza di tanti famosi piloti e tecnici che hanno collaborato con l&rsquo;Ingegner Beggio, oltre che del materiale fotografico a supporto.  Il libro, 248 pagine formato chiuso 28 x 22 cm, e 250 foto viene viene venduto sul sito ufficiale dell&#39;Ing. Ivano Beggio a 25 euro spese di spedizione incluse.    La storia   Ivano Beggio nel 1965 prende in mano l&rsquo;Aprilia, piccola fabbrica di biciclette e motorini fondata dal pap&agrave; Alberto, portandola in pochi anni, con geniali intuizioni, a diventare la pi&ugrave; grande produttrice europea di motociclette, capace di vincere decine di titoli mondiali e lanciare piloti del calibro di Biaggi e Rossi. Mai nella storia del motociclismo una azienda era cresciuta cos&igrave; velocemente. La favola si interrompe nel 2004 quando, a seguito di una improvvisa crisi economica dovuta anche all&rsquo;azzardato acquisto della Moto Guzzi, Ivano Beggio &egrave; costretto a cedere Aprilia al Gruppo Piaggio, ritirandosi a vita privata.  Gli inizi con il Motocross   Nel libro il Presidente inizia raccontando i dissidi con l&rsquo;amatissimo padre per accelerare il passaggio dell&rsquo;azienda ad una produzione esclusivamente motociclistica. Fin dal principio, Beggio capisce l&rsquo;importanza di affiancare alla produzione di serie l&rsquo;attivit&agrave; agonistica a scopo non solo promozionale, ma anche di sviluppo tecnico &ldquo;Le corse sono una scuola indispensabile per imparare a progettare buone moto, a rispettare i tempi, a controllare la qualit&agrave; dei materiali&rdquo;. &nbsp;Arrivano i primi successi nel motocross con piloti come Ivan Alborghetti e Corrado Maddii, ma l&rsquo;intuizione &egrave; quella, nel 1982, di puntare sulle moto stradali: &ldquo;L&rsquo;Italia di quegli anni era un Paese bellissimo, dove si respirava entusiasmo e voglia di fare; il benessere era diffuso e le persone, tutte, coltivavano una grande fiducia nel futuro. In questo clima io avevo maturato la convinzione che il mercato delle due ruote fosse alle soglie di un epocale &ldquo;boom&rdquo;, dove protagoniste sarebbero state nuove bellissime moto pensate per soddisfare l&rsquo;esplosivo desiderio di apparire alla moda e divertirsi. Ecco perch&eacute; decisi di costruire una 125 stradale che fosse affascinante, moderna, veloce e ricca&rdquo;.  Reggiani, primo vincitore ufficiale   Il successo &egrave; enorme, confortato da un grande impegno nel campionato mondiale 250cc che porta il 12 agosto 1987 Loris Reggiani, primo pilota ufficiale Aprilia, a vincere il Gran Premio di Misano Adriatico. Nel frattempo le moto prodotte a Noale si impongono in tutta Europa come le pi&ugrave; performanti e affascinanti: una grande innovazione voluta da Beggio &egrave; l&rsquo;estrema cura, oltre che della meccanica, dove comunque Aprilia introduce importanti novit&agrave;, anche dell&rsquo;estetica.  &ldquo;In un panorama di grafiche prevalentemente monocolore, noi proponevamo per primi colorazioni ardite, senza mai dimenticare la versione &ldquo;replica Racing&rdquo;: a quei tempi nessun altro costruttore riproduceva cos&igrave; fedelmente architettura ed estetica della moto da corsa&rdquo;.  Dalle catene di produzione Aprilia escono mezzi sempre pi&ugrave; originali come la Pegaso 600, primo enduro stradale, la RS 250, straordinaria sportiva due tempi e la Mot&ograve;, disegnata dall&rsquo; &ldquo;archistar&rdquo; Philippe Starck, senza dimenticare la BMW F650, progettata e costruita da Aprilia per conto della casa bavarese. Sul fronte ciclomotori, Aprilia rivoluziona il mercato con due successi planetari, lo Scarabeo 50 e lo SR 50, primi esempi di scooter, rispettivamente, retr&ograve; e sportivo. &nbsp;  Max Biaggi, il fuoriclasse   Intanto arrivano i titoli a ripetizione di Max Biaggi &ldquo;un giovane fuoriclasse a cui tutto sembrava andare bene e che aveva chiaramente il ruolo di predestinato al successo, sia sportivo che mediatico&rdquo; e Valentino Rossi &ldquo;Chi avrebbe mai immaginato che in quel ragazzino cui facemmo un contratto iniziale da trenta milioni di lire avevo di fronte il futuro protagonista assoluto del motomondiale, destinato a diventare pi&ugrave; grande di Giacomo Agostini?&rdquo;.  Aprilia si lancia con successo anche nel mercato delle &ldquo;ammiraglie&rdquo; 1000cc con la RSV Mille, seguita poi negli anni da Falco, Caponord, Futura e Tuono. A inizio anni 2000, Aprilia &egrave; l&rsquo;unica casa al mondo assieme ad Honda a correre ufficialmente nei quattro campionati velocit&agrave;: 125cc, 250cc, 500cc, Superbike.  La malattia   Nel frattempo, Beggio si trova per&ograve; ad affrontare un avversario terribile: gli viene infatti diagnosticata una grave malattia che lo porta da un lato ad allontanarsi dall&rsquo;azienda, dall&rsquo;altro a intraprendere un cammino spirituale importante &ldquo;Erano ormai anni che mi riproponevo di fermarmi e guardare al di l&agrave; dei bilanci e del fatturato, di trovare una serenit&agrave; interiore. La malattia mi port&ograve; brutalmente ad affrontare questa ricerca che altrimenti sono sicuro sarebbe sempre rimasta un desiderio da posticipare rispetto agli affari&rdquo;.  L&rsquo;avventura con Moto Guzzi   Guarito, rientra in azienda e, spinto dalla passione e dai sempre ottimi risultati economici di Aprilia, decide di acquistare Moto Guzzi &ldquo;Avevo sempre amato Moto Guzzi, fin da bambino ero rapito dalle sue creature, che giudicavo straordinarie e dotate di una anima diversa da tutte le altre moto. Come ben sapete, non ci sono ragioni razionali dietro un grande amore: per me Moto Guzzi era &ldquo;la Moto&rdquo;, e desideravo essere il principe azzurro che l&rsquo;avrebbe riportata ai grandi fasti del passato&rdquo;  L&rsquo;epilogo   Purtroppo, una serie di circostanze avverse si coalizza: il crollo repentino del mercato mondiale, i costi imprevisti del risanamento di Guzzi, le previsioni troppo ottimistiche dei manager.  In pochi mesi, da azienda ammirata in tutto il mondo, il Gruppo Aprilia entra improvvisamente in una spirale senza uscita.  Sono momenti drammatici per il suo fondatore, abbandonato dalle banche &ldquo;Mai avrei pensato di compiere un balzo talmente vertiginoso, da imprenditore modello a questuante cui venivano chiuse in faccia tutte le porte. Fu un momento di grande crisi personale, di insicurezza, di sofferenza, di vergogna verso i miei stessi dipendenti&rdquo;.  Dopo una disperata resistenza, a met&agrave; 2004 Ivano Beggio cede la propria azienda e si ritira a vita privata.  Le testimonianze   Al termine del libro,&nbsp; i ricordi di piloti, tecnici e giornalisti: Valentino Rossi, Max Biaggi, Loris Reggiani, Loris Capirossi, Alessandro Gramigni, Tetsuya Harada, Marco Melandri, Manuel Poggiali, Marcellino Lucchi, Tommi Ahvala, Ivan Alborghetti, Corrado Maddii, Stefano Passeri, Carlo Pernat, Jan Witteveen, Philippe Starck, Gianfranco Frison, Michele Verrini, Giuseppe Ricciuti, Dolph Van der Woude, Gianpaolo Benedini, Luigi Dall&rsquo;Igna, Ampelio Macchi Maurizio Roman, Claudio Pellizzon, Beppe Donazzan, Filippo Falsaperla, Giovanni Di Pillo, Carlo Canzano, Paolo Scalera, Marco Riccardi.  Sono state raccolte anche le citazioni&nbsp; di tanti proprietari delle moto venete che esprimono la propria riconoscenza a Ivano Beggio per avere condiviso la loro passione producendo i mezzi che hanno contribuito a rendere pi&ugrave; bella e spensierata la loro giovent&ugrave;. &nbsp;  Max Biaggi e Aprilia (ancora) in pista al Mugello  &nbsp;  &nbsp; 

Stampata l&rsquo;autobiografia che aveva completato prima di morire. Rossi? &ldquo;Chi avrebbe mai immaginato che in quel ragazzino cui facemmo un contratto iniziale da trenta milioni di lire avevo di fronte il futuro protagonista assoluto del motomondiale?&rdquo; Gli aneddoti dello storico patron di Aprilia con i suoi piloti &nbsp;

La storia di Ivano Beggio nel &lsquo;suo&rsquo; libro

Gli aneddoti dello storico patron di Aprilia con i suoi piloti. Rossi? “Chi avrebbe mai immaginato che in quel ragazzino cui facemmo un contratto iniziale da trenta milioni di lire avevo di fronte il futuro protagonista assoluto del motomondiale?” Stampata l’autobiografia che Ivano Beggio aveva completato prima di morire (FLG)  

La storia di Ivano Beggio nel ‘suo’ libro - LE FOTO

Ci sono personaggi a cui il motociclismo ha dato tanto e che al motociclismo hanno dato, se possibile, ancora di pi&ugrave;. Tra questi, sicuramente, Ivano Beggio, figura fondamentale nel panorama dueruotistico, cui va il merito di imprese mirabolanti nel mondo della produzione, con Aprilia, e del motorsport, dove ha portato alla ribalta piloti del calibro di Valentino Rossi, Max Biaggi, Marco Melandri, Manuel Poggiali e altri. Imprese condotte sempre con amore, dedizione e passione.  NELLA NOTTE, ALL&#39;ETA&#39; DI 73 ANNI, L&#39;INGEGNERE CI HA LASCIATI, sconfitto da un male che lo opprimeva da qualche tempo. Per ricordarlo, riportiamo la motivazione con la quale nel 1998, 6 anni prima di cedere l&rsquo;Aprilia al Gruppo Piaggio, venne insignito del titolo di &ldquo;Cavaliere del Lavoro&rdquo; dal Presidente della Repubblica  &quot;&Egrave; presidente della Aprilia S.p.A., azienda produttrice di motociclette e scooters. Ivano Beggio ha trasformato l&#39;attivit&agrave; artigianale paterna, nel settore della bicicletta, in un&#39;affermata e nota azienda con elevatissimi livelli di innovazione tecnologico-produttiva. L&#39;azienda &egrave; passata da un fatturato di 7 miliardi di lire del 1982 agli oltre 970 del 1997. Dai 50mila motoveicoli prodotti nel 1991 al 290mila del 1997 dei quali il 45% destinati all&#39;export. Le moto con il marchio Aprilia si sono aggiudicate 9 campionati del mondo, con pi&ugrave; di 70 vittorie nei gran Premi, confrontandosi con i colossi dell&#39;industria motoristica giapponese. I dipendenti diretti sono 1170. Ivano Beggio ha ricoperto per tre mandati consecutivi la carica di Presidente dell&#39;Associazione degli Industriali della provincia di Venezia&rdquo;. 

Tanti i successi conseguiti, dall&#39;incredibile avventura con Aprilia, al &quot;lancio&quot; di grandi campioni come Valentino Rossi e Max Biaggi

Lutto nel mondo del motociclismo, Ivano Beggio ci ha lasciati

PERSONAGGI E INTERPRETI: Ivano Beggio, fondatore e presidente della marca motociclistica Aprilia; Loris Reggiani, giovane pilota gi&agrave; vice campione del mondo della classe 125 su Minarelli, ora in forza alla Casa di Noale; Michele Verrini, personalit&agrave; eclettica di alto livello, ex corridore di motocross/enduro, giornalista specializzato, esperto di marketing e di relazioni, amico e manager di Reggiani.  AMBIENTAZIONI DIVERSE: Firenze, Forlimpopoli, Noale, Motomondiale 1985-87, Galliano Park di Forl&igrave; 2017.  ANTEFATTO: l&rsquo;Aprilia &egrave; una media azienda veneta dalle grandi ambizioni. Mentre altre fabbriche italiane di moto boccheggiano e sopravvivono a stento, il suo titolare, Beggio, mette in produzione modelli affascinanti per prestazioni, design e qualit&agrave;, guadagnando ogni giorno nuove quote di mercato. E crede profondamente nelle corse come veicolo pubblicitario e d&rsquo;immagine. Ha gi&agrave; ottenuto successi importanti nel motocross, ma &egrave; convinto che per crescere davvero sia indispensabile entrare nel grande giro, quello del Motomondiale. Ha coraggio &ndash; molti temono che si tratti di incoscienza pura, ritenendo che il confronto con i &ldquo;mostri&rdquo; giapponesi sia ormai improponibile &ndash; e un&rsquo;occasione. La afferra al volo. L&rsquo;occasione &egrave; una visita, a fine novembre del 1984, di Verrini (concessionario Aprilia a Firenze), che giunge a Noale con una specie di depliant, un prospetto a colori che ha fatto stampare e che mostra una motocicletta da corsa cos&igrave; come la vedono lui e Reggiani: una 250 nella cui vivace grafica spicca una grande &ldquo;A&rdquo;.  LA MOTO IN PARTE GI&Agrave; ESISTE: ha la ciclistica derivata da quella della Kawasaki bicilindrica in tandem con cui Reggiani ha corso nella precedente stagione ed &egrave; pensata per un motore dello stesso tipo che la Rotax, azienda con cui l&rsquo;Aprilia intrattiene stretti rapporti, ha gi&agrave; in catalogo per i piloti privati.  ARRIVA IL SI - &laquo;Il Presidente ascolta, guarda quei fogli stampati a colori e gli brillano gli occhi &ndash; racconta oggi Verrini &ndash; la tentazione &egrave; lampante. Mi congeda promettendo una risposta nel giro di una settimana. La telefonata arriva puntualmente: sintetica, una parola, due lettere. S&igrave;&rdquo;. L&rsquo;Aprilia realizza il telaio e provvede a procurarsi un motore Rotax standard. Verrini organizza il Team CR1 con Reggiani e un reparto corse a Forlimpopoli, citt&agrave; del pilota romagnolo. Qui le forme e le grafiche proposte sulla carta diventano una piccola serie di codoni, serbatoi e carenature in fibra di carbonio, fabbricati da uno specialista di Firenze.  LA MOTO &Egrave; COMPLETA: appena il tempo di provarla due volte in pista, a Misano e al Mugello, poi entra in una cassa, sale su un aereo e vola in Sudafrica dove, sul circuito di Kyalami, vicino a Johannesburg, &egrave; in programma la prima prova del Motomondiale 1985. (...) L&rsquo;articolo completo su Motosprint in edicola fino al 18 settembre. 

Il primo successo di Reggiani, nel 1987, sublim&ograve; un lavoro cominciato da zero con Beggio e Verrini

I tre anni che fecero grande l&rsquo;Aprilia

Ad Alassio, teatro dell&rsquo;apertura degli Assoluti d&rsquo;Italia di Enduro, Alex Salvini ha dominato, imponendosi nella E2 e nell&rsquo;assoluta. Alle sue spalle si &egrave; classificato Simone Albergoni, primo della E3, classe in cui &egrave; rientrato con la KTM 300 2T. Terzo assoluto e primo della E1 &egrave; giunto Thomas Oldrati.  Sulle orme di Oldrati, nella sfida ligure, c&rsquo;erano anche i piloti della Coppa Italia di Enduro. La serie, che ha preso il via anch&rsquo;essa il 2 marzo da Alassio (SV), ha visto nella classe riservata ai Cadetti vittoria per Luca&nbsp;Apollonio (KTM) davanti a Nicholas Sana (KTM) e Pietro Collovigh (KTM).  La Junior &egrave; stata dominata da Davide Beggio (Honda 250 4T) che ha preceduto Fabio Volpi (KTM 125 2T) e Andrea Giacchero (Beta 300 2T).&nbsp;A centrare la vittoria nella classe Senior &egrave; stato Maycol&nbsp;Agnelli (KTM 125 2T) con Massimo Mutti (Husqvarna 250 2T) secondo e Matteo Ferrari (KTM 250 2T) terzo. Nella Major vittoria di Francesco&nbsp;Sibelli (KTM 300 2T) su Agostino Volpi (Sherco 300 4T) e Simone Agazzi (Husqvarna 125 2T).

Assieme agli Assoluti d&rsquo;italia &egrave; partita anche la Coppa Italia

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La storia di Ivano Beggio nel ‘suo’ libro

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I tre anni che fecero grande l’Aprilia

Apollonio, Beggio, Agnelli, Sibelli sulle orme di Salvini ad Alassio